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Autore: xxTabris    27/10/2015    2 recensioni
Era stata quella mattina che le era venuta la curiosità.
-Mamma, perchè agli uragani danno nomi di persone?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hurricane

 La prima cosa che la piccola Anne sentì furono i tuoni, che lei aveva sempre temuto tanto. Dapprima li udì in lontananza, ma poi, al quarto rombo, la bambina fu costretta a distogliere di scatto lo sguardo dal disegno che prendeva forma sul foglio, per guardare fuori dalla finestra. Non si era accorta che, nel giro di un'ora, il mondo era diventato grigio e rumoroso. La pioggia batteva fragorosamente sul vetro, il vento scuoteva la grande quercia che c'era nel suo giardino.
 Buttò un occhio alla casa della signora Stenson, la loro vicina. Le luci erano spente, porta e finestre ben chiuse. Scese pian piano le scale che dalla sua stanza portavano in cucina. Il biglietto era sempre lì sul tavolo, esattamente dove l'aveva trovato.
 "Passo a prendere Jenny a scuola, torno più tardi del solito. Mamma."
Si portò verso la sala d'ingresso, la casa era deserta. Buttandosi una coperta addosso, si lasciò cadere sul divano, accendendo la tv. Era difficile capire cosa stessero dicendo, il fischio del vento che fuori seminava scompiglio copriva ogni suono. Poteva solo vedere le immagini trasmesse della tempesta che si era da poco abbattuta su Seattle, e che adesso si stava dirigendo verso il suo paesino, notizia di cui non avevano fatto altro che parlare negli ultimi giorni. Un brivido le corse lungo la schiena.
 Mamma.

 Il rombo di un nuovo tuono la fece sussultare. Fu in quel momento che la luce saltò, lasciandola nell'oscurità. Fuori non c'era rimasto nemmeno un raggio di sole e la pioggia non permetteva di vedere nulla.
Jenny.
 Si strinse ancora di più nel rassicurante tepore della coperta, pensando al disegno non finito nella sua stanza, contente gli ultimi colori rimasti in quel luogo. Fissò l'orologio, la lancetta dei secondi che scandiva inesorabilmente il tempo, aspettando qualcuno che girasse la maniglia e rientrasse a casa. Passarono i minuti, e ancora attendeva che qualcuno la venisse a prendere con una torcia in mano, e facesse cessare la tempesta.
 Era stata quella mattina che le era venuta la curiosità, mentre stava facendo colazione. Mamma aveva appena acconsentito a farla rimanere a casa da scuola, per via  della febbre che l'aveva debilitata nei giorni precedenti. Allora, mentre la donna ascoltava con un po' di apprensione le notizie alla televisione, lei le aveva chiesto perchè agli uragani dessero sempre nomi di persona. Non avevano niente di umano, le tempeste. E mamma le aveva sorriso dolcemente, prima di rimetterla a letto, dicendole con tenerezza di riposare. Doveva essersi addormentata per qualche ora, perchè non aveva sentito nè la donna nè sua sorella uscire di casa. Doveva aver dormito per parecchio tempo, perchè quando si era svegliata, il sole era sparito.
 Mentre un nuovo tuono tornava a spaventarla e le lacrime iniziavano a rigarle il viso, rivide suo padre il giorno in cui se ne andò di casa. I pianti di sua sorella, la delusione di sua madre. E in quell'istante, mentre un fulmine illuminava a giorno la sua casa, oasi di silenzio nel frastuono della tempesta, capì da sola perchè davano nomi così familiari a quelle disgrazie. Perchè come alcune persone, ti portavano via tutto, andandosene poi  via veloci, così come erano arrivate.



Note:
Ho scritto questa flashfic in un momento in cui non ero troppo allegra (si vede? XD), ed è uscito questo. Volevo creare un'atmosfera cupa, ma non so se ci sono riuscita. Potete immaginare di finire la storia come più vi piace, diciamo che è solamente una descrizione di un piccolo momento all'interno di un contesto più grande.
Come sempre, ringrazio chi è riuscito ad arrivare fin qui, spero di avervi coinvolto anche solo per qualche minuto. :) Vi sarei grata se mi lasciaste un commentino con scritto cosa ne pensate, cosigli, critiche, tutto e di più! Sbizzarritevi! ;) Socix96
  
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