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Autore: ShinRan4862    29/10/2015    5 recensioni
Conan riesce a sconfiggere l'Organizzazione, ma non può più tornare ad essere Shinichi.
Cosa succederebbe se a distanza di 10 anni dalla scomparsa di Shinichi Kudo dalla sua vita, Ran scoprisse la sua vera identità? Come la prenderà? Cosa succederà a Ran a tre settimane dal suo matrimonio con Kaito? Cosa farà, ora che sa che Shinichi in fondo non l'ha mai abbandonata? E' davvero tutto perduto o il destino ha ancora qualcosa in serbo per loro?
Lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei fantastica Ran!
 
"Cioè, tu vorresti dirmi che tutti i casi che ho risolto non li ho risolti io ma quel moccioso di Conan, che in realtà era Shinichi!?" mi chiese Sonoko, sbalordita da tutto quello che le avevo raccontato in sole due ore: dieci anni di una vita che sembra uscita da un libro di fantascienza!
"Si..." dissi io, un tantino imbarazzata da quello che le avevo raccontato, compreso quel che era successo negli ultimi giorni tra me e Shinichi.
Sonoko si alzò di scatto da quella panchina dove ci eravamo sedute molto tempo prima per far luce su una questione a lei non ancora nota: Conan era Shinichi, e con queste parole le avevo spiegato la parte principale di quella stravagante storia.
La vidi stringere i pugni, chiudendo gli occhi e portarsene uno davanti al viso disse, aprendo improvvisamente gli occhi e guardando davanti a sè
"Gliela faccio vedere io a quel detective da strapazzo per avermi usata così per più di otto anni!" escalmò, irritata per essere stata presa in giro per tutto quel tempo.
Ridacchiai alla sua reazione e lei, probabilmente contagiata da me, si calmò e sorrise, tornando a sedersi su quella panchina verde lucida.
Smise di ridere e mi chiese "E ora? Cosa farai? Intendo con Kaito" disse con uno sguardo di apprensione e preoccupazione stampato in volto
"Sinceramente non lo so. Sono molto confusa e non so dove sbattere la testa..." dissi, sospirando.
"Ne hai parlato con Shinichi? Gli hai chiesto cosa ne pensa?" mi chiese
"Non ne abbiamo parlato, o almeno non direttamente faccia a faccia da quando ho scoperto la sua vera identità" dissi io "Tu cosa mi consigli di fare Sonoko?" le chiesi, speranzosa di ricevere aiuto da quella che consideravo la mia migliore amica da praticamente tutta la vita.
"Mah, è un bel problema...insomma io direi che se ami Shinichi non devi stare con Kaito, non farebbe bene nè a te, nè a lui, nè a Shinichi" disse lei pensierosa.
Io abbassai lo sguardo, pensando a cosa avrei potuto fare per uscire da quella situazione che non mi piaceva per niente, quando improvvisamente Sonoko mi porse il mio cellulare e rispose al mio sguardo stupito dicendo
"Chiamalo, tanto fra poco esce da scuola, digli di venire qui appena finiscono le lezioni" mi suggerì lei, ed io, senza alcuna altra buona alternativa in testa decisi di ascoltarla e composi il numero di Shinichi per mandargli un messaggio, in cui gli chiedevo di venire al Parco di Beika per parlare con me e Sonoko.
Forse poteva sembrare strano volerla affianco per parlare con lui, ma almeno avrei avuto una terza persona, esterna ai fatti che avrebbe potuto darmi consiglio.
La risposta fu immediata "Arrivo fra dieci minuti" e quando lessi quel messaggio ecco che la tensione si fece nuovamente largo tra i miei pensieri e nel mio cuore, tanto da farlo battere sempre più forte.
Aspettammo davvero poco, e ci dirigemmo all'ingresso del Parco per aspettarlo. Sentii un chiacchiericcio poco lontano dall'entrata e mi sporsi un poco per vedere chi fosse.
C'erano Ai, anzi Shiho, Genta, Mitsuhiko e Conan con Ayumi.
Vidi qualcosa che mi fece provare un moto di reale tristezza: Ayumi era a braccetto con Shinichi, quello che lei credeva essere Conan, il ragazzo con un'intelligenza piuttosto sviluppata e gli parlava di qualsiasi cosa per poter conversare con lui, mentre questo non le rivolgeva la minima attenzione, tutta riversa sulla mia figura.
Vidi Shinichi fissarmi piuttosto intensamente e sorridermi, sfoggiando quei sorrisi dolci e pieni d'amore che solo a me riservava, mentre i suoi occhi blu sprigionavano quasi delle scintille di reale gioia che da troppo tempo non vedevo.
Gli amici di Conan continuavano a parlare e a scherzare dopo averci salutate, a me e a Sonoko, la quale aveva appena innescato una nuova conversazione sulla scuola e i voti di inizio anno scolastico.
Io, d'altro canto avevo spostato la mia attenzione su Ai, che seguiva quello scambio di battute con non molto interesse, a giudicare dalla sua espressione atona e priva di emozioni, ma difficile a dirsi, dato che non cambiava quasi mai.
Rimasi ad osservarla chiedendomi come avessi fatto a non rendermi conto di quale fosse la verità ; già da appena conosciuta, Ai, si era dimostrata una bambina fin troppo intelligente, ragionevole e con troppi hobby non proprio da una ragazzina di sette o otto anni...troppo adulta.
Ma non solo il comportamento lo era!
Anche i movimenti, il tono di voce, la severità e l'indulgenza non erano quelli di una bambina.
E poi...I suoi occhi. Quegli occhi così particolari; non avrei saputo che colore definirli, dipendeva da dove si guardavano: potevano sembrare grigi e pieni di malinconia, ma anche verdi, il colore della speranza oppure azzurri chiarissimi, come il cielo. Non avrei saputo dirlo con certezza.
L'oggetto dei miei pensieri mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio, senza farsi notare dai suoi amici
"Mi dispiace" disse, con un velo di senso di colpa ad accompagnare la voce
La guardai, all'inizio un po' stupita, per poi capire a cosa si riferiva, Shinichi doveva averle detto di avermi svelato la verità
"Non è colpa tua...Shiho" dissi, sussurrano quel nome per non farmi sentire dagli altri, ma facendo comprendere a lei quello che intendevo dire con ancora più forza e marcare il fatto che lei non avesse responsabilità di quello che era accaduto a Shinichi.
Avevo capito a cosa stava alludendo. Si riferiva al fatto che lei avesse inventato quel farmaco e quindi si sentisse responsabile di quel che era successo ormai dieci anni prima e perchè pensava di aver rovinato non solo la sua vita, ma anche la mia.
Beh, secondo me si sbagliava.
In quel guaio Shinichi si era messo da solo!
"Stai tranquilla" le dissi, sorridendole
Lei mi guardò e fece qualcosa che mi stupì: sorrise.
Ma non un comune sorriso, ma uno di quelli che ti fanno rallegrare anche a te, che lo ricevi, un sorriso pieno di affetto, un sorriso pieno di riconoscenza. Un sorriso per ringraziamento, quasi fraterno.
Si allontanò, mormorandomi un "Grazie" e dicendo agli altri ragazzi
"Volete venire dal Dottor Agasa? Ha detto che voleva mostrarvi una sua nuova invenzione..." disse, ed io capii che si trattava di una scusa bella e buona, giusto per farli allontanare da lì e lasciare me e Sonoko a parlare con Shinichi.
Genta, Mithsuiko, Ai e Ayumi iniziarono ad incamminarsi, mentre Shinichi non si mosse da dov'era, aspettando che si allontanassero sufficientemente per iniziare a parlare.
Vidi Ayumi tornare indietro e prendere il mio ex fratellino per il braccio
"Vieni Conan-kun!" disse, tirandolo per la manica della divisa del Liceo, ma senza risultati, infatti lui disse
"Oh, io non vengo Ayumi-chan" disse, facendo un sorriso di scuse, ma un po' diverso da quello che aveva rivolto poco prima a me
"Perchè? Dove devi andare?" disse un po' incuriosita
"Devo parlare con Ran" disse lui
"Ran?" richiese lei, un po' infastidita dal modo in cui mi aveva chiamata, e guardandomi con una punta di gelosia e di fastidio.
D'altronde Ayumi era sempre stata innamorata di Conan, e crescendo il sentimento che provava nei suoi confronti non aveva fatto altro che crescere, ma purtroppo per lei, non ricambiato.
Diversamente da come mi sarei aspettata, Shinichi non cercò di replicare in alcun modo, ma confermò
"Ran" con una punta di soddisfazione, forse data dal fatto che ora poteva chiamarmi così, senza alcun suffisso, come ai vecchi tempi.
Vidi il volto di Ayumi rabbuiarsi a quella affermazione, dato che lei aveva sempre pensato, a ragione, che Conan fosse innamorato di me...possibile che lei se ne fosse accorta mentre io no? Come ho fatto a non vedere quel che mi stava intorno? Avevo due fette di prosciutto sugli occhi?
No, semplicemente non volevo dare retta alla realtà, ma solo a quel mondo di finzione che mi ero creata; una recita perfetta dove io non soffrivo e Conan era semplicemente Conan, il mio fratellino.
Ayumi si allontanò salutandoci con la mano, ma con una certa freddezza e il sorriso tirato, una semplice smorfia facciale non identificata.
Una volta rimasti soli, Sonoko, Shinichi ed Io ci dirigemmo verso il bar del parco, pronti all'imminente caduta di meteore che si sarebbe verificata.
Entrammo nel Bar con noncuranza, mentre io sentivo Sonoko, alle mie spalle dire a Shinichi cose del tipo:
“Era ora che ti muovessi!” oppure “Quando il matrimonio Kudo?”, frasi che fecero arrossire entrambi dall’imbarazzo, tanto che non replicammo in alcun modo alle sue frecciatine.
Ci sedemmo ad un tavolo ed io alzai il braccio per attirare l’attenzione del cameriere, il quale mi guardò e sorrise, per poi avvicinarsi e squadrarmi da capo a piedi, sorridendo compiaciuto, per poi abbassarsi, prendermi la mano, con l’intenzione di baciarla, ma un soffio prima che le sue labbra si scontrassero con la mia pelle, il cameriere venne interrotto bruscamente da Shinichi che con in gesto repentino prese la mia mano e la spostò di scatto, lasciando il cameriere piegato a mezz’aria.
Quest’ultimo si alzò, guardandolo male, ma non disse nulla e rivolgendosi a me disse
“Piacere mi chiamo Otaki, cosa posso portare alle Signorine…” spostò lo sguardo su Shinichi, smettendo di sorridere “…e a te?” disse con tono sprezzante.
Vidi Shinichi ribollire di rabbia e gelosia, con gli occhi che quasi potevano incenerirlo con il solo sguardo quel Otaki, ma io gli strinsi la mano, ancora stretta nella sua salda presa, cosicché lui si girò a guardarmi e si calmò, dicendo la sua ordinazione con indifferenza, mentre il cameriere lo guardava con aria di sfida.
Mentre aspettavamo le nostre ordinazioni iniziammo a discutere dell’argomento principale della nostra “chiacchierata”.
Fu Sonoko ad aprire per prima il discorso
“Cosa avete intenzione di fare voi due?” disse senza il minimo tono di sarcasmo nella voce.
I miei occhi saettarono verso quelli di Shinichi, che fece lo stesso, come se i nostri sguardi potessero scambiarsi domande e risposte, parlando per noi.
“Secondo te cosa dobbiamo fare?” gli chiesi, a Shinichi, che disse
“Tu cosa pensi sia meglio?” mi chiese di rimando lui
“B-Beh, secondo me non dovrei stare con Kaito se non lo amo, però come faccio a dirglielo? Era così emozionato quando gli ho detto quel dannato sì, non me la sento di spezzargli il cuore in questo modo, d’altra parte…”
“Tu sei innamorata di me e non puoi rinunciare alla tua felicità per la sua” disse, interrompendomi con il suo classico sorriso spavaldo mentre affermava che io fossi innamorata di lui. Mi ci persi in quel sorriso, rendendomi perfettamente conto di non poter ribattere in alcun modo. Aveva ragione, come sempre.
Venni risvegliata da Sonoko
“Ehm, scusate se interrompo questo ROMANTICISSIMO scambio di battute, ma avete dimenticato solo un piccolissimissimo dettaglio” disse lei avvicinando indice e pollice della mano destra davanti al suo viso.
“Cioè?” chiesi io, ingenuamente, non rendendomi conto di quel dettaglio fondamentale che avevo trascurato.
“Ran” mi chiamò Shinichi, al mio fianco con lo sguardo fisso sul tavolino di vetro del bar.
“Dimmi, tu quanti anni hai?” mi chiese alzando gli occhi, e io compresi il problema.
Lui ora non era Shinichi, ma Conan.
“Ma non si può fare proprio nulla per quel antidoto?” chiese Sonoko, mentre io quasi non la sentivo, tanto ero assorta nei miei pensieri.
“No, non si può fare niente, ma d’altronde sono passati dieci anni, forse potrei chiedere ad Ai se ha fatto qualche strana magia in grado di farmi riacquistare il mio vero aspetto” il silenzio calò su di noi, e il cameriere ci portò la nostra ordinazione, senza rendersi minimamente conto della tensione che aleggiava vicino a quel tavolino di vetro.
Porse a me e a Sonoko i nostri bicchieri di cola, e mentre ne stava dando un altro a Shinichi gli scappò, ovviamente in modo voluto, il bicchiere di mano, andando così a sporcare la camicia e i pantaloni di Shinichi, che a quel affronto scattò subito come una molla verso il cameriere.
“Ma sei matto?! Lo hai fatto apposta vero? Beh sappi che ti ci vorrà ben altro per riuscire a conquistare una ragazza”, disse Shinichi riferendosi a me e indicandomi.
Il ragazzo rispose con arroganza alle accuse di Shinichi
“Beh e a te servirebbero una decina di anni in più, quindi non puoi nemmeno provarci!” disse, sorridendo meschino.
Quella affermazione invece fece arrabbiare me. Come si permetteva di parlargli in quel modo!?
Mi alzai e mi avvicinai a loro, allontanando Shinichi da quel essere così spregevolmente maleducato e mi misi di fonte a quest’ultimo.
“Ma chi ti credi di essere per parlargli in quel modo!? È vero, lui è più piccolo di me, ma è cento volte meglio di te, da qualsiasi punto di vista!!” gli sputai addosso queste parole, che se pur dette con rabbia mi sembravano le più veritiere mai pronunciate dalle mie labbra.
“Vieni che ti aiuto a pulirti” dissi voltandomi verso Shinichi e sorridendogli per poi prenderlo per mano e portarlo alla toilette.
“Arriviamo subito Sonoko” dissi poi a lei, che mi fece cenno di sì con la testa.
Ci avviammo verso il bagno del locale, ignorando gli sguardi curiosi degli altri presenti nel bar, che avevano assistito alla scena e lo aiutai a pulirsi la camicia con dell’acqua mente rimanevamo in religioso silenzio.
“Davvero pensi quello che hai detto al cameriere?” mi chiese lui ad un certo punto.
Io alzai gli occhi sui suoi e dissi sicura
“Ogni singola parola” con un sorriso sulle labbra.
Mi prese tra le sue braccia e mi disse
“Sei fantastica” mentre io sentii le mie guance diventare più rosee del solito.
“Che cosa faremo adesso?” chiesi io contro il suo petto, ricambiando la stretta
“Non lo so” disse lui, con un sospiro di chi non sa davvero che pesci prendere
“Tra due giorno Kaito torna, dobbiamo trovare una soluzione che non lo faccia soffrire, o almeno non troppo” dissi io e lui mi chiese, affondando il viso tra i miei capelli
“Perché?” ed io gli risposi, un po’ ironicamente
“Beh, secondo te come la prenderebbe sapendo che la sua futura moglie lo ha tradito con un liceale ben più giovane, almeno in apparenza?” dissi io
Lui si staccò da me e con una mano prese ad accarezzarmi il viso, facendomi rabbrividire per la dolcezza di quel tocco così morbido
“Direi che la prenderebbe piuttosto male” disse facendo una risatina per smorzare la tensione, per poi darmi un dolcissimo bacio che mi fece sognare e sperare in giorni migliori.
Forse non lo sapevo ancora, ma qualcuno in quel bagno ci aveva sentiti e non era una persona qualunque, ma qualcuno che ben presto sarebbe diventato un criminale.
 
 
 
 
Eheh..ciao ^.^’
Aiuto che ritardo pazzesco!! >.<
Scusatemi scusatemi scusatemi scusatemi!!!
Non era mia intenzione farvi aspettare tanto, ma come forse qualcuno saprà il mio computer ultimamente va quando gli pare ed io povera mortale non posso farci più di tanto, scusatemi davvero!!
Tornando al capitolo devo dirvi subito che non ho idea di quello che potreste pensare, dato che sto dando una piega un po’ poliziesca alla storia, ma spero possa piacervi anche così.
Cosa succederà nei prossimi capitoli? Chi diavolo sarà quel futuro criminale?
Credo che già lo possiate intuire, ma spero che l’idea vi piaccia ^-^
Grazie mille alle persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite /ricordate :)
Grazie a _fantasie_,Starmystar,ricy980 e shinichi e ran amore per aver recensito lo scorso capitolo e grazie a tutti quelli che hanno recensito la storia fino ad ora ;)
Grazie mille per il sostegno e scusate per il ritardo
Vi giuro che ci proverò a scrivere prima il prossimo capitolo, vi prometto che ci proverò.
Grazie mille a tutti! ^.^
Miao >.<
ShinRan4862
 
   
 
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