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Autore: Chrystal_93    31/10/2015    2 recensioni
Avrei potuto anche intitolarlo "Le avventure da genitori di Belle e Rumple tra pannolini, urla e sorrisi", tanto per rendere meglio l'idea sul contento di questa raccolta.
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#12 cap: “Hai visto quanto muschio, Rose?” chiese Belle. [...] “E pensa che ogni albero col muschio può essere la dimora di un tipo molto speciale di fate.” Rose girò di scatto la testa per guardare il padre.[...] "Quando passano gli umani, si nascondono. Vengono fuori soltanto se una bella e buona fanciulla, in particolar modo amante degli animali, sta vagando per la foresta. Se il suo cuore è puro, la proteggeranno da ogni male. [...] Si dice che tessano sul fuso e sull'arcolaio. E inoltre hanno il potere di trasformare le foglie in oro.” “In oro?!” esclamò la figlia.” “Sì. È per questo che, in autunno, le chiome di alcuni alberi risplendono nelle ore del tramonto.”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vita da genitori

 
"L'ingrediente necessario all'amore è il mistero, la segretezza."
Raffaele Morelli


 
Un mistero venuto dal passato
 

Il raschiare di un ramo contro la finestra non riuscì a non far sbadigliare la piccola Rose, coi capelli tutti scarmigliati e le guance rosse per la febbre.

“Hai freddo?” chiese Belle, rimboccando la trapunta della figlia.

“No, è solo che mi annoio un po'. Questi libri li hai già letti, mamma!”

“Quanto sei esigente...” sorrise la donna.
“Non ci sono nuovi racconti del terrore? Come in quei grandi libri che leggi tu?”

Belle scosse la testa. “Sei ancora troppo piccola.”

“Allora andiamo a fare dolcetto o scherzetto!” piagnucolò lei, corrugando le labbra e la fronte in un broncio che era talmente tenero da far scoppiare la madre in una risata.

“Stai troppo male per alzarti e per andare fuori.” La bimba stava già agitando i piedini sotto la pesante coperta quando Belle continuò: “Ma forse potrai comunque passare una serata terrificante con un racconto che ti farà venire i brividi.”

Rose spalancò la bocca, affascinata.

“Quello che sto per raccontarti è un episodio che mi è capitato quando io e tuo padre eravano al suo castello nella Foresta Incantata. Allora erano passati solo pochi mesi da quando governavo quell'enorme tenuta, ma mi ricordo perfettamente ogni dettaglio.”

“Quali dettagli?” proruppe una voce.
Gold era sulla soglia della porta con un sopracciglio alzato.

Belle si voltò verso di lui e, sorridendo, rispose: “Sei arrivato in tempo. Vieni, mi aiuterai a raccontare il finale.”

L'uomo si avvicinò e si sedette su una sedia a poca distanza dal letto della figlia.

“Era autunno inoltrato e le foglie degli alberi erano già quasi tutte cadute, conferendo alla vegetazione un aspetto a dir poco spettrale. Le ore di sole non duravano molto e già alle quattro le tenebre si stanziavano fino a circondare tutto il castello.

Erano giorni freddi e, quando potevo, sgattaiolavo in biblioteca per leggere qualche libro, alla sola luce di una candela.” A questo punto alzò gli occhi e guardò con rimprovero il marito che, al tempo, non era molto generoso con l'illuminazione per le sue ore di lettura.

“Ero riuscita a trovare un certo ritmo nelle faccende così da poter dedicare alcune ore alla lettura prima di servire il tè serale a tuo padre (una nuova abitudine che si era creato, forse per il freddo).

C'erano talmente tanti libri da scoprire e sfogliare che, all'inizio, non mi accorsi di nulla. Col passare dei giorni però, cominciai a sentirmi osservata. Era solo una sensazione, per cui non le detti molto peso. Tuttavia non riuscii a sbarazzarmene, anzi arrivai addirittura a sbirciare di sottecchi per catturare qualsiasi movimento sospetto nell'oscurità della torre. Spesso mi capitò di sentire il respiro di qualcuno nella stanza o di vedere, con la coda dell'occhio, un'ombra scura che se ne andava.”

Le pupille di Rose ora erano dilatate e le manine erano andate a stringersi ai bordi della trapunta, tirata su fin quasi a livello del mento.

“Non so dire se ero più spaventata o curiosa. Se era un fantasma avrebbe avuto mille segreti da raccontare, così come qualsiasi altro tipo di creatura. Rumple però non era ben voluto da tutti, quindi temevo anche che la presenza, qualora fosse stata reale e non solo frutto della mia immaginazione, potesse avercela con lui e, di riflesso, anche con me. In ogni caso cercai ogni volta di mantenere la calma, finché arrivò il fatidico giorno in cui capii che la mia non era solo un'allucinazione o un brutto presagio. C'era davvero qualcuno che mi spiava.”

Ora anche Rumple aveva gli occhi spalancati e le labbra serrate, mentre la coperta era salita fino a coprire la bocca della piccola Rose.

“E quel qualcuno non si limitava solo a guardarmi leggere: mi seguiva.”

Belle si mise un po' più comoda sul letto della figlia e continuò: “Come al solito ero andata in biblioteca per leggere un po', ma non solo la candela si era quasi del tutto consumata, anche il buio ormai era assoluto e questo voleva significare che, prima di congedarmi, avrei dovuto portare il tè a tuo padre.

Mi affrettai per le cucine, sollevata dal fatto che, per una volta, non sentivo quello strano brivido che mi avvertiva ogni volta che nell'oscurità poteva regnare qualcosa di più di polvere e ragnatele.

Portai il tè nel salone dove, ovviamente, tuo padre sedeva a filare.

«Sei in ritardo.»

«Mi dispiace.»

«Hai passato di nuovo tutto il tuo tempo a leggerlo?»

«In realtà non sono nemmeno riuscita a sedermi un attimo.» dissi, mentre versavo il tè in una tazza e gliela porgevo.

«Allora siediti, non voglio che tu svenga.»

«Se siete preoccupato per me...»

«Non lo sono. Proruppe lui.»

«Be', in ogni caso, se lo foste, potreste darmi il permesso di farmi un bagno. Caldo intendo.»

«Non mi sembra che tu oggi ti sia meritata un premio.»

«Vi ho lucidato tutte le spade! E non solo, ho anche pulito gli stivali che avete ricoperto di fango...»

«Va bene, va bene, basta, non scocciarmi così. Fa' quello che vuoi.» Poi, sorseggiando un altro po' di tè, disse: «Come fai sempre d'altronde.»

Non mi lasciai scoraggiare dalla sua frecciatina finale e, riordinando tutto, corsi nelle cucine e poi dritta nell'unica stanza in cui avevo trovato una vasca da cui fuoriusciva dell'acqua calda.”

“Ed è allora che il mostro è comparso?” chiese Rose in un pigolio flebile.

“No, non allora. Riuscii a immergermi nell'acqua profumata e a passare alcuni minuti di tranquillità, senza sentire pelle d'oca o altro. Finché...”

“Finché?” sussurrò la figlia, con soltanto gli occhi scoperti dalla trapunta.

“Belle, non la spaventerai troppo?” chiese Gold con un tono di voce decisamente acuto.

La moglie però non lo ascoltò e continuò. “Finché sentii uno spiffero gelido percorrermi il collo. Stando distesa nella vasca, davo le spalle alla porta e così potei soltanto cercare di scorgere sul vetro della finestra un riflesso. Lo spiraglio che intravedevo però era buio e non riuscii a distinguere niente. Decisi in ogni caso che il mio bagno era finito e che, d'istinto, facevo bene ad affrettarmi a rivestirmi. Anche mentre mi asciugavo e indossavo di nuovo il vestito blu continuavo ad avere la pelle d'oca, oltre che sentirmi decisamente non sola.

Non feci nemmeno in tempo a mettermi le scarpe che sentì un rumore fuori dalla porta.

Per un attimo fui paralizzata dalla paura. Quella era la prova inconfutabile che non mi era affatto sbagliata e che c'era davvero qualcuno che, per tutto quel tempo, mi stava seguendo.”
“E che hai fatto, mamma? Hai urlato?”

“No, ho pensato che ci poteva comunque essere una spiegazione. Così chiamai Rumple, ma la cosa sortì l'effetto opposto a quello da me desiderato. Un rumore metallico spezzò il silenzio.

Ero spacciata, quella stanza non aveva altri passaggi e di sicuro non potevo buttarmi dalla finestra. Decisi, in pochi secondi e in maniera un po' sconsiderata devo dire, di affrontare il pericolo. Corsi scalza e spalancai la porta. In lontananza potei vedere una strana e gobba figura scura che, zoppicando, si tuffava giù per le scale, mentre ad ogni passo eccheggiava uno sgradevole rumore metallico.”

“Aaah!” urlò la bambina.

“Belle!” strillò Gold.

“A quel punto non pensai più a niente e scappai via anche io. Non potevo di certo inseguire quella strana creatura al buio; dovevo prima guadagnare un vantaggio. E, soprattutto, un aiuto. Mi fiondai scalza nel salone in cerca della scopa e di un candelabro e, dall'agitazione, per poco non caddi per terra ai piedi di tuo padre.

«Belle!» Strillò lui, proprio come poco prima.

Sopraffatta dall'adrenalina quasi gli urlai contro cos'era accaduto, mentre cercavo con lo sguardo scopa e candele.

«Non avrai intenzione di seguirlo?!»

«Certo che sì! Devo scoprire chi è. È da giorni che sento una presenza in biblioteca e sono sicura che fosse lui a osservarmi.»

Tuo padre sbiancò e io potei approfittare di quel momento per correre nell'atrio dove trovai per terra un vaso d'ottone scuro e molto vecchio.

«E questo cos'è?»

«Dai... dai qua! Non sono cose che ti interessano.»

«Certo che mi interessano se qualcuno mi spia anche mentre mi faccio il bagno!» Rumple spalancò la bocca senza dire niente. Feci per affarrare il vaso ma lui allontanò la mano che teneva l'oggetto.

«Datemelo, vi prego.»

«Certo che no! È troppo pericoloso...»

«Un vaso?»

«Sì!» disse lui, stringendoselo al petto con fare protettivo. Poi lo fece scomparire con un gesto della mano. Prima che potessi lamentarmi ancora disse: «Senti, quel mostro...»

«Non sappiamo ancora se si tratta di un mostro.»

«Quella creatura potrebbe essere uscita da qui. Forse è meglio se vai a dormire, mi occuperò io di questa faccenda.»

Non potendo più fare niente dovetti ritirarmi nella mia stanza. Non ho mai saputo di cosa o di chi si trattasse.” disse Belle, con un sospiro.

“Quindi non l'hai più rivisto? E tu, papà, non lo hai mai trovato?”
“Io... be'...”

“E' un segreto celato tra l'oscurità dei muri del castello. Da allora, però, non andai più a leggere in biblioteca.”

“E come mai?”

“Tuo padre mi convinse a leggere nel salone, con lui, in caso quella creatura fosse tornata.”

“Magari ti sta ancora cercando.” disse la piccola.

“Chi lo sa. Credo che rimarrà un mistero.”

“Da brividi.” sussurrò Rose, mettendosi più comoda sotto le coperte.

 

 

“Stanotte ci proteggi tu.” disse Belle, mentre si infilava sotto le coperte, a fianco della figlia che non aveva sentito ragioni e aveva voluto dormire nel lettone di mamma e papà dopo aver ascoltato quella terribile storia.

“Non avresti dovuto raccontarle quella storia. L'hai spaventata per niente.”

“Per niente? Dici che mi sono immaginata tutto?”
“No, dico solo che...”
“O magari pensi che mi stia ancora cercando? Forse mi ha addirittura già trovata...” disse lei. “Comunque, buonanotte, amore mio.”

Gold guardò la moglie che, sotto le coperte, abbracciava la figlia, e con gli occhi ancora sbarrati guardò i rami degli alberi piegati dal vento.

Lui sapeva benissimo chi e cos'era quella creatura. E sapeva anche che, nonostante la fuga rocambolesca, aveva trovato Belle. Anzi, non l'aveva mai lasciata.

Ricordava infatti come, nascosto dall'ombra di qualche scaffale o in silenzio sulle scale, molte volte si era fermato a guardare Belle leggere, a osservare le sue labbra schiudersi per la sorpresa celata nelle righe dei suoi preziosissimi libri.

E ricordava anche quella sera in cui, tormentato da chissà che cosa (al tempo non l'aveva ancora capito), non era riuscito a filare e, osservando il tè fattogli da Belle, si era inoltrato nei corridoi bui, seguendo il suo profumo fino a giungere nella stanza in cui, incautamente, aveva intravisto le sue spalle nude sbucare dall'acqua della vasca. Ricordava anche che aveva sentito il viso avvampare e che, arretrando, aveva urtato qualcosa, tanto che, cercando di capire cosa fosse, non aveva notato che Belle si era rivestita in fretta.

Quando poi l'aveva notato e aveva sentito la voce della donna chiamarlo, era indietreggiato di colpo, finendo con un piede in un vaso che l'aveva fatto scivolare fino a doversi aggrappare a una tenda, cadutagli addosso dall'alto.

Aveva sentito i passi di Belle ed era scappato come meglio poteva. Preso di sorpresa non aveva infatti avuto tempo di usare la magia.

Mentre lei correva per il salone era addirittura riuscito a dissimulare il fiatone e l'aria agitata ma, ovviamente, non era riuscito a fermarla e, per un attimo, aveva temuto che lei lo avesse scoperto grazie al ritrovamento del vaso.

A quei pensieri sospirò di sollievo. L'aveva scampata ed era addirittura stato premiato: aveva ottenuto la compagnia di Belle mentre leggeva, anche se al tempo non credeva che fosse una presenza così piacevole da scaldargli il cuore.

Forse, ripensandoci, poteva ripensare e dare una seconda chance a quel travestimento. In fin dei conti, non era forse Halloween?





Note dell'Autrice
Buon Halloween a tutti! Questa volta pensavo seriamente di non farcela e di saltare l'aggiornamento mensile. Spero di aver raschiato via qualcosa di buono dalla ben poca poca immaginazione che mi è rimasta.
Bando alle ciance. Un grosso grazie a Euridice100 ed Elema che continuano a seguirmi e recensirmi. Come farei altrimenti? E un grazie a tutti i lettori, a tutti coloro che mi preferiscono/seguono e ricordano!

  
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