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Autore: Kano_chan    23/10/2015    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Occhi scuri, capelli biondi, un bel viso… per dirla tutta, un viso famigliare.
Il ragazzo si chinò verso di me mettendomi una mano calda sulla spalla.
- Ehi, tutto bene? -
La sua voce me lo rese ancora più conosciuto…
Alzai un braccio tremante e appoggiai il palmo della mano sulla sua guancia.
Un’immagine si era formata nella mia mente, troppo sfocata perché riuscissi a decifrarla, troppo sfuggente perché la potessi afferrare. Ma d'altronde, si possono afferrare i sogni?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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7.
7. Veglia


Era incessante... a pomeriggio inoltrato Alby urlava ancora come se lo stessero torturando senza sosta.
Come mi aveva intimato Newt, restai lontana dal Casolare.. almeno finchè non venni a sapere da Chuck che l'interessato, per vegliare l'amico, non si era ancora riposato nemmeno un secondo. Quando entrai nella stanza di Alby, il ragazzo biondo era seduto su una sedia con la testa tra le mani. Gli posai una mano sulla spalla e lui sobbalzò.

-    Che ci fai qui? – esclamò contrariato con occhi cerchiati dalla stanchezza.
-    Vatti a riposare – gli intimai.
-    Non sei tu il capo qui, fagio –
-    Newt, non ho la benchè minima intenzione di battibeccare con te, quindi vai a riposarti. Sto io con Alby, credo di essere portata per fare la Medicale – insistei con un sorriso e un tono che non ammetteva repliche. 

Senza aspettare risposta andai a prendermi un’altra sedia e mi misi di fianco al malato. Newt mi guardò ancora per qualche istante, poi scuotendo la testa se ne andò.
Scoprii di essermi offerta spontaneamente ad un supplizio ben peggiore di quello che potessi immaginare.
Alby si contorceva senza tregua, inarcando la schiena fin dove gli era possibile; così tanto, che in certi momenti temetti che gli si spezzasse la colonna vertebrale.
Le corde avevano lasciato profondi segni rossi laddove lo stringevano, e le vene gonfie pulsavano ad un ritmo incessante. Gli occhi del ragazzo saettavano in giro, senza posarsi su niente in particolare. Ogni tanto gridava frasi sconnesse che, a parte lasciarmi raggelata, non mi dicevano nulla.

Ogni mio tentativo di distrarmi da quella agonia non portava risultati...
Erano passate appena tre ore dall'inizio della mia assistenza, quando Newt tornò, e in quel preciso istante Alby ammutolì, smettendo di agitarsi.

Io balzai in piedi, controllandogli la reazione pupillare e auscultandogli il battito cardiaco dal polso.

-    Sembra essersi calmato – dissi a Newt e a Jeff arrivato nel frattempo.
-    È così per tutti.. dovrebbe dormire qualche giorno e poi svegliarsi – spiegò il ragazzo biondo.
-    Mh... - assentii io, posandogli una mano sulla fronte e sentendola ancora bollente – avete della melissa e della salvia? – domandai.

Entrambi i ragazzi mi fissarono stupiti.


-    Fargli un infuso lo aiuterebbe per la febbre. Temo che somministrargli altri farmaci non migliorerebbe la situazione, il suo corpo è già allo stremo così com'è – spiegai.

Il silenzio proseguì finchè l’Intendente dei Medicali non disse a Newt che sarei stata un ottimo acquisto per la sua squadra. Newt si limitò a rispondere che avrebbe preso in considerazione la cosa e così lasciammo Alby alle cure di Jeff.

-    Come sai tutte quelle cose mediche? – domandò Newt mentre attraversavamo la radura.

Alla luce delle torce il suo viso appariva ancora più spossato.

-    Non lo so… le conosco e basta credo…- risposi leggermente confusa anche io.
-    Bene così – replicò Newt con un alzata di spalle proseguendo dritto davanti a sè.

Io a quel punto lo afferrai per un braccio costringendolo a fermarsi.

-    Che c’è? - domandò lui leggermente seccato.
-    Newt, Alby sta bene… ok? – gli dissi.

Quella sua continua preoccupazione stampata in volto mi rendeva piuttosto nervosa.


-    Non… - cominciò per poi interrompersi subito e sospirare – non penso che sarà mai più quello di prima, nessuno lo è stato dopo la Mutazione. Quello che ricordano li spaventa più di tutto il resto.. - confessò il suo timore con voce flebile e stanca.

-    Non posso dirti se sarà il vecchio Alby o uno nuovo. Però è vivo; questo deve pur contare qualcosa.. no? – controbattei io.
-    Lo spero…- rispose lui – domani ho indetto un'Adunanza con gli Intendenti per decidere se punire Thomas per aver infranto le regole o meno. Ci vediamo. – aggiunse proseguendo per la sua strada.

Io sospirai. Speravo ardentemente che non prendessero decisioni del caspio. Non sapevo perché, ma la consapevolezza che fossero tutti maschi non mi faceva stare tranquilla.

L
a mattina seguente, visto che erano tutti all’Adunanza, io raggiunsi il Casolare.
Diedi un’occhiata a Teresa, che non dava segni di ripresa alcuna e continuava a dormire, poi andai nella stanza di Alby. Uno dei medicali gli stava facendo bere un po’ dell’infuso che gli avevo detto io, dicendomi che la febbre gli sembrava calata dalla sera prima. Confortata da quella notizia, mi sedetti di nuovo al capezzale del capo dei Radurai. Lo avevano sciolto dalle funi che lo inchiodavano al letto e i segni rossi erano quasi scomparsi dalla sua pelle. Con un panno bagnato cominciai a pulirgli il viso.

Tutte quelle azioni continuavano a sembrarmi famigliari, come se fossero state fatte molte altre volte. L’ambiente medico mi era famigliare tanto quanto lo era inspiegabilmente Newt. Sentivo di avere un legame profondo con quel ragazzo e ogni volta che lo vedevo o che stavo in sua compagnia, il mio cuore si risollevava un po’ da quella situazione assurda. Se però la cosa fosse reciproca, non mi era dato di saperlo. Non mi aveva mai rivelato di provare la stessa cosa per me in realtà...
Se mi…


-    Thomas –

Quel sussurro roco mi strappò dai miei pensieri. Proveniva da Alby.
Quando stupita mi chinai per sentire meglio, il ragazzo si animò improvvisamente, spalancando gli occhi e afferrandomi saldamente per un polso.


-    Thomas! Devo parlare con Thomas! – gridò fuori di sé.

Ogni mio tentativo di calmarlo fu vano, Alby proseguiva nel chiedere di Thomas e non accennava a lasciarmi andare, strattonandomi a più riprese.
Dissi al Medicale che era con me, di correre a chiamare l’interessato prima che il mio polso venisse compromesso del tutto.

Nel frattempo Alby tornò a coricarsi, richiudendo gli occhi ma sempre tenendomi stretto il braccio, che ormai mi faceva piuttosto male. Per fortuna Thomas non tardò ad arrivare e con lui Newt. Non appena Alby li vide, grazie al cielo mi mollò. Io indietreggiai massaggiandomi il polso.


-    Tutto bene? – domandò Newt, io annuii e lui fisso il polso arrossato che tenevo tra le dita – vai da Frypan e fatti dare qualcosa di freddo da metterci su – mi consigliò – poi ti raggiungo – aggiunse vedendo che non mi muovevo.

Convinta da quelle ultime parole li lasciai. Alla mensa prelevai un panetto di ghiaccio e mi sedetti ad uno dei tavoli aspettando che Newt si palesasse come mi aveva detto. Lo fece, ma molto più tardi di quanto pensassi e sembrandomi ancora più stanco di prima.

-    Cos’è successo? – gli chiesi con una punta di ansia.
-    Alby ha cercato di soffocarsi con le sue stesse mani – rispose, prendendo a mangiare con lentezza dal piatto che si era portato al tavolo.
-    Cosa?! - esclamai.
-    Sta bene fagio, non c’è da agitarsi tanto – ribattè lui sventolando la forchetta con fare fintamente disinteressato, in realtà si vedeva lontano un miglio che la cosa lo aveva turbato profondamente.
-    Com’è successo? – lo incalzai.
-    Non lo so.. lui dice che una forza si è impossessata di lui mentre parlava con Thomas – spiegò masticando un boccone di pasta.

Quella notizia mi mise parecchio in allarme.

-    E con Thomas com’è finita? – gli chiesi, ansiosa di cambiare discorso riferendomi all'Adunanza.
-    Minho lo ha candidato come Intendente dei Velocisti al suo posto – mi informò.
-    Sono sicura che sia stata una decisione controversa –
-    Puoi dirlo forte… come se tutta questa sploff di situazione generale non bastasse già a creare casini – replicò Newt stancamente.
-    Quindi? –
-    Quindi il pive si farà una giornata in Gattabuia e domani andrà nel Labirinto con Minho – concluse Newt.
-    Gally l’avrà presa benissimo.. – commentai sarcastica conoscendo le idee del ragazzo su noi "nuovi venuti".
-    Così bene da minacciarlo di morte e andarsene – rispose Newt scuotendo la testa - su una cosa però ha ragione. Sta cambiando tutto e molto in fretta anche… -

Non seppi dire se quella verità mi facesse piacere o meno.



Stanza delle mappe:

Sfortunatamente sono molto di fretta; per fortuna avevo già preparato il capitolo ieri!
Ringrazio vivamente tutti i lettori in continua crescita, chi mi ha recensito e chi mi ha inserita tra le storie preferite,seguite,ricordate.
Scusate davvero se non mi fermo più a lungo.

A presto,
Marta

  
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