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Autore: Eilish    25/10/2015    1 recensioni
Titolo ricambiato.. ho rimesso l'originale. Scusate tanto.
“Piccola mia, un giorno troverai delle persone che ti sapranno stare accanto, delle persone che non avranno paura di te e ti ameranno così tanto da non riuscire più a lasciarti. In quel giorno tu sentirai dentro di te una fiamma che si accenderà, quella è la speranza… la tua speranza”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dopo che Sota fini di raccontare quello che era successo mi senti stranamente a disagio.
Forse per gli sguardi degli altri o semplicemente per il suo che mi sta penetrando l’anima facendomi sentire quasi dolore al petto.
 
‘Non mi guardare cosi’
 
Questa era l’unica cosa a cui riesco a pensare e volendo togliermi dalla situazione con una scusa esco dal locale che sembrava stringersi ogni secondo di più.
 
Mi sento soffocare.
 
Camminando anche se a fatica trovo un piccolo piazzaletto li vicino, mi addentro sedendomi sopra una panchina che affaccia sulla città.
 
Non so quanto tempo resto ferma li, sembrano anni come pochi secondi ma è sempre stata quella la sensazione che mi da quando guardo il cielo.
Già, quel cielo che in questo momento mi appare sfocato a causa delle lacrime, che è sempre stato in ascolto alle mie preghiere, l’unico che mi ha accompagnato in questa vita, ascolterà da me un’ultima richiesta…
 
“Kami perché? Ho sempre sognato un giorno di poter parlare con i miei veri genitori, ho sempre immaginato un’incontro/scontro che avrebbe comunque portato ad un lieto fine e guardami adesso.
Mi sento soffocare, mi sento umiliata dalla situazione, conscia che la mia fantasia non si sarebbe mai trasformata in realtà e sporca… mi sentivo tremendamente sporca.
Sono  il peggio del peggio. Un errore. Feccia.
Cosa ci può essere di più orribile di venir a scoprire di essere il dolore di una donna, di essere uguale ad un criminale e di non essere stata voluta?
Se già prima pensavo di non essere nessuno come posso ora cercare di essere qualcuno?
Come può un essere umano crescere se sa di non aver ricevuto le basi della vita?
 
Sono un mostro…e perdonatemi pur pensadolo, pur ormai avendo visto la verità su ciò che sono, pur volendo credere di poter vivere, che ci sia qualcosa di più per me, di voler pensare che in futuro io non sarò mai come i miei genitori, di poter amare i miei figli con tutta me stessa… non ne ho le forze. Ora sento di non poter fare nulla perché so che le mie non sono altro che le speranze di una ragazzina che non sa cos’è.
Quindi tu che ci sei sempre stato concedimi un ultimo dono… ucc”
 
 
 
 
 
 
È inutile dire che appena ho finito di ascoltare Sota il mio sguardo si è posato su lei.
Cosa dovrei provare?  Disgusto? Nausea perché quella ragazzina è, come ha detto sua ‘madre’, un errore umano?
Ma per favore.
Non prendiamoci per il culo.
 
Sento la rabbia invadermi, le mani pizzicare e sento la gola farsi secca.
Più la guardo e più la vorrei fermare, perché dal suo sguardo so cosa sta pensando… Tsè, io odiarla? Penso proprio che la bimba non abbia capito un emerito cazzo.
Cerco di trasmetterle i miei pensieri ma non funziona tant’è che la vedo scappare fuori pronta ad un'altra ondata di pianto. Non ci penso due secondi, trattengo Sota che stava per andarle dietro e la rincorro trovandola in un piazzaletto, seduta con lo sguardo rivolto al cielo.
Cerco di andarle più vicino ma improvvisamente inizia a parlare e per quanto desideri stare li vicino a lei, mi fermo e ascolto.
 
 “Dio perché? Ho sempre sognato un giorno di poter parlare con i miei veri genitori, ho sempre immaginato un’incontro/scontro che avrebbe comunque portato ad un lieto fine e guardami adesso.
Mi sento soffocare, mi sento umiliata dalla situazione, conscia che la mia fantasia non si sarebbe mai trasformata in realtà e sporca… mi sentivo tremendamente sporca.
Sono  il peggio del peggio. Un errore. Feccia.”
 
La rabbia cresce, cosa diavolo sta dicendo! La osservo meglio e la vedo piangere mentre cerca di conitnuare il suo monologo.
Per favore, Dio ti darò qualsiasi cosa basta che la fai smettere.
 
“Cosa ci può essere di più orribile di venir a scoprire di essere il dolore di una donna, di essere uguale ad un criminale e di non essere stata voluta?
Se già prima pensavo di non essere nessuno come posso ora cercare di essere qualcuno?
Come può un essere umano crescere se sa di non aver ricevuto le basi della vita? “
 
Faccio fatica a trattenermi soprattutto quando la vedo alzarsi e oltrepassare la recinsione del piazzale, faccio per muovermi ma lei si ferma, la osservo ancora e sembra come se fosse in trance , come se non capisse il pericolo che c’è ad un passo falso da lei.
 
 
“Sono un mostro…e perdonatemi pur pensadolo, pur ormai avendo visto la verità su ciò che sono, pur volendo credere di poter vivere, che ci sia qualcosa di più per me, di voler pensare che in futuro io non sarò mai come i miei genitori, di poter amare i miei figli con tutta me stessa… non ne ho le forze. Ora sento di non poter fare nulla perché so che le mie non sono altro che le speranze di una ragazzina che non sa cos’è.
Quindi tu che ci sei sempre stato concedimi un ultimo dono…uccidimi”
 
Non so cosa stia succedendo in realtà, non sono tipo che si lascia trasportare dalle emozioni ma quella, quella cosina lì mi sta facendo impazzire e non riesco, nonostante il mio cervello dice ’stai fermo e fatti i cazzi tuoi’ il mio corpo sembra non voglia in nessun modo ascoltarlo. Io per primo mi sento sfasato ma infondo so che ciò che sto facendo è la cosa mi sensata che io abbia mai potuto fare.
Non realizzo subito cosa è successo ma il fatto che ora la tengo stretta a me vuol dire che ce l’ho fatta.
Lei mi guarda spaesata e io non ci vedo più.
 
“Cosa diavolo pensavi di fare? Ti rendi conto che ti stavi per buttare da uno strapiombo? Si può sapere cosa cazzo cercavi di fare? “
 
 So che non dovrei alzare la voce ma quello che stava per accadere mi ha fatto accapponare la pelle.
 
“lasciami stare”
 
“Cosa? È questo il ringraziamento dopo che ti salvo la vita? Ti rendi conto di quello che stava accadendo si o no?”
 
“non sono problemi tuoi, lasciami stare”
 
“si visto che non voglio averti sulla coscienza, figurati se ti lasciavo cadere”
 
“nessuno ti ha chiesto di seguirmi e ora vattene, non voglio nessuno! Cosa pensi che non sappia cosa stai facendo? Ti faccio pena non è cosi? Si capiva da come mi guardavi, pensi che non abbia capito che ora non sarà più niente come prima?”
 
“no tu non hai capito niente. Pena? Ragazzina ma scherzi? L’unica cosa che vorrei ora è che ti calmassi e ti rendessi conto di quello che stavi per fare…. Davvero vuoi morire? È davvero questo quello che vuoi?”
 
“Si maledizione SI, non ho più niente, non sono nessuno, una come me non sarebbe dovuta neanche nascere, a che pro resto qui sapendo che in ogni luogo in cui andrò mai nessuno mi accetterà e che ho nelle vene il sangue di uno psicopatico. Chi mai vorrebbe starmi vicino? Chi mai riuscirebbe a stare con me pensando che forse in un futuro diventerò come lui? Chi?”
 
“KAGOME”
 
Urlo il suo nome prendendole la faccia e scontrando la sua fronte contro la mia cercando di farla calmare, un vulcano in eruzione ecco cos’è. Tutto ciò la cosi sconvolta da non riuscire più a ragionare.
La sento respirare in modo affannoso per lo sfogo appena fatto, la guardo e non riesco a credere a quello che mi sta passando per la testa in una situazione del genere.
 
Un mostro? Lei?
Mai un paragone mi è sembrato cosi inadatto.
È bellissima.
 
“tu non sei un mostro e non sei un errore. Non sono bravo con le parole ma guarda dove sei ora. Hai una famiglia che ti adora e che scommetto di ameranno ancora di più, hai degli amici che stravedono per te… hai.. hai anche…me”
 
Dico sentendomi a disagio, non penso che ci voglia cosi poco per farle capire cosa voglio dire ma spero con tutto me stesso che una parte le sia arrivata.
Sento dei passi dietro di me e capisco che gli altri sono arrivati, con il mio aiuto si rimette in piedi e la osservo mentre con lo sguardo chino cerca di non piangere mentre Sota le accarezza la testa e uno ad uno si avvicinando cercando di toccare qualcosa di lei, come a farle capire che c’erano, per farle capire che non è sola.
La guardo e mi perdo come ogni volta ormai, non posso farci niente è più forte di me. Mi piace…
 
 
….e proprio per questo non posso farmi avanti.


















Ta daaaaa!!! I'm here, sono tornata!!
Vi prego abbiate pietà, lo so è da un secolo che non aggiorno questa storia ma ho passato un periodaccio che sinceramente sono contenta di aver chiuso.
Scusate per il ritardo, aspetto vostre riflessioni sul capitolo, ah scusate anche gli e/orrori grammaticali e anche per non aver risposto ad alcune recensioni, tranquilli le ho lette :D Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mi sto scemunendo giuro.
Fatemi sapere T^T
A presto, 
Eilish.

 
  
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