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Autore: Reo    28/10/2015    3 recensioni
Dopo due anni di silenzio Mika viene a sapere che Fedez si sposa. Sono stati per poco insieme ma per Mika è stato più che sufficiente per non dimenticarlo più, anche se dopo la loro rottura non hanno più parlato, e Mika si è trasferito subito.
Dopo due anni, Mika decide di andare a trovarlo prima di chiudere definitivamente con tutto quello che lo riguarda, e lasciarlo andare. Ma Fedez da parte sua potrebbe avere ben altro da dire.
MIDEZ| SLASH | AU! |
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Someone like you. 

Capitolo 2 

D-love
 

Due anni e otto mesi prima


Federico spingendo la porta per poco non cadde addosso ad una coppietta che avevano ben pensato di stare a baciarsi in corridoio: leggermente infastidito tentò di individuare nella folla il suo gruppo di amici. Sperava che il pizzetto e la testa calva di Alessandro spiccassero tra la calca di persone, ma per fortuna fu la testa per metà corvina e metà lasciata grigia di Morgan a venirgli in aiuto. Si fece largo fino a raggiungerli ed una volta arrivato Victoria gli fece spazio. 
- Ma insomma due ore di ritardo! Stai migliorando, Fede. - Alessandro, berretto in testa a dispetto del bon ton, gli rivolse quel tipo di sorriso che Federico sapeva interpretare con "Ho grandi notizie da riferirti". 
- Ho finito tardi di lavorare, scusatemi. - 
- Dici sempre così, tanto lo sappiamo che ti sei addormentato di nuovo. - Victoria conosceva più che bene le abitudini del suo amico e non aveva peli sulla lingua. 
Morgan come sempre stava in un angolo con il suo solito drink in mano, solo che invece di avere la solita espressione assorta, era impegnato in una conversazione con Elio e un'altra ragazza. Federico fece un cenno di saluto ad entrambi e tese la mano per stringere quella della sconosciuta, solo che non riuscì a sentire il nome perché distratto dal fiume di parole di Victoria: la ragazza era appena arrivata in italia e non parlava benissimo la lingua, lavorava in un locale come Dj e si erano conosciute perché l'inquilino di Elio aveva lavorato con lei. Così Victoria la presentò ad alta voce, ma tirando Federico vicino a se gli sussurrò che era una tipa pazzesca e senza freni inibitori, oltre ad essere una cantante straordinaria, quanto pazza. 
- Beh almeno lei non si nasconde la testa rasata, o sbaglio Ale? - 
Per risposta Alessandro gli diede una pacca ben assestata sulla spalla, proprio dove sapeva che aveva il nuovo tatuaggio. Federico sputò fuori una parolaccia, mentre tentava di sfilare il cappello ad Alessandro, e Victoria tentava di fermare entrambi perché al centro della contesa. 
Senonché Morgan si schiarì la voce pronunciando le parole che Federico sperava di evitare per tutta la sera: 
- Ma allora è vero che la Giulia ti ha mollato? - 
Calò il silenzio nella cerchia di amici: Federico si gelò sul posto, e si guardò attorno come se cercasse le parole adatte e giocherellò con il bordo del tavolo imbarazzato. 
- Sì, ci siamo lasciati. - 
- Io so che ti ha lasciato lei. - Non che Morgan fosse cattivo ma gli piaceva mettere un po' il dito nella piaga, ma solo un pochino. 
- Beh sì, mi ha lasciato. Ha detto che voleva provare esperienze diverse, ed io non ho potuto dire niente in contrario. - 
Victoria gli strinse un braccio e gli disse che le dispiaceva sul serio, ma che doveva guardare avanti, perché come lei anche lui doveva e poteva fare nuove esperienze. 
Alessandro sbuffò e dopo aver preso un sorso di birra, disse: 
- La migliore notizia che ho sentito da giorni. - 
Tutti sembravano un po' sconvolti dall'affermazione, ma Federico aveva già sentito molte volte quel discorso: 
- Insomma siete stati insieme dal secondo anno di liceo, magari i primi tempi c'era anche un non so che cosa tra di voi, ma già dalla fine delle superiori dovevate lasciarvi: siete rimasti assieme per anni solo per abitudine, e sono contento che almeno uno dei due abbia avuto il cervello e le palle di capirlo. - 
Federico fulminò con lo sguardo Alessandro, ma era inutile a stare a discuterci, aveva ragione in un certo senso. 
- Sicuro non dovrò più preoccuparmene ora, sta già uscendo con un altro. - 
- Ha fatto presto. - notò Victoria. 
- Si capisce che per lei non contava un cazzo sta storia. - aumentò la dose Elio. 
Federico si limitò ad alzare le spalle ed ordinare una birra anche per se, mentre tentava di trovare un altro argomento di conversazione. Per fortuna gli venne in aiuto la ragazza anonima. 
- Elio, ma Michael non doveva venire anche lui due ore fa? - parlò con un forte accento inglese. 
- Mah come il signorino qua, anche lui aveva da "lavorare". - 
- Guarda che Michael ha davvero la scuola serale, mica dorme. - venne in difesa Victoria, e Federico finse di prendersela platealmente. 
- Boh, poi arriverà, magari gli faccio uno squillo dopo. - 
Ma dopo un paio di birre il sopracitato Michael era stato dimenticato, e tutti discretamente alticci. 
Federico alternava momenti di malinconia, a momenti di estasi. Le parole di Victoria avevano fatto breccia nel suo cuore: era vero, ora senza Giulia si sentiva in un certo senso libero. E la vita si apriva davanti a lui in un modo diverso. Era vero anche che aveva perso una persona importantissima per lui: Giulia era stata la sua migliore amica, la sua roccia. Ma calcolando che nell'ultimo periodo avevano principalmente litigato ed erano stati il problema uno dell'altro, forse tutto ciò era inevitabile. Pensava anche al fatto che la decisione di Giulia di lasciarlo, e chiedergli di lasciare casa sua, era stata così repentina perché, come aveva intuito da solo, era da un po' che voleva provarci con il ragazzo con cui stava ora. E forse solo il fatto che era totalmente contraria al tradire l'aveva fermata dal farlo prima. Ora senza Federico era totalmente libera. E così anche lui, che si era scoperto, dopo aver realizzato di essere scaricato per un altro, di non essere per niente geloso. 
Risero tranquillamente per un altro po', poi vide Victoria alzarsi di scatto e saltare addosso ad un ragazzo, seguita dopo dalla ex-ragazza anonima (finalmente aveva capito il suo nome, o meglio soprannome) Skin. Il ragazzo barcollò nonostante l'altezza considerevole sotto il peso delle due ragazze. Ed Elio rise insieme a Morgan prendendoli in giro. 
- Pensa che ci sono uomini che pagherebbero per avere due ragazze a saltargli addosso in questo modo, e tu invece non devi nemmeno chiedere! - scherzò Elio. 
Il ragazzo fu finalmente lasciato libero dalle due, e si sedette tra Elio e Skin esattamente di fronte a Federico, che si mise ad osservarlo: una massa disordinata di riccioli castani, magro con gli zigomi pronunciati, occhi castani, riusciva a sembrare elegante anche se vestito semplicemente. Lo vide ridere ad una battuta di Alessandro che lui non riuscì a cogliere, e vide che rideva in un modo un po' strano, mostrando tutti i denti davanti, e arricciando il naso. Una risata un po' da bambino, e lo pensò anche quando preso in giro da Morgan perché in ritardo mise su un broncio degno del cuginetto più piccolo di Federico. 
Era così preso dalle sue considerazioni che non si accorse che Victoria lo stava presentando. 
Si morse il labbro imbarazzato, e strinse la mano dell'altro ragazzo: 
- Piacere, Federico. - disse sintetico. 
- Piacere, Michael! Elio e Victoria mi hanno raccontato qualcosa di te, dicono che rappi, giusto? - parlava con un accento leggermente straniero ma non forzato. Gesticolava quando parlava, e lo guardava negli occhi tutto il tempo. Federico sentiva il suo spazio personale un po' invaso, ma stranamente la cosa non gli dispiaceva. 
- E' più un passatempo. -
- La musica non lo è mai. - rise Michael, trascinando con se un po' tutto il tavolo. 
- Dovresti cantarci qualcosa a cappella*. - propose Skin entusiasta battendo le mani. 
I madrelingua italiani risero al commento della ragazza, ma Michael sembrava entusiasta quanto lei. 
- Sì! Mi piace un sacco a cappella. - 
Lì scoppiarono a ridere un po' tutti, compresa Skin contagiata più che altro da Elio che era con le lacrime agli occhi. 
- Sì, lo sappiamo che ti piace quella, Michael. - disse Morgan tentando di riprendere fiato tra le risate. 
Michael sembrò molto confuso, e chiese innocentemente: 
- Cosa ho detto di male? Volevo solo che lui facesse un pezzo a cappella. - 
Federico nonostante stesse ridendo come gli altri si sentì un po' in pena per lui. 
- Non ti preoccupare, siamo tra amici, solo non dirlo troppo in giro. Poi ti spiego, magari ti faccio un disegno. - 
Michael un po' imbarazzato si mise le mani sul viso perché un non troppo elegante Alessandro gli aveva spiegato in breve il doppio senso, e la serata continuò piacevolmente con altre battute sull'episodio o in generale. Nonostante ogni tanto Michael chiedesse a Federico di cantargli qualcosa, lui tirava fuori sempre una scusa diversa, e alla fine Michael dovette arrendersi, ma riuscendo a strappare la promessa che prima o poi l'avrebbe fatto.

I giorni seguenti a quella sera proseguirono con lentezza inesorabile per Federico, scanditi dalle lezioni all'università, il lavoro, e qualche bevuta con gli amici. Una processione di vecchi e nuovi amici che si professavano guru dell'amore e pretendevano di sparare a raffica consigli utili per superare la rottura aveva iniziato a girare intorno a Federico che non aveva nessuna voglia di ascoltare, o seguire. Perciò aveva preso la tendenza a interrompere chiunque tentasse di riaprire il discorso utilizzando anche scuse indecorose, tipo con sua madre che ogni volta le diceva di dover finire di studiare, o doveva cucinare, o lavarsi, o era in ritardo, o doveva dormire, o la linea non prendeva bene. Insomma era un figlio orribile, ma tutto era meglio rispetto del dover spiegare a sua madre che a lui la "rottura" non aveva fatto l'effetto che tutti si aspettavano: la verità è che lui si sentiva finalmente indipendente. In tutti i sensi, anche se adesso il suo letto era vuoto, ma la sua vita era completamente mutata, si sentiva come se non dovesse più niente a nessuno, senza litigi, senza giustificazioni. Si godeva la vita come veniva nelle sue piccole cose, come in quel momento: una birra ghiacciata e due amici, sicuramente non i più normali, ma certamente i più sinceri. 
- Ragazzi, devo dirvi una cosa più o meno seria. - disse Lorenzo, l'aveva conosciuto quando lui ormai era al terzo anno d'università e Lorenzo una semplice matricola spaesata, e anche se inizialmente l'aveva bollato come enorme fesso, si era dovuto ricredere. Era sempre un bravo ragazzo, ma forte sia nel carattere sia negli ideali, e gli piaceva la sua onestà e schiettezza. 
Alessandro e lui aveva legato molto bene nonostante la notevole differenza d'età, anche se Alessandro lo riteneva ancora un enorme fesso. 
- Per piacere "più o meno" seria, che hai combinato adesso? - chiese Alessandro schiaffeggiandogli la nuca. 
Lorenzo si grattò la testa facendo delle smorfie mentre cercava di trovare le parole giuste. 
- Ho incontrato una tipa lo scorso mese al raduno dell'uni, mi sono avvicinato, le ho parlato e mi è sembrata una grande stronza. - 
- Era da sola? - domandò Alessandro. 
- Beh, sì, ma che significa... - 
- Era sobria? - 
- Ale, mi stai spaventando. - disse Federico 
- Certo, che era sobria, che intendi dire? - 
- Intendo che qualsiasi cosa tu abbia fatto hai infranto la regola della "S". - rispose Alessandro che sembrava vivamente preoccupato. 
- Ho paura di sapere cosa sia. - Federico per esperienza conosceva molte delle regole dell'amico, e in genere avevano sempre ragione per quanto fossero assurde. 
- Le peggiori in assoluto, quelle con cui la tua vita sarà un vero e proprio campo di battaglia sono quelle che seguono la regola delle "S": Sola, Sobria, Stronza. - affermò Alessandro come se stesse proclamando il principio di non contraddizione di Aristotele. - matematicamente testato. - 
- Ah giusto, tu così hai conosciuto Vicky! - urlò Federico desideroso di far rivivere la figuraccia ad Alessandro. 
- Va bene, non so di cosa voi stiate parlando, ma comunque... mi sa che l'ho infranta di grosso. Dopo che mi ha praticamente umiliato davanti a tutti per il mio modo di provarci con lei, si è scusata, ed ha accettato di venire a prendere un caffè con me, poi ne è seguito un altro, poi una cena, poi cinema, e poi mi ha chiesto di stare insieme.-
- Te l'ha chiesto lei? Beh è intraprendente. - chiese sorpreso Alessandro. 
- Lei è fantastica, matura, intelligente, colta. Insomma parlarci, discuterci per fino mi piace. Poi è schietta, divertente, e bellissima. Ed ha una voce quando canta, che non avete idea. - 
- Qualcuno qui si è preso una cotta schifosa per qualcuno, per favore Ale alziamoci subito. - 
- Lo dici perché sei invidioso, Fede. L'amore giovanile è così puro. - 
- Beh, però c'è un leggero problema, ma nemmeno, è solo una nota stonata. - 
I due si girarono in sincrono verso l'altro intimandogli di parlare. 
- Lei era lì con il gruppo che suonava, e mai avrei pensato che sì, beh, non fosse dell'università, ecco. - 
- E' fuori corso? - 
- No no, niente del genere. - 
- Sta all'ultimo anno di liceo? - 
- Nemmeno. - 
- Lorenzo scusa, ma quanti anni ha questa? - 
Lorenzo rimase un secondo immobile, passando da un volto all'altro dei due amici. 
- Sedici. - 
Alessandro e Federico erano rimasti letteralmente a bocca aperta. 
- Lorenzo, senti sarà anche una bravissima ragazza, e quel che vuoi tu. Ma a sedici anni stare con uno di venti, beh, non so se possa funzionare. - 
Lorenzo si arrossò in viso, preso da un'ira incontrollabile. 
- Ma cosa potete saperne? Io ho ottime intenzioni, e anche voi se la conosceste meglio non direste così. - 
- Non stiamo dicendo che tu abbia cattive intenzioni, ma ammetti che ci sono differenze tra di voi. - 
- Ce ne sono vero, ma sapete cosa vi dico? Fanculo, io ci sto bene con lei, e lei con me, e finché  la cosa dura, per me va bene, non voglio farmi tanti problemi come sempre. - 
Federico aprì la bocca come per dire qualcosa ma Alessandro lo bloccò prima.
- Si capisce che ci tieni. - 
Lorenzo trattenne il respiro per poi sospirare come se si fosse arreso all'evidenza. 
- Non ne avete nemmeno idea. Con lei tutto è semplice, parlare, ridere, pensare, perfino litigare! Non mi sono mai sentito così prima d'ora. - 
Federico guardò l'amico e si chiese se lui si fosse mai sentito in questo modo con Giulia, purtroppo la risposta era che anche nei primi tempi della loro relazioni Giulia l'aveva spinto a migliorarsi, ma mai niente era stato facile tra di loro. 
- Se è così allora fanculo i quattro anni di differenza, come dici tu finché dura, dura. - ammise Federico, alzando le spalle. 
- Beh basta che non dici quelle cazzate alla "non ti preoccupare ti cresco io". - scherzò Alessandro ed i tre risero sollevati. 
- Figurati, lei mi lascerebbe all'istante. - 
- Già mi piace. - rise Federico. 





*Doppio senso scontato ma volevo metterci qualche citazione del nostro malizioso giudice di x-factor ed il suo braccio destro che ama evidenziare ogni bella figura dell'altro (o che ama l'altro, e basta.) 


NOTE FINALI: sarò breve, grazie per tutto e a tutti, spero il capitolo vi piaccia, e scusate il ritardo con l'aggiornamento!
   
 
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