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Autore: Strega_Mogana    29/10/2015    0 recensioni
Una notte di Halloween.
Cattivi pensieri spazzati via da un bacio.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Le quattro stagioni '
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Questa storia é stata scritta per la sfida del Calderone di Severus "Happy Halloween"
E' uno spin off di una mini serie che tra breve inizierò a postare. L'immagine alla fine del "capitolo" l'ho fatta io.



Trick and treat

Parte 1.

Argento.
La sua maschera era d’argento.
E, la cosa peggiore, era che l’aveva scelta lui.
Ecco cosa succede quando si è innamorati.
L’aveva selezionata distrattamente da un catalogo che la sua donna gli aveva sbattuto sotto il naso intimandogli di scegliere qualcosa di adatto o avrebbe fatto lei la scelta per entrambi. Alla fine aveva optato per qualcosa di semplice, di non appariscente e che non lo facesse sembrare un pavone.
O un pipistrello nel suo caso.
Solo quando aveva aperto il pacchetto si era reso conto di cosa avesse deciso di indossare per la festa.
L’aveva tolta dalla scatola di cartone e l’aveva appoggiata sulla scrivania fissandola attentamente. Non c’entrava nulla con la sua vecchia maschera, con quella vita che, nonostante cercasse di non pensarci, tornava comunque a tormentarlo.
Eppure il modo in cui la luce si rifletteva sul freddo metallo gli ricordava quel sorriso gelido ed immobile che aveva coperto per anni il suo disgusto. I buchi vuoti degli occhi erano stati finestre aperte su orrori che ancora oggi continuavano ciclicamente ad infestare i suoi incubi.
Allungò la mano e la prese tra le dita. Era leggera, a differenza dell'altra. Quando il suo passato tornava, che lui lo volesse o meno, poteva ancora sentirne il peso sul volto, sulla pelle, a contatto con il freddo metallo che brillava sotto la luce della luna.
Avrebbe voluto lasciar perdere, ma aveva promesso e lui, nonostante gli ostacoli della vita, non era mai venuto meno alla parola data.
Mai.
La sistemò sul volto legando i lacci dietro la nuca, nascondendoli poi con i capelli neri. Per un attimo si ritrovò catapultato nel suo passato oscuro, quando usciva di nascosto da quello stesso castello indossando la tunica e il mantello, entrambi neri come la notte, la maschera nascosta sotto la stoffa, per poi indossarla quando fosse sicuro che nessuno l'avrebbe visto.
Ricordò ogni ritorno a casa. Tra le mura fredde di Hogwarts o tra quelle polverose di Spinner's End.
Sfinito ed esausto, senza più speranza nel cuore. Spinto solo dalla volontà di redimere i suoi peccati, di alleggerire l’animo, cercando un perdono che non aveva mai creduto di meritare.
Gli vennero in mente tutte le volte in cui si era strappato quella maledetta maschera dal volto con disperazione e orrore, graffiandosi il volto, quasi come se volesse strapparsi via anche il cuore, l'anima e ogni orribile ricordo.
Ricordava la mano di Silente sulla spalla, con quel suo silenzioso sostegno.
Il mago chiuse gli occhi costringendosi a tornare al presente, ricordandosi che quegli anni erano finalmente passati. Erano un lontano, triste ricordo.
Solo questo.
Un ricordo.
Sfiorò l'avambraccio sinistro, del Marchio che aveva segnato la sua pallida pelle, la sua anima e la sua vita, non era rimasto che una macchia scura quasi indefinita.
Tutto ora era diverso.
Era libero.
E, per la prima volta dopo anni, lo era davvero.
I fardelli del passato erano meno pesanti. Il suo cuore non era rinchiuso in una teca verde e, finalmente, aveva trovato l'amore.
Qualcuno che non scappava di fronte alle sue ombre. Qualcuno che lo amava senza riserve, senza volerlo cambiare.
Qualcuno che aveva scosso in profondità la sua anima e che gli aveva fatto fare cose impensabili; come utilizzare una delle barche per fare una romantica passeggiata circondati dai caldi colori autunnali.
Sorrise e i ricordi di quella vecchia maschera sparirono.
Sarebbero tornati, lo sapeva bene, ma per quella notte la maschera dei Mangiamorte non l'avrebbe più tormentato.
Si alzò e uscì dalla stanza; il sorriso innamorato fu fatto velocemente sparire con anni di esperienza, indossando la sua consueta maschera di Preside dallo sguardo impenetrabile e che, a dispetto di tutto, faceva ancora paura.
Entrò nella Sala Grande addobbata per la festa di Halloween. Centinaia di candele volteggiavano sul soffitto, che quella notte mostrava un limpido cielo stellato, illuminando la stanza con una tenue luce ambrata. Gli addobbi erano color zucca e neri, piccoli ragni incantati tessevano le loro ragnatele creando bianchi disegni che sembravano brillare sotto la luce calda delle candele. Zucche intagliate da Hagrid erano sistemate in ogni angolo.
I ragazzi si erano mascherati per il ballo, i volti erano coperti da sottili maschere colorate. I professori avevano optato per un abbigliamento più sobrio, ma avevano anche loro una maschera che nascondeva parte del volto.
Si guardò attorno senza vederla.
Infastidito si accomodò al tavolo occupato da Minerva. Indossava una sottile maschera nera che le nascondeva solo gli occhi. Si scambiarono un lieve cenno e qualche parola di saluto, nessun commento sulla sua maschera argentata.
Si versò un poco di vino elfico e rimase in attesa.

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