Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: Clairy93    26/10/2015    6 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Sitting on the fence - Non prendere le parti di nessuno


Con le grida di Barnes che ancora tuonano nelle mie orecchie e si propagano come veleno, mi fiondo verso l’agenzia, sferzata da raffiche di gelido vento.
Rabbrividisco, stringendo con dita congelate il bavero del cappotto.
Gli occhi bruciano e ho la mascella indolenzita tanta è la forza con cui serro i denti.
Non appena le imposte dell’ascensore si chiudono, mi abbandono alla parete e scivolo giù.
Ho dodici secondi esatti prima che si riaprano.

1…2…3…

Affondo il viso tra le mani.
Merda. Sono. Nella. Merda.
Tutti gli errori commessi e che al momento mi erano sembrati risolvibili, stanno tornando a bussare ferocemente alla mia porta.
E non ho il coraggio di aprire.

 4…5…6…

E Ben… Mi fa salire una rabbia! Mai nessuno si era rivolto a me in quel modo. E la cosa peggiore è che aveva ragione. Su tutto.
Mi chiedo come diamine riuscirò a guardare in faccia Jack. Con quale coraggio posso accusare lui, dopo quello che ho fatto io, con suo fratello?!

7…8…9…

Basta, basta! Devo finirla di compiangermi e mettere a fuoco il mio unico obiettivo: capire cosa è accaduto alla Seyfried.
Jack Barnes è un sospettato, lo tratterò come tale.

10…11…12…

Scatto in piedi, sistemo i capelli e il colletto della camicia davanti allo specchio e, al lieve balzo che precede l’apertura delle porte, schizzo fuori con una lunga falcata.
Accompagnata dall’incalzante ticchettio dei miei stivali sul pavimento, avvisto il nostro giovane stagista Romero uscire dalla sala fotocopie.
Quando lo acciuffo per un braccio, manca poco che per lo spavento non scaraventi in aria la pila di fogli tra le sue mani.
Non ho tempo per i convenevoli, quindi gli chiedo subito dove si terrà l’interrogatorio.
“Sala in fondo al corridoio.” risponde Romero, mentre tenta di regolarizzare il suo respiro, per poi soggiungere con un leggero imbarazzo “Il Capitano Harvey ti sta aspettando...”
“Mi dispiace. Ho avuto un…contrattempo.”
Già, lo abbiamo notato.” mi volto e vedo Richard indirizzarmi un sorriso accorato.
“Stai bene?” domanda, posando affettuoso una mano sulla mia spalla “Ti ho visto discutere con Barnes.”
“Non è nulla di cui preoccuparsi, davvero.” lo rassicuro “Barnes sta solo cercando di difendere il fratello, com’era prevedibile.”
Ric si fa più vicino, serio come poche volte.
“Sara non lasciarti condizionare. Continua per la tua strada, segui le prove. Sei in gamba, piccola! Ora vai dentro e dimostralo.”
Come al solito non sono un asso nell’esternare i miei sentimenti, tuttavia sono profondamente grata a Richard per infondermi la giusta carica anche nei momenti peggiori.
Esorto Romero ad accompagnarmi così che sia lui a tener buona la Harvey e chiarirle il motivo del mio ritardo.
In questo modo posso raccogliere tutta la concentrazione necessaria per affrontare questo interrogatorio che, lo ammetto, mi suscita ancora più ansia di quella provata il giorno del mio esame per diventare poliziotta.
Inspiro, inumidisco le labbra e con gesto repentino abbasso la maniglia, facendo il mio ingresso nella piccola stanza.
Jack Barnes sussulta sulla sedia non appena mi vede entrare con tanta irruenza.
I nostri sguardi s’incrociano per un brevissimo istante, comunque sufficiente da permettermi di distinguere nei suoi occhi un velo di puro panico.
Bene, a quanto pare c’è qualcuno più teso di me.
Mi accomodo di fronte a lui, lasciando che la scrivania interponga la giusta distanza tra noi.
“Buongiorno, Jack.”
Le cuticole delle sue dita sono devastate e quando si rende conto che le sto osservando, lui nasconde le mani sotto il tavolo.
“Evitiamo di girarci attorno, ti va? Sappiamo entrambi il motivo per cui ti trovi qui. Perciò evitiamo inutili perdite di tempo e raccontami perché le telecamere del Buckingham Palace Hotel ti immortalano fuori dalla suite di Amanda Seyfried, proprio la sera in cui è stata uccisa.”
Jack borbotta qualcosa d’incomprensibile.
“Alza la voce!” gli intimo.
Lui, invece, incrocia le braccia al petto, per di più sbuffando.
“Ti piace atteggiarti da duro, vero?” gli domando, ostentando un ghigno provocatorio “Non vedrai l’ora di pavoneggiarti di fronte ai tuoi amici per aver tenuto testa ad uno sbirro. Oh, ma tu guarda! Forse non avrai mai l’occasione per raccontarglielo. A meno che non siano così carini da venirti a trovare in carcere.”
“Mi avete già etichettato come il colpevole, non è così?!” reagisce all’improvviso il ragazzo “Non siete davvero interessati alla mia versione dei fatti, mi sbatterete lo stesso in prigione!”
“Beh, al momento sei il principale sospettato e abbiamo la prova che ti colloca nell’ora e sul luogo di un omicidio. Quindi sì, il piano sarebbe quello di mandarti in prigione. Sempre che tu non ci dia un valido motivo per non farlo, compreso il mettere da parte quell'aria da insolente.”
Jack si lascia scivolare scompostamente sulla sedia, gettando indietro la testa.
“So che potrà sembrare una frase fatta, ma vogliamo veramente aiutarti. Però devi darcene la possibilità, lo capisci?” mi piego in avanti e incrocio le dita sulla scrivania “Sai chi è appostato all’uscita del palazzo? Tuo fratello.”
Alle mie parole scorgo un lampante luccichio nei suoi occhi.
“Ben ti sta aspettando.” persevero io, consapevole di aver toccato un nervo scoperto “Aiutami a lasciarti andare da lui.”
Jack tira su con il naso, tentando con scarso successo di nascondere gli occhi arrossati.
“Non ho ucciso Amanda, detective.”
Mi abbandono allo schienale.
“D’accordo. Come posso crederti?”
“…Io l’amavo.”
Aggrotto perplessa le sopracciglia.
“Scusa se te lo dico Jack, ma tappezzare la propria camera con i poster di Amanda o seguirla su twitter, non è amore.”
“Ha frainteso! Noi avevamo una relazione. Una vera relazione!” assicura lui, di fronte alla mia palese incredulità “Abbiamo voluto mantenerla segreta. Non volevo che i giornalisti ottenessero un’altra opportunità per screditare Amanda.”
“Wow! Questa non me la aspettavo. E non è per niente facile sorprendermi, te lo assicuro.”
Mentre appunto sul verbale questa scottante rivelazione, adocchio la sua mascella rilassarsi in un timido sorriso.
In fondo mi fa tenerezza.
Ma cosa potevo pretendere? Dopotutto è solo un ragazzo.
“Da quanto stavate insieme?” gli chiedo.
“Poco più di sei mesi. Ci siamo conosciuti in un pub, Ben aveva organizzato una rimpatriata e ci teneva perché venissi anch’io. Lui ed Amanda erano ancora insieme allora. Però si era creata subito un’immediata sintonia tra di noi, riuscivo a farla ridere. Da quella sera ci siamo visti altre volte, sempre di nascosto.”
“Hai mai avuto il presentimento che tuo fratello sapesse della vostra relazione?”
“No, ne dubito. Siamo stati il più discreti possibile. Come le ho già detto, volevo tenere alla larga i paparazzi ed evitare che circolassero stupidi pettegolezzi su Amanda.”
“Per questo ti trovavi al Buckingham Palace Hotel. Avevate un appuntamento?”
Jack annuisce, pensieroso.
“Raccontami per filo e per segno com’è andata quella sera.” lo incoraggio “Non tralasciare niente.”
“Dovevamo vederci nella sua suite, all’incirca per le 22. Amanda mi aveva raccomandato di portare da bere, così prima di raggiungere l’albergo sono passato in un supermercato a comprare una bottiglia.”
“Era una Dom Pérignon del 2001?”
“Sì, esatto.” conferma Jack, stupito che io sia in possesso di tale dettaglio.
“E tu hai toccato quella bottiglia?”
“No. Era chiusa in una scatola. Io l’ho consegnata ad Amanda, è stata poi lei a tirarla fuori. Ma non l’ha stappata, si limitava a rigirarsela tra le mani...”
Gli rivolgo un’occhiata dubbiosa.
“Perché non la avete aperta?”
“Amanda era completamente fatta, detective. Quella sera si reggeva a malapena in piedi.”
“Tu eri a conoscenza dei suoi problemi con la droga?”
Il mesto sospiro del ragazzo pare una risposta soddisfacente.
“Ho provato ad aiutarla. Ben le avrà accennato che nostro padre è uno psicologo, quindi non mi è stato difficile reperire di nascosto un paio di numeri di telefono. Siamo andati da specialisti, persino in qualche gruppo di recupero. Amanda stava meglio, sembrava volesse davvero uscire dal giro. Diceva che era merito mio, io l’avevo salvata da quel mondo.”
“E come hai reagito quella sera quando hai scoperto che la tua ragazza non era affatto migliorata?”
“Ero arrabbiato, Amanda mi aveva promesso che non avrebbe più preso quella roba. Ma non ho alzato un dito su di lei!” si affretta ad aggiungere “Era talmente…fuori di sé! Non mi ascoltava, vagava per la stanza, si gettava sul letto..
.”
“Quanto sei rimasto nella suite?”
Alla mia domanda Jack fa una smorfia stizzita e si massaggia le tempie, quasi provasse a mettere ordine tra i pensieri.
“Non molto... Credo di essermene andato dopo una decina di minuti.”
La sua dichiarazione coincide con l’orario presente nei nastri delle videocamere di sicurezza, le quali mostrano Jack transitare di fronte alla suite della Seyfried proprio alle 22:13.
“La bottiglia di Dom Pérignon è rimasta nella stanza di Amanda?”
Lui annuisce, ma è lampante che qualcosa lo turba.
“Non capisco, detective. Perché continua ad insistere su questa bottiglia?”
“E’ stata l’arma del delitto, Jack.”
Il ragazzo sbianca ad una velocità allarmante.
“Detective, io non ho usato quella bottiglia! Lo giuro, non l’ho nemmeno toccata!”
“Calmati, non ti sto accusando. Avrò presto i risultati dal medico legale. Se stai dicendo la verità, non hai nulla di cui preoccuparti.”
Nonostante un sorrisetto appena accennato, le mie parole non sembrano essergli di grande conforto.
A dire il vero Keira già mi ha assicurato che le sole impronte rinvenute sui cocci di bottiglia appartengono alla Seyfried.
Tuttavia ammetto di voler tenere Jack ancora sulle spine, almeno fino a che non sarò assolutamente certa della sua innocenza.
“Devo farti una domanda, Jack.” affermo, seria “Credi che tuo fratello abbia potuto uccidere Amanda?”
Lui trattiene una risata, neanche fossimo qui a raccontarci barzellette.
“Ma chi, Ben?! Sta scherzando spero! Non farebbe male ad una mosca!”
“Non è quello che ti ho chiesto. Voglio sapere se c’è la possibilità che Ben abbia scoperto della tua relazione con la Seyfried e se, sentendosi tradito, abbia sfogato la sua rabbia contro la sua ex.”
Sono sincera, questa eventualità mi fa accapponare la pelle e compio uno sforzo non indifferente per mantenere la mia solita parvenza di imperturbabilità.
“Ben non avrebbe mai fatto una cosa simile ad Amanda. L’ha aiutata tanto, forse più di quanto abbia fatto io. Provava un profondo affetto nei suoi confronti.”
“Jack, sii sincero. Tuo fratello non ti è mai sembrato strano? O schivo? Come volesse nasconderti qualcosa?”
Lui scuote la testa, inamovibile.
“Detective, so che ha avuto modo di trascorrere del tempo con Ben. Qual è stata la sua impressione?”
Gli rivolgo uno sguardo raggelante.
“Sono io che faccio le domande.”
“E fino ad ora sono stato molto collaborativo!” ribatte lui “Ora risponda lei a questa domanda: cosa pensa di mio fratello?”
“Non lo conosco così bene…”
“Io invece credo di sì! A volte bastano davvero pochi secondi per capire chi abbiamo di fronte. E anche se Ben è un attore, ha sempre messo al primo posto la sincerità nei rapporti. Per questo aveva lasciato Amanda! Lei gli aveva mentito e non se la sentiva di continuare la relazione.”
L’inaspettata perentorietà di questo ragazzo mi sorprende, se in modo positivo o negativo devo ancora capirlo.
Una cosa è certa: questi Barnes mi stanno mandando fuori di testa!
E non so cosa ho fatto di male per incappare nelle loro esistenze incasinate.
“Ben mi ha parlato molto bene di lei, detective.” mi confessa, con un pizzico d’esitazione nella voce “La considera una professionista ed è convinto che riuscirà a rendere giustizia ad Amanda. Ripone una profonda fiducia in lei. Faccia lo stesso con Ben, si fidi di lui.”
“Fidarmi non fa parte del mio lavoro, Jack.”
“Ma non può nemmeno sospettare di chiunque! Andiamo detective! Non tutte le persone che incontriamo vogliono farci del male, alcune possono esserci più d’aiuto di quanto possiamo immaginare.”
Lo squadro con diffidenza, solo per mascherare il sorriso che mi sorge spontaneo sulle labbra.
“Tu guarda quanta saggezza da un ragazzino così spocchioso!”
Jack scoppia in una contagiosa risata, chiaramente più a suo agio.
“Non ho niente per trattenerti.” gli dico “La tua versione regge e coincide con le prove di cui finora siamo in possesso. Perciò, per il momento, puoi tornare a casa.”
Non appena Romero scorta il giovane sospettato all’uscita, mi avvicino alla finestra e, dopo una manciata di secondi, scorgo i due fratelli Barnes corrersi incontro e suggellare il loro sollievo in un abbraccio.
“Cosa pensi di Barnes Jr.?” domanda Richard, alle mie spalle.
Mi volto lentamente, quasi avessi timore ad esporre un giudizio.
“Jack sembra a posto...”
“E a meno che non sia un perfetto bugiardo, sembrerebbe che anche il fratello maggiore sia innocente.” aggiunge lui, sfoggiando un ghigno malizioso.
Sollevo le spalle, fingendo totale disinteresse.
“Dobbiamo averne la certezza. A questo punto se Jack ha lasciato la stanza alle 22:13, Amanda Seyfried deve essere stata uccisa dopo.”
“Potrebbe essere coinvolta la figura incappucciata?” suggerisce lui.
“Ti dirò di più, Ric.” raggiungo rapida la lavagna e poso l’indice sulla foto che immortala il misterioso individuo “Credo che sotto quel cappuccio si nasconda il nostro assassino.”



Angolino dell'Autrice: Ciao miei adorati fantasmini di zucchero!
Cosa ne pensate di questo interrogatorio? Vi aspettavate che Jack e Amanda fossero una coppia? E se Jack è innocente, chi sarà la figura incappucciata?
Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate e scrivetemi le vostre ipotesi. Amo poter avere questo tipo di riscontro con voi.
Vi lascio anche il link alla mia pagina facebook, possiamo sentirci anche lì:http://www.facebook.com/Clairy93-EFP-400465460046874/?ref=aymt_homepage_panel
Grazie per la vostra infinita dolcezza!
Ve amo 'na cifra!
Vostra Clairy.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: Clairy93