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Autore: Life_fan    30/10/2015    1 recensioni
"Hey." sussurrò. "Mi dispiace se è molto che non vengo. Sono io, Camz. Sono Lauren"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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New York Nord, Estate 5 Anni Fa

"Dio, dannazione!" urlò Lauren, uscendo dalla macchina. Tirò la leva per aprire il cofano dell'auto e andò a dare un'occhiata. "Stupido pezzo di ferraglia!" arrabbiata diede un calcio alla ruota e cercò di spazzare via il fumo con la mano. Camila rimase in auto, con le braccia conserte.
 
"Accidenti, accidenti, accidenti!" Lauren non era neanche sicura di cosa doveva controllare tra tutti quei cavi e quel metallo. Niente era andato a fuoco, ma c'era un'orribile odore di gas. Camila la guardò mentre armeggiava con il suo cellulare.
 
"Scherziamo? Seriamente, deve essere uno scherzo. La batteria è morta" lanciò il telefono dentro alla macchina. "Camz, lasciami usare il tuo"
 
"Anche il mio è morto" rispose Camila freddamente. Lauren gemette e si lasciò cadere contro la macchina.
 
"Stupida..." mormorò. Camila uscì dalla macchina e guardò sotto al cofano.
 
"Sembra che uno dei cavi sia esploso, forse anche quello del carburante" spiegò Camila. Lauren la guardò sorpresa
"E questo da dove viene?"
 
"Quando sono stavo con Cece, ci metteva una vita per prepararsi, quindi suo padre mi faceva vedere come aggiustare le macchine nel frattempo" rispose Camila. Lauren fece un verso derisorio al pensiero.
 
"Tu e Cece non siete state insieme" sghignazzò.
 
"Si invece. Non ricordi?" insistette Camila.
 
"Camz, stavate cercando di far ingelosire la ragazza che piaceva a Cece. Lo sai che stava solo facendo finta di stare con te, vero?"
 
"Beh, almeno è stata con me per finta, anziché non farlo per niente" Camila affermò. Lauren trasalì e si alzò in piedi. Camila cominciò a camminare lungo la strada, verso la direzione da cui erano venute.
 
"Camz, dove stai andando?" chiese Lauren.
 
"Sto andando verso il motel che ho visto prima"
 
"Camz, è a più quindici chilometri!" la ragazza la ignorò continuando a camminare. Lauren mise le mani in tasca e seguì Camila in silenzio. Arrivarono al motel intorno alle dieci. Era orribile. Nell'insegna a neon alcune luci non funzionavano, la pittura su muri era scadente e il sistema dell'aria condizionata faceva un rumore orribile. Lauren pensò non fosse proprio igienico dormire lì.
 
"Camz, rischieremo di prenderci delle orribili malattie qui" la avvertì ma Camila era già entrata. Lauren la seguì.
 
"Ciao" disse Camila al ragazzo dietro al bancone, sorridendogli. "Hai delle camere a disposizione?" il ragazzo non aveva più di 16 anni e dall'acne che gli copriva la faccia, era nel pieno della pubertà. Non riuscì a non fissare la bellissima ragazza difronte a lui.
 
"Uh... certo" disse piano, spostando lo sguardo dal petto di Camila al suo viso. Lauren combatté contro l'istinto di picchiarlo.
"Possiamo avere una stanza? Con letti separati per favore" Camila non avrebbe insistito su due camere diverse, ma di certo non avrebbero dormito insieme.
 
"Sai se c'è un meccanico da queste parti? chiese Camila. Il ragazzo pensò alla domanda.
 
"Beh, c'è ne è uno ma è ad un'ora da qui. Vi si è rotta la macchina?"
 
"Si, più o meno a quindici chilometri da qui" intervenne Lauren. Il ragazzo rifletté di nuovo.
 
"Beh se volete, posso chiamare mio zio. Vive a mezz'ora da qui e ne sa abbastanza di macchine. Lo posso chiamare domani mattina se volete" Camila gli sorrise di nuovo e lui arrossì.
 
"Grazie! Sei così dolce" disse Camila. Il ragazzo prese nota del complimento di Camila, chiedendole addirittura il numero di telefono. Camila glielo lasciò e Lauren lo guardò il malo modo. Lui sorrise nervoso a Lauren e allungò il braccio per passarle le chiavi. Camila le prese e salì velocemente le scale.
 
"Telefono" ordinò lei e il ragazzo velocemente posizionò il telefono sul bancone per far il modo che ci arrivasse. Chiamò i suoi genitori avvisandoli di quello che era successo. Si offrirono di venirle a prendere, ma Lauren gli disse che stavano bene e che avrebbero riparato la macchina il mattino successivo. Anche se erano scettici, si fidavano di Lauren e dopo un altro scambio di informazioni per il tempo di arrivo, Lauren attaccò. Il ragazzo rimise il telefono al suo posto e lei gli si avvicinò.
 
"Se sai cosa è meglio per te e se vuoi raggiungere la fine della pubertà, stai lontano da lei, chiaro?" sibilò lei. Lui deglutì, vedendo una promessa di morte nei suoi occhi e annuì. Lei prese l'altra chiave e si diresse verso il secondo piano. Entrando nella camera Lauren si sorprese di quanto fosse pulita. Anche se l'esterno era logoro, l'interno era passabile. Camila era nel bagno e Lauren si sistemò sul letto. Passò un'ora e si chiese cosa stesso facendo la più piccola là dentro. La doccia non era aperta e non riusciva a sentire niente. Si alzò e bussò alla porta.
 
"Camz? Va tutto bene?" sentì un mormorio provenire dalla parte opposta, segnalando che Camila era ancora viva. "Camz sei lì dentro da un'ora"
 
"Vai via" disse Camila, con la voce rotta. Lauren sentì il suo cuore fermarsi. Conosceva Camila come il palmo della sua mano e dal tono della sua voce capì che stava piangendo.
 
"Camz, per favore esci"
 
"No"
 
"Per favore? Possiamo parlarne?"
 
"No" Lauren sospirò e si mise seduta per terra appoggiando la schiena contro la porta.
 
"Camz, lo sai cosa provo per te. Sei la mia migliore amica" silenzio. "Voglio dire, cosa ti aspetti? Siamo adolescenti, non sappiamo cosa vogliamo" Lauren sentì Camila dire qualcosa, ma non riuscì a capire.
 
"Cosa hai detto?" chiese Lauren.
 
"Ho detto che voglio te!" urlò Camila.
 
"Camz, non possiamo stare insieme"
 
"Perché no? Cece ce l'ha una stupida ragazza"
 
"Questo perché la sua ragazza può picchiare chiunque provi a ferirla. Noi siamo due adolescenti che non pratichiamo kick boxing, Camz. Non possiamo difenderci in quel modo. E i ragazzi ci vedranno sempre come una 'sfida'. Non voglio che ti succeda qualcosa"
 
"Sei una stupida" disse la ragazza di nuovo con voce rotta. Lauren sentì il petto cominciare a farle male. Odiava quando Camila piangeva. Non le piaceva pensare alla lacrime che le riempivano quei bellissimi occhi marroni che dovrebbero brillare solo di felicità. Lauren nascose la faccia tra le ginocchia.
 
In un momento lungo il loro percorso Lauren si era innamorata della più piccola. Probabilmente si era innamorata di lei ancora prima che Camila sapesse fosse possibile amare qualcuno del suo stesso sesso. Lauren prese un respiro profondo. Negli anni precedenti tutto quello che aveva fatto era stato negarlo e ne odiava ogni singolo momento. Ma voleva tenere Camila al sicuro. Ma ora aveva paura di poterla perdere completamente.
 
"Ti amo" mormorò Lauren. "Ma non voglio ti succeda qualcosa" la porta si aprì all'improvviso e Lauren finì per cadere dentro al bagno.
 
"Cosa hai detto?" chiese Camila appena Lauren si tirò su.
 
"Niente" e all'improvviso, con talmente tanta forza e rabbia che spaventò Lauren, Camila la sbatté contro il muro dietro di loro.
 
"Dillo" sibilò Camila. Lauren si spaventò di Camila per la prima volta in tutta la sua vita. La più piccola era sempre stata gentile e docile. Questa persona che la stava trattenendo contro il muro era qualcuno accecato dalla rabbia.
 
"Camz lasciami andare" la pregò Lauren.
 
"Dillo" disse di nuovo Camila. Lauren si morse il labbro e chiuse gli occhi appena la ragazza affondò le unghie nelle sue spalle, sicuramente riuscendo a lasciare dei segni rossi anche attraverso i vestiti.
 
"Non posso, Camz"
 
"L'hai detto una volta! Perché non puoi dirlo di nuovo?" chiese Camila, scuotendo Lauren.
 
"Basta!" Lauren afferrò il braccio di Camila. "Devi calmarti" Camila cercò di togliere la presa della più grande dalle sue braccia, ma Lauren strinse la presa.
 
"Lasciami andare" i ruoli erano invertiti ora. Lauren stava facendo il suo meglio per tenere la presa quando Camila cercò di indietreggiare. Ma inciampò contro il letto e facendo finire entrambe sopra alle coperte. Lauren atterrò su Camila e la sentì boccheggiare. Pensando di averle fatto male, la più grande cercò di alzarsi il più velocemente possibile.
 
"Stai bene?" chiese Lauren ma appena cercò di spingersi fuori dal letto, venne di nuovo tirata giù da Camila. La ragazza nascose il viso nel petto di Lauren e in quel momento capì che il suono che aveva sentito provenire da Camila erano singhiozzi.
 
"Non è giusto" pianse Camila. Lauren si sdraiò accanto a Camila finché il suo respiro non si calmo e si addormentò. Quando provò ad alzarsi, la più piccola aveva ancora una presa stretta sulla sua maglietta. Lauren guardò alcune lacrime uscire dagli occhi di Camila e si abbassò per baciarle via. Ma a pochi millimetri dal suo viso, si fermò. Cosa stava facendo?
 
Ho bisogno di fermare tutto questo. Finiremo per farci entrambe male. Si allontanò e si accontentò si sdraiarsi vicino a lei. Si addormentò subito dopo aver chiuso gli occhi.
 
Il mattino dopo Lauren si svegliò con Camila stretta contro di lei. Per un momento si dimenticò della discussione avuta la sera prima. Appena se ne ricordò, la guardò tristemente.
 
"Mi dispiace Camz" sussurrò. Poco dopo qualcuno bussò alla porta e Lauren si alzò per andare a rispondere, questa volta riuscendo a liberarsi facilmente dalla presa di Camila. Quando aprì la porta, si ritrovò davanti un petto di uomo alto e muscoloso.
 
"Siete voi che avete problemi alla macchina?" grugnì lui.
 
"Si, sei qui per aiutarci?" chiese Lauren.
 
"Diamogli un'occhiata" fu tutto quello che disse. Lauren annuì e guardò Camila. Il trambusto l'aveva svegliata e si mise seduta. 
 
"Camz?" chiese Lauren. Camila si alzò e li superò, senza guardarla. I due la seguirono. Alla reception Camila fece il check-out.
 
"Siete diretti alla fattoria?" chiese il ragazzo. Lo zio annuì. "Okay zio Harry. Potrei passare più tardi" guardò Camila e lo sguardo fece contrarre Lauren. Se solo avesse potuto incontrare quel ragazzino in un vicolo con una mazza da baseball.
 
L'uomo le condusse entrambe verso un pick up, Lauren si mise davanti vicino ad un fucile, mentre Camila dietro con delle balle di fieno. Arrivarono alla macchina e l'uomo guardò il motore e tutti i suoi componenti. Si sdraio per terra e guardo sotto alla macchina.
 
"Si avete bisogno di sostituire il cavo della benzina" disse. "Dovrei averne uno alla fattoria"
 
"Possiamo pagarti" disse Lauren velocemente. Lui di limitò a grugnire in risposta e agganciò la macchina al furgone.
 
La fattoria era a trenta minuti e tutto il viaggio lo passarono in silenzio. L'unico suono proveniva dalla radio e dal motore. Arrivarono davanti una casa e Harry scese dalla macchina. La casa era grande, circondata da campi. Davanti l'entrata c'era una donna incinta piegata per terra a raccogliere le erbacce tra i fiori.
 
"Ben tornato a casa!" disse quando vide sua marito. "E voi dovete essere le ragazze per cui ci ha chiamato Keaton" Lauren allungò la mano e la donna la prese stingendogliela.
 
"Il mio nome è Lauren, grazie mille per l'aiuto" anche Camila si avvicinò.
 
"Camila" la donna sorrise.
 
"Beh il mio nome è Marielle e voi siete più che benvenute qui" disse. "Avete già mangiato?" entrambe scossero la testa. La donna andò verso la porta. 
 
"Prego, entrate dentro. Max sta ancora facendo colazione, venite a farla anche voi" le due entrarono e una cagnolina altrettanto incinta le accolse abbaiando entusiasta.
 
"Silenzio, DeScala" disse la donna. Un piccolo bambino entrò velocemente nel salone alla loro sinistra. Non doveva avere più di cinque anni.
 
"Hai finito?" chiese Marielle. Il bambino annuì e si mise davanti alla TV a guardare i cartoni. C'erano ancora dei pancakes sul tavolo. Marielle prese due piatti e le ragazze cominciarono a mangiarli avidamente.
 
"Allora dove eravate dirette prima che la vostra macchina si rompesse?"
 
"A casa" risposero nello stesso momento. Lauren continuò. "Beh, viviamo a Miami".
 
"E' lontano" notò Marielle. "Ascoltate Harry ha alcune commissioni da fare oggi. Non riuscirà ad aggiustarla prima di sta sera, insisto per farvi rimanere qui sta notte. Non voglio farvi guidare di notte, con il rischio che vi addormentiate sul volante"
 
"Oh non possiamo" disse Lauren. "Vi abbiamo già disturbato troppo" Marielle la guardò seria e le ricordò l'espressione della madre che era come se dicesse 'non discuterne con me'. Era quello sguardo contro cui nessun figlio poteva vincere.
 
"Insisto ragazze. Comunque penso che Harry finirà prima che faccia troppo tardi" le rassicurò. Lauren sapeva che non avevano molto tempo. Il campo per cheerleader sarebbe iniziato tra due giorni e se le riparazioni non fossero finite quel giorno, avrebbero passato solo un giorno a casa. Qualcosa nel profondo le diceva che le cose sarebbero andate solo peggio.
 
Camila era sempre stata brava con i bambini. Era paziente e spesso sembrava ancora una bambina quindi non le era stato difficile andare d'accordo con Max. Giocarono insieme fuori, a rincorrere le pecore nel campo mentre Lauren rimase seduta sulla staccionata. Li guardò ridere e correre in giro finché Max non cadde non riuscendo più a rialzarsi per le troppe risate. Camila lo prese in braccio e se lo mise sulle spalle, cominciando a corre mimando un aereo. Lauren sorrise a quell'immagine e sobbalzo quando senti un naso freddo contro la caviglia. Guardò in basso e vide un altro cane, uno Shepard australiano, che le leccava il calzino. Sorrise e alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere Max correre verso di lei seguito da Camila.
 
"Mounty!" Urlò, lanciandosi sul povero cagnolino. Max guardò Lauren. "Diventerà presto papà"
 
"Lo so" rispose Lauren, sorridendogli felice.
 
"Vieni Mounty, andiamo a rincorrere le pecore!" disse, correndo via. Il cane lo seguì felice. Lauren si sentì improvvisamente vulnerabile ora che lei e Camila erano rimaste da sole.
 
"Sei ancora arrabbiata?" chiese Lauren. Camila non disse niente. "Camz, io..."
 
"Basta" disse Camila, arrampicandosi oltre la staccionata ed entrando in casa. Lauren emise un sospiro esasperato. Rimase fuori per un'altra ora, Guardando Max e Mounty correre su e giù per la collina. Alla fine, il bambino si stancò e raggiunse Lauren.
 
"Torniamo dentro" sbadigliò. Lauren allungò la mano e quando lui la prese si diressero entrambi verso la casa. Quando entrarono trovarono Camila seduta sul divano che guardava la TV. Max prese il telecomando e cambiò su un canale di cartoni. Lauren prese posto dall'altra parte della stanza, lanciando ogni tanto degli sguardi alla ragazza. Non sapeva come far tornare le cose come prima quindi provò a concentrarsi su qualcos'altro.
 
"Ragazze?" Marielle entro in salotto appena Max si addormentò sul pavimento. "Oh piccolo" e prese Max imbraccio. "Harry è appena tornato a casa, inizierà ora ad aggiustare la macchina"
 
"Non potremo mai ringraziarvi abbastanza" disse Lauren.
 
"Oh per favore, non preoccupatevi per questo. Non saremmo state delle brave persone se non avessimo aiutato due ragazze in difficoltà. E tra noi, il ragazzo dell'officina più vicina è un pervertito" ridacchiò e andò al piano di sopra per mettere Max a letto. Subito dopo essere sparita al piano di sopra, sentirono Harry gridare.
 
"Dannazione, Mounty!" urlò. Marielle scese le scale di corsa.
 
"Tesoro? Tesoro cosa c'è che non va?"
 
"Quello stupido cane deve aver pensato che il cavo della benzina fosse una giocattolo da masticare!" Marielle gli appoggiò una mano sul braccio. "Devo andare Marty per prenderne un altro"
 
"Non devi" disse Lauren alzandosi. "Vi abbiamo già causato troppi problemi" Harry alzò una mano per fermarla.
 
"No, ho promesso a Keaton che vi avrei aiutato. Ma a quanto pare dovrete rimanere qui sta notte. Abbiano una soffitta al piano di sopra e anche una soffitta con dei materassi nel fienile"
 
Non ci voleva. Pensò Lauren. Harry prese le chiavi della macchine e baciò sua moglie.
 
"Torno il prima possibile. Ma conosci Marty, mi trascinerà sicuramente a bere qualcosa. Probabilmente non tornerò prima di domani mattina"
 
"Fai quello che devi, tesoro" disse Marielle. Le salutò e partì.
 
"Tra tutte le cose..." mormorò Lauren. Sarebbero tornate giusto in tempo. Camila alzò le spalle.
 
"Potrò giocare ancora un po' con le pecore" disse. Marielle le sorrise.
 
"Beh, dobbiamo cominciare a portare le pecore nell'ovile. Mounty di solito fa un buon lavoro ma ti andrebbe di aiutarlo?" chiese la donna. Camila fece uno dei suoi sorrisi migliori e annuì.
 
Era diventato quasi buio quando finirono. Lauren decise di controllare il letto nel fienile. Dalla soffitta si vedeva gran parte dei campi e c'era una meravigliosa visata della luna e delle stelle. Riusciva a vedere la casa e a sentire i 'beeeh' delle pecore. Era tranquillo lassù, anche se c'erano delle mosche.
 
Vorrei che Camila fosse qui su, pensò. Dio desidero un sacco di cose. Guardò giù e sentì delle voci. Si immobilizzò e cercò di sentire meglio. Sentì una stridula voce maschile che riconobbe come quella di Keaton. Aveva detto che sarebbe passato e Lauren non riuscì a pensare a niente di meglio tranne a sguinzagliargli contro Mounty. Le apparve l'immagine di Mounty che lo mordeva come aveva fatto oggi con il cavo della benzina, così soddisfacente.
 
Poi sentì una risata di certo non sua. Sarebbe riuscita a riconoscere quella voce anche se fosse stata sorda da un'orecchio. Era Camila. Si guardò intorno, socchiudendo gli occhi per individuarli e per cercar di capire se erano abbastanza vicini da poter saltare giù dalla soffitta e finire sopra al ragazzo. Poi li vide contro una staccionata in parte coperti da alucuni rami di un albero. Stavano parlando di qualcosa ma Lauren non riuscì a capire cosa. Li guadò cercando di ascoltare. Poco dopo, molto chiaramente, vide Camila sporsi e baciarlo. Lauren sentì il sangue ribollirle nelle vene e si girò, gli occhi le bruciavano di rabbia e gelosia. Quando tornò a guardarli, si erano appena allontanati e Keaton si stava già riavvicinando per il bis. Lauren tossì forte per farsi sentire e i due guardarono verso di lei sorpresi. Lauren prima guardò Camila che saltò giù dalla staccionata e entrò in casa. Poi guardò Keaton. Il ragazzo sembrava sapere che l'avrebbe pagata e quando Lauren si alzò per dargli la caccia, lui corse via il più velocemente possibile verso la macchina. Appena Lauren raggiunse la fine delle scale, lui partì veloce.
 
"Se ti vedo ancora..." gli urlò dietro. Ora che quel verme se ne era andato, dove fare i conti con il problema più grave. Camila lo aveva baciato, non il contrario. Lei voleva baciarlo e questo rendeva Lauren furiosa e sconvolta allo stesso tempo.
 
"Dov'è Camila?" chiese appena entrata in casa. Marielle era seduta sul divano che guardava il telegiornale.
 
"Penso sia in soffitta dolcezza. Dormirete entrambe là?" Lauren ignorò la domanda e corse su per le scale.
 
"Che diavolo, Camz!" Camila era seduta sul davanzale della finestra con lo sguardo rivolto fuori. Perché ti sei anche solo avvicinata a quel... pezzo di spazzatura?"
 
"Non sono affari tuoi Lauren" rispose Camila.
 
"E' disgustoso Camz"
 
"E' carino"
 
"Si, ma puoi avere di meglio rispetto a lui" disse Lauren.
 
"Ha lui piaccio, okay?" Camila si alzò, allontanandosi.
 
"Oh, quindi vai e baci tutti quelli a cui piaci, è così?" la derise Lauren.
 
"Pensò di aver baciato già abbastanza persone a cui non piaccio" affermò Camila. Ouch. A Lauren non le venne in mente niente con cui controbattere. "Sono davvero stanca, puoi andartene per favore? Dobbiamo guidare per altre 5 ore domani" Lauren si sentì come se avesse appena perso una competizione.
 
"Va bene" disse sconfitta e cominciò a scendere le scale. Si scontrò quasi con Marielle, che si stava tenendo lo stomaco.
 
"Oh!" esclamò Lauren. "Scusami, non ti..."
 
"Ragazze, ho bisogno di entrambe" disse Marielle. La calma e il tono che utilizzo erano spaventosi e Lauren sentì che sarebbe successo qualcos'altro. Camila, avvertendo l'urgenza, raggiunse Lauren alla fine delle scale.
 
"E' tutto ok?" chiese.
 
"Ragazze ho bisogno che manteniate la calma, okay" entrambe annuirono. "Mi si sono appena rotte le acque"
 
Lauren ci mise un minuto a registrare quello che aveva appena detto.
 
"Oh merda. Oh merda..." imprecò.
 
"Ragazze ho bisogno che chiamate Harry. Vi do il suo numero di telefono. Probabilmente sta bevendo e non risponderà ma dovete lasciargli un messaggio in segreteria spiegando che il bambino sta per nascere e che lo seppellirò vivo se non torna a casa subito" Camila corse a prendere il telefono. Lauren si sentiva inchiodata a terra. Non sapeva cosa fare. Non c'era nessun adulto a rassicurarla che tutto sarebbe andato bene. Marielle stava per partorire e là c'erano solo lei, Camila e Max, e il bambino di 5 anni era già a letto. Camila ritornò con il telefono e compose il numero. Come aveva predetto Marielle non rispose e Camila lasciò il messaggio con Marielle in sottofondo che minacciava il marito.
 
"Potremmo chiamare il 911" consigliò Lauren.
 
"No. Volevo comunque partorire a casa. E' così che ho fatto con Max. Solo che l'ultima volta avevo un'ostetrica e Harry. Questa volta due ragazze che non hanno idea di cosa stanno facendo" prese un respiro profondo. "Okay, una di voi due deve riempire la vasca con dell'acqua calda. Un'altra deve prendere degli asciugamani, andate, per favore. Non posso mantenere il controllo per molto ancora, tra non molto mi trasformerò in una donna che urla e piange mentre sta per dare alla luce suo figlio" sorrise. Lauren uscì fuori dalla sua trance e corse in bagno ad aprire il rubinetto della vasca. Fuori dalla stanza, Marielle gemette di dolore e si trascinò in bagno.
 
"Non so cosa sto facendo!" disse Lauren, sentendo il panico salire.
 
"E' tutto okay Lauren, devi fare esattamente quello che ti dico" disse Marielle prima di urlare. Camila accorse con le braccia piene di asciugamani e li lasciò sul pavimento. Entrambe aiutarono Marielle ad entrare nella vasca e lei si sdraiò, gemendo dal dolore. Lauren prese la mano di Camila per cercare conforto e fu felice quando Camila gliela strinse.
 
"E' tutto okay" sussurrò Camila alla donna e Lauren sentì come se quelle parole fossero dirette a lei.
 
Sei ore dopo, Camila teneva una bambina tra le braccia. Harry nel frattempo aveva superato ogni limite di velocità dopo aver sentito il messaggio ed era arrivato nel bel mezzo del parto. Marielle aveva passato una buona mezz'ora ad imprecare contro di lui facendogli promettere di non bere mai più birra. In più di un'occasione, Lauren si sentì sul punto di vomitare o di svenire o entrambe le cose insieme ma ogni volta, Camila le prendeva la mano e gliela stringeva forte, riportandola alla realtà. Alla fine Lauren si sentì come se fosse stata lei ad aver appena partorito.
 
Le due ragazze lasciarono la nuova arrivata con i genitori ma non prima di essere ringraziate da Marielle. Harrry, scosso dal momento, diede ad entrambe un abbraccio rompendogli quasi delle ossa. Le due ragazze uscirono dalla casa dirigendosi verso il fienile dove si misero sedute su degli scalini.
 
"E' stato intenso" sospirò Camila, asciugandosi il sudore dalla fronte.
 
"Già" rispose Lauren. Entrambe con un sorriso sul volto.
 
"Non so, è stato quasi divertente" disse Camila. "E' stato come... aspettare che una sorpresa uscisse fuori" Lauren alzò gli occhi al cielo.
 
"Hai chiaramente trovato la tua vocazione, Camz: l'ostetrica" Camila rise.
 
"Non ho idea di cosa significhi" rispose.
 
"Esattamente quello che hai fatto sta sera, Camz" spiegò Lauren. Rimasero in silenzio per un po' finché Lauren non parlò di nuovo, "Grazie per esserci stata. Non penso che ce l'avrei fatta senza di te" Camila sorrise.
 
"Anche io sono contenta di averti avuta vicino" Lauren si girò guardando Camila. Stava sorridendo e i denti bianchi risplendevano alla luce della luna. Gli occhi che brillavano. Lauren realizzò quanto le era mancato quel sorriso, anche solo per un giorno.
 
"Non mi piace quando litighiamo" sussurrò Lauren. Quando Camila smise di sorridese, Lauren decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere Camila felice. Doveva vedere quel sorrise. Voleva che Camila la guardasse, completamente innamorata. Odiava quando qualcun'altro, come Keaton, la baciava. Il parto di Marielle oltre ad aver insegnato come dare alla luce un bambino, le aveva fatto capire che non avrebbe mai avuto speranza senza la ragazza al suo fianco.
 
Sono innamorata di lei. Pensò Lauren e sentì quelle parole batterle conto il petto e farla rimanere senza fiato. Ti amo, Camila.
 
"Ho qualcosa sulla faccia?" chiese Camila, toccandosi la guancia con le dita.
 
"Camzi" la voce di Lauren era bassa e tentennante. Camila inclinò la testa. Lauren sentì la bocca asciugarsi e tutte le parti del suo cervello urlarle di fermarsi.
 
"Cose c'è? Ho un ragno addosso?" chiese Camila. Lauren prese un respiro profondo e le parole uscirono.
 
"Ti amo, Camila"
 
Con queste parole, ogni singola barriera che aveva creato per prevenire di sentire quanto fosse profondo l'amore che provava nei confronti della ragazza crollarono. All'improvviso, sentì quanto intensamente aveva bisogno di stare con lei e iniziò a boccheggiare quando tutte queste emozioni la colpirono. Camila spalancò gli occhi e Lauren si portò una mano alla bocca.
 
"Dillo di nuovo" espirò Camila.
 
"Ti amo" Lauren non lo trovò più facile la seconda volta. Stava ancora lottando con la parte logica del suo cervello. Fortunatamente, quella parte stava morendo soffocata da tutti i sentimenti che aveva rinchiuso per tanto tempo. Camila si leccò le labbra e baciò Lauren velocemente e ferocemente. Le loro lingue danzavano insieme e i loro denti si scontravano tra loro. Le mani di Lauren unite dietro al collo di Camila, per avvicinarla e le mani di Camila correvano su e giù per i fianchi di Lauren.
 
"Ti amo" Lauren non riusciva a smettere di dirlo e ogni volta, Camila la baciava con sempre più urgenza della precedente. Quando finalmente si calmarono, Camila le sorrise nel modo più dolce che Lauren avesse mai visto.
 
"Ti amo anch'io, Lolo"
 

  
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