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Autore: Cat in a box    22/02/2009    1 recensioni
Da anni una nuova minaccia spinge sull’orlo della distruzione il popolo degli Elfi Necromanti. Creature con membra umane e animali, create grazie alla suprema Scienza di folli scienziati, assediano le terre delle Tempre d'Ombra. I popoli circostanti sono stati costretti a lasciare le proprie terre, o a perire sotto le mostruose fauci di queste creature infernali. Il Mondo sanguina. L’ultima stirpe superstite al massacro, gli Elassar, provano a fronteggiare la minaccia…ma lo scontro ne determina la morte di ambi due gli avversari. La guerra non è ancora vinta, molto presto…ne torneranno degli altri. L’unico sopravissuto è il piccolo Principe Luthien, che viene affidato alla Bianca Madre, poiché possa crescerlo e allevarlo…cossichè un giorno possa rivendicare il trono del defunto Padre , difendere i popoli attaccati e salvare la donna che ama.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vi chiedo clemenza, poiché questa è la prima volta per me, che pubblico una delle mie storie su internet. Una mia amica mi ha parlato molto bene di questo sito, e della possibilità che ho di poter migliorare con i vostri consigli, per questo ho deciso di iscrivermi^^. Premetto da ora che mi sono ispirata a questa storia, da un videogioco (Baldur’s Gate: The Dark Alliance II)  e anche dalle mie più grandi passioni (l’Horror, la necromanzia, il decadentismo, il macabro Medioevo ai tempi della Peste, i romanzi Gotici e così via discorrendo). L’ho etichettato come ‘Dark Fantasy’, tuttavia contiene molte sfumature horror e ‘gotico-romantiche’. Questo capitolo è molto riassuntivo e poco descrittivo. Mi sono soffermata poco alla descrizione fisica dei personaggi, poiché volevo dar l’opportunità al lettore di potersi addentrare in un mondo mistico, permettendogli di sfogare la propria immaginazione. Però nel capitolo successivo saranno descritti dettagliatamente, in quanto sarà necessario anche per farvi comprendere il legame che c’è tra certi personaggi e il loro carattere. I Nobili chiamati Lord e Lady, sono sposati. Non hanno un nome (durante il matrimonio si rinuncia al proprio appellativo), ma hanno solo il cognome che indica la stirpe a cui appartengono. Le streghe sono chiamate ‘Madri’, i Maghi invece restano tali. Mentre le chieriche sono chiamate ‘Matrone’, e ve ne sono una in ogni cattedrale di una città importante. Nei prossimi capitoli, vedrò di fare una premessa man mano che subentreranno nuovi personaggi. Buona lettura!

 

 

Le sette Lune d’Ombra

Capitolo I – La prima Luna – L’iniziazione tra la Vita e la Morte

 

L’alba si stava avvicinando rapidamente. La luce del sole aveva ormai raggiunto le oscure colline all’orizzonte. Il cielo sembrava avvolto dalle fiamme, il rosso carminio, il viola e lo smeraldo si erano fusi armoniosamente insieme in ricche sfumature e linee sinuose, mai si era visto un simile dipinto della natura fino ad allora. Ma Yluna, la Bianca Madre, era a conoscenza del cattivo auspicio che significava quel cielo. Gli Dei avrebbero messo a dura prova la creatura che ora stringeva a sé tra le braccia. Sarebbe rimasto ucciso dagli orchi, se non le fosse stato affidato in tempo. Si sarebbe chiamato Luthien, ultimogenito della stirpe degli Elassar, elfi necromanti. Da anni una nuova minaccia stava spingendo sull’orlo della distruzione il popolo degli Elfi necromanti, conosciuti anche come Dominatori della Morte. Poiché questo popolo veniva temuto, pochi osavano commerciare con loro, e presto…molto presto si conquistarono l’odio e l’invidia delle più grandi e nobili casate, tra cui quella dei Darsial, i Manipolatori di Vita. Questi erano maghi, la cui unica fede in cui riponevano la loro convinzione, era la Scienza. Disonorarono gli Antichi Dei, proclamandosi tali. Inoltre, persuasi che esistesse una scienza per creare e dare la vita alle creature non-morte, assemblando membra umane e animali, sacrificarono vittime innocenti per i loro esperimenti. Inizialmente le vittime erano prigionieri, schiavi, ladri, traditori…poi la pazzia gli portò a sacrificare persino i propri sudditi, in nome del futuro della Scienza. Questa follia perseverò per anni, e presto nel giro di un decennio, la popolazione fu dimezzata. I pochi sopravvissuti fuggirono, ma pochi riuscirono a salvarsi. I Darsial non potevano permettersi che i Supremi lo venissero a scoprire, per questo avevano stretto un’alleanza con gli orchi, promettendogli in cambio oro e ricchezze, perché le voci venissero messe a tacere…con la morte.

***

 

I sopravvissuti giunsero fino a Oldrid, una vivida città al di là delle montagne, ‘ove la popolazione era costituita dalle più svariate creature viventi. La voce si sparse, e giunse oltre ai confini delle Tempre d’Ombra, fino alla città di Akatandra, la città degli Elfi necromanti. La voce giunse tramite la bocca di un vecchio mercante, che recandosi alla corte degli Elassar, nella speranza di vendere qualche pezzo costoso della sua mercanzia, non riuscì a tenere a freno la lingua, e riferì quanto si vociferava nelle lontane Terre del Crepuscolo. Lord e Lady Elassar, alle tali parole proferite dal mercante, inviarono immediatamente i loro più valorosi e fedeli cavalieri, perché andassero ad indagare sulla veridicità delle voci. Passarono le settimane e i mesi, e ancora non giunse alcuna notizia. Le stagioni si susseguirono rapidamente e nel frattempo, Lady Elassar diede alla luce un bellissimo bambino, l’unico figlio della sua stirpe. Pochi giorni dopo la sua nascita, giunse alla corte uno dei cavalieri che erano stati inviati oltre le Tempre d’Ombra, l’unico sopravissuto. Era giunto terrorizzato, la sua espressione era vitrea così quanto il suo sguardo. Li erano stati mozzati ambi due gli arti inferiori, e amputato un orecchio. Non parlò con nessuno, finché non venne ricevuto da Lord Elassar. Il cavaliere prese a parlare:“Terribili cose accadono nelle terre del Crepuscolo! La gente muore per mano degli orchi, ma non ci sono cadaveri…tutti vengono portati via. La gente è confusa, non sa e non vuol credere a quello che accade. I Darsial hanno stretto un patto con gli orchi, stanno trucidando i loro sudditi e la popolazione delle terre del Crepuscolo, per usarne le membra per creare un esercito di creature non-morte! Hanno oltraggiato gli Dei! Loro pensano di poter creare la vita, ma…ancora non sono riusciti a dare vita ai loro morti. Non si fermeranno…”. Il cavaliere stava mancando di fiato, Lord Elassar gli versò del vino in un calice e glielo porse. “Ti prego, vai avanti. Dimmi che fine hanno fatto i tuoi compagni.”. Il cavaliere bevve avidamente dal calice, e poi riprese:“Sono stati smembrati da alcune creature innominabili, che non fanno parte di questo mondo. Creature orribili si trovano là. Non periscono né il fuoco né l’acciaio. Sono invulnerabili al veleno. La loro pelle è più dura della corazza di un drago! Hanno la forza di trenta uomini, e si nutrono di carne. Non sono mai sazie quelle belve…Lord! Siamo tutti in grave pericolo! La minaccia è ancora più colossale di quanto ci aspettavamo. Quei folli scienziati stermineranno ogni razza di questo mondo! Si impadroniranno delle Arti Oscure e della Necromanzia…vanno fermati!”. Lord Elassar lo scrutò con attenzione, e poi prese parola:“Prima hai detto che non sono ancora riusciti a dare vita ai loro morti, com’è possibile allora che queste loro creature siano vive?”. Il cavaliere riprese:“Mio Signore, queste creature erano già vive quando gli sono stati sostituiti gli arti con membra umane e animali. Loro stanno creando un esercito di creature non-morte, ma per darle la vita hanno bisogno della Necromanzia. Vogliono impadronirsi dei segreti degli Antichi segreti dell’Ombra per risvegliare i cadaveri, e vogliono usarli come esercito per dominare su tutte le razze! Stanno venendo qui mio Signore! E’ solo questione di tempo perché raggiungano le mura di questa splendente città e la saccheggino! Dobbiamo andare via e subito…”. Il respiro del cavaliere si stava affannando sempre più, la vita in lui si stava spegnendo. Lord Elassar li si avvicinò e li porse una mano in fronte, per sostenere il suo capo così debole e quasi privo di vita. “Sei stato fedele cavaliere, ora puoi riposare in pace.”. Il cavaliere chiuse gli occhi e il suo respiro debole si fermò.

***

 

L’espressione di Lord Elassar divenne cupa e fredda, quasi come se il sangue si fosse congelato nelle vene. Non si aspettava una simile minaccia, e il suo solo esercito non avrebbe mai potuto farcela da solo, contro quelle creature. L’unica soluzione era quella di chiedere un’alleanza con gli altri popoli. Immediatamente vennero spediti sette messaggeri verso i Regni più vicini, ognuno di questi portava la richiesta di un’alleanza per fermare la minaccia dei Darsial. Il tempo stringeva, e c’era poco da aspettare. Presto cominciarono ad arrivare folle di persone dei popoli più vicini, che chiedevano cibo e acqua per proseguire oltre, la minaccia aveva già divorato la vita nei popoli più vicini. Era solo questione di giorni perché arrivassero anche ad Akatandra. Lord Elassar decise che ormai non c’era più tempo per aspettare l’arrivo dei messaggeri. Raggiunse le stanze della sua Amata, e la trovò seduta su una poltrona mentre stava allattando il bambino, la sua premura di Madre era unica ed esemplare. Lord Elassar le si inginocchiò davanti e la guardò con occhi lucidi. “Mia Amata, non c’è più tempo, devi prendere nostro figlio e fuggire via con gli altri. La minaccia ormai ha raggiunto le nostre terre, e tra qualche giorno questa città sarà rasa al suolo. Non abbiamo ancora ricevuto notizie dai Regni circostanti, sono passate quasi due settimane e ancora nessuna risposta. Devi andartene!”. Lord Elassar chinò il capo sul bambino, e lo accarezzò delicatamente, con l’attenzione solita di un padre, che teme di poter danneggiare una creatura così piccola e delicata. La mano dell’Amata gli sfiorò il suo candido volto rigato dalle lacrime, e per un momento si guardarono negli occhi. “Ho giurato il giorno del nostro matrimonio che sarei morta accanto a te. Lascerò che la Bianca Madre porti in salvo nostro figlio, io resterò al tuo fianco a far fronte a questa minaccia. Se evocassimo insieme gli incantesimi d’Ombra, saremo in grado di fronteggiare la loro armata per un po’, cosicché gli altri guadagnino più tempo per mettersi in salvo nelle terre lontane.”. Lord Elassar la guardò con rabbia. “Fa come ti dico! La vita di Luthien è più importante di me! Desidero che tu vada con gli altri all’istante, e non permetterò che tu trasgredisca a questa richiesta. Tu sei una madre, e ora i tuoi compiti sono cambiati, devi occuparti di lui.”. Lady Elassar conosceva il suo Amato, e sapeva che non ci sarebbe stato verso di farli cambiare idea, così fece come le era stato detto. Prese tutte le cose utili che sarebbero servite al bambino, fece sellare il cavallo più veloce della scuderia e chiamò a sé la Bianca Madre. “Ti accompagnerò oltre a quelle montagne, nella città di Oldrid e ti lascerò in custodia mio figlio. Una volta arrivate lassù, berrò la pozione del richiamo e tornerò ad Akatandra, per fronteggiare il nemico, affianco al mio Amato. Se non dovessi ritornare, ti chiedo di proteggere Luthien e di insegnarli tutto ciò che è stato insegnato a noi sulla Necromanzia, ma fino al compimento del suo 17’esimo anno d’età, non dovrai mai svelarli nulla sulle sue origini. Adesso andiamo.”. Venne dato un altro cavallo per la Bianca Madre, e insieme partirono in fretta verso le montagne.

***

 

All’alba del terzo giorno, dalla partenza di Lady Elassar dalla città, delle nuvole nere coprirono il cielo. In lontananza una grande macchia scura stava avanzando. Orchi, goblin, troll, avanzavano a passo veloce affiancati da strane creature, le cui membra erano sia umane che animali.  Lord Elassar scrutava, l’armata che avanzava, dalla torre superiore del palazzo. Inarcò le braccia al cielo e cominciò a recitare una formula in lingua antica, presto comparve uno stemma verde smeraldo che squarciava le nuvole. Lo stemma era rappresentato da sei cerchi alchemici concentrici, che formavano una stella a sei punte, con al centro il vessillo di una croce. Il cerchio cominciò ad espandersi nel cielo e a diventare sempre più vasto, arrivò fino a sovrastare le teste dei soldati dell’armata nemica, a quel punto…silenzio. I nemici esitarono un momento, stando immobili ad osservare lo stemma che si ingrandiva sempre più sulle loro teste. Inconsciamente avevano il presentimento che sarebbero andati presto incontro alla morte, ma restavano affascinati da quel fuoco verde che ardeva nel cielo, misterioso e affascinante, come se nulla di così pericolosamente bello avessero mai visto. Lord Elassar osservò compiaciuto lo spettacolo, stava andando esattamente tutto come previsto. Calò lentamente le braccia, e terminò la formula con le ultime parole “…andate all’Inferno!”. Il cerchio improvvisamente si abbassò sull’armata nemica, circondandoli completamente. Le fiamme color smeraldo iniziarono a farsi sempre più alte e intense, e allora…si scatenò il panico. Il cerchio cominciò a restringersi, prima lentamente, poi sempre più rapidamente. Ogni creatura al suo interno venne tranciata a metà da quel fuoco freddo, più affilato di una lama. Il cerchio scomparve, lasciando solo una sterminata distesa di cadaveri.

***

 

In quel momento, Lady Elassar era giunta alla città di Oldrid, insieme alla Bianca Madre e al piccolo Luthien. Lo stava tenendo tra le braccia, e lo cullava dolcemente guardando il suo piccolo viso procinto a farle delle smorfiette. Aveva i suoi stessi occhi verdi, e i capelli neri del padre. La pelle era nivea, ma leggermente rosea in prossimità delle guance, il che significava che il bambino era ancora sano. Lady Elassar lo strinse a sé, e con il volto rigato dalle lacrime, lo porse delicatamente tra le braccia della Bianca Madre. “E’ giunta per me l’ora di partire, devo raggiungere il mio Amato, prima che sia troppo tardi. Yluna…”. Lady Elassar estrasse dalla tasca del suo vestito un amuleto d’argento incastonato di smeraldi, ametiste e onice. Lo posò nella culla del bambino, e proseguì. “…questo sarebbe stato il dono del suo 17’esimo compleanno. Desidero che lo abbia indosso per quella occasione, quando sarà adulto. Che gli Dei vi proteggano!”. Lady Elassar estrasse una pozione di color vermiglio, da una bisaccia che era indosso al cavallo, e la bevve. Delle fiamme argentee la avvolsero e scomparì nel vuoto. Yluna aveva il presentimento che quella, sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe rivisto Lady Elassar. Il sacrificio dei genitori di Luthien non sarebbe stato vano. In cuor suo, avrebbe fatto di tutto per proteggerlo e allevarlo al meglio. Rimise il piccolo nella culla, afferrò la briglia dei cavalli e gli accompagnò nella stalla di un maniero. A Oldrid, abitava un Mago, che era imparentato con la Bianca Madre, lui era un mezz’elfo. Era diventato proprietario di un ricco maniero, in quanto aveva prestato fedelmente i suoi servigi al Re dei Nani. Yluna bussò al portone finché una voce cavernosa non rispose. “Entrate! Vi aspettavo.” era la voce di Minuial. A passo lento entrò in quel maniero. C’era un lungo corridoio dalle pareti in marmo bianco e il pavimento in onice. C’erano pochi mobili, qualche comodino in legno pregiato e dei quadri di nature morte appesi al muro. Lo scalpicciò dei passi echeggiava lungo le pareti in pietra, pareva quasi interminabile. In fondo al corridoio, a sinistra, vi era una porta aperta, che lasciava intravedere un piccolo lume di candela rimasto acceso. Yluna si avvicinò alla porta socchiusa, e bussò ancora. “Prego entra! Sono nel mio studio.”. Disse ancora la stessa voce. Entrò e chiuse la porta dietro di sé. La luce nella stanza si irradiò improvvisamente. Era una stanza a forma ottagonale, col soffitto a cupola. Ogni parete era coperta da un’altissima libreria stracolma di libri. C’era anche un enorme camino acceso, decorato in marmo verde. Al centro della stanza, si trovava un’enorme scrivania rettangolare in legno pregiato, piena di scartoffie, libri e macchie di inchiostro nero. Yluna dovette girovagare un po’ per la camera, prima di accorgersi che Minuial, si trovava in un angolino della stanza, seduto su una comoda sedia con lo schienale imbottito, mentre stava scrutando una sfera di cristallo. “Minuial!”. Replicò Yluna. “Finalmente mi hai trovato! Stavolta hai impiegato meno tempo del solito.”. Sorrise Minuial guardandola in viso. “E così questa è la creatura che hai portato in salvo, Luthien, esatto?”. Si alzò dalla sedia e osservò il piccino, che per fortuna si era addormentato ancora prima, cullato tra le braccia di Yluna. “Sì, è l’unico figlio ed erede maschio della stirpe degli Elassar.”. Rispose Yluna, mentre Minuial prendeva delicatamente tra le braccia il piccolo. “Vedo che è in perfette condizioni fisiche. Trovo che sia più saggio cambiare il suo nome, almeno finché non avrà 17’anni e non sarà in grado di difendersi da solo. Fino ad allora, lo chiameremo Ysuran, e lo alleveremo come figlio nostro.”. Il piccolo aprì gli occhi, e scoppiò a piangere, qualcosa di nefasto stava accadendo altrove.

***

 

Lady Elassar era giunta nel giardino del palazzo, come previsto, grazie alla pozione del richiamo. Non era arrivata affatto troppo tardi, forse era giunta appena in tempo per la battaglia. Dalle feritoie della torre, vi erano gli arcieri pronti a scoccare le frecce acide contro l’armata nemica. Schiere di soldati erano pronti alla battaglia, e attendevano l’ordine di Lord Elassar. Il cielo si ero illuminato di una luce innaturale, quasi spettrale, di color rosso carminio. Il significato di quel cielo non le era chiaro, ma era certa che la battaglia era solo appena cominciata. L’aria si era appesantita di un odore di morte, che aleggiava tra quelle nubi. Un soldato le si avvicinò:“Lady Elassar! Voi non dovreste essere qui, mia Signora.”. Il sodato le si inginocchiò dinanzi. “Risparmiate il fiato, e ditemi dove si trova Lord Elassar.”. Disse in tono cinico. “Si trova nella torre superiore del palazzo, mia Signora.”. Lady Elassar si precipitò di corsa verso la torre superiore, mentre tutti i soldati e gli arcieri la guardarono sorpresi della sua presenza al palazzo. Raggiunse a breve la torre superiore, Lord Elassar era girato di spalle, e osservava lo spettacolo dall’alto, mentre stava preparando altri incantesimi. “Mio Amato…”. Sussurrò. In quel momento Lord Elassar si sentì trafiggere il cuore, e si voltò. “Che cosa fai qui? Dov’è Luthien? Perché non sei con lui?”. La sua voce cercò di essere più adirata possibile, ma alla visione della sua Amata, non poté che addolcirla. “Luthien si trova a Oldrid con la Bianca Madre e Minuial, è al sicuro. Sono venuta a difendere le mura di questa città, a costo della vita!”. Lord Elassar la guardò con occhi freddi. “Tu Madre sciagurata, che hai preferito seguire il lamento del tuo cuore solo per la follia! Non posso accettare né che tu rimanga ferita né che tu resta uccisa. Ora vattene!”. Nonostante le crude parole, Lady Elassar lo abbracciò. “Non me ne andrò, e tu lo sai.”. Gli occhi verdi guardarono i neri, e per un’ultima volta, si scambiarono un bacio. Un lamento disumano spezzò il silenzio che aveva regnato fino a quel momento. Le creature che erano state tranciate dall’incantesimo di Lord Elassar, ripresero vita e le loro membra si riunirono, formando un’unica possente creatura. Lord Elassar si affacciò alla torre, e vide l’orrenda creatura, che continuava a ringhiare e a lanciare strazianti gemiti. “Tirate le frecce acide!”. Ordinò immediatamente agli arcieri. Il corpo della bestia venne trafitto da più di mille frecce. L’ atroce creatura si dimenò dal dolore, e nel tentativo di liberarsi dalle frecce. A poco a poco queste fuoriuscirono dalla sua carne, lentamente, e caddero a terra. “Quale creatura sarebbe mai capace di una cosa simile?”. Domandò Lady Elassar. “Questa non è un creatura di questo mondo, è una creatura infernale. Plasmata dall’odio e dalla vendetta. Non perisce le nostre lame, il fuoco e il veleno.”. Lady Elassar rivolse lo sguardo al cielo. “Useremo i tuoni e i fulmini per abbatterla.”. “Ci serve tempo per poter invocarne uno abbastanza intenso per annientare quella bestia.”. “Basta creare un diversivo. Ordina agli arcieri di lanciare altre frecce acide contro la bestia! Nel frattempo, noi invocheremo la morsa folgorante.”. “E così sarà fatto.”. Lord Elassar ordinò agli uomini di continuare a lanciare frecce, senza cessare mai, finché loro non fossero riusciti ad invocare una morsa di fulmini abbastanza intensa, da poter annientare la bestia. Gli arcieri cominciarono a tirare le frecce, nel frattempo Lord e Lady Elassar invocarono la morsa, recitando una formula nello stesso linguaggio antico, in cui Lord Elassar aveva richiamato il precedente incantesimo. Presto il cielo si oscurò, divaricando le nuvole in una specie di ellisse, al cui centro una piccola sfera di energia elettrica si stava alimentando, diventando di volta in volta sempre più grande.

***

 

La bestia continuava a dimenarsi, lanciando gemiti spaventosi, e tentando di evitare le frecce acide. Ad un tratto si accasciò a terra, lanciando un ultimo lamento di dolore. Gli arcieri in quel momento esitarono a lanciare altre frecce, la bestia pareva definitivamente abbattuta. Lord Elassar se ne accorse, interruppe un momento l’incantesimo, per ordinare agli arcieri di continuare a lanciare frecce. In quel istante la bestia si rialzò velocemente, e balzò sulle zampe dirigendosi rapidamente verso le mura della città. Cominciò ad urtare le mura, provocando una scossa che fece tremare la terra più volte. Lord Elassar si precipitò verso il baluardo più basso della torre, dove gli arcieri tiravano dalle feritoie. “Perché avete smesso? Vi avevo detto di continuare a tirare finché l’incantesimo non fosse stato completato!”. Uno degli arcieri rispose con tono di mortificazione. “Pensavamo di averla abbattuta mio Signore!”. “Continuate a tirare le frecce, prima che sfondi le mura! Non possiamo permetterle di entrare.”. Lord Elassar si diresse verso il terrapieno, dove la fanteria attendeva l’ordine di attaccare. “E’ giunto il vostro turno! Aggirate la bestia, e attaccatela di spalle. Non perisce né il fuoco né il veleno, ma le frecce acide degli arcieri la indeboliscono! Usate le vostre lame, e tenetela a bada!”. Tra le pietre si aprì un varco, e i soldati vi passarono rapidamente, finché non fu passato l’ultimo di questi, e il varco venne richiuso. Lord Elassar rivolse lo sguardo al cielo. La sfera elettrica aveva assunto pressoché le dimensioni di un pugno di troll, ma era ancora troppo piccola perché potesse essere scagliata contro la bestia.

***

 

Lord Elassar si diresse in fretta e furia verso la torre superiore, quando arrivò, Lady Elassar si trovava accasciata a terra. Lord Elassar si precipitò verso di lei, e la prese tra le sue braccia. Un rivolo di sangue le uscì dalla bocca, pareva aver perso i sensi, il battito del suo cuore stava cominciando a indebolirsi. “Mia Amata!”. Lady Elassar riaprì gli occhi, lentamente. La vita stava abbandonando il suo corpo. “Lei…”. Replicò. “…è stata lei a farmi questo.”. Lord Elassar la baciò sulla fronte. “Risparmia il fiato mia Amata, non permetterò che ti venga strappata così la vita…non morirai adesso…no, no…non devi morire…non lasciarmi…”. La voce di lui si fece tremante. “Ti amo.”. Fu l’ultima parola che lei disse, prima che il gelido tocco della Morte congelasse la sua voce in gola. Lord Elassar si fece tremante dalla rabbia. Prese tra le braccia il corpo dell’Amata e lo strinse a sé. Rivolse lo sguardo al cielo, e lanciò un grido straziato dal dolore. “DEI! PERCHÉ AVETE PERMESSO CHE CIÒ ACCADESSE! CHE SIATE TUTTI MALEDETTI! BRUCIATE!!! RINNEGO IL MIO CREDO, E LA FIDUCIA CHE HO RIPOSTO IN VOI FINO ADESSO! DANNATI…”. La voce si affievolì, e precipitò in lacrime, sul corpo della sua defunta sposa. Il dolore era immenso. Tale era la sua disperazione, che non si accorse che qualcuno stava osservando compiaciuto la scena, dapprima che lui arrivasse. Un inatteso battito di mani interruppe il suo pianto, e un leggero rumore di passi si fece sempre più vicino. “Non è degno di un Principe prostrarsi a terra dinanzi al nemico. Dov’è finito il vostro orgoglio?”. Esordì una voce femminile e cinica. Lo sguardo di Lord Elassar si alzò, e si posò su una Dama vestita in verde scuro, con una maschera che copriva solamente gli occhi. “Voi? Lady Darsial…”. La Dama lo interruppe. “Non più ora, chiamatemi semplicemente Ophelia, ha-ha!”. Disse con un certo tono di sarcasmo, e poi riprese. “Lord Darsial è il mio attuale defunto marito, come vedi, abbiamo una cosa in comune…”. Sorrise incurante, indicando l’esile corpo senza vita della sua Amata. “Non vi affliggete mio caro, vedrete che dopo qualche giorno, lei non esisterà più nei vostri pensieri.”. Lord Elassar si sollevò in piedi, e la guardò con orrore, mentre lei si avvicinava sempre più al suo cospetto. “Sono qui per Voi, e ho da proporvi una risoluzione a questa guerra. Vi lascio l’opportunità di poter salvare il vostro popolo…”. Lei sorrise crudelmente. “Se mi accetterete in sposa, e vi alleerete al mio esercito, io prometto che cesserò questa sanguinosa guerra nei confronti del vostro popolo.”. “E così potrete sterminarne degli altri! Mi rifiuto di prendere in sposa una creatura immonda come voi! Nemmeno un troll avrebbe il coraggio di chiedere la vostra mano.”. Replicò Lord Elassar, che pareva avere già la risposta pronta. “Bene, questa sarà la vostra ultima parola!”. Urlò lei adirata, e si allontanò morbosamente da lui. Estrasse da una delle tasche del vestito, una pozione del richiamo, la bevve avidamente e svanì, prima ancora che Lord Elassar potesse ferirla. Non c’era altro da fare, se non terminare ciò che Lady Elassar aveva cominciato prima della sua Morte. La Bestia andava annientata. Rivolse le braccia al cielo, e continuò a ripetere le parole dell’incantesimo, facendo sì che la morsa folgorante si alimentasse sempre più, concentrandosi nella sfera. Ormai aveva raggiunto il diametro della cupola di un maniero, e non restava altro da fare che scaraventarla sulla bestia. Le conseguenze sarebbero state aggravanti, poiché una sfera di quelle dimensioni era in grado di radere al suolo una città intera, e qualsiasi altra creatura o Elfo sarebbe stato spazzato via. Compreso sé stesso. Ma meglio spazzati via…piuttosto che le proprie membra, utilizzate per creare nuove creature orripilanti, che avrebbero solo seminato distruzione. Lord Elassar fissò il cielo che nel frattempo era diventato purpureo. “DEI…NON ABBANDONATE LUTHIEN. AIUTATELO A SCONFIGGERE QUESTA MINACCIA! IO VI PREGO.”. Dopo queste parole, una forte luce invase il cielo e la terra. E poi il nulla.

 

   
 
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