Ero tua madre, anche se tu non eri mio figlio
Perdita
Il mio volto affondava nel tuo petto, sul tuo camice. Quel volto che doveva essere bagnato dalle lacrime. Impossibile.
Il tuo sguardo era vuoto. Ma sapevo che lo era solo all’apparenza. Perche` anche tu ti sentivi perso, impotente. Anche tu ti eri sentito un padre, come io mi ero sentita una madre.
Non sapevamo se Edward fosse ancora vivo, se fosse morto o se stava per esserlo.
Era lontano da noi, in Italia.
Consideravo Edward un figlio, non un fratello, non un compagno, non un amico, ma un figlio. Come se lo fosse stato veramente, come se in un epoca lontana avesse albergato nel mio ventre, come se fosse mio, solo mio, di sangue.
Mi piaceva quando mi chiamava mamma, e quando chiamava te, Carlisle, papa`. Mi ero accorta che ti brillavano gli occhi.
Da qualche parte, dentro me e te, c’era un cuore che batteva, che palpitava, che ci faceva quasi sentire umani.
Ricordo quel vuoto che mi aveva tenuta prigioniera, mentre ero ancora umana, quando persi il mio bambino. L’unico ricordo chiaro e nitido della mia fragile esistenza. Mentre ti abbracciavo, mi sembrava di rivivere quella perdita.
Il silenzio ci circondava. Jasper, Rosalie e Emmett erano andati a caccia.
Mi baciasti, delicatamente, sulle labbra, condividento il mio stesso dolore.
«Tornera`» dicesti tu, cercando di rassicurarmi. Ma io mi ero accorta che la tua voce tremava, neanche tu eri sicuro di cosa sarebbe successo.
«Non lo so, Carlisle… Non ce la faccio piu`» Risposi in un sussurro che solo un vampiro avrebbe potuto percepire.
«Ti amo» Le tue parole mi abbracciarono l’anima. Di ricambio, ti abbracciai piu` forte.