CAPITOLO
2. AD OCCHI APERTI
A casa
Berardi- Baudino la sveglia suona già da un po’,
anzi per essere precisi suona
già per la quinta volta, ma l’uomo e la donna
placidamente sdraiati e
accoccolati sotto le coperte non hanno alcuna intenzione di alzarsi e
infatti la
mano del vicequestore abbandona la pelle della sua professoressa
preferita e si
dirige sul comodino staccando definitivamente quella dannata invenzione
infernale che distrugge i loro attimi di quiete.
Avevano preso l’abitudine di svegliarsi sempre
un’oretta prima della sveglia
per avere del tempo per loro, per coccolarsi e potersi godere il
piacevole
tepore delle coperte che di prima mattina rappresentano quasi una droga.
“Dovremmo
alzarci” sibila la donna sapendo che anche quella mattina
arriverà in ritardo a
scuola e non ha proprio voglia di sentire le lamentele del preside, non
che non
fosse abituata, anche Mazzeo , quando era a Roma, la aspettava al
cancello
ticchettando con l’indice sull’orologio, ma
Pellegrini è tutta un’altra storia
purtroppo, decisamente poco piacevole.
“ e dai...
altri cinque minuti” le sussurra il suo uomo come fosse un
bambino e sa
esattamente come tentarla , infatti inizia la sua opera di
convincimento con una
scia di baci poco casti che dal collo
scendono lungo la sua schiena, lasciata nuda dalle coperte che il
vicequestore
ha provveduto ad abbassare per consentire libero accesso alle sue
labbra.
Diavolo tentatore!! E
questo è più che
sufficiente per provocare un brivido in Camilla che soffoca una risata
nel
cuscino e si lascia tentare da lui, esattamente come ogni mattina. E in
fondo
il bello è proprio questo, quell’uomo riesce a
scombinare ogni sua abitudine,
riesce a rendere piacevole ogni infrazione alle regole a tal punto da
renderla
criminale, dovrebbero arrestarli entrambi e magari chiuderli in una
cella.
Insieme. Da soli. Possibilmente senza sveglie e senza telefoni che
suonano.
Dopo un primo attimo di passività la donna riesce ad
afferrare un suo braccio e
lo tira contro di se catturando le sue labbra, afferra il suo volto tra
le mani
e dopo avergli stampato un altro casto bacio apre gli occhi alla
ricerca dei
suoi.
“Buongiorno amore “ sussurra con la voce ancora
camuffata dal sonno e provoca
un sorriso involontario del vicequestore che non è
esattamente abituato a sentirsi
chiamare così . Anche lei in quanto a colpi bassi non
è decisamente da meno.
“Se continui a chiamarmi amore non ti lascio scappare
via” sibila
infatti con uno sguardo che tradisce
tutta la sua eccitazione e la poca voglia che ha di lasciar andare via
la sua compagna
“perché non prendi un giorno di ferie?”
le chiede usando ancora una volta i
suoi modi per corromperla .
“Non sai
quanto mi piacerebbe ... ma..” risponde la donna che non
disdegna affatto una
mattinata di coccole sotto quelle coperte calde con il suo uomo ma non
fa in
tempo a dare un seguito al suo “ma” che
l’uomo le ha già passato il telefono,
con uno sguardo che la dice lunga su quello che succederà
dopo quella
telefonata.
Camilla ripensa al buon Oscar Wilde e alla sua massima
“l’unico modo per
resistere alle tentazioni è cedervi” e
tutto diventa più chiaro, non vede altra soluzione
possibile, compone il numero
della segreteria e chiama.
Chiama
mentre le labbra del vicequestore si impossessano della sua spalla, del
suo
collo, della sua guancia e le mani scivolano sotto le coperte alla
ricerca del
suo corpo.
In breve tempo il telefono viene lanciato via e Camilla si sente una
ragazzina
che invece di andare a scuola, approfitta dell’assenza dei
genitori per passare
l’intera mattinata nel lettone con il suo fidanzatino.
Peccato che lei da
ragazza non abbia mai saltato la scuola, chissà quante cose
si è persa, questa è
la seconda volta che le capita, ma è del tutto diverso dal
periodo Marco. Non
vorrebbe essere in nessun altro posto se non in quello, non vorrebbe
essere tra
delle braccia e dei muscoli diversi da quelli che adesso la stanno
stringendo.
Il corpo di Gaetano sul suo interrompe i suoi pensieri reclamando le
sue
attenzioni e finalmente lei abbandona tutto quel divagare di pensieri e
si
dedica al suo uomo.
E da li
è pura poesia, è la più bella
prosa d’amore mai scritta :
Unghia che si conficcano nella schiena.
Mani che si
intrecciano immobilizzate ai lati della testa.
Cuscini
lanciati via.
Muscoli che
si tendono.
.
Occhi negli occhi e sorrisi che si fondano.
Corpo che
diventano una sola anima.
E Gaetano sa
che quello è il momento giusto “ voglio un bambino
Camilla” sussurra l’uomo al
suo orecchio percorrendo l’incavo del collo della donna con
la punta del naso,
soffia sulla sua pelle e le lascia teneri baci. “Ti
prego” sussurra e la donna
lo abbraccia in modo materno, non è ancora convinta che
quella sia la scelta
giusta, non è più una ragazzina e nonostante la
vitalità non le manchi sa che
il suo corpo segue la rigida scansione dell’orologio
biologico.
Non risponde a quel lieto richiamo del suo uomo ma gli posa un tenero
bacio sul
naso e lui sa che per quella volta il discorso si è
concluso.
“Ti convincerò. Ci volessero altri dieci anni, ti
convincerò” le sussurra
mentre la risata cristallina della donna riempie la loro camera prima
di essere
sostituita da una nuova sessione di baci frenetici perché sa
che quella oltre
che la più rigida delle minacce è la
più dolce delle promesse.
Quando
parecchie ore dopo si chiudono la porta di casa di spalla hanno
entrambi un
sorriso rilassato e complice. Gaetano scende le scale per primo seguito
dalla
donna che protetta dai suoi occhiali da sole non disdegna
un’occhiata al
fondoschiena del suo vicequestore, ringrazia il giubbotto di pelle
dell’uomo
che copre fino alla cintura e si perde ad osservare quella forma che
fino a
poco prima è stata sotto il controllo delle sue mani.
Persa nei suoi pensieri non si rende conto di essersi fatta beccare in
pieno
dall’uomo che le rivolge un sorrisetto compiaciuto
“ti piace quel che vedi eh”
sibila divertito rendendo le guance di Camilla di un colorito
decisamente
rossastro. “Cammina..” replica allora spingendolo
verso la macchina. E
continuano a lasciarsi beare da quella atmosfera anche se il traffico
regna
sovrano, e durante il tragitto lei ne approfitta per posare la mano
sulla gamba
del suo uomo, sulla mano posata sul cambio o sulla sua nuca dove lascia
un
piacevole massaggio, per la gioia di Gaetano che non sa bene se frenare
di
botto, fermare la macchina e ammanettarla o rimanere relativamente
tranquillo
provando a condurli senza incidenti a destinazione. Quella donna mette
a dura
prova il suo controllo, non è facile per lui resistere a
quei tocchi, li ha
desiderati per dieci lunghissimi anni e non riesce ancora a credere che
quella
donna sia diventata finalmente la sua donna, ha sempre paura che
qualcuno
gliela porti via, che lei si penta e torni indietro e a volte si chiede
se
rispetto al passato di Camilla lui non sia inadeguato.
Arrivano al grande supermercato miracolosamente vivi e quando parcheggia e tira finalmente il freno
a mano afferra
quasi con brutalità il volto della
sua donna e la bacia per niente sazio delle ultime ore che hanno
condiviso, non
ne ha mai abbastanza di lei . Riceve in cambio una timida carezza sulla
barba
appena spuntata e si perde nei suoi occhi. Mano nella mano si avviano
per
comprare tutto l’occorrente per la festa di compleanno di
Tommy, il bambino
vuole una festa in stile far west e hanno davvero poco tempo per
organizzare il
tutto, soprattutto perché il bambino vuole che anche loro
due si travestano. Ed
è proprio al reparto costumi che sono diretti.
“Tu cosa
metterai?” le chiede Gaetano curioso guardando tra le taglie
dei costumi alla
ricerca di quella giusta per Tommy
“Non lo so ancora , troverò qualcosa
nell’armadio” risponde la donna prendendo
un cappello da cowboy per la nipotina.
“avrei un’idea” sussurra l’uomo
avvicinandosi a lei “potresti vestirti da
criminale, così ti arresto” sibila al suo orecchio
posandole un bacio sul lobo
dell’orecchio “per
esempio Eva Kant?”
“Troppo
sexy!
Potrei essere più una Julia Kendall, insegnante alla Hollyhock
University
che collabora come consulente con il tenente Alan Webb e soprattutto dotata di straordinaria
umanità e sensibilità”
“Potresti,
ma mi eccita di più pensarti come criminale”
confessa l’uomo cingendo il suo
corpo con le braccia.
“Non mi
sembra una saggia idea, potresti fare tu il criminale e io la spietata
sceriffa” propone allora liberandosi dalla sua stretta, ma
l’uomo scuote la
testa con fare sornione.
“Non mi
perderei
mai e poi l’occasione di ammanettarti” replica
guadagnandosi un’occhiataccia da
Camilla che si allontana sapendo dove portano quei battibecchi tra di
loro.
Cammina
lungo il corridoio del reparto e si perde ad osservare
l’immensa varietà dei
costumi fino a quando il suo sguardo non viene catturato da un costume
da
coniglio, per bambini da 6 ai 12 mesi. Era un costume di peluche
grigio, con
una macchia sulla pancia e un codino bianchi. Le orecchie sono lunghe e
il
coniglio raffigurato sulla confezione tiene in mano una carota, lo
osserva
attentamente e si perde per un attimo a fantasticare.
“Andrea dove scappi? Fermo! Devo
cambiarti il pannolino” un bambino dai capelli ricci castani
e gli occhi verdi
gattona per il grande salone cercando di fuggire al borotalco mentre il
suo
papà lo insegue disperato.
“Dai che tra poco torna la mamma e mi fai fare brutta
figura” aggiunge l’uomo
mentre il piccolo cucciolo si nasconde sotto il tavolo, si porta il
piedino
alla bocca e sorride divertito prima di essere afferrato dal suo
papà che, mettendolo
a cavalluccio sulle
sue spalle, lo
riporta in camera per cambiarlo. E quando
lei arriva, ferma allo stipite della porta, trova il bambino vestito da
coniglietto che agita il culetto per mostrare al papà il suo
codino bianco.
“Sei bellissimo amore di papà” dice
l’uomo prima di sentire un colpo di tosse
che serve per richiamare la loro attenzione.
“Guarda
chi c’è?! ” aggiunge e subito il
piccoletto gattona verso la mamma che lo
accoglie tra le sue braccia.
“Bello
il coniglietto di mamma” sussurra la
donna al suo piccolo primo di riempirlo di coccole.
“Camilla...
Camilla”
ripete l’uomo per
l’ennesima volta vedendola bloccata davanti ad un costume con
un sorriso ebete
in volto e con la mente lontana anni luce da li. Quando si ridesta dai
suoi
pensieri e guarda il suo uomo sorride e posa il costume al suo posto .
“Tutto bene?”
chiede l’uomo
“Meravigliosamente,
guardavo i costumi. Tu hai trovato qualcosa?” chiede provando
a cambiare
argomento prima che l’uomo la interroghi.
“No ho
solo
preso dei festoni e dei palloncini a tema per la festa, per il resto
non
dovrebbe mancare nulla, possiamo andare a pagare”
Lui
continua a parlare ma la
donna non lo ascolta, cammina verso la cassa e non può fare
a meno di pensare a
quel sogno ad occhi aperti, alza gli occhi al cielo e pensa che se
continua
così l’avrà davvero vinta lui,
riuscirà nel suo intento e forse senza dover
aspettare altri dieci anni.
“facciamo progressi” sussurra tra se e
se.
Marple’s corner:
Ed eccoci qui con un secondo capitolo! L’inconscio di Camilla
inizia a cedere,
ma sarà cosi semplice come sembra?!
Lo vedremo nel prossimo capitolo!
Volevo ringraziarvi per le vostre recensioni, volevo emozionarvi e
invece ogni
volta che leggo quello che scrivete mi emoziono io!