LOVE
NAKAMA
L’oceano d’estate
si stendeva a perdita d’occhio lontano verso
l’orizzonte.
il Sole splendente
riluceva alto nel cielo azzurro, solcato dagli argentei
gabbiani.
La Grand Line non
era mai stata così bella.
Era mezzogiorno e
il gran caldo era quasi insopportabile; solo una leggera brezza portava un poco
di frescura.
Era una stupenda
giornata, di quelle che portano con sé meravigliose
sorprese.
Malgrado il calore
del sole, però, vi era una nave che solcava impavida le correnti, la sua prua
fendeva le onde turchesi, le vele erano gonfie e tese per ricevere al massimo il
vento.
La nave era un
brigantino di considerevoli dimensioni, dalla forma bizzarra e dalla polena
altrettanto strana, sembrava quasi un incrocio tra un leone e un sole; sul
cassero, baciati dal sole, stavano due alberi di
mandarini.
“EHI, RUFY!!” urlò
qualcuno dalla coffa, “VEDO L’OBBIETTIVO IN VISTA!! È ANCORA MOLTO CONFUSO, MA
NON CI SONO DUBBI! TRA QUALCHE ORA DOVREMMO
ESSERCI!!”.
Un ragazzo con un
cappello di paglia, seduto sulla testa della multicolore polena alzò curioso la
testa: “Eh? Dici davvero??” esclamò, rizzandosi in piedi, il viso allegro e
solare, “CERTO! WATER SEVEN IN VISTA!!” rispose di rimando la
vedetta.
Il ragazzo
ridacchiò e balzò sul ponte: “RAGAZZI!! CI SIAMO!! WATER SEVEN È IN VISTA!!”
urlò lui, saltellando tutto attorno, “FORZA RAGAZZI!! FRANKY, ROBIN, CHOPPER,
SANJI, ZORO, NAMI, BROOK!!!! VENITE TUTTI QUI!!”
continuò.
Un istante dopo,
la ciurma al gran completo raggiunse il suo capitano sul ponte di comando: “Ehi,
siamo già qui??” esclamò sorpreso Chopper, arrampicandosi sulle spalle di Zoro
per poter guardare il panorama, “Abbiamo fatto in fretta zietto Franky! Non sei
contento di essere tornato a casa??” esclamò allegro Rufy, battendo sonore
pacche sulla schiena dell’uomo con la camicia hawaiana; Nami afferrò il suo
cannocchiale, “Giungeremmo a destinazione tra un paio d’ore se tutto va bene,
dobbiamo organizzarci!” interloquì la rossa, “Usopp, scendi!! Devi aiutarci a
preparare!!” urlò poi lei.
Robin restò coi
gomiti appoggiati al parapetto, guardando l’isola che si profilava lieve
all’orizzonte con un leggero sorriso a increspargli le labbra sottili, Sanji le
era affianco, apparentemente concentrato a fumare: “Sono già passati due anni.”
mormorò con fare sognante Robin, lo sguardo perso a rimirare la sagoma
dell’isola che si avvicinava all’orizzonte, “Si, ma è stupendo tornare, ci
abbiamo lasciato il cuore a in quella città, quasi non mi sembra vero di essere
di nuovo qui.” affermò il biondo cuoco, spegnendo la cicca sotto il tacco e
buttandola in mare. La ragazza sorrise lievemente: “Non vi ho mai ringraziato
abbastanza per tutto quello che avete fatto per me.” disse lei, ma il biondo la
prevenne, “Non dirlo nemmeno, sei una di noi e poi, tu avresti fatto lo stesso;
siamo noi che non ti abbiamo mai ringraziato abbastanza per quello che hai
fatto, e lo sai.” affermò serio il biondo.
Improvvisamente,
una voce lamentosa riecheggiò sul ponte, una voce conosciuta: “EHI!!! SANJI!!!
HO FAME!!!” urlò Rufy dalla polena; i due compagni si guardarono negli occhi,
poi scoppiarono a ridere in simultanea, “Andiamo, altrimenti il nostro capitano
è capace di mangiarci.” sospirò il ragazzo, offrendo galantemente il braccio
alla mora e dirigendosi verso la
cucina.
I due giovani
raggiunsero i compagni affaccendati, Nami stava dando disposizioni: “Ah, eccoti
qui Robin-chan. Aiuta Chopper con le vele.” disse la rossa, indicando la sagoma
della piccola renna arrampicata sulle sartie, “Certo, ci penso io.” rispose con
un cenno del capo lei, mettendosi al lavoro; Franky raggiunse le due ragazze,
“Io penserò a caricare a salve i cannoni! Ehi, mucchietto d’ossa, dammi un po’
una mano!” esclamò il cyborg, richiamando il musicista, “Si, andiamo a caricare
i cannoni!” esultò lo scheletro, seguendolo a poppa, “Io vado a preparare il
pranzo, tra poco venite in cucina.” interloquì il ragazzo, incrociando le
braccia dietro la nuca.
Zoro si stiracchiò
sbadigliando sonoramente, le katane tenute mollemente al fianco: “Dove è finito
Rufy?” chiese lo spadaccino; la rossa si voltò verso di lui, “Deve essere
appollaiato sulla polena, almeno era lì sino a un momento fa, probabilmente non
vuole perdersi l’avvistamento definitivo di Water Seven.” rispose lei con un
leggero sorriso, “Vai a recuperarlo, Sanji-kun ha detto che tra poco si mangia.”
concluse lei, tornando alle sue faccende. Il giovane dai capelli verdi si avviò
verso la prua e avvistò il moro capitano dal cappello di paglia in piedi sulla
testa del sole-leone, si guardava attorno spensierato come un bambino; Zoro
sorrise nel vederlo così felice, adorava il suo
sorriso.
“Ehi, sbrigati! È
quasi ora di pranzo! Se non ci facciamo vedere, quel cuoco da strapazzo è capace
di venirci a prendere a calci!” urlò ad alta voce lo spadaccino; il capitano si
voltò dubbioso e il suo viso si illuminò nel vederlo: “Davvero?? Allora vengo
subito!” esclamò, balzando sul ponte con qualche saltello allegro, dirigendosi
di corsa verso la cucina. Zoro lo seguì più lentamente, senza fretta, con un
leggero riso a increspargli le labbra.
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“GUARDATE! È IL
PUFFING TOM!!!”
La vocetta di
Chopper attirò l’attenzione della scalmanata ciurma, riunita sul ponte per gli
ultimi preparativi, che si sporse dalle murate: “ECCOLO LÀ! VECCHIA KOKORO!!
VECCHIA KOKORO!!!” urlò Rufy, sbracciandosi e spenzolandosi; il treno marino
filava veloce verso la città, il fumo della locomotiva si dissolveva nell’aria,
non era cambiato in nulla, era sempre lo
stesso.
“Fessoburg e
Paulie l’hanno proprio rimesso a nuovo, non c’è che dire!” constatò Franky con
un ghignetto, “L’avevate proprio ridotto male, erano rimaste solo la locomotiva
e una carrozza, che io ricordi, ehi cuoco! Ricordi tutte le carrozze sparse per
l’oceano?” esclamò il cyborg sogghignando, “Ehi, renna! Avviciniamoci un po’,
vediamo che faccia fa la vecchia!” urlò poi, “Vado!” esclamò il cucciolo,
trasformandosi e correndo al timone.
La Thousands virò
verso il treno marino, avvicinandolo.
Tutti quanti si
assieparono al parapetto, urlando e salutando.
Nami trasse dalla
sua borsa il lumacofono e compose un numero.
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Il lumacofono del
Puffing Tom cominciò a suonare insistentemente.
Gonbe e Chimney lo
raggiunsero con un paio di saltelli: “Pronto? SORELLONA PIRATA! Uhu, dove siete?
Cosa, dal finestrino.. Aspetta…” affermò la bambina, affacciandosi; quello che
vide la ammutolì; “Ehi, Chimney, che succede? Chi era?” chiese Kokoro,
affacciandosi a sua volta.
Le due furono
accolte da urla allegre e spontanee: “EHI, NONNA-MOSTRO!! SIAMO NOI!!!” urlò
Rufy, a testa in giù dal parapetto, tenuto saldamente per le gambe da uno Zoro
particolarmente scocciato: “pazzoide..” borbottò burbero, senza però riuscire a
trattenere un ombra di sorriso.
La vecchia
capostazione tracannò un sorso di vino e sorrise: “Questi pazzi ragazzi…”
sussurrò, “Ci vediamo a Water Seven, Re dei Pirati!!” urlò poi, facendo
fischiare il Puffing Tom, “SORELLONA PIRATA, CI VEDIAMO A TERRA!!” aggiunse
Chimney, chiudendo la comunicazione.
Il Treno Marino
fischiò e aumentò la velocità.
In lontananza, si
scorgeva già la Blue Station.
“AVANTI TUTTA!!!
VERSO L’ISOLA DEI ROTTAMI!!!” ordinò il moro.
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“Yawn, che
noia!”.
Paulie passeggiava
seccato lungo la spiaggia dell’Isola dei Rottami fumando uno dei suoi soliti
sigari fungini, l’aria annoiata: “Non c’è mai nulla da fare qui!” esclamò,
incrociando le dita dietro la nuca, “Sono finiti i bei tempi di Enies Lobby e…”
ma il vicepresidente della Galley-La non poté concludere le sue proteste perché
fu distratto da un brigantino che, a considerevole velocità, passava in quel
momento davanti all’isola, navigando a vele spiegate verso la spiaggetta
ingombra di rottami.
Un brigantino che
portava un grande teschio sorridente con un cappello di paglia in testa
disegnato sulla vela maestra e una polena dalla forma strana a
prua.
La Thousands Sunny
stava rientrando a Water Seven.
Il biondo
strabuzzò gli occhi e il sigaro gli cadde di bocca dallo stupore; si sfregò più
volte gli occhi, ma non era un’allucinazione.
Cappello di Paglia
e i suoi erano veramente tornati.
Con uno scatto
degno del miglior velocista, si diresse di corsa verso i cantieri: “SONO
TORNATI!! SONO TORNATI!!” urlava, in preda all’emozione; giunse al cantiere col
fiatone, irrompendo nell’ufficio di Iceburg.
“CAPO! RUFY
CAPPELLO DI PAGLIA È QUI!!” urlò, facendo sobbalzare l’uomo che alzò il capo
dalle carte che stava consultando: “Santi numi Paulie, che ti prende??” esclamò
il capo della compagnia, alzandosi dalla scrivania e guardando il giovane
riprendere fiato, “La nave… La nave che avevamo costruito… è entrata nella baia
dell’Isola Dei Rottami in questo momento!!” computò dopo aver ripreso fiato,
sorridendo.
Iceburg sgranò gli
occhi per un istante: “Cosa stai dicendo? Sono in giro per i mari! Sono più di
due anni che sono partiti.” affermò, “è impossibile che siano tornati indietro!”
aggiunse.
Il vicepresidente
sbuffò, aspirando una boccata di fumo da un nuovo sigaro appena acceso: “Mi
ascolti capo, non sono solito bere durante il lavoro, e ci vedo ancora molto
bene, ho visto la nave che avevamo costruito assieme passare davanti all’isola
dei rottami e dirigersi verso la piccola spiaggia, aveva le insegne di Cappello
di Paglia sulle vele e sulla bandiera. E poi, quella polena che Franky aveva
voluto montare a prua è inconfondibile!” esclamò, col sorriso dipinto sulle
labbra.
Iceburg restò un attimo interdetto,
soppesando le parole del carpentiere, poi afferrò il lumacofono sul tavolo e
compose un numero: “Santi numi, Tilestone,
trova Lulu
e Yokozuna, dobbiamo uscire subito! Lasciate il comando a quelli del Dock 2,
voglio il Dock 1 fuori tra cinque minuti, subito! Recuperate Zambai e i suoi
uomini e raggiungeteci il prima possibile!” ordinò frenetico l’uomo,
rivolgendosi poi a Paulie, “Andiamo.” affermò, afferrando la giacca e uscendo di
corsa dall’ufficio.
Fuori, si scontrarono contro qualcuno che veniva dal senso opposto,
il bruno cadde a terra a gambe all’aria: “DANNAZIONE!! GUARDA DOVE VAI!!” urlò
il giovane, massaggiandosi la schiena indolenzita, “Guarda te! Ti sembra il modo
di uscire da un ufficio?” esclamò arrabbiata Kiwi, aiutando la sorella a
rialzarsi, “Cosa succede? Perché tutta questa fretta?” chiese Mozu, scuotendosi
i vestiti dalla polvere, “Venite con noi, dobbiamo andare all’Isola dei
Rottami.” disse solo il giovane uomo, visibilmente agitato, prendendole per i
polsi e trascinandosele dietro.
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La Thousands veleggiava col vento in poppa, la brezza leggera che
spirava tra le sue vele; Robin era appoggiata al parapetto con Nami, Sanji
fumava mentre Chopper e Usop si trovavano
all’osservatorio.
Franky e Brook avevano appena concluso di caricare i cannoni e Zoro
stava con Rufy a prua, seduti a gambe incrociate sulla testa del
leone.
Tutti erano immersi in un riflessivo silenzio, in attesa di
raggiungere la spiaggetta che si stagliava dinanzi a loro; improvvisamente,
udirono alte grida risuonare nell’aria e ruggiti di gioia provenire dalla
scalinata, la stessa che era rimasta danneggiata dall’acqua laguna due anni
prima e mai ricostruita, lo stesso luogo da cui la Sunny
partì.
I Mugiwara si volsero verso di essa, e con grande stupore, scorsero
numerose figure ritte in piedi sulla piattaforma marmorea, mandavano alte grida
di gioia, sbracciandosi tra lacrime di commozione; il capitano si mise in piedi,
i pugni sui fianchi, scrutando con aria attenta in lontananza: “Ehi, ma chi c’è
lassù?” chiese ingenuamente, rivolgendosi al suo
secondo.
Zoro guardò fisso davanti a sé, un leggero sorriso a increspargli
le labbra: “Qualcosa mi dice che quelli lassù sono i tuoi uomini, Franky!”
esclamò lo spadaccino, rivolgendosi al compagno; questi, levatosi gli occhiali
scuri, restò un attimo interdetto mentre le figure diventavano sempre più nitide
a mano a mano che la nave si avvicinava.
Sulla cime della scalinata, ora, si potevano vedere i membri della
Franky Family e gli amici del Dock 1.
Rufy sbuffò: “Uffa! E io che volevo fare una sorpresa! Non è
valido, ci hanno visto!!” s’imbronciò il moro, piegando la testa sulla spalla
sinistra e incrociando le braccia al petto, aveva un espressione buffissima;
Robin rise, “Certo è che non passiamo inosservati, in fondo, le nostre insegne
sono piuttosto conosciute da queste parti, no?” affermò la ragazza,
avvicinandosi al centro della tolda di coperta.
“EHI!!! CONVIENE COMINCIARE LE MANOVRE DI SBARCO, ORMAI CI
SIAMO!!”, la voce squillante di Usop precedette l’arrivo del cecchino e del
medico sul ponte; il capitano sorrise e saltò giù dalla testa del leone,
raggiungendoli in pochi balzelli: “D’ACCORDO! MUOVIAMOCI!!” esultò il ragazzo,
arrampicandosi come una scimmia sulle sartie per occuparsi della velatura. In
poco, ogni membro della ciurma era al suo posto, pronto ad eseguire al meglio il
suo compito; con gesti esperti da navigatori consumati, la nave fu preparata
all’attracco ormai imminente.
Le grida si fecero più forti nel momento in cui, con un tonfo
sordo, l’ancora fu gettata nell’oceano; in quel momento, le figure in cima alla
scala cominciarono a scendere precipitosamente, legati saldamente alle corde di
Paulie e guadagnarono in pochi passi la spiaggia, proprio mentre, dalla Sunny,
sbarcavano i Mugiwara al completo: “ANIKIIIII!!!!” urlò Zambai, con le lacrime
agli occhi, l’intera Family si buttò sul suo boss, abbracciandolo a turno; Robin
sorrise, lasciando il compagno alla mercé dei suoi uomini, raggiungendo il resto
dell’equipaggio che salutava calorosamente il resto degli amici. Qualche minuto
dopo, giunsero anche Chimney e sua nonna, erano nuovamente
riuniti.
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La festa era entrata nel vivo.
Ovunque, canti, balli e risate allietavano la
serata.
“E così, dopo aver rischiato di venire sgretolati dal sole, siamo
riusciti a riprenderci le nostre ombre!” terminò il suo racconto Franky,
scolandosi un’altra bottiglia di cola, “Grandissimo boss!! Sei il migliore!”
esclamarono i membri della Family ammirati, “YOHOHOHOHOHOHOHOH!! È VERO SIGNOR
CYBORG, DAVVERO AVVINCENTE!” asserì Brook, ridendo e battendo le mani, “Ma sei
scemo o cosa? C’eri anche tu!! Sei stato il primo a cui abbiamo recuperato
l’ombra, te ne sei scordato, BAKA!!?” sbottò il carpentiere, mollandogli un
pugno in testa, “Se non fosse stato per me, il grande capitano Usop, saremmo
ancora nelle mani di Moria!” gongolò il cecchino, ricevendo un pugno in testa a
sua volta, “Ti ci metti anche tu adesso?” ringhiò lui, Chopper scoppiò a ridere,
battendo a tempo di musica gli zoccoli.
Poco lontano, Sanji si stava scatenando in una folle danza al
centro del grande cortile, accompagnato dagli strumenti che suonavano Paulie e i
suoi amici, mentre Nami e Robin ridevano e scherzavano con Kokoro e
Chimney.
Yokozuna cercava di imitare la danza del
cuoco.
Tutti erano allegri.
Tutti erano felici.
Le fiaccole spandevano tutto attorno la loro calda luce, l’odore di
carne grigliata era ovunque, le risate ne erano il perfetto
contorno.
Solo una persona sembrava non godersi appieno la festa, magari con
un buon liquore tra le mani.
Zoro era inquieto.
Gironzolava tra i focolari, guardandosi attorno, sembrava alla
ricerca di qualcosa.
“Ehi, Roronoa, che hai? Stai cercando
qualcuno?”
A quella voce, il ragazzo si voltò, trovandosi davanti la
capigliatura squadrata di una delle due ragazze della Franky Family che lo
fissava stranita.
A giudicare dagli occhialoni, doveva essere
Mozu.
“Si, quello sciagurato di Rufy, l’hai visto?” chiese il ragazzo,
“Sembra sparito nel nulla.”.
La giovane lo guardò sovrappensiero: “Cappello di Paglia, dici?
Forse si, prova a vedere dalla piscina, mi sembra di averlo incrociato mentre
andava da quella parte, circa dieci minuti fa.” gli indicò lei con uno strano
sorriso; Zoro la ringraziò brevemente e si diresse a passo spedito verso il luogo indicatogli; tutto era
tranquillo, la Luna si rifletteva sulla superficie
dell’acqua.
Lo spadaccino si guardò attorno, mentre si avvicinava alla piscina,
poi, lo vide, stava seduto sul bordo coi piedi a mollo nell’acqua, giocherellava
distrattamente col suo cappello, come un bambino. Il vicecapitano sorrise e
fischiò: “Ehi, che ci fai qui tutto solo? È la nostra festa!” disse, quando il
ragazzo si fu girato verso di lui, “Avevo bisogno di stare un po’ in
tranquillità, mi sentivo soffocare di là, troppa confusione.” ammise il
capitano, poggiando il cappello accanto a sé; l’altro sbuffò e gli si sedette
vicino, poggiando le katane a fianco, “La prossima volta avverti qualcuno,
d’accordo? Non ti si trovava più in giro.” dichiarò lui, incrociando le braccia
dietro la nuca.
I due restarono a chiacchierare per un po’, cullati dalla melodia
del piano che Brook aveva cominciato a suonare; improvvisamente, non seppero mai
come, si ritrovarono coi visi pericolosamente vicini, le labbra si stavano
sfiorando leggermente, i respiri affannati, gli occhi
socchiusi.
I due pirati erano immobili, indecisi, i loro cuori battevano a
mille nei petti ma erano desiderosi di scoprire cosa si celava nell’animo
dell’altro; scelsero: Rufy si mosse leggermente, premendo piano sulle labbra
dello spadaccino.
Fu un bacio delicato e dolce, titubante e
insicuro.
Quando si staccarono, il moro chinò il capo, non guardando negli
occhi l’amico.
Ci fu un attimo di silenzio tra loro, silenzio rotto dallo
spadaccino: “Ehi, guardami…” sussurrò, portandogli due dita sotto il mento e
sollevandoglielo piano, “Scusami…” bofonchiò il moro; Zoro scosse il capo e lo
abbracciò, “E di che? Secondo te, perché non mi sono spostato?” sogghignò lo
spadaccino.
Il capitano sgranò gli occhi, incredulo, ancora avvolto
nell’abbraccio del suo secondo, non riusciva a crederci; con gli occhi colmi di
lacrime, ricambiò la stretta, affossando la testa sul suo
petto.
Restarono abbracciati stretti a lungo, sino a che il più giovane,
stanco, non si fu addormentato tra le braccia del maggiore; sorridendo, lo
spadaccino lo prese in braccio, sfiorandogli con le labbra le
sue.
Senza dire nulla e senza avvertire nessuno, col cuore colmo di
gioia, lo riportò sulla Sunny e lo mise a dormire, stendendosi poi accanto a
lui.
Lo abbracciò stretto, poi si addormentò a sua
volta.
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“Ehi, gente, ma dove sono finiti Zoro e Rufy?”, Franky scrutava tra
i presenti, cercando di scorgere i due assenti.
La festa era proseguita sino all’alba, con successivo crollo di
tutti i partecipanti; solo verso mezzogiorno si erano ripresi, e ora si
prodigavano per rimettere ordine nel cortile. Ma dalla sera prima, nessuno aveva
più visto né il capitano né il suo vice: “Hai ragione, sono più che sicura che
ieri sera non fossero al grande ballo, li avrei visti… Ma dove diavolo sono
finiti?” esclamò piccata Nami, poggiando le mani sui
fianchi.
Una risatina sommessa la fece girare, e si trovò davanti Mozu e la
sorella, che ridacchiavano: “Non preoccupatevi, sono sulla vostra nave, ieri
sera è successo qualcosa di speciale tra loro.” sogghignò Mozu, levandosi gli
occhiali, i Mugiwara erano allibiti.
“Cosa intendi?” chiese Chopper, sbucando alle spalle del cyborg,
“Oh, ma è mai possibile che non ve ne siate mai accorti!? Io e Kiwi-neechan ce
ne siamo accorte subito! Quei due non ce la contavano giusta sin dall’inizio,
avevano solo bisogno di, si, diciamo di una spintarella.” sogghignò la ragazza,
“Vi comunico che i vostri due compagni, da ieri sera, stanno assieme!” esclamò
l’altra, battendo il cinque con la sorella, sotto lo sguardo incredulo dei
Mugiwara, “Ragazzi siete buffissimi!! Ma davvero non vi siete mai accorti di
nulla??” risero le due sorelle.
Nami fu la prima a riprendersi, scrollando il capo: “Sarebbe
accaduto prima o poi, me l’ aspettavo…” sospirò la ragazza, guardando i suoi
compagni; Sanji sorrise: “Allora ecco cosa nascondeva quel dannato marimo, ecco
il perché…” sogghignò il cuoco, accendendosi con flemma una sigaretta; Usop e
Chopper si guardarono negli occhi, scoppiando poi a ridere senza motivo, Brook
saltellava, mentre Franky li guardava, ancora incredulo, “Beh, almeno l’hanno
presa bene!” esclamarono le due sorelle.
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Robin salì sulla Sunny silenziosa, recando con sé una sacca di iuta
grezza sulle spalle; poggiò il contenitore sul ponte, guardandosi
attorno.
La nave era tranquilla.
Con l’aiuto delle sue numerose mani, la giovane archeologa sistemò
le vele per la partenza e poi, dopo aver dato un ultimo sguardo d’insieme, scese
sottocoperta, la sacca saldamente sulle spalle; percorse tranquillamente il
corridoio, dirigendosi verso la stanza
maschile.
Respiri leggeri provenivano
dall’interno.
La ragazza sorrise serena e aprì la porta del dormitorio, immerso
nella penombra: il lettino più basso, quello del capitano, era occupato;
avvicinatasi, li vide, teneramente abbracciati e avvolti dalle coperte, il
giovane capitano col capo affossato quasi sotto il lenzuolo e la vita saldamente
tra le braccia del suo vice.
La giovane si chinò su di loro, scostando leggermente il lenzuolo
sino a mostrare il viso di Rufy, i capelli spettinati e la bocca semiaperta;
Robin afferrò la sacca che aveva lasciato sul pavimento e prese qualcosa al suo
interno, erano le katane di Zoro e il cappello di paglia del
moro.
Con attenzione, lei poggiò il cappello sul comodino lì accanto e le
spade alla parete, dopodiché uscì, non prima di aver dato un ultima occhiata
intenerita ai due suoi compagni, ancora profondamente nel mondo dei sogni;
risalì sul ponte, scorgendo le sagome degli altri ragazzi avvicinarsi alla nave,
le loro voci si udivano da lontano chiare e squillanti: “Ehilà, buongiorno. Fate
meno confusione, c’è ancora qualcuno che dorme qui.” rise lei, “Robin-neeesan!
Ma cosa ci fai già a bordo?” chiese Nami, salendo la passerella, “Sono venuta a
riportare una cosa ai legittimi proprietari, l’avevano scordata alla festa. Voi
piuttosto, come mai già a discutere di prima mattina?” chiese con aria innocente
l’archeologa.
Il carpentiere la guardò: “Qualcosa mi dice che tu sai ogni cosa,
non ho ragione?” indagò Franky, poggiando a terra parte dei bagagli, “Forse, ma
voglio sentirvelo dire.” sogghignò lei, “In parole povere, abbiamo una coppia di
fidanzatini a bordo, carissima Robin, ma purtroppo non siamo né io e Nami-swan
né io e te, bensì quel dannato marimo e il nostro pazzo capitano.” parlò il
cuoco, “E cosa c’è di male?” continuò la ragazza, guardandoli seria, “Nulla,
assolutamente nulla. Anzi, ce lo aspettavamo in realtà.” asserì la rossa,
mollando un pugno in testa al biondo compagno per le sue parole, “Ma adesso
cambierà qualcosa nel gruppo per questa storia? Io non voglio che...” pigolò
spaventata la piccola renna, “Assolutamente no Chopper, saremo sempre gli
stessi, Rufy giocherà sempre con noi, Zoro dormirà e litigherà sempre con Sanji,
Brook continuerà coi suoi stupidi Skull Jokes e così via, non cambierà nulla,
dico sul serio!” assicurò Usop, “L’amore non trasforma le persone in peggio,
Chopper-san.” continuò Brook, andandosi a sedere al suo
pianoforte.
Qualche istante dopo, una musica allegra si diffuse sul
ponte.
Nami ridacchiò e tirò
fuori il contenuto dei sacchi: “Pronti a fare festa?” affermò la
ragazza.
Un unanime grido accolse in pieno la sua
proposta.
“EHI!! AVETE INTENZIONE DI FESTEGGIARE SENZA DI
NOI??!”
La voce del capitano risuonò per tutta la nave e un momento dopo,
lui e il vice piombarono al centro del ponte di coperta: “Ben svegliati
signorini, dormito bene stanotte?” chiese loro Sanji ironico, “BENISSIMO!!”
sorrise felice il moro, allargando le braccia e abbracciando lo spadaccino,
“Allora, per quale motivo si festeggia? Ah, Robin, grazie del cappello!”
ringraziò Rufy, indicando l’accessorio.
“FESTEGGIAMO VOI DUE!” gridarono in coro tutti, riempiendo i
boccali, “Finalmente anche l’Amore si è ricordato anche della nostra Sunny, sono
commosso…” singhiozzò plateale il carpentiere, soffiandosi sonoramente il
naso.
Il moro arrossì vistosamente, affossando la testa sotto le larghe
falde del cappello, Zoro scoppiò a ridere: “Robin, scommetto che è opera tua,
vero?” interloquì il verde, voltandosi verso l’amica, “Io non c’entro, sono
stati gli altri a organizzare tutto!” sorrise lei, seduta a gambe incrociate sul
ponte.
“N..Non vi da fastidio, vero?”
La voce sommessa di Rufy placò per un attimo la follia collettiva
della festa.
Tutti lo fissarono.
“Perché dovrebbe darci fastidio,
scusa?”.
Usop aveva poggiato il suo boccale e adesso lo guardava: “Per noi
non c’è assolutamente problema, basta che non cambiate per questo, solo questo
vi chiediamo.” parlò il cecchino, guardandolo
speranzoso.
Rufy alzò improvvisamente lo sguardo, aveva gli occhi lucidi; lo
abbracciò: “Tutto sarà come prima, su questo puoi giurarci, amico mio!” assicurò
il giovane, “Solo non intendo rinunciare troppo al mio ragazzo, chiaro voi due?”
intervenne lo spadaccino, abbracciando il moro con
trasporto.
Con alte grida di gioia, la festa ricominciò:
“FESTEGGIAMO!!”.
Buongiorno!!!
Prima della partenza della sottoscritta per Londra, ho voluto
donarvi un mio componimento!
AVVERTENZA!! È UNA ZOLU, quindi una
YAOI!
La dedico con molto affetto a HELENAVENGED e anche a ALESSIA!!!!
(Anche se non è una RobinXRufy, spero che ti
piaccia)
UN BACIONE A TUTTI!!!
SHUN DI ANDROMEDA
PS: La sottoscritta è una yaoista convinta, ma adora anche le
RobinXRufy, scusate la confusione che posso aver
creato!!!