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Autore: The_Lock    24/10/2015    2 recensioni
Sette amici decidono di passare un fine settimana lontano dalla civiltà. Sembra una storia horror qualsiasi, ma in realtà è un gioco interattivo: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
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19

 

DRUMMER ISLAND, ore 3:15

 

 

“Siamo sicuri sia la strada giusta?” domandò Lana, mentre camminava al buio insieme ad Oliver. Il ragazzo fece spallucce: sapeva più o meno che la villa si trovava verso la spiaggia sabbiosa, praticamente difronte al molo, e l'unica direzione che avevano preso finora era quella verso il mare. La notte sembrava più tranquilla, adesso. Mancavano meno di tre ore all'alba, ed un vago senso di speranza si faceva strada nei cuori dei ragazzi, ormai testimoni di crudeli atrocità.
Anche Lana, consapevole di aver ucciso ben due mostri su non sapeva quanti, si sentiva più padrona del proprio destino, anche se ormai i proiettili rimanenti erano due e forse non sarebbero bastati a tener testa ad ogni mostro che avrebbero incontrato, ma se si sarebbero barricati in casa allora avrebbero avuto più chances di farcela.

“Ho visto Brooke, prima...” disse Oliver, aggiornando l'amica sugli ultimi avvenimenti.

“Cosa? E dov'è, adesso?” domandò Lana, fermandosi, ma Oliver la prese per il polso e praticamente la costrinse a camminare: l'ultima cosa che il rosso voleva era fermarsi e fare il bersaglio facile nel territorio dei mostri, mentre bestie fameliche aspettavano solo il momento giusto per attaccarli e divorarseli ancora vivi.

“C'è un pazzo maniaco nell'ospedale. Le ha iniettato qualcosa, qualcosa che la sta trasformando. Quindi se la vedi, sparale.” raccontò Oliver con imperio.

“Aspetta, cosa?” domandò Lana, non riuscendo a trovare un nesso logico tra le parole vomitate da Oliver.

“Le creature devono essere un esperimento di qualcuno, e questo qualcuno ha catturato Brooke e lei si sta trasformando in un mostro come quelli a cui hai sparato.” spiegò Oliver.

“Oh mio Dio...” mormorò Lana, sentendo la terra tremare sotto ai suoi piedi: isola deserta, nessuno a cui chiedere aiuto, creature fameliche e un pazzo omicida... tutta quella situazione avrebbe spinto alla pazzia la maggior parte delle persone, e se non fosse stato per Oliver, in quel momento, Lana sarebbe già annegata nel mare della disperazione. Troy era già morto, Brooke si stava trasformando, e degli altri tre non avevano notizie da chissà quante ore.

Oliver si fermò di colpo e Lana, immersa nei suoi pensieri, andò a sbattere dolcemente contro la schiena del ragazzo.
“Ecco la villa.” disse Oliver, indicandola al di là delle siepi. Era distante almeno mezzo chilometro, ci avrebbero messo poco a coprire il percorso, se non fosse stato che un terribile silenzio si fece largo. Oliver tese le orecchie: le cicale avevano smesso di frinire e persino i gufi ora sembravano assorti in un pensiero di morte.

“CORRI!” disse il rosso, prendendo Lana per il polso ed iniziando a correre, trascinandosela dietro, mentre i due evitavano radici e massi che potevano impedire loro di raggiungere in fretta il rifugio. Lana non capiva perché il rosso era improvvisamente scattato in una corsa, ma quando un ruggito ormai terribilmente familiare si fece strada, Lana non ebbe bisogno di voltarsi per capire che un'ennesima creatura gli aveva puntati. Oliver si rivelò più veloce della ragazza, ed ad un certo punto, nessuno dei due avrebbe saputo dire con precisione quando o perché, i due non si tenevano per mano ma correvano distanti uno dall'altro. I muscoli delle gambe di Oliver si contraevano e scattavano garantendogli falcate ampie, ore che la spiaggia si faceva strada e non c'era possibilità di cadere. Il rosso arrivò quindi a casa prima di Lana e si fermò sulla soglia ad aspettare l'arrivo della ragazza. Lana correva a perdifiato, la creatura le era praticamente attaccata addosso, e probabilmente se Oliver avesse aspettato Lana per entrare allora la creatura avrebbe ucciso entrambi. Ma poteva il rosso lasciare Lana chiusa fuori dalla villa e sentire le sue urla mentre veniva mangiata da quell'immonda bestia? La ragazza era ormai vicina, le mancava qualche passo, e ora Oliver doveva capire se chiuderle la porta in faccia negandole aiuto oppure aspettare e sperare che la sua generosità non avrebbe danneggiato nessuno.

 

A) Oliver chiude Lana fuori
B) Oliver aspetta che Lana entri


Trevor fletté il braccio e infilzò l'occhio dell'uomo trapassando il globo gelatinoso con il triangolo affilato della lama del bisturi. Il Dottor R lanciò un urlo disumano, mentre uno schizzò di sangue partiva e macchiava la faccia di Trevor.

Shannen si voltò ed appoggiò la testa sulla spalla di Laurel, troppo scioccata da quella visione per capire che un suo amico aveva appena ferito irrimediabilmente l'occhio di quell'uomo. Non le importava se fosse innocente o meno- evidentemente non lo era -ma Shannen credeva davvero che la violenza generasse violenza e basta, e che il miglior modo per evitare questo circolo vizioso era mettere un freno ai propri istinti animali.

Il Dottor R urlò ancora, dimenandosi nel lettino, mentre malediceva Trevor e gli altri due ragazzi, giurando loro la peggior vendetta che avesse mai riservato ai suoi nemici. Trevor ingoiò aria posando lo sguardo sulla poltiglia gelatinosa che rimaneva incastonata nell'orbita dell'uomo, mentre il bisturi ondeggiava leggermente a causa della consistenza fragile dell'occhio. Impietosito e nauseato, Trevor provò a togliere il bisturi dall'occhio dell'uomo, ma una mano lo bloccò con scatto felino. Dapprima il moro pensò si trattasse di Laurel o Shannen, ma quando la sua visione periferica rivelò la presenza dei suoi amici qualche metro più in là, Trevor capì a chi appartenesse quella mano. Da urla strazianti a singhiozzi convulsi, il Dottor R passò al suono gutturale di una risata. Evidentemente divertito dalla situazione, L'uomo si mise seduto sul lettino- aveva approfittato della falsa crisi di convulsioni per liberarsi, ed ora teneva Trevor fermo per il polso e, con la mano libera si sfilava il bisturi dall'occhio ferito.

“Sei uno stupido ragazzino.” sorrise il Dottor R, mentre il sangue colava a fiotti macchiandogli i denti ed entrandogli in bocca. “Ti dirò un segreto.” disse, prendendo Trevor per il collo e avvicinando il suo orecchio alla bocca, per poi sussurrare “Sono immortale!”. L'uomo si voltò e afferrò Trevor per i capelli, costringendolo a tenere il collo ben esposto, e puntando il bisturi sull'aorta del ragazzo.

“No, ti prego!” urlò Laurel, mettendosi la mano sulle labbra.

“Facciamo così, caro Trevor. Preferisci morire oppure regalarmi il tuo occhio?” domandò il Dottor R.

“Fottiti!” disse il moro a denti stretti.

“Ah-ha! Non si dicono le parolacce.” ghignò l'uomo, “Faccio che prendermi ciò che è mio di diritto.” disse, spalancando le palpebre del ragazzo, mentre Trevor iniziava a tremare alla vista bel bisturi pericolosamente vicino al suo occhio.

In panico, Shannen si guardò attorno per vedere come aiutare il suo amico nel miglior modo possibile, ma ogni attrezzo era troppo lontano dalla sua portata per battere il Dottor R sul tempo, quindi la ragazza indietreggiò nel cercare un appoggio al quale reggersi, trovandolo così nella parete della sala operatoria. Le dita di Shannen, però, atterrarono su qualcosa di gommoso che la bionda non riconobbe, allora si voltò e vide un pulsante rosso su cui vi era scritto “LIBERARE”.

 

C) Shannen schiaccia il pulsante
D) Shannen non schiaccia il pulsante  

  
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