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Autore: eli_s    22/10/2015    3 recensioni
Cosa succede quando un amore sopravvive silenzioso nel tempo? Possono vent'anni dividere per sempre due persone?
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nadia Petrova | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non può piovere per sempre

 

 

Present day

 

Sensazioni dolci amare, nascoste in fondo al suo cuore e credute dimenticare nel tempo.

E invece sente come un fiume in piena, qualcosa riprendere a scorrere sotto pelle.

 

20 anni bruciati da due occhi castani che pieni di stupore lo bloccano sulla porta.

 

20 di pentimenti, di notti sbronze, di "e se" che con fatica aveva superato, dimenticato.

Lui era partito, l’aveva lasciata, aveva messo tutti gli Stati Uniti tra loro due e da quando era sceso a Los Angeles non aveva più voluto sapere niente di Elena Gilbert.

Stefan aveva smesso di parlarne e lui non chiedeva e ingenuamente, quando aveva deciso cinque mesi fa di ritrasferirsi nell’immensa New York, non aveva pensato al rischio di incontrarla.

 

Perché infondo, si accorge che invece era quello che sperava.

 

Cerca di fare un passo tra la folla, di sbloccarsi, di regolarizzare i respiri, i battiti ma quegli occhi scuri lo tormentano di nuovo e di nuovo c’è solo lei a riempire il suo mondo.

 

La voce di Ric le arriva ovattata, blatera scuse e lei non ha davvero voglia di discutere di qualcosa accaduto 20 anni prima. Per quanto non riesca proprio a non sentirsi la ragazzina di 18 anni tradita e abbandonata che si era presentata alla sua porta due mattine dopo il ballo, dopo che avevano passato la notte a fare l’amore e ridere e lui per i successivi due giorni era sparito.

Non vorrebbe risentire quel senso di nausea, l’amarezza di quando ad aprirle la porta era stato Stefan e i suoi occhi avevano parlato per lui.

 

Damon non sa delle notti di disperazione e di come la ragazzina che aveva fatto disperatamente innamorare non ci sia più da tanto tempo.

 

Ma lo può intuire dai lineamenti di porcellana più induriti e lo sguardo profondamente turbato.

Lei non sapeva che lui fosse tornato e lui non sapeva di lei.

Nonostante abbiano le stesse persone in comune, ed Elena capisce quel messaggio di Caroline e la faccia di Ric.

 

-Papà sei arrivato-

 

La voce di sua figlia lo riporta brutalmente alla realtà e tenta di addolcire lo sguardo.

 

-Sì scusa tesoro-

-C’è anche zio Ric, ti cercava-

 

Appunto.

Alza lo sguardo in direzione di Elena che è sparita dalla sua visuale mentre ora vede Ric.

 

-Vado a salutarlo...poi mi presenti il tuo amico-

 

Le strizza l’occhio e lei arrossisce indispettita.

 

Quando raggiunge Ric si guarda intorno, certe cose non cambiano mai nemmeno il suo modo plateale di cercarla tra la folla.

 

Come quella volta a capodanno nel ‘96 in Time Square, posto più sbagliato di sempre per darsi appuntamento soprattutto per uno come lui che odia la folla, ma per lei era stato disposto a tutto.

E quando l’aveva vista ridere con Caroline e Bonnie era come se d’un tratto il mondo avesse acquisito senso e l’aveva colta alle spalle abbracciandola e posandole un bacio tra i capelli.

E lei si era appoggiata a lui felice come non mai.

 

-Ric-

-Damon...-

-Allora zio?-

 

Soffia con troppa ironia.

Anche le sue reazioni non cambiano mai.

 

-Potevi dirmelo-

-Lo so-

-Perché e qui-

-Perché suo figlio frequenta questa scuola-

 

Lo sa che si è rifatta una vita.

Non ha mai indagato, ma è tornato a New York qualche Natale e una volta, Nadia avrà avuto cinque anni, l’ha vista attraverso la vetrina di un negozio mentre sceglieva degli abiti per il bambino che le gironzolava intorno.

Un biondino della stessa età di sua figlia circa.

 

-Dov’è andata? Sul retro?-

-Sì-

 

Ric sospira sconsolato, è inutile cercare di combattere con loro due perderebbe in partenza.

 

Lo vede dirigersi verso la porta di emergenza che dà sul retro della palestra.

Quando spinge la maniglia anti panico, l’aria umida e piovigginosa a cui non era più abituato riempie i suoi polmoni e, voltandosi di lato, la vede intenta a fissare la pioggia stretta nel suo spolverino blu.

 

Ed è sempre più bella, più matura, più vissuta.

Lo vede ora che è più vicina e può osservare meglio i suoi delicati lineamenti di profilo.

Lo sente il proprio cuore correre come quello di un ragazzino, è passato così tanto tempo dall’ultima volta che ha osato alzare i suoi occhi su di lei.

 

Il rumore incessante della pioggia riempie l’aria densa di un silenzio che parla per entrambi; si chiude la porta alle spalle.

 

-Ciao-

 

Per quanto lei stia fingendo indifferenza, Damon le vede le labbra piene schiudersi e un piccolo sospiro strozzato allentare la tensione del suo collo.

E gli brucia lo stomaco al pensiero che, nonostante sia passato così tanto tempo, lei sembri ancora la stessa.

 

La sua voce non la ricordava più, tanto che quel sussurro roco le è parso quasi un rumore estraneo, ma sa che basterà qualche parola in più perché il suo corpo torni a rispondere a lui e alla sua presenza. Ed Elena è una donna consapevole delle sue paure e debolezze.

Vorrebbe frenare quell’amaro e antico dolore, vorrebbe impedirgli di farle venire la pelle d’oca solo respirando nel suo spazio vitale.

Non ha nemmeno il coraggio di voltarsi e ritrovare quelli occhi che da lontano le sono sembrati meno azzurri di un tempo.

 

Lui fa un passo verso di lei e può sentire la terra tremante, abbassa appena lo sguardo prima fisso nel vuoto.

 

-Non può piovere per sempre-

 

Ok dopo vent’anni capisce che non sia facile trovare il modo per iniziare la conversazione più difficile di tutta la vita.

E trattiene un piccolo sorriso emozionato quando lui bisbiglia quelle parole che esprimono quanto lui la conoscesse bene, un tempo.

Amava ripetere quella frase ed essere presa in giro da lui per questo.

O forse lui è tranquillo e pacifico e solo lei si sente la Elena adolescente d’un colpo solo.

 

Respira e si volta verso di lui provando a mantenere un contegno che ora che lo guarda da più vicino, vede che non possiede nemmeno lui.

 

-Ciao-

 

Aveva ragione, gli occhi di Damon sono grigi, velati di un’ombra che le stringe il cuore.

Ed ecco che quel desiderio di vederlo felice, di accogliere e abbracciare i suoi demoni interiori riaffiora prepotente.

Non credeva Elena di poter di nuovo sentire il suo cuore struggersi.

Lo aveva così tanto indurito che solo i suoi figli riuscivano a farla piangere.

 

È ancora la pioggia a fare da colonna sonora ai loro momenti.

Il primo bacio.

Il primo concerto.

La prima litigata.

La prima volta.

Il primo ti amo.

Non può piovere per sempre.

 

-Elena-

-Cosa fai qui Damon ?-

 

Il tono è stanco, ma carico di una rabbia mai espressa.

 

-Mia...mia figlia…frequenta questa scuola-

 

Gli occhi scuri si dilatano appena.

E il pensiero Damon- figlia corre subito a lei, alla causa di tutto il suo male e torna lo stomaco a bruciare di quella gelosia mai consumata che corrode.

C’è anche lei allora? Perché in questo esatto istante sarebbe troppo da sopportare.

Gli occhi di Elena corrono istintivamente alle mani di Damon infilate nelle tasche dei pantaloni in cerca di risposte.

Che te ne importa?

Sei sposata

 

Deglutisce la fiele amara e scoglie le braccia incrociate.

 

-Pare che allora ci rivedremo-

 

Sfugge lo sguardo ferito e a punta verso di lui per superarlo e rientrare.

È costretta a trovarsi vicino a lui e questo la disorienta.

 

Damon d’istinto le blocca un braccio con la mano.

Quanto tempo è stato passato dall’ultima volta che l’ha sfiorata? Che il suo profumo lo ha stordito?

 

È invecchiata la sua Elena, ma è sempre bella da far male.

Gli occhi neri si conficcano nei suoi.

 

E per la prima volta Damon scappa dal suo sguardo troppo diretto.

 

-Mi dispiace, per tutto-

 

C’è troppo Damon intorno a lei, troppo del suo respiro, del suo odore, troppo dolore.

Alle volte la realtà è semplicemente troppa e non riusciamo a sostenerla.

Ed Elena dopo anni, si ritrova incapace di sostenere lui.

 

Libera la presa e rientra in palestra prima di scoppiare in una crisi di pianto o rabbia.

Ancora non ha deciso quale forma dare alla tempesta scatenatasi in lei.

Sa solo che ha un disperato bisogno di respirare e lui le sta togliendo ogni grammo di aria.

 

Si chiude la porta alle spalle bisognosa di una tregua.

Dannata pioggia.

 

 

***

 

 

1995

 

Damon ha sempre cercato di essere presente nella vita di suo fratello più di quanto facciano i loro genitori. Si era promesso di non mancare alla finale di basket e così è stato. È tornato nella scuola dove ha trascorso l’adolescenza invogliato anche dalla presenza di una cheerleader che da qualche tempo tormenta i suoi pensieri.

 

Elena non gli sta rispondendo ai messaggi che lui le lascia sul cerca-persone da due giorni e vuole sapere perché.

Non è ancora successo niente tra loro due, neppure un bacio e per lui è abbastanza sconvolgente non averci provato ancora.

 

Non sa che le sia successo ed è lì per scoprirlo, oltre che per suo fratello.

Si gode volentieri lo spettacolo di apertura delle cheerleader, ma gradisce meno la sua occhiata scocciata.

Solo a fine partita, quando i corvi della Mystic High hanno vinto e i ragazzi corrono negli spogliatoi dopo i festeggiamenti post fischio dell’arbitro, che la vede sbucare con il completino rosso e blu, zaino in spalla, intenta a chiudere la lampo della felpa.

La palestra è quasi deserta, fuori ha iniziato a piovere e si sente solo lo scroscio dell’acqua contro i vetri della scuola.

Si alza dagli spalti su cui è rimasto seduto in attesa che si svuotassero e che lei uscisse. Andrà a festeggiare con la squadra e probabilmente si sta dirigendo dalle altre ragazze.

 

-Bel completino-

 

Elena scatta spaventata e si volta verso gli spalti.

Il ragazzo la raggiunge a passo svelto e nota lo sguardo velatamente turbato.

 

-Damon-

-Mi stai evitando ragazzina?-

 

Per quanto Elena provi a fare la risoluta, la presenza di Damon le fa tremare le gambe e vorrebbe davvero non arrossire per il modo in cui la guarda.

 

-Perché lo pensi?-

-Perché non rispondi?-

-Non tutto ruota intorno a te Damon-

 

Stizzita e arrabbiata – e lui non sa perché- fa per andarsene.

Ma lui la blocca per un braccio.

 

-Elena, posso sapere che ti ho fatto?-

 

Gli occhi cerulei la fissano attenti rubandole l’ultimo grammo di intimità che possiede.

 

-Non sono tenuta a dirti nulla non sono la tua ragazza-

 

Lui cruccia lo sguardo perplesso, e questa cosa da dove esce?

 

-Non ti seguo-

-Beh non è con me che dovresti passare il tuo sabato pomeriggio-

 

Era quello che le aveva chiesto due giorni fa, di passare il pomeriggio a prendere in giro Stefan e la sua squadra e dopo l’avrebbe portata in qualche disgustoso posto romantico per rubarle un dannato bacio.

 

-Hai battuto la testa per caso? Ti ho fatto un invito potevi rispondere-

 

Lei gonfia la faccia e si libera della sua presa, ma Damon le sbarra la strada e così Elena si dirige all’uscita di servizio seguita da lui.

 

-Se non vuoi uscire con me basta dirlo sai-

 

La segue fuori e per poco non la prende piena quando lei inchioda sotto la piccola tettoia.

Sta diluviando.

 

-Dannata pioggia-

-Non ti preoccupare…non può piovere per sempre-

 

Glielo sussurra abbassandosi al suo orecchio ed Elena si volta trattenendo un respiro quando se lo trova a un palmo di naso.

Solo una volta si è trovata così a stretto contato con lui e il panico la coglie per un istante.

 

-Io...senti io non sono quel tipo di ragazza!-

 

Lui agita le mani, confuso.

 

-Cioè...non esci con i ragazzi?-

-Non con quelli già impegnati-

 

Le iridi azzurre si crucciano perplesse e dopo una smorfia che le fa intuire di avere ragione -e sì la verità fa proprio male- lui rotea gli occhi.

 

-Ah bene ora mi deridi-

-Elena chi ti ha detto che sono fidanzato? Perché non ricordo di avere avuto con te questa conversazione-

 

La ragazza arrossisce.

In effetti tutto era cominciato proprio due pomeriggi precedenti quando Stefan aveva fatto una affermazione su una tale Kathrine e di come fosse la più bella tra le tante donne di Damon.

Ed Elena non ci aveva visto più.

 

Ora realizza a mente fredda che Stefan non ha mai detto che stessero ancora insieme, ma la gelosia l’aveva mandata fuori di testa.

 

Si morde un labbro scappando imbarazzata dai suoi occhi.

 

-Ecco io-

-Non c’è nessuna fidanzata Elena...-

 

La vede alzare timidamente quelle lunghe ciglia che un giorno o l’altro gli rovineranno l’esistenza.

C’è lo scroscio della pioggia, l’umido che appiccica i capelli, le ossa appena infreddolite ma nessuno dei due sente tutto questo.

 

-Beh c’era, veramente, una sfacciata e impertinente cheerleader a cui avevo chiesto un appuntamento ma-

 

Lei lo colpisce sul petto con un pugno strappandogli un sorriso.

 

-Idiota-

-Ehi! Direi che mi merito delle scuse-

 

Lo fissa imbarazzata provando a sopprimere quel bruciore che le sta incendiando la pelle.

 

-Beh …potrei essermi sbagliata-

 

Lui alza gli occhi al cielo ridacchiando.

 

-Allora posso fare questo-

 

Non ha il tempo di ribattere che le labbra di Damon si sono posate sulle sue, le mani intorno al collo lasciato scoperto dalla coda alta e il cuore che si scioglie come neve al sole.

 

 

 

***

 

 

Present Day

 

 

È il ricordo che riaffiora prepotente nella mente di Elena mentre fissa quella dannata porta da cui è rientrata, più che la pioggia scende

 

Il flusso di vecchi ricordi è interrotto da Skyler, una delle mamme single che ha già puntato Damon nel momento esatto in cui ha varcato la soglia della palestra.

Elena lo realizza appena le parole "barbecue di benvenuto" e "l’affascinante padre di Nadia -ecco il nome di sua figlia- non accompagnato dalla moglie" finiscono nella stessa frase.

Ed esattamente come vent’anni prima un senso di nausea e fastidio la assalgono.

 

"Certo che verrò domenica a casa tua" sarà la sua cordiale risposta.

Tra l’altro Aaron è partito quella mattina per un seminario di una settimana a Yale e lei pensa che il destino sia davvero crudele.

Non potrà usare suo marito per parare i colpi.

Wow gran pensiero poi ci credo che le cose tra voi vanno male.

 

Si maledice e appena è possibile prende Alec e vanno via.

Ha bisogno di una tregua fino a Domenica.

 

 

Ecco qua il secondo capitolo!

Continuano i flashback e scopriamo alcuni momenti tra loro due adolescenti ma la parte più importante riguarda senza dubbio il loro incontro dopo così tanto tempo!

Nonostante siano andati avanti con le loro vite c’è sempre tanta tensione, spero degna del Delena che conosciamo!

 

La frase “non può piovere per sempre” è ovviamente nota a tutti dire, nel caso correte subito a guardarvi il bellissimo “Il Corvo” del 1994, film che amo da cui deriva la celeberrima frase!

 

Attendo come sempre i vostri commenti.

Eli

 

   
 
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