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Autore: The_Lock    22/10/2015    3 recensioni
Sette amici decidono di passare un fine settimana lontano dalla civiltà. Sembra una storia horror qualsiasi, ma in realtà è un gioco interattivo: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
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18

 

DRUMMER ISLAND, ore 2:59


Brooke corse via, non sapeva neanche lei dove stesse andando, ma aveva solo un'unica certezza, cioè quella di doversi allontanare il prima possibile dai suoi amici. Ormai aveva avuto la conferma che quel liquido nero che le aveva iniettato il Dottor R era una specie di siero che evidentemente le modificava il DNA, o le controllava il cervello trasformandolo in quello di una bestia assetata di carne. La sentiva, la voce, che le diceva di mangiare qualcosa. Penetrava sempre di più nei suoi pensieri con insistenza e ritmo incalzante, senza lasciare un attimo di respiro alla ragazza.

“Mangia- diceva, con voce suadente -mangia o deperisci e muori.” continuava mentre da un sussurro la voce si trasformava in un urlo assordante impossibile da sedare.

La ragazza si prese la testa tra le mani e la scosse leggermente per far uscire quella voce dalla testa, ma quando le sue mani si riempirono di capelli rossi che si stavano staccando dal cuoio capelluto come foglie in autunno, la ragazza scoppiò in pianto. Aveva due ciocche prosperose di capelli in mano, bei capelli rossi naturali e leggermente attorcigliati in boccoli sinuosi. Brooke rabbrividì e si fermò, appoggiando la testa contro un tronco e iniziando a piangere, chiedendo aiuto a qualsiasi entità superiore fosse in ascolto. Aveva anche iniziato ad accusare un problema alla vista, tutto iniziava ad apparire sfocato e solo i contorni riusciva a vedere ben definiti e traslucidi.

Uno piccolo stagno d'acqua la attirò a sé con la promessa di fornirle uno specchio, e Brooke non seppe resistere a capire quali trasformazioni fisiche la stavano demolendo. Si avvicinò con passo zoppicante- iniziava a sentire il peso della posizione eretta -e poi si sporse oltre il bordo. La luna piena si rifletteva nell'acqua ed offrì un po' di luce allo specchio d'acqua, permettendo a Brooke si vedersi bene e studiarsi con orrore: era smagrita velocemente, la pelle si stava fortificando ma le vene nerastre ora erano arrivate al collo e minacciavano di avanzare fino alla testa; l'occhio sinistro era scolorito, l'iride prima verde ora era quasi completamente bianca ed il naso aveva cominciato a ritirarsi così come le labbra ed i capelli, mentre i denti, le unghie e le dita erano più lunghi e più forti.

Brooke lanciò un urlo disperato e colpì l'acqua con un pugno, come a voler rompere il metallo ed il vetro di uno specchio vero, ma dopo un forte tremolio, l'acqua tornò calma e Brooke distolse lo sguardo per evitare di vedersi ancora. Era un pericolo, era un mostro. Aveva morso Oliver, l'aveva quasi ucciso, e l'aveva quasi infettato e avrebbe forse ucciso i suoi stessi amici. Il suo stomaco brontolò con imperio e la rossa si accasciò per terra, improvvisamente indebolita dal forte senso di fame che era esploso all'improvviso dalle sue viscere. Una fame così non l'aveva mai provata, era sfiancante e snervante.

 

A) Brooke cerca del cibo
B) Brooke tenta il suicidio


Trevor legò il dottore al tavolo dove l'uomo prima aveva immobilizzato Shannen e, probabilmente, anche Brooke qualche ora prima. Laurel lo aiutò, fermandogli le caviglie mentre Shannen cercava qualche corda per legarlo meglio, ma trovando solo delle catene a cui erano appesi vari attrezzi. La bionda allora le raccolse, rimanendo sorpresa dal forte preso, e costruì una catena abbastanza lunga utilizzando dei moschettoni, e fece due giri attorno al tavolo e al Dottor R in modo da rendergli impossibile la fuga.

L'uomo mugugnò, e i ragazzi fecero un passo indietro, spaventati. Facendosi coraggio, Trevor prese un bisturi dal carrello degli attrezzi e lo impugnò con forza. Sentendo il pericolo, il Dottor R spalancò gli occhi e sbatté le palpebre per iniziare a vedere meglio, e quando vide l'appuntito bisturi in mano al ragazzo, provò a muoversi senza risultato alcuno.

“Allora, Dottor R, è il momento di un paio di domande.” ringhiò Trevor, assatanato e fuori controllo per la rabbia.

“Sta' zitto, ragazzino!” sbottò l'uomo, e Trevor gli piantò il bisturi nel palmo della mano. Il Dottor R spalancò gli occhi e lanciò un urlo, mentre Shannen distoglieva lo sguardo da quella visione.

“Sono io che comando, ora.” disse Trevor “Prima domanda: cos'è questo posto?” domandò, ma il Dottor R non rispose e allora Trevor si mise a girare il bisturi nella carne della mano come fosse un cacciavite. Il dottore urlò a pieni polmoni, mentre Shannen e Laurel distoglievano lo sguardo da quella visione raccapricciante.

“Mi pagano... per fare esperimenti.” confessò l'uomo, con la fronte imperlata di sudore.

“Che???” sbottò Trevor, sbarrando gli occhi.

“I militari... vogliono nuovi soldati...” spiegò, ansimando “Più forti, e più veloci...”

Gli occhi di Shannen si riempirono di lacrime, sentendo quelle parole. Era come il mito del Minotauro, sette ragazzi e sette ragazzi una volta ogni un determinato lasso di tempo, dei sacrifici per nutrire la bestia dell'esercito, della guerra, della morte.

“Chi sei?” domandò Trevor.

“Arnold Rotstein.”

“Come fai a essere così forte?” domandò ancora il moro.

“Un altro esperimento.” spiegò, tagliando corto.

“Dov'è Brooke?”
“Non lo so.”

“Risposta sbagliata.” soffiò Trevor, sfilando il bisturi dal palmo della mano e puntandolo contro l'occhio destro dell'uomo, spalancandogli le palpebre con indice e pollice.

“Lo giuro, non lo so! L'ho liberata ore fa.” balbettò il Dottor R, ora così fragile che tremava come un comune ostaggio.

“Cosa le hai fatto?” domandò Trevor, ma a quella domanda l'uomo serrò la mascella, comunicando che non aveva voglia di parlare.

“Rispondi!” urlò Trevor, avvicinando la punta del bisturi all'occhio dell'uomo.

“La stessa cosa che farò a te una volta che mi sarò liberato, idiota!” sbottò il dottore, guardandolo con aria di sfida.

“Trevor, lascia perdere. Andiamo.” disse Laurel con un miagolio. Quella improvvisa trasformazione di Trevor a perfido torturatore aveva scosso i due ragazzi; non che non capissero i sentimenti dell'amico difronte a quella situazione, ma minacciare di cavargli un occhio forse era troppo per tutti, o forse la giusta punizione per aver trasformato la loro vacanza in un inferno.

 

C) Trevor cava l'occhio al dottore
D) I ragazzi vanno via

 

Tre ore all'alba e ancora tanto da fare, tanto da cui scappare, tanto contro cui combattere! 
Ringraziamo La_Effe per il commento precedente, ora nuovo giro e nuova corsa. Brooke è in piena crisi esistenziale: come biasimarla, poverina, e sta a voi decidere il suo destino! Così come sta a voi decidere se Trevor deve punire il Dottor R oppure lasciarlo legato e andare via, accettando il fatto che forse l'unica speranza di sapere cos'è successo a Brooke rimanga lì per sempre.
Nuovi bivi, nuovi casini!
Un abbraccio,
The_Lock

  
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