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Autore: Rob_Peter    25/10/2015    1 recensioni
Questa serie non ha niente a che fare con il film "The Amazing Spider-Man", il titolo rende omaggio al fumetto iniziato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1963. La storia inizia nel classico modo, Peter Parker, giovane studente modello della Midtown High School viene morso da un ragno radioattivo in una mostra di scienze ed acquisisce forza e agilità proporzionali dell'aracnide, oltre che un senso di ragno che lo avverte del pericolo; Accade l'avvenimento clue per la formazione del personaggio che gli darà una lezione di vita molto importante e lo farà diventare l'eroe più grande di tutti i tempi: lo stupefacente Uomo Ragno. Inizia nello stesso modo del fumetto originale per poi diventare una storia differente e personale, senza però perdere alcuni dei momenti classici della storia di Spider-Man.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Betty Brant, Flash Thompson, J. Jonah Jameson, Peter Parker, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Mi chiamo Peter Parker e sono il supereroe più grande del mondo. Un giorno, ad una presentazione di scienze sulla radioattività sono stato morso da un ragno radioattivo, che mi ha conferito la sua forza e agilità proporzionale. Ho cercato di sfruttare i miei poteri per il guadagno, ma nel mio momento di gloria mi sono lasciato sfuggire un ladro che in seguito ha ucciso mio zio Ben. Da quel giorno ho capito che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Agli occhi di tutti sono solo un timido studente della Midtown High School, ma in segreto uso i miei poteri per combattere il crimine. Chi sono io? Sono Spider-Man.»

 

Previously, on “The Amazing Spider-Man”: In seguito alla morte dello zio Ben, Peter ha capito che lui e sua zia May avrebbero avuto problemi finanziari, quindi decide di contattare il manager che gli aveva offerto di esibirsi in teatro come Spider-Man. L’esibizione riesce in pieno e, in poco tempo, tutta New York conosce il nome di Spider-Man. Purtroppo, però, Peter non riesce a ricevere il pagamento per la sua esibizione, quindi, deluso, accetta di esibirsi per beneficenza in un circo. Dietro quell’esibizione, però si nascondeva il terribile Ringmaster, che riesce ad ipnotizzare Peter e l’intera platea. Interviene Matt Murdock nei panni di Daredevil, che dopo uno scontro, riesce a far recuperare la ragione a Peter e, insieme a lui, sconfigge il nemico. Subito dopo, Matt offre a Peter un costume da Spider-Man fatto da Melvin Potter, il suo stesso “sarto”. Nel frattempo, il professor Warren, comandato da un uomo misterioso, continua ad indagare sul ragazzo…


Capitolo 3

Eroe o minaccia?

 

 

Il giorno dopo, Peter notò che le ultime notizie su Google parlavano solo di Spider-Man; tutti i siti di giornali più famosi riportavano il nome del suo alter-ego.

Non ebbe, però, il tempo di leggere cosa dicevano perché doveva correre dal manager degli spettacoli per farsi pagare in qualche altro modo, dopo la disdetta del giorno prima in banca.

«Strano…» disse il professor Warren, dentro la sua auto parcheggiata di fronte alla casa di Peter, mentre vedeva Spider-Man sgattaiolare fuori dalla finestra «A quest’ora avrebbe dovuto già manifestare la febbre.. Non sembra, ma il ragazzo è molto forte.. Anche se qualche effetto collaterale si nota. Ad esempio, avrebbe potuto far capire al banchiere di essere il vero ragno arrampicandosi sulle pareti; o il suo senso di ragno dovrebbe avvertirlo di qualcuno che lo osserva. Tra l’altro esce dalla finestra della sua camera senza guardarsi prima intorno. Pochi giorni fa la ragazza della casa affianco deve averlo visto vestito così… Ma posso lasciar perdere, non penso che intralcerà le operazioni.»

Warren avviò l’auto, «Non ci sarà bisogno di dirlo al capo» pensò mentre telefonava.

«Sì?» disse una voce molto roca dall’altro lato del telefono, seguita da delle risate inquietanti in sottofondo.

«Qui tutto regolare.»

«Bene. Hai il rapporto del dottor Connors?»

«Deve ancora testare la formula che ha inventato.»

«E cosa diavolo aspetta?!» la voce roca divenne pungente all’istante «Forse non gli è chiaro!» la voce si alzò sempre di più, fino a diventare un urlo «NON MI RESTA ALTRO TEMPO! DANNAZIONE! POTREI MORIRE DA UN GIORNO ALL’ALTRO, O PEGGIO…. Ah.. Ah… AH! HAHAHAHAHA» e riagganciò.

Miles Warren, con gli occhiali appannati, si mise una mano sulla fronte, per poi farla scivolare indietro, sistemandosi i capelli grigi, e fece un’altra telefonata, in cui chiese al dottor Curt Connors a che punto stava con la formula.

«Ho intenzione di provarla a breve su una cavia» spiegò Connors «se funzionerà potremo procedere»

«No, ascoltami bene Curt… Non c’è tempo. Devi provarla sugli esseri umani.»

«Stai scherzando?! Non potrei mai farlo.»

«È questione di vita o di morte… La mia vita. Capisci?!»

Intanto, un uomo ragno spuntava dalla finestra dell’ufficio del manager che gli finanziava gli spettacoli, il quale gli disse:

«Tanto vale che se ne torni indietro, Spider-Man! Gli spettacoli sono finiti… per sempre!»

«Cosa?!» esclamò Peter incredulo «Perché?! Cos’è successo?»

«Guardi lei stesso!» rispose il manager porgendogli il Daily Bugle del giorno. L’editoriale riportava a caratteri cubitali la dicitura:

 

Spider-Man è una minaccia!

 

Nel frattempo, mentre Peter si chiedeva il perché di ciò, l’autore dell’editoriale, J. Jonah Jameson, promuoveva conferenze in tutta la città:

«Non possiamo permettere che quella minaccia mascherata si faccia giustizia da sé! Oltre a porsi al di sopra della legge, ha una cattiva influenza sui giovani! I ragazzi potrebbero cercare di imitare le sue fantastiche imprese!» divulgava l’editore dai baffi a spazzolino e capelli brizzolati sopra e bianchi ai lati, mentre nello schermo alle sue spalle venivano proiettate riprese di Spider-Man che combatteva criminali e svolazzava tra i tetti della grande mela «Pensate cosa accadrebbe se i ragazzi facessero di questo mostro il loro eroe! Non dobbiamo permetterlo! Dico che Spider-Man, o come diavolo si fa chiamare, deve essere cacciato! Non c’è posto per un tale pericolo nella nostra città! I giovani di questa nazione devono imparare a rispettare i veri eroi» venne proiettata l’immagine di un uomo giovane in tuta da astronauta, dai capelli e occhi scuri e leggermente somigliante all’editore «come mio figlio, John Jameson, pilota collaudatore! Non dei mostri egoisti come Spider-Man… Una minaccia in maschera che si rifiuta di mostrare la sua identità!»

Intanto Peter, di fronte ad un’edicola, pensava a voce alta mentre fissava i giornali con l’editoriale su di lui in prima pagina: «Non capisco, come fanno gli altri eroi come Ant-Man a scamparla? Nessuno li disturba e pare che facciano un sacco di soldi!»

«Bah!» esclamò l’edicolante «Io non ci credo neanche a Spider-Man! È solo pubblicità!»

Peter annuì alzandosi gli occhiali, e mentre si allontanava dall’edicola pensò che se non poteva guadagnare come Spider-Man, l’unica altra cosa da fare era trovare un lavoro part-time, quindi diede un’occhiata alle offerte di lavoro. Più tardi quel giorno, però, Peter rimase deluso quando ben quattro posti di lavoro cercavano un uomo e non uno studente.

«Ultime notizie! John Jameson in orbita con un razzo!» gridava il venditore ambulante di giornali, mentre Peter passeggiava per le strade a testa bassa, quando scorse una faccia a lui conosciuta tra la gente; era zia May. Si chiese dove stava andando a quell’ora, quindi la seguì, senza farsi vedere, fino ad una gioielleria. Quando lei entrò, lui si diresse verso il retro, dove si arrampicò sul muro per sbirciare dalla finestra. Zia May stava impegnando dei gioielli.

Peter immaginò che doveva avere un disperato bisogno di soldi ma non voleva che lui lo sapesse per non farlo preoccupare. Pensò che stava facendo tutto quello per lui; e lui non poteva ripagarla; non poteva aiutarla. Peter fissò il giornale che ritraeva il pilota John Jameson e suo padre Jonah tra le mani del venditore e colpevolizzò quest’ultimo per l’impossibilità di esibirsi come Spider-Man. Si rinchiuse in un vicolo e batté i pugni contro un muro.

Il giorno dopo, non avendo di meglio da fare, Peter si recò ad assistere alla partenza del volo orbitale di John Jameson. C’era una folla immensa di gente, limitata da una ringhiera, di fronte ad un enorme razzo con una capsula grigia dalla forma conica in cima, tenuto fermo da un’impalcatura rossa con il logo della NASA. Dall’altra parte della ringhiera, attorno al razzo, vi erano militari e scienziati.

«Ce ne vuole di coraggio per salire su uno di quegli aggeggi!» esclamò un tizio nelle vicinanze di Peter «Scommetto che anche Spider-Man ci penserebbe prima di offrirsi per questo volo, eh?»

Il ragazzo annuì.

«Quindici minuti al decollo! Il personale non autorizzato sgombri la zona!»

«È ora, John!» disse J. Jonah Jameson rivolgendosi al figlio ai piedi del razzo «Fa’ che il paese sia fiero di te, figliolo… Quanto lo sono io!»

«Ti prometto che farò del mio meglio, papà» rispose John cominciando a salire.

Pochi minuti dopo, la capsula con lui dentro fu messa in orbita con un lancio perfetto, ma subito dopo, una piccola sezione del pannello di guida si staccò dalla capsula, perdendosi nello spazio. Senza l’essenziale sezione, la capsula entrò in un’orbita irregolare, fuori controllo.

«Dannazione!» esclamò John «Ho perso il controllo della capsula» quando una spia rossa si accese, illuminando tutto l’interno «Quella spia può voler dire solo che ho perso il cuore del congegno di guida! Non controllo più la capsula! Mayday! Mayday! Jameson a centrale!»

Intanto, a miglia di distanza, alla centrale operativa, il padre del giovane pilota, in preda al panico, chiese ai tecnici cosa stava succedendo e questi gli risposero «La capsula è fuori controllo, signore! La sezione 24-3B si è staccata! Allarme rosso!» le parole del tecnico riecheggiarono, attraverso degli altoparlanti, anche al di fuori della struttura, arrivando alle orecchie di Peter «Senza quella sezione continuerà a perdere quota fino a schiantarsi» 

Agendo con disperata rapidità, i tecnici cercarono di imprigionare la capsula con una rete d’acciaio lanciata con un paracadute, ma inutilmente. Nel frattempo, Peter era tornato a casa di corsa per indossare il suo costume dicendo tra sé e sé «C’è solo un uomo che può salvare John Jameson… e quello è Spider-Man!»

Vestitosi, raggiunse immediatamente il centro di controllo spaziale, dondolando per i palazzi con le sue ragnatele. Nei pressi della finestra spalancata udì uno dei tecnici che diceva di avere una sezione di ricambio, ma che non c’era modo di portarla a Jameson in tempo.

«Vi sbagliate!» affermò Peter saltando dentro dalla finestra «Il modo c’è!»

«Spider-Man!» infuriò Jameson.

«Datemi il sistema che serve. Lo porterò sulla capsula!» disse lo scalamuri rapidamente.

«D’accordo» rispose lo scienziato «Non abbiamo nulla da perdere. Noi non siamo in grado di farlo.»

«Spider-Man?!» enfatizzò Jameson «È solo un truffatore che sta cercando di finire in prima pagina! Cosa potrebbe fare lui?!»

«Invece di blaterare, amico…» replicò Peter, afferrando la sezione di ricambio «Guardi cosa sono capace di fare!»

Saltò fuori dalla finestra lanciando una tela verso il palazzo affianco, e poi svoltò in direzione di una pista nelle vicinanze. Giunto a terra, un militare gli puntò il fucile contro intimandogli di fermarsi, ma lui lo bloccò sparandogli una maggiore quantità del normale di tela contro, imprigionandolo ed esclamando «Non c’è tempo per questo ora»

Pochi secondi dopo, la potente figura in costume requisì un aereo con pilota, spiegandogli brevemente la situazione.

«Non accetterei mai una follia simile» disse il pilota facendo decollare l’aereo «ma sento che se c’è qualcuno che può salvare quel poveraccio, quello sei tu, Spider-Man!»

Poco dopo, raggiunsero la capsula in aria, e cercarono di avvicinarsi il più possibile. Spider-Man, nel frattempo, uscì dall’aereo armato di pezzo di ricambio, e si mise in piedi su di esso, riuscendo a reggersi grazie ai suoi poteri d’adesione alle pareti.

«Cos’hai intenzione di fare?» gridò il pilota da sotto.

«Devo attaccarmi mentre mi passa vicino! Sarà la mia unica possibilità!» rispose il ragno. Detto questo, lanciò una ragnatela verso la capsula, ma la mancò. Lasciò andare quella e ne sparò un’altra, riuscendo stavolta a colpirla. Venne trascinato via dalla capsula. Si trovò appeso alla tela in coda a quella, con il vento che gli soffiava contro. Si diede uno slancio con tutta la sua forza e riuscì a raggiungere la capsula, aggrappandosi ad essa, mentre perdeva pericolosamente quota. Arrivò alla punta, dove inserì il pezzo mancante, che si incastrò alla perfezione. Immediatamente John Jameson si accorse di aver riottenuto il controllo manuale della capsula, quindi lanciò il paracadute al fine di atterrare.

«Missione compiuta!» esclamò Peter in cima alla capsula che atterrava lentamente.

«Spider-Man ci è riuscito! La capsula sta atterrando!» disse uno dei tecnici al computer nel centro di controllo.

«Il mio ragazzo è salvo!» esclamò J.J. tirando un sospiro di sollievo.

Intanto, nei pressi di una campagna, la capsula atterrò senza problemi, e Peter abbandonò la scena pensando che si sarebbe imbarazzato se tutti avessero voluto congratularsi con lui per ciò che aveva appena fatto.

Una volta rientrato a casa, di sera, Peter si tolse il costume pensando, con aria felice «D’ora in poi non dovrei più avere problemi ad esibirmi in pubblico! Scommetto che anche Jameson mi assumerebbe.»

Nel frattempo, al Daily Bugle, Jameson rientrava. 

«Prepari il giornale di domani, miss Brant» disse rivolgendosi alla segretaria «In prima pagina: Spider-Man.»

La mattina seguente, Peter si svegliò con un’aria soddisfatta. Si vestì velocemente, si guardò allo specchio e pensò che forse avrebbe dovuto cambiare un po’ stile; tra i capelli castani tirati indietro, gli occhiali grandi di suo padre e le giacche quasi eleganti che indossava non rientrava molto nella moda del ventunesimo secolo. Scese al piano di sotto, salutò zia May e aprì la porta per prendere il giornale sull’uscio, che non vedeva l’ora di leggere. Ma quando lesse la prima pagina, rimase sbalordito e disse «No. Non può essere.»

 

Il Daily Bugle chiede che Spider-Man sia arrestato

e incriminato.

-J. Jonah Jameson.

 

Peter non poteva crederci. Andò velocemente in sala e accese la televisione. Jameson era su tutti i canali, ed aveva l’immagine di Spider-Man alle spalle mentre annunciava: «È stato tutto un piano di Spider-Man per screditare mio figlio! Io accuso Spider-Man di aver sabotato la capsula in modo che si staccasse la sezione di guida! Spider-Man è penetrato illegalmente in una base militare, requisendo con la forza un aereo; poi, grazie a una messa in scena, ha cercato di fare l’eroe, provocando il fallimento di un importante test missilistico e facendo rallentare il nostro programma spaziale di settimane! Ripeto… Spider-Man è una minaccia per l’America!»

Purtroppo, se si grida forte, sono sempre in molti quelli che ci credono, a partire da zia May, che alle spalle di Peter diceva «Spero che catturino quell’orribile mostro e lo rinchiudano prima che possa nuocere». Per le strade, la gente con il giornale tra le mani, diceva le stesse cose.

«Dovrebbero cacciare quel pagliaccio dal paese!»

Infine, sotto la pressione del fuoco incrociato del collerico giornalista, i muri, i pali, i manifesti e le vetrine di tutta la città furono cosparse di fogli su cui era stampata la sua maschera e c’era scritto:

 

RICERCATO:

SPIDER-MAN

Una taglia per la sua cattura.

ATTENZIONE: È pericoloso. Denunciatelo

al più vicino ufficio del F.B.I.

 

Peter, vedendo tutto ciò accadere sotto i suoi occhi in una sola giornata, camminò nervosamente per la città, con i pugni chiusi, pensando, cosa avrebbe fatto ora? Come avrebbe potuto dimostrare di non essere pericoloso? Come avrebbe potuto convincere la gente che non era lui la causa dell’incidente? Tutto ciò che faceva come Spider-Man finiva male; a cosa servivano i suoi fantastici poteri se non poteva usarli? E se fosse stato costretto a diventare ciò che lo accusavano di essere? L’unica strada che gli rimaneva era quella di diventare un criminale. 

Mentre meditava, Peter vide un poster dei Fantastici Quattro, il gruppo di supereroi più famoso del mondo dopo gli Avengers, e gli venne un’idea; avrebbe potuto unirsi a loro per fare soldi e screditare le accuse contro di lui. Pensò che sarebbero stati entusiasti di avere fra loro un ragazzo dotato di superpoteri, quindi si avviò verso il Baxter Building, il quartier generale del supergruppo.

Arrivato sul tetto di un edificio vicino, vestito da Spider-Man, lanciò una ragnatela verso la sua destinazione, pensando che li avrebbe lasciati a bocca aperta già solo per come sarebbe entrato nel loro edificio. Intanto, all’interno del Baxter, risuonò un allarme nel soggiorno dei Fantastici Quattro e Reed Richards, anche noto come Mr. Fantastic esclamò «L’allarme! Qualcuno sta cercando di entrare di nascosto!»

«È un illuso se spera di coglierci di sorpresa!» rispose Johnny Storm, a.k.a. Torcia Umana.

«Eccolo sul video!» disse Sue Storm, la Donna Invisibile, attirando l’attenzione generale verso gli schermi «È Spider-Man!»

«Perché non ha chiesto un appuntamento come tutti?» domandò Johnny.

«Perché è uno scemo esibizionista come la Torcia Umana.» rispose Ben Grimm, o meglio, la Cosa.

«Che cari» pensò Peter giunto all’edificio «mi hanno lasciato aperta la finestra»

Quindi si diede un piccolo slancio e saltò dentro da quella finestra esclamando «Salve, gruppo! Non dovreste lasciare che la gente entri così facilmente!»

«Ho notizie per te, fanfarone» rispose la Cosa «Non è così facile!» 

Detto quello, una gabbia di plexiglass scese dal soffitto, rinchiudendo Peter, mentre la finestra da cui era entrato venne bloccata da un muro d’acciaio. Immediatamente il tessiragnatele, molto sicuro di sé, fece leggermente leva sul lato della gabbia e riuscì ad aprirla senza problemi.

«Quel congegno costa una follia!» esclamò Mr. Fantastic «se lo rovini…»

«Tranquillo, gommone» interruppe la Cosa «Ora farò imparare l’educazione a questo tappo!» colpendo il ragno con uno dei suoi enormi pugni di roccia.

Spider-Man, che a stento aveva subìto il colpo, disse «Con chi credi di avere a che fare, scimmione? Dimentichi di avere di fronte qualcuno con la forza proporzionale di un ragno?» ricambiando il pugno e facendo volare Ben addosso a Johnny. 

«Argh, così imparo a frenare i pugni!» mormorò la Cosa, mentre Mr. Fantastic allungava e ingigantiva le braccia per cercare di afferrare il ragno, ma questi saltò rapidamente, intrappolando le mani di Reed con la tela. Tornato al suolo, Peter sentì il suo senso di ragno pizzicare; lo avvertiva di un pericolo alle sue spalle. Si voltò immediatamente e vide una corda che si muoveva a mezz’aria. Ci pensò velocemente e concluse che doveva trattarsi della Donna Invisibile, quindi prese un’estremità della corda e la tirò verso di sé, facendo riapparire Sue a terra. 

«Basta, insetto!» affermò Johnny Storm «La festa è finita! Ti sistemerò io. Fiamma!»

La Torcia Umana si accese e rinchiuse il ragno in un cerchio di fuoco, volandogli intorno. Peter, quindi, saltò, scavalcando la trappola; Johnny si mise ad inseguirlo, ma era di una velocità incredibile e, quindi, a stento riusciva a stargli dietro.

«Va bene…» enunciò Mr. Fantastic, gonfiandosi di fronte al ragno, separandolo così da Johnny e Ben «Smettiamola con questi giochetti, amico, prima di farsi male. Se vuoi dirci cosa vuoi…»

«Era ora che me lo chiedeste!» esclamò Peter «Sono venuto per unirmi a voi, ed essere uno dei Fantastici Quattro, così ho pensato di mostrarvi cosa so fare! Ma parliamo di affari… Quanto vi rende? Penso di valere una paga piena!»

«Lo sapevo!» disse la Cosa, mentre si dimenava alle spalle del gommoso Mr. Fantastic «Questo scemo è svitato!»

«Ti sbagli, Spider-Man…» rispose Sue Storm «Noi non riceviamo compensi, né paghiamo stipendi!  Qualsiasi profitto è a beneficio della ricerca scientifica.»

«Sei nel posto sbagliato…» proseguì il fratello, Johnny «non siamo la General Motors!»

«Abbiamo il denaro sufficiente per le nostre spese…» concluse Reed Richards «Ogni centesimo rimasto, serve a sviluppare il più efficace apparato anticrimine del mondo! Poi, tu non sei ricercato?»

«Dovevo immaginarlo.» disse Peter infastidito «Siete pronti a credere male di chiunque, come tutti gli altri! Ma va bene, lasciatemi fuori! Chi ha bisogno di voi?» e saltò fuori dalla finestra, mentre Reed cercava invano di fermarlo.

«Peccato che se ne sia andato subito» disse Sue «Avremmo potuto aiutarlo…»

«Aww! Abbiamo già troppi problemi!» borbottò Ben.

«Ho come la sensazione che in futuro sentiremo ancora parlare di lui…» sostenne Reed.

Nel frattempo, nel retro di una base della difesa, in periferia, un uomo di mezz’età, con baffi e capelli brizzolati, era legato in mutande allo spigolo di un muro, mentre un tizio a lui identico in volto entrava indisturbato nella base. Arrivato ad un corridoio deserto, aspettò che un professore dai capelli rossi e ricci, occhiali tondi e barba incolta, passasse di lì, quindi lo bloccò da dietro, fino a farlo svenire, per poi togliergli i vestiti e gli occhiali e indossarli. Si mise una mano sui capelli e li rimosse; fece la stessa cosa con i baffi, poi tirò fuori dalla giacca una parrucca dello stesso colore del professore svenuto ai suoi piedi, e se la mise in testa. Subito dopo, inosservato, raggiunse un laboratorio, in cui gli altri professori lo salutarono, pensando che fosse l’uomo che stava impersonando. Aprì un cassetto ed intascò, senza farsi vedere, dei fogli, per poi abbandonare la base con calma.

Quella notte, nel suo covo, l’uomo misterioso si spogliava dei vestiti rubati, rivelando il suo volto di un bianco innaturale, e pensava che con i suoi travestimenti poteva rubare qualunque cosa, e che molti paesi avrebbero pagato una fortuna per quei piani, mentre il notiziario rimbombava dalla televisione «Tutta la città si chiede perché Spider-Man abbia visitato il quartier generale dei Fantastici Quattro! Corrono voci che Spider-Man diventerà il quinto membro dei Fantastici Quattro! Il commissario di polizia dice “Sciocchezze”!»

«Molto interessante» meditò il criminale misterioso «C’è solo un motivo per cui Spider-Man vuole unirsi ai Fantastici Quattro… Essendo ricercato, non può guadagnarsi onestamente dei soldi! E qui entro in scena io; Spider-Man sarà un perfetto paravento quando ruberò la seconda metà dei piani anti-missilistici, svierà le tracce della polizia! Lui ha i poteri di un ragno… Gli manderò un messaggio che solo i suoi sensi potranno percepire!»

Così, il mattino seguente, a miglia di distanza da quel covo, alla Midtown High School, Peter Parker, mentre seguiva interessato la lezione, ricevette un messaggio attraverso il suo senso di ragno che diceva «Spider-Man! Vediamoci stasera sul tetto del Lark Building! Ci guadagnerai!»

«Qualcuno sta cercando di contattare Spider-Man» pensò il ragazzo «Ma chi? Beh, non importa chi, non posso rinunciare ad una proposta di guadagno. Ci sarò!»

Così, pochi minuti prima delle dieci, quella sera, al Lark Building, un uomo intento a indossare gli abiti da guardia dell’edificio veniva attaccato alle spalle dallo strano fuorilegge, il quale poi indossò quei vestiti, maschera e parrucca che lo facevano sembrare uguale al tizio che aveva appena steso.

Dopo aver legato e imbavagliato l’originale, l’impostore si diresse verso la guardia del turno precedente, dicendogli «Ti do il cambio!»

«Era ora!» esclamò il tipo, muovendosi verso l’ascensore «Sono stanco morto!»

Una volta rimasto solo, il criminale si tolse i vestiti da guardia, rivelando il costume da Spider-Man che aveva di sotto. A quel punto, si recò al piano di sopra, nell’ufficio principale, e quando aprì la porta, un uomo che stava lavorando al computer urlò «Spider-Man! Come sei entrato? Cosa vuoi?!»

«Quei piani di difesa missilistica che ha sotto il naso!» rispose l’impostore, tirando fuori una pistola, da cui sparò una tela molto simile a quella dell’originale.

«Non ci credo! Sei davvero un traditore!» affermò l’uomo mentre veniva bloccato dalla tela. Pochi secondi dopo, il fuorilegge si impossessò dei piani e scappò via salendo le scale d’emergenza. L’uomo, nel frattempo, si liberò dalla tela e chiamò la polizia.

Giunto sul tetto, il finto ragno salì su un elicottero e volò via. In volo, incrociò Spider-Man, il quale, per sua fortuna, non riuscì a vederlo in faccia. Quest’ultimo si chiese come mai quell’elicottero aveva appena lasciato l’edificio a cui era diretto.

Arrivato sul tetto del Lark Building, il ragno notò che non c’era nessuno, e quando la porta da cui era uscito il suo impostore si aprì, uscirono dei poliziotti che gli intimarono di fermarsi e restituire i piani rubati. Mentre Peter realizzava di essere caduto in qualche tipo di trappola, pensò all’elicottero che aveva incrociato poco prima, immaginando che si trattasse dell’uomo che cercava di incastrarlo. Quindi sparò una tela verso i poliziotti e volò via da lì, cercando di intercettare l’elicottero grazie al suo senso di ragno. Ci riuscì, ma sentì che era molto lontano, quindi si affrettò. Arrivato ad un porto, notò l’elicottero allontanarsi sul mare, verso un sottomarino russo che emergeva. A quel punto, il ragno tornò indietro di qualche metro, e saltò sul tetto di un palazzo. Qui aveva una vista migliore della situazione; poteva vedere chiaramente l’elicottero in lontananza, e davanti a sé vi erano il camino e l’antenna della casa. Pensò che aveva un solo modo di raggiungere l’elicottero. Lanciò una ragnatela con la mano destra verso l’antenna alla sua sinistra. Poi, ne lanciò un’altra con la mano sinistra verso il camino alla sua destra. Legò le due estremità che aveva nelle mani, e aggrappò le due tele, ormai unite in una rigida corda, in una sola mano. Indietreggiò, tirando così le tele che avevano formato la corda, si voltò e sparò una tela dalla mano libera verso il palazzo di dietro. Si lasciò trasportare da questa senza lasciare la corda, trovandosi, così, fermo a mezz’aria con una tela verso dietro in una mano, e la corda che aveva formato con due tele nell’altra. Si dondolò avanti e dietro, accertando che la corda fosse abbastanza rigida da simulare una fionda, quindi lasciò la tela di dietro e venne catapultato in avanti dalla corda che aveva tirato per metri, che tornava alla posizione rigida. Stava volando. Si mantenne rigido in aria, e in poco tempo raggiunse quasi l’elicottero in volo. Gli bastò lanciare un’altra tela verso di esso, aggrapparlo, e tirarla verso di sé per darsi lo slancio necessario a raggiungerlo. Il fuorilegge cercò di dimenare l’elicottero, ma inutilmente. Peter strappò il portello con le mani e disse «Hai chiuso amico! Vola verso terra, subito!»

«Dannazione, Spider-Man! Sapevo che avevi poteri di ragno, ma non che sapessi anche volare!»

«Tsk, questo non è volare… Questo è cadere con stile!» rispose Spider-Man molto fiero di sé.

Pochi minuti dopo, l’elicottero fece ritorno sul tetto del Lark Building, in cui c’era ancora la polizia.

«Ecco l’uomo che cercate!» esclamò Spider-Man uscendo dall’elicottero mentre tratteneva l’impostore per il braccio «Il tizio che ha rubato i piani fingendosi me!»

Ma subito dopo, il criminale lanciò una bomba fumogena a terra e fuggì nella confusione gridando «Ci vuole ben altro per sconfiggere il Camaleonte!»

«Non può uscire dall’edificio!» esclamò un poliziotto «Tutte le uscite sono sorvegliate! Perquisite ogni stanza!»

Ma intanto, in una stanza, l’uomo che si faceva chiamare il Camaleonte si travestì da agente, uscì dalla stanza e si confuse tra la folla di poliziotti. Spider-Man, però, tra i poliziotti, capì il trucco e quindi, camminando tra la folla, si fece guidare dal suo senso di ragno, che gli segnalava un agente dai capelli biondi. Gli si avvicinò, ma questi spense le luci dall’interruttore di sicurezza. Immediatamente Peter lo puntò per lanciargli la tela, ma si accorse di aver finito il fluido. Non c’era tempo per cambiare cartuccia, quindi si arrampicò sulla parete per vedere meglio la situazione. Tra tutti i poliziotti in confusione scorse un’ombra che si allontanava; il senso di ragno gli diede l’ok, quindi gli saltò addosso ma questi gridò «Aiuto! Prendetelo! È il Camaleonte travestito da Spider-Man!»

Le luci tornarono, e gli agenti andarono incontro a Spider-Man, il quale, dimenandosi, strappò la divisa dell’impostore, rivelando il falso costume da ragno che aveva sotto.

«Guardate!» disse un agente «Non è il criminale, è il vero Spider-Man! Il Camaleonte è il poliziotto!»

Il Camaleonte mise le mani in alto e gli agenti poterono arrestarlo, mentre Peter fuggiva via dalla finestra rabbioso, pensando «Ogni volta che cerco di rendermi utile, mi caccio nei guai. Beh, che se lo prendano da soli quel bastardo, ora.»

E mentre il Camaleonte veniva portato via, una solitaria figura si perdeva nelle ombre della notte silenziosa.

«Niente va per il verso giusto. Vorrei non avere mai avuto questi maledetti poteri.»

Più tardi, all’uscita dell’ultima edizione del Daily Bugle, nuovamente contro Spider-Man, i Fantastici Quattro pensarono a quest’ultimo:

«Reed…» bisbigliò Sue Storm, la Donna Invisibile «Spider-Man è così potente e così confuso… E se diventasse un criminale?»

«Non penso, Sue» replicò Reed «Penso che questo sia solo l’inizio per lui. Come ognuno, dovrà iniziare dal basso, con il mondo contro… Ma se lui sarà in grado di essere forte e proseguire sulla retta via, allora un giorno tutti sapranno che Spider-Man è il più grande supereroe del mondo.»


 

liberamente tratto da “The Amazing Spider-Man #1” di Stan Lee e Steve Ditko del 1963.

 

 

 

The Web Of Spider-Man.

E siamo giunti così, alla conclusione del terzo capitolo di quest’avventura! È domenica, e avevo deciso di pubblicarlo lunedì, ma non potevo proprio aspettare un altro giorno! Forse sarà la domenica il nuovo giorno di pubblicazione d’ora in poi, e non più il lunedì! Comunque… Tu, sì, proprio tu, true believer, che stai leggendo… Come ti è sembrato questo capitolo? Ti sta piacendo la storia finora? Pensi che faccia schifo e che debba chiudere?! Non temere di farmelo sapere con una recensione! Vorrei ringraziare Farkas per aver fatto esattamente questo!

In questo capitolo ci troviamo ancora in una fase un po’ introduttiva per il nostro ragnetto preferito. Vi è piaciuta la piccola comparsa dei Fantastici Quattro? Avete apprezzato la battaglia contro il primo villain di Spidey, il Camaleonte? 

Nel prossimo capitolo vedrete come i poteri di Peter influiscano la sua vita a scuola e il suo rapporto con i compagni, un suo possibile coinvolgimento emotivo con una ragazza, il continuo della campagna di J.J contro lo scalamuri e, udite udite… La minaccia dell’Avvoltoio! ‘Nuff said, ci si vede domenica prossima/lunedì prossimo!

  
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