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Autore: rossella0806    25/10/2015    2 recensioni
Aurora è una ragazza con un passato molto doloroso alle spalle: dopo l'ennesima batosta ricevuta nella vita, decide di rifugiarsi in un paesino sperduto, un posto magico circondato da lago e montagne, per poter riflettere e ridare un senso alla propria vita.
Qui si ritroverà a fare i conti con se stessa e con la curiosità dei paesani, gente semplice che si rivelerà di grande aiuto per la sua rinascita spirituale.
Grazie a tutti loro, dal sindaco impicciona, a Liliana, la bottegaia del paese, a Linda, una ragazzina di dodici anni, a Macchia, un gattino trovatello e a Tommaso, aitante vigile del fuoco, Aurora imparerà a vivere e ad affrontare la sua solitudine.
E, alla fine, non solo verrà riscattata dalla sua passione per la fotografia ma, grazie anche ad un incontro inaspettato, si scoprirà più forte e amata di quanto avrebbe mai immaginato.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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FUOCHI D'ARTIFICIO


VENERDI' 28 LUGLIO

Una pianta di orchidee rosa pallido è appoggiata sul tavolo della cucina.
Inutile dire che Aurora avesse faticato per riuscire ad addormentarsi anche solo per qualche minuto continuativo, ossessionata dalla paura che il suo coinquilino potesse farle del male.
Alle sette, quando i raggi del sole erano filtrati attraverso le fenditure delle persiane lasciate accostate per il caldo notturno, la ragazza abbandona definitivamente il proposito di riposarsi.
Lungo il corridoio, il pigiama ancora indosso, non può far altro che passare di corsa davanti la stanza di Tommaso, che ha ripreso possesso della camera dopo la partenza della signora Lina, avvenuta ormai due giorni prima.
Mentre sorseggia un bicchiere di latte freddo e inzuppa un paio di grossi biscotti al cioccolato, la forestiera si accorge della presenza di Macchia, che le viene incontro miagolando ed agitando sinuosamente la lunga coda folta.
Aurora si alza e gli prepara la colazione, versando il solito liquido bianco nel sottovaso.
-E’ un piccolo regalo per farmi perdonare-
Lei sobbalza, reprimendo a stento un'esclamazione di terrore: il giovane coinquilino è appena spuntato da dietro la porta.
-Perdonare? E di che cosa?- riesce a boccheggiare la ragazza, non guardandolo negli occhi scuri e profondi.
-Non lo so, ma qualcosa devo pur aver fatto: ieri sera, mi hai trattato come se ti avessi offesa, anzi, peggio, quasi non ti facevi avvicinare ... -
Un sospiro si fa largo tra le labbra della forestiera, che è ritornata a sedersi, dopo aver sfiorato insicura le foglie dell’orchidea:
-Non è colpa tua, sono io che non mi sentivo bene-
Tommaso fa spallucce, la maglietta arancione e i jeans blu notte, i piedi nudi sul pavimento irradiato dalla luce del sole.
-Mi dispiace, ma almeno so che non sei arrabbiata con me. Ora come ti senti?-
-Meglio, adesso mi è passato. E’ molto bella, la pianta, non dovevi disturbarti- ribatte Aurora, retraendosi sulla sedia e continuando a sorseggiare dal bicchiere.
-Te l’ho detto, è solo un piccolo regalo, mi faceva piacere fartelo- continua il ragazzo, sorridendo e sedendosi sulla sedia opposta.
La forestiera si alza di colpo, avvicinandosi al frigorifero: lo apre e tira fuori nuovamente la bottiglia di latte.
-Macchia lo ha già bevuto- s’intromette il forestiero, alzando la mano destra nella sua direzione.
-Come fai a saperlo? Mi spii? -
-Certo che no! Semplicemente é da un'ora che sono sveglio: quando sono sceso in cucina, quel furbacchione era già qui a reclamare la sua dose di latte mattutino, ecco perché lo so!-
-E tu invece? Hai già fatto colazione?- mugugna, cercando di mantenere un tono di voce il più neutro possibile.
-Sì, non preoccuparti- riprende lui, cercando di avvicinarla nuovamente.
-Senti, per quel discorso che volevo finire con te, ieri sera, se non vuoi non ne parliamo ... non è poi così importante-
Aurora lo guarda confusa, una mano appoggiata al tavolo, le gambe praticamente attaccate allo stipite della porta, pronta a scappare: non sa se esserne sollevata o se pensare alla prossima mossa 
del ragazzo da anticipare, incredula per il fatto che voglia demordere così facilmente.
-Credo che sia meglio. Almeno durante i giorni della festa, vorrei stare tranquilla. Forse, quando sarà tutto finito, potremmo riparlarne-
Tommaso si arrende all'evidenza: ormai non tenta più alcun approccio, né tantomeno ritorna a sedersi, ma rimane in piedi, a una debita distanza che possa non preoccupare la forestiera.
-Come preferisci. Allora, oggi quali sono i programmi?- continua allegro.
-Per prima cosa, sistemare un po’ la casa. Da quando se ne sono andati tutti gli ospiti, sono riuscita a fare solo il necessario. Tu, però, puoi fare un giro in paese, se ti va ... -
-In realtà, sempre che ti faccia piacere, potrei aiutarti: faremo sicuramente prima, insieme-
-Non mi sembra una buon idea. Sono passati appena tre giorni dall’incidente e, anche se il medico ti ha dato il permesso di rimuovere le fasciature, forse ... -
-Smettila di preoccuparti- taglia corto Tommaso, ancora all'altro capo della cucina, vicino al frigorifero.
-Se ti dico che ce la posso fare, è così. E poi, non puoi continuare a trattarmi come una mummia, è un ruolo che non mi si addice!-
Aurora si lascia andare ad un sorriso:
-Va bene, quattro mani sono meglio di due. Pensavo di spazzare e pulire i pavimenti, poi vorrei mettere fuori all’aria i tappeti delle stanze. Cosa ne dici?-
-Mi sembra un bel lavoro, credo che così ne avremmo per tutta la mattinata- risponde il giovane, riavvicinandosi di qualche passo.
-Perfetto, prima iniziamo e meglio è. Finiremo presto, così
oggi pomeriggio potremo andare alla festa-
Tommaso annuisce, mentre la forestiera riprende a versarsi il latte in un bicchiere: questa volta lo tracanna velocemente, solo per buttar giù qualcosa, perché la fame e la sete l'hanno abbandonata, ma sa che, se bevesse a piccoli sorsi, potrebbe vomitarlo ancora prima che arrivi nello stomaco.
-Andiamo?- domanda lei, mentre risciacqua il bicchiere e poi ritira la bottiglia.
-Dove mi porti?- domanda lui, divertito.
Escono dalla cucina e si avviano verso il retro della casa, nel capanno degli attrezzi:
-Toglimi una curiosità … ma ti sei portata il necessario per le faccende domestiche da *** o hai fatto rifornimento qui?!-
-Credi davvero che sia così paranoica?- lo guarda indispettita, dandogli le spalle.
-Mi dispiace deluderti, ma tutta questa roba non l’ho dovuta comprare: nella rimessa ho trovato la scopa, mentre lo spazzolone me lo ha prestato Liliana ieri sera, quando le ho detto che oggi avrei lustrato per bene la villa- conclude con uno sbuffo, dopo aver recuperato il materiale al gran completo.
- Ecco che cos’era quel pacco che hai portato qui, prima che ti raggiungessi a casa loro! Volevi fare le cose di nascosto, eh? -
-Ci ho provato, ma evidentemente non ci sono riuscita!- la forestiera porge il carico di battaglia al giovane, poi richiude a chiave la porta della rimessa.
-Direi che possiamo cominciare, ci sono una marea di cose da fare: potresti occuparti del piano di sotto, mentre io mi concentrerò sul secondo. Ci sarebbe anche l’ultimo da pulire, ma tanto non lo usa nessuno, quindi lo lascerei stare, almeno per il momento. Allora, sei pronto?-
Tommaso si pone sull'attenti e, con il tono scherzoso ma il volto serio, replica:
-Sissignore, signore!-


Circa un’ora dopo la suddivisione dei compiti, il sottoposto raggiunge il generale nella stanza che, fino a due giorni, prima era stata occupata da Linda.
-Permesso! Io avrei finito … ho spazzato e lavato il pavimento, come mi hai detto di fare. Ti ho portato il secchio con l’acqua, così possiamo dare una bella passata anche qui, se ti va ... - suggerisce il ragazzo, avvicinandosi alla forestiera.
-Ah, grazie- lo accoglie, affacciata ad una finestra, mentre i capelli castano chiaro sono ormai scompigliati sulla fronte, un leggero abito rosso e blu che ha sostituito il pigiama.
-Stavo finendo di mettere fuori i tappeti: per fortuna che la biancheria se la sono portata da casa, altrimenti non saprei dove l’avrei presa, per tutta quella gente!-
Il ragazzo, il volto abbronzato e leggermente arrossato dal vigore impiegato fino a pochi attimi prima, conferma le sue parole, sorridendo: 
-E’ vero: sono stati molto previdenti a portare lenzuola, pentole, posate e bicchieri!-
-Però, vedo che non ti è sfuggito nulla, hai fatto un elenco più che preciso ... sei più petulante della signora Lina!- lo rimpovera bonariamente, dando le spalle alla finestra.
-Comunque, grazie per il secchio, sarei venuta io a chiedertelo- riprende seria Aurora, indicandolo con un cenno del capo.
-Beh, se basta solo un secchio a farti venire da me, ben vengano le pulizie di primavera!-
Lei sorride e, per stemperare un po’ la tensione, guarda fuori dalla porta finestra in mezzo alla stanza, anch'essa spalancata:
-E’ una bella giornata: la leggenda dei sette Dormienti non ha sbagliato-
-I sette Dormienti?! E chi sono?- domanda lui incuriosito, sbattendo ancora una volta i tappetti sul davanzale e rimettendoli al proprio posto.
-Me l’ha raccontata Liliana, quando sono andata a cena da lei il giorno dopo il mio arrivo-
La forestiera si toglie con un braccio le ciocche ribelli
dalla fronte, sbuffando e concentrandosi:
-Non è una storia molto lunga. Dunque, i contadini, ancora oggi, credono che il tempo che farà il 27 luglio abbia il potere di raddrizzare il resto dell’estate, ovvero di far sì che ci sia sempre il bel tempo ... -
-E per quale motivo?- ascolta interessato il ragazzo, appoggiato con la schiena alla finestra.
-Sette giovani di Efeso, durante le persecuzioni cristiane, si nascosero in una grotta per sfuggire alla morte, ma i soldati dell’imperatore li trovarono e li murarono vivi.
Loro però, invece di morire, si addormentarono per moltissimi anni.
Quando si risvegliarono, si trovarono di fronte un uomo, un pastore che aveva spostato la pietra davanti al loro nascondiglio perché credeva fosse vuota e voleva trasformarlo in un ricovero per le sue pecore.
I sette Dormienti, essendo convinti di aver dormito solo per poche ore, ebbero paura di quella persona apparsa all’improvviso, ma lui, il pastore intendo, dopo aver sentito la loro storia, li tranquillizzò, spiegando che il cristianesimo era diventata una religione accettata da tutti. Così, li convinse ad uscire dal loro rifugio improvvisato e cominciarono a viaggiare per il mondo, a diffondere il messaggio cristiano. Fine della storia!-
-Però: credo ci sia sempre un sottofondo di verità nelle leggende popolari e, a quanto pare, sembra che il tempo si sia veramente raddrizzato; rispetto a quando sono arrivato e a tutte le disavventure che ci sono capitate, oggi al confronto, è veramente una bella giornata!-
Aurora lo guarda divertita, dimenticandosi delle riserve che aveva nutrito verso di lui appena poche ore prima.
-Sì, è veramente una bella giornata … -



SABATO 29 LUGLIO

La terza sera dei festeggiamenti, la penultima, la tradizione vuole che sia dedicata ai fuochi d’artificio: come raccomandato dal comandante dei Vigili del fuoco, lo spettacolo potrà durare solo una decina di minuti, e dovrà essere eseguito il più lontano possibile dalle montagne, per scongiurare altre improvvise frane.
Alle undici in punto, il cielo dietro il campanile comincia a squarciarsi e a illuminarsi a giorno, grazie ai colori sgargianti dei razzi: ruote panoramiche, stelle cadenti, coriandoli, zampilli d’acqua e cascate si disseminano velocemente, uno dietro l’altro, per poi ricadere al suolo privi di energia.
Chi non si è riunito in piazza o nel campo appena fuori il paese, è affacciato alle finestre e alle ringhiere dei balconi, ad osservare con il naso all’insù lo spettacolo pirotecnico.
E dopo la pioggia dorata e argentata, scoppiettante più che mai, è il momento della fuga, il gran finale, caratterizzato da un ritmo incalzante di bombe blu, rosa, rosse e verdi, lanciate tutte nello stesso tempo, per poi scemare e spegnersi sul terreno una dietro l’altra, come una rete impalpabile che sembra piacevolmente intrappolarti.
Anche quest’anno, i due fuochisti hanno fatto un ottimo lavoro, offrendo uno spettacolo che ha sempre il potere di stupire, festa dopo festa, generazione dopo generazione, affascinando paesani e turisti in un gioco di luci e rumori, incredibilmente nuovi e sorprendenti ogni volta.


La ragazza richiude la portafinestra del balcone del soggiorno, dove hanno appena concluso di vedere i fuochi: serra le persiane con l’apposito chiavistello e tira le pesanti tende lattescenti, la notte ormai spenta all'esterno.
Poi, si gira verso Tommaso, rientrato dalla cucina per riportare i due bicchieri
adesso vuoti di acqua tonica.  
-Macchia si è molto spaventato- lo accoglie Aurora, stringendosi al petto il golf turchese.
-Me ne sono accorto. Anche il mio Argo, quando sente un rumore insolito e più forte degli altri, cerca la mia compagnia o va a nascondersi sotto il tavolo-
Seduti entrambi sul divano a fiori rossi, il forestiero, le gambe incrociate, commenta:
-Poverino … spesso noi umani non ci ricordiamo che per il nostro divertimento facciamo loro del male, a degli animali che non possono capire quello che sta succedendo e che, per questo, si affidano totalmente a noi –
-L’importante è che adesso si sia ripreso: dopo le coccole, l’ho lasciato tranquillo su una sedia in cucina, pronto per dormire!-
-Ottimo, andiamo di là anche noi: mi è venuta ancora sete-
Il giovane si alza, la mano destra tesa verso quella di Aurora, ad invitarla a seguirlo: la ragazza lo guarda titubante, poi si lascia andare e, sorridendo, si avviano verso la stanza adiacente, il rumore placido del riale che scorre a pochi metri dalla villa.
   
 
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