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Autore: Elsira    30/10/2015    4 recensioni
Finalmente la nostra Kin è diventata adolescente!
Diventare ssj è ormai il suo desiderio primario, il pensiero fisso e questo farà esplodere la furia della madre, che si abbatterà su di lei in un modo che nessuno in famiglia si sarebbe mai aspettato. Allo stesso tempo però, riceverà degli aiuti esterni da una persona che diverrà speciale. Il loro affetto avrà ardui avversari e vivaci sostenitori. E voi? Da che parte vi schierate?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Anno 790

Goku si arrestò di colpo, voltandosi a guardare nella direzione alle proprie spalle. Era già un po' che percepiva le aure di suo figlio e del figlio del Principe insieme; aveva comunque continuato tranquillo il proprio allenamento solitario, dato che era normale che quei due si sfidassero. Ma adesso a sostituirsi all'aurea di Trunks era entrata quella della figlia, la quale cresceva di secondo in secondo.

Strizzò un istante gli occhi, mentre riusciva a percepire che entrambi i suoi figli stessero facendo sul serio. Non attese oltre e si portò le dita alla fronte, per placare la furia della ragazza prima che si facesse del male.

L'uomo sapeva che Kin era molto forte, ma sapeva anche che non era ancora in grado di controllarsi ed era troppo debole per racchiudere tutto il proprio potere. Poteva combinare grossi guai.

Trunks rimase immobile per qualche secondo, guardando lo scontro tra i due fratelli ancora incredulo. Quando però Goten colpì Kin con uno shuto al collo, sentì la rabbia scorrergli in corpo e colmarlo di nuova energia.

Il super sayan si fiondò verso l'altro, colpendolo con un calcio al petto che Goten non riuscì a schivare e facendogli percorrere decine di metri, finché una parete di roccia non arrestò la sua corsa.

Trunks si chinò verso Kin, che si stava rialzando da terra. «Tutto bene?» Chiese con tono apprensivo, mentre le porgeva la mano per aiutarla a rialzarsi. Lei non lo degnò di uno sguardo, tenendo i propri occhi neri puntati sul fratello che respirava affannato e stava uscendo dal cumulo di pietre.

«Si può sapere perché ci hai seguiti? Comunque sia, ora lascia stare. Goten è troppo forte per te, lascia perdere e fa' combattere me o ti farai male sul serio.» Disse con tono apprensivo il ragazzo. Kin, ignorando completamente il sayan e le sue parole, si alzò e si fiondò contro il fratello.

Trunks non fece in tempo a fermarla che si voltò e vide l'immagine di Goku apparire d'improvviso in mezzo ai figli.

In meno di un battito di ciglia, il sayan bloccò il calcio del ragazzo con una mano e con l'altra la gomitata della ragazza.

I due osservarono lo sguardo serio del genitore che, tenendoli ancora fermi, sussurrò: «Allora, che sta succedendo qui?» I muscoli dei due giovani si rilassarono e Goten tornò in forma normale non appena l'eroe mollò la presa sul piede ed il gomito.

«Ecco...» Sussurrò Trunks, che si stava avvicinando tenendosi ancora il braccio, data l’evidente spalla rotta.

Goku lo guardò e gli chiese con tono confuso: «Ma che diamine ti è successo?» Non era dal ragazzo venir ridotto in quelle condizioni, lui lo sapeva, perciò si sorprese molto a vederlo così.

«Sono stato io.» Disse Goten, puntando i propri occhi neri, che cercavano di trasudare la sicurezza e la crudeltà che avrebbe voluto possedere il ragazzo in quel momento, in quelli increduli del padre.

«Perché Trunks si è innamorato di me.» Aggiunse Kin, a sguardo basso, mentre l'espressione dell'uomo si faceva sempre più confusa.

Goku chinò leggermente la testa in avanti e con una mano si grattò perplesso la chioma nera, mentre teneva l'altra al fianco. Alzò lievemente il capo e si accorse che ormai i tre giovani erano tutti davanti ai suoi occhi, che lo guardavano con tre sguardi completamente diversi: Goten tentava di trasudare sicurezza, Kin era evidentemente tesa mentre Trunks era, nonostante le ferite e il dolore che probabilmente stesse provando in quel momento, sereno, semplicemente in attesa.

L'uomo sospirò profondamente, guardandoli negli occhi uno ad uno. «Ragazzi miei, avete fatto un gran bel casino, lasciate che ve lo dica...» Disse, mentre estraeva dal sacchettino che portava al fianco due senzu. Ne diede uno intero a Trunks, poi divise l'altro e ne porse metà alla figlia e metà al figlio. I tre mangiarono la propria dose di fagiolo magico senza protestare.

Non appena ebbero finito, alzarono lo sguardo.

«Tu.» Goku indicò il figlio. «A casa, di filata. Con te parlerò dopo.»

«Che cosa?» Chiese Goten, facendo un passo avanti e accigliato. «Te lo puoi scordare! Ho ancora un conto in sospeso con Trun...» Il padre non lo lasciò finire e aumentò l'intensità del proprio sguardo e del proprio tono. «Ho detto a casa!»

Goku si portò le braccia al petto, in segno che quello fosse un ordine e ce lo avrebbe portato lui stesso se non si fosse mosso da solo. Goten si accigliò, fulminò Trunks con lo sguardo, si voltò e volò a casa.

L'uomo ne seguì per qualche secondo il percorso con la mente, poi si fissò gli altri due negli occhi. «Bene, ora passiamo a voi.»

Gli occhi di Trunks ebbero un breve tremito, mentre quelli della ragazza restarono immutati, lasciando intravedere un senso di smarrimento che aleggiava in quel nero assoluto.

Goku si rilassò, tirò un sospiro e si andò a mettere seduto su una roccia che sbucava dal terreno e aveva tutta l’aria di somigliare ad un panchetto, poco distante da lì. I due giovani si scambiarono un breve sguardo, poi seguirono l'uomo ed entrambi si sedettero per terra di fronte e lui, Kin a gambe incrociate e Trunks sui talloni.

«Allora... Spiegatemi cosa è successo qui.» Esordì Goku, puntando subito gli occhi su Trunks e aggiungendo: «Come mai mio figlio ti ha pestato in quel modo? E soprattutto, perché ti sei lasciato conciare in quel modo? Non è da te ragazzo mio.»

Trunks abbassò lo sguardo, sentendosi un verme per come aveva trattato la figlia dell'uomo che aveva di fronte. Il fatto era che nemmeno lui sapeva bene perché avesse lasciato che Goten lo picchiasse così, né quella volta né tanto meno la prima. Forse, nel suo cervello era passata l'idea che Goten avesse tutte le ragioni del mondo per essere infuriato con lui e che quindi era giusto che gli facesse del male.

«Il fatto è che…» Per la prima volta, Trunks sentì che gli mancavano davvero le parole. «Non lo so.» Abbassò ulteriormente il capo, non sapendo che altro dire.

Goku poggiò i palmi sulle proprie ginocchia, poi con faccia perplessa commentò: «Mmhhh... Beh, non posso certo dirti che va bene. Se vuoi farti uccidere, mi pare il minimo che tu sappia il motivo.» Puntò lo sguardo sulla figlia, ma prima che potesse fare qualunque domanda, la voce di Trunks lo interruppe: «L'ho fatto perché mi sono innamorato di Kin e Goten ha avuto tutto il diritto di sfogare la sua rabbia su di me per questo.»

«E perché avrebbe dovuto essere arrabbiato?» Chiese Goku, senza un tono specifico. Trunks finalmente, preso coraggio, alzò lo sguardo e puntò i propri occhi di ghiaccio in quelli del sayan. «Perché non merito tua figlia.»

Le labbra dell'uomo si stendettero in un sorriso. «Questo dovrebbe essere lei a stabilirlo, non mio figlio, ti pare?» Tornò a guardare la ragazza, che osservava invece da tutt'altra parte per evitare di incrociare lo sguardo di uno dei due, poi le chiese senza girarci troppo intorno: «E tu Kin? Anche tu sei innamorata di Trunks?»

Il volto della ragazza assunse tutte le sfumature del rosso. Si sforzò di girare il collo e guardò il padre, poi il giovane e di nuovo il padre. «Io...» Balbettò. «Io non so cosa significhi...»

Sul volto di Trunks si dipinse un sorriso dolcissimo, intenerito com'era dall'affermazione ingenua della ragazza, mentre il sayan più grande si alzò e le si avvicinò. Si chinò sulle gambe e le disse in un sorriso, ad un palmo dal volto: «Beh, in questo non ti posso essere molto d'aiuto principessa.» Le fece l'occhiolino e indicò il sayan a mezzo passo di distanza da lui: «Ma qui c'è qualcuno che può spiegartelo perfettamente.»

Entrambi i ragazzi arrossirono lievemente, mentre Goku si rimise in piedi e concluse con un sorriso rassicurante: «Bene, io vado a cercar di far ragionare quella testa calda di tuo fratello.»

Si voltò e fece per andare via, quando si fermò un attimo e guardò Trunks con occhi terribilmente severi, affermando duro: «Falle del male e dovrai vedertela con me. Sappi che se dovesse accadere, scoprirai solo allora cos'è il vero dolore. Ti tengo d'occhio ragazzo, ricordati che padroneggio alla perfezione il teletrasporto ed io e mia figlia abbiamo un legame incredibile: se lei è dall'altra parte del mondo e mi chiama, io ci metto meno di un istante ad arrivare. Sono stato chiaro?»

Trunks annuì tremante e pallido come un cadavere in volto, sapendo che il sayan non scherzava.

L'espressione di Goku tornò quella allegra di sempre e, prima di voltarsi definitivamente e volare via, fece loro un cenno della mano e li salutò gioviale: «Ci vediamo!»

I due giovani si ritrovarono così, soli, uno accanto all'altro.

Rimasero in silenzio per un po', finché Trunks non ce la fece più e aprì bocca per primo. «Mi dispiace.»

La sayan si voltò verso di lui, interrogativa. Il ragazzo si avvicinò di poco a lei, in modo da esserle di fronte. Le prese le mani nelle proprie, portandole sul proprio cuore e la guardò dritta negli occhi neri, con la voce più sincera che aveva. «Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare. Mi dispiace di non aver riconosciuto prima i sentimenti che nutro per te. Mi dispiace di non averli accettati subito. Mi dispiace di essermi fatto ammaliare da altre donne. Mi dispiace per tutto quanto, ma più di ogni altra cosa mi dispiace averti fatto soffrire.»

La ragazza abbassò lo sguardo di lato, rossa in volto ed evidentemente colpita da quelle parole, ma anche imbarazzata. Trunks le scostò una ciocca dal volto, così come aveva fatto pochi giorni prima nella grotta e le accarezzò la guancia. Lei spostò il proprio sguardo e lasciò che incrociasse e vagasse negli occhi azzurri dell'uomo che si trovava davanti.

Lui, a voce leggermente roca ma ferma, aggiunse: «Kin... Tu sai che ormai sono innamorato, ma io non riesco a capire se anche tu...» Stavolta non lo lasciò concludere e, a bruciapelo, gli chiese con tono innocente: «Che cos'è l'amore?»

Trunks rimase un attimo basito da quella domanda. I suoi occhi vagarono in tutte le direzioni, per poi essere riposarti in quelli scuri di lei e sorridere teneramente. «L'amore è quel legame speciale che unisce due persone, nel corpo e nell'anima. È essere sempre presenti per l’altro, anche per le piccole cose. L'amore è combattere per la persona a cui tieni, proteggendola ed essendo pronti a rischiare la propria vita per lei.» Si portò le mani della sayan alle labbra, che teneva ancora delicatamente tra le sue, per baciarle e infine concludere con un sorriso ed una carezza sulla sua morbida guancia. «Ecco, che cos'è l'amore.»

Kin si ripeté quella spiegazione dentro di sé, facendosi le relative domande.

È quel legame speciale che unisce due persone: beh, lei e Trunks di certo avevano sviluppato negli ultimi tempi un forte legame. Dopo che lui l’aveva abituata a vedersi tutti i giorni, gli ultimi senza di lui erano stati atroci: giunta alla sera, sentiva sempre che le mancava qualcosa per addormentarsi serena.

Essere presente per l'altro, per ogni più piccola sciocchezza. Le potevano venire in mente un milione di esempi nei quali si erano dati una mano a vicenda, d’istinto, perché semplicemente volevano aiutarsi.

Combattere per l'altro, rischiando anche la propria vita. Trunks l'aveva senz'altro fatto più di una volta, ma quando lei aveva interrotto il combattimento tra lui e Goten, l'aveva fatto per evitare che il ragazzo venisse ucciso, perché quando questo pensiero le era passato per la testa aveva creduto di impazzire per il dolore.

Kin sorrise, portando la mano su quella che lui teneva delicatamente sulla sua guancia, avendo fatto un poco più di chiarezza su ciò che provava. «Trunks, allora, se questo è l'amore, io ti a...» Un dito sulle sue labbra la interruppe.

Puntò uno sguardo confuso su di lui, che rispose subito al suo interrogativo: «Non dire parole troppo pesanti di significato. Siamo entrambi ancora troppo giovani per poter pronunciarle, un semplice ti voglio bene può bastare per adesso. Il fatto è…» Distolse lo sguardo per un breve istante, per poi tornare a puntarlo negli occhi di lei: «Non voglio rischiare che la prima volta che ti sento dire quelle due parole, sia anche l'ultima.»

Kin non era certa di aver davvero capito stavolta, però acconsentì alla richiesta del ragazzo. Si spostò delicatamente il suo dito dalle labbra e gli sorrise gioviale. «Ti voglio bene.»

Lui ricambiò il sorriso. Le prese il volto tra le mani e lo avvicinò lentamente al suo.

Un turbinio di emozioni lo colse quand'era ancora a pochi millimentri dalle sue labbra: sentiva i muscoli fremergli, i brividi percorrergli la schiena e, incredibilmente, il cavallo dei pantaloni già farsi strinto. Era incredibile, quella ragazza gli faceva un effetto assurdo: non gli era mai capitato di sentirsi così, non prima di un semplice bacio.

Ma forse, non gli era nemmeno mai capitato di essere così innamorato.

«Ti voglio bene anch'io.» Sussurrò, quando ormai era sul far finalmente sue quelle labbra che aveva tanto desiderato.

Si sfiorarono appena, che un rumore molesto ruppe l'atmosfera creatasi, facendoli arrestare entrambi.

Il suono proveniva dallo stomaco di Kin, la quale vi portò lentamente le mani, mentre il suo volto era oramai diventato color del fuoco.

Trunks non riuscì a trattenere una risata, mentre lei stava a sguardo basso, troppo imbarazzata anche solo per chiedergli scusa.

Il sayan le stampò un bacio sui capelli e si alzò, porgendole la mano con un sorriso radioso: «Andiamo a riempire il tuo povero stomaco. Ormai è tardi, sono le due passate: ha tutto il diritto di lamentarsi per non aver ancora ricevuto il proprio pranzo. E poi, ad essere sincero ho anch'io parecchia fame.»

Kin alzò lo sguardo, ancora rossa in volto, ma appena vide il volto sorridente e rassicurante del sayan, la vergogna svanì all'istante e un sentimento positivo al quale non riuscì a dare un nome la fece sorridere, prendere la mano che le veniva offerta e alzarsi.

«Andiamo a casa mia, vorrei evitare di trovare tuo padre e tuo fratello in pieno scontro...» Propose Trunks. Lei lo guardò con un sorriso e annuì, perfettamente d’accordo.

I due si alzarono quindi in volo e si diressero verso casa Brief e, soprattutto, verso il loro pranzo.

Goku raggiunse, con sua sorpresa, il figlio ancor prima che questi arrivasse a casa. Vide che aveva un braccio sul volto, perciò si avvicinò interrogativo a lui. Gli arrivò al fianco e vide che aveva gli occhi coperti dall'avambraccio.

Sgranò gli occhi quando si accorse del volto rigato del ragazzo: stava piangendo. Le lacrime gli stavano bagnando la pelle, dall'angolo dell'occhio per andare a percorrere il tratto che le portava fin sopra l'orecchio, per via del vento che sferzava la faccia a quelle velocità.

Rimase in silenzio e abbassò la propria aurea, in modo di essere certo che non si accorgesse ancora di lui finché non si fosse rilassato un po'.

Non dovette attendere molto. Dopo pochi secondi infatti, Goten allontanò con rabbia il proprio braccio dagli occhi, puntandoli avanti a sé.

Con la coda dell'occhio, vide la sagoma del padre e si arrestò a mezz'aria di colpo, guardandolo sorpreso.

Goku si fermò pochi istanti dopo, ritrovandosi a due braccia dal ragazzo.

«Che cosa ci...» Goten non fece in tempo a terminare la domanda che il padre gli diede la schiena e lo guardò da sopra la spalla, lanciandogli un sorriso rassicurante e proponendo: «Parliamo un po', ti va?»

Non gli diede il tempo di rispondere che atterrò nello spazio sotto di loro. Goten tirò su col naso, si asciugò le ultime traccie di lacrime dal volto e lo seguì.

Goku era sulla sponda di un fiume, lo stesso che tra qualche chilometro passava vicino casa loro e nel quale andavano spesso a pescare.

Il ragazzo si mise a sedere accanto a lui, incrociando le gambe e lasciando cadere svogliatamente le braccia al loro interno, mentre guardava a testa china l'acqua del lago.

Restarono in silenzio per un'eternità, che fu spezzato dal rumore di un pesce che saltava fuori dall'acqua e poi dalla voce del padre, sdraiato a pancia in su con le mani dietro la testa. «Allora, Kin e Trunks mi hanno accennato a quello che è successo...»

Lo sguardo di Goten iniziò a farsi duro, facendo si che le sopracciglia del ragazzo si avvicinassero tra loro e che la sua bocca si storgesse in un ghigno. Goku si voltò verso di lui e con voce tranquilla, disse: «Non capisco perché questa cosa ti faccia arrabbiare così tanto. Dovresti essere felice che tua sorella e il tuo migliore amico stiano insieme, o sbaglio? Non sono forse le due persone a cui vuoi più bene?»

«Come puoi dire una cosa del genere!» Lo aggredì Goten, voltandosi di scatto verso il padre con il pugno di fronte a sé, all'altezza del petto e guardandolo con ira pura negli occhi.

Goku si tirò su, poggiando il proprio peso sulle mano che teneva a terra, mentre poggiava l'altra sul ginocchio alzato. «Vedi di darti una calmata.» Disse serio.

Il giovane sayan non l’ascoltò, batté la mano sul terreno, sporgendosi verso il padre e continuando il suo attacco: «Si può sapere come potrei calmarmi? Tu non hai idea di come sia Trunks con le ragazze, di quanto sia volubile, di quanto poco gli basti per fargli perdere il controllo e farsi la prima che passa! Non va bene per Kin! Lei merita decisamente di più! Merita qualcuno di fedele, che sappia controllare il proprio istinto e che non salti addosso alla prima che lo guarda vogliosa!»

Goku non cambiò espressione, continuò a fissare dritto negli occhi il figlio con fare serio. Il giovane continuò, sempre più fuori di sé, alzandosi in piedi perché troppo nervoso per starsene seduto. «Sono mesi che è cotto di Kin! E non si è fatto nessuno scrupolo a scoparsi altre ragazze nel mentre, completamente incurante di quanto mia sorella soffrisse! Perché lei lo sapeva, non è stupida, ha sempre saputo delle troie di Trunks e lo ha persino visto, scoprendolo in flagrante! E adesso lui sarebbe cambiato di colpo e sarebbe diventato il principe azzurro? No, mi spiace ma lo conosco troppo bene per credere ad un'idiozia del genere! Maledizione papà, si può sapere come fai a startene così tranquillo? Stiamo parlando di tua figlia, non te ne frega davvero niente?»

Dopo qualche secondo, Goku gli chiese con voce ferma: «Hai finito?»

Le spalle del ragazzo si abbassarono accompagnando il movimento di rilassamento delle braccia, la schiena si drizzò, lo sguardo e l'espressione del volto si fecero confusi e interrogativi. «Che cosa?»

Goku si alzò e gli si parò di fronte, non staccando i propri occhi da quelli del figlio nemmeno per un istante. «Tu sei il fratello di Kin. In quanto tale, non ti è permesso interferire con la sua vita sentimentale. E nemmeno a me è permesso, nonostante sia vostro padre. Capisco il tuo desiderio di proteggerla, lo comprendo benissimo. Ma per quanto possa essere forte questo tuo sentimento, devi lasciare che scelga la vita che vuole fare. Da sola.»

Poggiò la mano sulla spalla del ragazzo e gli strizzò l'occhio. «E se poi Trunks dovesse combinare qualche casino, potremo fargliela pagare senza alcuna pietà!»

Goten si voltò e scostò lo sguardo lateralmente, serrando i pugni. Il padre lo sentì irrigidirsi e poggiò anche l'altra mano sulla spalla del figlio. «Goten, guardami.»

Il ragazzo chiuse gli occhi, muovendo il volto solo dopo qualche secondo con evidente sforzo e puntò il proprio sguardo negli occhi neri del padre. Lui sorrise, aggiungendo con tono che voleva essere rincuorante: «Dobbiamo fidarci di Kin e Trunks. Devi fidarti di loro. E stai certo che tua sorella non è una stupida, saprà ammaestrare Trunks alla perfezione. E nel caso il ragazzo sgarrasse, dovrà pagarne le amare conseguenze. Prima con Kin, poi con me, con te, con tua madre e probabilmente anche con Gohan, Pan e Videl.»

Sorrise raggiante, chiudendo gli occhi. «Sono certo che si comporterà benissimo!» Li riaprì e continuò con il tono tra il sereno ed il serio che aveva posseduto per tutto il tempo. «Ma adesso hanno bisogno della nostra fiducia. In particolar modo della tua, entrambi.»

«Non credo di potermi fidare di loro.» Disse Goten, ad occhi chiusi e scostando le mani del padre dalle proprie spalle, prendendogli i polsi e liberandolo subito dopo.

Si allontanò di qualche passo, dandogli la schiena e parlando a capo chino, con voce colma del dolore che si era portato dentro fino a quel giorno. «Loro non si fidano di me, non mi hanno detto nulla dei loro sentimenti. Né l'uno né l'altro.» Goku gli si avvicinò, mentre la voce del ragazzo iniziava a tremare. «Posso in parte capire Kin, ma Tunks no, non posso perdonarlo. Non mi ha detto nulla di ciò che provava per mia sorella, nonostante il rapporto che ci ha sempre legati. Io... Non posso perdonarlo!»

Arrivatogli alle spalle, Goku chiese: «Chi è che ti ha ferito di più? Verso chi è rivolta la tua gelosia, figliolo? Kin? Oppure Trunks?»

Goten si voltò di scatto, con il velo delle lacrime sugli occhi sgranati per la sorpresa. Suo padre continuò, serio. «Pensaci bene.»

Dopo qualche secondo, tirò un respiro profondo, si stirò portandosi le braccia dietro la schiena e iniziò a fare un po' di stretching, rilassando così l’atmosfera, sotto lo sguardo confuso del ragazzo, per poi alzarsi e sorridergli con le mani ai fianchi. «Beh, io vado! Piccolo mi sta aspettando da un sacco, ormai... Avevamo appuntamento a mezzogiorno per gli allenamenti, eh eh... Ci vediamo stasera a casa!»

Si voltò e si diresse verso la propria meta in volo, per arrestarsi a pochi metri da terra e rivolgersi un'ultima volta al figlio: «Ah già, quasi dimenticavo... Kin e Trunks sono andati a casa Brief, se ti sei calmato, va’ a parlare con loro e chiaritevi una volta per tutte, senza uccidervi. A stasera!» Si voltò un'ultima volta e usò il teletrasporto, in modo da arrivare prima da Piccolo.

Goten guardò confuso il terreno. Quella chiaccherata con il padre gli aveva disordinato ancor di più i pensieri.

Scosse la testa e si alzò in volo.

I due giovani arrivarono a casa del sayan abbastanza in fretta, dato che avevano volato davvero veloci perché entrambi stavano morendo di fame.

Appena toccarono terra, Kin si sentì presa per mano e trascinata verso l'interno dell'abitazione.

Si guardò confusa l’estremo dell’arto, stretto nella mano del sayan, poi alzò lo sguardo verso il suo volto e ne vide l'espressione felice. Quel sorriso la contagiò, facendo in modo che un altro si dipingesse sulle proprie labbra, mentre stringeva a sua volta la mano di Trunks, intrecciando le proprie dita con le sue.

Mentre attraversavano il corridoio, Kin fece un paio di passi più veloci per poter arrivare al fianco del sayan e appoggiare la testa sul suo braccio. Lui la guardò teneramente per un istante, si portò la sua mano alle labbra e vi lasciò un delicato bacio sul dorso, facendo attraversare il volto della ragazza da un leggero alone color rosso.

Arrivarono nell'enorme sala da pranzo e Trunks la lasciò, per andare a scostarle la sedia al tavolo. Lei lo raggiunse con un sorriso e vi si sedette, evidentemente imbarazzata, cosa che fece intenerire il sayan ancor di più.

«Che cosa vuoi da mangiare?» Le chiese, mentre si dirigeva verso il frigo e lo apriva, rivelando un intero altro mondo al suo interno, fatto di cibo delizioso e ricercato. Non fece in tempo a voltarsi che la sayan aveva già usato la super velocità per prendere una decina di pietanze e stava iniziando ad sminuzzare un ortaggio simile ad una rapa bianca lunga, che emanava però un profumo stranamente agrodolce.

«Hey hey, che stai facendo?» Le chiese Trunks, avvicinandosi a lei da dietro e poggiandole delicatamente le proprie dita sulla mano che teneva il coltello.

«Da mangiare, ti preparo una...» Iniziò a dire lei entusiasta, voltandosi verso di lui, ma non riuscendo a finire perché subito smarritasi negli occhi azzurri del sayan.

Il cuore iniziò a battere forte, mentre sentiva che il volto le stava per prendere fuoco e il contatto con il corpo muscoloso del ragazzo le metteva in circolo una dose impressionante di endorfine e chissà quali altri ormoni, facendola sentire piacevolmente stordita.

Lasciò il coltello, chiuse gli occhi, lasciò che le sue dita si intrecciassero a quelle di lui e dischiuse le labbra, mentre Trunks le sfiorava il fianco con la mano libera e avvicinava lentamente il proprio volto al suo.

Non riuscirono nemmeno a sentire il respiro dell'altro sulla propria pelle, che il grido entusiasta di Bra li interruppe, facendoli voltare verso la porta d'ingresso della stanza. Trunks fulminò la sorella con lo sguardo, mentre Kin andò incontro all'amica con un sorriso stampato in faccia.

Le due si salutarono con un caloroso abbraccio, stringendosi fin quasi a farsi male, seppur non fosse tanto che non si vedevano.

Da quando Kin aveva iniziato le lezioni con Trunks infatti, aveva stretto molto con Bra e ogni volta a fine lezioni s'intratteneva con lei per ore.

Da piccole non si vedevano quasi mai, perché erano sempre i due fratelli a muoversi da una casa all'altra, ma non avevano mai litigato anzi, quando si incontravano erano sempre state contente di stare assieme, nonostante i caratteri opposti.

«Sono così felice di vederti!» Esclamò Kin, sciogliendo l'abbraccio e tenendole le mani con il sorriso che le percorreva entusiasta il volto, mentre guardava negli occhi azzurri l'amica. Bra le fece l'occhiolino, assumendo la sua aria furbetta: «E io sono contenta che tu e mio fratello vi siate finalmente messi insieme! Era davvero l'ora!»

Kin rise arresa mentre Trunks si avvicinò ad entrambe, alzando nervosamente un sopracciglio e sorridendole teso: «Già... E proprio per questo, non credi che sarebbe meglio lasciarci un po' di privacy?»

Lei lo guardò di sottecchi, incrociando le braccia al petto. «Oh, quante storie! Non è mica che ancora non vi siete mai baciati.»

Bra notò lo sguardo imbarazzato dell'amica, ancor prima di quello assassino del fratello, per poi spalancare gli occhi sorpresa. «Non me lo dire... Voi non... Non avete ancora...»

La mano dietro la testa di Kin e la sua risata nervosa le bastarono come conferma. Bra si portò le mani alla bocca, come se così potesse fermare il grido che le era uscito poco prima, in modo da non interrompere il momento magico.

Si sporse poi verso l'amica e con occhi imploranti le chiese scusa infinite volte.

«Mi tolgo dai piedi! Scusami, Kin!» Disse alla fine, uscendo veloce dalla stanza. Trunks la guardò andare via, sussurrando: «Incredibile... A me niente scuse?»

Kin rise e si strinse al suo petto, per dirgli con voce dolce: «Lascia perdere Trunks...»

Lui sorrise e le alzò il volto con un dito, puntando i suoi occhi azzurri in quelli di lei. «Hai ragione... Allora, dove eravamo rimasti?» Kin sorrise e chiuse gli occhi, sentendo il proprio cuore esploderle nel petto, certa che stavolta niente li avrebbe potuti interrompere.

«Che cosa state facendo?» Trunks si interruppe, mordendosi la lingua nervoso, pensando che non fosse possibile, che non stesse accadendo davvero. Forse qualcuno lassù lo odiava e aveva fatto una congiura contro di lui.

«Vegeta!» La voce della madre, che riprendeva il marito, arrivò chiara alle sue orecchie, così come anche a quelle di Kin. La ragazza si voltò guardando dietro di sé, verso la porta, dove vide Bulma spingere il Principe per i pettorali, fuori dalla loro vista. Prima di sparire anche lei, si rivolse ai due con un sorriso di scuse: «Mi spiace ragazzi, continuate pure, noi ce ne andiamo!»

«Col cavolo che ce ne andiamo!» La voce del Principe sovrastò quella della donna, che lo fulminò con lo sguardo, inutilmente. Vegeta infatti si era già diretto dai due e stava guardando il figlio dritto negli occhi, severo: «Ti mando ad affrontare Goten per ristabilire il tuo onore e tu torni con sua sorella? Che diavolo significa, Trunks?»

Kin si rintanò dietro il sayan, temendo la furia del Principe. Quell'uomo le aveva sempre messo addosso ansia.

«Io non dovevo riacquistare proprio nulla. Sono tornato con lei perc...» Provò a dire Trunks, ma la voce della madre, avvicinatasi a loro e arrivata a fianco di Vegeta, lo sovrastò: «Piantala! E lasciamoli soli. Sono innamorati da mesi e finalmente si sono messi insieme, lasciali frequentarsi in pace.»

Il Principe fulminò con lo sguardo Kin, ringhiandole contro: «Non finisce qui!» Detto questo, se ne andò nervoso.

Bulma lo seguì con lo sguardo, per poi rivolgersi a due giovani con un sorriso: «State tranquilli, parlerò io con lui.» Si voltò e uscì dalla stanza, facendo loro un cenno con la mano. «Scusate ancora l'interruzione.»

Trunks e Kin si guardarono negli occhi, ancora confusi per qualche secondo. Poi il sayan propose con un sorriso: «Che ne dici di mangiare?»

Lei contraccambiò il sorriso, annuendo e accettando la muta richiesta di uscire da quella casa per scambiarsi quel bacio.

Si distanziò da lui e si diresse ai fornelli. Trunks stavolta non la fermò, mettendosi invece seduto all'isola della cucina e ammirandola preparare da mangiare con il volto sul palmo della mano, mentre un piacevole ed invitante profumo di cibo saporito inebriava la stanza.

Goten si fermò in volo sopra l'abitazione, pensando ancora se atterrare o girare i tacchi e tornarsene indietro.

Prima che potesse decidersi, sentì la voce di Bulma chiamarlo. Abbassò lo sguardo e vide il volto della donna sorridergli, mentre con la mano gli faceva cenno di scendere.

Toccò terra con il capo chino, mentre il sorriso raggiante di lei lo metteva ancor più sotto pressione anziché sollevargli il morale. Bulma se ne accorse e, senza dire niente, lo prese per mano e lo trascinò dentro.

«Ma… Che stai facenchiese confuso il ragazzo. Lei rispose senza guardarlo: «Sistemo il casino incredibile che avete fatto, tra tutti e tre.»

I due incrociarono Bra nel corridoio, che li guardò interrogativa. La madre le strizzò l'occhio e le fece cenno di seguirla, cosicché lei ubbidì senza chiedere informazioni, sapendo che non sarebbe servito a nulla: al contrario di Goten, la sayan conosceva sin troppo bene quel sorriso della madre.

Arrivati vicino alla sala da pranzo, Bulma scrutò all'interno e, vedendo che i due interessati non erano coinvolti in nessun atto che avrebbe potuto far innervosire il sayan che aveva trascinato fin lì, entrò con lui e la figlia, esclamando: «Trunks, Kin, venite qui forza.»

La donna si fermò in mezzo alla stanza e attese che anche gli altri due la raggiungessero. Guardò Kin e la figlia con un sorriso, dicendo loro con tono tranquillo ma dal quale si capiva benissimo che il suo fosse un ordine e non una richiesta. «Lasciateci soli ragazze.»

Le due si guardarono un attimo perplesse, entrambe temendo la rabbia di Goten.

Kin osservò il fratello e, non sapendo bene come né perché, prese la mano dell'amica e si diresse con lei fuori dalla stanza, sotto lo sguardo tranquillo di Bulma.

Quando furono uscite, la donna si rivolse ai due ragazzi che si trovava di fronte, i quali non si erano ancora scambiati nemmeno uno sguardo.

Sbuffò, aspettandosi un lavoro davvero duro, poi indicò ad entrambi con il braccio il divano e ordinò loro: «Seduti, forza.»

Entrambi si diressero verso il sofà senza protestare né alzare lo sguardo, aspettandosi che la donna li seguisse. Lei invece, si diresse alla porta e la chiuse, lasciandoli soli ed interdetti.

Il primo a parlare, dopo minuti di silenzio, fu Goten. «Quindi... Adesso tu e mia sorella siete una coppia?»

Trunks alzò gli occhi ed incrociò, quasi senza volerlo, lo sguardo dell'altro. «Beh... Sì, insomma... Ci stiamo provando...»

Un sorriso canzonatorio apparve sul volto del moro. «Che vorrebbe dire questo? Non dirmi che ti son sorti dei problemi proprio adesso, Brief!»

Le labbra dell'altro si distesero, per poi muoversi nel rispondergli per le rime, pronunciando il pronome con sguardo furbo: «Col cavolo! Sono in formissima, come sempre! Io... Mio caro Son.»

Il sorriso di Goten si allargò, mentre Trunks aggiunse: «Solo che fin ora siamo sempre stati interrotti e non siamo riusciti a baciarci.»

Il moro si lasciò sfuggire una risata, buttandosi all'indietro sullo schienale del divano. «Ho capito, ci dovrò pensare io...»

L'altro gli si avvicinò, andadosi a sedere accanto a lui. Gli circondò il collo con il braccio e gli scarruffò i capelli con la mano, dicendogli in un sorriso: «Cos'è che vorresti fare te? Non provarci nemmeno bello mio, il momento con Kin arriverà e sarà solo merito mio e suo.»

«Okay, okay, starò buono buono stavolta!» Rispose l'altro ridendo, tentando di bloccare la mano dell'amico sopra la sua testa. Trunks lo liberò e i due si sedettero uno accanto all'altro, stendendosi entrambi sullo schienale e poggiando i piedi sul tavolino da caffé di fronte a loro.

Dopo qualche secondo di silenzio, Trunks si fece coraggio e disse serio: «Mi dispiace non averti detto nulla di ciò che provo per tua sorella.» Goten si voltò verso di lui, restando immobile con il resto del corpo.

«Il fatto è che... Non so, è tutto così dannatamente strano...» Proseguì titubante lui, portandosi la mano ai capelli.

«Avevi paura che mi arrabbiassi?» Chiese il moro, nel tentativo di aiutarlo a trovare le parole giuste. Trunks si voltò e osservò l'amico, tirando un sorriso: «E farmi più male di quel che mi hai fatto oggi e la settimana scorsa? Stai scherzando? Non credo avresti potuto nemmeno a volerlo, Son.»

«Non sottovalutarmi, Brief. So essere spietato e crudele se voglio.» Controbatté Goten, alzando un sopracciglio e facendo ridere l'altro, per poi aggiungere serio: «Mi spiace... Per tutto quello che ti ho fatto. Come sta il tuo braccio?»

Trunks gli sorrise rassicurante. «Benissimo, il senzu funziona alla meraviglia, come sempre. E poi…» Tornò a guardare avanti a sé, con occhi persi. «Ad essere sincero, più dei dolori fisici quello che mi ha fatto più male è stato stare lontano da te e da Kin.»

«Mi dispiace...» Ripeté Goten, sinceramente pentito. Si alzò in piedi e si posizionò di fronte all'amico. «Fratelli come prima?» Disse, stendendo il braccio verso di lui, con la mano aperta.

Trunks si alzò e strinse la mano dell'amico con vigore, per guardarlo negli occhi e rispondergli sincero: «Fratelli come prima.»

Entrambi sorrisero e dopo qualche istante, si strinsero in un abbraccio.

Ancora con l'amico stretto a lui, Goten gli sussurro: «Mi sei mancato, secchione strafottente.»

«Sei mancato anche tu a me, razza d'idiota cocciuto.» Rispose l'altro in un sorriso. Si staccarono e si diressero fuori dalla stanza.

Trunks posò la mano sul pomello della porta, con gli occhi ancora puntati sull'amico che gli si rivolse: «Ma azzardati a far del male a Kin e stavolta t'ammazzo per davvero, chiaro?»

Trunks aprì la porta, rispondendogli con un sorriso: «Cristallino.»

I due ragazzi uscirono, dirigendosi verso le sorelle che sapevano essere in terrazza; ne sentivano le auree.

 

Elsira #7

L'ho fatto! È successo! Li ho fatti mettere insieme!! 🎉🎉🎉
Ahhh gente offendetemi così li faccio lasciare, non ce la faccio a vederli insieme come coppia 😂 C'è troppa differenza d'età...
Credo di essere la prima autrice che non tifa per la felicità del suo personaggio ahahahah
Ma Kin sarebbe felice anche senza Trunks, no? u.u
Però... Alla fine l'ho fatto perché, diciamocelo chiaro e tondo, la bimba ha bisogno di una bella svegliata (!) Che cavolo, ha diciassette anni e l'ingenuità di quando ne aveva cinque! Sono certa che Trunks sarà più che perfetto per "mostrarle" il mondo degli adulti u.u
Perché proprio lui? Beh, volevo che stesse con un sayan, per forza, quindi le alternative erano Trunks e Bra, ma siccome non mi sento ancora pronta per una storia yuri, mi restava solo il Principino e quindi ecco saltata fuori la storia KinxTrunks :3
A meno che non la facessi mettere con uno dei suoi fratelli o Vegeta, o ancora peggio Goku. (Se non ci foste arrivati da soli a leggere l'ironia di quest'ultima frase, ve la spiego io: SCORDATEVELO!!!)
Un'ultima cosa e chiudo: la storia non diverrà sdolcinata.
Certo, qualche parte da far cariare i denti forse ci sarà, (ho detto forse!) ma saranno ristrette al minimo perché, semplicemente, non è il mio genere :P
Sono più tipo da massacri di massa ahahah
Bene, come promesso chiudo qui :)
Al prossimo capitolo, baci baci! ^^ (E vedremo cosa saranno in grado di farmi scrivere questi due 😎)

 


Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^ 
   
 
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