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Autore: ButNotTomorrow    30/10/2015    1 recensioni
Quando Harry Potter riceve una misteriosa lettera anonima, contenente un avvertimento ed una pietra che pensava perduta da tempo, capisce che l'oscurità sta per bussare di nuovo alla sua porta.
Quando Albus Severus Potter, all'alba del suo sesto anno nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, fa conoscenza con un misterioso duo di gemelli, si rende che la sua vita sta per prendere una piega che non avrebbe mai immaginato.
Quando nel mondo magico appare all'orizzonte una nuova tempesta, padre e figlio capiscono che è giunto il momento di combattere, questa volta insieme.
Genere: Avventura, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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1.
 
OLTRE IL VELO
 
 
Mortal kings are ruling castles
Welcome to my world of fun
Liars settle into sockets
Flip the switch and watch them run

 
-Panic! At the Disco – Emperor’s New Clothes
 
Harry Potter ricordava ancora perfettamente, la prima volta che era stato nell’Ufficio Misteri: cercava di salvare la vita, o almeno così credeva, al suo padrino.
Harry Potter ricordava altrettanto perfettamente, anche la seconda volta che era stato nell’Ufficio Misteri: cinque anni prima gli era stata spedita via gufo una missiva anonima. La busta conteneva una pietra, che credeva persa, ed un avvertimento.
Harry Potter per la terza volta si trovava nell’Ufficio Misteri, davanti al Velo con una squadra di Auror pronti all’azione. Dopo il furto alla Gringott, avvenuto tre giorni prima, Harry sapeva che il rapinatore avrebbe cercato di raggiungere la Sala della Morte, il prima possibile.
Quel posto lo nauseava, era lì che era morto Sirius, inoltre continuava a sentire delle voci chiamarlo da oltre il Velo. Non tutti, fra i sei Auror che si trovavano con lui, sentivano che c’era un “qualcosa” al di là dell’arco, probabilmente perché nelle loro vite la morte non era stata una presenza costante come in quella di Harry.
Il suo rimuginare fu interrotto dal suono del suo MagiAuricolare, che aveva all’orecchio, il quale lo avvertiva di una chiamata in arrivo. Prima di rispondere ringraziò mentalmente, di nuovo, Luna Lovegood per l’invenzione del MagiAuricolare, un mezzo dal funzionamento pressoché geniale, il quale sfruttava la magia nell’aria per permettere comunicazioni in luoghi con un’elevata densità magica. Certo, era utile solo in luoghi frequentati da maghi, ma al Ministero erano finalmente spariti quei promemoria svolazzanti che andavano di ufficio in ufficio.

“Signore, qui Summers” disse la voce di un Auror fuori la Sala, dopo aver accettato la chiamata “Il Sottosegretario Anziano del Ministro richiede il permesso per entrare nella Sala della Morte”.

“Permesso accordato” rispose secco Harry, chiudendo la chiamata.
Poco dopo, la porta della Sala della Morte si aprì, rivelando il Sottosegretario Anziano del Ministro, al secolo nota come Hermione Granger, avviarsi a passo svelto verso l’arco, con un grosso libro consunto fra le mani. 
Harry non poté fare a meno di sorridere, mentre la vedeva scendere i grossi gradoni di pietra. In quel momento Hermione, con le sue borse scure sotto gli occhi, i capelli crespi che minacciavano di sfuggire dalla crocchia sulla sua testa e il librone in mano, gli ricordava terribilmente molto più la studentessa secchiona di Hogwarts, che uno dei personaggi più influenti del Ministero.

Peccato che la situazione fosse molto più seria in quel momento.
“Ciao, Hermione” la accolse Harry con un sorriso appena lei si fu avvicinata “Come mai sei venuta qua? E quel libro da dove esce fuori?”
“Ciao, Harry” rispose lei stancamente “Questo libro, che mi è stato spedito ieri anonimamente, viene dalla Biblioteca di Hogwarts, e conferma tutte le teorie della lettera di tre anni fa”.
Harry annuì, pensoso, i pensieri nella sua testa si facevano sempre più neri ogni giorno che passava.

“Che dice esattamente? E non lo avevi mai visto prima?” chiese lui, quasi temendo la risposta.
“No Harry, la Biblioteca è sconfinata, credo che Madama Prince stessa non conosca tutti i libri che si trovano lì. Questo in particolare è alquanto, come dire... “anonimo”, vedi? Niente titolo, niente autore, solo una rilegatura di cuoio marrone. Inoltre è scritto in runico. Però, tradurlo ne è valsa la pena. All’interno parla di un certo arco, il quale si trovava nella dimora di una famiglia chiamata Peverell, circondata da un bosco di alberi di Sambuco. Quest’ arco era un portale, che collegava non so bene a cosa, molte parole erano cancellate o troppo rovinate per tradurle, sembra direttamente al regno dei morti, celato appunto dal Velo, dal quale si poteva andare e venire a piacimento. Non è chiaro se la magia fosse nell’arco o nel Velo. Pare che, in un certo momento però, l’arco fu danneggiato bloccando in un certo senso il passaggio, impedendo a chi ne entrava, di uscirne. Questa famiglia, infatti, usava l’arco per, non so, rimanere immortale? Non è per niente chiara questa parte. Se non ho capito male inoltre, l’arco poteva essere usato per riportare indietro gli spiriti dei morti, soddisfando particolari condizioni. L’autore sostiene infine che l’arco, sebbene sia rotto, potrebbe tornare a funzionare ancora poiché parla di una certa “uscita”, ma qui torna ad essere poco chiara la cosa ed io davvero non so cosa pensare... Però una cosa l’ho scoperta, Harry. Questo è l’arco, il Ministero è sorto dove si trovava la dimora dei Peverell più di mille anni fa”.
Hermione, finito di parlare, si sedette pesantemente su uno dei gradoni massaggiandosi le tempie.
Harry rimase in silenzio e si accomodò al suo fianco.
“Ron ha portato i ragazzi al binario?” chiese lui per spezzare la tensione del momento. Era il 1° Settembre, un nuovo anno a Hogwarts cominciava. Albus e Rose avrebbero iniziato il sesto anno, mentre Lily con Hugo il quarto.
“Sì è andato tutto bene, dice che sono stati molto dispiaciuti di non poterci salutare, e sono anche spaventati poiché questa emergenza non ci da tempo nemmeno per stare con loro in questi momenti. Ma non ho capito per quale motivo non hai voluto dirgli che li rivedrai fin troppo presto, voglio dire capisco il fare una sorpresa ma... ” il resto delle parole di Hermione fu coperto da una fortissima esplosione alla porta della Sala.
Due uomini incappucciati, con le bacchette levate, stavano sparando maledizioni su ogni persona che riuscivano ad inquadrare.
Harry e Hermione, senza nemmeno parlare, sfoderarono le bacchette per rispondere all’offensiva.
“Devono essere loro quelli che hanno rapinato la Gringott” disse a mezza bocca Hermione, bloccando una fattura diretta verso di lei.
“Sicuro” rispose Harry inoltrando una chiamata a tutti i dipendenti in quel momento al Ministero “Qui Potter, Capo dell’Ufficio Auror” disse mentre ingaggiava un duello uno contro uno con uno dei due uomini incappucciati “Siamo sotto attacco nell’Ufficio Misteri, Sala della Morte, sono richiesti rinforzi immediati”.
“Non arriverà nessuno, Harry Potter” disse un terzo individuo, un uomo alto, rasato, dagli occhi grigi e una voce quasi metallica, con indosso una lunga veste nera, entrando nella stanza e abbattendo rapidamente gli altri Auror con getti di luce argentata “Abbiamo sigillato il piano, finché non avremo finito, non andrete da nessuna parte”.
Harry si liberò con uno schiantesimo del suo aggressore e si guardò attorno. Nella Sala erano rimasti in piedi solo lui, Hermione, e il misterioso uomo calvo.
“Conosci il mio nome, ma io non conosco il tuo, chi sei? E cosa vuoi?” chiese Harry, tenendo la bacchetta levata contro l’uomo misterioso, il quale di rimando, fece un largo sorriso.
“Mi chiedi chi sono, Harry Potter, anche se in verità dovresti chiedermi cosa sono. Ma non fa niente, tu non hai vissuto le vite che ho vissuto io. Puoi chiamarmi Maestro, se ti serve un nome. Dal canto mio, ciò che desiderò è l’eternità”.
Fulmineo, l’uomo sollevò la bacchetta schiantando Hermione ed immobilizzando Harry. Poi, lentamente, estrasse dalla tasca quella che senza dubbio era la Pietra della Resurrezione.
“Ti ringrazio Harry Potter” disse lentamente, rigirando per tre volte la pietra nel palmo della mano “per aver custodito la mia Pietra, sono certo che cinque anni fa te l’ha spedita mio figlio da quell’insulsa Scuola di Magia che frequenta a tempo perso. Eppure gli ho detto più di una volta che non sarebbe toccato a lui. Ma mi sto perdendo in chiacchiere Harry Potter, capita con l’età, se mai ci arriverai capirai. Non dici niente?Nno, certo che no, sei immobilizzato. Vedi, devi sapere che la Pietra era parte di quell’arco. Ed ha conservato parte della sua magia, che deriva dal Velo stesso dopotutto. Purtroppo ne sono rimasti pochi, e quello è danneggiato, ma se ho la Pietra con me, può funzionare di nuovo.”
Attorno all’uomo si formò una sorta di barriera trasparente mentre scendeva i gradoni di pietra diretto all’arco.
“Bene, Harry Potter” disse fermandosi accanto all’arco “sappi che questo non è un addio, ci rivedremo, probabilmente ti verrò a trovare a lavoro. A presto, mio caro nipote”.
Con un sorriso, l’uomo andò oltre il Velo.
 
***
 
So just think of your future, 
Think of a new life.
Don't get lost in the memories,
 
Keep your eyes on a new prize.
 
-Paramore - Future
 
Albus Severus Potter, aveva sempre trovato piacevole, il viaggio sull’Espresso per Hogwarts. Questo per lui era il sesto anno ormai ed aveva sempre vissuto quel momento in un mix fra la gioia, l’ansia e l’attesa.
L’incontrare di nuovo i vecchi amici, i paesaggi che si susseguivano, il carrello del pranzo, tutte cose apparentemente prive di connessione fra loro ma che contribuivano a ricreare l’atmosfera, di quello che era un ritorno a casa in piena regola, più o meno.
Quest’anno però, aveva la netta sensazione di sentirsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Forse perché anziché ammirare il paesaggio, l’unica cosa che poteva ammirare era un banco di nebbia, apparentemente più compatto del burro.
Forse perché il carrello del pranzo aveva esaurito i cioccalderoni fondenti quando era arrivato finalmente da lui.
Forse perché non era riuscito ancora ad incontrare nessuno dei suoi amici, probabilmente all’altro capo del treno.
Distogliendo lo sguardo da fuori il finestrino e guardandosi intorno, capì che il suo disagio era causato da ben altri motivi.
Davanti a lui c’era Rose, Rose Weasley la sua migliore amica, sua cugina, stretta in un abbraccio mozzafiato con Scorpius Malfoy, il quale la baciava con tanto impegno da poter far nascere una nuova disciplina delle prossime Olimpiadi Magiche.
Quei due si erano messi insieme sul finire dello scorso anno, in pieno periodo esami. Per Albus, come anche il resto della famiglia, era stato uno shock. Non lo pensava possibile. Quella era Rose e quello era un Serpeverde, un Malfoy, mentre lei (come lui d’altronde) un Grifondoro! Era stato sicuro che i due si sarebbero lasciati durante l’estate, se non altro a causa della distanza! E invece no, i due avevano trovato il modo di vedersi a più riprese, vuoi Rose che andava a Villa Malfoy, vuoi Scorpius a casa Weasley.
E dopo una lunga estate ecco i due piccioncini di nuovo attaccati l’uno all’altro, con Albus a fare il terzo incomodo e tutti gli altri scompartimenti del treno pieni fino a scoppiare. 
Non che Scorpius gli stesse antipatico, semplicemente era un Serpeverde, quindi gli stava antipatico.
Fortunatamente ormai erano in dirittura d’arrivo, con il cielo scuro e le lampade accese.
Inoltre prima era stato anche nella carrozza dei Prefetti per ricevere istruzioni, poiché lo era anche lui. Non proprio un divertimento, ma almeno aveva cambiato aria per un po’. Certo, Scorpius e Rose erano stati incollati anche lì, visto che erano anche loro Prefetti, ma almeno non si era sentito tagliato fuori dalla situazione.
Albus sospirò sonoramente e in quel momento il filo dei suoi pensieri fu interrotto da Rose “Dai Al, non mi dire che stai pensando di nuovo a quella O nel G.U.F.O. di Difesa Contro le Arti Oscure, ho capito che avresti voluto prende una E, ma tuo padre è stato ugualmente molto orgoglioso di te!”
“Cosa?” fece Albus, preso di sorpresa, Rose lo guardava con gli occhi sgranati, poggiata sulla spalla di Scorpius, il quale sogghignava malevolo.
“Ma no, no... Non stavo pensando a quello! Stavo solo pensando a... ” Albus si trovò ad annaspare senza la minima idea di cosa stava dicendo, ma Scorpius finì la frase per lui “A quanto sarebbe bello riuscire a fare un Patronus corporeo?”
“Va al diavolo, Malfoy” rispose Albus secco “Stavo pensando a chi potrebbe essere il nostro prossimo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, piuttosto”.
L’anno prima era stato l’ultimo come insegnante per Abeforth Silente, il quale era infine spirato durante l’estate alla veneranda età di 139 anni. Piaceva molto ad Albus il professor Silente, e si era sempre applicato molto nella sua materia, ma all’esame dello scorso anno non era riuscito a generare un Patronus corporeo lasciandosi sfuggire la E a Difesa Contro le Arti Oscure. Ovviamente a casa nessuno aveva dato importanza alla cosa, Albus aveva preso ben sei G.U.F.O. in tutto, con una E in Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni e O in Erbologia, Antiche Rune ed appunto Difesa Contro le Arti Oscure.
Lui però non era rimasto del tutto soddisfatto. Non poteva fare a meno di paragonarsi al suo fratello maggiore, James, il quale a differenza sua era un vero esperto in magia marziale e di difesa, e si avviava verso una brillante carriera da Auror avendo con successo superato i primi esami.
Il vero timore di Albus, era di non essere considerato il degno figlio di suo padre quanto James, ma questo lo aveva confidato solo a Rose ed un altro suo amico.
“Oh sì è vero, chissà chi sarà il nuovo professore” fece la ragazza, sorridendo “Il professor Silente era un grande insegnante, speriamo sia all’altezza della cattedra. Tu che ne pensi, Scorpius?”.
“Penso che oramai i Patroni siano roba vecchia, quindi per Al andrà bene in ogni caso!”
“Piantala, idiota!” disse Rose dandogli una gomitata alle costole, mentre Albus, sbuffando, riprese a guardare fuori dal finestrino.
Poco dopo, dopo il treno si fermò del tutto, e i ragazzi cominciarono a sciamare fuori dall’Espresso, diretti come di consueto verso le carrozze, mentre i ragazzi del primo anno si dirigevano verso Hagrid, il quale con barba e capelli ormai bianchi, li avrebbe guidati per la traversata del lago.
Non pioveva, ma era freddo e la nebbia premeva intorno a loro rendendo molti ragazzi solo macchie sfocate. I tre, di fretta, s’infilarono in una delle carrozze che li avrebbe portati al castello. Il viaggio fu breve ed inquietante come al solito, vista la loro incapacità di vedere i Thestral.
Furono fra i primi, dunque entrarono in una Sala Grande ancora semivuota, con il soffitto incantato mostrava loro il cielo coperto, privo della luce di luna o stelle. Scorpius salutò Rose con un bacio e si diresse verso il tavolo di Serpeverde, mentre Albus e la ragazza andarono a quello di Grifondoro, presto raggiunti da Lily, Hugo, ed altri loro compagni di dormitorio. Albus era particolarmente amico specialmente con due ragazzi: Carl Thomas, il figlio del vecchio compagno di suo padre Dean, e Aidan McCallum, un irlandese rossiccio sempre provvisto di Whiskey Incendiaro Ogden Stravecchio in borsa con se.
“Dove diavolo eravate?” chiese Albus evidentemente seccato “Ho passato tutto il viaggio con Rose che pomiciava con Scorpius, è stato un incubo!”

“Al, amico mio!” disse Aidan abbracciandolo con trasporto e sedendosi al suo fianco “Non essere così duro nei nostri confronti! Sciogliti un po’ prendi un goccio!” aggiunse estraendo la sua fedele fiaschetta.
“No grazie” replicò Albus “Mi potevate venire a cercare almeno!”
“Ma non potevamo!” esclamò Carl prendendo la parola dopo aver mollato una pacca sulla schiena ad Albus, forse spezzandola, ed accomodandosi accanto a lui. Era un ragazzo particolarmente alto e particolarmente forte, al contrario Albus aveva preso da suo padre una costituzione non proprio importante.
“Come no?” replicò Albus “Non mi pare che il corridoio del treno fosse costellato da Sabbie Mobili Portatili Weasley”.
Aidan gli sorrise a metà fra il divertito e il compassionevole prima di sciogliere i suoi dubbi.
“No, certo” disse il ragazzo “Ma eravamo finiti in uno scompartimento con un gruppo di ragazze del quarto, quelle di Corvonero particolarmente carine: c’era Joanna Corner,  Alisa Walker, Effie Collins ed anche Natasha Robinson! Quindi capirai bene che, appena hanno visto Aidan McCallum non hanno potuto fare a meno di gettarsi ai suoi piedi adoranti per sentire le sue gesta sportive!”
Aidan era il Battitore della squadra di Quidditch di Grifondoro, e non era solo bravo, ma davvero fenomenale, più di una squadra aveva già avviato le pratiche per assicurarsi le future prestazioni di quel ragazzo non appena avesse finito gli studi a Hogwarts, e lui non esitava a vantarsi delle numerose offerte ricevute. A onor del vero però, se quelle ragazze li avevano invitati a stare con loro era solo a causa di Carl, il quale aveva un grande successo con l’altro sesso.
Albus si limitò a scuotere la testa, sconsolato, mentre Carl rideva e Vincent con lui.
Mentre i tavoli delle quattro Case si andavano via via riempiendo, quello delle autorità aveva solo due posti vuoti.
Albus scrutò con attenzione i professori, ma del nuovo insegnante di Difesa non c’era traccia.
Uno dei posti vuoti era il suo, l’altro invece del vicepreside, il professor Paciock, il quale era andato ad accogliere i ragazzi del primo anno dopo la traversata, evidentemente già conclusa giacché Hagrid, già seduto al suo posto, stava salutando Albus agitando la manona. Il ragazzo sorridente, ricambiò il saluto, per poi rivolgersi ai suoi amici.
“Dunque? Del nuovo professore di Difesa non si sa niente?”
Aidan scosse la testa ma Carl rispose.
“Papà lo sa, ma non me lo vuole dire. Si è fatto anche scappare che quest’anno non avrei avuto bisogna di portarmi la scopa, a meno che non fossi Harry Potter, ma non ho idea di cosa intendesse”.
Albus sollevo le sopracciglia mentre Aidan scaricava un fuoco di fila di domande sull’allusione al Quidditch del padre di Carl. Dean Thomas era un vecchio amico di suo padre, e lavorava al ministero come Capo dell’Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici. Di certo sapeva qualcosa, ma cosa?
Il filo dei suoi pensieri si mantenne costante anche dopo l’ingresso in Sala Grande del professor Paciock con gli allievi del primo anno. Quasi non fece caso alla canzone del Cappello Parlante ed allo Smistamento.
Alla fine torno a prestare attenzione a ciò che accadeva, quando l’ex Ministro della Magia ed attuale Preside di Hogwarts, Kingsley Shackebolt, nella sua sontuosa veste rossa, si alzò per un primo discorso.
“Buonasera a tutti, miei cari ragazzi” disse il Preside, con la sua voce calda e fonda, la quale trasmetteva ad Albus una sensazione di fiducia istintiva in quell’uomo “Oggi diamo il via ad un nuovo anno scolastico, il quale sarà più che mai intenso, ed emozionante per tutti noi. Ci sono diverse novità da comunicarvi, in primis l’identità del nostro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, il quale sarà con noi per un solo anno, ma del quale, sono sicuro ne sarete entusiasti. Purtroppo ha avuto un contrattempo, quindi arriverà più tardi, e poiché sarà lui stesso ad annunciarvi le importanti novità di quest’anno, vi invito a cominciare il banchetto, per le parole avremo tempo più tardi. Buon appetito a tutti!”
Appena il Preside si sedette, i piatti preparati dagli elfi domestici apparvero magicamente in tavola.
Il chiacchiericcio in sala era un po’ più forte del solito, con i ragazzi a chiedersi chi sarebbe stato il professore e perché sarebbe rimasto solo un anno.
Aidan aveva attaccato una nuova conferenza sul Quidditch con i ragazzi che aveva attorno, mentre sfoggiava il suo distintivo da Capitano, ottenuto quest’anno dopo che James Potter, ex Cercatore, Capitano e campione per ben quattro volte della Coppa del Quidditch aveva terminato gli studi. Albus, a differenza del fratello, del padre, della madre e perfino della sorella, Cacciatrice dall’anno scorso, non aveva nessun talento nello stare sulla scopa. Anche quello lo faceva sentire non all’altezza di suo padre. Certo l’anno passato se l’era goduta un sacco quand,o nella partita finale della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, Aidan aveva sferrato un bolide in testa al Cercatore avversario, Scorpius, permettendo a James di afferrare il boccino e la vittoria, ma si era chiesto quanto sarebbe stato bello essere al posto di James, portato in trionfo dalla folla dopo la vittoria.
“Non ci pensare” disse Carl, interrompendo i viaggi mentali di Albus, i quali andavano via via a creare situazioni sempre più incredibili.
“A qualsiasi cosa tu stia pensando, non ci pensare” continuò il ragazzo, molto più sensibile di Aidan, e che proprio per questo sapeva delle paure di Albus di non essere all’altezza del nome di famiglia “L’anno è appena iniziato, non puoi stare già da ora a rimuginare su quello che è, che non è, che sarebbe, sta più tranquillo, va bene? Anche perché sei inquietante con quella salsiccia a mezz’aria e la bocca mezza aperta”.
Albus si riscosse dal suo torpore, effettivamente, preso com’era dai suoi pensieri, non si era accorto di essere rimasto in una posa un po’ bislacca, con alcuni ragazzi che facevano risatine nella sua direzione. Scuotendosi, prese a mangiare con decisione, Carl aveva ragione, doveva smetterla con queste storie, doveva vivere per se stesso e non con la paura di essere reputato un gradino sotto gli altri membri della sua famiglia. Alla fine, riuscì a godersi il banchetto, fra Aidan e le sue conferenze sul Quidditch e Carl assediato da gruppi di ragazze a turni che cercavano di ottenere le sue grazie.
Alla fine, eliminato dai piatti anche i dolci, il Preside Shacklebolt si alzò in piedi facendo calare gradualmente il silenzio.
“Sono sicuro, ora che siete tutti sazi e satolli, che siete pronti a riceve tutte le notizie di questo inizio anno. Il nostro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ha varcato pochi minuti fa i cancelli di Hogwarts, dunque vi chiedo di attendere un momento”.
Il Preside rimane in piedi, e i ragazzi iniziarono a sussurrare fra loro, finché, un cigolio annunciò l’apertura delle porte della Sala Grande.
“Ragazze e ragazzi” riprese il Preside “Sono fiero di annunciarvi che il nostro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure altri non è che... ”
La porta si aprì del tutto, rivelando un uomo, alto, magro, con indomabili capelli neri, occhiali rotondi, degli occhi di un verde eccezionale ed una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
“... Harry Potter! Il quale ci parlerà del grande evento che ospiterà quest’anno Hogwarts!”
Albus guardò il padre impietrito senza sapere se era finito in un sogno o in un incubo.
  
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