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Autore: Flos Ignis    27/10/2015    1 recensioni
Una grande novità sta per sconvolgere la caotica quotidianità della gilda più forte di Fiore: due giovani maghe, Alchimiste della Luce e del Buio, chiedono di poter entrare a Fairy Tail. Il loro arrivo porterà una ventata di novità che creerà non poche situazioni piene di comicità, ma porterà anche alla luce sentimenti finora celati nel profondo dei cuori.
E proprio quando tutto sembra volgere al meglio per ognuno di loro, un evento riporterà l'antica tristezza nei cuori delle gemelle della luce e del buio; stavolta avranno i loro compagni a sostenerle nella loro battaglia personale contro l'odio, ma dovranno vincere in fretta.
Perchè c'è chi non aspetterà per sferrare il suo attacco contro la gilda che tanto l'ha ostacolato in passato. Il mago oscuro immortale è pronto a dare il via alla battaglia finale.
Ohayo minna! Un paio di appunti obbligatori: seguo la storia del manga fino al capitolo 417, dopodichè mi limito a prendere qualche spunto da quelli successivi per la mia storia.
Spero davvero di intrattenervi piacevolmente con le mie parole, che la mia storia possa trasmettervi i sentimenti che ho provato nello scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima missione

 

 

-Nervose, piccolette?-

-E ce lo chiedi? Non stiamo più nella pelle!-

-Beh, io avrei preferito una missione più tranquilla, dato che è la prima, ma devo ammettere che sono emozionata! Non vedo l’ora di cominciare.-

-Allora mi raccomando, fate attenzione! Maledizione, avrei tanto voluto venire con voi…-

-Ma dai Lucy-nee, tu devi pensare a guarire! E per farlo devi lasciare la gamba a riposo ancora qualche ora, giusto il tempo che la magia di Wendy finisca di aggiustartela.-

-Se ripenso a quel furfante che mi ha schiacciato la gamba sotto una tonnellata di rocce per fuggire mi viene una rabbia…-

-Alla fine però Natsu-nii gliel’ha fatta pagare cara, era davvero arrabbiato!-

Iris ghignava come un’indemoniata, Angie invece sorrideva più discretamente, ma anche lei era palesemente divertita dall’episodio di qualche giorno prima. Le dispiaceva per Lucy, ma vedere Natsu sputare fiamme per ore dalla rabbia non aveva prezzo. La stessa maga degli spiriti stellari dopo essere stata curata aveva potuto vedere il lato comico della faccenda.

Ora però era il momento di concentrarsi sulla sua prima missione ufficiale per Fairy Tail, in coppia con sua sorella. Dovevano fermare una banda di ladri nella città vicina, e anche se aveva un po’ paura, Gray-sensei aveva insegnato loro moltissime cose e le aveva ritenute pronte; e poi con loro sarebbe andato Natsu-nii come supervisore.

Al suo fianco, sua sorella fremeva. Non vedeva l’ora di partire, e anche lei non riusciva a stare ferma. Se guardava alla sé stessa di pochi mesi prima, non si riconosceva, con la sua nuova esuberanza e l’incredibile voglia di entrare in azione.

-Andiamo, si parte!-

-Sono tutto un fuoco!-

Angie rise, intenerita da quei due invasati che avevano iniziato a correre veloci come schegge; l’Alchimista delle Ombre salutò un’ultima volta Lucy-nee, e poi si mise al loro inseguimento.

 

-Ragazze, sono tutti vostri! Fatemi vedere cosa vi ha insegnato il ghiacciolo!-

-Sei pronta, Iris?-

-Come non mai sorellina. Andiamo!-

La banda di ladri della città di Eliodora non contava più di dieci membri: erano tutti uomini tra i venti e i trent’anni, armati di coltelli e senza scrupoli, ma non erano maghi. Nulla che non potessero affrontare, con tutto il loro addestramento ed il potere magico di cui disponevano.

Iris, che preferiva i combattimenti corpo a corpo, si lanciò in avanti per prima: - Light make… Fangs!-.

Le spuntarono artigli e zanne lunghissimi fatti di pura luce, ma affilati più dell’acciaio. Si mosse con l’agilità di un felino, battendo due dei ladri senza che potessero reagire sfruttando l’effetto sorpresa. Subito altri tre le si buttarono addosso, certi di batterla con poco. Da quella distanza, Angie riusciva solo a vederne alcuni deridere sua sorella, probabilmente per la piccola statura.

Ci vide rosso. Lasciò a sua sorella i tre incapaci che le si erano gettati addosso, certa che non le sarebbe capitato niente. Tipi come quelli sua sorella se li mangiava a colazione da ben prima di avere il controllo della sua magia.

Lei invece si occupò dei cinque sbruffoni che si erano incautamente distratti per deridere Iris.

-Shadow make… Spider’s web!-

Adesso era il suo turno di ridere: aveva creato con le sue ombre una tela di ragno che aveva intrappolato i cinque ladruncoli, che si dimenavano invano come ossessi.

Non aveva ancora finito: -Shadow make… Snakes!-

Una decina di serpenti d’ombra si avvolse attorno ai malcapitati, imprigionando loro polsi e caviglie. Nello stesso momento, l’ultimo degli avversari di Iris le atterrò davanti ai piedi. Avrebbe scommesso ogni cosa sul fatto che si era beccato uno dei calci micidiali della sua gemella in pieno volto, dato il naso rotto e sanguinante.

Imprigionò anche lui con i suoi serpenti d’ombra, e poi andò incontro ad Iris per curare le sue ferite col kit di pronto soccorso. Come al solito quella pazza si era fatta più male del necessario per il semplice gusto di menare le mani. Nulla di serio, ma vederla sanguinante le faceva sempre venire la nausea.

Si era quasi dimenticata che con loro c’era Natsu, anche se era rimasto in disparte. Se ne ricordò però alla velocità della luce quando le prese in braccio entrambe iniziando a saltellare e sputare fuochi d’artificio dalla bocca per festeggiare.

Si affrettarono a portare i ladri in galera, poi Natsu le caricò in spalla e si mise a correre, fermandosi solo una volta tornati alle porte di Magnolia, ovvero un’ora e mezza più tardi. Iris e Angie erano ancora su di giri per la riuscita della missione e la riscossione della taglia, e quella folle corsa sulle spalle di quel cavallo imbizzarrito che si era impossessato temporaneamente di Natsu, di certo non le aveva aiutate a calmarsi.

Nelle successive due ore loro avrebbero festeggiato con Lucy e tutti i loro amici della gilda, e in quelle stesse due ore avvenne quella che tempo dopo sarebbe stata chiamata ‘chiave di volta’. Una vecchia conoscenza delle gemelle mise piede sulla terraferma, dopo mesi di viaggi per mare. L’origine di una tempesta che avrebbe messo a dura prova la forza dei piccoli, orgogliosi cuori delle gemelle.

Ma, almeno per il momento, tutte le fate poterono godersi una serata di sfrenati festeggiamenti, in cui l’unica preoccupazione sarebbe stata la sveglia della mattina dopo, con tenaci mal di testa assicurati dovuti ad un feroce dopo-sbornia.

 

-Luuuuuuceeeeeeeeeeeeeeeeeeeee la smetti di ballarmi davanti? Mi fai venire la nausea…-

-E dire che con il tuo metabolismo da drago dovresti reggere l’alcool… ma quanto hai bevuto?-

Lucy assistette al buffo spettacolo del suo coinquilino che si mise a contare sulle dita le birre ed i superalcolici che aveva trangugiato quella sera, solo che…

-Lusceee, mi presti le tue dita? Le mie non bastano…-

-Non ti basterebbero neppure se aggiungessimo le dita di Iris ed Angie oltre le mie. Va bene Natsu, è ora di dormire. Domani mattina dovresti stare già meglio.-

-Ma tu perché non hai bevuto?-

-Se avessi bevuto, chi ti avrebbe riportato a casa? A proposito, pesi un sacco, domani avrò tutti i muscoli a pezzi… E poi, almeno uno dei due deve fare il ‘genitore’ responsabile.-

-Le nostre ragassce sono meravigliose, dovevi vederle come hanno fatto fuori quei tisci in pochissimo tempo! Shono tutto un fuocoooooo!- ascoltare Natsu da ubriaco poteva essere davvero divertente, ma quello non era proprio il momento di mettersi a ridere per la sua buffa pronuncia.

-Evita di bruciare il letto però! Comunque hai ragione, sono davvero brave.-

Finalmente il Dragon Slayer si lasciò sistemare nel suo letto, forse vinto da tutto l’alcool che aveva ingurgitato. Solo Cana era riuscita a batterlo quella sera, ma lei in certe sfide non faceva testo. Natsu ci era andato giù pesante con i festeggiamenti, e quando Lucy se ne era accorta ormai il suo compagno di team era già ben oltre il confine tra sobrietà e ubriachezza.

Aveva riaccompagnato a casa le gemelle e aveva augurato loro la buona notte, poi era tornata in gilda a passo di carica e aveva costretto Natsu a seguirla, trascinandolo via dalla botte a cui si era attaccato sfruttando il potere della sua Fleuve d’Etoile. La sua frusta non sarebbe servita a molto in circostanze normali, ma lui non era decisamente al meglio delle sue forze da alticcio.

Si assicurò che gli schiamazzi di quello scemo non avessero svegliato le gemelle, ma erano evidentemente esauste dopo una giornata così intensa, non le avrebbe svegliate neppure un demone di Zeref ululante alla luna.

Lucy finalmente riuscì a dedicare un momento per sé. Si concesse un bagno caldo, rilassando i muscoli tesi. Era stata in pensiero per tutto il tempo della missione, l’unica cosa che l’aveva trattenuta dal chiedere ad Erza di andare a riprenderle di corsa era sapere che Natsu era con loro, e sapeva bene che non avrebbe permesso a nessuno di far loro del male.

Era così orgogliosa di loro! Erano diventate delle maghe provette, ma soprattutto sembravano essere riuscite a superare la fase di diffidenza mista a timore di quando le avevano conosciute. Iris aveva abbandonato la sua strafottenza per un atteggiamento più conciliante, pur rimanendo esuberante oltre l’immaginazione umana, ed Angie aveva smesso di nascondersi dietro la sorella, terrorizzata dal mondo che tanto l’aveva ferita, anzi: ora lo affrontava col sorriso sulle labbra e tanta buona volontà di fare del proprio meglio.

Lucy era davvero felice di questi loro progressi, amava quelle bambine come se fossero delle sorelline, e le avrebbe protette a qualunque costo.

 

Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse della porta del bagno ora mezza aperta a rivelare la figura di Natsu, di nuovo saldo sulle gambe, ma con lo sguardo ancora molto confuso.

Fu per miracolo che non urlò come una pazza quando lo sentì avvicinarsi alla vasca in cui era ancora immersa. Ormai quotidianamente doveva far fronte a situazioni imbarazzanti come quella, ma nonostante ciò ancora non ci aveva fatto l’abitudine, ed ogni volta si sentiva il cuore scoppiare. Vivevano nella stessa casa, e per ovvi motivi di spazio dormivano nella stessa camera, anche se in letti separati da un paio di metri buoni e da una tendina rossa per avere un minimo di privacy, su questo Lucy non aveva voluto transigere.

Che poi lui continuasse a infilarsi nel suo letto nel bel mezzo della notte era un altro discorso.

Averlo costantemente vicino, che la abbracciava, le sorrideva, la aiutava a pulire la casa (più o meno, ma apprezzava lo sforzo), era una dolce tortura per il suo cuore innamorato. Maledizione, Natsu le era costantemente tra i piedi e, anche se si sentiva un’illusa a pensarlo, le sembrava che la toccasse molto più spesso che in passato. Tocchi casuali, ma anche abbracci che erano quasi dei placcaggi, o carezze sui capelli che lui si divertiva a scompigliare. Ogni volta, lei arrossiva come la ragazzina innamorata che non voleva diventare. Perché bastava un suo gesto sconsiderato, dettato dall’istinto che la spingeva continuamente verso di lui, per rovinare per sempre la meravigliosa amicizia che avevano.

Quello era uno dei momenti in cui si sentiva sull’orlo del collasso… o meglio, la sua mente era in bilico su un sottilissimo filo di razionalità, ma stava per cadere nel burrone dell’istinto.

Lui si era inginocchiato vicino alla vasca, in modo che i loro visi fossero vicini. Le aveva catturato il volto con entrambe le mani, causandole un brusco afflusso di sangue sulle guance, e lentamente le si stava avvicinando. Lei semplicemente lo guardava dritto negli occhi, aspettando con trepidazione e confusione di capire cosa esattamente voleva fare Natsu.

Poggiò per qualche secondo il naso sul suo collo, inspirando profondamente, poi rialzò la testa con dipinta in volto un’espressione determinata.

Le sue labbra erano calde come le fiamme, quelle fiamme che l’aveva salvata e protetta infinite volte secondo il volere del figlio di Igneel, il re dei draghi di fuoco. Le sue, al confronto, sembravano pezzi di ghiaccio, modellate sotto il tocco bollente di quelle fiamme.

-Perdonami, Luce…-

Natsu cadde addormentato lì, sul tappeto rosso che stava accanto alla vasca in cui la bionda maga degli spiriti celesti stava immersa, immobile come una statua, sull’orlo di un collasso cardiaco, o di un attacco d’asma. O di entrambi.

Fermi tutti… che diavolo è successo? Lui mi ha… e poi ha detto… COSA?’




 

  
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