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Autore: Clarrianne Donavon    22/10/2015    0 recensioni
[Prima di X FACTOR]![Harry's POV]
Chi era Harry Styles prima di diventare l'Harry Styles che conosciamo tutti?
Dopo aver vissuto a Londra per anni per seguire i suoi sogni riguardanti la musica, Harry Styles ci rinuncia e fa ritorno alla sua città natale, Holmes Chapel. Qui ritrova tutti i suoi amici, più una vecchia conoscenza che aveva quasi dimenticato...
Dal testo:
« Sai perché io e te finiamo sempre col litigare? »
« Ha a qualcosa a che fare col fatto che sei un maledetto bastardo…? »
« E’ perché siamo uguali. »
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alexis James




Quella notte, faticai ad addormentarmi.
Ero ad Holmes Chapel da meno di ventiquattr’ore, e dormivo nella vecchia stanza dei giochi del mio amico Caiden, ora trasformata in camera degli ospiti.
Il materasso su cui riposavo era duro e, considerando che fosse Dicembre inoltrato, quasi Natale, avevo un po’ di freddo.

Mi svegliai a causa della sensazione di troppo calore che stavo provando.
Aprii gli occhi e sentii distintamente delle braccia minute che mi stringevano da dietro.
Dalla luce dei lampioni sulla strada che attraversava le pesanti tende alle finestre, potei riconoscere delle mani pallide smaltate di blu, abbandonate sulla mia pancia, proprio all’altezza dei miei boxer neri.
Mi irrigidii immediatamente e mi voltai di scatto, disturbando la persona che dormiva al mio fianco, che mugugnò qualcosa e si fece da parte, sul largo letto matrimoniale.
Sporsi un braccio verso il comodino per accendere la luce dell’abatjour e la vidi: era una ragazza. Indossava solo un reggiseno e delle calze a rete. Sui suoi occhi chiusi era presente una striscia nera molto spessa e sbavata, colata un po’ sulle gote. Il suo viso era incorniciato da lunghi capelli neri, aperti sul cuscino come un ventaglio.
Cercai di non soffermare lo sguardo sul suo seno sinistro che strabordava dal reggiseno perché girata su un fianco, quindi le scossi la spalla toccandola solo con l’indice, come se fosse di cristallo.
« Cai, fammi dormire, cazzo… », mugugnò lei, facendomi inarcare un sopracciglio.
Caiden non mi aveva parlato di nessuna ragazza. « Non sono Caiden. », affermai placidamente, ma a voce alta. A quel punto, la ragazza aprì gli occhi lasciandomi senza fiato.
Le sue iridi azzurre erano quanto di più incredibile avessi mai visto.
« Non sei Caiden. », ripeté, con voce roca, senza curarsi di coprirsi il seno ma limitandosi a stiracchiarsi inarcando la schiena.
« No. », ripetei, ridacchiando. « Chi diavolo sei? », mi chiese, sbadigliandomi in faccia.
Si strinse nella coperta, questa volta portandosela fino al naso per coprirsi.
« Sono Harry. Harry Styles. ».
La ragazza rise, colpendomi come il suono di mille campanelline.
« Tu non sei Harry Styles. Harry Styles vive a Londra. », affermò lei, come se avessi detto una cosa ridicola.
« Sono tornato in città. », replicai in fretta, arrossendo sotto il suo sguardo palesemente divertito.
« Sei la ragazza di Caiden? », le chiesi, spezzando quel silenzio imbarazzante che ci divideva, a meno di trenta centimetri di distanza l’uno dall’altro sotto le coperte.
« Dio santo, no! Sono Alexis. ».
« Alexis James? », domandai, spalancando gli occhi. Non poteva essere.
Alexis era la sorellastra frignona del mio migliore amico. Ricordavo vagamente di quelle rarissime volte in cui quando andavo a giocare da Caiden lei era lì, seduta in un angolo con il naso perennemente seppellito in un libro.
La ragazza naturalmente annuì, pietrificandomi sul posto, quindi si rizzò a sedere sul materasso e con un gesto secco lanciò la coperta ai piedi del letto, scoprendoci entrambi.
« Cazzo, Styles! Quanti chili hai perso? Cinquanta? », domandò schietta, gettando la testa all’indietro lanciandosi in un risolino alto e fastidioso. Le lanciai un’occhiataccia.
« Un po’ di meno. », confessai amaramente, dato che una parte di me sperava che nessuno a Holmes Chapel ricordasse il mio passato da bambino grasso. Ne avevo fatta di fatica, per raggiungere il mio maledetto peso forma.
« Tu invece che hai fatto? Non eri bionda? E gli occhiali a fondo di bottiglia? ».
L’attacco rimaneva pur sempre la mia miglior difesa.
Alexis non si mostrò per nulla colpita dalle mie domande, ma ghignò, e notai che il suo sguardo si soffermava sui miei boxer.
Cercai di guardare ovunque tranne che il ghigno divertito sul suo viso.
« Sono ancora bionda, ma tingo i capelli ogni due settimane. E porto le lenti a contatto. », spiegò Alexis facendo spallucce, continuando a guardarmi con espressione divertita.
« Ad ogni modo, che ci fai qua? », sbottai, infastidito dal suo continuo fissarmi.
Mi accorsi immediatamente di averle fatto la domanda sbagliata perché il sorriso scomparve dal suo volto e i suoi occhi azzurri mi gelarono sul posto. « Affari miei. Tu perché sei qui? ».
Mi chiese invece, usando la mia stessa tecnica dell’offesa.
« Mia madre è in viaggio di nozze. », dissi, facendo spallucce. L’espressione di Alexis cambiò impercettibilmente, ma lo notai. « E tuo padre? », mi chiese ancora, a voce bassa.
La fissai. Non mi dava eccessivamente fastidio che si interessasse a quel modo alle mie vicende personali, ma pensavo fosse strano. Quelle non erano esattamente le prime domande da fare a qualcuno che non si vede da dieci anni. Comunque mi sorprendeva che ricordasse così tante cose di me. Io a stento ricordavo di averci mai scambiato due parole.
« A casa sua con la sua famiglia, suppongo. » replicai, indifferente.
Giurai di aver visto qualcosa muoversi dietro quegli incredibili occhi azzurri.
Il mio sguardo sembrò metterla a disagio, perché Alexis saltò giù dal materasso, rabbrividendo quando i piedi poggiarono sul pavimento. Voltai la testa verso la finestra.
« Guarda che lo so che mi stai guardando. », affermò tranquillamente, mentre fissavo il suo riflesso nel vetro. Arrossii ma non negai.
La sentii armeggiare con un cassetto e mi voltai di nuovo. Aveva tra le mani una delle magliette che avevo sistemato lì quella mattina, appena arrivato.
Non le dissi niente però, e quando la indossò pensai che stesse meglio addosso a lei.
Era comunque una vista strana nel complesso, dato che continuava ad indossare le calze a rete. « Allora, Harry. », iniziò Alexis, camminando in punta di piedi accanto al grande armadio bianco addossato al muro, tastando con la punta delle dita lo spazio sopra le ante. Trovò quello che stava cercando.
« Fumi? », mi chiese, porgendomi un pacchetto di Black Davil. « No, grazie. ».
Alexis scostò le tende, quindi aprì la finestra e si sedette sul cornicione, rivolta verso di me, voltandosi di tanto in tanto per sbuffare fuori il fumo. Vedevo chiaramente i brividi sulla sua pelle, ma nonostante questo preferiva congelarsi la faccia piuttosto che rinunciare a fumare una fottuta sigaretta. Scossi la testa, quindi afferrai il mio Iphone dal comodino: erano le quattro e mezzo.
« Ma quanti anni hai? », domandai a un certo punto, voltandomi a guardarla.
Alexis gettò la sigaretta fuori dalla finestra e la richiuse con uno scatto. « Quasi quindici. ».
Quasi quindici? Mi vergognai immediatamente dei pensieri che mi erano passati per la testa appena avevo posato gli occhi su di lei. « E’ così importante? », domandò ancora, ridacchiando. Non era importante finché non poteva leggermi nel pensiero.
« Io ho…» stavo per dire, quando mi interruppe limpidamente: « Sedici anni, dieci mesi e dieci giorni. », affermò, sorprendendomi. Venne verso di me, ancora seduto sul letto, costringendomi ad inginocchiarmi e farmi indietro. Alexis si mise a carponi sul materasso ed abbassò il viso alla mia altezza, continuando a parlare: « Oppure seimilacentosessantaquattro giorni. ». Le sue labbra erano a pochissimi centimetri dalle mie ma i miei occhi erano ipnotizzati dai suoi, mentre la sua voce suadente continuava a distrarmi: « Ma anche un milione, quarantasettemila e novecentotrentasei ore. ».
Le sue mani si adagiarono sul mio collo e le sue labbra toccarono le mie. « Ora di più, ora di meno. » aggiunse, ridacchiando.
Il mio cervello non riusciva a registrare nulla, se non il suo profumo di cannella mista al sapore del fumo. Si separò da me con lentezza, le sue mani ancora posate sulla mia nuca, il suo naso contro il mio. « Non dici niente? », bisbigliò, deglutendo.
Mi sorpresi a pensare che anche lei doveva provare quello che stavo provando io.
« Io…» non sapevo assolutamente cosa dire.
Che cosa diavolo era successo? Si alzò dal letto, ponendo le piccole mani sui fianchi.
« Ti ho lasciato senza parole? Faccio questo effetto a molti. », si vantò, ammiccando.
Mi sforzai di ritrovare l’uso della parola. « Molto modesta, devo dire. ».
« No, non sono modesta per niente, Harry. », replicò freddamente, schioccando la lingua.
« Allora, hai intenzione di andartene o rimarrai per sempre sul letto con quell’espressione da pesce lesso? », mi indicò, prendendomi in giro.
Come poteva baciarmi ed un attimo dopo darmi addosso in quel modo?
« Dove dovrei andare? Sono da Caiden per tutta la settimana. », risposi acidamente, inarcando le sopracciglia. Alexis fece spallucce, e fece un cenno verso la porta chiusa della stanza. « Sul divano? In camera di Caiden? Non lo so, basta che ti spicci ad andartene. ».
Non potei trattenermi, sentivo le guance rosse dalla rabbia.
« Dì un po’, Ally, quand’è che sei diventata così stronza? », sbottai, incapace di contenermi.
La sua espressione ferita mi lasciò di stucco, anche se non avrei saputo dire esattamente quale delle mie parole le aveva provocato quella reazione. Afferrò un cuscino e mi spinse malamente giù da letto, verso la porta della stanza: « Vattene via. ».




***

Ciao a tutti!
Primissima storia in questa sezione, sono emozionata **
Non date Alexis per pazza, capitolo per capitolo capirete i suoi motivi, lo giuro!
Se vi fa piacere lasciare un like alla mia pagina autrice su Facebook, ve la lascio
"https://www.facebook.com/clarriannedonavonefp?fref=ts"> QUI

Qui invece una piccola Still con i volti dei protagonisti, Alexis James come Kaya Scodelario! Immagine presa da weheartit.com

Haxis
Credo sia tutto, se lascerete una recensione mi farete felice e potrei anche decidere di aggiornare prima :*
Un bacio
Clarrianne Donavon

 

   
 
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