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Autore: Lithius    23/10/2015    1 recensioni
"Quale motivo tu è ancorra qui?"
"Ti sto studiando."
La risposta del ragazzo lascia interdetto per un attimo il più grande, che dopo poco però gli rivolge un sorriso luminoso e annuisce, chiedendogli di aspettarlo; così, un'ora dopo, sono seduti su una panchina poco lontana dal Berlin a scambiarsi i primi pensieri, le prime impressioni.
[MikaXFedez]
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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8. Sorprende me

Diciotto anni. Un traguardo bramato sin dai primi anni dell’adolescenza, un qualcosa di astrattamente fantastico e quasi impossibile, l’inizio di una nuova vita, il passaggio da una fase all’altra, la possibilità di cambiare le cose e chi più ne ha più ne metta. Questi sono i diciotto anni per tutti, tutti tranne uno, ovviamente, o forse più di uno. In questo caso l’uno è Federico che ora, mentre è seduto ad un tavolo del Berlin di fronte a Cosimo Fini, Francesco Vigorelli e Luigi Florio – ovvero i componenti dei Club Dogo-, con il proprio stupendo fidanzato accanto e l’orologio sul polso a segnare le due del mattino. Diciotto anni, una svolta. Ma Federico la svolta l’ha avuta mesi e mesi fa, incontrando Michael Holbrook Penniman Junior, è solo per merito di quel ragazzo che può dirsi completo, solo per merito di quel ragazzo può dire di aver svoltato, o almeno di essere in procinto di svoltare, solo grazie a lui, solo grazie ad un calcio alla gamba da parte di Cosimo si accorge di essersi incantato a fissare l’uomo al proprio fianco che con le guance arrossate lo guarda mentre ride con gli altri, lasciandosi coinvolgere dall’atmosfera gioviale ed anche intima, poiché sono gli ultimi ed unici clienti del Berlin ormai, quindi è normale sentire le voci rimbombare un po’, non sono poi così ubriachi, o almeno credono.
-“Minchia zio, ma quanto pensi? Hai solo diciotto anni e già una fabbrica di pensieri!” Esclama alticcio Luigi, meglio conosciuto come Don Joe, o anche come quello serio dei Dogo, solo perché è l’unico ad essere sposato, Federico scuote la testa, tutta la situazione gli risulta ancora assurda, sono i suoi idoli, cavoli.
-“Mika dovresti aiutare questo ragazzo a pensare meno” si aggiunge Francesco, in arte Jake La Furia, facendo un gesto eloquente con le mani… beh forse più di uno.
-“Cosa tu dice? No! No guardare Fede!” Michael si premura di coprire gli occhi di Federico con una mano, come se fosse un bambino non ancora pronto a guardare o assistere a certi discorsi, e la cosa lo fa sbuffare appena, seppure un sorriso sia ben visibile sulle labbra del neo maggiorenne.
-“Lui è troppo cotto per dirtelo, zio, quindi te lo dico io; ha diciotto anni ed è a conoscenza del sesso, vero Fedez?”
E Federico si ritrova ad annuire verso il Guercio, Cosimo, che ha appena parlato, girandosi poi a scuotere la testa verso Michael quando questi lo guarda con un’espressione truce, ed anche un po’… triste?
-“Vede Cosimo? Lui dice di no, no mente con me” rivolge una linguaccia al rapper che in tutta risposta si stringe nelle spalle e si porta l’ennesimo drink alle labbra, indicando in quel modo di aver perso interesse verso quel discorso.
Arriva a interrompere la loro ennesima giocosa discussione il proprietario del locale, che annuncia ai cinque la chiusura. I cantanti la prendono bene e Don Joe, il più lucido, afferra le chiavi della sua auto pronto a riportare gli amici alle rispettive abitazioni e a tornare poi alla sua di casa, dove qualcuno lo stava aspettando piuttosto infuriata, ci tiene ad aggiungere. Si salutano con dei pugni, tipico per loro, un po’ meno per Michael che si stava appena appena abituando a quei modi di fare.
Il tempo di raccattare le loro cose ed anche la coppia esce dal locale che ormai si sta spegnendo assieme a quella zona di Milano, lasciando il posto ai night presenti dall’altra parte della città, verso la periferia, dove le luci e la musica a palla non disturba nessuno.
Federico cammina stretto al busto di Michael che gli accarezza con la punta delle dita i capelli. Entrambi hanno un sorriso che va da una guancia all’altra e Federico risulta totalmente brillo, ai limiti della lucidità, ma questo a Michael non importa, quella sera e il giorno seguente Federico è solo per sé, e intende renderlo il ragazzo più felice del mondo, magari non solo quel giorno, ma quel giorno un po’ di più, in modo da donargli nuovamente la bellezza dell’attesa di un giorno perché sia speciale, e la sorpresa nello scoprire che ogni giorno poi potrebbe esserlo.
Arrivato all’appartamento, dopo aver salito le scale con Federico in braccio a mo’ di sposa perché ‘amore le mie gambe fanno flu e si piegano verso l’interno, non posso camminare!’, invia col cellulare del ragazzo un messaggio alla madre di quest’ultimo, avvertendola che dormirà fuori, in questo modo può dedicarsi al suo diciottenne, steso in quel momento sul divano del salotto di Michael.
Quando Michael si siede accanto al ragazzo che credeva mezzo addormentato non si aspetta di certo che questi lo spinga contro lo schienale stendendolo sotto il peso del suo corpo per iniziare a baciarlo con una foga solo accennata altre poche volte, e si trova un po’ preso alla sprovvista ma poi gli risulta quasi logico portare una mano tra i capelli del più piccolo e l’altra sul fondoschiena fasciato dagli skinny jeans neri, che Fede non sopporta, ma a Michael piace come ci sta il suo sedere lì dentro, allora li mette solo per lui, e questo a Mika piace, quasi quanto gli piace il modo in cui la lingua di Federico accarezza quasi il suo palato, rallentando tutto in quel modo, rallenta per lascare che Michael metta a fuoco il modo in cui il bacino del ragazzo si spinge verso il suo, è quasi impercettibile, quindi è necessario rallentare perché il libanese lo noti e perché questi non sia nelle condizioni di fermarlo o di fare qualcosa che non sia assecondarlo. E lo fa, lo asseconda, ma al contempo, tra un bacio e l’altro, mentre Federico riprende fiato soffiandolo poi sulle labbra del più grande questi gli sussurra un ‘sei uno stronzo, drunk’, che ruba una risatina al milanese.
-“Non sono ubriaco Mik.”
-“Oh, tu è, credi me.”
-“Ti dico di no, perché dovrei?”
-“Perché se tu non è, tu non farà quello che sta facendo, you know?”
-“Non lo sono, e in ogni caso sono solo leggermente… aiutato?”
-“Io vuole te senza aiuti, solo te.”
-“Sei sempre così.. perfetto.”
-“Tu dice perché ‘cotto’, Cosimo ha ragione!”
-“Io dice perché vero!”
-“Mi sta prendendo in giro?”
-“Oh, per quale razza di persona mi ha preso, Mr. Penniman?”
-“Per uno stronzo di merda che è, Mr. Lucia!”
Federico ride di gusto, iniziando poi a divincolarsi non appena Michael inizia a fargli il solletico, e non spreca nemmeno energie a provare a divincolarsi, lascia che faccia quel che preferisce per avere quelle mani su di sé e quel senso di protezione che percepisce anche se piegato in due dalle risate e con le lacrime a minacciare di lasciare gli occhi, sta volta per la gioia, ma a Michael rifilerà la scusa delle troppe risate, non può mica fargli montare la testa.
Quella mattina Federico si sveglia con l’odore del caffè a pungergli il naso in maniera delicata, stemperato dal profumo di cornetti appena sfornati probabilmente che Michael sta poggiando sul comodino destro del suo letto matrimoniale in cui hanno passato la notte. Michael è la prima cosa che Federico vede appena apre gli occhi, quella mattina inizia con un sorriso ed un bacio, e se il buongiorno si vede dal mattino quella sarà una splendida giornata.
Il milanese però non aveva idea che sarebbe stata così fantastica come giornata; Michael gli aveva solo detto di prendere qualche suo testo e di vestirsi in fretta, poi lo aveva trascinato in macchina e via per le strade di Milano, verso una destinazione ignota che si era rivelata poi essere uno studio di registrazione, nel dettaglio lo studio di registrazione in cui si trova ora con Michael e i Club Dogo, visibilmente più sobri rispetto a quella notte, che leggevano alcuni testi di Federico, annuendo di tanto in tanto.
-“Beh, minchia, vuoi iniziare? Don Joe ora ti fa sentire qualcosa, o hai già delle basi?” Le parole di Cosimo lo prendono alla sprovvista e si ritrova a balbettare che ha le sue basi, certo, in una penna che porta sempre con sé; la porta sempre perché è goloso di quello che scrive e di quello che mette in musica, anche se non è un gran che a sua detta, non vuole ancora che qualcuno lo senta, ma se a chiederglielo è Cosimo Fini non può far altro che allungargli la pen drive.
-“Bisogna perfezionarle, le basi dico, sono appena abbozzate ecco… diciamo che non mi aspettavo tutto questo?”
-“Tranquillo, se sono ‘abbozzate’ come lo sono i tuoi testi sei sulla buona strada, Mika ci ha detto che era una sorpresa.” E’ Don Joe a rassicurarlo, prima di infilare le cuffie ed iniziare ad ascoltare quello che è il frutto del lavoro di Fedez, il suo modo di stare al mondo, l’equilibrio che ha trovato per non crollare, il fatto che poi sia comunque crollato non è di certo attribuibile alla musica, no, è crollato lo stesso perché la vita è così, non esistono poi tante altre spiegazioni.
Escono dallo studio che fuori è già buio e Michael ha un sorriso timido, come chi teme di ricevere una strigliata o come chi invece attende pazientemente una ricompensa. La seconda ipotesi si realizzò in auto, in una maniera che Michael non aveva nemmeno immaginato potesse esistere data la freschezza del loro rapporto, ma Federico non la pensava in questo modo quando, dopo essersi chiuso lo sportello dell’auto alle spalle si era fiondato quasi sulle labbra del ragazzo, mormorandogli miliardi di ringraziamenti mentre una mano scivolava sul torace del ventiseienne sorridente, fino ad arrivare al cavallo dei suoi jeans. Quella volta Michael non ebbe nessun tipo di resistenza, nessun tipo di pensiero assurdo circa le conseguenze perché non c’era poi tanto da pensare, come gli aveva spiegato Federico mentre si puliva la mano sporca contro un fazzoletto, senza farla sembrare una cosa volgare, senza far pesare nulla a Michael ma liquidando un po’ anche il suo imbarazzo con un ‘è solo una sega Mik, tu sei il mio ragazzo, io sono il tuo ragazzo, è assolutamente okay’, poi lo aveva baciato e il mondo aveva ripreso il suo ritmo usuale.
  
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