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Autore: kuma_g    29/10/2015    0 recensioni
Tarik e' un principe troppo bravo e bello per trovare interesse in qualcosa o in qualcuno. Un giorno conquistato un villaggio incontra un ragazzino. Sarà lui la cura per la sua noia?
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Contesto generale/vago
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Le prime luci dell'alba svegliarono Kin, ancora stretta tra le braccia di Tarik. Con grazia scivolò fuori dal suo abbraccio stando attenta a non svegliarlo; recuperò i bendaggi e i suoi vestiti. Aveva appena finito di infilarsi la maglietta quando Tarik ancora nudo la abbracciò da dietro. "Buongiorno, Kin."-le disse con voce assonnata. "Buongiorno Tarik. Dovreste rivestirvi prima che Jonathan venga a cercarci." "Non verrà."- e la baciò sul collo. "No, Tarik. Non adesso. C'è troppa luce"- protestò. Tarik le coprì gli occhi con una mano, poi le sussurrò all'orecchio- "Ecco. Ora non c'è più."e continuò a baciarla dietro l'incavo delle orecchie, sul collo e sulle spalle, mentre a Kin iniziarono a sfuggire dei piccoli gemiti. "Orario indecente per simili cose, principe -affermò Jonathan con aria divertita sbucando fuori dal labirinto. Kin ringraziò mentalmente di essersi già rivestita, mentre Tarik mormorò qualche insulto diretto all'uomo e si sbrigò a infilarsi almeno i pantaloni.- ero venuto a cercarvi convinto stesse ancora girovagando per il labirinto, ma a quanto pare siete riuscito a trovare la strada... Molto bene. Che ne dite di una bella colazione?". "Si, grazie. Ho un po' di fame: Ieri non ho mangiato niente" -disse Kin. Tarik aveva finito di vestirsi, afferrò Kin per la mano e iniziò a trascinarla dirigendosi verso l'uscita, non prima di aver scoccato un'occhiataccia a Jonathan. "Duk' yeghel goh k'areri, ishkhan?" -chiese Jonathan al principe. Tarik si arrestò di colpo. Poi si voltò verso Jonathan e Kin sentì la mano stringere ancora più forte la sua. "Na yev miak gandzy vor karogh e bavararel indz. - poi disse con aria minacciosa a Jonathan alzando il viso- yev miayn im" Jonathan rivolse un sorriso ampio al ragazzo, che proseguì verso l'uscita del labirinto trascinando con sé Kin che lo guardava stranita, non capendo quello che stesse dicendo. Tarik si oppose con decisione alla colazione con Jonathan, ma Kin fu talmente insistente da convincerlo a farla restare; facendolo allontanare brontolante e irritato. "Proprio non vi sopporta, vero?" -disse Kin a Jonathan tra un sorso di cioccolata e una fetta di pane tostato con la marmellata di fragole. "Che vuoi farci, giovanotto. Vecchie storie che non passano. Ma dimmi.. ti vedo meglio. Hai risolto il tuo problema?". Kin quasi sputò la cioccolata. "N.. N... Non ho ancora parlato con la ragazza; ma ieri sera ho avuto un... 'confronto' con il principe e mi ha chiarito un po' le idee -decise di cambiare argomento prima che Jonathan volesse approfondire- a proposito, Jonathan. Ieri mentre ero perso nel labirinto, ho notato che non vi cresce neanche un'erbaccia. Gestisci anche quello?" "Certamente. Perché?" "Stavo pensando che deve essere davvero difficile fare tutto da solo, alla tua età. E visto che tuo figlio non vuole aiutarti e il principe non sembra essere intenzionato a darmi compiti (-a parte dormire con lui- pensò dentro di sé), mi chiedevo se potessi darti una mano." "Che cosa facevi nel tuo Paese, giovanotto?" "Un po' di tutto. Cacciavo, coltivavo i campi, aiutavo nelle costruzioni dei palazzi, so anche prestare cure semplici." "Capisco. Effettivamente può essermi utile una mano. E poi ormai conosci già l'esistenza di questo posto. Puoi cominciare già da oggi." Dopo la colazione Jonathan le fornì abiti da lavoro e sebbene fosse il primo giorno non ci andò leggero e Kin si sforzava ancora di più cercando di portare lei tutti i carichi pesanti per non pesare sull'uomo. Arrivò la sera che Kin era stanchissima e per ricompensarla Jonathan le propose una bella tazza di latte caldo, il cui solo pensiero risollevò spirito e corpo della giovane. "Quindi e' da quando eri bambino che fai questo lavoro?"- chiese Kin. "Sì. Mi ha insegnato tutto mio padre, e il padre di mio padre l'aveva fatto prima di lui, e la madre del padre di mio padre (perché in quella generazione nacquero tutte femmine)" "Siete i giardinieri onorari del re, allora" "Sì, si potrebbe dire così. In fondo-si scoprì un braccio lasciando intravedere la muscolatura possente- non e' da tutti avere questi". E scoppiò in una risatina cui Kin fece seguito. Quando Kin tornò nella stanza a sera era distrutta e il principe non c'era. Aspettò per ore seduta sul letto, pensando che se Tarik l'avesse vista in quel momento avrebbe pensato che somigliasse più a un cane che un lupo. Sentì bussare e andò ad aprire. Alla porta era Marcus con un vassoio pieno di prelibatezze in quantitativo a dir poco eccessivo. Quando gli occhi si incrociarono Marcus arrossì e abbassò lo sguardo. "La cena - disse mestamente- e un messaggio da parte del principe. Dice che stasera dovrà lavorare fino a tardi, di non aspettarlo.". Così detto quasi le gettò il vassoio in mano e fece per andarsene. "Aspetta, Marcus. E' troppo per me. Non ti andrebbe di mangiare insieme? (Tanto lui pensa che io sia un maschio. Non corro alcun pericolo stando da sola con lui)." Marcus ci pensò un po' su. "Il principe non si arrabbierà?" "Ti ho già detto che posso gestirlo. Dai su non farti pregare." Marcus la seguì nella stanza. Si sedettero sul letto e iniziarono a mandare già un boccone dopo l'altro parlando del più e del meno. All'improvviso Marcus rimase silenzioso per un po', torturandosi le labbra e le mani. "C'è qualcosa che vuoi dirmi?" -chiese Kin notando questi atteggiamenti. Marcus sobbalzò, poi dopo averci riflettuto un altro po' disse: "Ti ha fatto molto male?" Capendo immediatamente a cosa si stesse riferendo, Kin arrossì. "S s sì... Ma solo la prima volta... Poi... Poi diventa piacevole" -il rossore era ormai vistoso come un peperone; Kin pensò di stare ripassando tutto l'orto da quando aveva incontrato il principe. "Almeno e' stato gentile?" "Il principe e' una persona molto gentile, anche se e' un egoista viziato prepotente sadico..." "...Beh scusami tanto per essere egoista viziato prepotente e sadico". A sentire quella voce Kin e Marcus si immobilizzarono voltandosi lentamente. In piedi davanti alla porta con le braccio conserte e un sorriso irritato in faccia stava Tarik. "Tarik... Pensavo non tornassi fino a tardi." "E ciò ti dà il diritto di parlare in quel modo di me con uno sguattero?" Tarik si diresse a grandi falcate verso il letto, Marcus si alzò di scatto mentre Kin pensò fosse meglio restarci sopra così il principe avrebbe diretto la sua rabbia nei suoi confronti. Tarik buttò tutta la cena dal letto e la atterrò tenendola stretta per i polsi talmente forte che Kin dovette stringere i denti. "Vattene!"- urlò diretto a Marcus. Il ragazzo che fino a quel momento era rimasto paralizzato si riebbe. "No! Lasciatelo in pace!- e si buttò su Tarik per aggredirlo. Il principe scattò in piedi e lo bloccò. "Che coraggio hai per opporti a me. Sei davvero così tanto preso da un altro maschio?" Marcus arrossì ma non distolse lo sguardo. "E se anche fosse? Di certo io non lo tratterei così!" "Interessante... Che ne dici di un sfida, allora? Il più forte se lo prende" La testa di Kin non riuscì a seguire la velocità degli eventi e in men che non si dica si ritrovò nel cortile del giardino segreto, con Jonathan che rimproverava invano Tarik per aver portato Marcus. I due iniziarono a combattere con spade di legno. La regola era mettere k.o. l'avversario e i due non si risparmiarono. Fu un susseguirsi di colpi senza riserve e sebbene Marcus fosse un semplice sguattero riuscì a far cadere Tarik mentre la sua spada volava in aria. Marcus sollevo la propria spada pronto a dargli il colpo finale. "Kin è mio." -affermò fiero. Sul volto di Tarik si dipinse un ghigno "Ne sei sicuro?". Marcus non capì immediatamente ma in quel momento Kin si interpose tra loro a braccia aperte per difendere Tarik. "Fermo, Marcus. Non fargli del male!" -gridò Kin. Marcus sorrise amaramente. "Ha ragione Kin, vostra maestà. Siete davvero crudele.". Marcus lasciò cadere la spada e passando accanto al principe se ne andò. Kin fece per seguirlo ma Tarik la trattenne per un polso. "Lascialo andare. E' meglio così. Gli ho impartito una brutta lezione... Ma ora pensiamo alla tua di punizione.". Tarik prese Kin di peso e la portò in camera. Le legò i polsi alla tastiera. "Ma che..."- protestò lei. "No no no. Per punizione devi stare ferma."- e la bendò- "ora stai ferma se non vuoi farti male.". Kin sentì sul suo braccio il freddo di un coltello. Tarik iniziò con lentezza a tagliare i vestiti di Kin sfiorando con precisione la pelle della ragazza senza lasciare tagli. Tutto il corpo di Kin era teso. Quando non le rimase niente addosso Tarik si fermò senza dire niente. Poi si chinò su di lei senza toccarla e avvicinò il viso al suo collo. Kin ne sentiva il respiro caldo addosso. Poi il principe portò una mano a pochi millimetri dal suo seno. Kin poteva sentire il calore e la presenza di quella mano e istintivamente si inarcò, ma Tarik fu veloce a ritrarre la mano. Poi le posò le mano sui fianchi e scese fino alle cosce e la costrinse ad aprire le gambe. Poi avvicinò il viso nello spazio interposto. "Ti stai bagnando così tanto solo con la mia vicinanza. Sei proprio una pervertita." Tarik affondò la lingua e Kin si inarcò, le mani del principe la tenevano salda sul letto per impedirle di muoversi come voleva. Continuò a tormentarla fino a che non venne con un gemito e le tolse la benda posizionandosi sopra di lei. Kin aveva gli occhi lucidi e ansimava. Tarik si avvicinò per sussurrarle nell'orecchio "Non era questa la tua punizione se e' questo che stai pensando. Sai cosa succede al corpo di una donna dopo che ha finito? Diventa estremamente sensibile." Tarik la penetrò in un solo movimento andando fino in fondo. Kin gridò provando un piacere doloroso e intenso. Dopo quel momento brusco però Tarik si addolcì nei movimenti, la accarezzò e la baciò finché l'eccitazione non riprese a crescere nella ragazza. Alla fine entrambi restarono sfiniti sul letto. "Devo smetterla di darti punizioni così piacevoli. Ma in fondo è stato conveniente perdere." "L'hai fatto apposta?" "Davvero credi che uno sguattero di palazzo potesse davvero battere me? Se non l'avessi fatto tu non mi avresti difeso e quel ragazzino non avrebbe mai capito di chi è il tuo animo." "Non ci posso credere! E se non fossi intervenuta?" "Mi sarei ritrovato con un bernoccolo. Ma sapevo che saresti comunque sempre tornata da me. Non sai che i lupi sono estremamente monogami?". Detto così le posò in bacio delicato sulle labbra.
   
 
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