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Autore: Ire_2002    25/10/2015    3 recensioni
Questa storia è una Jeff x Jane.
Non la scrivo perché li shippo o per qualcuno che me l'ha chiesto.
Questo è un"esperimento" che serve a dimostrare quanto sia impossibile scrivere una storia su questa coppia e mantenere i personaggi IC.
Se la cosa si rivelasse impossibile, il che è mooolto probabile, non aggiungerò l'avvertimento OOC, ma la storia si trasformerà in un versus!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Homicidial Liu, Jane the Killer, Jeff the Killer, Nina the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jane camminava lungo il marciapiede, le sue scarpe non facevano molto rumore, aveva imparato ad essere silenziosa quando cacciava.
Osservandola da lontano si sarebbe potuta definire una ragazza normale, anche piuttosto carina, con lunghi capelli corvini, il corpo magro e pallido che risaltava sull'abito nero e leggero che arrivava subito sopra le ginocchia
Ma avvicinandosi si poteva vedere la maschera che portava sul volto, con occhi neri e labbra dello stesso colore, incurvate a formare un sorriso.
Nella sua mano stringeva un coltello da cucina.
Ma con quell'arma non avrebbe mai fatto del male.
Almeno, non alle persone normali.
Solo una doveva essere la sua vittima.
Ormai aveva diciott'anni, da quando ne aveva tredici era iniziata la sua caccia.
Aveva viaggiato per tutta l'America, seguendo la scia di sangue lasciata dalla sua preda.
Ma ancora non l'aveva trovata.
La ragazza continuò a camminare, decisa a trovare il suo obbiettivo.
Doveva fermare l'assassino che stava terrorizzando il mondo intero.
Jeff the killer.
Ogni giorno alla televisione e sui giornali si sentiva parlare di lui.
Nei piccoli hotel dove Jane sostava, normalmente per pochi giorni, tutti parlavano di Jeff.
Un omicidio quasi ogni notte, compiuto sempre dalla stessa persona.
La vittima veniva uccisa nel sonno con un coltello da cucina, con il fuoco o, più raramente, con una pistola.
Sul viso veniva sempre intagliato un sorriso agghiacciante e ogni tanto sulle pareti apparivano delle scritte rosse.
Sempre la stessa frase.
Torna a dormire.
Jane si era impressa nella mente ogni dettaglio di come l'assassino agiva, investigando come una detective.
Vendetta.
Quella parola per lei era la più dolce.
Quello era lo scopo della sua vita.
Vendetta.
Jane arrivò davanti ad una casa.
Una delle tante case che avrebbe visitato quella notte.
Era diventata agile in quegli anni, entrò dalla finestra senza problemi.
Iniziò a girare per la casa immersa nel buio.
Niente.
Come sempre.
Come ogni singola volta.
Si sentiva il leggero respiro delle persone che abitavano in quella casa.
Jane controllò ogni stanza.
Si considerava la protettrice di tutte quelle persone.
Di tutte quelle che rischiavano di diventare come lei.
- Non andate a dormire - sussurrò, prima di saltare giù dalla finestra del primo piano con l'agilità di un gatto.
La notte passò.
Niente.
Non l'aveva trovato.
Come sempre.
Si tolse la maschera non appena le prime luci dell'alba iniziarono ad illuminare il paesaggio attorno a lei.
Si toccò il viso latteo, sistemandosi un poco la parrucca corvina.
Iniziò a correre, per tornare all'hotel.
Tutti la riconoscevano quando passava per le strade. Jane Arkensaw, lei, la ragazza sopravvissuta, l'unica vittima di Jeff ad essere rimasta in vita.
Le dava parecchio fastidio che tutti la notassero e la indicassero, e soprattutto le dava fastidio la ragione per cui era così famosa.
Per fortuna non c'erano ancora molte persone in giro.
Arrivò all'hotel, un'accogliente edificio in legno e pietra.
Si trovava in una piccola cittadina di campagna, circondata da foreste e montagne e abitata giusto da un migliaio di persone.
Lì Jeff aveva compiuto solo un delitto.
La ragazza prese la sua chiave e salì le scale a chiocciola che portavano al primo piano, dove si trovava la sua stanza.
Aprì la porta e nascose maschera e coltello in un cassetto.
La camera era piccola e accogliente, odorava di pino e aveva un'atmosfera calma e rassicurante.
- Niente! Ancora niente!- Jane iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza come faceva sempre.
- Com'è possibile?-
Quello stramaledetto pazzoide non poteva essere così intelligente.
La polizia di tutta l'America lo cercava, c'erano misure di sicurezza, indagini accurate... Ma niente.
Di lui si aveva solo una foto.
Jane iniziò a pensare, per cercare di prevedere la sua prossima mossa.
- Allora, la prima volta ha colpito nella zona nord della città. In quel punto le persone dovrebbero essere ancora scosse dalla faccenda. Non colpirà ancora lì, non subito. Le misure di sicurezza saranno aumentate al centro, vicino al municipio. Non mi resta che vedere che cosa ha fatto oggi.- disse.
Ma prima doveva riposare.
Normalmente dormiva durante la mattina e restava sveglia la notte e il pomeriggio.
Cercava di non far notare la cosa, per non destare sospetti. Tutti pensavano che fosse solo una ragazza che cercava di rifarsi una vita, lavorando part time in qualche negozietto, dopo aver avuto un brutto passato.
La sua intenzione era sì di rifarsi una vita normale, ma solo dopo aver avuto la sua vendetta.
Si buttò sul letto, addormentandosi piano piano, sprofondando in un sonno agitato e pieno di incubi, come sempre.
  
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