Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: AshikaRamasamy01    23/10/2015    0 recensioni
"La miglior lezione è osservare i maestri al lavoro".
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brooke Shields, Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Michael la guardó aspettando una sua risposta.
 

Le sembró nervosa, agitata, intimorita ma con un velo di imbarazzo.
 

Cose le stava per dire Michael? Avrebbe trovato una risposta alla sua domanda?
 

E lui, si sarebbe messo l’anima in pace? 
 

Erano domande che nessuno dei due sapeva 

rispondere.Domande lasciate in sospeso.Domande con 

ancora delle risposte da cercare.
 

Nessuno dei due sapeva realmente quello che 

provavano: amore, confusione, amicizia...Ma sapevano 

soltanto che, ad ogni sguardo ricambiato, ad ogni 

sorriso fatto, fremiti di piacere inondavano le loro 

schiene.
 

“P-parlarmi..?” chiese perplessa.
 

“Sí” replicó accennando un sorriso timido e impacciato.
 

“Di...di cosa...?” domandó nuovamente cercando in tutti i 

modi di apparire tranquilla, anche se a fatica riusciva ad 

esserlo.
 

“Ehm...Possiamo prima uscire da qui?”.
 

“È una cosa importante?”.
 

Michael sospiró mollando la presa.
 

“Sí.Almeno per me lo é…” rispose prima di mordersi il 

labbro inferiore.
 

“D’accordo...Ehm...Peró possiamo fare in fretta..?”.
 

Il ragazzo aggrottó la fronte.
 

“Hai da fare?”.
 

“Sí...Stavo cercando dei lavori...” replicó Kristen mentre 

si sistemava lo zainetto sulla spalla.
 

Michael annuí.
 

“D’accordo...”.
 

Entrambi uscirono dal negozio e cominciarono a 

camminare in silenzio.
 

Michael intascó le mani e sorrise.
 

“Come mai hai sempre quel zainetto dietro..?” chiese 

curioso.
 

La ragazza sorrise e si portó una ciocca di capelli dietro 

all’orecchio prima di rispondere: “Oh..Ehm..Me l’ha 

regalato mio fratello...Per il giorno del mio 

compleanno...Ero piccola...Avevo otto anni...”.
 

“Wow! Te lo porti dietro da quando avevi otto anni?” 

esclamó incredulo.
 

“Sí..! Perchè, sono troppi Jackson?” chiese dilettata.
 

Michael restó sorpreso.Jackson.Oh, l’amó, non appena 

lei lo chiamó in quel modo.
 

Sorrise mentre si passava la lingua sul labbro inferiore, 

poi puntó nuovamente lo sguardo su di lei che restó 

leggermente imbambolata nel vederlo.
 

“Sono sorpreso! Sembra nuovo di zecca!” ammise 

gettando una sbirciatina allo zainetto.
 

Kristen stiró le labbra in un sorriso soddisfatto.Si sentiva 

fiera di sè stessa.
 

“Grazie..!”.
 

“Ti piace molto, non è cosí?” le domandó sorridendo.
 

Lei annuí ricambiando il sorriso.
 

“Molto...”.
 

Dopo ció, il silenzio si fece padrone tra di loro.Nessuno dei due parlava, anzi, fissavano la strada o punti bianchi a caso, senza peró guardarsi negli occhi.
 

Sarebbe continuato cosí all’infinito, se non fosse stato 

per Michael, che, impaziente ruppe quel silenzio che 

man mano diventava imbarazzante.
 

“Comunque...Volevo parlarti di una cosa...” disse senza 

degnarla di uno sguardo.
 

Quella paura che poco fa abbandonó la ragazza, ritornó 

ad impossessarsi di lei.
 

“D-dimmi...” a stento riuscí a replicare.
 

Michael si fermó obbligandola a fare lo stesso; tiró fuori 

le mani dalle tasche dei pantaloni, si passó l’indice sul 

labbro inferiore e poi, leggermente nervoso le chiese: 

 

“Perchè mi eviti..?”.
 

Kristen spalancó gli occhi.L’aveva notato.Si era accorto 

del distaccamento da parte sua.Cominció a sudare 

leggermente e a tremare come ad una foglia in pieno 

inverno.Cosa le avrebbe risposto? Che aveva paura di 

lui? Oppure che quando gli stava accanto si sentiva diversa o addirittura completa? Non sapeva nemmeno lei quello che provava; se amore o soltanto una semplice amicizia.
 

Nessuno dei due lo sapeva.
 

Non rispose, ma si limitó ad abbassare lo sguardo, 

puntandolo sulle proprie scarpe.Si sentiva morire 

dentro.Forse lui voleva essergli d’amico, ma lei per paura 

di non so cosa, lo stava soltanto allontanando.
 

Il ragazzo, notando l’espressione confusa e intimorita della ragazza, sorrise appena, cercando in tutti i modi di incrociare il suo sguardo con il suo.Non voleva farle pressione, ma semplicemente avere una risposta ad una sua domanda che continuava a tormentarlo ormai da giorni.
 

“Allora..?” sussurró con tono dolce attendendo una sua 

risposta.
 

“Io...Io non ti sto evitando...” replicó quasi in un sussurrio 

mentre incrociava gli occhi di lui.
 

“Ah no..? Ho cercato di parlarti tante volte, ma mi 

sfuggivi in continuazione...Dimmi cos’ho sbagliato e 

forse potremo ricominciare da capo...O almeno potró chiederti scusa...” disse lui.
 

‘Potremo ricominciare da capo’.Quella frase.Cos’è che 

avrebbero ricominciato da capo?
 

“É solo che in questi giorni sono molto occupata…Sono 

in pensiero anche per il lavoro…Sai com’è...” si giustificó 

quasi mentendo.
 

Ed era vero.Era in pensiero per molte cose in quel 

momento, ma lo era anche per lui.Era fuggita senza 

dargli una risposta plausibile da questa sua fuga.Si stava allontanando da lui; non che il loro rapporto era qualcosa di grande, ma forse, se non fosse stato per quel complimento un po’ affrettato, almeno cosí pensava 

 

Michael, forse avrebbero fatto del loro rapporto, frutto di amicizia.
 

“Capisco...Beh...Comunque, se ho sbagliato in qualcosa, puoi dirmelo...” mormoró Michael mentre si grattava la nuca.
 

“Ah, nono, non hai sbagliato in nulla...” si affrettó a dire quella.
 

Ed era vero.Lui non aveva sbagliato in nulla, ma era lei 

che, fattosi prendere dal panico per un complimento 

fatta da una persona che forse per lei era qualcosa di piú 

che un semplice direttore dello studio o amico, 

cominciava a sfuggire ad ogni suo sguardo o parola.
 

Si sentiva stupida in quel momento.Forse lui stava male per colpa sua e lei si sentiva un mostro.
 

“D’accordo...Allora posso stare tranquillo?” chiese 

leggermente sollevato dall’affermazione di Kristen.
 

Lei accennó un piccolo sorriso che rese Michael 

leggermente nervoso.
 

“Tranquillo? C-certo!” rispose cercando di apparire piú tranquilla, anche se dentro di lei era tutto al contrario.
 

Michael sorrise e si morse leggermente il labbro inferiore.
 

“D’accordo...”.
 

“Ehm...Adesso dovrei andare...” disse ad un tratto 

Kristen facendo intristire Michael.
 

“Ah...D’accordo...Hai fatto qualche domanda?” le 

domandó di proposito.Non voleva lasciarla andare.
 

“Ehm...Sí..! Ad un bar!” replicó sorridendo.
 

Michael spalancó leggermente gli occhi.Come poteva lasciare che una ragazza indifesa e fragile come lei, potesse lavorare in un locale colmo di ubriachi e drogati?
 

“In un bar? E che hanno detto?”.
 

“Che non ci sono posti disponibili al momento…”.
 

“Capisco...Beh, non ti scoraggiare! Vedrai che prima o poi troverai un lavoro che fa’ per te! Dobbiamo solo cercare qua in giro!” la incoraggió lui.
 

Kristen sorrise dolcemente e si aggiustó lo zainetto che aveva in spalla.
 

“Certo...Ho ancora tutta la giornata a disposizione! 

 

Basta che ne trovi uno adesso...” mormoró l’ultima frase cercando di non farsi sentire, ottenendo peró degli scarsi risultati.
 

“Oh! Ne troverai! Quanti giorni ti restano?”.
 

“Quattro...Quattro giorni...” rispose con un velo di tristezza negli occhi.
 

“Quattro...” mormoró Michael leggermente pensieroso.
 

“Già..! Quindi credo che debba muovermi, se voglio racimolare qualcosa entro la prossima settimana” disse 

Kristen accennando uno di quei sorrisi falsi e nervosi 

che lui conosceva benissimo.
 

“Non vuoi una mano?” le chiese subito.
 

“Non vorrei disturbarti…Credo che tu sia uscito per sbrigare delle faccende, no?”.
 

Lui arrossí appena e ridacchió imbarazzato.Come le avrebbe detto che era uscito con la speranza di incontrarla?
 

“Sí, hai ragione..! Allora possiamo farlo per la prossima volta.Non so quando sei libera tu” disse.
 

Kristen sorrise e annuí.
 

“D’accordo...Te lo faró sapere, allora...”.
 

“Bene...Ci vediamo lunedí signorina Moore” disse 

sorridendo.
 

Lei ricambió il sorriso leggermente divertita e rispose: “Ci vediamo lunedí Jackson”.
 

Michael sorrise e si congedarono per un’ultima volta prima che entrambi proseguissero il proprio cammino, dirette in strade diverse.

 

Erano le otto di sera e Sam, ancora dietro ai banconi, finiva stremato il suo lavoro: servire e prendere ordini.
 

Le mancava tanto Kristen, la ragazza di cui aveva perso 

la testa dalla prima volta che la incontró, ovvero, mentre si esibiva per strada insieme ad alcuni ballerini poco più piccoli di lei.
 

Sorrise debolmente, ripensando al ‘primo appuntamento’.La rivoleva indietro, al suo fianco.Poterla riabbracciare un’altra volta e magari darle quel bacio che tanto sognava, ma sapeva benissimo che non poteva.Lei era molto lontana da lui e lui molto lontano da lei.Si spaventava all’idea che forse aveva conosciuto un ragazzo.Non era più al suo fianco e non poteva sapere ció che faceva e non.Come biasimarlo?
 

Intento a riporre le ultime prenotazioni, una ragazza sui vent’anni si avvicinó a lui sorridendo.
 

“Buonasera!”.
 

Sam ricambió il sorriso.
 

“Buonasera signorina! Cosa potrei fare per lei?” chiese dolcemente.
 

“Oh, nulla in particolare! Volevo solo scambiare quattro chiacchiere con il cameriere più bello del ristorante” replicó con tono di voce ammaliante.
 

Sam arrossí di poco e rise lievemente impacciato.
 

“Oh la ringrazio! Anche lei non é male…” rispose senza smettere di ridere.
 

La sua risata contagió anche la ragazza che in meno di due secondi scoppió a ridere.
 

“Comunque mi chiamo Elisah” disse porgendogli la mano.
 

Sam sorrise e allungó la propria mano stringendo quella di lei.
 

“Sam! Piacere di conoscerla”.
 

“Il piacere è tutto mio Sam! Come sta?”.
 

“Oh, dammi del tu! Non vorresti farmi sentire vecchio, immagino” ridacchió seguito a ruota da lei.
 

“D’accordo! Come stai?”.
 

“Bene, grazie, lei?”.
 

“Vorrei che anche tu mi dessi del tu, se non le dispiace” disse sorridendo.
 

“D’accordo! Bene grazie, tu?”.
 

“Bene, ti ringrazio!”.
 

E fu cosí che cominciarono a parlare e a conoscersi.
 

~~~~
 

Immobile davanti alla grande vetrata, Kristen osservava in silenzio il riflesso del suo corpo ormai spossato e sudato dovuto al ballo di poco fa.
 

Era da sola in quella grande stanza.Gli altri se n’erano andati e lei si era trattenuta per riprovare alcuni passi e cercare di non pensare.
Non era ancora riuscita a trovare nessun posto di lavoro libero.Si sentiva male, delusa, abbattuta.Si sentiva una perdente.
Con ancora il fiato corto, Kristen si diresse verso al grande stereo e fece partire la musica, per poi riposizionarsi in mezzo alla sala e aspettare l’attacco per potersi finalmente muovere liberatamente.
Cominció a far oscillare il proprio corpo al ritmo della musica fissandosi allo specchio posta di fronte a lei.
Voleva migliorare.Migliorare e imparare cose nuove.Voleva arrivare in alto, potersi sentire fiera di sè stessa e poter mostrare al mondo intero il talento che aveva a spronarli a mettere in atto la loro.

 

Mise in azione il suo corpo per la sua destinazione, ovvero diventare una brava ballerina.
 

Continuava a muoversi, senza fermarsi, senza prendere fiato.Doveva sfogarsi con l’unica cosa capace di capirla: la musica, il ballo.
 

Una volta il Toprock, un’altra l’Elbow Rock e cosí via.Il suo obiettivo? Migliorare.
 

Sorrise contenta quando si accorse al livello in cui era riuscita ad arrivare nonostante i pochi giorni in accademia e gli esercizi fatti a casa, sotto allo sguardo di suo fratello Tyler.
 

Avrebbe continuato a ballare, se non fosse stato per lo squillio del telefono che la interruppe.
 

Si bloccó, camminó verso alla stereo, spense la musica e infine si diresse verso alla panchina dove giaceva il suo zainetto.
 

L’aprí ed estrasse fuori il cellullare.Sorrise appena lesse il nome del suo migliore amico sullo schermo.Con tutta la felicità che riusciva a possedere il quel momento, rispose quasi urlacchiando.
 

“Sam!!”.
 

“Ehy piccola!! Come stai?!” esclamó lui tutto allegro.
 

“Benissimo! Tu invece?!”.
 

“Benissimo ora che ti sento! Ti disturbo?!”.
 

“Nono! Stavo provando giusto qualche passo!”.
 

“Sei ancora allo studio?”.
 

“Sí! Tu invece?”.
 

“Nulla, sono a casa! Riposo!”.
 

“Come va al lavoro?”.
 

“Bene! Ieri ho conosciuto una ragazza che mi ha parlato 

della sua vita, di lei e di altre cose cosí!”.
 

“Sul serio?! E dimmi, com’è?! Simpatica? Socievole? 

Carina?!” esclamó emozionata.
 

Sam rise e Kristen riuscí a percepirlo benissimo.
 

“Ahaha ok! Prima di tutto calma, secondo, ti racconto 

tutto! É carina, simpatica e sí, socievole...”.
 

“Devo conoscerla!” disse.
 

“Ahah ma non ti preoccupare, non credo riusciró ad 

avere una relazione con lei..! Insomma, la considero solo 

un’amica...Non è stato colpo di fulmince com’è lo era 

stato per un’altra ragazza...” mormoró.
 

Kristen sorrise appena.Sapeva che si riferiva a lei.
 

“Sam...” stava per continuare la frase, ma lui la interruppe.
 

“Piccola...Ci sentiamo domani d’accordo? Sono 

leggermente stanco...” disse.
 

Kristen sospiró.
 

“D’accordo...A domani Sam...”.
 

“A domani...Stammi bene...”.
 

Si salutarono e infine lei chiuse la chiamata.Sam era 

innamorato di lei ma lei forse aveva perso la testa per il direttore dello studio.Sarà vero? Un’altra di quelle tante domande lasciate in sospeso.Vi era una sola risposta, una sola risposta che solo il cuore poteva dettare.
 

Fissó lo schermo del cellullare spento e infine si passó una mano fra i capelli sciolti e leggermente scombinati.Non voleva farlo soffrire, ma non voleva che anche lei soffrisse.Cosa poteva fare? 
 

Si alzó dalla panca e poggió il telefonino su di essa 

prima di sistemarsi i vestiti, accendere la radio e 

ricominciare a scatenarsi con la musica.

 

Era da poco rientrato a casa da una festa, il ragazzo dalla capigliatura scura.Si tolse il cappello e lo poggió sul divano, infine si diresse verso al proprio studio e aprí la porta con un paio di chiavi che lui si portava sempre dietro.
 

Camminó in direzione della scrivania gremita di fogli e 

penne e si accasció sulla sedia cominciando a cercare 

tra i vari schizzi di canzoni buttati giú, quella che 

cominció a scrivere due giorni fa, ovvero la canzone che 

cominció a scrivere pensando a Kristen.Era innamorato? 

Oh, certo che lo era!
 

“Dov’é andato a finire?!” imprecó nervoso mentre 

rovistava qua e là.
 

Si alzó dalla sedia e andó verso alla libreria anch’essa 

piena zeppa di quaderni e fogli.Tutti opere dei suoi anni 

di carriera come professore di canto, direttore dello 

studio e professore di Hip Hop.
 

Cominció a frugare pure lí, ma con scarsi risultati.
 

“Cavolo..!” esclamó irritato.
 

Solo adesso si rese conto che l’aveva dimenticato all’accademia, nel suo studio, stamattina mentre cercava in tutti i modi di continuarla a scrivere e a comporre.
 

Sbuffó infastidito sapendo che sarebbe dovuto ritornare in studio a quell’ora di sera.Tutti erano andati via e lui doveva ritornare indietro.
 

Uscí dalla stanza e afferró al volo il suo cappello prima di uscire di casa, chiudere la porta e rientrare in auto.L’accese e schizzó via come un fulmine diretto verso alla MJJ Studios.
 

Non sapeva ancora che ad attenderlo vi era una grande sorpresa.

 

Passarono ore da quando Kristen era rinchiusa in quella grande sala a provare.
 

Si sentiva stanca, sfinita, esausta, perció decise di interrompere per brevi secondi le prove e prendersi una breve pausa.Sarebbe potuta uscire pazza di lí.
 

Non le andava di ritornare in albergo; le metteva suggestione quell’uomo e in più era leggermente impaurita nel camminare da sola nel mezzo di quel buio che celava fuori da quelle quattro mura.
 

Avrebbe chiamato tranquillamente Rachel, dato che pochi giorni fa si erano scambiati i numeri di telefono, ma non voleva disturbarla.Al massimo avrebbe preso un taxi.
 

Si legó i capelli leggermente sudati in una coda alta e afferró la bottiglietta d’acqua fresca bevendone un sorso.
 

Pensava di essere da sola nell’accademia, ma quando udí vari rumori provenire da un’altra stanza non lontana da lei, si spaventó.
 

Era sicura che non vi era nessuna a parte lei, dato che era notte ed era improbabile che con quel caldo e data l’ora, vi era ancora qualcuno dentro.
 

Poggió la bottiglietta sulla panchina e a passi indecisi si avvió verso alla stanza in cui provenivano quei rumori, uscendo cosí dalla sala dove pochi minuti fa si stava esercitando.
 

Era curiosa di sapere chi c’era ma allo stesso tempo voleva controllare per assicurarsi che non era entrato nessun ladro o criminale.Si accorse subito dopo, mentre continuava ad avanzare verso al posto in cui quel fruscio di fogli e quei passi leggeri continuavano ad andare avanti, che quei frastuoni provenivano dallo studio di lui: 

Michael Jackson.
 

Si morse piano il labbro inferiore, cercando in tutti i modi di non farsi salire l’ansia e il terrore.
 

“C’é q-qualcuno…?” riuscí a stento a mormorare.
 

Nessuna risposta.
 

Continuava ad avvicinarsi, ma all’immprovviso la porta si 

spalancó e da quel buio intenso, uscí fuori Michael.
 

Kristen, per la paura, sussultó, cacció un urlo e fece 

retromarcia, ma, mettendo male il piede, scivoló 

all’indietro.Il ragazzo riuscí a notarla in tempo; lasció che i fogli gli sfuggissero di mano accasciandosi sul pavimento di legno antico, scattó in avanti e afferró 

Kristen, per i fianchi.

   
 
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