Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: AlexVause    24/10/2015    1 recensioni
Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più.
È stato così anche con me Lexa?
I tuoi occhi freddi come il ghiaccio mi scrutano, mi feriscono ed io lì…a chiedermi ancora perché.
Una domanda a cui, forse, non potrò conoscer risposta.
CLEXA
(Scritta alla fine della seconda serie)
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 9
 
Rimanesti ferma immobile. Lo sguardo fisso su quel pesante portone.
- Comandante, dobbiamo organizzare le nostre armate.
La voce di uno dei Generali non bastò per farti voltare.
- Visto l’esercito così vasto come dice, non ci darà molto margine organizzativo per una solida difesa.
Aggiunse il più anziano dei 12.
T’incamminasti senza proferire verbo e i Generali ti seguirono senza fiatare.
Camminai al tuo fianco sino a raggiungere il luogo in cui, tempo fa, ci accordammo sull’attacco a Mount Weather.
Bellamy, mia madre e Kane erano subito dietro i rappresentanti dei 12 Clan.
La porta venne chiusa da Nyko che attese all’esterno. Indra, invece, faceva la guardia all’interno della stanza.
- Una buona difesa è ciò che ci vuole, ma badate bene: io non sono un boia esecutore. Non ho intenzione di sterminare un intero esercito solo per provare a quello stolto che siamo strateghi migliori.
La tua voce era calma e risoluta.
- E so, di per certo, che sapete esattamente a cosa mi sto riferendo.
Ti guardai incuriosita. I Generali iniziarono a borbottare fra di loro.
- Vi prego di rendere partecipe anche noi di questo vostro pensiero, Heda.
Ti chiese Kane con gentilezza.
Con un gesto secco, indicasti Mont Weather sulla mappa posta sul tavolo. Eravamo tutti in piedi attorno ad esso e, in quell’istante, i presenti posarono lo sguardo esattamente sul punto mostrato.
- Mount Weather, un tempo rifugio del governo, è dotato di armi di difesa eccezionali. Come avete potuto vedere, la nebbia acida è una di queste.
Spiegasti senza battere ciglio.
- Non vorrete rilasciare nebbia acida nella foresta! I nostri eserciti ne subiranno le conseguenze.
Tuonò uno dei 12 Clan.
- L’Heda non è così stolta. Si riferisce a ben altro.
Intervenne il più anziano dei Generali.
- Esattamente sulle acque che bagnano le nostre coste, Mount Weather ha stazionato due cunicoli sotterranei che riempiono il nostro mare di una sostanza scura. Un tale e denso liquido nero che, se alimentato con fiamma viva, si trasforma in un inferno.
Rispose un giovane dei 12.
- Inferno che eliminerebbe l’intera flotta di Larion.
Kane, sussurrò come un pensiero ad alta voce.
In quel momento ebbi un’idea.
- Perché non creiamo un diversivo sul campo di battaglia?
Proposi.
Tutti i presenti si voltarono verso di me.
- La nebbia acida. Posso chiedere a Raven e Wick se la mutano in nebbia normale così da poterla usare come vantaggio contro Larion e i suoi uomini.
Spiegai.
- La giovane ha ragione. Fra la nebbia siamo fantasmi. Possiamo sfruttarla a nostro vantaggio.
Concordò l’anziano Generale.
I capi dei 12 iniziarono a borbottare tra loro scambiandosi pro e contro su ciò che ho detto.
- Clarke, leader of the Sky People, parlane con Raven. La tua proposta è ottima.
Mi sorridesti.
- Grazie Heda.
Chinai il capo. Indra aprì la porta ed uscii.
 
Raggiunsi Raven esponendole il dilemma. Chiamò Wick e insieme convennero che non era una cosa così difficile da fare. L’unico problema, e anche la cosa più ardua da realizzare, era l’infiltrarsi nuovamente a Mount Weather.
- Se infiltrarsi è l’unico problema, posso provvedere io.
Udii la tua voce alle mie spalle.
Ti avvicinasti a me sfiorandomi la mano, braccio teso lungo il fianco, con la tua.
- L’esercito di Larion è là fuori, come pensate di riuscirci?
Wick espose il suo dubbio forse con troppa foga e questo ti irritò lievemente.
Conoscevo benissimo ogni tua espressione e ogni suo mutamento. Non mi fuggì di certo quella, seppur minima, alzata di sopracciglio.
- Qui alla Polis, c’è una galleria che conduce nelle vicinanze di Mount Weather. Una volta all’esterno si prosegue dal tunnel dei mietitori entrando così nel monte.
Avevi sempre una risorsa per tutto. Quante cose conoscevi Lexa? Chissà da quanti anni eri e sei immersa in questo tuo ruolo di guerriera e abile stratega.
- A questo ci penso io. Ci sono già stato, posso condurvi lì.
Non mi ero nemmeno accorta che Bellamy avesse ascoltato l’intero dialogo. Nascosto dietro ad alcune casse di legno stava contando e sistemando le munizioni delle nostre armi da fuoco. Fu proprio lui a parlare in quel momento.
- Le munizioni scarseggiano, dobbiamo rifornirci e Mount Weather è il posto adatto per farlo.
Aggiunse poi.
Mi guardasti come a cercare un gesto o un qualche indizio che potesse indicarti la mia approvazione.
Sospirai al pensiero dei miei amici là fuori e il pericolo imminente di un esercito pronto a sterminarci.
Ti feci un cenno d’assenso e tu alzasti il mento fiera.
- Sarete scortati.
Dicesti avvicinandoti all’uscita.
- Comunicheremo con voi tramite radio.
Disse Raven rassicurandomi.
Le sorridesti per poi uscire.
 
Ricorderò per sempre quel momento...l’istante in cui tutto cambiò, in cui la tua voce risuonò nelle mie orecchie come un caldo abbraccio.
Ricorderò per sempre quella paura...il terrore di non poterti toccare più. Quella paura che ti s’insinua dentro fino allo stomaco, nelle ossa, come una fredda giornata d’inverno...il panico che ti assale e sentirsi frustrati perché impotenti verso ciò che sta accadendo.
La notte era calata su di noi e, la Polis, era illuminata da fiaccole su cui il caldo fuoco danzava senza fermarsi mai.
Eravamo tutti riuniti nella piazza della Capitale.
Grounders e Popolo del Cielo, così come ci chiamavi tu, ammassati dinnanzi ad un soppalco ad ascoltarti.
Informasti il tuo popolo del pericolo che era alle porte e che, con l’aiuto dei 12, l’avresti affrontato.
Mi trovavo in mezzo alla folla.
Mi avevi chiesto di raggiungerti appena Raven si fosse messa in contatto da Mount Weather.
Lo scambio di comunicazioni con i nostri infiltrati, avvenne a discorso già cominciato e non me la sentii di raggiungerti sul palco. Preferii ascoltarti da lontano.
Ricordo bene quel momento, forse a causa di ciò che avvenne poco dopo.
L’immagine di te, così fiera e combattiva, rimase impressa nella mia mente e lo è ancora.
Di certo non avrei pensato, in quell’istante, che una guerriera incappucciata si facesse largo fra la folla indisturbata. Difficile da vedere in mezzo a tutti quei Grounders dalla stazza possente rispetto al suo essere longilinea.
Mi passò a fianco, fermandosi davanti a me.
La folla ti acclamava e io sorridevo felice nel sentire quanto ti amasse il tuo popolo.
La donna incappucciata si voltò verso me sorridendo. La guardai senza pormi alcuna domanda.
D’un tratto un'esplosione scatenò il panico generale. Gli uomini cercavano di mettere al riparo donne e bambini e lei...lei non smise mai di sorridere.
Una fitta al ventre mi fece abbassare lo sguardo. Sangue caldo colava sul suo coltello...era il mio.
Mi sorressi a lei, aggrappandomi quando un’altra fitta e un lancinante dolore iniziarono ad offuscarmi la vista.
- Larion vuole vedere se, tolta di scena la sua amante, l’Heda decide di concedersi a lui senza opporsi oltremodo.
La sua voce, assordante sussurro al mio orecchio, mi ferì ancor più di quell’affilato coltello.
Si scostò lasciandomi cadere a terra.
Un’altra esplosione aumentò il panico generale, consentendole di fuggire indisturbata.
Ora potevo vedere il palco, dove prima parlavi alla folla, ormai vuoto. I Generali ti avevano portata con sé verso il luogo dell’esplosione.
Tutto intorno a me sembrò d’un tratto confuso.
Qualcuno mi alzò la testa. Solo ora vidi Octavia. Gridava qualcosa a Lincoln che se ne andò in tutta fretta.
Il sangue caldo bagnava le mie mani. I suoni divennero ovattati e in quel momento il tuo volto preoccupato fece capolino davanti a me.
Mia madre, al tuo fianco, mi prestò immediato soccorso e io...io avevo paura.
Lo stesso terrore, lo lessi in quei tuoi splendidi occhi verdi color degli alberi più belli.
- Non lasciatela morire!
Urlasti correndo via.
La spada stretta nella tua mano e la rabbia ad offuscare il tuo sguardo.
Mia madre cercava in tutti i modi di tamponare la ferita. Faceva del suo meglio con i mezzi di fortuna portati da Nyko.
Mi sentivo così stanca...e poi eccoti di nuovo qui, accanto a me.
Le tue mani mi accarezzarono gentili la guancia.
- Resta con me Clarke, ti prego..resta.
 La tua voce così bella e calda che riuscì a farmi sentire felice e spaventata allo stesso tempo.
Il tuo viso fu l’ultima cosa che vidi prima che l’oscurità prendesse il sopravvento.


Nota di Alex: E che la suspance sia con voi :D
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: AlexVause