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Autore: Harley Clara    02/11/2015    1 recensioni
Shino è una ragazza che molti descriverebbero come "strana". Le sue passioni, i suoi sogni e l'intero contesto in cui vive sono diversi da quelli standard. Ho provato a cimentarmi in una storia dark-gotic con personaggi particolari che dovranno fare i conti con una vita un po' diversa dal solito.
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi e con movimenti meccanici mi alzo dal letto, raggiungo la finestra della mia camera e scosto le tende nere. C’è il sole. Che delusione. Esatto io non amo particolarmente le belle giornate estive e primaverili, mi piace la pioggia e la neve, il ghiaccio e il freddo che ti entra nelle ossa durante l’inverno. Beh non è che io sia proprio come le altre persone… mi chiamo Shino, che in giapponese vuol dire Morte. Che bel nome, starete pensando, questo è perché non conoscete la mia famiglia. siamo una specie di famiglia Addams moderna. Viviamo in una grande casa del 1800 vicino ad un…cimitero (giusto per essere originali). L’unico membro della mia famiglia che può essere considerato normale è mia madre, una donna di trent’anni, alta, bella e con i capelli biondi. Per mia nonna però è lei la pecora nera della famiglia, la considera un disonore, con i suoi vestiti colorati e il suo disgusto per il macabro. Mentre io, sempre per mia nonna, sono la nipote ideale; ho sedici anni, il mio colore preferito è il nero, mi piace passeggiare nel cimitero al chiaro di luna e fin da piccola ho sentito l’influenza della famiglia. All’età di tre anni ho abrogato gli abiti rosa che provava a rifilarmi mia madre, se le altre bambine chiedevano ai propri genitori di leggergli la storia di Cenerentola, io chiedevo a mio nonno di raccontarmi quella di Jack lo Squartatore, se le altre bambine giocavano con le barbie, io giravo per casa trascinandomi dietro una di quelle bambole in ceramica con gli occhi di vetro, e se gli altri bambini stressavano i propri genitori affinché li portassero al parco io pregavo mia nonna per farmi accompagnare all’obitorio. Forse è per questo che non ho mai avuto molti amici.

Mi infilo la vestaglia e mi avvicino alla gabbia di Piri-piri, il mio animaletto. Vi starete chiedendo che cos’è. Ebbene non è un banale cane, ma nemmeno un gatto nero, è un corvo. Ma non un corvo spennacchiato e gracchiante. Piri-piri è muto poverino, l’ho trovato quando era piccolo con un’ala rotta e mi sono presa cura di lui da allora. Ha lunghe piume nere e lucide, due occhi che sembrano due pozzi neri e un becco di bel grigio cenere. Apro la gabbia e li tendo la mano, Piri-piri si arrampica fino alla spalla. Scendo in cucina per la colazione e trovo mia madre e mia nonna intente in una delle loro solite discussioni. Nonna siede sempre a capotavola, perché le piace governare e gestire le situazioni, mentre mia madre si limita a sedere il più lontano possibile da lei.

-buongiorno.- dico non appena varco la soglia della sala da pranzo.

- buongiorno, cara.- mi risponde la nonna.

- mamma, ascoltami!- strilla mia madre.

- oh, quanto chiasso! Parla più piano o svegli il povero Gerald…-

- nemmeno una tromba riuscirebbe a svegliare il “povero Gerald”, quello è morto e non lo sa nemmeno!- commenta la mamma, vedo nonna lanciarle un’occhiata di fuoco. Il “povero Gerald” è il nostro maggiordomo, non sappiamo bene quanti anni abbia, di sicuro più di cento. A causa della sua età è un po’ sordo e capisce ben poco di quello che gli si dice, ma nonna gli è molto affezionata. Mi siedo a tavola e comincio a mangiare. La mia famiglia è un covo di pazzi, l’unico sano di mente è mio nonno, peccato che sia morto cinque anni fa.

- Buongiorno, nipotina!- mi strilla il nonno. Mi giro e li sorrido. Esatto nonostante sia morto io riesco a vederlo e sentirlo, è una specie di fantasma. Dico specie, perché la nostra famiglia ha addosso un incantesimo o meglio una maledizione che non ci permette di morire del tutto. Il nostro corpo muore, ma la nostra anima resta attaccata al Mondo Vivente. Questo perché siamo i Guardiani delle Anime. Non so di preciso cosa questo comporti, so solo che ora è mia nonna ad occuparsi della cosa e presto toccherà a me (infatti la nonna si rifiuta di passare l’incarico alla figlia). Piri-piri prende il volo e va a farsi un giretto per la casa.

- vedi, se fosse stata una famiglia di uomini, questa scena non si ripeterebbe ogni mattina- commenta il nonno indicando con la testa la moglie e la figlia. Annuisco pensando a mio papà. Mamma mi ha raccontato che da giovane se né andata di casa ed ha incontrato un uomo bello ed affascinante. Quando è rimasta in cinta era molto giovane e i soldi non bastavano, così l’uomo bello ed affascinante ha convinto mia madre ha tornare dalla sua ricca famiglia. si sono trasferiti qua assieme, ma dopo due giorni lui è scappato di casa strillando:- sono dei pazzi! Sono dei pazzi!- ed ha abbandonato mia madre alle grinfie di mia nonna. Mi metto a ridere immaginando per l’ennesima volta la scena.

- cosa c’è Shino?- mi chiede la mamma.

- oh, niente il nonno mi ha detto una cosa divertente.- rispondo girandomi verso di lui. Mamma guarda dalla mia parte cercando la figura del nonno, poi scuote la testa e torna a mangiare.

- ha solo sedici anni tua figlia ed ha già un potere così sviluppato!- esclama mia nonna.- mentre tu ne hai trenta e non ne hai nemmeno un accenno.-

Nella mia famiglia ognuno ha un proprio potere, mia nonna per esempio può far ritornare i morti nel Mondo Vivente per un determinato periodo, mentre mio cugino può viaggiare da un mondo all’altro quando più gli aggrada. Io vedo i morti, le anime che vivono in questo mondo e che per lo più non sono felici, perché vagano alla ricerca di qualcosa che possono trovare. Quando vado nel cimitero, parlo con loro, li ascolto e cerco di confortarli, d’altra parte loro sono i miei unici amici.  

  
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