Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ladykaito96    25/10/2015    0 recensioni
Ho corretto il capitolo 1
Salve a tutti, dato che con oggi inizia la Rivetra Week ho deciso di pubblicare delle one shot, quindi pubblicherò un capitolo al giorno in base al prompt.
Trama del primo capitolo: finalmente è Natale, il giorno più atteso dell'anno, ma è anche il compleanno del capitano Levi, quindi un motivo in più per festeggiare. Infatti, anche per la Legione Esplorativa c'è aria di festa e non solo! Perchè si sa che la neve, insieme alla giusta compagnia e un'innocente malizia, può dar vita a situazioni magiche.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DAY 1 
-heartbeat-


 
Scusate, non mi ero accorta che non si potesse usare << e >> senza lasciare almeno lo spazione, per questo i dialoghi erano scomparsi. Ho corretto il capitolo, scusatemi ancora.



 
Sono le 23:00 del 24 dicembre 849. È la Vigilia di Natale e tutta la Legione Esplorativa si sta divertendo come non mai; almeno nelle vacanze natalizie ci possiamo concedere quella flebile illusione che il mondo non è minacciato da dei mostri giganteschi, che i nostri compagni non siano stati brutalmente trucidati da essi senza alcun motivo apparente. È come se l’atmosfera cambiasse radicalmente: le strade addobbate di ghirlande e colori rassicuranti, la neve che di li a poco avrebbe fatto capolino dalle nuvole rallegrando gli animi dei bambini, che già si pregustavano il momento di giocare a palle di neve o di creare un nuovo amico dal naso a carota.
E questa gioia non manca anche nella Legione Esplorativa che, per chissà quale ragione, quest’anno c’ha dato dentro alla grande con lo spirito natalizio. Abbiamo decorato quelle tristi pareti di legno con delle carte di caramelle rosse, verde e gialle (idea di Auruo) e gli abbiamo messo vicino delle torce, così la luce riflessa dagli involucri va a colorare le pareti. Poi abbiamo appeso delle ghirlande e del vischio qua e là; secondo me il vischio era eccessivo ma Gunther ed Erd erano insolitamente esaltati e confabularono tra di loro qualcosa che non riuscii ben a capire e potrei giurare che in alcuni momenti mi stessero anche fissando maliziosamente, per poi ridersela sotto i baffi.
Infine, non poteva mancare l’elemento caratteristico di questa festa: l’albero di Natale; è stato il momento che ho preferito di più. L’aveva portato quella mattina il comandante Erwin dicendo che era un regalo del Generale Pixis. Di certo è stato più semplice associarlo con la figura del Generale Pixis, così solitamente allegra e festaiola, che con quella del comandante, invece seriosa e non tanto libera al divertimento. Ma potrei giurare di averlo sentito canticchiare delle canzoncine natalizie in questi giorni; che il Natale abbia contagiato anche lui?
Ricordando i momenti di quando addobbavo l’albero insieme a mio padre trotterellai contenta verso di esso e iniziai ad appendergli delle palline e dei simpatici Babbi Natale. Eren mi diede una mano, mentre Erd e Auruo andarono a prendere le ultime scatole contenenti le decorazioni. Finalmente era arrivato il momento di posizionare il puntale in cima, una bellissima stella splendente. Mi misi in punta di piedi, ma data la mia scarsa altezza non riuscii nell’impresa suscitando però l’ilarità dei miei compagni. Il buon Gunther, intenerito, mi prese per la vita e mi sollevò quanto bastava per arrivare comodamente in cima.
 
Insomma, tutti almeno questa sera sono felici; mi sono vestita anche di tutto punto per l’occasione: ho sostituito la solita divisa bianca e marrone con un vestito rosso e a completare il tutto delle corna da renna con il naso rosso. Secondo i miei pareri il vestito è troppo corto, arriva al di sopra del ginocchio di qualche centimetro e ha le spalle scoperte, ma Hanji ha insistito così tanto dicendo che questa sera capita una volta all’anno e che avrei fatto di certo una buona figura con un certo tipo brontolone. Capii subito a chi alludeva per questo le guancie mi si imporporarono e indispettita le risposi che si sbagliava.
A proposito di brontoloni, come volevasi dimostrare alla festa di lui non c’è neanche l’ombra. Do un’occhiata in giro ma non riesco a scorgerlo da nessuna parte, quando Erd agita il braccio invitandomi a raggiungerli. Sospiro, un po’ delusa, e mi avvio. Anche i ragazzi non si sono risparmiati: Erd indossa una barba bianca e un vestito rosso, Gunther, leggermente imbarazzato, un cappellino verde e solo una maglia del medesimo colore, Auruo delle corna come le mie e un maglione con raffigurato il suo personaggio, probabilmente mandatogli dai genitori, e per ultimo Eren che indossa semplicemente un cappello rosso.
<< Ehi, Eren è tutto qui il tuo travestimento? >> gli chiedo scherzosamente. Lui mi risponde portandosi una mano dietro alla testa e guardando il pavimento, agitato.
<< Ecco …. Non sono molto portato per le feste >>
<< Ah, si? >>, Erd gli si è lanciato addosso, avvolgendogli un braccio intorno al collo; dal colore delle sue guancie capisco che deve essere brillo. << Eppure fai sempre casino con Kirist- Kirsch- >>
Non riesce neanche a pronunciare correttamente il cognome di Jean Kirschtein e alla scenetta comica si aggiunge anche Auruo, probabilmente ubriaco pure lui.
Il tempo passa, ma il capitano Levi non si vede in giro; eppure quella mattina lo avevo avvertito di non perdersi la festa ….
Al nostro gruppo si aggiungono anche il comandante Erwin e Hanji, mentre Eren si precipita ad azzuffarsi con Jean, riuscendo a rilassarsi un poco; è una serata speciale, quindi chiudiamo tutti un occhio sul comportamento un po’ troppo vivace delle nuove reclute.
Il mio sguardo vaga ancora nella stanza con la speranza di intravvederlo, sconsolata mi porto il bicchiere di spumante alla bocca, allora il Comandante Erwin, intuendo la ragione del mio comportamento, si avvicina un po’ di più a me a mi sussurra sotto voce:
<< E’ nel suo ufficio >>
Sobbalzo per la sorpresa e mi volto verso di lui, sul suo viso  un sorriso rassicurante mi comunica di andare, così impacciata a causa dell’imbarazzo accenno un ringraziamento con la testa e mi defilo subito al piano superiore. Salgo gli ultimi gradini, attenta a non far cadere una minima goccia di spumante sul parquet dai due bicchieri che tengo in mano e mi dirigo verso la terza porta a sinistra. Mi ritrovo davanti all’entrata, prendendo un bel respiro e picchietto sulla porta coi piedi, avendo le mani occupate. La sua voce mi risponde brusca, non deve essergli andato a genio il modo in cui ho bussato:
<< Chi è? >>
<< Sono Petra, Capitano >>
Sentendo che sono io il suo disappunto diminuisce, ma riesco ancora a sentire che è infastidito.
<< Avanti >>
Indugio sulla porta, non avendo altre mani libere mi riesce difficile entrare e l’agitazione aumenta quando sento ripetere il suo ordine, così gli rispondo:
<< Ehm, mi scusi, Capitano, non è che può venirmi ad aprire? >>
Sento che sbuffa, ma viene comunque ad aprirmi. Appena mi vede il suo cipiglio si accentua, i suoi occhi si soffermano sulle mie corna e sul naso rosso. Mi sono completamente dimenticata del mio aspetto, ma mi faccio forza,  in fondo è Natale mi sono travestita apposta così, e sollevo i due bicchieri di spumante, sperando che la mia  voce non tradisca l’immensa vergogna che sto provando in quel momento.
<< Le ho portato qualcosa da bere >>
Non mi risponde, assottiglia gli occhi e mi dà le spalle, ritornando alla sua scrivania. Prendo quel gesto come un assenso, così mi richiudo la porta alle spalle con la schiena e mi avvicino alla scrivania. È l’unica stanza in tutta la magione non decorata, in cui aleggia la solita aria pensante e cupa. Appoggio i due bicchieri sul mobile in legno e noto che i miei pensieri vengono confermati.
<< State ancora lavorando? È Natale, si prenda una pausa! >>
Lui non accenna neanche a sollevare la testa, continua a stare chino su quella pila di fogli infiniti e a scrivere.
<< La morte non conosce riposo, Petra. Vorrei che almeno per l’anno nuovo le persone care dei soldati morti durante l’ultima spedizione, possano pregare come si deve per le loro anime >>
L’atmosfera si fa più pensante.
<< Lei è credente, Capitano? >>
<< Ho smesso di credere in un Dio da molto tempo, ma è l’unica mera consolazione che un morto lascia a un vivo >>
Dopo ciò che ha detto è calato il silenzio. Non so più cosa dire, così lascio vagare il mio sguardo per la stanza, persa nei miei pensieri. Capisco benissimo cosa vuole dire. Veder morire un proprio compagno è straziante, specialmente per un capitano, ma il peggio è dare la notizia ai familiari. Le lacrime di un genitore, gli occhi vitrei di un amante, ogni volta mi spezzano il cuore, ma so che le mie parole di conforto valgono meno di zero in confronto a ciò che provano. A volte penso a come reagirebbe mio padre alla notizia della mia morte, a quel punto affogo la paura nel cuscino la sera prima di una spedizione e do tutta me stessa nel combattere i Titani. Notando che non ho lasciato la stanza, ma che non sono intenta a intavolare una conversazione, mi chiede apatico:
<< C’è altro? >>
<< Si, ecco, tra pochi minuti è il suo compleanno. Volevo farle gli auguri di persona >>
<< Non ce né bisogno, non mi porta molto di un altro anno che passa >>
<< Ma un compleanno non è fatto solo per ricordare la vecchiaia che avanza. Il compleanno esiste per ricordare la propria nascita >> gli dico con un sorriso.
Solleva lo sguardo e lo poggia su di me per qualche secondo, poi torna alle sue scartoffie.
<< La cosa non mi tocca >>
Rimango scossa dalla sua risposta così fredda. Il silenzio aleggia di nuovo, solo il rumore della penna che lascia l’inchiostro sulla carta e gli schiamazzi dal piano di sotto. Non è la prima volta che si comporta così, ci son state volte che diventa davvero come un iceberg, ma non mi sono mai arresa. Questa volta però è diverso, sarà il clima festoso che non si percepiva da un po’ di tempo o qualsiasi altra cosa, ma la sua solita indifferenza questa volta mi ha colpito duramente. Con lo sguardo basso riprendo i bicchieri, capendo che non avrebbe neanche fatto un brindisi, e con voce atona mi congedo:
<< Adesso è meglio che vada, fra poco è mezzanotte …. Mi scusi se l’ho disturbata >>
Il capitano Levi deve aver percepito l’amarezza nella mia voce, che ho nascosto davvero male, ma non ha il tempo di dirmi niente, che già mi ritrovo al piano di sotto accanto agli altri coi due bicchieri ancora pieni. Auruo, decisamente ubriaco, barcolla verso di me e mi chiede:
<< Petraaaaa, dov’eeeeri finitaaa? >>
<< Ero andata a convincere il capitano a unirsi alla festa …. Ma non mi sembrava in vena di festeggiare >>
Il mio sguardo è ancora triste e i miei compagni se ne accorgono, anche se non riescono a capirne il motivo, riesco a leggerglielo in faccia. Stanno per dirmi qualcosa, ma io velocemente mi volto e mi avvicino alla finestra. Sta nevicando, “Chissà se attaccherà?”, penso. è uno spettacolo stupendo e il capitalo se lo sta perdendo, perso in un altro dei suoi momenti di fissato autolesionismo mentale.
“Perché deve ogni volta ferirsi così? D’accordo lui è il capitano, posso solo lontanamente immaginare cosa provi, ma è per le persone che non ci sono più che bisogna continuare a vivere. Lo bisogna fare anche per loro che ormai non ne sono più capaci”
Solitamente è lui a incoraggiare i soldati a non arrendersi mai, a portare avanti le proprie scelte, ma come per ogni essere umano, anche le scelte che prende lui possono risultare sbagliate e per questo lotta con tutte le sue forze, per non farsi sopraffare dai sensi di colpa per un altro suo soldato deceduto in battaglia. Solo che la corda dopo un po’ si sfila.
 
 
Sento bussare alla porta. Sbuffo: è già la seconda persona che viene a interrompere il mio lavoro. Lo ignoro, forse così capirà che non voglio essere disturbato, ma questa bussa ancora più forte e si fa riconoscere:
<< Levi >>
È Erwin. Cosa vorrà mai a quest’ora? Non dovrebbe essere giù insieme agli altri? Riluttante gli dico di entrare e lui, dopo aver chiuso la porta, prende posto davanti a me.
<< Perché non ti unisci alla festa? >> mi chiede con un sorriso.
Emetto un sospiro pesante e riprendo a scrivere. Se pensa che basti un sorriso per convincermi a seguirlo, si sbaglia di grosso perché con me non attacca.
<< Ti ci metti anche tu? >>
<< Allora perché non scendi giù, se non vuoi che anche una terza persona lo faccia? >>
Lo guardo scettico e gli rispondo:
<< Come ho già detto a Petra: la morte non conosce riposo e tu dovresti saperlo bene, Erwin. Quindi …. >>
Lascio cadere la frase appositamente, facendogli capire che era l’ora che se ne vada o l’avrei cacciato io a pedate. Ma sembra non aver recepito il messaggio, perché continua per la sua strada:
<< Stai sbagliando, Levi >>
Intuendo che non mi libererò di lui facilmente, getto la penna sulla scrivania e incrocio le braccia, appoggiandomi allo schienale della sedia.
<< In cosa, sentiamo >>
<< Nel comportarti così. Non dico che devi cambiare, so come sei, ma almeno in queste ricorrenze potresti fare delle eccezioni. Non lo dico per criticarti, ma per il tuo bene >>
<< Il mio bene? >>
A quell’esclamazione gli rispondo beffardo, sollevando un sopracciglio. Cosa partecipare a una stupida festa sarebbe per il mio bene?
<< Si >>
Chiude gli occhi e si avvia verso la porta; lo seguo con gli occhi per tutto il tragitto aspettando la risposta. Appoggia la mano sulla maniglia e prima di uscire mi dice:
<< Se finirai per rinchiuderti qui dentro a commiserarti ogni volta, finirai tu su quella lista >>
Capisco cosa voglia dire. Ma in ogni caso io non sono portato a socializzare per indole, anzi, raffredderei soltanto l’atmosfera. Perso ancora nei miei pensieri, vengo riportato alla realtà da Erwin che poco prima di chiudere la porta e lasciarmi solo, mi rivolge una frase che mi fa riflettere:
<< Levi, un morto non può più provare queste esperienze, per questo dobbiamo provarle noi vivi per loro >>
Rimango solo. Mi appoggio ancora di più alla poltrona e sollevo la testa verso il soffitto. Perché devono farla tanto tragica? È solo Natale o il mio compleanno! Chiudo gli occhi per qualche secondo e riprendo a lavorare; appoggio la punta della penna sul foglio e mi blocco.
Le parole di Erwin continuano a ronzarmi nella testa; riprovo a scrivere ma sempre con lo stesso risultato, perciò lascio andare la penna e appoggio la testa sul palmo della mano, coprendomi gli occhi con le dita.
<< Merda. So già che me ne pentirò >>
 
 
<< Ehi, Erwin! Dove sei stato? >> domanda Hanji.
<< A cercar di convincere uno zuccone >>
Si sta riferendo al capitano sicuramente. E così non ci è riuscito nemmeno lui? Sconsolata mi porto il bicchiere alla bocca a sorseggio lo spumante; non mi accorgo neanche che il comandante mi si è avvicinato.
<< Mi dispiace, ho fallito >>
Per non so quale motivo mi sento a disagio e così agito freneticamente le mani per rispondergli:
<< Ma-ma si figuri. Non c’è bisogno che si scusi. Sappiamo com’è fatto il nostro capitano …. >>
Il discorso finisce così. Continuo a guardare in basso quando sento un brusio di voci, ma non gli do tanto peso.
<< Oh! Era ora che scendessi, ti sei fatto desiderare! >>
<< Stai zitta, quattrocchi >>
“Quella voce ….”. Non posso sbagliarmi, ormai la conosco fin troppo bene, ma la mia mente ancora non ci crede così lentamente poso gli occhi su quella figura che sta scendendo le scale e che con il suo arrivo ha attirato tutti gli sguardi su di sè, come se fosse una celebrità. A quel punto il mio cuore perde un battito e trattengo il respiro.
Il capitano Levi guarda i presenti con astio, intimandogli di riprendere ciò che stavano facendo, infine sfreccia tra la folla e ci raggiunge.
<< Alla fine sei venuto >> gli dice Erwin. Il capitano gli risponde alla sua solita maniera:
<< Tsk >>
Poi mi guarda e mio mi incanto. Mi sembra un sogno che lui sia veramente qui, a festeggiare con noi.
<< Ca-capitano …. Perché? …. >>
<< Non volevo che un altro scocciatore mi venisse a rompere >>
Sempre risposte taglienti, ma non mi importa. Devo essere pazza perché sprizzo felicità da tutti i pori e un enorme sorriso appare sul mio volto.
<< Ahahah, allora le vado a prendere qualcosa da bere! >>
 
 
Sono le 23:30 quando il capitano, dopo solo cinque minuti che si è unito alla festa, vuole tornare nel suo ufficio, ma Erwin cerca di dissuaderlo:
<< Andiamo, Levi, non fare il guastafeste >>
<< Ho accettato di abbandonare il lavoro, ma no mi presterò a questa buffonata >>
<< Erwin ha ragione, Levi, non fare il noioso! >> si aggiunge Hanji.
<< Non faccio il noioso. Non voglio partecipare a questo stupido gioco, tutto qui >>
<< Le regole sono regole, Capitano >>, a parlare è Erd, << Perciò deve farlo >>
Gli lancia uno sguardo truce, ma non se ne preoccupa, l’alcol deve avergli inebetito l’istinto di sopravvivenza non avvertendo il pericolo a cui sta andando in contro.
 
Abbiamo deciso di giocare al Gioco del Re, finchè non sarebbe scoccata la mezzanotte. Fino ai primi re è filato tutto liscio, poi fu il turno di Connie.
<< Bene, tocca a me! >>
Era entusiasta di poter fare il re e doveva avere già in mente qualche ordine subdolo, perché i suoi occhi furbetti non aspettavano altro che le loro vittime.
<< Allora >> ghignò << I numeri 6 e 13 devono …. Ballare un lento appassionato! >>
<< E come può essere un lento appassionato? >> rise Jean.
<< I due dovranno essere attaccati e ballare con fare sensuale >>
Connie si alzò in piedi e mimò i movimenti che le persone designate avrebbero dovuto fare. La sua scenetta fece nascere delle risate, quindi si passò a scoprire chi fu la coppia fortunata. In quel momento Connie si sarà maledetto per essersi unito alla Legione Esplorativa: i prescelti furono il capitano Levi ed Eren.
 
Per questo motivo adesso il capitano sta cercando di scappare. Ad essere sincera sono molto combattuta: da una parte sono invidiosa di Eren perché mi sarebbe piaciuto tanto ballare con il capitano …. Sarebbe stato bellissimo …. Comunque! Dall’altra, sono troppo curiosa divedere questa scena!
Cerco di celare una risata, ma il capitano se ne accorge lo stesso e mi guarda davvero male.
<< Ho detto di no >>
Sta per avviarsi verso le scale, quando Erd e Gunther, dopo aver pregato tutti gli dei esistenti, ebbero il coraggio di fare un gesto eclatante, che nessuno si sarebbe mai permesso di fare.
<< Ci perdoni! >> dicono all’unisono bianchi in viso.
Il capitano fa una faccia stranita che si trasforma in uno sguardo omicida, perché Erd e Gunther, uno da un braccio e un dall’altro, lo afferrano e lo immobilizzano; naturalmente questa immagine suscita l’ilarità generale perché, essendo Erd e Gunther molto alti rispetto al capitano, quest’ultimo è sollevato di parecchi centimetri. Però, sappiamo che ci dobbiamo trattenere dal ridere, altrimenti andremo in contro a morte certa.
<< Oh >>, la voce del capitano è bassa e terrificante, tant’è che Erd e Gunther iniziano a sudare << Vedo che avete molto coraggio, per fare una cosa del genere. O forse …. Siete talmente stupidi che non vi importa di morire >>
“Ci ucciderà!”,  potrei giurare che sia questo il pensiero che attanaglia le loro menti, basta guardare le loro espressioni per capirlo. Per fortuna a salvarli interviene il comandante Smith che, battendo le mani per richiamare l’attenzione, dice:
<< Su, su, Levi. Non essere così duro con loro, sono stato io a ordinarglielo >>
<< Quindi sei te che devo ammazzare. Perfetto. Io e te abbiamo già un conto in sospeso >>
<< Amichevole come sempre. Comunque ha ragione Erd: le regole sono regole e un vero soldato le rispetta. O forse sei soltanto un coniglio? >>
Il gelo cade nella stanza; tutti hanno gli occhi spalancati a guardare quell’uomo così stolto, ma allo stesso tempo eroico, che ha osato dare del coniglio all’uomo più forte dell’umanità.
Il capitano è in silenzio, poi ordina a Erd e Gunther di metterlo giù. Ubbidiscono, poi non possiamo credere ai nostri occhi: il capitano si è diretto verso il centro della sala, al suo passare i soldati si sono spostati  come se fosse un boss, e dice:
<< Ti faccio vedere io il coniglio. Eren! >>
<< Si! >>
Alla voce prorompente del capitano, Eren si è messo automaticamente in posizione di saluto, nervoso.
<< Vieni >>
<< Woooo >>, era prevedibile una reazione del genere da parte delle persone.
Anch’io stento a credere che il capitano abbia accettato di ballare con Eren, per di più con un maschio. Anche il ragazzo è rimasto di sasso, ma si riprese in fretta e con passo come se si stesse dando in pasto a una pantera, si avvia verso di lui.
Una musica lenta, dolce, ma anche sensuale è partita in sottofondo; adesso il capitano ed Eren sono uno di fronte all’altra.
<< Mettiamo fine a questa pagliacciata al più presto >>
<< E-ecco, signore, dovremmo decidere i ruoli …. >>
<< Eh? >>, Eren deglutisce terrorizzato.
<< Chi deve fare la parte del maschio e chi …. Della femmina >>
<< Mi-pfff …. Mi sembra ovvio-pfff …. Che la pa-ihihi …. Che la parte della femmina tocchi a Levi >>
“Povero Eren”. È diventato pallido e sta tremando, anche lui deve essere arrivato a quella logica conclusione, ma la paura di essere sbranato dal capitano deve averlo frenato.
Ancora nessuna risposta dal capitano finchè,  inaspettatamente, non mette la mano sul braccio di Eren e intreccia la mano con la sua. Eren sobbalza, come tutti del resto, e iniziano a ballare.
Hanji non riesce più a resistere e scoppia a ridere, arrivando a tenersi la pancia per le risate.
<< NON RESISTO PIU’, AHAHAHAH! STO CREPANDO, AHAHHAHAH! >>
<< Ridi, ridi pure, quattrocchi. Ma vedrai, che quando sarò io il re >>, fa una pausa a effetto …. Effetto pauroso, << Le leggi cambieranno >>
Hanji per nulla intimorita continua a ridere – quella donna mi preoccupa seriamente – mentre Eren si concentra con tutte le sue forza per non sbagliare i passi, ma la sfortuna vuole che per ben tre volte pesta i piedi al capitano.
<< Ah! M-mi dispiace, signore.  E’ che non sono molto bravo a ballare …. >>
<< Ehi, moccioso >>, l’ansia del ragazzo aumenta a causa del suo sguardo assassino << Lerciami ancora una volta le scarpe e ti ritroverai senza piedi in meno di cinque secondi >>
<< S-s-si! >>
 
Dopo qualche minuto si riprese con il gioco e il capitano Levi ebbe il modo di vendicarsi malignamente, poi sentiamo il suono delle campane che suonano la mezzanotte: è Natale.
<< Auguri! >>
Brindisi, urla, risate, mille emozioni vorticano nella stanza nel festeggiare l’arrivo del 25 dicembre. Solo una persona non prende parte ai festeggiamenti e la vedo sgattaiolare fuori dalla casa. Senza farmi vedere dagli altri, la seguo.
Appena metto piede fuori dall’abitazione, vengo investita da un freddo pungente che mi fa socchiudere gli occhi, ma non per questo mi impedisce di raggiungere il capitano. È incredibile come in così poco tempo ha raggiunto un albero poco lontano dalla magione.  Ogni volta che ne ha l’occasione si rifugia sempre sotto quell’albero.
<< Capitano! >>, mi avvicino, ma lui non mi degna di uno sguardo. << Come mai qui fuori? >>
<< Avevo bisogno di una boccata d’aria >>
<< Siamo un po’ chiassosi, non è vero? >> rido, poi cala il silenzio.
Mi accomodo accanto a lui e mi metto a guardare il cielo. La neve ha smesso di cadere, mostrando un manto stellato. Sotto l’albero è l’unico punto in cui non vi è neve; sembra quasi che siamo in un altro mondo.
Lo guardo di sottecchi, anche lui sta mirando il cielo. I suoi occhi grigi, circondati dai capelli corvini, risplendono come le stelle.
 << Bellissimo …. >>, mi sfugge.
I suoi occhi si depositano su di me e appena mi rendo conto dell’immensa cavolata che ho detto, mi affretto a rispondere:
<< I-Il cielo! Lo trovo davvero bellissimo, lei no? >> emetto una risata nervosa.
<< Non è male >>, poi torna a fissare le lontanissime luci.
“Cavolo, che figuraccia!”. Devo essere diventata tutta rossa perché sento il mio cuore battere all’impazzata e il volto ardere, “Speriamo non si noti”, penso portandomi una mano alla guancia.
<< …. Scusa >>
La sua uscita mi coglie alla sprovvista << Eh? Per cosa? >>
<< Per come ti ho tratta prima, devi esserti offesa >>
“Si sta riferendo a quando l’ho invitato?”
<< Ma-ma no, si figuri. Sono io che dovrei chiederle scusa, invece! >>
<< Perché? >>
Abbasso lo sguardo, trasognata, e mi avvicino le ginocchia al petto.
<< Perché posso immaginare quanto lei soffra ogni volta che deve stilare quella lista. Lo capisco anche dall’espressione che assume quando deve riferire ai familiari che loro figlio non tornerà più a casa, perché divorato dai giganti o disperso. Per questo si nasconde sempre quest’albero, perché è come se  qui sotto fosse in un altro mondo, così può prendere una pausa da questo mondo crudele >>
<< Sai parecchie cose >>
I suoi occhi hanno il solito sguardo, ma noto una scintilla di stupore che mi imbarazza e torno a fissare le mie scarpe; sento ancora il suo sguardo su di me.
<< Toccava a te fare il gioco >> dice, cambiando argomento all’improvviso.
Mi viene in mente lo stupido ordine di Auruo – in quel turno era lui il re – che ordinò che i numeri scelti si sarebbero dovuti baciare. Era uscito il mio numero, 19, ma quando stava per annunciare l’altro per fortuna fu mezzanotte.
<< Ah si >> rispondo seccata << Quell’Auruo è davvero un idiota …. >>
Poi accade qualcosa che non mi sarei mai aspettata: appoggia la sua mano sulla mia, così io mi volto verso di lui per la sorpresa, e mi bacia. Quando si allontana da me, sono ancora nella stessa posizione con gli occhi sgranati; boccheggio.
<< Co-co-co-cosa?! >>
Mi allontano d’istinto imbarazzatissima e lui indica con il dito le fronde dell’albero. Ancora frastornata, sollevo la testa e noto che a un ramo è appeso del vischio. L’immagine di Erd e Auruo che ridono maliziosamente nella mia direzione mi balena nella mente, “Quei deficienti!”
Poi un senso di delusione mi pervade “Quindi è per questo che mi ha baciata”. Sento un fruscio al mio fianco ed è il capitano che sta per baciarmi nuovamente; per quanto sia tentata di lasciarlo fare, il mio lato sentimentale me lo impedisce, così gli metto una mano sulla bocca.
È disorientato, non capendo perché l’abbia fermato, poi si ricompone e torna a guardarmi con la solita freddezza.
<< Scusa >> fa per andarsene, ma lo blocco per la giacca.
<< Aspetta! >>
Si volta verso di me.
“Ma-ma sono impazzita? Perché l’ho fatto?!”, ma arrivati a questo punto non ha più senso mentire così mi butto.
<< I-io non l’ho fermata …. Perché mi ha dato fastidio il bacio …. La verità è …. Che il pensiero che l’avesse fatto solo per una sciocca credenza, mi ha reso molto triste …. >>
Questa volta non mi accorgo che si è avvicinato a me e mi stampa un delicato bacio sulla fronte; arrossisco.
<< Non l’ho fatto solo per quello. L’idea che avresti potuto baciare qualche pivello del cazzo mi irritava >>
Mi sento la mente svuotata, non riesco a muovere nemmeno un muscolo.
<< E poi >>, mi si accosta all’orecchio e il vapore del suo respiro a contatto con la mia pelle lo fa bruciare, << Non volevo sprecare l’opportunità che quei due ci hanno dato >>
“Opportunità?”. Sussulto e mi agito in preda alla vergogna e lo guardo in faccia:
<< Vuole dire che si era accorto che la fissavo?! >>
<< In realtà avevo solo un presentimento, poi ho avuto la conferma da loro perché si sono messi a complottare mentre appendevano il vischio >>
<< Non ci credo …. >> mi copro la faccia con la mano.
Per fortuna è notte e non può vederne il colore, altrimenti non sarei riuscita a sopravvivere! Poi mi sale un dubbio.
<< Ma …. Se è così perché mi ha baciato? Non c’era bisogno di assecondarli >>
Mi guarda dall’alto in basso << Non ci arrivi? Ti ho sopravvalutata, Ral >> e mi da un altro bacio sulla fronte, spostandomi alcune ciocche di capelli dietro l’orecchio.
Ho capito forte e chiaro. Socchiudo gli occhi ma, poco prima che riesca a depositare di nuovo le sue labbra su le mie, innervosito si libera del mio naso rosso e lo lancia via, poi le nostre bocche si rincontrano. Infine un’altra volta, solo che questa è più passionale: sento la sua lingua che si fa spazio per poi incontrare la mia lingua e iniziare una specie di inseguimento.
Pian piano ci ritroviamo sdraiati per terra, io sotto e lui sopra, ci guardiamo negli occhi e riprendiamo l’inseguimento. Abbassa il suo corpo sul mio e ho il timore che possa sentire il battito del mio cuore perché batte come un tamburo, ma quando fa scivolare una mano sotto il mio vestito non mi importa più niente, che senta pure! Io mi sento in pace.
Mi palpa il seno e trattengo un gemito. Come lui anche io faccio scorrere le mani sul suo corpo, seppur insicura essendo la mia prima volta. Scende con la lingua sul mio collo e mi fa ribollire il sangue; il freddo che sentivo prima è passato in secondo piano, adesso sento caldo come se fossi all’inferno.
La situazione si sta facendo bollente, ma un rumore di vetri rotti e delle imprecazioni ci fanno smettere. Guardiamo verso la casa, poi torniamo una negli occhi dell’altro.
<< Sembra che si stiano divertendo troppo li dentro >>
<< Allora, sarà il caso che il severo Capitano Levi gli dia una lezione! >> lo prendo in giro, lui fa sogghigna e si sposta.
Adesso che la situazione è tornata normale, la geniale idea di essermi buttata a capofitto sotto la neve con solo un vestito poco coprente si fa sentire, per cui inizio a tremare. E il capitano deve essersene accorto perché fa un gesto davvero inaspettato: il freddo sulle spalle viene sostituito da un lieve tempore grazie alla giacca che il capitano mi mise per coprirmi; poi, mi alzo e do una sistemata al vestito e alle corna da renna in testa.
Lo osservo avviarsi verso la casa con passo tranquillo, sciolto: sono felice di essermi innamorata di lui e non mi stancherò mai di pensarlo. Ad essere sincera non so se lui provi veramente qualcosa per me, ma per il momento a me basta così; un attimo prima sono qui e quello dopo potrei essere all’altro mondo, quindi voglio godermi ogni attimo.
Sorrido:
<< Capitano! >>, si volta verso di me, << Buon compleanno! >>




 
Buonasera a tutti! E' da un sacco di tempo che non pubblico una storia *agitata, agitata*
Inoltre, è la prima volta che pubblico qualcosa su L'Attacco dei giganti, ma non potevo non farlo, mi sono innamorata di questa coppia, LETTERALMENTE; sarà da più di un mese che non guardo anime e che la sera, unico mio momento libero, non faccio altro che leggere guardare immaigni, video, fanfiction su questa coppia! E' inutile, ciò provato a smettere, ma non ce la faccio XD.
Comunque, volevo innanzitutto ringraziare chiunque sia arrivato fin qui, avete avuto molta pazienza ahahahah. Poi, volevo avvisare che il genere, il raiting e le note possono cambiare. Per ora lascio questi perchè non ho ancora finito tutti i prompt e dato che posso arrivare anche il giorno prima con un certo tipo di storia e il giorno dopo cambiarla totalmente -mi è capitato per questo capitolo XD-, preferisco per il momento lasciarlo col riting arancione e avvertirvi che scrivero tipi di storie smut, ma credo che rimarrò sul leggero perchè è la prima volta che scrivo storie di questo genere XD, poi va beh magari queste sono le ultime parole famose ahahahah.
E dopo qesto super Angolo dell'Autrice che è quasi più lungo del capitolo, vi saluto.
Ci vediamo alla prossima!

LadyKaito96

P.s.: purtroppo, potrò  aggiornare solo la sera, spero di non fare troppo tardi XOX e se per voi devo già modificare qualcosa negli avvertimenti, ditemelo pure!
  
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