Stai soffocando, lo vedo, boccheggi inerme
Recuperando quel po’ di aria che ti resta ancora.
Tu non lo sai, sei convinto che la luce possa
Vincere di nuovo quell’eterna battaglia;
ma non è così la realtà è ben diversa dalle favole,
eppure sei grande, dovresti averlo capito.
No, non guardarmi così, non ti guadagnerai la mia pietà,
sono il tuo spietato carnefice ricordi?
Eppure, quante volte mi hai accusato e tacciato di cattiveria
ricevendo da me come risposta nient'altro che inerzia, solo staticità.
Dovevi aspettartelo, irrecuperabile essere, anche io divengo, muto;
anche io mi vendico.
Eravamo più simili di quanto tu credessi: stessi vizi, stessi peccati,
stessi pregi.
Non lamentarti allora, non far diventare le tue lacrime sangue,
smettila, muto, di gridare.
Ho già segnato il tuo destino e non lo cambierò.
Ora permetti che mi sieda e inizi a godermi lo spettacolo,
chissà, magari sarai anche capace di farmi sorridere.