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Autore: Chocolat95    01/11/2015    1 recensioni
Una notte all’anno gli spiriti demoniaci tornano sulla terra per catturare gli uomini, e gli angeli si ergono a loro difesa per impedire ciò. Ma se questa volta, gli angeli stessi, fossero il bersaglio dei demoni?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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A svegliarlo, furono le prime luci dell’alba, che seppur ancora debole, gli dava un gran fastidio. Con un lamento si coprì quindi gli occhi con un braccio ma quasi contemporaneamente, sentì una mano posarglisi su una guancia.
“Buon giorno…”
Scostandosi l’arto e girando il volto, vide Albafica seduto sul letto, accanto a lui.
Per un attimo rimase abbagliato, la luce del mattino rendeva la sua pelle chiara ancora più bianca e quando quello ritrasse il braccio per sistemarsi una ciocca di capelli, si accorse anche che faceva risaltare molto di più i segni da lui lasciati durante la notte.
Come se li avesse visti per la prima volta, li fissò mentre si tirava su, e sempre continuando a non dire nulla, sfiorò delicatamente quello che l’altro aveva sul collo.
“Ti odio…”
Albafica si voltò a quelle parole che contrastavano nettamente col gesto.
“Ti odio perché credevo di averti fatto cadere nella mia trappola, invece tu con la tua maledetta bellezza angelica, mi hai tratto nella tua…”
Dopo tutto il tempo appena trascorso, fu la volta di Pisces di sogghignare soddisfatto, anche se in maniera totalmente diversa dall’altro.
“Credevo che dopo averti fatto mio, sarei riuscito a portarti dalla mia parte, a farti aprire gli occhi sul vero valore della vita. Convincerti di quanto questa in realtà non abbia alcuna importanza quando non si riesce a manipolare gli eventi, a sopraffare gli altri, e che in ogni caso, tanto vale viverla come viene. Credevo che avrei potuto trasformarti in un essere demoniaco come sono io.”

Mentre diceva tutto questo, lo aveva guardato negli occhi, riprendendo il suo sorrisino di scherno mentre gli accarezzava una guancia, facendoglisi più vicino di tanto in tanto, sfiorando le sue labbra e mordendole leggermente.
“Credevo di star tracciando una mia proprietà con questi – continuò passando le dita sugli altri pesti – e invece stavo solo facendoti del male.” E ritrasse definitivamente la mano.
“Quindi mi odi per questo…?” quasi sussurrò l’altro, con un sorrisino, dopo un attimo di silenzio.
Alchè Manigoldo rispose subito:
“Maledizione ti odio perché non me ne importava nulla di far soffrire gli altri prima! All’inizio ti ho trattato bene perché dovevo convincerti, se infatti fossi stato tu stesso a cedere a me, poi mi avresti assecondato spontaneamente in quel che volevo fare, invece è stato proprio quello il momento in cui ho cominciato io a seguire te.
Vedendoti così arrendevole, credevo di poter fare quello che volevo, infatti non ti ho risparmiato nulla, ma il tuo modo di non protestare più, non era quello di uno che si abbandona, quanto di uno che si fida nonostante tutto. E per la prima volta ho cominciato ad avere paura. Mi hai fatto paura. Pensando fosse solo una suggestione ho continuato ad infierire, ma la tua perseveranza mi ha fregato.
Ed è stato il tuo turno di raggirarmi… solo che ci sei riuscito…”

Albafica aveva continuato ad ascoltarlo, senza interromperlo, guardandolo talvolta solo di sottecchi. Ancora mille sensazioni lo pervadevano ma questa volta non di inquietudine, tutt’altro, anzi una certa tranquillità lo accompagnava da che si era destato. E ora vedere l’altro lì accanto, così crucciato lo divertiva quasi.
Sollevò una mano e fece per dirgli qualcosa quando questo ne approfittò come aveva fatto tante volte, per afferrarlo e sottometterlo
“Maledetti angeli, ne sapete sempre una più del diavolo…” e senza quasi finire la frase lo baciò con foga e il secondo cavaliere questa volta ricambiò con la stessa intensità.
Tra un bacio e l’altro, continuò a ripetergli quanto lo odiava, lui e tutto il suo essere finchè Pisces stanco di sentirlo parlare, con un movimento rapido ed energico ribaltò le posizioni, portandosi sopra di lui
“Ma la smetti di dire sempre le stesse cose?! – chiese con un tono ed un espressione che lasciarono Cancer inebetito, quasi più per la sua serietà che per la situazione in cui era finito – non c’è bisogno che lo ripeti ancora, ho capito fin troppo bene!”
Poi piegandosi fino ad arrivare al suo orecchio gli sussurrò:
“Comunque, ti odio anche io”






Angolo dell'autrice:
questo capitolo è più corto del precedente perchè rappresenta semplicemente la conclusione della vicenda. Nella mia idea iniziale infati, dovevano essere pubblicati il primo, la notte degli spiriti e quindi essere un pochino più corposa e impegnativa la parte in cui descrivevo Manigoldo come un demone tentatore incurante della vita. Il secondo la mattina dopo, quella dei Santi, e perciò più leggero e volatile, dove Albafica si rivela l'angelo, inteso come messaggero che invece le dà valore  (forse un po' contorta come idea... >.<'')
Mi ritrovo a postarli tutti e due adesso invece perchè ho avuto altri impegni e mi è slittato tutto, ma vabene comunque...   mi son tolta la voglia ^^'

Quindi, rinnovo la richiesta fatta nel primo capitolo e ringrazio in ogni caso chiunque sia  arrivato fin qui...   sperando non sia stato pessimo... ^^
  
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