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Autore: Bec Hale    22/02/2009    11 recensioni
Ad alemalfoy
Il freddo è solo dentro. Mi arpiona, mi ghiaccia come mille pugnali freddi e mi tira giù, verso il fondo. E io mi sento soffocare. [...]
Ma con me c’è ancora Scorpius, c’è nella mia mente, impresso a fuoco in ogni mio gesto. Io non sono nulla … io sono morta soffocata dal freddo che ha lasciato dietro di sé col suo vuoto.
Rido amara.
«Mi chiedi dov’è il mio cuore, Lu? Il mio cuore non c’è»
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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;Cold Lake ~
Alla Ale, perchè mi sostiene con le sue recensioni - che adoro -, perchè ama Lily (e il suo figlioletto Scorpius... Perchè la Ale è la moglie di DracoXD) e perchè è fantastica.
Questa è per te, Ale<3 Deprimente come piace a noi. ♥



E’ inverno.
Forse l’inverno più ghiacciato della mia esistenza, ma non per il freddo che c’è fuori.
Il freddo è solo dentro. Mi arpiona, mi ghiaccia come mille pugnali freddi e mi tira giù, verso il fondo. E io mi sento soffocare.
Ricordo, quando ero al primo anno, di essere caduta - o meglio, inciampata, poi caduta - nel Lago Nero. Era pieno gennaio, e il ghiaccio sulla superficie era diventato più sottile, facilissimo da rompere.
Io lo ruppi e caddi nell’acqua gelida. Non ero - e non sono - una brava nuotatrice, in più ero spaventata. Annaspavo, annaspavo, e non riuscivo a risalire, gli abiti erano troppo pesanti e mi tiravano verso il basso. L’acqua era talmente fredda da mozzarmi il respiro peggio di un pugno nello stomaco tirato con tutta la forza possibile. L’acqua - le sue increspature, le sue onde che mi circondavano - erano tanti piccoli coltelli d’argento, lamette che mi si strusciavano addosso, ferendomi.
Era una sensazione terribile, andare alla deriva e soffocare.
Eppure, in quel frangente, arrivasti tu. Vidi la tua sagoma tuffarsi - tu non patisci il freddo. - e raggiungere la mia, piccola e impaurita, mentre tentavo di prendere un respiro, di rigenerarmi, di non arrendermi.
Probabilmente svenni, perché non ricordo più nulla tranne il tuo viso quando mi svegliai in Infermeria.
E’ da lì che è iniziato tutto, eh, Scorpius?
Da quando io ero piccola e tu più grande, al terzo anno. Sei sempre stato mio amico, sempre attento ai miei desideri, alle mie richieste.

« E’ Al che ti costringe a starmi così addosso, Scorpius?»
« No. Sono io che voglio stare con te, Lils.»




Allora ero talmente ingenua da pensare che fosse vero. Pendevo dalle tue labbra, ero incantata dai tuoi occhi e innamorata delle tue parole.
Eri diventato il centro del mio universo, e non solo del mio personale. Per me eri tutto: un amico, un fratello, o qualcosa di più.
Ero troppo timida per parlartene. Con gli altri ero spigliata, allegra, sempre vivace e sempre pronta a divertirmi.
Con te era diverso. Non sei mai stato freddo nei miei confronti, anzi, predilegiavi il contatto fisico fra di noi - un abbraccio, un braccio attorno alle spalle o i fianchi, oppure camminare mano nella mano.
Tutti credevano che stessimo insieme, sembrava così evidente. James era geloso e ogni volta che ci vedeva insieme ci fulminava con lo sguardo, mentre Dominique lo sgridava severa di quanto fosse esageratamente protettivo.
E le stagioni attorno a noi passavano, mentre la neve ci circondava rendendo tutto magico o l’estate ci deprimeva per la nostra lontananza. Noi non ce ne accorgevamo, forse. Eravamo rinchiusi nella nostra perfetta bolla personale, lucida e trasparente.
Le foglie scricchiolavano sotto i nostri piedi in autunno, quando camminavamo e parlavamo di tutto. Mi raccontavi sempre tutto, Scorpius, anche quel giorno in cui dicesti di esserti innamorato di me.
Era vero. Forse.
Forse eri davvero innamorato di me, quando al quarto anno mi baciavi piano, esitante, quando mi abbracciavi e mi stringevi a te comprensivo o quando mi lasciavi leggeri baci sui capelli.
Eppure, nel fondo, come nome mai espresso eppure terribilmente presente, c’era Rose. Rose, bella, intelligente ma saccente, così dicevi tu. Ti stava antipatica, ripetevi come un mantra, eppure era la tua migliore amica.
Un vero controsenso.
Non avevo mai pensato a lei come una minaccia. Mi sembrava troppo buona, troppo dolce, troppo fragile persino per fare del male a una cugina, sangue del suo sangue.
Mi sbagliavo, ma solo da una parte.
Non ci credevo perché tu non dimostravi mai nessun dubbio. Eri totalmente convinto di noi da non vedere che lei era esattamente dietro di te, in silenzio, in un angolo, in attesa che tu la guardassi.
E io ero talmente ingenua da pensare che saremmo stati felici per sempre.

« Qual è il tuo fiore preferito, Lily?»
Rido, allegra, mentre la neve scricchiola sotto di noi e i fiocchi, birichini, si sciolgono nelle mie mani, scivolando fra le mie dita intirizzite e più pallide del solito.
«Mi pare ovvio, Scorpius. Come mi chiamo io?»
Lui sta al gioco, stringendomi a sé dolcemente.
«Lily, no? O è solo un travestimento?»
«Certo, infatti il mio vero nome è Marie Antoinette.»
«E chi sarebbe?»
«Lascia perdere, Scorpius. Comunque il mio fiore preferito è il giglio.»
La foresta proibita non è di certo il luogo più adatto per trovare dei fiori.
Non che Parco di Hogwarts ne sia più ricco, però …
«Aspetta qui, allora.»
Lo fisso curiosa mentre corre fra la neve, mentre il sole tiepido rimbalza sui suoi capelli biondi. Lo osservo incantata, mentre, incurante del freddo, fruga fra i cespugli e ne esce trionfante, con in mano un giglio piccolo e innevato, fragile.
E' bellissimo.
«Io … grazie», rispondo mentre lui mi bacia e io infilo il fiore in tasca,
al caldo.




Quel fiore, quel giglio infreddolito che mi colsi tu, era come legato al nostro amore. Lo curavo tutti i giorni, tenendolo in vaso, pulendogli costantemente lo stelo da qualunque cosa potesse rovinarlo e odorandone il profumo ogni giorno.
Somigliava tanto a quello che avevi tu e che mi circondava sempre quando eravamo insieme.


«Hai conservato il fiore, vero, Lils?»
«Mi pare ovvio. Non posso farlo appassire. Ora è al caldo …»
Silenzio.
«L’inverno sta finendo, Lily.»
Silenzio.
«Siamo riusciti a stare insieme tutto questo tempo … è fantastico.»
E il silenzio si avvolge, mentre il rosso del tramonto illumina i nostri volti e il vento sembra pulsare fra le foglie degli alberi allo stesso ritmo dei nostri cuori.




Fu un bel periodo, quello. Il più bello della mia vita, con tutta probabilità.
Ma alla fine c’è sempre, sempre qualcosa che va storto, qualcosa che va male.
Qualcosa che rovina tutto.


«Ci vediamo, stasera?»
«Non posso. Devo studiare con Rosie. Mi dispiace»
«Avevi detto che ti stava antipatica e ora ci passi più di mezza giornata assieme.»
«Nella vita si cambia opinione sulle persone.»
«Certo … mi pare ovvio.»




Rimandavi sempre, dicevi che eri occupato a studiare o con i tuoi stupidi allenamenti di Quidditch, ma non sapevi che Albus, da bravo fratello, mi riferiva tutto.
E io annaspavo, come quel giorno. Soffocavo lentamente nel gelo, ma non c’era nessuno a salvarmi.
Non c’eri più tu.
E, lentamente, andavo alla deriva assieme al mio cuore.


«Lily…»
«Non ti voglio stare a sentire, Scorpius. Ho capito tutto. Solo che ora è più doloroso. Dovevi parlarmene tu, invece di farmi scoprire tutto così! Sei un idiota!»
Quasi strillo, ne avrei davvero voglia. Vorrei prenderlo a pugni, cacciarlo via, cancellarlo dalla mia mente, dalla mia vita e dal mio stupido cuore che ha smesso di battere nel momento esatto in cui le loro labbra si sono incontrate.
E’ doloroso. Fa mille volte più male di quella volta in cui sono quasi soffocata nel Lago.
Striscio su lamette ghiacciate, ora. E lui mi guarda, dispiaciuto, ma la sua espressione è esattamente identica a quella che farebbe se fosse morto il suo gatto.
«Mi dispiace»
«Dovrò accontentarmi, temo» La mia voce è tornata normale, mentre incrocio le braccia sul petto, ma sto andando alla deriva.
Io sto morendo dentro.
«E’ l’unica cosa che sai dire, a quanto pare», continuo imperterrita. Chiudo gli occhi, tentando di respirare, ma l’aria che respiro è fredda. Questo perché è inverno ed esattamente un anno fa ero felice, con un giglio in tasca. Ora non più.
La felicità è talmente effimera e sfuggente … non la ritroverò mai più, probabilmente. E’ finita per sempre, la mia gioia, sepolta sotto questa neve inutile.
Lui tace, osservandosi i piedi.
«Dimmi solo una cosa», sussurro sofferente, mordendomi il labbro inferiore, ancora a occhi chiusi.
Poi alzo le palpebre e lo fisso.
«Mi hai davvero amata, Scorpius?»
Sembra sollevato dalla domanda, come se la risposta fosse semplice. E’ rilassatissimo, sembra che sia a Pozioni, la materia in cui eccelle. Lui sa sempre tutto di quella materia.
Mi ricordo di tutte le ripetizioni che mi ha dat- … Ahi. Fa male, più del previsto, pensare a ciò che abbiamo fatto insieme. Devo tacere, soffocare tutto.
«Sì», dice deciso, serio, fissandomi con i suoi occhi grigi profondi come due mari in tempesta.
Faccio un sorriso mesto e amaro.
«Allora non dimenticarmi»




E’ passato un altro anno, Scorpius, e tu non sei qui con me. Te ne sei andato da Hogwarts, con lei, seguito da maledizioni varie di Hugo - che ha preso tutto da zio Ron - e che ti augurava di morire nel caso Rosie soffrisse.
Se ti comporterai con lei come hai fatto con me, Scorpius, allora puoi stare certo che Hugo ti verrà a cercare, ti scoverà e ti maledirà.
Ma non credo. Sembra che la ami davvero, Rosie, Scorpius. La guardi esattamente come guardavi me, se non con ancora più amore. Il passo fra odio e amore è sottile. Non ci avevo mai pensato.
Da odiarla sei arrivato ad amara.
Se te l’avessi detto un anno fa, saresti scoppiato a ridermi in faccia, piegandoti in due dalle risate e finendo con la faccia nella neve che perennemente alberga in me.
Ora non più.
Tu te ne sei andato, Scorpius, con i tuoi bei M.A.G.O., e io sono sola, apatica e fredda.
Ed è Natale, Scorpius. E’ Natale e io sono nel Parco di Hogwarts, a guardare quel tramonto che un giorno mi ha vista felice e ora mi vede in stato catatonico, vicino a quel cespuglio smorto che non nasconde più nessun giglio.
Il giglio che mi hai raccolto tu vive. L’ho piantato in un vaso di terra e cresce rigoglioso, ma è pallidiccio, smorto.
Come me.
Era collegato a doppio filo con il nostro amore, quel giglio. Il nostro [tuo] amore si è spento e si è spento anche lui. Mi sono spenta anch’io.
Lui vive, ma è malato. Forse perché lo curo con sempre meno frequenza ed è costretta Lucy, che condivide il Dormitorio con me, a curarlo quando se lo ricorda.
Vorrei essere felice come lei, dimenticarmi di te e seppellire il tuo viso in fondo a quel lago.
E invece soffoco.
Si fa buio e io rimango qui, nella neve, a fissare il cielo. C’è una costellazione che si chiama come te, Scorpius. Ma non voglio vederla, non voglio vedere la tua stella brillare perché tu brilli dell’amore per Rose.
E’umanamente impossibile che io possa resistere a tanto dolore.
«Lily!», strepita una voce alle mie spalle. Lucy mi raggiunge e mi stringe da dietro, riscaldandomi con il suo abbraccio caldo.
«Cuginetta …», mormora notando le mie guance bagnate.
Me le asciuga subito, premurosa, scaldandomi le mani con le sue.
«Lily, è Natale. Andiamo a festeggiare in Sala Comune, ti prego. Louis è preoccupato e anche Hugo, e pure Molly.», insiste Lucy, guardandomi con i suoi occhi verdi.
Scuoto la testa, facendo dondolare i miei boccoli rossi. Lei sospira, sconfitta.
«Ti prego, Lils. Fallo per loro. Dov’è finito il tuo cuore? So che c’è. Lo so, Lily. Scorpius non è l’unico ragazzo sulla faccia della terra, tanti altri sono meglio di lui … prendi Jared, ad esempio. E’ innamorato di te dal primo anno ed è preoccupatissimo.»
La guardo apatica. E’ vero, ha ragione. Forse riuscirei a stare bene con Jared, se mi dimenticassi di Scorpius.
Di tempo ce n’è per conoscerlo meglio. Quest’anno, il sesto, e il prossimo.
Ma con me c’è ancora Scorpius, c’è nella mia mente, impresso a fuoco in ogni mio gesto. Io non sono nulla … io sono morta soffocata dal freddo che ha lasciato dietro di sé col suo vuoto.
Rido amara.
«Mi chiedi dov’è il mio cuore, Lu? Il mio cuore non c’è»

[Il mio cuore è soffocato nel freddo del lago, e io con lui]




Angolo Autrice
Eh, sì, mi mancava proprio scrivere cose deprimenti.
L'ispirazione mi è venuta ieri - sono andata in città e ho visto i classici tre laghi (chi è mai venuto a Mantova lo sa) ed erano talmente grigi e freddi da darmi i brividi.
E quindi...tadà, ho scritto. Spero che questa cavolata piaccia almeno a qualcuno.
Ovviamente, come ho già detto, la dedico alla Ale, sperando che le piaccia almeno un pochino ♥
  
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