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Autore: AlessiaOUAT96    25/10/2015    1 recensioni
E se gli Avengers si trovassero nel mondo di Divergent?
La fan fiction si basa sulla precedente raccolta "Scelte"
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Non appena Wanda fu portata in infermeria, Pietro si sedette in disparte con i sensi di colpa che gli pesavano addosso.
Non poteva credere a quello che aveva fatto. Aveva steso sua sorella? Continuava a ripetersi che lei se la sarebbe cavata in futuro, e se non fosse stato così? E se fosse stata eliminata? Non poteva pensarci, non voleva farlo altrimenti si sarebbe rattristato ancor di più.
-Quicksilver.. è tutto apposto?- chiese Bruce distraendolo da quella marea di pensieri negati che stava inondando Pietro.
L’interpellato alzò lo sguardo ed incrociò quello del nuovo amico.

-Sei dispiaciuto per l’incontro con tua sorella, vero?- chiese Clint anche se a dirla tutta sembrava più un’affermazione.
I due gli si sedettero accanto e guardarono Steve che si preparava all’incontro con Peter.
Due ex Candidi, si conoscevano? Probabilmente sì a giudicare dallo sguardo di Peter.

Tony in quella giornata era uno dei due ad essersi evitato il duello anche se era più che consapevole che la giornata successiva sarebbe capitato a lui e la cosa lo preoccupava non poco dato che, come aveva potuto osservare, gli Intrepidi non si risparmiavano neanche i duelli tra fratelli; poteva benissimo combattere contro i suoi amici pur non volendolo..

***

Steve era nervoso, lo si capiva anche da lontano. Peter era sin da bambino un bugiardo che non si risparmiava menzogne nemmeno sotto le regole ferree dei Candidi. Non esitava mai a mentire per puro egoismo e non si risparmiava nemmeno con gli insulti e le prese in giro.
-Ma guarda chi si rivede.. Steve il mingherlino.. fatto palestra ultimamente?- lo schernì Peter.
Steve però non rispose, alzò la guardia, bilanciò il peso corporeo spostando un piede indietro e si preparò a combattere.
-Non mi interessa se hai i muscoli rafforzati.. ti batterò come ho sempre fatto!-
-Questo lo vedremo, Peter il bugiardo-
-Come osi darmi del bugiardo?-
-Preferisci ingannatore? Avanti smettiamola di parlare e concludiamo l’incontro che deve ancora iniziare!-

Cominciarono con ganci destri e sinistri, alcuni andavano a vuoto, altri no. Steve non era intenzionato a perdere e Peter faceva parte di quella cerchia a cui avrebbe tanto voluto prendersi una rivincita.
Lo aveva sempre preso in giro per la sua piccola stazza e per la sua minuta corporatura, Steve non lo aveva mai sopportato e, tutte le volte che aveva provato a difendersi, ci aveva sempre rimesso. Rischiò più volte grosso ma grazie ad un suo amico che lavorava negli Intrepidi come guardia mobile, si era sempre salvato; si faceva chiamare Bucky anche se il suo vero nome era James Barnes. Purtroppo però non lo rivide più e non seppe mai il perché.
Era l’unico amico vero che avesse mai avuto e che non aveva pregiudizi su di lui. Era alquanto insolito per Steve fare amicizia con un Intrepido ma Bucky era l’eccezione della regola, una di quelle persone che non si basano solo sulle voci e pettegolezzi altrui.
Ora poteva avere quella rivincita.
-Non c’è stavolta quel tuo amico a difenderti, Steve!-
-Taci!- gli tirò un calcio sul fianco che lo fece traballare, ma Peter non cadde, anzi, sembrava che l’adrenalina scorresse a ritmi sempre più accelerati dentro di lui.

Bloccò Steve da dietro ma quest’ultimo prontamente lo colpì in pieno stomaco con una gomitata, facendolo cadere all’indietro, tenendo le mani sullo stomaco. Sputò sangue ma non si arrese e lo caricò un’ultima volta prima che Steve lo mettesse al tappeto con un sonoro pugno in faccia che lo fece svenire.
Aveva vinto, si era vendicato per così dire. Stava sudando ma non era stanco anzi, si preoccupò prima dei suoi amici, in particolare di Pietro dato che aveva notato lo sguardo che aveva dopo il combattimento.

***

-Mi dispiace, Scarlet- sussurrò Quicksilver alla sorella distesa sul letto dell’infermeria. Era ancora addormentata, sembrava un angelo dai capelli scuri e la bocca rosea.
Era veramente dispiaciuto, ancora non ci credeva!
Si era precipitato subito in infermeria dopo la fine dell’incontro di Steve, si era accorto che lo stavano seguendo, era riuscito a sentire i loro passi riecheggiare nei corridoi umidi, ma non parlavano, erano silenziosi anche dopo le loro vittorie. Che fossero davvero preoccupati per lui?
Li sentì arrivare e fermarsi sull’uscio dell’entrata.

-Venite- disse senza nemmeno voltarsi.
Li sentì avvicinarsi e sedersi accanto a lui.
-Non siete obbligati a rimanere, potete andare se volete-
-Nessuno ci ha obbligati- disse l’arciere.
-Non ti libererai di noi così facilmente- continuò Bruce.
-Siamo sopravvissuti al primo combattimento- disse inaspettatamente Tony.
-Ma se non hai nemmeno combattuto?- rimbeccò Clint ridendo.
-Giusto, ma ho sofferto con voi- rispose Tony portandosi una mano al cuore per enfatizzare il tutto.
Le risate che seguirono, calmarono Pietro facendolo rilassare.

-Non preoccuparti- sussurrò debolmente Wanda aprendo gli occhi e portandosi una mano sulla fronte.
-Ti sei svegliata! Come stai? Mi dispiace per..- cominciò con un flusso di parole ma fu interrotto da una Wanda che sorrideva comprensiva –Ti ho detto di non preoccuparti, capisco le tue motivazioni. Piuttosto.. perché siete tutti qui?-

La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo di uno degli iniziati, probabilmente li aveva seguiti di nascosto e poi si era messo a correre. Sembrava agitato ed aveva il fiatone. Ora che lo guardavano meglio pareva si chiamasse Al, era un ex Candido, grosso di corporatura e con delle grandi sopracciglia.
-Eric ha detto che dobbiamo seguirlo..! Vi conviene sbrigarvi e lasciarla lì per poco.. non vorrei che Eric se la prendesse con voi- disse indicando Wanda che con un debole cenno acconsentì anche se ad Eric sarebbe importato ben poco del suo permesso.
-Andate subito, ci vediamo domani- disse la ragazza.
I cinque si guardarono per un istante e poi seguirono Al per i corridoi.

***

-Siete arrivati, la prossima volta non allontanatevi senza il mio permesso, chiaro?- disse il capofazione guardando i cinque arrivati in ritardo accompagnati da Al.
-Questo è quello che succede a chi si arrende- continuò lanciando un’occhiata ad una ragazza dalla pelle scura e dai corti capelli neri appesa alla ringhiera della passerella sopra lo Strapiombo.
L’acqua la sta mettendo in difficoltà, le sue mani scivolano toccando la sbarra metallica ma lei riesce a tenersi aggrappata con le sue forze.
-Cinque minuti e poi se ce la farai potrai tornare tra noi-

-Ma è una follia!- esclamò Steve indignato. Una delle cose che non sopportava erano le ingiustizie e questa, a suo parere era una di queste. Una stupida ed insensata punizione. A volte, e quella era una delle occasioni, si chiedeva se entrare tra gli Intrepidi fosse stata una buona idea. Vedere Christina soffrire in quel modo, tra vita e morte, lo faceva arrabbiare. Gli Intrepidi erano dei pazzi se pensavano di risolvere le cose in quel modo.
“Chissà se anche Bucky ha dovuto sottoporsi ad un simile sforzo”.

-Se non sei d’accordo, prendi tu il suo posto-
-D’accordo-
-Steve.. Christina ha finito il tempo e l’hanno riportata tra noi..- disse Tony preoccupato per l’amico.
-Ormai ha deciso- disse Eric sorridendo –Tocca a te e.. sono dieci minuti per la tua obiezione-
Steve non si oppose e si appese allo stesso modo di Christina. Le sbarre erano tiepide, sebbene l’acqua della corrente fosse gelida, le mani della ragazza l’avevano scaldate. Steve però era più forte di lei e non percepiva lo sforzo. Se era necessario per farsi valere lo avrebbe fatto più di una volta.

Non sapeva quanto tempo era passato, sapeva solo che l’acqua stava cominciando a penetrargli fino alle ossa da quanto era gelida, la maglietta stava diventando aderente e sottile come una seconda pelle, mettendo in risalto il suo fisico, ma non era sufficiente per farlo mollare, ci voleva ben altro.

“Chissà cosa penserebbero Peggy e Bucky di me”. Peggy, il solo pensare a lei lo fece stare meglio e gli diede più forza. Si chiedeva cosa avrebbe pensato di lui, se era uno sciocco sentimentalista o se era coraggioso.
A quel punto non seppe più dare una definizione di coraggio.

-Il tempo è terminato- disse Eric allontanandosi e congedando tutti.
Steve rifiutò l’aiuto e si tirò su da solo con le proprie forze, appena mise piede sulla passerella, qualcuno di diede una giacca per scaldarsi.

Stava per andare via ma una voce lo fermò –Non c’era bisogno che lo facessi- era Christina. Sembrava rilassata dopo quello che le era successo, se lo meritava, era stata brava a non mollare.
-Invece sì, era necessario. Quello che ti ha costretto a fare era orribile e non temo le mie parole-
La ragazza accennò un sorriso –Sai.. credo che alcuni tratti delle nostre vecchie fazioni, per quanto cerchiamo di dimenticarcene, rimangano sempre con noi, emergendo di tanto in tanto-
Christina se ne andò e Steve fece lo stesso seguendo i suoi amici. Quello che ci voleva era una doccia bollente e poi sarebbe andato a dormire. Non aveva rimpianti, anzi, era fiero del suo gesto e ringraziò mentalmente quel siero del test per averlo reso così.. forte. Senza di quello probabilmente sarebbe finito nello Strapiombo.

***

Un altro giorno di combattimenti e stavolta Tony non se la sarebbe scansata. Lo avevano messo contro Steve che non si era tanto stupito. Probabilmente Eric voleva fargliela pagare ancora per il suo gesto del giorno precedente.
Prima di loro però toccava a Tris contro Peter che sembrava essersi ripreso un po’ dopo la  batosta del giorno precedente.

-Qualche problema Peter? Sembri malconcio..- lo schernì Tony, Peter però era concentrato sulla su avversaria che sembrava impaurita dallo scontro.
Cominciano e sembra che lui voglia giocare con la preda come fa un gatto con il topo. Sfortunatamente Eric se ne accorge e gli intima di sbrigarsi.
In poco tempo Tris viene sconfitta e sviene, per sua fortuna.
Peter quel giorno ha vinto contro due persone, Drew e Tris. Sembrava soddisfatto a giudicar dalla sua espressione trionfante.

***

Steve contro Tony. Ultimo combattimento. Gli altri, Scarlet compresa avevano finito e, come Pietro aveva immaginato, la sorella aveva vinto con facilità e stava recuperando.

Posizionati l’uno di fronte all’altro con la guardia alta erano pronti, o almeno all’apparenza, perché entrambi non volevano fare sul serio ma erano obbligati.
-Su dai.. non avrai paura vero?- chiese Tony in modo scherzoso per alleggerire la tensione creatasi. Era il suo modo per dire che non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere ed in quel momento capì come si dovettero sentire i due fratelli sul ring.
-Tu invece? Non avrai mica la coda di paglia nascosta da qualche parte?- rimbeccò Steve utilizzando lo stesso tono.
I loro sguardi si incrociarono un’ultima volta prima di cominciare a darsele di santa ragione, quel fugace sguardo lasciò intendere che, qualunque cosa fosse successa, sarebbero rimasti amici.
Steve colpì Tony con un montante allo stomaco che fece indietreggiare l’avversario. Steve continuò a colpirlo ma Tony era veloce e schivava facilmente. Gli fece uno sgambetto e quando Steve cadde a terra si preparò ad atterrare su di lui.


Ma non funzionò. Steve fu veloce e si scasò prima che la gomitata di Tony gli colpisse l’addome.
Il contraccolpo subito dal ex Erudito, gli causò un forte dolore che lo costrinse ad indietreggiare. Tony strinse i denti dal dolore e nel frattempo la zona lesa si gonfiò. Si fece una diagnosi in pochi secondi grazi a tutti i libri di medicina che aveva letto ed il risultato fu che si trattava di una botta. Non una qualsiasi ma per fortuna non c’era nulla di rotto.
-Tutto qui? Riesci solo a farmi uno sgambetto?- Steve stava dando fondo a tutta l’ironia tagliente che possedeva pur di non apparire debole. L’apparenza stava davvero creando problemi.
Tuttavia Tony comprese il vero significato di quelle parole. Non era questione di apparenza, ma era questione di tempo. Tony doveva sbrigarsi a stenderlo, praticamente lo stava lasciando vincere, ma il giovane genio non era dello stesso avviso, voleva lasciare la vittoria al Candido.
-E tu non sai fare altro che schivare?- rimbeccò Tony.
Quel combattimento stava diventando più verbale che fisico. Si trattava di capire le parole dell’altro, di leggere tra le righe di quei suoni prodotti da ciascuna bocca.

Entrambi si caricarono, misero tutta la loro forza in un pugno che mirava alla faccia dell’altro e che andò a segno in un unico istante.
Stessi deboli suoni, stessa quantità di sangue mista a saliva che uscì con uno sputo dalle loro bocche. Stessa voglia di finire l’incontro.
Finirono a terra.

“Non posso permettere che si ammazzino a vicenda”

Wanda senza farsi vedere fece in modo che svenissero anche se già entrambi erano nel mondo dei sogni pensando che l’avversario avesse vinto.
Anche se il gesto di Wanda fu vano, ella si sentì rilassata nel sapere il risultato dell’incontro. Aveva capito le loro intenzioni, voleva aiutarli ma avevano fatto tutto da soli. Chissà cosa avrebbe pensato Eric del pareggio, sicuramente non l'avrebbe presa bene avrebbe trovato un modo per fargliela pagare. Al momento però a nessuno importava della sua opinione.
 
 


n.d.a. Ecco la seconda parte!

Forse il titolo non è in perfetta concordanza come con la prima parte ma questo capitolo mi serviva anche per chiudere il girone dei primi combattimenti..

Ringrazio Raven03 e Alex_001 per le recensioni e tutti quello che continuano a leggere questa storia!

Comunque se non l’ho già detto, il titolo me l’ha suggerito involontariamente mio fratello per scherzo.. io ovviamente l’ho preso sul serio, e lui continua a dirmi che sono matta..
Boh, volevo dirvelo anche perché voleva essere considerato..
 
 
 
   
 
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