Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ehitsfrannie    29/10/2015    2 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo XI

 

Il silenzio gli avvolse per i seguenti venti minuti. Alice giocava con il fiore azzurro cielo che Jefferson le aveva dato, ancora meravigliata da quel gesto.
Jefferson camminava imperterrito dandole le spalle quando Alice, con la voce ridotta ad un sussurro, si decise a parlare. «Dove stiamo andando, di preciso?»
Lo sentì sospirare e nel momento in cui si girò vide il suo sguardo riacquistare sicurezza, nonostante la situazione incerta in cui si trovavano.
Era difficile star dietro agli scatti d'ira del ragazzo e ai suoi cambiamenti d'umore. La sua personalità era così ricca di sfaccettature che una vita intera non sarebbe bastata per scoprirle tutte.
Egli si avvicinò e le sfilò il nontiscordardime dalle dita sottili. Guardandola negli occhi, le scostò i capelli dagli occhi e incastro il gambo del fiore trai ciuffi biondi. Mentre si allontanava, i suoi occhi si puntarono sull'orologio da taschino che Alice portava al collo, seminascosto dalla giacca in pelle che aveva preso dalla casa di Jefferson.
Quest'ultimo lo afferrò con occhi increduli che ora fissavano Alice. «Dove l'hai preso?»
Alice alzò le spalle, stupita che un innocuo orologio da taschino potesse suscitare tale sorpresa. «Me l'ha regalato mio zio. Conosci anche lui?»
«Se lo conosco? Se lo conosco, hai detto?!» nel volto di Jefferson comparve un sorriso estasiato. «Questo era l'orologio del Bianconiglio!»
Ci risiamo...
«Mi stai dicendo che Ernest Needle è il personaggio di una favola?» Alice incrociò le braccia al petto, incerta se scoppiare a ridere o scappare a gambe levate.
«No, Alice...ascolta, poco dopo che la Regina di Cuori mi ha imprigionato, un maleficio ha colpito molti dei mondi che ospitano le creature delle fiabe. E' stato fatto dalla figlia di Cora, Regina, che ha portato ognuno di loro nel tuo mondo.»
«Quindi Storybrooke è in realtà frutto di un incantesimo, e gli abitanti sono i personaggi delle favole?»
Nella testa della povera ragazza lottavano pensieri contrastanti: quelli del buonsenso le dicevano di non credere a tutte quelle sciocchezze ma il suo lato sognatore e creativo data anche dalla sua inclinazione per la scrittura scalpitava perché lei credesse davvero alle parole di quel matto che si trovava davanti. Cercò di stare al gioco, lasciando che il Cappellaio desse le opportune spiegazioni.
«Nessuno di loro si ricorda chi è in realtà perché sono tutti intrappolati in un'identità che non è la loro.» Jefferson fece una pausa, aspettando una possibile reazione da parte di Alice. «Per rompere l'incantesimo, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro deve tornare in quella città e credere che tutto ciò esista davvero.»
«In che senso deve tornare in città? Non è finita nel nostro...nel mio mondo come tutti gli altri?» domandò Alice incuriosita.
Jefferson si grattò il capo, incerto. «Mi pare sia stata messa in una teca magica in modo che fosse immune al sortilegio...»
Alice fece una smorfia scuotendo la testa ripetutamente. «Non credo proprio che tutto questo sia vero, altrimenti questa Storybrooke sarebbe segnata nelle cartine, o perlomeno sarebbe abitata anche da altri esseri umani che non provengono da nessuna storia...»
Al che di questa affermazione, Jefferson alzò involontariamente gli occhi su di lei come fanno i bambini quando compiono qualche marachella. Alice lo guardò interrogativa, segno che qualcosa era stato tralasciato nel mezzo del racconto. «Cosa...cosa c'è che non va'?»
Il giovane fece qualche passo indietro, lasciando l'orologio al suo posto e intento a girarsi per scappare a quella domanda stretta ma, come prevedendo le sue azioni, Alice gli afferrò un braccio obbligandolo così a guardarla in faccia.
«Jefferson. Dobbiamo compiere questa specie di viaggio insieme, giusto? Probabilmente ci saranno pericoli da affrontare, quesiti a cui rispondere e via dicendo, ragion per cui bisogna essere sinceri uno con l'altro. Dobbiamo fidarci, ma come possiamo se io non so nemmeno chi sono? Dimmi quello che sai, ti supplico.»
«Se la metti così...» egli accennò un sorriso non del tutto convinto. Prese le mani di Alice e le strinse attorno all'orologio, avvolte nelle sue. «I tuoi genitori sono anch'essi personaggi delle fiabe e sono stati catapultati insieme al Bianconiglio, a Grace e a tutti gli altri in questa Storybrooke, costruita di illusioni su illusioni. Potrai incontrarli solo se torniamo a casa, mi hai capito? Solo se torniamo a casa.»
«Dimmi che tutto questo è un sogno.»
«Ma Alice, niente è più realtà di un sogno.»
Il suo cuore fece un balzo. Dentro di lei una tempesta di emozioni stava esplodendo ed ebbe l'intenzione di svenire, ma il contatto di Jefferson e di quell'oggetto potenzialmente magico che teneva stretto tra le dita le ridiedero vigore e tutto prese a girare, e girare, e girare...
Ma dov'è casa?

 

*“A volte, è questione di un attimo.
Una lieve distrazione, un improvviso capriccio del vento, un lampo turchino sul volto di una giovane sconosciuta, e la corazza che con tanto impegno ti sei costruito intorno al cuore si frantuma in migliaia di schegge di vetro, permettendo alla tua anima lasciata a nudo di rompere le catene a cui l'hai costretta e di volare lontano finalmente leggera, indomita, libera verso un altro tempo, un altro mondo, un'altra vita.
Verso di lei.
In questi momenti, la tua mente si colma del blu delle acque più limpide e dei cieli più tersi, e, se solo ne fossi capace, vorresti scivolare in eterno dentro al ricordo accecante dell'ardore che era solito incendiare il suo sguardo, e che impreziosiva di liquida dolcezza il delicato cesello del suo viso, etereo dipinto ornato da sapienti pennellate di pallido avorio e petali di rosa dalla fragile e misteriosa opalescenza.
Raggi di luna su marmi perlacei la sua pelle e frammenti purpurei di tramonti marini i suoi capelli.
Se chiudi gli occhi puoi vederla di nuovo, fiera e splendente come la prima volta che ha varcato la soglia del Castello Oscuro, una fiamma vivida e pura che illuminava come una promessa d'estate le pietre nere della tua tetra e squallida dimora fino ad allora inaccessibile di un'esistenza troppo a lungo immersa in oceani di tenebra e ombre e feroce solitudine.
La sua risata riecheggia cristallina tra le mura nascoste e segrete della memoria, la sua bocca vermiglia appare come una visione fra le pieghe indifese dei tuoi sogni amari, e, se trattieni appena il respiro, ti sembra
quasi di averla ancora accanto a te, di stringerla tra le braccia, di avvertirne il calore ad un soffio dalle tue labbra, come se non se ne fosse mai andata, come se non l'avessi mai scacciata.
Come se non l'avessi mai perduta.
Come se non si fosse mai gettata da
quella torre infame e maledetta.
Come se tu, proprio tu, non avessi mai permesso che tutto questo accadesse.”


 

Jefferson e Alice atterrarono in un letto - più o meno duro, dipende da come si è abituati - di foglie secche, le ultime rimaste da quell'autunno che stava aprendo le porte al gelido inverno che caratterizzava quel luogo.
«Quasi quasi preferivo la neve di Storybrooke.» ammise Alice massaggiandosi la schiena con un smorfia di dolore. «Ma come ci siamo arrivati qui?»
«Benvenuta nella Foresta Incantata...certo che devi averne di magia dentro di te!» Jefferson imprecò, dandole una mano ad alzarsi. «Sei tutta tuo padre...» mormorò a bassa voce, tant'è che Alice non lo sentì nemmeno.
Si guardarono intorno, notando gli alberi spogli dare scena ad uno spettacolo che neanche Alice avrebbe potuto descrivere meglio in uno dei suoi racconti. I rami vecchi si allungavano come attratti dal castello in stile gotico che sembrava attendere i due giovani dall'alto della collina in tutta la sua imponenza.
«Cosa ci facciamo qui, esattamente?» chiese Alice, incamminandosi con Jefferson al suo fianco.
«Ci sono tre pietre, sono ametista, rubino e smeraldo. Se strette insieme possono esaudire qualsiasi desiderio tranne che quelli proibiti ovvero morte, vita o amore. Si da il caso che, purtroppo o per fortuna, si trovino in tre mondi diversi tra loro raggiungibili solo grazie ad un portale che tu, evidentemente, possiedi.»
Alice puntò lo sguardo verso il regalo di Ernest, ancora fedelmente legato al suo collo, e lasciò che il ragazzo continuasse.
«L'ametista, la pietra dell'equilibrio, è stata custodita dalla Regina Cattiva; lo smeraldo, indicatore di saggezza, è attualmente nelle mani di Peter Pan e il rubino, che simboleggia l'amore, appartiene alla nostra cara amica Cora, ragion per cui temo che dovremmo tornare a...»
Ma Alice non ascoltava già da un po' in quanto, pervasa da uno stato di malessere e irrequietezza, si era accasciata sul terreno, trasportata contro la sua volontà dai ricordi.







*"In the morning you always come back" padme 83 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2476441







Here I Am!

Le cose iniziano a farsi interessanti :) Dopo il breve ma intenso momento MadAlice, Jefferson riconosce l'orologio che Alice ha al collo, proprio quello che Ernest aveva riparato e le aveva regalato quando lei era arrivata a Storybrooke. Esso si rivela essere infatti un portale, quindi teoricamente i nostri eroi dovrebber essere salvi....invece lol
Alice ha la conferma che i suoi genitori sono personaggi delle fiabe e che sono vivi (Alice ha pure visto suo padre...peccato che non lo sa), ma sembra non esserci tempo per traumatizzarla ancor di più che i due vengono scaraventati nella Foresta Incantata.
Ma le cose non sembrano andare come previsto...
Per quanto riguarda la Rumbelle, mi pare non ci saranno più paragrafi della raccolta di padme83, quindi colgo l'ultima occasione per ringraziarla di nuovo e per invitarvi a darci un'occhiata, merita davvero!
Spero vi sia piaciuto!
A presto, 

Frannie.








*

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ehitsfrannie