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Autore: FrancyF    31/10/2015    2 recensioni
Era così arrabbiato, che avrebbe preferito morire. Si sarebbe stato meglio, così non sarebbe più ricascato in quella merda. Provocando solo casini: non c’è l’avrebbe fatta ad affrontare di nuovo lo sguardo compassionevole di sua madre, a confessare tutto a Lea. Non l’avrebbe di certo biasimata se, una volta saputo l’accaduto, avrebbe deciso di lasciarlo. Di andare via da lui. Ma senza di lei lui non era niente, tanto valeva affrontare la morte.
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Cosa sarebbe successo se Cory non fosse morto quel maledetto 13 luglio 2013?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lea non aveva voluto sentire ragioni su quel punto: lei credeva nelle tradizioni.
Credeva nel matrimonio, nell’amore per la vita e tutto quello che ne derivava.
E quindi lei e Cory avrebbero passato la notte prima delle nozze separati: un addio al celibato. E anche se Cory non era per niente d’accordo, lei si era imposta.
Sarebbero partiti entrambi per New York, ma lei sarebbe andata a casa della sua adorata cugina Demi, mentre lui avrebbe passato la notte a casa dei genitori di Lea, assieme a suo padre Marc e a tutta la banda dei suoi amici fuori di testa.
Era stata un’impresa preparare tutto: i parenti di Cory erano volati da Victoria a New York solo per essere lì anche per l’addio al celibato, così come tutti i loro amici di “Glee”.
-Dobbiamo proprio farlo?- il ragazzo gettò uno sguardo cupo alle valigie sparpagliate per tutto il soggiorno. Odiava stare lontano da lei, e non capiva il senso dell’addio al celibato. In più nel suo non avrebbe neanche potuto bere, o ingaggiare delle spogliarelliste, insomma si avrebbe passato una serata fra amici; ma senza di Lea. Come poteva esserne entusiasta?
-Si- Lea gli sorrise, incoraggiante –lo sai che sono tradizionale su certe cose-
In tutta risposta Cory grugnì.
Lea scosse la testa, il suo futuro marito si comportava proprio come un bambino a volte! Davvero, non capiva quale era il problema. Si trattava semplicemente di trascorrere una notte separati assieme ai loro amici e famigliari.
-Insomma, non capisco perché dobbiamo seguire questa tradizione. Lo abbiamo fatto in ogni angolo della casa, e adesso mi proibisci di stare con te?-.
Lea rise, divertita. Lo aveva detto in un modo talmente strano.
Lo baciò su una guancia e chiuse la  cerniera alla valigia.
- Puoi farlo per me? Davvero Cor, è solo una sera. E poi il giorno dopo sarò tua per sempre -
Dannazione! Gli stava facendo gli occhi dolci da cucciolo smarrito! Sapeva che non poteva resisterle…
-Beh…. ok- accettò lui, tirando un grande sospiro di rassegnazione.
Lea saltò di gioia e lo riempì di baci, e lui non potè fare altro che stringerla a se’. Lo rendeva felice. Era questo l’importante. E avrebbe trascorso tutti i giorni della loro vita assieme, quindi poteva resistere una notte senza di lei.
 
Lea non poteva essere più felice di così. Durante tutto il volo per New York lei e Cory non smisero un secondo di tenersi per mano, o di baciarsi, o di sussurrarsi “ti amo”. Era incredibile, erano sempre stata una coppia aperta, entrambi ricercavano i propri spazi, entrambi uscivano con i loro amici. Ma dopo la riabilitazione tutto era cambiato, il loro legame era davvero diventato indissolubile; e stare separati, anche se solo per poche ore, era diventato difficile.
Certo, la gente poteva continuare a gettare spazzatura sulla loro relazione, a menzionare la droga o Matthew Paetz, ma a loro bastava avere l’uno l’altra.
 
Cory non riusciva a tranquillizzarsi. Neanche le partite al x-box o i racconti di suo fratello e di suoi cugini sulla loro infanzia, riuscivano a tenergli la mente occupata.
Era in quei momenti di ansia e preoccupazione, con mille pensieri che gli offuscavano la mente e gli impedivano di pensare, che desiderava di nuovo una pasticca.  Anche se ormai c’era abituato, ci conviveva da quasi dodici anni con quella sensazione.
Si alzò e si diresse sulla terrazza, l’aria fresca di febbraio lo investì, facendolo tornare più lucido.
Gettò un rapido sguardo nella stanza, oltre le vetrate: sembravano tutti così felici, Roy stava giocando con Jeff e Tim al x-box, Marc parlava con Shaun, i suoi amici scherzavano. Trasse un profondo respiro e appoggiò le mani alla ringhiera del terrazzo, era così grato per tutti loro, per essere ancora lì con le persone che amava di più al mondo. Però era preoccupato, e non era granché in vena di festeggiamenti. Nel momento esatto in cui aveva lasciato la mano di Lea all’aeroporto si era sentito perso: voleva sposarla, ma temeva di ricadere nella droga. Se avessero avuto dei figli cosa sarebbe successo? Insomma avrebbe fatto come sua madre e li avrebbe portati via da lui, via dal padre. Il canadese scosse la testa con forza, per scacciare quel pensiero. Ma a che diavolo stava pensando? 
-Ehi fratellino-la voce di suo fratello Shaun lo fece quasi sussultare –tutto ok?-
Cory annuì lievemente per poi concentrarsi sulle mille luci di New York.
-Vuoi parlare di qualche cosa? Sei preoccupato per domani?-.
Cavoli! Odiava gli interrogatori del fratello! Era inutile fingere con lui, lo conosceva troppo bene.
-Un po’- il ragazzo abbassò lo sguardo –ho paura di rovinare tutto, come faccio sempre-
-Cory dai non rovinerai tutto. Sei sobrio e sei vivo, dovresti esserne felice. E stai per sposare una donna che ti ama-
-Si, ma io rovino tutto sempre. Prima quando eravamo piccoli ero io quello che ha seguito le orme di Joe ed è diventato un drogato, a quindici anni avevo già avuto un overdose! E poi a diciannove, e poi adesso! Insomma non voglio sposarmi e ridiventare un drogato! Non voglio fare figli da drogato e non voglio che i miei figli seguano il mio esempio… e se Lea dovesse lasciarmi perché… perché ho ripreso a farmi… e se avessimo dei figli e lei non mi permettesse più di vederli… e…-
Shaun sospirò nel vederlo così abbattuto. Avrebbe voluto confortarlo, dirgli che niente di quello che lui temeva sarebbe mai successo, però sapeva che sarebbe stata una bugia. Non potevano sapere, lui non era Cory, e non sapeva se suo fratello sarebbe stato forte, se avrebbe sconfitto una volta per tutti i suoi demoni.
Lo strinse forte, era il suo fratellino e, così come sua madre gli aveva sempre detto, toccava a lui proteggerlo.
-Ascolta Cor, ti dirò cosa succederà domani. Tu sposerai la donna più straordinaria che conosciamo, vivrete felice, e magari avrete dei figli. E tu dovrai lottare come sempre, giorno per giorno, come stai facendo adesso. Ma se avrai una debolezza, se avrai bisogno d’aiuto io e la mamma ci siamo sempre te chiaro? E anche Beth. E sono sicura che Lea ti ama talmente tanto che ti starà accanto, come ha fatto fino ad adesso. Non ti devi preoccupare, devi solo pensare a essere sano e basta-. 
 
 -Per favore Lee? Possiamo cambiare argomento? Insomma non hai fatto che parlare di quanto sia bello Cory, di quanto sia dolce Cory e di quanto sia straordinario Cory!- Dianna le ricolse uno sguardo eloquente, mentre tutte le ragazze presenti nella stanza scoppiavano in una risata generale.
Lea arrossì violentemente, e nascose il viso nel cuscino.
-Beh… ma è vero- borbottò, cercando di giustificarsi.
-Tesoro nessuno dubita che sia vero, credimi- Chris non riuscì a trattenere un enorme sorriso: adorava quei due assieme, gli adorava e basta –ma è la tua ultima notte da single quindi dovremmo passarla a parlare dei vecchie tempi e a dare di matto, e non a parlare sempre di quel tontolone di Cory-.
 -Già- Amber prese parola mentre versò all’amica un bicchiere di vino rosso- allora siete riusciti a incastrare una luna di miele nelle vostre vite frenetiche?-
-Oh si andremo a Cabo, un’altra volta ma adoriamo quel posto. E poi staremo via solo una settimana-
-Dio Lee non posso credere che tu e Cory sarete marito e moglie domani- Jenna si portò le mani alla bocca, stupita. Non avrebbe mai immaginato che due dei suoi migliori amici arrivassero all’altare.
-Neanche io- ammise la brunetta –è così strano. L’altra notte guardavo Cory dormire e… e non riuscivo a crederci. La prima volta che l’ho visto ho pensato fosse carino, ma non che sarebbe diventato mio marito!-.
-Ehi dolcezza- Edith fece la sua comparsa nella stanza di Lea – c’è zia Bonny al telefono per te-.
Lea si alzò e uscì in corridoi, prendendo il telefono in mano. 
La voce che sentì all’altro capo del telefono fece aumentare a dismisura i battiti del suo cuore.
-Cory che fai? Non sei zia Bonny!-
La risata sincera del canadese le sciolse il cuore.
-Certo che non sono tua zia, ho corrotto Edith lo sai che lei mi adora. Volevo sapere come stavi. Mi manca sentire la tua voce. Lo sai che ti amo-
-Io ti amo di più-
-Se lo dici tu-.
Seguì una breve pausa. Lea sentì Cory sospirare pesantemente: era certa che non aveva chiamata solo per dirle che la amava, ma le stava nascondendo qualcosa.
-Cor che hai?-.
Il cuore del ragazzo mancò un battito. Non poteva mentirle sui suoi dubbi, non di nuovo.
-Volevo solo dirti che mi dispiace-
-Per cosa?-
Per una frazione di secondo Lea pensò che ci fosse ricascato… no era con Shaun, era al sicuro.
-Sono stato un coglione, ma ti prometti che sarò il miglior marito del mondo per te-
-Oh Cor…- la ragazza non sapeva cosa dire –sei così… così…-
Non trovava davvero le parole, ringraziava Dio ogni giorno per avere accanto a se’ un uomo come Cory. In quel preciso momento avrebbe voluto lasciare il suo addio al celibato per raggiungerlo e chiudersi in una stanza con lui.
-Imprevedibile?-
-No…- ora era decisamente confusa – non era proprio il termine che avevo in mente…-
-Beh io si- .
Lea poteva sentirlo sorridere dall’altro capo del telefono.
-Credo che dovresti controllare la porta sul retro…-.
Lei non gli fece neanche finire la frase, si precipitò al piano di sotto di corsa, spalancando la porta.
Cory era davanti a lei, sorridente.
Senza aspettare due secondi si tuffò fra le sue braccia, baciandolo.
-Ma sei pazzo?-
Sentì il ragazzo stringerla forte, e sollevarla in aria.
-Ti volevo augurare buonanotte di persona. E comunque si, sono pazzo, sono pazzo di te-.
Lea non resistette e lo baciò nuovamente, mentre lui la rimetteva delicatamente a terra.
-Sei troppo adorabile per essere vero, seriamente- poi ridivenne seria di colpo, mentre un brivido freddo le attraversava la spina dorsale.
-Ma lo sai che porta sfortuna vedere la sposa prima del matrimonio. Te lo ricordi vero Mr. Monteith?-
-Lo sai vero che io non credo nelle tradizioni vero Miss Michele?-
-Sei scemo!- lei rise, mentre le labbra di Cory si univano nuovamente alle sue, per un ultimo bacio.
-E’ meglio che vada adesso- sospirò lui –mio fratello non è mai stato un grande bugiardo, a quest’ora se ne saranno accorti tutti che sono andato via-.
-Si- la brunetta si morse il labbro inferiore, anche se l’idea dell’addio al celibato era stata sua doveva ammettere che quella visita a sorpresa l’aveva fatta sentire speciale.
Non vedeva l’ora di sposare quell’uomo così straordinario e premuroso.
-Ti amo Cory-
-Ti amo anch’io. Non vedo l’ora di vederti all’altare domani-.



Awww ma quanto sono pucciosi? Grazie ancora a tutti per gli auguri di buon compleanno e per le recensioni.
Il link per questo capitolo è "Here's to us". 
Ci vediamo sabato prossimo, 7 NOV.
FrancyF
   
 
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