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Autore: violaserena    22/10/2015    1 recensioni
Seguito de “La Rivincita dei Lupi”.
Dopo due anni di pace e prosperità, dal Continente Orientale arriva una nuova minaccia.
Un uomo ha riunito un imponente esercito e intende marciare a occidente per vendicare la sua regina e conquistare i Sette Regni.
Una nuova guerra si profila all’orizzonte.
Riusciranno gli Stark e le altre famiglie a vincere e a ristabilire l’armonia? O soccomberanno di fronte a questo nuovo nemico?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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BARRISTAN
 

Un sole opaco si levava nel cielo sopra Approdo del Re.
Gli stendardi con disegnato il cervo incoronato dei Baratheon sventolavano accompagnati dal sibilo di un fresco venticello.
Il Grande Tempio di Baelor, situato in cima alla collina di Visenya, si ergeva con tutta la sua imponenza. Il tempio era circondato da immensi giardini e da una piazza in marmo bianco nella quale si trovava la famosa statua di Baelor.
L’edificio possedeva sette torri di cristallo – ciascuna dotata di una campana – e vari ingressi.
Barristan Selmy aspettava seduto insieme al Gran Maestro Pylos che l’Alto Septon finisse di leggere la lettera che gli aveva portato. L’aveva ricevuta quella mattina stessa e le notizie non erano delle migliori.
«Quindi potrebbe presto scoppiare una nuova guerra» osservò l’Alto Passero posando la lettera.
«Potrebbe» sospirò il cavaliere.
«Prego i Sette Dei che non sia così».
«Li preghiamo tutti. Dopo tutto quello che è successo negli anni passati, una guerra è l’ultima cosa che ci vuole».
«Che cosa sapete di questo uomo?» gli domandò indicandogli un nome scritto in bella calligrafia sulla lettera giunta da Grande Inverno.
Barristan rimase qualche secondo in silenzio e poi disse: «Non lo conosco bene, però posso dire che era sinceramente devoto alla regina. E questa sua devozione andava oltre il rispetto e l’ammirazione».
«L’amava?» si informò Pylos.
Il cavaliere annuì.
«È accecato da qualcosa che non esiste più. Che non è mai esistito».
«Può scoppiare una guerra per un motivo tanto banale?».
«Siete Gran Maestro, dovreste saperlo. Il principe Rhaegar amava la sua lady Lyanna e migliaia di uomini morirono per questo. Daemon Blackfyre amava la prima Daenerys e, quando gli fu negata, iniziò una ribellione. Acreacciaio e Corvo di Sangue amavano entrambi Shiera Stella marina e i Sette Regni sanguinarono. Il principe delle Libellule amava così tanto Jenny di Vecchie Pietre da rinunciare alla corona e l'Occidente pagò la sposa in cadaveri. Tutti e tre i figli del quinto Aegon si erano sposati per amore sfidando i desideri del padre. E per avere a sua volta seguito il cuore nello scegliere la sua regina, quell'improbabile monarca permise alla progenie di fare a modo loro, facendosi acerrimi nemici laddove avrebbe potuto avere validi amici. Erano seguiti tradimenti e sommosse, così come la notte segue il giorno, il tutto per concludersi a Sala dell'Estate con stregonerie, fiamme e lutti».
Pylos arrossì per non averci pensato subito.
«Preghiamo la Vecchia perché ci indichi la giusta via» congiunse le mani e si inginocchiò davanti all’altare l’Alto Septon.
Barristan e il Gran Maestro lo imitarono.
Questi ultimi uscirono poi dal tempio e, percorrendo la Strada delle Sorelle, si diressero verso il luogo in cui si trovava l’Ordine degli Alchimisti.
«Siete proprio sicuro di volerlo fare?» domandò Pylos.
«È per la sicurezza della città. Stannis stesso lo ha suggerito» gli rispose mostrandogli un’altra lettera che prima non aveva tirato fuori.
«Re Gendry cosa ne pensa?».
«È d’accordo con suo zio».
«E voi cosa ne pensate?».
«La stessa cosa. È una precauzione necessaria».
Arrivati a destinazione ser Barristan non perse tempo e ordinò agli alchimisti di produrre una grande quantità di altofuoco.
«L'altofuoco è solamente uno dei molti, minacciosi segreti custoditi dal nostro antico ordine. Numerose e mutevoli meraviglie noi potremmo mostrarvi» sorrise furbamente lord Hallyne.
«Ne sono consapevole, ma la corona non desidera altro».
«Come volete».
Adempiuto questo incarico, i due uomini si diressero dal mastro fabbro Tobho Mott il cui negozio si trovava al culmine della Strada dell’Acciaio. Esso era un’enorme struttura di legno e gesso i cui piani superiori incombevano sulla stretta via sottostante. La doppia porta era istoriata con un bassorilievo in ebano e legno-ferro che mostrava una scena di caccia. Due cavalieri di pietra stavano di sentinella ai lati dell’ingresso. Indossavano elaborate armature d’acciaio rosso lucidato che li trasformavano in un grifone e in un cervo.
Una volta entrati venne subito ad accoglierli il mastro fabbro.
«Prego accomodatevi» disse loro indicandogli un sofà.
Mott indossava una casacca di velluto nero sulle cui maniche c’erano dei martelli ricamati con filo d’argento. Al collo portava una pesante catena in argento che reggeva uno zaffiro grosso quanto un uovo di piccione.
«Cosa posso fare per voi?» domandò sorridendo e porgendo loro due calici di buon vino rosso.
«Vorremmo che fabbricassi quelle macchine a forma di lupo che ti abbiamo fatto vedere tempo fa» rispose ser Barristan.
«Quelle degli Assassini Senza Volto che gli Stark hanno usato contro gli Estranei?».
«Esatto».
«Non ci sono problemi. Devo solo ridare loro un’occhiata. Sono un maestro con l’acciaio. Ho imparato a lavorarlo nelle fucine della città libera di Qohor».
«Non perdiamo tempo allora. Vieni a vederle».
Dopo aver sistemato anche questa faccenda e aver dato incarichi precisi a Tobho Mott, Selmy si diresse nella Sala Grande.
La luce del sole morente entrava dalle alte finestre tracciando lame oblique, purpuree sul pavimento e sulle pareti della cavernosa sala del trono della Fortezza Rossa. I teschi dei draghi e gli arazzi rappresentanti scene di caccia erano scomparsi da molto tempo dalle pareti e ora la pietra era coperta con scene della guerra di due anni prima.
Lì c’era il Trono di Spade, una mostruosità di metallo, un groviglio di rostri, bordi taglienti, pezzi d’acciaio e causa di tante sventure. Re Gendry voleva sostituirlo con un altro trono, ma suo zio Stannis si era opposto. Barristan ricordava ancora bene quella discussione.
Sospirò. Era stanco. Desiderava vivere gli ultimi anni della sua vita in pace.
“Basta guerre. Basta”.
Poi si voltò per uscire dalla sala del trono, ma si bloccò all’improvviso.
Un uomo con una maschera si trovava proprio di fronte a lui.
Come aveva fatto a entrare senza che se ne accorgesse?
Forse stava diventando più vecchio di quanto pensasse o forse l’uomo era troppo abile per lui.
Sorrise.
«Ne è passato di tempo» disse.

 

 


Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
In questo capitolo Barristan, per ordine del re e del Primo Cavaliere, prende tutti i provvedimenti necessari in preparazione a una eventuale guerra…
Alla fine compare un personaggio mascherato: chi è? Che cosa vuole? Perché ser Barristan sembra conoscerlo? Voi chi pensate possa essere?
Con queste domande, vi saluto!
Alla prossima! :)
Baci,
Violaserena.

 

  
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