Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: kenjina    22/02/2009    3 recensioni
I ritiri, se fatti con persone "normali", sono quasi sempre piacevoli, istruttivi e formativi. Il problema sorge quando queste persone tanto normali non lo sono. E Takenori Akagi e Shin'ichi Maki avranno un bel da fare per tenere a bada le teste calde delle loro relative squadre!
"Si sa, il cognome Sakuragi riporta sempre alla memoria delle grandi teste calde. Hanamichi primo fra tutti. Ma Hime, la sorella gemella dizigote, non era certo da meno. Anzi.
Per Takenori Akagi, il Gorilla dello Shohoku, era una continua lotta fisica e interiore tenere a bada quegli scalmanati dei Sakuragi. Dopo aver conosciuto Hanamichi sperava che almeno la sorella, in quanto donna, potesse essere più alla mano e meno imbecille del fratello.
Risposta sbagliata."

Storia revisionata nell'Agosto 2016
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Nobunaga Kiyota, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Wild Boys'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La cena, a differenza del pranzo, fu più movimentata

Capitolo XXII

‘cause I’m a Genius!

Finalmente il tanto agognato venerdì per la partitella tra veterani e matricole era arrivato. Non dopo una mattinata intensiva di allenamenti supplementari da parte dei due capitani, che instancabili, avevano fatto sgobbare i nostri eroi senza ritegno alcuno. Inutile dire che il Gorillone, in particolare, si beccò tante ma tante di quelle maledizioni che avrebbero fatto impallidire anche il simpatico Tetsuo, l'amico teppista di Mitsui.

«Oh noo!», stava sbraitando Hanamichi, sbracciandosi per enfatizzare al meglio il suo disappunto. «È già tanto se devo stare in squadra con quella mezza cartuccia di Rukawa... ma anche la scimmia no!».

«Ecco, lo sapevo», fece Ayako, abbassandosi il berretto sugli occhi, per nascondersi da quella scena che aveva tanto temuto.

«Scimmia a chi?!», esclamò l'altro invasato, saltando da una parte all'altra del rossino con un viso più che imbronciato.

Mezza cartuccia?”, stava intanto pensando il volpino di turno, scrollando la testa mestamente.

«Andiamo, ragazzi! Non facciamo scenate inutili!», cercò di rabbonire le due scimmie il mite Kogure, beccandosi un colpo involontario dal braccio lunghissimo di Hanamichi, che stava continuando a blaterare senza che nessuno lo ascoltasse realmente sulla sua genialità e le solite cose che amava tanto dire.

Hisashi, che nel frattempo si stava facendo due tiri da fuori area, dopo aver centrato l'ennesimo tiro, si mise le mani sui fianchi, rivolto a Jin. «Sembra che oggi saremo alleati».

La guardia del Kainan sorrise tranquillo, facendo spallucce. «Già. Ma non credere che non mi darò da fare per batterti».

L'altro lo guardò in segno di sfida, stringendogli la mano. «Chi vince paga da bere».

«Da bere un corno!», sbraitò King Kong, tirandogli uno scappellotto sulla nuca. «A meno che non sia cianuro, allora fai pure».

Se Ryota, da buon amico, non avesse trattenuto per la collottola l'amico, aiutato anche da Jin, era più che sicuro che Hisashi sarebbe saltato addosso al Capitano e gliele avrebbe cantate alla grande. Nessuno, però, ebbe il coraggio di immaginarsi la scena.

Nel frattempo Hana e Nobu stavano ancora bisticciando come due allegre bisbetiche, inconsapevoli dell'incazzo che stava salendo a livelli esorbitanti ai Capitani delle rispettive squadre.

Quando Hime fece il suo trionfale ingresso nella sua adorabile divisa mascolina, le cose non andarono certo meglio: le due scimmie in questione, infatti, si precipitarono di corsa verso di lei, facendo a gara su chi sarebbe arrivato prima alla meta per stritolarla bene. I presenti si videro la scena davanti come in un film... Hanamichi che spingeva Kiyota... Kiyota che lo strattonava... un piede in mezzo che faceva lo sgambetto... un pallone volato in mezzo alle loro gambe accidentalmente... le due scimmie che facevano il volo del secolo, schiantandosi per terra dopo interminabili secondi in piagnucolii e mugugni.

Inutile dire che il coro di risate che si alzò da lì ai successivi venti minuti fu una vera e propria standing ovation.

Hime guardò i due colpevoli in questione, Kaede e Akagi, che parlottavano tra di loro senza curarsi minimamente della frittata di scimmia che era sparsa sul parquet. Un'altra bella coppia, quella! Si chinò sui due malcapitati (che, in effetti, un po' se l'erano cercata) e con un sorrisone furbetto esclamò: «Ma che belli i miei tesori! Abbracciati in terra proprio come due amiconi!».

Se non fosse stata una donna, Hime si sarebbe sicuramente ritrovata un pallone da basket al posto della testa.

«Allora, vogliamo fare le squadre?», esclamò Ayako, attirando l'attenzione dopo aver fischiato.

La mandria di cestisti le si avvicinò ubbidiente, borbottando tra loro.

«Dunque, sul fatto che dovete dividervi in matricole e veterani non credo ci siano problemi», fece la bella manager, guardandoli attentamente.

«Forse lui ha bisogno di un disegnino!», esclamò Nobunaga, indicando il rossino al suo fianco.

«E tu hai bisogno di un medico bravo, deficiente!», lo rimbeccò Maki, facendolo arrossire come un bambino.

«Ahaha! Sei proprio una schiappa, Nobu-scim–!».

Come non detto, il pugno del King Kong colpì ancora. E anche bene, a dirla tutta!

«Dovete scegliere un capitano per ogni squadra», iniziò a elencare Ayako, senza curarsi troppo del casino che come sempre l'aveva interrotta.

Akagi si fece avanti per scegliere quello delle matricole, temendo già un altro bel casino. «Hime, mi faresti la cortesia di tenerli a bada tu? Questi dementi non sono in grado neanche di controllare se stessi, figurarsi una squadra».

La ragazza lo guardò con occhioni da cerbiatta, sbatacchiando le palpebre allegramente. «Quindi, facendo due più due, vuol dire che ti fidi di me, Gori-chan?».

Con una vena che minacciava di esplodere da un momento all'altro nel sentirsi chiamare in quel modo ridicolo, Akagi si limitò a fulminarla con il tipico sguardo-che-uccide. «Non farmi rimangiare quello che ho appena detto!».

«Aha!», schioccò le mani Hanamichi. «E io che pensavo che avrebbe scelto quel volpehi! Maledetta volpaccia! Svegliati e non dormire sulla spalla di Hicchan!», esclamò, scuotendo l'acerrimo nemico sotto lo sguardo attonito di tutti.

«Ma gli allenamenti son sempre così?», osò chiedere Tagasako a Miyagi, accanto a lui.

«No », biascicò il playmaker dello Shohoku, facendo tirare un sospiro di sollievo all'altro colosso. «Questo è niente».

«Capitano dei veterani?», chiese Ayako, alzando le sopracciglia verso l’altra squadra.

Akagi e Maki si guardarono in cagnesco, per poi dire insieme: «Vai tu!», e subito dopo: «No, tu!».

Mitsui tirò un colpetto col gomito all’amico Ryota. «Sembrano due fidanzatini: “Riaggancia tu!”, “No, prima tu!”, “No, prima tu!”».

E mentre chi l’aveva sentito si stava allegramente sganasciando dalle risate fino alle lacrime, la povera guardia (che in effetti, tanto povera non era) si ritrovò i due Capitani di fronte, lividi di rabbia.

Morale della favola: dopo cazziatoni, pugni e chi più ne ha più ne metta, come Capitano dei veterani fu scelto il Gorilla, dato che vinse a testa o croce. Le due squadre furono divise così: la squadra rossa dei pivellini formata da Rukawa come guardia, le due Scimmie (Hanamichi come centro e Nobunaga come ala grande), Hime come playmaker e Sasaoka come ala piccola, che stava già temendo di mettere piede in campo con tutte quelle teste calde insieme; infine, la squadra gialla dei vecchietti, formata da Akagi come centro, Ryota come play, Jin come guardia, Muto e Kogure come ali.

«Aha! Baciapiselli in panchina!», esclamò Hanamichi, beccandosi un pugno dal Gorilla e il conseguente applauso di Mitsui, una volta tanto contento dell’operato del suo Capitano.

«Datti una calmata, demente!», grugnì King Kong, lanciando un’occhiata alla ragazza. «Vedi di tenerlo d’occhio, o ci passerai anche tu».

Hime si mise sull’attenti, una mano sulla fronte. «Signorsì, signore!». E, preso per le orecchie il fratello e l’altro deficiente del suo ragazzo che si stava divertendo un mondo a sfotterlo, la rossa fece avvicinare la sua squadra. «Allora, ragazzi! Mettiamoci impegno, ok? Siamo ancora giovani per poterci mettere al loro livello, ma questo non significa che non possiamo vincere questa partita».

«Eccerto!», fece Nobunaga, gonfiando il petto. «Con il sottoscritto, ossia la supermatricola, vinc–! Ahi! Deficiente di una scimmia!».

«Guarda che sono io l’asso della squadra, pipetta!».

«Do’aho».

«Do’aho a chi? Sei per caso geloso, kitsune?».

«Ma fottiti».

«Che hai detto?!».

Hime si passò una mano sul viso, stancamente. Non pensava che tenerli a bada sarebbe stato così difficile! Quasi quasi capiva anche il Gorilla quando s’incazzava come una belva. Quegli animali riuscivano a far perdere le staffe anche alle persone casiniste come lei! 

«Ehi! Eeehi!», gridò sbracciandosi, facendo voltare tutti. «Voi tre, in panchina».

I tre in questione la guardarono con le mascelle a terra, con le dovute eccezioni, dato che Rukawa le riservò solo una micidiale occhiataccia.

«Hi-Hicchan!», si lagnarono in coro le due scimmie, cadendo ai suoi piedi come umili servetti. «È uno scherzo, vero?».

Hime sorrise cinica, scuotendo la testa. «No che non scherzo. Su, in panchina!».

Con gli occhi fuori dalle orbite, le tre matricole guardarono i loro sostituti, ossia “giocatori” che toccavano palla solo durante gli allenamenti.

«Hicchan!», esclamò Hanamichi, prendendola per le spalle. «Ma così perderemo!».

Ryota gli si avvicinò, molleggiandosi. «Tranquillo, Hanamichi, con te in squadra o meno non è che la cosa cambi poi molto».

Rosso peggio dei suoi capelli e con i lacrimoni agli occhi, il ragazzo se ne andò a schiena curva in panchina, sotto gli sghignazzi degli amici. L’altra scimmia, invece, rimase impalata sul posto in mezzo al campo, guardando tristemente la sua adorata, mentre il volpino gli passava affianco algido come sempre, bofonchiando qualcosa d’incomprensibile.

«Se fate da bravi dopo entrate» Hime vide bene di calmare subito i bollenti spiriti quando questi iniziarono a gasarsi. «Ho detto se fate da bravi».

Per poco la nostra eroina si spezzò la schiena quando Akagi, con la sua rinomata delicatezza di un elefante (o meglio, di un gorilla) le batté una manona sulle spalle, per congratularsi con lei. «Ben fatto, Hime. Quando inizi a usare quel poco di materia grigia che hai in testa vai alla grande».

Con una vena pulsante in fronte e un visino a dir poco diabolico, la giovane si voltò verso le tre matricole appena cacciate dal campo. «Voi tre animali! In campo, ora! E voglio vedervi scatenati, intesi?».

I tre celebrolesi in questione accolsero come una mano divina le parole di Hime e tutti non osarono pensare che avrebbero messo in atto le sue richieste anche fin troppo bene.

«Gori, anche tu te le cerchi, però», fece serafico Hisashi, ficcandosi le mani nelle tasche dei pantaloncini e guardando sardonico il proprio capitano, che si allontanò dall’altra parte del campo con un diavolo per capello e imprecando ogni tre per due.

«Ohi, ohi. Prevedo botte da orbi», biascicò Ayako, ficcandosi il fischietto in bocca e radunando le due squadre al centro del campo, per iniziare la partita. «Ragazzi, mi raccomando: questa è una partita di basket, non un incontro di sumo, sono stata chiara?».

L’unico che le prestò attenzione fu un cinguettante Miyagi, che le annuiva contento a tre palmi di naso. Gli altri, invece, erano fin troppo occupati a farsi gli affaracci loro per badarle almeno un po’. Più incazzata di Hime e del Gorilla messi insieme, in un momento di follia omicida, Ayako sfoderò il suo micidiale ventaglio e il suono dello stesso che sbatteva con forza sulla capoccia dei nostri eroi (nessuno escluso) rimbombò come una terribile eco per tutta la palestra, riportando la calma e il silenzio.

«Bene, cominciamo», decretò la schizzata, tra i piagnucolii di tutti.

Palla al centro e Hanamichi e Akagi saltarono simultaneamente, per guadagnare il primo possesso. Ebbe la meglio il rossino, che non mancò l’occasione per iniziare a gasarsi come una pepsi, tra un do’aho e un deficiente vari.

La play della squadra rossa si portò a metà campo, controllando attentamente la situazione: Nobunaga e Sasaoka erano sulla fasce, entrambi marcati stretti da Muto e Kogure, anche se l’allegra scimmietta del Kainan sapeva smarcarsi con facilità; Hanamichi stava avendo una bella lotta tra simili sotto canestro contro il Gorilla, e passare a lui sarebbe equivalso al suicidio; l’unico su cui poteva far leva era il volpino, la cui ombra era ovviamente un bravissimo Mitsui.

Hime palleggiò velocemente, facendosi passare il pallone tra le gambe con un movimento fluido e cambiando quindi mano. Tentò si smarcarsi da Ryota, che non le stava lasciando spazio nemmeno per respirare, ma dovette desistere. Poi lo vide: un ammasso di capelli neri e svolazzanti, Nobunaga che si smarcava e si indicava velocemente. Trionfante, Hime gli lanciò la sfera arancione con un passaggio pulito e, altrettanto perfettamente, Nobunaga la ricevette.

«Bene, bene, Muto! Stai un po’ a vedere il tuo compagno di squadra che sa fare!», esclamò la scimmietta, che con un numero degno dei migliori giocatori di basket, scartò gli avversari e si posizionò sotto canestro, pronto a tirare. Peccato per lui che la palla centrò il ferro, ma fortuna per Rukawa che afferrò la sfera all’ultimo momento e chiuse la prima azione della partita con un potentissimo dunk.

«Aaaaah!», gridò Kiyota con le mani tra i capelli e gli occhi fuori dalle orbite, mentre il rossino gli tirava uno scappellotto in testa per rimproverarlo.

«Sei proprio un celebroleso, scimmia! Quello lì non deve segnare!».

«Ma Sakuragi, Rukawa è nostro compagno», fece notare timidamente Sasaoka, che si beccò anch’esso un bel colpo sulla nuca.

«Noo! Lui è il nemico! Ne-mi-co! Capito?!».

Hime batté le mani, entusiasta. «Forza ragazzi, impegno! Tutti in difesa!».

I giocatori non se lo fecero ripetere due volte, e si posizionarono per non far passare nessuno dei loro avversari.

«Avanti, Gorilla! Vediamo chi dei due è il centro migliore!», fece Hanamichi, rischiando di beccarsi un potente pugno da un Akagi più che esasperato.

La palla era in mano a Ryota, che veloce come una saetta, scartò un’Hime sbalordita per la sua rapidità. Il pigmeo passò prima a Jin e s’introdusse sotto l’area, sperando che il ragazzo capisse le sue intenzioni. Peccato che la guardia del Kainan interpretò quel passaggio come un invito a tirare da fuori area e segnò i suoi primi tre punti.

Ryota lo guardò imbronciato, mentre con un sorriso allegro Jin ringraziava tutti per i complimenti. «Accidenti, mi ha rubato il gioco».

«Hei, tappo! Cos’è, ti manco io in campo?», lo sfotté Mitsui, mentre il suo amico ribolliva di rabbia.

«Ma zitto, teppista!».

Hisashi si mise a ridere, conscio del fatto che l’intesa che avevano loro due in campo non ce l’aveva nessun altro. Non vedeva l’ora di entrare solo per dare spettacolo e per battere quel pivellino di Jin.

La palla fu nuovamente in mano alla ragazza, che questa volta decise di sfondare da sola la difesa. Qualche passo dopo la linea dei tre, passò velocemente a Sasaoka, libero da marcatura, che subito dopo gliela restituì con un perfetto passaggio. Fece girare la palla dall’altra parte del campo, diretto verso un Rukawa fuori dalla linea dei tre, che tirò e segnò una tripla perfetta, come a farsi beffa di quella di Jin.

I tre ragazzi che avevano compiuto l’azione si batterono il cinque, soddisfatti, mentre gli altri due guardavano imbronciati e parecchio scazzati la scena.

«Sakuragi, dobbiamo farci valere», decretò seriamente Nobunaga.

«Hai ragione, Scimmia. Quel volpino si sta mettendo in mostra come sempre», continuò Hanamichi.

I due nemici/amici si guardarono complici e si abbracciarono determinati. «Ecco a voi i Super Rookie di Kanagawa!», gridarono esaltati, come due perfetti deficienti.

Tra le occhiate perplesse e rassegnate dei presenti, la partita continuò fino al nuovo canestro da tre di Jin (cosa che anche nella squadra gialla stava iniziando a dar fastidio).

Ma fu in quel momento che Nobunaga e Hanamichi diedero il meglio: Nobunaga si sbracciò per far sì che la sua adorata Hicchan gli passasse il pallone e, una volta ottenuto il suo desiderio, volò letteralmente lungo la fascia di bordo campo, mentre anche Hanamichi lo seguiva specularmente dall’altra.

«Ma che sta facendo quell’idiota?», chiese Mitsui, con un sopracciglio alzato. «Hey, Hanamichi! Sei un centro, ricordatelo!».

«Oh! Oh! Oh! Lascialo fare, Mitsui-kun, son curioso», fece il pacioso Anzai, divertito.

Intanto, in campo, stava succedendo il finimondo: Nobunaga aveva fatto volare la palla sopra le teste di tutti, cogliendoli di sorpresa, mentre Hanamichi l’aveva afferrata con sicurezza. Mentre si avvicinava a canestro, anche Nobunaga penetrò sotto area, stordendo tutti per la rapidità dell’azione. Due secondi dopo si ritrovò nuovamente tra le mani la sfera arancione, che fece finire dentro il canestro con una schiacciata perfetta.

I due si guardarono battaglieri e, sotto gli sguardi stralunati e stupiti di tutti, si battevano un cinque poderoso. «Evvai così!».

Gli occhi di Hime si fecero più luccicanti dei fuochi d’artificio di fine anno e andò ad abbracciarli contentissima, per la gioia di uno e dell’altro.

«Umpf. Sai che azione», fu il commento di Kaede, che però non ottenne l’effetto sperato, dato che i due neanche lo cagarono di striscio, troppo gongolanti per l’ottima figura che avevano appena fatto.

E i due ebbero un gran bel da fare, tra la partita ed esaltazioni varie, dato che dire che fecero faville è poco: tra passaggi velocissimi e praticamente imprendibili, scarti e canestri alla sconfidata, il duo Sakuragi/Kiyota fu il migliore in campo, supportato da una scatenata Hime che non credeva ai suoi occhi e da un volpino più che indemoniato per non essere messo da parte.

Le cose, per la squadra gialla, iniziarono ad andare meglio quando fece la sua trionfale entrata in campo l’altro pallone gonfiato dei diavoli rossi, ossia Hisashi Mitsui, che non vedeva l’ora di affilare le unghie e segnare tanti più canestri del suo rivale Jin; con lui entrò anche Tagasako, che sostituì un Akagi leggermente affaticato per via della caviglia e parecchio scazzato per il fatto che gli facesse ancora così male.

E le sorti dei veterani, effettivamente, si risollevarono parecchio: Ryota e Hisashi sembravano la stessa persona in campo, e la guardia dello Shohoku segnò instancabile ben sette triple di fila, tra smascellamenti vari per lo stupore e l’incredulità.

«Vai, bella!», gridò ancora una volta il cecchino, prima che la palla centrò perfettamente un altro canestro e alzò un pugno al cielo, vittorioso. «Evvai!».

«Aaargh! Baciapisellidellamalora!», esclamò Hanamichi, mettendosi le mani in testa. «Scimmia, dai! Dobbiamo fermarlo!».

«Sì, lui e quel bonsai di là!».

Al bonsai in questione per poco non scese un colpo. «Che hai detto, deficiente?».

«Dai, ragazzi!», batté le mani Hime, per incoraggiare la sua squadra. «Stiamo andando alla grande! Abbiamo solo quattro punti di differenza da recuperare e mancano poco meno di tre minuti. Ce la possiamo fare!».

Le due scimmie, e anche il piccolo Sasaoka, anch’esso ormai gasato come loro, gridarono euforici, per darsi lo sprint finale. Il volpino, invece, che per non essere offuscato da quelle due scimmie saltanti, aveva dato il doppio delle sue capacità, era parecchio esausto; peccato che il suo orgoglio era duro a morire e non osò fiatare su un cambio.

«Ehi, Hicchan!», sbraitò il rossino, durante il time-out richiamato dai vecchietti. «Questa kitsune surgelata sta facendo fare tutto a noi! Perché non lo lasci in panchina? Ci intralcia e basta!».

Hime gli tirò uno scappellotto sul collo che lo fece piagnucolare per l’intero break, e si avvicinò pimpante al suo migliore amico. «Ohi, Ede! Che ti prende? Sei per caso stanco?».

«Non dire idiozie», fu la lapidaria risposta dell’altro, che a stento nascondeva il respiro un po’ troppo veloce.

La ragazza gli si piantò davanti, puntandogli i suoi occhioni nocciola nei suoi color zaffiro e mettendosi le mani sui fianchi, da brava bacchettona. «Ede, non mi prendi in giro, tu», gli disse bonaria, sorridendogli. «Se vuoi darci un taglio devi solo dirmelo. Sei stato fenomenale anche oggi, non sarà un problema».

Rukawa le lanciò un’occhiata che non ammetteva repliche e che tacitamente le stava dicendo: “Non mollo neanche se mi metti a testa in giù dentro la tavoletta del water”; così la giovane manager, nonché temporaneo Capitano della squadra rossa, annuì, conscia che non gli avrebbe potuto far cambiare idea tanto facilmente.

I tre minuti successivi furono un vero e proprio spettacolo: nonostante la stanchezza e il fatto che fosse una semplice partitella amichevole e di allenamento, le due squadre diedero il massimo delle loro potenzialità, tanto che a un canestro di una corrispondeva quello in risposta dell’altra pochi istanti dopo.

A cinque secondi dalla fine il punteggio era di 87-88 per i veterani.

«Accidenti, siamo sotto di un punto», biascicò Sasaoka, asciugandosi la fronte con la maglia.

La manata che gli arrivò in spalla, in segno di sostegno, per poco non lo spedì all’altro mondo. «Andiamo, amico», gli disse un Kiyota più che sorridente. «Non è detta ancora l’ultima parola!».

La Scimmietta del Kainan si scambiò un’occhiata con il compare, dall’altra parte del campo, mentre Hime recuperava la palla dall’ultimo canestro di Miyagi per dare inizio all’ultima azione della partita.

La ragazza guardò velocemente la situazione sul parquet, prima di rimettere in gioco la sfera arancione, e capì subito le intenzioni dei due. Passò a Kaede, che sarebbe partito in quarta verso il canestro per provare a segnare in solitudine come sempre, se non fosse stato che la rossa richiamò nuovamente l’attenzione su di sé. La palla, così, planò velocemente sopra le teste dei giocatori, per andare a finire in mano di Nobunaga che, con una splendida finta, riuscì a smarcarsi da Kogure e a passare a Hanamichi, sotto canestro.

«E ora, fate largo al Re!», gridò il rosso, saltando e andando a schiacciare.

Il suono sordo del fischietto di Ayako risuonò per tutta la palestra fastidioso e temuto. «Fallo della difesa! Numero 5, giallo!».

E il boato di gioia dei pivellini arrivò subito dopo, contenti per aver guadagnato ben due tiri liberi.

«Gran bella mossa, Sakuragi!», esclamò Kiyota, battendogli il cinque. Hime li raggiunse subito dopo, abbracciandoli entrambi, per la loro immensa gioia.

«Accidenti, quei due mi stanno snervando», bofonchiò Mitsui a Ryota.

«Tranquillo, Hanamichi non è mai stato un fenomeno dalla lunetta. Li sbaglierà entram– checcosa?! Li ha messi dentro tutti e due?!».

La risata di Hanamichi, che abbracciava stra-felice sorella, cognato e chi più ne ha più ne metta, fu quella che si alzò più alta tra tutte le altre. «AhahaPoiché sono un genio!».

 

 

* * * *

Piccolo siparietto per l’autrice:

Per la serie: chi non muore si rivede! Rieccomi tornata dopo più di un mese di assenza! Perdono, tremendo perdono! Ma io vi avevo avvertiti che sarei stata tanto, troppo occupata con l’università! /é_è Lo so, lo so, vi ho abituati male, con gli aggiornamenti ogni settimana, ma… visto il periodo credo che vi disabituerete facilmente! XD

Passo subito ai ringraziamenti, così poi torno ad abbioccarmi sul letto…:

Black_Moody: ahaha! Lo sapevo io che ti saresti immaginata una scena del genere! Sto imparando a conoscerti bene, mi sa! X°D Eggià, il Gori una squadra così non so dove possa trovarla… a dire il vero, non so neanche se voglia trovarla, visti i precedenti! xD Però dai, anche se son dei casinisti per eccellenza, quando si mettono da fare in campo fanno scintille, questo non può negarlo! …E ora perché mi sta guardando con quell’espressione diabolica in viso? N-no, senpai, lo so che è soprattutto in campo che danno il peggio di loro stessi, ma… ma… aaaah! Perché devi prendertela con me, io mica li difendo! [seh, come no… ma mica posso andare a dirlo a quello sclerotico di un King Kong!] …Ok, si vede che son proprio stanca! Ci sentiamo presto, carissima! Un bacione e aggiorna presto anche tu! :*

MihaChan: che tesorah che sei! *_* /me ti spupazza tutta/ Ma guarda, non sono io che riesco ad inventarmi scenette comiche… è tutta colpa loro! *indica quel branco di caproni di cui non posso fare a meno* Io non mi assumo responsabilità, eh! ù_ù Un bacione, carissimissima :*

kuro: ma tranquilla, hai compensato con quest’ultimo commento! :) Shi, son tanto carini! Soprattutto Nobu che si dispera perché non riesce a stare con Hicchan… quanto mi diverto a trattarlo male, quella scimmietta adorabile! <3 Grazie bella! :*

Ed un ringraziamento anche a tutti i lettori anonimi! *_*

Un abbraccio strittoloso,

Kenjina.

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: kenjina