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Autore: Anita Rebelle    23/10/2015    1 recensioni
L'aitante "Re morte" cerca una sposa, ma ogni fanciulla che i suoi sudditi gli offrono finisce col subire un bieco destino... riuscirà il giovane Re a trovare una donna degna di lui? Ciò dipenderà soltanto dal suo terribile drago...
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Cuore cieco - Cap.4

 
Cavalliere e fanciulla


Kuhn aveva cavalcato sotto la tempesta per giungere alla cima della montagna prima che scendesse la notte. Era lì per dire al suo drago che gli avrebbe portato ogni femmina sulla Terra a costo di fargliele inghiottire tutte se non si fosse deciso ad accettarne una. Quando vide la giovane figlia cieca del cuoco di palazzo protendersi verso Cichoka pensò che il senno lo avesse davvero abbandonato.
«Che ci fai tu qui?»
Il cane di Gutilla gli corse incontro, scodinzolando come se fosse felice che qualcuno ragionasse.
Lei si voltò, inchinandosi. «Mio Re, Zipser si è confuso per la pioggia e non abbiamo più trovato la strada di casa. Perdonatemi.»
Kuhn non l'aveva mai guardata così bene e così da vicino, non vi erano mai stati meno di venti passi tra loro. Inspirò il profumo delicato della sua pelle bagnata, seguì la curva che facevano i suoi capelli aderendo al petto, ma soprattutto si fissò sul viso fresco, di una limpida bellezza, quanto non immaginava. A quel punto avvertì un problema al cuore, come se battesse a sproposito, pesantemente. Si sentì strano, lontano da ogni fatto che gli potesse riguardare, incapace di volgere lo sguardo altrove.
«Che non accada più» disse in tono burbero, domandandosi se la cavalcata sotto l'acqua lo avesse in qualche modo indebolito. «Lo sai adesso dove ti trovi?»
«Sì, Signore, credo di averlo capito» rispose lei, giungendo una mano nell'altra e portandole sullo stomaco. «Nella tana del vostro drago.»
«Lui ti sta alle spalle ed è pronto a divorarti.»
Lei ebbe un tremito; aveva percepito la presenza dell'enorme creatura, ma sentirglielo dire aveva reso più reale quel pericolo. Eppure rimase sul posto e non si voltò.
«Non lo temi?» la incalzò lui, come se volesse vederla correre.
«Sì certo, non meno di quanto temo voi. Penso però che se avesse voluto mangiarmi, lo avrebbe già fatto.»
Cicocka mosse una zampa, facendo sbalzare un pezzetto di roccia verso la ragazza, ma lei si chinò appena in tempo e la roccia colpì Kuhn in fronte.
«Ma che cosa…?» grugnì lui, sfregandosi dov'era stato colpito. «Come diavolo hai fatto?»
Cicocka lo sapeva come aveva fatto: lei aveva gli occhi del drago, in sogno o alla sua presenza, vedeva attraverso di lui. Questo però doveva rimanere il loro piccolo segreto, pensò soddisfatto.
Kuhn sovrastò la ragazza, sentendo il desiderio di toccarla. Era arrabbiato per la sua sconsideratezza, voleva proteggerla, e voleva anche posare la sua mano su di lei. «Bada che se questo è uno scherzo io…»
Il drago avvolse la fanciulla con il lungo collo e la coda, tirandola a sé e lanciando un'occhiata imperiosa a Kuhn.
Trattala bene.
Il Re rimase incantato, scorse qualcosa di diverso negli occhi di Cicocka, come se accanto all'antica saggezza vi si fosse aggiunto il brio primaverile di un fiore in sboccio. Possibile che il drago fosse eccitato e avesse lo sguardo di quella giovane che custodiva gelosamente? Possibile che… che…
È la nostra Regina e la proteggerò perfino da te se sarà necessario. Esprimevano gli occhi scuri e dorati della bestia.
Kuhn stentava a crederci. Sapeva che come Re non avrebbe mai accettato l'umile figlia di un suddito, né una ragazza menomata o cieca, ma guardando ora quella femmina non gli importava nessuna di queste cose perché sentiva, sapeva, di volere lei.
«Che succede?» domandò Gutilla, smarrita, con gli occhi ciechi fattisi lucidi. «Sta per mangiarmi?»
«No. Solo non credo che voglia lasciarti andare ora che ti ha trovata. Dovremo passare la notte qui.»
«Resterete anche voi, mio Re?» Quanta speranza e quanto desiderio nella sua voce. Avvolta da spire forti e gentili, Gutilla cominciava a sentirsi al sicuro, ma non voleva che lui se ne andasse, avrebbe dato qualunque cosa per poter continuare a vedere quel valoroso guerriero.
«Sarò qui, mia Regina.»
Lei rise in modo così solare e genuino che fece battere più forte il cuore del drago e del Re. «Vi burlate di me, ma questo è comunque un bel sogno.»
«Pensi sia un sogno?»
«Mi trovo tra il Padrone dei cieli e il Padrone della terra. Deve esserlo.»
Era così piccola e fragile al loro cospetto, ma così temeraria.
Kuhn risalì la coda di Cicocka arrivando ad accarezzarle una guancia. Una gioia mai provata si impossessò di lui. «È un sogno dal quale non ti desterai mai.»
La ragazza si addormentò poco dopo in quel potente abbraccio, stanca per aver scalato la montagna e camminato in cerca di casa, oltre che per la forte emozione.
Il Re posò la schiena contro la parete di roccia.
«Così, alla fine l'hai trovata» sussurrò per non destarla, ma il drago non diede segno di averlo udito. «Lo so che non stai dormendo. Ebbene, avevi ragione, valeva la pena di aspettare e io ti devo le mie scuse.»
Cicocka sollevò le palpebre, a mezza via, con uno sguardo sornione.
Sì, l'ho trovata.
Poi spalancò gli occhi per intero, le sue pupille erano un pozzo di sapienza, ma anche un baratro nel quale smarrirsi e parlavano di vecchie storie.
Ho visto re e regine. Ho visto regni sorgere e tramontare e ti ho visto tramite i suoi occhi ciechi. Lei sarà la pace quando tu sarai la guerra. Nelle avversità sarà il tuo rifugio sicuro. Vedrà in ciò che per te è oscurità.
«E tu?» domandò il Re.
Io mi ricorderò ancora una volta di ciò che significa essere giovane. Chiudi gli occhi, mio piccolo Re, avrai tutta la vita per consumarli sulla tua fanciulla.
Cicocka vegliò sul loro sonno, pensando che sarebbe venuto un tempo in cui i draghi si sarebbero estinti e non ci sarebbe più stata una guida saggia a condurre un re. Ma questo domani. Per oggi il “divoratore di fanciulle” guardava di nuovo il mondo con gli occhi di una giovane e con la stessa viva speranza.


Fine.

   
 
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