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Autore: Svazzi    22/10/2015    0 recensioni
[...]"Buongiorno signor Smith" dissi aprendo la porta e notando che effettivamente avevo davanti il vecchio signore, mi squadrò da capo a piedi prima di allungare lo sguardo dietro di me e guardare Harry che lo salutò con un gesto della mano sorridendo sornione "Signorina Austin, un po’ di contegno!" mi ammonì scandalizzato "Sono in casa mia, anzi le dispiace fare in fretta? Io e Harry stavamo per entrare nella doccia quindi avremmo un po’ di fretta" l’anziano mi fulminò con lo sguardo prima di scuotere la testa e bofonchiare qualcosa
"Oggi vengono a trovarmi dei parenti, gradirei che il volume della vostra musica e i ragazzi in casa vostra siano tenuti a bada" disse sprezzante, risi di gusto "Stia tranquillo, il rave party l’abbiamo organizzato per domani, ora se non le dispiace ho un bel ragazzo in casa mia che mi sta aspettando, buona giornata e mi saluti i parenti"[...]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia


Quando aprii gli occhi Niall non era più dall’altro lato del letto e, fuori dalla finestra, sembrava che le nuvole avessero inghiottito New York; era estate ma, nonostante questo, il cielo fuori era completamente nero, così mi lasciai coccolare per qualche minuto dal lenzuolo che profumava di Niall.
Controvoglia mi alzai dal letto e mi diressi verso la cucina dove il biondo aveva già preparato la colazione  «Buongiorno!» mi salutò sorridente e a petto nudo, una visione che avrei voluto avere tutte le mattine, onestamente.
«’Giorno, dormito bene?» chiesi sorridendogli di rimando, si sedette vicino a me e mi lasciò un bacio sulla tempia che mi fece subito sentire le guance calde, possibile che ogni suo piccolissimo gesto mi facesse venire la pelle d’oca? «Benissimo, anche se mi sono svegliato con questa bruttissima giornata, ma avevo di fianco te, quindi il tempo fuori è passato in secondo piano» arrossii ancora di più cercando di nascondermi il più possibile fra i capelli ancora arruffati dalle attività della sera precedente «Finiscila Niall, o mi farai venire il diabete!» gli risposi facendolo scoppiare a ridere.
Improvvisamente, il nostro piccolo angolo di felicità e spensieratezza, fu interrotto dalla suoneria del mio cellulare che, probabilmente, era rimasto acceso tutta la notte. Mi alzai per prenderlo e, per poco, non lo feci cadere a terra.
Il viso di Emma sorridente era comparso sullo schermo e io mi ero completamente immobilizzata nel guardarlo; non la chiamavo da ieri sera, non le avevo nemmeno detto che mi sarei fermata a dormire da Niall e che non sarei tornata a casa, doveva essere molto preoccupata.
«Pronto?» risposi con un filo di voce mentre Niall mi osservava ansioso «Mia, ti prego, dimmi che sei a casa di Niall» la voce della mia migliore amica risuonava particolarmente preoccupata e apprensiva, mi sentivo così male per averla fatta stare in pensiero che per poco non mi misi a piangere sul posto «Si, sono da Niall. Scusa se non ti ho avvisato, è che …» cercai di scusarmi, ma lei mi interruppe subito «Non importa, l’importante è che tu stia bene e che te ne stia chiusa in casa. Hanno appena dato l’allerta per un uragano. Non uscite Mia, ti prego, rimanete in casa e chiudete bene le finestre» guardai di nuovo fuori dalla finestra e, effettivamente, il cielo era ancora più nero di prima, mi metteva i brividi.
«D’accordo, non preoccuparti. Ma tu sei a casa da sola, ho paura per te Emma» santo cielo, non potevo scegliere sera peggiore per lasciarla da sola in casa «Non preoccuparti, ci terremo in contatto telefonico. Un’altra cosa, avete notizie di Harry? Ho provato a chiamarlo, ma non risponde; non vorrei che fosse già uscito di casa» mi si strinse il cuore in una morsa per lei, era sola in casa, io l’avevo abbandonata solo perché ero stata una stupida egoista, nonostante lei si fosse appena lasciata con Harry e avesse appena ricevuto una delle notizie più importanti della sua vita e ora si ritrovava ad essere preoccupata sia per me, sia per il riccio «Era qui ieri sera, ha cenato insieme a noi, ma poi è tornato a casa. Ascolta Emma, va’ a casa sua e se è in casa rimani con lui per favore, non voglio che tu stia sola» non era una bella idea, ma ero preoccupata a sapere che fosse completamente sola.
«Mia, non è una grande idea» sospirò «Lo so, ma è la cosa migliore che tu possa fare in questo momento. Teniamoci in contatto, per favore» vedevo Niall sempre più preoccupato, ma in questo momento la mia priorità era avere Emma al sicuro «D’accordo, a dopo» disse prima di chiudere la conversazione.

 

Emma


Volevo essere arrabbiata con Mia, per tutta la notte non avevo fatto altro che pensare al perché se ne fosse scappata così, senza nemmeno degnarsi di dirmi dove sarebbe andata e che non sarebbe tornata a casa a dormire; volevo essere arrabbiata perché mi aveva lasciata sola, nonostante sapesse che in quel momento ero emotivamente instabile; ma non appena al telegiornale avevano dato la notizia, tutta la rabbia era scomparsa e aveva lasciato spazio all’ansia.
Ora sapevo che era al sicuro e che Niall sarebbe stato con lei, non mi restava che sperare che anche Harry fosse ancora chiuso in casa e che non avesse risposto alle mie chiamate solo perché ancora a letto o magari per evitarmi.
L’idea di Mia non era delle migliori, rimanere chiusa in casa con Harry non avrebbe di certo giovato al mio stato d’animo, ma non mi ispirava nemmeno l’idea di rimanere da sola mentre fuori il cielo si faceva sempre più scuro e cominciavano a vedersi lampi nel cielo.

Mi vestii in fretta e uscii di casa, pregando di trovare Harry nel suo appartamento. Avevo il cuore che batteva a mille, non ero certamente pronta ad affrontarlo, ma la preoccupazione di sapere se era fuori casa in pericolo o sicuro nel suo appartamento era più forte della mia ansia di incontrarlo.
Suonai il campanello due volte prima che la sua figura comparisse davanti alla porta. Lo stupore era evidente sul suo volto, tanto quanto l’agitazione era, probabilmente, evidente sul mio «Emma, cosa … cosa ci fai qui?» cercai di parlare ma, per qualche istante, la voce mi si bloccò in gola così, dopo aver preso un bel respiro per tranquillizzarmi, ci riprovai «Ecco, ti avevo chiamato perché hanno dato l’allerta uragano al telegiornale, ma tu non hai risposto ed ero preoccupata che fossi uscito; inoltre sono sola in casa e, beh … Potrei stare qui con te?» non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi, accidenti.
Dopo qualche secondo di silenzio alzai lo sguardo per vedere la sua bocca leggermente aperta e le palpebre che si aprivano e chiudevano velocemente «Ero sotto la doccia, non ho sentito il telefono. Vieni, entra pure» disse scostandosi leggermente per farmi passare.

Avevo il cuore in gola, non sapevo come comportarmi, cosa fare o cosa dire; non mi sentivo nemmeno a mio agio a sedermi sul divano senza aver aspettato prima il suo permesso.
«Puoi sederti, se vuoi; stavo per fare colazione, vuoi qualcosa?» scossi la testa, onestamente non avevo voglia di mangiare niente, tutte quelle sensazioni ed emozioni in poche ore mi avevano fatto venire la nausea «Non ho fame, ho avuto troppe cose per la testa e ora mi viene da vomitare» annuì leggermente e si allontanò verso la cucina prima di tornare in soggiorno e sedersi di fianco a me con una tazza in mano.
«Come stai?» mi chiese prima di prendere un sorso di the, non ci guardavamo in faccia, entrambi avevamo lo sguardo fisso sul pavimento mentre io mi torturavo le mani con le mie unghie laccate di nero «Onestamente, Harry, non lo so – risposi sincera – tu?» gli chiesi poi senza smettere di giocare con le mie dita «Onestamente, Emma, uno schifo; ed il fatto che tu ora sia qui rende il tutto ancora più uno schifo perché vorrei cominciare ad andare avanti e a dimenticare tutto quanto, invece ti sei presentata qui alla mia porta perché hai paura di uno stupido uragano che probabilmente non ci colpirà nemmeno» rispose lui altrettanto sincero.
Bene, sapevo che venire da lui sarebbe stato stupido, ma non pensavo che mi avrebbe risposto così, anche se mi meritavo tutto quanto, dato che ero stata io a lasciarlo definitivamente «Scusa, non sarei dovuta venire qui, ero solo preoccupata che tu fossi uscito. Torno a casa mia» dissi alzandomi dal divano, non avrebbe avuto senso rimanere lì e fare del male ad entrambi in questo modo. Mi stavo per allontanare, ma la sua mano mi bloccò sul posto «No, non andare, non voglio che tu stia sola; sono solo ferito, tutto qui. Ci siamo lasciati ieri e non ho ancora metabolizzato la cosa, inoltre Mia mi ha detto che pubblicheranno un tuo racconto ed ero talmente arrabbiato per il fatto che tu non mi avessi detto che l’avevi inviato e mi sono lasciato prendere la mano. Scusa, sono felice comunque che una tua storia finirà nelle librerie» mi risedetti di fianco a lui e sorrisi «Ti ringrazio Harry e, beh, non te l’avevo detto perché non ci credevo nemmeno io; l’ho inviato solo per provare, non pensavo nemmeno che lo avrebbero letto» mi prese la mano e me la strinse leggermente mentre i nostri occhi si incrociavano facendomi perdere qualche battito «Spero che tutto vada per il meglio, Emma; te lo meriti».

Nonostante la tensione iniziale si fosse leggermente sciolta, eravamo entrambi ancora in imbarazzo.
Stavamo guardando “Ritorno al futuro” in TV, ma nessuno dei due era particolarmente interessato al film; con la coda dell’occhio vedevo che ogni tanto mi tirava qualche occhiata, mentre io ero concentrata a muovermi il meno possibile per non toccarlo nemmeno accidentalmente.
«Potresti passarmi la coperta, per favore?» chiesi poi spezzando il silenzio che si era creato fra di noi; avrei preferito stare zitta, ma avevo davvero freddo nonostante fosse ormai quasi fine giugno, ma vedendo la tempesta che c’era fuori era più che comprensibile.
«Certo, ma devi fare spazio anche a me perché ho freddo anche io» annuii mentre Harry copriva entrambi con la coperta.
Lo spazio sul divano non era poi così ampio, il che rendeva già difficile lo stargli lontano il più possibile, ma la coperta da dividere in due ci teneva ancora più vicini, praticamente appiccicati.
Smisi completamente di prestare attenzione al film quando il suo braccio si posò sullo schienale del divano dietro di me e il profumo del suo shampoo mi inebriò.
«Harry …» cercai di trovare qualcosa da dire «Non ci sto provando con te, stavo solo cercando una posizione più comoda» si affrettò a dire per giustificarsi, scossi la testa «Non è quello, è solo che non ce la faccio» sospirai mentre Harry mi guardava confuso  «Non ce la fai a fare cosa?» chiese, gesticolai indicando me e lui in modo da fargli capire «Questo, io e te vicini, che guardiamo un film come se niente fosse; come se non volessi baciarti e fare cose sconce con te su questo divano su cui, diciamolo, abbiamo fatto proprio del gran sesso! Insomma, lo so che sono stata io a lasciarti, ma ora siamo chiusi in casa mentre fuori sembra che stia per scoppiare l’apocalisse e tu sei qui, perfetto come sempre ed io sono troppo debole per resistere» vidi un piccolo accenno di sorriso comparire sul suo volto mentre la fossetta sulla guancia sinistra diventava visibile «Ti ho perso al punto delle cose sconce su questo divano» disse sorridendo sornione mentre si avvicinava sempre di più.
La sua vicinanza mi aveva costretta a spiaccicarmi contro il bracciolo del divano, non avrei dovuto cedere, ma era praticamente impossibile ora che le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie e i suoi capelli lunghi mi solleticavano il collo e le guance «Harry, ti prego …» sussurrai quando le sue labbra si posarono leggere sul mio collo facendomi rabbrividire «Lasciati andare, lo vuoi anche tu» sussurrò al mio orecchio.
Gemetti quando sentii i denti affondare leggermente nella mia carne «Come farò ad andarmene dopo? Harry, ci siamo lasciati».
Lasciò per qualche secondo il mio collo per puntare le sue iridi verdi nelle mie castane e, in quel momento, mi sembrava di annegarci dentro «Un ultima volta, ne ho bisogno e ne hai bisogno anche tu» disse. Posò poi le labbra sulle mie e ci sarei potuta morire in quel bacio, in quelle lingue che si intrecciavano e si davano la caccia, mentre le nostre mani cercavano il più possibile il contatto con il corpo dell’altro e i tuoni e i fulmini ci facevano da sottofondo in quel momento di passione che avrei voluto non finisse mai.

Sdraiati sul pavimento, e come ci fossimo finiti sul pavimento era un mistero, ci coccolavamo mentre i film alla TV continuavano ad andare avanti. Non avrei mai voluto andarmene, sarei rimasta per sempre tra le braccia di Harry a farmi coccolare per poi fare ancora l’amore con lui senza fermarmi mai.
«Forse è il caso che io vada» dissi alzandomi per raccattare tutta la mia roba «Preferirei che rimanessi» Harry non aveva per niente una faccia allegra, ma rimanere non sarebbe stata una grande idea, già andare lì era stato un enorme sbaglio  «Harry, devo andare, lo sai. Ma ti assicuro che questa è stata una delle giornate migliori della mia vita e, nonostante tutto, ricordati che ti amo, ok?» mi abbassai per lasciargli un bacio sulle labbra che voleva essere solo un piccolo e casto bacio a stampo, ma che si trasformò inevitabilmente in qualcosa di più.
«Quindi è finita, è finita definitivamente» annuii mentre qualche lacrima mi rigava la guancia «D’accordo, allora buona fortuna per il futuro, Emma» mi disse lasciandomi un bacio sulla fronte «Buona fortuna anche a te, Harry» risposi per poi uscire e tornare a casa mia.

Appena misi piede in casa, scoppiai in un pianto liberatorio. Sentivo i polmoni far fatica a prendere aria mentre le guance si inzuppavano di lacrime.
Quello che era appena successo da Harry, non doveva succedere, ma ormai era andata ed era stata una delle cose più belle che io avessi mai provato in tutta la mia vita; riuscii a trascinarmi a malapena in camera e a buttarmi sul letto mentre la consapevolezza che quello che era successo non sarebbe successo mai più mi distruggeva e logorava lentamente dall’interno.
Lo squillo del telefono, però, mi destò improvvisamente dal mio pianto e dalla mia disperazione.
Risposi senza nemmeno guardare chi fosse, sicura che fosse Mia «Pronto?» la voce uscii più roca del solito «Signorina Austin? La chiamiamo dalla Boston Publishing House» mi schiarii la gola sperando di ottenere un risultato migliore e sembrare un po’ meno idiota al telefono  «Si, mi dica tutto» sentii la signorina dall’altro capo del telefono tossire lievemente prima di ricominciare a parlare «Il capo mi ha detto di avvisarla che è assolutamente necessario che lei si trasferisca a Boston per la pubblicazione del suo libro, altrimenti la nostra collaborazione finisce qui. La preghiamo di farci sapere entro l’inizio della prossima settimana, arrivederci» chiuse la chiamata senza nemmeno darmi il tempo di rispondere.
A Boston, mi sarei dovuta trasferire a 306 chilometri da New York, ne valeva davvero la pena? Accidenti, era davvero una scelta difficile, ma sapevo già che cosa avrei dovuto fare.

 

Ok, ecco il nuovo capitolo pubblicato prima del previsto, così Rebecca ha qualcosa da leggere sul treno!
Che dire, Emma ed Harry ci cascano un’altra volta (perché, c’erano dubbi?), ma ora Emma dovrà prendere una decisione difficile!
Manca sempre di meno alla fine!! Ma non vi dirò quanti capitoli!

Spero che vi sia piaciuto e, come sempre, le recensioni sono ben accette! Mi scuso per eventuali errori ma non ho riletto e sto veramente morendo di sonno!

Per qualsiasi cosa, vi lascio i miei contatti

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Un bacio e alla prossima
Sil

 

   
 
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