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Autore: _Brandy_    01/11/2015    1 recensioni
Clarisse ha un nuovo spasimante e Chris non ci sta proprio.
Una nuova profezia, una nuova avventura e un nuovo pericolo attendono i nostri eroi del Campo Mezzo-Sangue.
Un trio (o forse due) molto improbabile partirà per una difficile prova.
Si parla di amore, passione e di uno spietato omicidio .... (ah no, quella era un'altra storia -.-') comunque non mancheranno intrighi, tradimenti e tanto, tanto, tanto Chrisse *^*... in tutte le forme possibili ed immaginabili *^*.
Speriamo (storia a 4 mani) che questa introduzione vi invogli a leggere il nostro racconto ... in caso contrario leggetelo lo stesso ... fidatevi, merita ;)
Tratto dal capitolo 5 ... finalmente, l'avventura sta per cominciare *^*
"Un nuovo vecchio nemico nel buio giungerà
e l’impresa degli eroi, nell'ombra seguirà
...
Per trovarlo, nel principio dovran cercare
raggiungendo in fine, la lama del male."
Ok ... ci abbiamo messo un po' per ingranare e far partire i nostri eroi per la loro impresa, ma alla fine ce l'abbiamo fatta ^^
Tratto dal capitolo 6
Con una risata stridula si avvicino alla semidea disarmata. -Sei in mio potere.- la sollevò da terra con una mano artigliata alla gola. -Un ultimo desidero?-
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo in Alto delle Autrici
Rieccoci ^^ cari lettori mezzosangue, siamo tornate con un super mega-maxi special di Halloween ... il giorno dopo. *^*
Premettimo che di horror non c'é assolutamente niente, e neanche di Halloween ... -_- ... quindi, deboli di cuore, non temete ...
Bene ^^ preparatevi a leggere il capitolo da cui é partito tutto *^* muhuahah.... sì, perché in realtà tutto questo doveva essere una one short (lunga, ma pur sempre una one shot), ma tempo zero che si é trasformata in una storia moooolto più lunga XD 
In oltre, questo capitolo é un mio regalo personale extra per il compleanno della mia cuginetta I-chan  ^^
P.S. D'ora in poi i capitoli avranno cadenza non-so-quando perché con lo studio e quant'altro non sappiamo quando potremmo postarne di nuovi, ma speriamo in una pubblicazione bimestrale come massimo ^^ salvo eventi eccezionali ^^' idem per "Il dietro le quinte"
Buona lettura ^^



 

Oggi mi alleno con un altro
 
 
Lunedì
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
L’odioso suono si placò quasi subito, quindi Chris non ci fece molto caso, ritornando in uno stato di dormiveglia più profondo. Non sapeva quanto tempo fosse passato, non molto probabilmente, che un raggio di sole lo colpì in pieno viso.
-Mmm!- si lamentò -E’ già mattina?- allungò una mano sul letto, ma non c’era nessuno. Allora socchiuse gli occhi e vide Clarisse davanti a lui, girata di spalle, che si stava infilando una maglietta, ma riuscì comunque ad intravvedere la fascia del reggino sportivo. “Mmm! Oggi va il grigio!” Poi spostò lo sguardo sulla sveglia erano le 4.30.
-Clarisse?- la chiamò -Arrivo, dammi cinque minuti, mi sveglio e mi vesto!- anche se, dal tono della voce, non aveva la minima voglia di farsi pestare durante gli allenamenti mattutini della ragazza.
-Tranquillo, fa con calma! Basta che non ti fai beccare mentre esci dalla mia stanza. Altrimenti ti ammazzo. Comunque, oggi non serve che vieni all’arena!- gli disse infine allacciandosi la bandana rossa in testa.
-Come? Perché no?- le chiese ancora intontito dal sonno abbracciando il cuscino e respirando il profumo di lei.
-Perché oggi mi alleno con un altro.-
… -.- …
-Eh!?- sollevò la testa dal cuscino con i capelli arruffati e scompigliati, rimanendo interdetto ancora per qualche istante -Come? Che cosa hai detto?-
-Oggi mi alleno con un altro.- ripeté indifferente lei.
O_O
Chris ne rimase visibilmente scosso. Ormai del tutto sveglio, era in uno stato quasi catatonico, muoveva la bocca, ma non emetteva alcun suono. “Dovresti smetterla di prenderti gioco di lei in questo modo! Poterebbe stancarsi e mollarti!“ Chris cominciò a sentire la voce di Will che gli rimbombava in testa “-Dico sul serio Chris, se tiri troppo la corda, questa finirà col rompersi!-“ Aveva la gola secca e la lingua impastata “No, aspetta dai! Non c’è stato alcun genere di segnale sul fatto che mi volesse lasciare. Insomma, questa notte mi fatto pure dormire qui! Forse vuole dirmelo prendendomi alla sprovvista! Prima mi indora da pillola e poi mi trivella di colpi … No, no, non è da Clarisse, lei attacca a testa bassa senza guardare dai lati, va avanti e abbatte qualsiasi cosa abbia la sventura di trovarsi sul suo cammino. Calmati, calmati. Cerca di capire che cosa sta succedendo!”
Chris si schiarì la voce cercando di tornare padrone di se. -Beh, insomma, perché? Chi?-
Clarisse sbuffò, si stava infilando le scarpe -Il pivello!- disse seccata -Chirone mi ha chiesto di allenarlo durante questa settimana. Prima che Zeus decida che impresa affidargli.- si tirò su in piedi e questa volta parlò in tono più orgoglioso -Sai, io sono la migliore, quindi ha pensato che se lo alleno io avrà qualche possibilità di tornare.-
-Sempre se supera questa settimana!-
-Sì!- esclamò contrariata con le mani sui fianchi -Chirone vuole che ci vada piano!- sbuffò -Bene, allora io vado.-
-Aspetta!- balbettò il ragazzo -Se vuoi vengo e ti do una mano.-
-Ah! Non serve, non ti preoccupare. So che non ti piace allenarti! Guarda il lato positivo, hai una settimana di vacanza.- gli disse sogghignando -Anche se non so quanto potrà giovarti.- gli sorrise ancora, ma questa volta era un sorriso malandrino, però Chris non ci fece molto caso. Poi la ragazza si chinò su di lui e lo baciò dolcemente. -Non farti scoprire ad uscire di qui intesi? Altrimenti, non potrai più venire a trovarmi!- gli sorrise mordendosi l’angolo del labbro inferiore.
Lui le sorrise a sua volta, si mise a sedere a la baciò ancora e ancora.
-Ok, ma ora lasciami, altrimenti arriverò in ritardo.-
-E chi se ne frega!- baciandola ancora.
Clarisse gli sorrise, lo sentiva dal modo in cui lo stava baciando. -Sul serio Chris.-
Lui allora la lasciò di malavoglia e la guardò uscire dalla stanza sorridente.
Tempo neanche dieci secondi che Chris era già in piedi e vestito e stava scendendo lungo la parete della casa di Ares. “E io dovrei lasciarla sola con un tizio qualsiasi? Ma assolutamente no. E se le fa qualcosa? Certo lei si sa difendere benissimo … ma, ma, cavolo…”  in un istante scivolò con un piede e perse la presa, ritrovandosi dolorante steso al suolo. Fortunatamente era quasi arrivato a terra, quindi non era caduto da molto in alto, ma rimase senza respiro comunque per qualche secondo.
-Aia! Che male!- ancora mezzo indolenzito si girò da un lato e si alzò in piedi. Sbirciando tra le case notò che Clarisse aveva appena superato la cabina di Apollo. “Dannazione quanto cammina svelta! Non sarà impaziente di allenarsi, spero!?” Veloce entrò al limitare della foresta e la seguì a distanza, rimanendo nascosto all’ombra degli alberi. Una volta arrivato all’arena entrò dalla porta sul retro, salì sugli spalti e rimanendo nascosto nell’ombra osservò la scena. Fortunatamente l’arena aveva la stessa caratterista fonica dell’anfiteatro. Le persone che parlavano al centro del campo venivano udite anche nel punto più alto degli spalti, in più, quando Clarisse era in modalità scontro, se parlava, aveva un tono di voce piuttosto alto e spingeva anche il suo avversario ad urlare.
 
Quando Clarisse entrò nell’arena ebbe un attimo di stupore. Henry era già lì. Già armato e con la corazza protettiva.
La ragazza lo squadrò attentamente. In pochi riuscivano a sorprenderla sul campo di battaglia. -Sei arrivato, prima di me.- non era di certo una domanda retorica o una specie di complimento … e aveva di più l’aria di una minaccia, piuttosto che di un’affermazione scocciata. Erano le 4.55.
-Tu mi hai detto che non dovevo arrivare in ritardo, ma non hai accennato al fatto che non dovessi arrivare in anticipo!- sorrise e fece spallucce lui.
 
“Cos’è quello? Un tentativo di flirt?” Chris si sentì montare la rabbia in corpo.
 
-Mmm! E da quanto tempo è, che sei qui?- incrociò le braccia al petto impettita.
-Dalle 4.30!- le sorrise ancora Henry estraendo “Occhio di Pavone” dal fodero di cuoio marrone.
 
“Sì! Sta decisamente flirtando con la mia ragazza!” Chris serrò la mascella ed iniziò a molleggiare nervosamente la gamba.
 
Clarisse sollevò un sopracciglio piacevolmente colpita. -Ah!- poi osservò la spada -E quella?- la indico con un cenno della testa.
Henry la sollevò -Oh! Questa? È un regalo di mia madre! L’ha conficcata al centro della stanza da letto ieri sera e ha detto di usarla. Quindi pensavo che magari avrei fatto meglio ad usare questa, per abituarmi a combattere.-
La giovane guerriera scosse la testa in segno d’assenso. -Sì! È una buona idea, dato che hai solo una settimana per imparare a combattere è meglio che ti abitui subito ad usare l’arma che ti porterai in missione.- gli sorrise compiaciuta -Bravo, ragioni già come un guerriero, forse hai qualche speranza di sopravvivere.-
 
“Ah! Gli fa pure i complimenti! A me non ha mai detto niente del genere!” sospirò adirato Chris nascosto nell’ombra ad osservare la scena.
 
Henry sorrise compiaciuto e soddisfatto per quel complimento … un sorriso da idiota, a detta di Chris.
-Beh! Se riuscirò a sopravvivere la fuori sono certo che sarà solo per merito tuo!- e si mise in posizione di combattimento.
Clarisse sorrise. -Questo è poco ma sicuro, pivello!- prese una spada dall’armeria e lo incitò ad attaccare.
 
“IO LO UCCIDOOOO!” Chris stava letteralmente fumando d’ira “Lo voglio vedere morto, quello stoccafisso, quel bell’imbusto. No, no, quel tizio non è altro che una GATTA MORTA!” *^* 
“Voglio ucciderlo in tutti i modi possibili ed immaginabili. Avrà una morte sociale, mentale e fisica che la storia ricorderà come la più cruenta mai vista! Sì, sì! Lo filmerò mentre viene pestato a sangue da Clarisse e lo metterò su youtube!” sorrise divertito “Oppure potrei andare lì, in mezzo all’arena e battermi con lui e sconfiggerlo davanti agl’occhi di Clarisse allora… Lei -Oh Chris, come sei coraggioso e impavido. Sei il mio eroe.- con gli occhi a cuoricino.
Mentre io, col sorriso più spezzante e affascinante che possiedo, mi giro verso di lei le prendo il mento con due dita e poi mi avvicino e le dico in tono suadente -Per te questo e latro, baby!-“
Chris a quel pensiero sogghignò come un maniaco pervertito più che come un probabile omicida. Poi si ridestò “Ma a che cosa sto pensando!” e premette la fronte contro la ruvida parete di pietra dell’arena “Se Clarisse avesse gli occhi a cuoricino non sarebbe più Clarisse! Infatti, se interrompessi la sua sessione di allenamento mi infilzerebbe come un puntaspilli con tutte le lance del campo… Oh sì!” sorrise compiaciuto all’idea, ma si riprese subito “… Smettila cretino!” e cominciò a sbattere la testa sulla parete “Stupido, stupido, idiota, stupido!” poi si fermò con la fronte sanguinante a guardare giù nell’arena. “Potrei fargli cadere addosso un albero mentre passa vicino al bosco! … No, no, deve sembrare un incidente …”
“Allora, analizziamo la situazione. Clarisse lo allenerà per la maggior parte del tempo all’uso di una sola arma, la spada a quanto vedo, dato che ha solo una settimana di tempo si concentrerà sul fare in modo che possa usarla al meglio e poi, solo alla fine, gli darà un’infarinatura sulle tecniche base con le altre armi, in caso di necessità non si sa mai! Potrei allentare uno dei cardini del porta lance così quando faccia-da-sberle andrà a prenderne una gli cadranno tutte addosso infilzandolo.” Soffocò una risata malvagia e si mise ad osservare il loro allenamento, gongolando sul suo fantastico piano.
Anche se era la prima volta che faccia-da-sberle prendeva in mano una spada, se la cavava piuttosto bene, dovette amaramente ammettere Chris e sembrava che Clarisse si stesse divertendo.
“Con me non si diverte così!” dovette ammettere il ragazzo a malincuore T-T “Va bene che forse sono troppo occupato a rimanere vivo per potermene accorgere -_- però … !” T^T ad un tratto ebbe una folgorazione O-O “Con me … non si diverte!” O^O e sprofondò in uno stato catatonico-depressivo … catatopressivo senza precedenti.
Si rannicchiò con le ginocchia strette al petto guardandoli mentre si scambiavano vigorosi colpi di spada, affondi, parate e stoccate, rimuginando sui suoi pensieri precedenti e in men che non si dica finirono di allenarsi.
 
-Bene. Devo dire che sono soddisfatta. Sei più bravo di quanto mi aspettassi.- disse orgogliosa Clarisse.
-Davvero? Beh, essere stimolato, da un ottimo avversario, dà i suoi frutti …- rispose annaspando Henry, piegato con le mani sulle ginocchia.
La ragazza sollevò un sopracciglio. -Ottimo? Io sono la migliore!- ghignò lei gongolante con le mani sui fianchi.
 
O-O “Cosa fai Clarisse? Non fare la civetta! Così lo incoraggi e basta!” T-T Chris si era appena ripreso, ma solo per ricevere un’altra stoccata al cuore. “Lo so che non lo fai apposta! Tu non te ne rendi conto, ma tutti gli altri, sì!” 
 
-Comunque devi migliorare la resistenza!- incrociò le braccia al petto, non doveva mostrarsi troppo accondiscendente, altrimenti si sarebbe rammollito.
-Signor sì, signora.- le fece il saluto militare.
Lei ne fu divertita e decise di stare al gioco. Rispose al saluto -Riposo soldato.- poi andò a rimettere la spada nell’armeria -Bene ora andiamo a farci una doccia, una buona colazione e poi lezione di tiro con l’arco fino alle 10 e poi ti allenerai per migliorare la resistenza.-
-Ah … e quando mi riposo?- le chiese sfinito.
-Quando sarai morto.- gli rispose la ragazza mentre se ne andava, come se la cosa non le riguardasse.
 
O-O
Per quanto riguarda Chris, sebbene avesse ascoltato tutta la conversazione, l’unica parte che il suo cervello recepì fu “… andiamo a farci una doccia …” e la frase continuava a riecheggiargli nella mente come un eco.
“A-andiamo è plurale, quindi più di uno, loro sono in due, quindi era riferito a loro due, quindi ad entrambi; farci anche, anche quello è plurale, perché se in una frase c’è il soggetto al plurale anche il verbo va inteso al plurale, poi farci, -ci, -ci vuol dire insieme e loro erano da soli, quindi era riferito a loro, loro insieme; e, e poi c’è doccia, doccia, nome specifico di … nudi sotto l’acqua … NOOOOOO” @-@ a Chris girava la testa, si sentiva frastornato. Se le avesse prese da Clarisse sarebbe stato di certo mille volte meglio. Tornò a guardare al centro dell’arena. La gatta morta stava correndo dietro a Clarisse … Chris non poteva permettergli di fare i suoi porci comodi con la sua ragazza. Veloce scese le scale e uscì dal retro, come prima, li seguì stando nell’ombra e arrivato alle docce si aspettava di vederli entrare assieme, ma lui andò sulla struttura adibita ai ragazzi, mentre lei su quella delle ragazze.
… O^O … Inizialmente Chris rimase sorpreso, la scena che si era immaginato era un qualcosa tipo:
Clarisse e Henry avvinghiati selvaggiamente, nudi, sotto la doccia, lui sarebbe entrato e avrebbe preso la testa di Henry e gliel’avrebbe infilata nel sedere e lo avrebbe fatto diventare uno strano scherzo della natura.
Allora Clarisse gli avrebbe detto: -Oh Chris, perdonami per non aver notato prima tutta la tua virile possenza!- *^* con sguardo adorante.
Oppure sarebbe stato tipo:
Clarisse e Henry avvinghiati selvaggiamente, nudi, sotto la doccia, lui sarebbe entrato e avrebbe pestato Henry fino a ridurlo una poltiglia informe e sanguinolenta.
Oppure, ancora:
Clarisse e Henry avvinghiati selvaggiamente, nudi, sotto la doccia …
“NO! Non ci voglio pensare!” si accovaccio a terra e si prese la testa tra le mani. “Ma come diavolo mi vengono in mente queste cose! Perché mai Clarisse, la mia Clarisse mi dovrebbe tradire con l’ultimo arrivato! … Solo perché trascorrono un po’ di tempo insieme … e che sarà mai!? Insomma è stato Chirone a chiedere a Clarisse di allenare la gatta-morta-con-la-faccia-da-sberle, perché lei è la migliore! Uffa!” Si rendeva conto di comportarsi in modo ridicolo, ma non poteva farci niente. “Durante gli allenamenti era l’unico momento che potevamo stare insieme … beh, alle volte anche quando Clarisse mi spediva in infermeria potevamo stare un po’ da soli … mmm … sarà per quello che non mi dispiace farmi malmenare? Oppure è perché sono proprio un masochista? … Naaa!” Si alzò in piedi con rinnovato entusiasmo, in oltre era riuscito a calmarsi un po’. “Magari oggi pomeriggio riusciamo a stare un po’ da soli … nella foresta … potremmo giocare a Cappuccetto Rosso e il Lupo …” sorrise divertito mentre se ne andava a prendere un cambio e un asciugamano per farsi una doccia anche lui. ^-^
 
La mattinata procedette tranquilla, dopo colazione, come aveva già programmato, Clarisse e Henry si allenarono con il tiro con l’arco sotto la supervisione di Will. Essendo un figlio di Apollo la sua maestria con l’arco era superiore persino a quella di Clarisse anche se lei non l’avrebbe mai ammesso apertamente.
“Mmm … da lui si fa aiutare e da me no!” sbuffò Chris, ma rimase comunque ad osservarli da lontano, all’ombra di un pino, fingendo di sonnecchiare … “Forse dopo un po’ di tempo non mi darà più fastidio vederli insieme … com’è successo con Will! … Speriamo!”
Alle 10 precise tornando nell’arena Clarisse si accorse di Chris che bighellonava nei dintorni.
-Ehi!- lo salutò con un sorriso.
-Ciao!- Di immortales quanto amava quel sorriso. -Avete finito?- le chiese come se non sapesse nulla del loro programma.
-No! Ora inizia la parte più dura.-
-Che cosa?- gli occhi di Henry sembrava volessero uscirgli dal cranio.
-Devi migliorare la tua resistenza, te l’ho detto anche questa mattina, ricordi?-
-Sì!- T-T Henry sembrava voler scappare.
A Chris scappò un sorriso, ma non passò inosservato.
-Non è divertente.- lo guardò torvo Henry.
-No!- ribadì serio, ma poi tornò a sorridere -Solo un po’.-
-Scommetto che non riusciresti a resistere allo stesso allenamento a cui mi sottopone Clarisse.- lo sfidò beffardo il nuovo arrivato.
La giovane guerriera sollevò un sopracciglio e fissò Chris come per dire “Ti rendi conto che il pivello ti sta sfidando, vero? Vuoi lasciarlo fare?” e magari anche “Sii uomo e dagli una lezione! Non vorrai che prenda il tuo posto?” … beh, l’ultima parta l’aveva aggiunta Chris.
-D’accordo! Se vinco io dovrai abbassare la cresta, pivello.-
-Mentre, se vinco io …- Henry finse di pensarci su -Non interferirai più con i nostri allenamenti.- sghignò il ragazzo … “Come se sapesse …” pensò Chris.
-Ehi, ehi ragazzi, calma, questa non è un gara, è un allenamento serio. Chiaro?- si intromise Clarisse, ma ormai non la stavano più ascoltando.
-Tu farai da giudice, giuria e carnefice, d’accordo?- era una domanda retorica, la ragazza lo capì dal modo in cui Chris lo disse. Non l’aveva mai visto così serio e soprattutto non l’aveva mai visto così desideroso di far fatica.
Sospirò rassegnata -Mi piace la parte del carnefice!- ed entrarono nell’arena.
-Oh! Guarda chi c’è!? Percabeth!-
I due ragazzi si fermarono dal loro allenamento con la spada.
-Chris, ti ho già detto di non chiamarci così.- lo imbeccò Annabeth.
Lui sorrise divertito -Eh dai, vi sta così bene!-
-Ah, ah, ah! Se noi siamo Percabeth! Voi come vi chiamate?- gli chiese Percy indicandoli con la spada.
-Chrisse!- scrollò le spalle il ragazzo -Non è ovvio?-
Clarisse si tenne la fronte con una mano massaggiandosi le tempie e cercare di far sfumare l’imbarazzo -Tu hai unito i nostri nomi?-
-Non avevo niente da fare, mi sembrava una cosa divertente!- si strinse nelle spalle Chris.
-Voglio ucciderti.- espresse rassegnata la ragazza.
-Wow! Sei proprio bravo a mettere in imbarazzo le persone.- lo derise Henry.
Chris lo incenerì con lo sguardo, poi si voltò verso la ragazza. -Clarisse?-
-Vorrei sprofondare nel Tartaro!- bofonchiò lei, ma abbastanza forte perché Chris potesse sentirla. Poi sospirò profondamente e sollevò la testa. -Bene ragazzi, ora farete cento giri di campo, il primo che finisce vince. Tutto chiaro?-
Henry annuì e Chris fece lo stesso con aria colpevole e abbattuta.
-Ai posti. Pronti. Via! Percy, Annabeth voi farete i giudici con me.-
-Aspetta non coinvolg…- Percy cercò di protestare, ma uno sguardo truce di Clarisse lo dissuase. -Ok.- acconsentì rassegnato.
Dopo aver deciso, “tutti di comune accordo”, di rimanere lì a guardare due tizzi che facevano il giro dell’arena cento volte, si misero comodi, seduti sulle prime gradinate degli spalti di pietra.
-Senti, Clarisse?- Annabeth decise di interrompere il silenzio che si era creato -Perché stiamo, insomma stanno facendo questo?- indicando i due ragazzi che correvano testa a testa nell’arena.
La ragazza sospirò spazientita e le raccontò cos’era successo qualche minuto prima.
-Aaahn!-
-Cosa, ahn? Che significa, ahn?- le chiese spiegazioni Clarisse.
-No, è che mi sembrava ci fosse un po’ troppo testosterone nell’aria!-
Clarisse continuava a guardarla aspettando una risposta chiara.
Annabeth si schiarì la voce. -Credo che Henry abbia una cotta per te e credo anche che Chris se ne sia accorto e quindi, sta solo cercando di proteggere ciò che è … suo!-
Il volto della giovane guerriera avvampò e si voltò immediatamente a fissare l’arena come se ne valesse della sua vita. -No, non è possibile, ti sbagli.-
-Su cosa?- la guardò scettica la figlia di Atena.
-Su tutto!-
-Oh, ma andiamo, smettila! Ti rendo noto che tutti al campo sanno che tu e Chris state insieme, anche se ti ostini a far finta di niente, costringendo quel povero ragazzo a fare altrettanto!- sbottò Percy. -E poi è perfettamente normale che cerchi di proteggerti, non vuole perderti. Se ci fosse qualcuno che fa la corte ad Annabeth farei lo stesso anch’io.-
-Sul serio?- gli chiese lei con occhi languidi.
-Certo, diventerebbe cibo per pesci.- la rassicurò il ragazzo avvicinandosi a lei per rubarle un bacio, ma Annabeth si voltò verso Clarisse -Vedi, anche Testa d’alghe lo farebbe.-
-Ehi, io sono qui! Non parlare di me come se non ci fossi!-
Le ragazze lo ignorarono -Certo il fatto che sia una cosa così plateale probabilmente è dovuto al fatto che sono dei ragazzi, in fondo a loro piace esagerare e tendono sempre al drammatico.-
-Veramente, sono le ragazze ad essere più inclini al drammatico! Comunque in questo momento stanno facendo una semplice gara di virilità.-
Annabeth lo guardò accigliata. -Beh, in questo caso non basterebbe solo, solo, beh, ecco sì, fare una semplice misurazione?- era visibilmente imbarazzata.
-Da quando in qua sei così esperta?- le chiese altrettanto accigliato, anche se cercava di nascondere un sorriso divertito.
-Idiota!- si voltò scocciata a guardare l’assurda sfida.
Lui rise e guardò il campo. -Vedetelo come una gara per determinare un’immaginaria estensione fallica che comprenda sia la virilità, che la forza fisica, che mentale, per provare la profondità del loro sentimento a te, Clarisse e la loro superiorità, all’avversario.-
Le due ragazze lo guardarono allibite e quando lui se ne accorse si mise a fissarle -Che c’è?- domandò confuso.
-Non avrei mai pensato di sentire in un'unica frase le parole immaginaria, estensione e fallica … soprattutto detto da te.- Annabeth era rimasta a bocca aperta.
-Prissy la prossima volta che cercherai di fare l’intellettuale, ti prego, non farlo vicino a me.- concluse Clarisse.
 
Finalmente quei due invasati avevano finito di correre i cento giri dell’arena, ora stavano annaspando un po’ d’aria ad un lato del campo in una piccola chiazza d’ombra.
-Beh! Sono vivi! Devo dire che è già un buon risultato!- constatò Percy avvicinandosi con le ragazze.
-Questo è poco ma sicuro!- concordò Annabeth.
-Hanno appena cominciato. Non crederete che il mio allenamento sia qualcosa di così blando, spero?!- si voltò verso la coppia con un’espressione come per dire “Questo era solo il riscaldamento. Non ve ne eravate accorti?” -Allora.- si voltò verso i due ragazzi sfiniti davanti a loro -Ora mettetevi a terra e fate duecento flessioni e vedete di mantenere un ritmo regolare, dato che è la prima volta, terrò io il tempo e farete una pausa di trenta secondi ogni cinquanta piegamenti. Tutto chiaro? Bene. A terra.-
Senza discutere i due sfidanti si misero a terra ed aspettarono il segnale della ragazza per cominciare. Intanto, Clarisse aveva preso dalle mani di Annabeth la sua spada e seguita da Percabeth si sedettero sulla prima fila di spalti nel lato all’ombra dell’arena.
-Ad un battito scendete, all’altro salite e non azzardatevi a toccare terra col torace oppure ad inarcare la schiena o ad alzare il sedere. Tutto il vostro corpo deve essere in linea con le spalle. Bene. Pronti. Via.- ed iniziò a picchiettare col piatto della lama la superficie di pietra delle gradinate.
Annabeth constatò che ogni battito equivaleva ad un secondo e che non perdeva il ritmo, mai. Era secco, lineare, marziale, proprio da Clarisse. Lei e Percy si guardarono dispiaciuti per il duro allenamento dei ragazzi e per il loro ruolo in quella storia, che, a dirla tutta, non avevano ancora capito che cosa dovessero giudicate. Nessuno dei due avversari voleva perdere, seguivano il faticoso ritmo senza fiatare “Beh! Non credo che di fiato gliene sia rimasto molto per poter parlare!” pensò Percy.
Nessuno cedette, mai.
Si lasciarono cadere a terra ansimanti solo quando Clarisse gridò lo STOP.
-Avete due minuti di pausa vedete di recuperare in questo tempo.-
-Cosa? non abbiamo ancora finito?- chiese Chris col fiatone e le braccia indolenzite, mentre si girava supino per respirare meglio.
-Puoi pure andartene se vuoi!?- gli rispose Henry con mezzo sorriso sulle labbra.
-Ti piacerebbe, pivello! Dillo che non ce la fai più!- ribatté per tutta risposta l’ispanico.
-Sei tu quello…-
-Se avete tutto questo fiato potete benissimo ricominciare, vero?- ringhiò la loro allenatrice.
Nessuno più parlò fino alla scadere dei due minuti.
-Ora, con lo stesso metodo di prima, farete cinquecento addominali.-
Chris ed Henry si misero in posizione ed attesero il segnale.
-Pronti. Via.-
L’allenamento durò fino all’ora di pranzo, ma nessuno dei due cedette. Chris si sentiva sfinito, non si sarebbe mai più lamentato di un allenamento corpo a corpo con Clarisse, in quello almeno aveva più fantasia di movimento ed usare la sua agilità per difendersi e combattere. Qui invece, era solo un rigio lavoro di muscoli e ormai i suoi stavano per partire per un viaggio di sola andata per il Tartaro.
-Bene, per questa mattina abbiamo finito ora andatevi a fare una doccia e poi a mangiare … Henry, con te ci ritroviamo qui alle 4.00, anzi no alle 3.00 quindi mangia leggero.-
-E lui non viene?- indicò con un gesto del capo il ragazzo ispanico.
-Oggi pomeriggio riprenderemo l’allenamento con la spada, non posso occuparmi di entrambi e poi mi devo concentrare su di te. Hai solo una settimana per prepararti all’impresa che ti affiderà Zeus.-
-Allora chi ha vinto?- chiese ancora Henry.
-Nessuno.-
-Beh! Allora, oggi pomeriggio potremmo affrontarci con la spada, una sfida amichevole e riprendere…- continuò il ragazzo.
-Anzi no, mi sono sbagliata. Ho vinto io.- lo interruppe Clarisse -E lo sai perché? Perché vi siete allenati come se non ci fosse un domani. Ma vedo che tu sei ancora pieno di energie, forse vuoi continuare?-
-Quindi, ho vinto io!- le sorrise compiaciuto Henry lanciando anche un’occhiatina di scherno a Chris.
-Alle docce.- Clarisse era pericolosamente seria. -Subito.-
Henry abbassò leggermente la testa e con la coda tra le gambe uscì dall’arena.
A Chris scappò un sorriso.
-E tu che cos’hai da ridere?- gli ringhiò contro la ragazza.
-Niente è che me l’aspettavo che l’avresti detto.-
-Cosa?- lo guardò confusa incrociando le braccia al petto.
-Che avevi vinto tu!- si strinse nelle spalle. -Tu vinci sempre.- le sorrise.
-Chi è la causa di questa pagliacciata? Vedi di non intrometterti anche oggi pomeriggio.- Clarisse non sorrideva, lei era furiosa.
-C-Clarisse, io…-
-Alle docce.-
-Clarisse…-
-Adesso.-
Chris non abbassò la testa. Chris sostenne il suo sguardo. Anche lui era arrabbiato. -Como comandos.- (trad. “Come comandi.”)
Lo spagnolo lo usava solo per farle piacere, lui lo sapeva che lei adorava sentirlo parlare in spagnolo, ma questa volta lo usò per farle capire come si sentiva, beh, almeno ci provò perché non aspettò una sua reazione e se ne andò alle docce. Era furioso, aveva fatto tutto quello solo per lei, per dimostrarle che non era una mammoletta, che era forte, che era degno di lei … e lei cosa gli dice “Non intrometterti … Alle docce.”
“Questa mattina era tutta un bravo di qua e un bravo di là per quel faccia-da-sberle, tutta fiera e orgogliosa. Mentre adesso, per me, neanche un sorriso. Eppure lo sa che non mi piace allenarmi. Dannazione!” imprecò dando un calcio ad un albero con tutta la suola della scarpa. Fu un colpo così forte da staccare un pezzo di corteccia.
-Ahi!- una ninfa ne usci massaggiandosi una gamba -Che ti è preso, sei forse impazzito? Guarda che mi hai fatto male sai?- lo rimproverò guardandolo in cagnesco con i suoi occhi totalmente verde muschio.
-Scusa.- disse brusco continuando a camminare.
-Che modi, sei solo un bullo un anti ambientalista, sei peggio degli animali che fanno i loro porci comod…-
Chris si fermò e tornò indietro, prima Clarisse e adesso una ninfa qualunque, eh no, ora basta. -Vorrà dire che la prossima volta ti farò visita con una motosega. Contenta?-
La ninfa lo guardò pallida ed inorridita e fuggì spaventata. Chris rendendosi conto della stupidaggine che aveva fatto cercò di fermarla, di spiegarle -No, dai aspetta, scusa, mi dispiace, non volevo, non dicevo sul serio … mi dispiace.- perché non ne faceva mai una giusta. Quando nella sua testa c’era Clarisse, tutto il resto spariva, anche il buon senso … e questa poi, era la prima volta che litigavano in quel modo, che sì, non avevano proprio litigato nel vero senso del termine, ma quello scambio di sguardi era peggio di mille insulti.
Chris si sedette su di una roccia, vicino all’albero che aveva colpito, sperava che la ninfa tornasse, per poterle chiedere scusa, almeno a lei.
L’ora di pranzo passò … e piano, piano, un po’ titubante, la ninfa tornò al suo albero ma quando vide il ragazzo si fermò terrorizzata, stava per andarsene di nuovo, ma questa volta Chris fu più rapido e quando le chiese scusa lei si fermò ad ascoltarlo. Allora lui le raccontò tutto, della gara, del litigio, di come si sentiva e del perché aveva tirato quel calcio. La ninfa ascoltò paziente, ma comunque infastidita e forse ancora un po’ spaventata, in fondo, alberi e motoseghe non vanno molto d’accordo.
-Va bene, per questa volta ti perdono, ma vedi di non prendere a calci più il mio albero, nessun albero.- e poi si affrettò ad aggiungere -E di non usare motoseghe.-
Chris sorrise -Farò il possibile!- chiarita la situazione stava per andarsene, quando la ninfa lo chiamo.
Era per metà dentro l’albero -Senti, forse dovresti dire alla tua ragazza quello che hai detto a me, se magari vi chiarite tutto tornerà a posto o comunque, sarà meglio di rimanere arrabbiati, no?-
-Sì!- il ragazzo le sorrise sereno -Hai ragione. Lo farò! Grazie!-
Anche la ninfa gli sorrise e sparì nell’albero.
 
Purtroppo l’ora di pranzo era finita, ma fortunatamente le arpie delle pulizie avevano appena iniziato a sistemare il padiglione, così, Chris, furtivo e silenzioso riuscì a sgraffignare un paio di mele verdi, le sue preferite e un bel grappolo gonfio di chicchi d’uva bianca, un pagnotta e un pezzo di formaggio morbido (ottimo con la frutta).
Trovatosi un posto tranquillo e all’ombra, iniziò a pranzare e ad ideare un piano d’azione. “Allora, una volta finito di mangiare vado a farmi una doccia veloce, poi potrei andare da Clarisse e … no, no, mi ha detto di starle alla larga oggi pomeriggio, quindi forse è meglio se ci parlo questa sera … sì, sì, questa sera, dopo cena, mi arrampicherò in camera sua e ci chiariremo. Sì, bene. Però finché arriva questa sera, cosa faccio? Potrei andare a vedere da lontano come vanno gli allenamenti del pivello. In fondo Clarisse mi ha detto di starle alla larga, quindi, se guardo e non mi faccio vedere, non dovrebbero esserci problemi!” E così fece … ma forse, andare a guardare gli allenamenti di scherma della gatta-morta-faccia-da-sberle non fu una grande idea. Infatti, non faceva altro che pensare di pestare il pivello in tutti i modi possibili ed immaginabili. Con una vanga, un bastone, sotto gli zoccoli di un pegaso, sotto quelli di Chirone, oh sì, anche sotto una mandria di party pony, oppure lui si potrebbe trovare più a suo agio sotto gli zoccoli di una mandria di lente e placide vacche … tutte in fila per uno sopra di lui. Sì, quest’ultima opzione gli piaceva di più, magari dopo averlo batacchiato un po’ con una vanga però.
 
Finalmente l’ora di cena arrivò, Chris mangiò nervosamente poco niente, non faceva neanche caso alle frecciatine di un paio dei sui fratelli, era inquieto, agitato, aveva paura di sbagliare qualcosa e di peggiorare le cose, ma come gli aveva detto la ninfa, doveva provare “comunque sarà meglio di rimanere arrabbiati, no?”
“Sì, sarà comunque meglio.” Si rispose mentalmente.
 
“Bene! È il momento!”
Agile e furtivo si arrampicò fino alla finestra di Clarisse e scivolò dentro alla stanza con movimenti fluidi e silenziosi. Chris si aspettava di trovarla intenta a fare i suoi esercizi serali, ma la ragazza, non era lì.
“Dove sarà? Non starà facendo a botte con qualcuno, spero! Naturalmente spero che non gli faccia troppo male! A meno che non si tratti di Henry, allora potrebbe pestarlo per bene.” Pensò divertito, ma poi un’ombra scura gli rabbuiò il volto “Aspetta e se adesso fosse proprio con Henry. Insomma, per venire qui, senza essere notato, l’ho persa di vista e non ho proprio badato a Henry durante la cena.” Il panico prese il sopravvento, il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, si passò una mano sulla fronte e poi cominciò a tormentarsi il labbro inferiore col pollice e l’indice camminando nervosamente per la stanza. “E se adesso fossero in riva al lago a camminare romanticamente mano nella mano? NO, no, non può essere, ragioniamo. Clarisse non si farebbe mai vedere così apertamente amoreggiare con qualcuno. Andiamo! Non l’ha mai fatto con me…”
Pausa pre-panico.
O-O
Panico.
“E se il problema invece, fossi proprio io? Se fosse con me che non si vuole far vedere in giro? Infondo, agl’occhi di tutti io ho tradito il campo e non importa se sono tornato. Dal punto di vita di un guerriero potrebbe equivalere ad una forma di disonore … e … e quindi … Clarisse, si vergognerebbe di farsi vedere con me.” I suoi pensieri furono interrotti da delle voci fuori dalla finestra e lui, nascosto, si avvicinò per guardare e sentire meglio. La stanza della ragazza era una di quelle laterali e quindi fece fatica a vedere cosa stava succedendo. Però non aveva alcun dubbio.
Fuori dalla casa di Ares, c’erano Clarisse e Henry.
-Allora, a che ora ci vediamo domani?- le chiese il ragazzo.
 
“Dannato bastardo, guarda che si tratta di una sessione di allenamento, non di un appuntamento. Vuoi morire per caso?” Chris strinse i pugni talmente tanto da farsi diventare le nocche bianche.
 
-Alle 5.00, come oggi.-
-E cosa faremo?-
-Quello che abbiamo fatto oggi. Sempre se riuscirai ad alzarti dal letto.- sogghignò lei.
Lui sorrise. -Se ci riesco allora usciamo insieme?-
O-O
 
O-O
“IO LO AMMAZZO DI SICURO!” *^*
Fortunatamente Chris non soffriva di attacchi di combustione spontanea altrimenti avrebbe ridotto, non solo la stanza di Clarisse, ma tutta la casa di Ares in un cumulo di cenere.
 
Clarisse era ancora a bocca aperta per la sorpresa, era convinta che Annabeth si sbagliasse ed invece … -Ah, a-ascolta, io sono la tua insegnante e nient’altro, ok?-
-Ok!- rispose il ragazzo storcendo un po’ il naso. -Però se torno vincitore dalla prova di Zeus, ne riparliamo.- la guardò con occhi lascivi -Buona notte.-
-N-Notte!- Clarisse era senza parole, era la prima volta che piaceva ad un ragazzo. Certo, eccetto Chris. Solitamente lei li faceva fuggire a gambe levate, non si mettevano a farle la corte. Senza accorgersene il cuore cominciò a battere più velocemente. Sarà anche stata una dura e burbera figlia di Ares, ma era pur sempre una ragazza ed essere corteggiata, le faceva piacere.
“Assolutamente no.” Si riprese. Entrò nella cabina 5 di gran carriera e si sarebbe diretta subito in camera, se uno dei suoi fratelli non avesse attirato la sua attenzione con un sonoro fischio da muratore -Quello chi è? Il tuo nuovo ragazzo?- sogghigno -Anche se è già condannato a morte, almeno è meglio del traditore.- e rise di gusto.
In cinque passi, Clarisse era già su di lui a pestarlo di botte. Gli fratturò la mascella e forse anche qualcos’altro. Ora non avrebbe più riso o parlato per ameno due giorni. Lei ne uscì con un labbro spaccato e un taglietto sul sopracciglio sinistro.
Quando entrò in camera non ebbe neanche il tempo di sospirare che notò una sagoma seduta sul suo letto e si spaventò, poi mise a fuoco era Chris.
-Chris, Di immortales, mi hai fatto prendere un colpo!- gli disse a bassa voce chiudendo la porta.
-Mi dispiace è che …- quando sollevò lo sguardo vide le sue ferite si alzò subito dal letto e si avvicinò a lei sospirando -Sempre a fare a botte, eh?- la rimproverò, anche se il suo tono era più quello di una persona rassegnata ad essere preoccupata. -Dai siediti.-
-Posso fare come se fossi in camera mia, vero? Che gentile!- scherzò lei e si sedette sul letto.
Chris prese dall’armadio il kit di pronto soccorso che le aveva dato di scorta, “Non si sa mai!”, le aveva detto. Dentro c’erano dei cerotti, molti cerotti, del disinfettante un paio di garze e delle bende. A volte capitava che non le andasse di andare in infermeria. “Sono solo dei graffi! Che ci vado a fare? A farmi prendere in giro da Will?” diceva. A parte il fatto che Will non avrebbe mai detto niente del genere, tranne forse “Clarisse, ancora tu? Non me l’aspettavo. La prossima volta ti aspetto in un sacco per cadaveri.” Ma poi l’avrebbe rimessa in piedi più forte di prima.
Ecco questo era uno di quei casi “no!”, erano due graffi e in infermeria non ci sarebbe andata per nessun motivo al mondo.
-Cosa ci fai ancora qui?- le chiese con la delicatezza di una macchina che ti passa sopra sette volte perché il guidatore non è convinto di averti preso sotto nel modo giusto. -Hai ancora problemi con gli altri ragazzi della cabina 11?-
Chris si sedette sul letto, di fianco a lei, mise un po’ di disinfettante su una garza e cominciò a pulirle le ferite -Girati un po’ verso di me! Sì ho ancora problemi, ma non è per questo che sono qui.-
La ragazza corrugò la fronte. -Per cosa allora?-
-Stai ferma.- la rimproverò lui -Volevo chiederti scusa per oggi, non ho .. non ho avuto un comportamento molto maturo …- sospirò e passò a disinfettarle il labbro -E’ solo che … quel tizio mi dà sui nervi e non sopporto che ti ronzi attorno.-
Lei sorrise. –Veramente, sei piuttosto carino quando fai il geloso. Però, non era per quello che mi ero arrabbiata oggi.-
Chris si fermò la guardò confuso -N-No? E allora perché ti sei arrabbiata?-
-Per la storia della fusione dei nomi. Ma come ti è venuto in mente dico io?-
-Beh, un pomeriggio che non avevo niente da fare, tu non c’eri, mi annoiavo e mi sono messo a guardare la gente che camminava per il campo. Ad un tratto ho visto Percy e Annabeth che andavano in giro mano nella mano, mi è venuto in mente il mito delle due metà di Platone e ho pensato a come si sarebbero chiamati se in realtà fossero un'unica entità: Annarcy, ma non suonava bene; Percybeth, ma mi sembrava poco poetico il fatto che il nome di lui ci fosse tutto e quello di lei no; e poi è saltato fuori Percabeth e mi è sembrato perfetto. Poi ho pensato a noi e il nome mi è venuto subito.-
Clarisse sospirò -Io intendevo come ti è venuto in mente di dirlo davanti a tutti, soprattutto a Henry!?-
-Da quando in qua ti preoccupi di quello che pensano gli altri? E cos’ha Henry di speciale?- la cosa irritava non poco Chris.
-Henry non ha niente di speciale! Solo che non volevo perdere la mia autorità davanti a lui, sono io che lo alleno.-
-Se non ha niente di speciale, allora perché non gli hai detto subito che hai un ragazzo, quando lui ti ha invita ad uscire?- gli chiese arrabbiato il ragazzo.
-Tu, mi hai spiata?- gli chiese incredula Clarisse.
-No. Beh! Sì, ma è stato un caso! Ero qui che ti aspettavo e ho sentito per caso la vostra conversazione.-
-Oh, quindi anche oggi ti trovavi per caso vicino all’arena e al poligono di tiro?-
Chris non disse nulla.
-Dimmi, come posso crederti?-
-Già, in fondo io sono un traditore, vero? E un condannato a morte è sempre meglio di me, giusto?- le chiese cupo.
-Hai ascoltato anche questo.- Clarisse incrociò le braccia.
-Beh, sappi che è difficile non sentire un figlio di Ares quando apre la bocca. Avete tutti un tono piuttosto roboante.- scavalcò la finestra.
-Cosa fai?-
-Me ne vado. Non credo tu mi voglia qui questa notte.- stava mettendo fuori anche l’altro piede quando Clarisse parlò.
-Bene, bravo. Scappa. Questo è quello che sai fare meglio. Andartene.-
Chris si fermò come pietrificato. -Sai Clarisse, di tutti, credevo che tu saresti stata l’unica, che non mi avrebbe mai parlato in questo modo. Che non me l’avrebbe mai rinfacciato.- glielo disse senza voltarsi, senza guardarla, per poi scivolare via nel tepore della sera.
 
Chris era arrabbiato, arrabbiato con se stesso perché, per l’ennesima volta, non era riuscito a fare quello che veramente voleva. Si diresse nella foresta, addentrandosi sempre di più, sperando di incontrare qualche mostro per sfogare la sua frustrazione.
 
Martedì
Oggi Clarisse era di pessimo umore e lo sfogava tutto su Henry, il ragazzo riusciva a stento a difendersi dai suoi colpi, figuriamoci pensare di attaccare.
-Clarisse, c’è qualcosa che non va?- le chiese alla fine dell’allenamento pre-colazione.
-Non sono affari che ti riguardano. Più tardi ti aspetto al campo di tiro.- e se ne andò.
“Sai Clarisse, di tutti, credevo che tu saresti stata l’unica, che non mi avrebbe mai parlato in questo modo. Che non me l’avrebbe mai rinfacciato.”
-Al diavolo. Razza di stupido.- e tirò un forte calcio ad un albero.
-Ahi! Ancora? Questa volta …- la ninfa che ne uscì massaggiandosi la gamba smise di parlare non appena vide Clarisse -Ma tu non sei quello di ieri!?-
-Che perspicacia.- la derise la ragazza.
-L’altro era più carino e innamorato.- la ninfa assunse uno sguardo trasognato. -Pensa aveva litigato con la sua ragazza e si era venuto a sfogare su di me. Ma che tipo!- ricominciò indignata -Ma poi mi ha chiesto scusa e mi ha raccontato tutta la storia. Chissà se hanno fatto pace?-
-Sì, beh addio.- tagliò corto Clarisse.
-Assetta com’è che aveva detto di chiamarsi … ah sì Chris.- disse fra se e se la ninfa.
La ragazza si fermò di scatto -Chris?-
-Anche tu dovresti imparare da lui e chiedermi scusa.- le disse tutta impettita la ninfa.
-Tu hai parlato con Chris? E Quando?- Clarisse si era avvicinata di nuovo alla ninfa, ma lei faceva finta di ignorarla. Clarisse si trattenne dallo sradicarle l’albero a mani nude e fece un respiro profondo. -Mi dispiace per il calcio, non pensavo che questo albero fosse abitato. Ora potresti, per favore, dirmi di Chris.-
La ninfa si girò appena per guardarla -Perché vuoi sapere di lui?- gli chiese ancora un po’ indispettita.
Clarisse sospirò. -Perché sono la ragazza con qui ha litigato.-
-Oh! Davvero?- le chiese la ninfa girandosi verso di lei tutta eccitata -E dimmi, com’è andata?-
-Beh! Mi ha chiesto scusa, per il motivo sbagliato, ma poi, abbiamo litigato ancora!- Clarisse fece una smorfia e si sedette su di un masso vicino all’albero della ninfa. -Ed è stato ancora peggio. Gli ho detto una cosa orribile, dopo che lui aveva cercato di dimostrarmi che era forte …-
-Oh! Con quella sfida con quel ragazzo che stai allenando?- la interruppe la ninfa.
-Sì! Quello!- sospirò la ragazza.
-Devi essere più positiva! Emani una forte negatività, se una pianta vivesse con te si suiciderebbe!-
Clarisse si voltò a guardarla, come se non aspettasse altro che una ‘frase positiva’ come quella potesse risollevarle il morale. “Ma perché mi sono messa a parlare con una ninfa?”
-Sai, il tuo Chris si era seduto proprio sulla roccia dove sei tu adesso! Noi creature della natura interpretiamo questi atti come un segno del destino. Sono certa che tra di voi le cose si sistemeranno per il meglio, vedrai. Ora però …- la ninfa annusò l’aria -… sarebbe meglio che ti andassi a fare una doccia sai.-
Clarisse sorrise. -Già, è meglio!-
Sperando che la ninfa avesse ragione, andò a farsi una doccia e continuò a passare la giornata ad allenare Henry aspettando impaziente la sera, desiderando che Chris, da un momento all’altro, entrasse dalla finestra della sua stanza e si accoccolasse nel letto abbracciato a lei. Purtroppo però, Chris quella notte non si presentò.
 
Mercoledì
Clarisse fece fatica ad alzarsi quella mattina, si era addormentata tardi nella speranza che Chris arrivasse, ma dormì da sola tutta la notte.
Durante gli allenamenti, venne quasi disarmata da Henry, ma si riprese subito e contrattaccò fino ad avere la meglio.
Anche durante i pasti Chris non si faceva vedere, così prima di andare al campo di tiro con l’arco andò a parlare con i fratelli Stoll, solo per accertarsi che non l’avessero appeso da qualche parte.
-Chris? No, noi non ne sappiamo niente! Per quello che ci frega!- disse Travis.
-Ma è vostro fratello!- sbottò Clarisse.
-Era nostro fratello! Fino a quando non ha deciso di allearsi con Crono.- rincarò la dose Connor. -Non riesco a capire come tu possa stare con lui.- concluse con disprezzo.
A Clarisse si strinse il cuore “Come ho potuto trattarlo così? Sta già subendo tutto questo e non ha mai detto niente. Non si è mai lamentato. Non ha mai chiesto aiuto.”
“… ho rotto qualcosa che non può essere aggiustato …”
Lui gliel’aveva detto, ma lei non aveva fatto niente. Era stata così stupida d’aver creduto si trattasse di qualcosa di materiale, invece …
“Clarisse La Rue sei proprio una stupida!”
“… sta solo cercando di proteggere ciò che è … suo!”
Anche quella sapientona di Annabeth gliel’aveva detto.
“Dannazione!”
Ora non poteva andare a cercarlo, era già in ritardo.
Quel giorno fu infinitamente lungo, non aveva mai pensato che le sessioni di allenamento potessero essere così lunghe, noiose ed estenuanti. Voleva solo andarsene, andarsene a cercare Chris.
Durante la sessione pomeridiana con la spada, Henry riuscì anche a ferirla, ma ebbe comunque la meglio lei.
Quella sera però, quando tornò in camera Chris era lì che l’aspettava.
-Farsi colpire da una mossa così banale, ma dove avevi la testa?- il ragazzo si scostò dalla finestra, sul letto c’era già il kit di pronto soccorso.
-Mi stavi spiando ancora?- incrociò le braccia al petto.
-Io non ti spio.- la corresse Chris -Io ti guardo. Ti guardo, sempre.-
Chris era davanti a lei e la guardava negl’occhi. Dolcemente le scostò una ciocca di capelli dalla fronte. Le era mancato così tanto.
-Ero preoccupata per te. Dove sei stato?-
Lui le sorrise e le prese la mano portandola a sedersi sul letto. -Nella foresta, a pensare…-
-Ma sei impazzito. Ci sono i mostri là.- lo interruppe brusca lei.
-… e a spaccare qualche testa.- lui le sollevò delicatamente il braccio, lo disinfettò per quel che era possibile e le spalmò una pomata lenitiva, poi le mise una garza e lo fasciò. -Sai, a volte anch’io ho bisogno di sfogarmi … polverizzando qualche mostro.-
-Sì, ma è pericoloso andare lì da solo e poi … aspetta, ma non hai neanche un graffio!?- lo guardò stupita.
Chris sorrise imbarazzato -Non sono così debole come credi Clarisse.-
-N-Non volevo dire questo e … neanche l’altra volta, io … scusa.-
-No, non ti devi scusare, io sono stato un’idiota, ero concentrato solo su di me e sulla mia gelosia, e non ho capito che eri sotto pressione per il tuo ruolo di allenatrice. Infondo, la vita di quella gatta-morta-faccia-da-sberle dipende dal tuo metodo d’insegnamento.-
Clarisse sorrise. -Gatta-morta-faccia-da-sberle? Non avevo capito che fossi così geloso. È una cosa seria.- lo guardò di sottecchi.
Chris si voltò verso di lei -Tu sei una cosa seria.-
La ragazza arrossì e si sentì il cuore martellarle a mille, sembrava sul punto di voler schizzare fuori dal petto e scoppiare, ma non voleva distogliere lo sguardo da lui, aveva paura che se ne andasse ancora -Non andartene più via senza dirmi niente. Intesi? Non mi piace quando te ne vai via da me.-
-Todo lo que quieras mi amor.- regalandole il bacio più dolce che le avesse mai dato. (trad. “Qualsiasi cosa tu voglia amore mio.”)
Poi Clarisse si ricordò -Ma, io non ti avevo detto di starmi alla larga?-
-Sì, l’hai detto, ma non mi hai vietato di guardare, quindi ho pensato che, se guardo e non mi faccio vedere, non dovevano esserci problemi! Giusto?-
Lei gli sorrise felice. -Mi piace quando infrangi le regole trovando delle scappatoie Rodriguez.- e lo baciò ancora.
 
Giovedì
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
Il mattino seguente, come tutte le mattine, nella camera di Clarisse la sveglia suonava alle 4.30, ma lei dormiva così bene tra le braccia di Chris, che fu un supplizio aprire gli occhi.
Dopo essersi chiariti la sera precedente lo aveva spinto a sdraiarsi sul letto e le si era accoccolata a fianco … a dirla tutta, le si era avvinghiata al fianco. Le aveva appoggiato la testa sulla spalla, mentre con un braccio gli cingeva il petto e con le gambe ne aveva avvolto una delle sue … tipo Kraken ad una mal capitata nave … così, per evitare che andasse da qualche parte.
Chris, dal canto suo, non aveva opposto la benché minima resistenza. Anzi, aveva affondato il viso nei suoi capelli, le teneva dolcemente il braccio sul suo petto e le avvolgeva la schiena con la mano libera.
-Mmm … non voglio alzarmi.- si lamentò Clarisse
Chris sorrise inspirando il profumo di lei. -Vuoi far piovere per caso?-
DRIIIN … DRIIIN … DRIIIN …
-Spegnila.-
Chris ruotò leggermente il busto spostando lievemente anche lei e allungò il braccio, che teneva la schiena di Clarisse, verso il comodino e spense la fastidiosa sveglia, poi rimettendolo subito a contatto con la ragazza.
-Sai, se non avessi avuto niente da fare e mi avessi detto che non ti volevi alzare, ti avrei volentieri tenuta a letto tutto il giorno.- sospirò rassegnato -Purtroppo però, devi allenare Henry gatta-morta-faccia-da-sberle per la sua imminente impresa e se dovesse schiattare nel compierla, tu ti sentiresti tremendamente in colpa e dato che, vederti depressa non mi va proprio, vedi di alzarti, andare ad allenarlo, magari pestarlo un po’, solo per la mia gioia personale e poi, tornare da me prima di subito. Che dici?- le disse baciandole la fronte.
Clarisse sollevò lo sguardo e lo baciò -Mi piace la parte “prima di subito.”- sorrise un po’ maliziosa -E mi piace quando dai gli ordini, sei davvero sexy.-
-Mmm, smettila, non rendermi così difficile lasciarti andare … da lui.- concluse schifato.
-Va bene.- la ragazza si sollevò -Vado, l’ammazzo e torno.- gli diede un rapido bacio a stampo e si alzò dal letto.
-Mi piace. Soprattutto la parte de “l’ammazzo e torno”.- si mise a sedere lui. -Posso venire ad assistere? Naturalmente, senza essere visto.-
-Se ti dicessi di no, troveresti una scappatoia per venire comunque, giusto?-
-Giustissimo!-
Lei gli sorrise, si voltò e cominciò a cambiarsi. Chris la osservò pochi secondi e si costrinse a distogliere lo sguardo. -Non dovresti cambiarti di fronte a me, potrei saltarti addosso, sai?-
Clarisse vide con la coda dell’occhio che si era voltato e sorrise compiaciuta. -Davvero?- gli chiese con tono da finta innocente.
Chris intanto si era sdraiato sul letto e guardava il muro dalla parte opposta. -Devo trovare il modo di stare da solo con te in cabina.- borbottava tutto serio con fare da “sto ordendo un complotto e nessuno dovrà mai capire il mio vero intento”.
Clarisse intanto aveva finito di cambiarsi e si sporse sopra di lui andandogli a sussurrare nell’orecchi -Quando trovi il modo, chiamami.-
Quando lui si voltò per guardarla lei gli stava facendo il suo miglior ghigno beffardo, della serie “Non riuscirai mai a far uscire di casa i miei fratelli trogloditi, a meno che tu non faccia scoppiare una guerra, ma allora uscirei anch’io e saremmo punto e a capo!”
-Scommettiamo?- le propose punto sul vivo.
-Tutto quello che vuoi!- acconsenti lei, ma probabilmente si rese conto troppo tardi di quello che aveva appena detto, che non le sarebbe dispiaciuto affatto, diciamolo … anzi, ma un conto era dirlo apertamente, un altro era saperlo e basta. E quando lui le fece il suo sorriso mellifluo, lei era già rossa come la bandana che avevo in testa.
-Idiota.-
 
Si salutarono con un ultimo bacio e Chris uscì agile e furtivo dalla finestra, mentre lei scendeva le scale e apriva la porta.
-Buon giorno Clarisse.- la salutò una voce gioviale.
-Henry?! Che ci fai qui?- gli chiese la ragazza come se si fosse appena imbattuta in una trappola del nemico.
 
“È venuto pure a prenderla a casa!” una vena sulla tempia di Chris cominciò a pulsare visibilmente.
 
-Ti sono venuto a prendere!-
 
“Ecco, a punto!” si immaginò di andare, lì di prendergli la testa tra le mani, effettuare una forte e violenta torsione ed insegnargli a guardare all’indietro da vivo e spiegargli da dove deriva il detto “guardati le spalle”.
 
-Ma non serviva! La conosco la strada.- si puntellò le mani sui fianchi -E poi, non ho bisogno della guardia del corpo.- concluse minacciosa.
-Non volevo farti da guardia del corpo. So bene che ti sai difendere da sola. L’ho provato sulla mia pelle, credimi. Sono ancora tutto indolenzito da ieri.- disse muovendo una spalla per scaldare il muscolo -Volevo solo fare un po’ di strada con te.-
Clarisse sospirò -Ascoltami, io ce l’ho già un ragazzo, intesi? E non ne voglio un altro. Andiamo.- inflessibile e con passo marziale si diresse verso l’arena con Henry al seguito, in un muto silenzio.
 
T^T
“Clarisse! Mi amor! Mi corazón vive por ti, yo vivo para ti.” (trad. “Clarisse! Amore mio. Il mio cuore vive per te, io vivo per te.”)
Sentirle pronunciare quelle parole, gli aveva riempito il cuore di gioia. Avrebbe potuto benissimo volare tre metri da terra senza le scarpe alate di Ermes.
Si trattenne a stento dal gridare un esultante “Sì! Ti sta bene. Sì. Clarisse è mia, ricordatelo dannata gatta-morta-faccia-da-sberle. Sì.” E come nei giorni precedenti, corse all’entrata posteriore dell’arena e si nascose ad osservare nell’ombra.
Chris fu costretto ad ammettere che Henry era migliorato davvero molto in pochissimo tempo, stentava a credere che fosse la prima volta che prendeva in mano una spada. Eppure, quel ragazzo continuava a dargli una strana sensazione. Non era solo per il fatto che ronzava sempre intorno a Clarisse, era qualcos’altro, qualcosa di pericoloso, che gli faceva formicolare la pelle. Un qualcosa che gli accendeva una spia rossa in testa con su scritto a caratteri cubitali “PERICOLO”. Quando era tra le fila di Crono si sentiva perennemente in quello stato, qualsiasi mostro poteva decidere, da adesso a subito, che non gli andavi a genio ed attaccarti con il solo scopo di farti fuori. Tra l’altro, il fatto di essere un semidio addestrato a polverizzarli a loro non andava proprio a genio, in incipit. L’unico che ascoltavano era Luke, per via dell’influenza di Crono o meglio, del bisogno che il titano aveva di lui.
“No! Quel tizio proprio non mi piace.” Continuava a pensare Chris mentre osservava il pivello parare l’affondo di Clarisse e contrattaccare con foga. Parava con eleganza, come se danzasse, ed attaccava con incredibile forza e veemenza. Gli attacchi sembravano seguire uno schema, non sempre con la stessa intensità e velocità, per spezzare il ritmo dell’avversario, forte, piano, piano e ancora più forte del primo. A quella distanza non poteva esserne certo, ma dall’angolatura del braccio e dalla velocità dei colpi, Chris aveva quell’impressione.
Henry sembrò sul punto di disarmare Clarisse almeno due volte, ma la ragazza con colpi forti e rapidi glielo impedì.
Anche gli allenamenti pomeridiani procederono spediti e senza particolari eventi eclatanti. Eccetto per il fatto che Henry aveva finalmente centrato il suo primo bersaglio (immobile) con una freccia. Era straordinariamente negato per il tiro con l’arco, addirittura peggio di Percy … e ce ne vuole.
 
Finalmente, il dopo cena.
Chris si fiondò in camera di Clarisse più veloce e rapido che mai. –So come fare per avere la cabina tutta per noi.- esordì trionfante con un sorriso a 32 denti quando Clarisse lo raggiunse in camera.
-Ah! Sì?- incrociò le braccia al petto scettica -E come, genio del crimine?-
-Con il Drive-In!- la guardò con gli occhi scintillanti di chi aveva avuto un’idea geniale -O meglio, il DivinBiga-In!- e poi continuò -Immagina di posizionare delle bighe, naturalmente più grandi di quelle che usiamo per correre, perché infilarci dei sedili da automobile su quelle, sarebbe una cosa difficile, nell’arena e proiettare una film su un mega telone bianco ogni venerdì sera, certo, i film dovranno spaziare nei vari generi, ma con i generi guerra e azione con sangue, morte e sbudellamenti vari credo di riuscire a mandar fuori di casa i tuoi fratelli senza attirare troppi sospetti.- le si avvicinò suadente e la prese dolcemente per i fianchi spingendola verso la porta chiusa.
-Ma se l’idea verrà da te, non credi qualcuno sospetterà qualcosa? E poi c’è il teatro. Come la metti con loro?-
Chris sorrise. -Le rappresentazioni di teatro non si possono fare ogni settimana, loro sono dei perfezionisti e per quanto riguarda l’idea, ne ho parlato con Will, sarà lui a proporla al circolo delle arti.-
-Hai pensato proprio a tutto, vero?- gli sorrise mordendosi il labbro inferiore.
-Assolutamente.- le sussurrò chinandosi a baciarla, un bacio dolce che divenne sempre più frenetico. Le mani di lui scivolarono verso il basso, sul sedere di lei. Mentre le braccia di Clarisse si andarono ad intrecciare al collo di lui. Chris con un colpo di reni la sollevò e lei subito gli allacciò le gambe dietro la schiena, le mani tra i suoi capelli avrebbero voluto continuare all’infinito.
Senza rendersene conto Clarisse si ritrovò con la schiena sul letto.
-Chris? Chris ci sentiranno!-
-Ti voglio.- le sussurrò baciandole il collo.
Clarisse socchiuse gli occhi. -Anch’io. Ma ci sono tutti di là.- disse a denti stretti, frustrata.
-Spero che il DivinBiga-In venga approvato senza troppi problemi … e in fretta.- mormorò baciandola.
-Sì! Anch’io.-
 
Venerdì
Quella notte dormirono ancora abbracciati e la mattina seguente fu Chris il primo a svegliarsi, ancora prima che suonasse la sveglia. Così rimase a fissare Clarisse mentre dormiva, si scoprì a sorridere guardandola, era così bella e lei non se ne rendeva conto, ma ciò che l’aveva colpito di più quando l’aveva conosciuta era la sua fiera testardaggine e il suo impeto aggressivo che nascondeva una ragazza dolce ed impacciata. Sarebbe rimasto lì immobile per ore intere a guardarla dormire. Quel leggero salire e scendere del suo respiro e il delicato movimento delle palpebre. Stava sognando probabilmente, magari anche qualcosa di bello perché, ad un tratto, le sue labbra si piegarono in un lieve sorriso.
Delicatamente Chris le spostò una ciocca di capelli dal viso e poi, la sveglia suonò. In quel momento, il ragazzo avrebbe voluto aver il potere di disintegrarla col pensiero, velocemente e senza muoversi troppo la spense e tornò a guardarla. Non l’aveva mai notato, ma prima che si svegliasse corrugava la fronte in modo quasi truce. “Forse è il suo inconscio che urla: NO, ANCORA CINQUE MINUTI!” pensò divertito il ragazzo. E poi finalmente aprì gli occhi e gli sorrise.
-Ciao.-
-In diretta, solo per me, “Il risveglio del guerriero”.-
-Che scemo che sei!- sogghignò divertita la ragazza stiracchiandosi.
-Come hai dormito?-
-Come tra le braccia di Morfeo!- lo stuzzicò lei.
-Dovrò uccidere anche lui allora.- soppesò serio Chris.
-È un dio non lo puoi uccidere … e poi è solo un modo di dire.- lo baciò lei.
-Mmm … non mi piace quando dici il nome di un altro uomo appena sveglia. Stavi sognando niente di particolare?-
Lei sorrise diventando paonazza -Sì! Noi, durante una proiezione del DivinBiga-In.-
-Sul serio? E cosa succedeva?- le chiese gasato il ragazzo.
Clarisse si alzò dal letto velocemente -Non te lo dirò mai.-
-Oh! Fantastico!- lo disse come se avesse già capito tutto. In fondo quando un semidio sogna, quello che vede ha sempre un significato. Poi gli tornò in mente una cosa …
-Clarisse, posso chiederti una cosa?-
-Dipende!- si fermò guardinga, in fondo aveva un aria piuttosto seria -Posso risponderti senza doverti uccidere?-
-Come ti sembra Henry quando combatte?-
In effetti era una domanda un po’ strana, soprattutto perché non l’aveva chiamato gatta-morta-faccia-da-sberle. -Mi sembra normale. È pure piuttosto bravo, ogni tanto cambia persino il ritmo di affondo e la forza con cui colpisce. Perché questa domanda?-
-Perché mi sembra piuttosto strano che, un ragazzo che ha preso in mano la spada per la prima volta pochi giorni fa, sia già così bravo.-
-Forse è merito della sua insegnante?- gli domandò in tono ironico, come se fosse ovvio.
-Questo non lo metto in dubbio, ma tu gliel’hai spiegata questa tattica per prendere l’avversario alla sprovvista?-
Clarisse corrugò la fronte pensierosa. -No, in effetti, no. Forse l’avrà capito da solo.- si strinse nelle spalle.
Chris non ne sembrava molto convinto, ma non continuò oltre l’argomento, non voleva farle fare tardi.
Prima di uscire dalla stanza Clarisse si voltò verso il ragazzo che aveva già un piede fuori dalla finestra. -Vieni a spiarmi anche oggi?-
-Ovvio!-
Lei sorrise e uscì.
 
Alla fine dell’allenamento pre-colazione decise che quello sarebbe stato l’ultimo giorno che avrebbe impartito lezioni di scherma ad Henry e che si sarebbe riservata il fine settimana per dargli una ripassa… cioè, un’infarinatura anche con le altre altri tipologie di armi.
 
Poco prima dell’inizio degli allenamenti nell’arena, Chris si intrufolò velocemente dentro alla struttura, senza notare però, di essere stato visto…
Il ragazzo si era andato a posizionare al suo solito posto nascosto e un po’ in ombra, per evitare di essere notato.
-Chris?- una voce lo spaventò e per poco non ruzzolò giù per tutti gli spalti.
-Annabeth! … Percy!- controllò che nessun altro avesse sentito qualcosa, fortunatamente nell’arena non c’era nessuno e Clarisse ed Henry non erano ancora entrati. -Ciao! Che ci fate qui?-
-Questo dovremmo essere noi a chiederlo a te! Ti sei intrufolato tutto furtivo!- gli fece notare Annabeth.
-È che … cercavo un posto tranquillo, senza essere disturbato.-
-Ma qui c’è sempre un putiferio!- gli fece presente Percy.
-Bene, sei pronto per cominciare?!- … -Sono nato pronto.- Le voci di una ragazza e di un ragazzo arrivarono fino a loro.
-Ma quella è la voce di Clarisse!?- osservò Annabeth
-No, non credo!- fece Chris mettendosi le mani in tasca cercando di fare lo gnorri.
-Oh, andiamo. Usa più forza, non sei mica una principessina. Guarda che i mostri la fuori, non aspettano altro che impalarti su uno spiedo.-
-Sì, sì, è proprio Clarisse.- concordò Percy.
Annabeth incrociò le braccia al petto. -Chris che cosa significa?-
-Sch, abbassa la voce. Tranquilla, è tutto ok. Clarisse lo sa che … vengo qui!-
Annabeth non sembrava soddisfatta della spiegazione, della serie “Guarda che non mi hai ancora spiegato niente!”
-È che non mi piace quella gatta-morta-faccia-da-sberle!-
-Chi?- gli chiesero all’unisono.
-Henry! Quello nuovo!-
Percy e Annabeth si sporsero leggermente per guardare nell’arena. Clarisse stava allenando Henry nel combattimento con la spada.
-Beh, non hai tutti i torti, sarà forse perché è figlio di Era e tra me e lei … insomma, non scorre buon sangue diciamo, ma anche a me non piace, ha un che di … viscido.-
-Già.- concordò Chris.
-Dite? A me non sembra.- Percy si sporse a guardarlo.
 
Per Clarisse il pomeriggio, passò lento, come sempre, negli ultimi giorni, e alla fine dell’allenamento la ragazza annunciò al suo allievo il cambio di programma inerente alle armi ed Henry ne sembrò entusiasta.
-E che tipi di armi proveremo?-
-Beh! Pensavo ai più comuni, ovviamente la lancia che è una mia specialità, poi la rete e il forcone, l’utilizzo dello scudo sia in maniera offensiva che difensiva, l’ascia …-
-E la frusta?-
-La frusta? Sì, non è tra le più comuni, ma va bene, anche quella.- lo accontentò lei senza farsi tanti problemi. Certo, non era un asso nel maneggiarla, ma sempre meglio di tutti gli altri del campo messi assieme.
 
Finalmente di nuovo soli ed insieme.
-Questa sera c’è la riunione del circolo dello arti e Will proporrà l’idea del DivinBiga-In. Se tutto fila liscio, domattina, al più tardi per cena annunceranno la nuova attività ricreativa del venerdì sera.- la guardò con un’occhiata ricolma di aspettative.
-Sì, ma non rimanerci troppo male se il tuo piano non dovesse funzionare!-
-Funzionerà.- le disse certo lui.
-Lo spero!- gli sorrise lei spingendolo sul letto e mettendosi a cavalcioni su di lui, regalandogli un bacio da fuori campo all’ultimo inning della finale del Major League Baseball, segnando il punto della vittoria.
-Mmm … Sei fantastica! Me hacen perder la cabeza!- e la baciò ancora. (trad. “Mi fai perdere la testa!”)
 -Lo sai che da quando ti sei stanziato qui non riesco più a fare i miei allenamenti serali!?-
-A proposito di allenamenti, la frusta non ti sembra una richiesta piuttosto insolita? Ah! Comunque, mi piace quando mi definisci una distrazione … e sono pure piuttosto piacevole come distrazione, ammettilo!?-
-Sì, molto piacevole.- le sorrise -La frusta?- gli chiese subito dopo con sguardo confuso.
-Sì! Oggi, la richiesta di Henry. Ricordi?-
-Sì, in effetti ha sorpreso anche me, ma non ci trovo poi qualcosa di così strano. Tu non hai nient’altro di meglio da fare che guardare me?-
-Ma se è la mia attività preferita!- 
 
Sabato
Dato che Clarisse aveva più dimestichezza ed esperienza con la lancia, decise di partire da quella e poi era da quasi una settimana che non ne prendeva in mano una e cominciava a mancarle parecchio.
Spiegato ad Henry le basi “La parte appuntita infilza il mostro.” Cominciò a fargli vedere alcune mosse per disarmare l’avversario. Clarisse era talmente esaltata per aver ripreso in mano una lancia, che passarono tutta la giornata ad allenarsi solo con quella.
 
Durante la cena il signor D. richiamò l’attenzione di tutti dando poi la parola a Will.
-… dopo una lunga e ponderata analisi dei pro e dei contro, il circolo delle arti ha deciso di istituire, con il permesso del signor D., l’attività ricreativa del DivinBiga-In il venerdì sera …- poi Will spiegò in cosa consisteva e ci furono subito urla e cori d’assenso.
“Lo sapevo! A chi non piace un bel film!?” pensò Chris mentre fissava vittorioso la figlia di Ares, che gli sorrideva di sottecchi nascondendo gran parte del volto con la mano a cui si era appoggiata.
 
Domenica
Questa volta Clarisse durante gli allenamenti mattutini mostrò ad Henry come utilizzare uno scudo sia in difesa che in attacco, iniziando anche ad istruirlo all’uso della rete e del forcone elencandone punti di forza e debolezze.
Durante il pomeriggio invece, decise di saltare l’allenamento per incrementare la resistenza e focalizzarlo sulle armi che mancavano all’appello e come poterle contrastare con altre.
Finalmente arrivano alla frusta. A dir la verità Clarisse sparava di poterla saltare, ma dato che avevano ancora tempo decise di affrontare anche quell’argomento.
In mano ad Henry la frusta sembrava diventare viva, aveva un vero e proprio talento naturale per usarla. La disarmò in men’ che non si dica.
 
Chris non credette ai propri occhi. Clarisse, era stata disarmata e il scintillio folle che Henry aveva negl’occhi non gli piaceva affatto. Era stato solo un attimo, solo un istante, ma il suo volto aveva assunto un’espressione folle.
 
-Bene.- gli disse la ragazza guerriera col fiatone -Sei pronto per affrontare l’impresa di Zeus.-
Henry le sorrise un po’ esaltato e Clarisse pensò fosse il fuoco della battaglia che ardeva in lui ad averlo infervorato.
 
Durante la cena quando Henry gettò la sua offerta nel fuoco per gli dei, il cielo si oscurò e la voce di Zeus tuonò dal cielo.
-Henry E. White ho scelto la tua impresa. Dovrai trovare la Falce di Crono e consegnarla all’Olimpo come trofeo di guerra. Prega di essere pronto.-
Com’era arrivato se ne andò e il cielo tornò sereno.
Henry alla luce del fuoco aveva una sorriso sinistro sul volto. -Sul serio!? Non potevo chiedere di meglio.- sussurrò.

 
 
Mito delle metà – Simposio di Platone
"Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v'era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà..."







Angolo in Basso delle Attrici
Ringraziamo sempre la nostra fedelissima cianfri ^^ che lascia sempre un commento
E ora ci rivolgiamo a tutti voi, che leggete e non lasciate un commento -_- ...  potreste scrivere qualcosa anche voi! T-T Agli scrittori fa piacere ricevere commenti e osservazioni da chi li segue, che siano positivi o negativi, a noi servono per poterci migliorare nella scrittura e per dare a voi storia e racconti sempre migliori ^^ perchè tutti noi, amanti della lettura, sappiamo che leggere qualcosa di scritto bene ci scalda il cuore ^^ ed infiamma lo spirito *^* e poi non credo che scrivere una frase con più di 10 parole possa uccidervi -_- ... Anzi, Esculapio dice: "Una recensione al giorno, anche se breve, toglie il medico di torno e ti renderà la giornata più serena ^^" Grazie ^^
Alla prossima ^^
P.S. Se vi piace Once Upon A Time, io (_Brandy_) sto scrivendo una ff incentrata sul personaggio della malvagia strega dell’Ovest, Zelena **, se vi interessa il titolo è "OUAT in the Castle in the Wind" e la trovate sempre qui, su EFP X3 ciao XD
 
   
 
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