Film > The Amazing Spider-Man
Segui la storia  |       
Autore: RYear    03/11/2015    1 recensioni
- E tu perché fai tutto questo? Perché vuoi… salvarmi?
- Te l’ho già detto – si sdraiò per osservare le stelle – salvo te perché tu salvi noi.
Si inginocchiò accanto a lei osservandola. Lei girò il capo e fissò quella maschera, cercando di immaginare che tipo di persona nascondeva.
Ciao a tutti! E' la mia prima fan fiction che scrivo su Amazing Spiderman (nonostante lo ami da anni ormai!), spero vi piaccia! Leggete e recensite se vi va ^^.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Parker, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 3

P.d.v Natasha

E’ strano ed insolito trovarmi in questo negozio a comprare un teaser elettrico ed uno spray al peperoncino spendendo metà dello stipendio del mio – ormai – vecchio lavoro. Ed è ancora più strano che io lo faccia per aiutare la stessa persona che, in un certo senso, mi ha fatto perdere il lavoro perché troppo occupata a salvare gente lontano dal mio obiettivo, ovviamente! Ma non lo faccio per lui, no. Lo faccio per New York, perché nessun altro deve pagare a spese proprie per colpa sua. Ho comprato anche un cappello, una parrucca bionda da uomo ed una barba (finta, ovviamente) nel caso non dovesse bastare.
Prendo l’autobus per tornare a casa, devo assolutamente stare in mezzo alla gente e mai ritrovarmi sola. E quando mi lascia alla fermata più vicina, corro per raggiungere la porta. La apro chiudendomi a chiave in tutta fretta. Dovrei smetterla di comportarmi così o farò spaventare mamma.
Lentamente controllai ogni stanza della casa armata di… una ciabatta. Davvero se ci fosse un estraneo in casa con l’intento di uccidermi io mi difendo con una ciabatta? Ok, questo lavoro non fa per me.
Mi affacciai in cucina per bere un sorso d’acqua, c’era un bigliettino sul bancone. Oddio, un avviso che sto per morire, sanno che ho io il pass!
Ah no,è da parte di mia madre: Tesoro fino a domani non sarò di ritorno, sono fuori per lavoro. La cena è nel forno, scusami. Un bacio, mamma.
Oddio l’hanno rapita e costretta a scrivermi questo messaggio! Non ha lasciato nulla come.. un codice segreto o altro!?
Devo smetterla e comportarmi normale, non farti prendere dal panico Natasha.
Potrebbero aver piazzato delle cimici o videocamere in casa!
Ok caaaalma, non agitarti.
Cammina e fischietta, perfetto.
Oh andiamo, smettila. Ormai in un modo o nell’altro sei fottuta quindi agisci in fretta.
Mi chiusi in bagno con tutto il necessario per cambiarmi e trasformarmi da donna sportiva a uomo in smoking e cappello da western, ma che razza di abbinamento eh!? Pessimo gusto, signor Fiers.
Cercai di nascondere al meglio il seno dentro un body e sopra una camicia bianca ed una giacca nera.
Sarò costretta a prendere la macchina – detesto guidare – e parcheggiare lontano, immagino che un uomo con così tanta importanza non abbia una macchina di poco valore.
Dunque uscii di casa, aprii lo sportello dell’auto cercando di non dare nell’occhio ed entrai. Accesi il motore, feci retromarcia e mi avviai verso il Ravencroft. Ti prego GPS guidami tu.
Dopo una manciata di minuti credo di essere arrivata. Parcheggio e raggiungo l’edificio a piedi.
Un cancello e due guardie a sorvegliarlo, mi pare ovvio.
Tenendo bassa la testa, mostrai il cartellino all’agente che annuii.
- Potete aprire – ordinò al citofono.
SI! Sono dentro.
Possibile che non fossero a conoscenza del pass smarrito di Gustav Fiers?
Mi voltai per osservarli ma davano le spalle al cancello ormai chiuso. Perfetto, nulla di sospetto finora.
Alzai leggermente il capo, per non essere vista in volto, verso la parete: telecamere, ovviamente. Sarà meglio sbrigarmi.
Camminai per i corridoi cercando la strada giusta. Poi vidi un allarme lampeggiare di tanto in tanto infondo ad una strada buia.
La percorsi lentamente e, sopra di me, una luce si accendeva ad ogni passo che facevo.
E così alla mia destra veniva illuminate delle vetrine con dentro dei… costumi?
Una tuta verde con otto tentacoli di metallo?
Feci un passo più avanti ed un’altra vetrina venne illuminata: un… rinoceronte di metallo?
Ogni passo che facevo mi avvicinava sempre di più ad una cella su cui era posizionato l’allarme lampeggiante.
Un ultimo passo – che illuminava una vetrina contente una divisa viola galleggiante su un disco volante – prima di udire la voce in fondo al tunnel.
- Gustav? Sei tu?
Non risposi, altrimenti mi avrebbe scoperto.
Vidi una figura avvicinarsi alle sbarre.
- Quando sarò fuori di qui?
Indietreggiai e automaticamente una luce sopra di me si spense.
Ottimo, mi bastava indietreggiare per restare nell’ombra. Aumentai il passo ritrovandomi quasi a correre via di li fino ad andare a sbattere contro una guardia.
Sussultai dall’ansia e la paura. Oggi morirò, pensai.
Velocemente frugai nella tasca alla ricerca del teaser e lo puntai contro l’agente.
- Oddio, scusami! – strillai con voce da donna. – cazzo! – sussurrai stringendo gli occhi – ora si che mi hanno scoperta!
Corsi verso l’uscita il più veloce possibile prima di restare rinchiusa qui dentro probabilmente a vita, circondata di pazzi psicopatici criminali!
Il cancello stava quasi per chiudersi ed un’altra guardi si piazzò davanti a me: questa volta usai lo spray al peperoncino e glielo spruzzai dritto in faccia.
- Scusa! – urlai.
Corsi a gambe elevate passando lateralmente nell’ultima fessura di cancello rimasto aperto.
Tirai un sospiro di sollievo indietreggiando lentamente e volgendo lo sguardo all’entrata dell’edificio, poi verso l’alto: verso una piccola finestra sbarrata, quasi come se fosse la prigione di raperonzolo in cima al castello. Una figura bionda guardava in basso verso me.
Sussultai abbassando la testa e corsi via verso la macchina. Misi in moto e accelerai verso casa.
 
 
Chiusi violentemente e velocemente la porta alle mie spalle, mi svestii in fretta e mi rifugiai in una vasca calda in bagno.
Che cosa ho fatto… ho segnato la mia morte. Non ci metteranno molto a trovarmi e mi uccideranno, soprattutto se scoprono che collaboro con SpiderMan.
Mi sollevai dalla vasca per poi avvolgermi in cui caldo accappatoio con un viso alquanto stanco e sconvolto, con gli occhi sbarrati.
Mi guardai allo specchio: non ero io. Chi sono io?
Misi il pigiama ed uscii di lì: la casa era buia, provai ad accendere gli interruttori ma nulla si illuminava.
Poi una mano mi afferrò da dietro tappandomi la bocca e impedendomi, con una strana mossa, di muovermi. Capii subito che con un solo passo falso sarei morta.
Divincolarmi era inutile, ormai ero intrappola. Urlare non sarebbe servito a nulla, nessuno mi avrebbe sentito.
Chiusi gli occhi mentre una lacrima rigava la mia guancia.
Un fiato caldo ed una ruvida barba mi sfiorarono la pelle, facendomi venire il volta stomaco.
Dovevo reagire, non potevo restare lì ferma impalata. Dovevo…
All’improvviso, udii, il corpo dietro di me era stato scaraventato altrove. O forse era caduto?
Non persi tempo. Corsi verso la giacca dove era deposto il teaser, lo presi ed andai incontro alla vittima ma questa stava già combattendo con un uomo incappucciato.
In uno spicchio di luce lo riconobbi: spiderman.
Tirai un sospiro di sollievo. Grazie al cielo, è venuto a salvarmi. Di nuovo.
In un attimo lo colpi alla testa e lo inchiodò in una trappola di ragnatele. Mi avvicinai e gli diedi una scossa col teaser.
- Questo lo renderà intontito per un po’.
- Che.. ma che cos? Cos’è, sei diventata un’assassina?!
- Da quando ho avuto a che fare con te, ho imparato a difendermi… e armarmi.
- Cosa ci faceva quel tizio qui? Cosa voleva da te?
- Ed io che ne so? Magari era solo un ladro… - entrai in iperventilazione e nel panico.
- Ad un ladro gli sarebbe bastato rubare e andar via, Natasha. Chi era quello?
- I..io.. io non lo so – balbettai in preda ad un attacco d’ansia. Andai verso la giacca e presi il pass, poi tornai da spider man e glielo mostrai – questo.. – glielo porsi – forse è suo. Oggi mi sono intrufolata al Ravencroft. Ovviamente ero travestita e nessuno se ne è accorto, fino ad un certo punto..
Inclinò la testa di lato. Lo presi per mano e lo portai in bagno. Aprii il getto dell’acqua per non farmi sentire nel caso in cui il tizio rincoglionito nell’altra camera si svegliasse.
- Sono arrivata alla fine di un corridoio buio, dove c’era una cella. Non sono arrivata fino alla fine, ma abbastanza vicino da scorgere una figura bionda che chiamava il nome di Gustav, ovvero il tizio del pass. Ma non è questo il punto: lungo il corridoio c’erano… non so quante, ma c’erano delle vetrine contenenti dei costumi!
- Costumi? Del tipo?
- Ripeto, non li ho visti tutti. Ricordo una tuta verde incorporata a otto tentacoli di metallo, una divisa viola galleggiante su un disco volante e un rinoceronte di metallo. Poi sono corsa indietro, quando le guardie si erano accorte della presenza di un impostore nell’edificio. Io. Ho dovuto combattere contro un paio di loro e poi correre verso l’uscita che stava per chiudersi. Non tornerò mai più li dentro ma.. mi daranno la caccia, è la fine – cercai di prendere aria ma era impossibile. Da quando questa stanza si è così ristretta? E non c’era una finestra? Comincia a tremare e a piangere. Poi Spider man mi prese per le spalle.
- Sei impazzita!? Cosa diavolo ti è passato per la testa!? Ti cercheranno finchè non ti troveranno e prenderanno ciò che gli appartiene! E non solo! Dio mio Natasha.. perché?
Mi prese il mento tra l’indice e il pollice e mi sollevò il capo. Asciugò una lacrima che rigava la guancia, mentre impediva all’altra di scendere. D’impulso lo abbracciai.
- Mi dispiace… io.. io volevo solo essere d’aiuto. Ma adesso ho segnato la mia condanna a morte. Ho paura, spiderman..
Mi accarezzò la testa e mi strinse a se.
- Tranquilla. D’ora in poi me ne occuperò io, tu non dovrai fare più nulla per me. Hai già fatto abbastanza, grazie. – sussurrò – mi darai il pass e lo riporterò indietro. Non devi più preoccuparti, penserò io a te. Ti proteggerò, te lo prometto.
Respirai più leggera e tranquilla, e sorrisi con la testa poggiata sulla sua spalla. Chiusi gli occhi e mi godetti quell’attimo.
P.d.v Natasha
E’ strano ed insolito trovarmi in questo negozio a comprare un teaser elettrico ed uno spray al peperoncino spendendo metà dello stipendio del mio – ormai – vecchio lavoro. Ed è ancora più strano che io lo faccia per aiutare la stessa persona che, in un certo senso, mi ha fatto perdere il lavoro perché troppo occupata a salvare gente lontano dal mio obiettivo, ovviamente! Ma non lo faccio per lui, no. Lo faccio per New York, perché nessun altro deve pagare a spese proprie per colpa sua. Ho comprato anche un cappello, una parrucca bionda da uomo ed una barba (finta, ovviamente) nel caso non dovesse bastare.
Prendo l’autobus per tornare a casa, devo assolutamente stare in mezzo alla gente e mai ritrovarmi sola. E quando mi lascia alla fermata più vicina, corro per raggiungere la porta. La apro chiudendomi a chiave in tutta fretta. Dovrei smetterla di comportarmi così o farò spaventare mamma.
Lentamente controllai ogni stanza della casa armata di… una ciabatta. Davvero se ci fosse un estraneo in casa con l’intento di uccidermi io mi difendo con una ciabatta? Ok, questo lavoro non fa per me.
Mi affacciai in cucina per bere un sorso d’acqua, c’era un bigliettino sul bancone. Oddio, un avviso che sto per morire, sanno che ho io il pass!
Ah no,è da parte di mia madre: Tesoro fino a domani non sarò di ritorno, sono fuori per lavoro. La cena è nel forno, scusami. Un bacio, mamma.
Oddio l’hanno rapita e costretta a scrivermi questo messaggio! Non ha lasciato nulla come.. un codice segreto o altro!?
Devo smetterla e comportarmi normale, non farti prendere dal panico Natasha.
Potrebbero aver piazzato delle cimici o videocamere in casa!
Ok caaaalma, non agitarti.
Cammina e fischietta, perfetto.
Oh andiamo, smettila. Ormai in un modo o nell’altro sei fottuta quindi agisci in fretta.
Mi chiusi in bagno con tutto il necessario per cambiarmi e trasformarmi da donna sportiva a uomo in smoking e cappello da western, ma che razza di abbinamento eh!? Pessimo gusto, signor Fiers.
Cercai di nascondere al meglio il seno dentro un body e sopra una camicia bianca ed una giacca nera.
Sarò costretta a prendere la macchina – detesto guidare – e parcheggiare lontano, immagino che un uomo con così tanta importanza non abbia una macchina di poco valore.
Dunque uscii di casa, aprii lo sportello dell’auto cercando di non dare nell’occhio ed entrai. Accesi il motore, feci retromarcia e mi avviai verso il Ravencroft. Ti prego GPS guidami tu.
Dopo una manciata di minuti credo di essere arrivata. Parcheggio e raggiungo l’edificio a piedi.
Un cancello e due guardie a sorvegliarlo, mi pare ovvio.
Tenendo bassa la testa, mostrai il cartellino all’agente che annuii.
- Potete aprire – ordinò al citofono.
SI! Sono dentro.
Possibile che non fossero a conoscenza del pass smarrito di Gustav Fiers?
Mi voltai per osservarli ma davano le spalle al cancello ormai chiuso. Perfetto, nulla di sospetto finora.
Alzai leggermente il capo, per non essere vista in volto, verso la parete: telecamere, ovviamente. Sarà meglio sbrigarmi.
Camminai per i corridoi cercando la strada giusta. Poi vidi un allarme lampeggiare di tanto in tanto infondo ad una strada buia.
La percorsi lentamente e, sopra di me, una luce si accendeva ad ogni passo che facevo.
E così alla mia destra veniva illuminate delle vetrine con dentro dei… costumi?
Una tuta verde con otto tentacoli di metallo?
Feci un passo più avanti ed un’altra vetrina venne illuminata: un… rinoceronte di metallo?
Ogni passo che facevo mi avvicinava sempre di più ad una cella su cui era posizionato l’allarme lampeggiante.
Un ultimo passo – che illuminava una vetrina contente una divisa viola galleggiante su un disco volante – prima di udire la voce in fondo al tunnel.
- Gustav? Sei tu?
Non risposi, altrimenti mi avrebbe scoperto.
Vidi una figura avvicinarsi alle sbarre.
- Quando sarò fuori di qui?
Indietreggiai e automaticamente una luce sopra di me si spense.
Ottimo, mi bastava indietreggiare per restare nell’ombra. Aumentai il passo ritrovandomi quasi a correre via di li fino ad andare a sbattere contro una guardia.
Sussultai dall’ansia e la paura. Oggi morirò, pensai.
Velocemente frugai nella tasca alla ricerca del teaser e lo puntai contro l’agente.
- Oddio, scusami! – strillai con voce da donna. – cazzo! – sussurrai stringendo gli occhi – ora si che mi hanno scoperta!
Corsi verso l’uscita il più veloce possibile prima di restare rinchiusa qui dentro probabilmente a vita, circondata di pazzi psicopatici criminali!
Il cancello stava quasi per chiudersi ed un’altra guardi si piazzò davanti a me: questa volta usai lo spray al peperoncino e glielo spruzzai dritto in faccia.
- Scusa! – urlai.
Corsi a gambe elevate passando lateralmente nell’ultima fessura di cancello rimasto aperto.
Tirai un sospiro di sollievo indietreggiando lentamente e volgendo lo sguardo all’entrata dell’edificio, poi verso l’alto: verso una piccola finestra sbarrata, quasi come se fosse la prigione di raperonzolo in cima al castello. Una figura bionda guardava in basso verso me.
Sussultai abbassando la testa e corsi via verso la macchina. Misi in moto e accelerai verso casa.
 
 
Chiusi violentemente e velocemente la porta alle mie spalle, mi svestii in fretta e mi rifugiai in una vasca calda in bagno.
Che cosa ho fatto… ho segnato la mia morte. Non ci metteranno molto a trovarmi e mi uccideranno, soprattutto se scoprono che collaboro con SpiderMan.
Mi sollevai dalla vasca per poi avvolgermi in cui caldo accappatoio con un viso alquanto stanco e sconvolto, con gli occhi sbarrati.
Mi guardai allo specchio: non ero io. Chi sono io?
Misi il pigiama ed uscii di lì: la casa era buia, provai ad accendere gli interruttori ma nulla si illuminava.
Poi una mano mi afferrò da dietro tappandomi la bocca e impedendomi, con una strana mossa, di muovermi. Capii subito che con un solo passo falso sarei morta.
Divincolarmi era inutile, ormai ero intrappola. Urlare non sarebbe servito a nulla, nessuno mi avrebbe sentito.
Chiusi gli occhi mentre una lacrima rigava la mia guancia.
Un fiato caldo ed una ruvida barba mi sfiorarono la pelle, facendomi venire il volta stomaco.
Dovevo reagire, non potevo restare lì ferma impalata. Dovevo…
All’improvviso, udii, il corpo dietro di me era stato scaraventato altrove. O forse era caduto?
Non persi tempo. Corsi verso la giacca dove era deposto il teaser, lo presi ed andai incontro alla vittima ma questa stava già combattendo con un uomo incappucciato.
In uno spicchio di luce lo riconobbi: spiderman.
Tirai un sospiro di sollievo. Grazie al cielo, è venuto a salvarmi. Di nuovo.
In un attimo lo colpi alla testa e lo inchiodò in una trappola di ragnatele. Mi avvicinai e gli diedi una scossa col teaser.
- Questo lo renderà intontito per un po’.
- Che.. ma che cos? Cos’è, sei diventata un’assassina?!
- Da quando ho avuto a che fare con te, ho imparato a difendermi… e armarmi.
- Cosa ci faceva quel tizio qui? Cosa voleva da te?
- Ed io che ne so? Magari era solo un ladro… - entrai in iperventilazione e nel panico.
- Ad un ladro gli sarebbe bastato rubare e andar via, Natasha. Chi era quello?
- I..io.. io non lo so – balbettai in preda ad un attacco d’ansia. Andai verso la giacca e presi il pass, poi tornai da spider man e glielo mostrai – questo.. – glielo porsi – forse è suo. Oggi mi sono intrufolata al Ravencroft. Ovviamente ero travestita e nessuno se ne è accorto, fino ad un certo punto..
Inclinò la testa di lato. Lo presi per mano e lo portai in bagno. Aprii il getto dell’acqua per non farmi sentire nel caso in cui il tizio rincoglionito nell’altra camera si svegliasse.
- Sono arrivata alla fine di un corridoio buio, dove c’era una cella. Non sono arrivata fino alla fine, ma abbastanza vicino da scorgere una figura bionda che chiamava il nome di Gustav, ovvero il tizio del pass. Ma non è questo il punto: lungo il corridoio c’erano… non so quante, ma c’erano delle vetrine contenenti dei costumi!
- Costumi? Del tipo?
- Ripeto, non li ho visti tutti. Ricordo una tuta verde incorporata a otto tentacoli di metallo, una divisa viola galleggiante su un disco volante e un rinoceronte di metallo. Poi sono corsa indietro, quando le guardie si erano accorte della presenza di un impostore nell’edificio. Io. Ho dovuto combattere contro un paio di loro e poi correre verso l’uscita che stava per chiudersi. Non tornerò mai più li dentro ma.. mi daranno la caccia, è la fine – cercai di prendere aria ma era impossibile. Da quando questa stanza si è così ristretta? E non c’era una finestra? Comincia a tremare e a piangere. Poi Spider man mi prese per le spalle.
- Sei impazzita!? Cosa diavolo ti è passato per la testa!? Ti cercheranno finchè non ti troveranno e prenderanno ciò che gli appartiene! E non solo! Dio mio Natasha.. perché?
Mi prese il mento tra l’indice e il pollice e mi sollevò il capo. Asciugò una lacrima che rigava la guancia, mentre impediva all’altra di scendere. D’impulso lo abbracciai.
- Mi dispiace… io.. io volevo solo essere d’aiuto. Ma adesso ho segnato la mia condanna a morte. Ho paura, spiderman..
Mi accarezzò la testa e mi strinse a se.
- Tranquilla. D’ora in poi me ne occuperò io, tu non dovrai fare più nulla per me. Hai già fatto abbastanza, grazie. – sussurrò – mi darai il pass e lo riporterò indietro. Non devi più preoccuparti, penserò io a te. Ti proteggerò, te lo prometto.
Respirai più leggera e tranquilla, e sorrisi con la testa poggiata sulla sua spalla. Chiusi gli occhi e mi godetti quell’attimo.




SPAZIO AUTRICE
I'm baaaack. Sì, sono tornata! Scusate il ritardo, sapete che appena posso pubblico (:
Oookay, adesso momento sondaggio pareri: vorreste che avvenga una Nater/Petasha? (Natasha+Peter/Peter+Natasha. Oddio suona un pò male, se trovate un nomignolo più carino sarebbe meglio! ahaha a voi la scelta c:)
Volete che Spiderman resti all'oscuro o esca allo scoperto rivelando la sua identità (niente meno che Peter Parker, ommioddio! D: rivelaziooooni).
E, punto finale, vi piacerebbe avere una normale Natasha o una Natasha anche lei eroina?
Rispondete a questo piccolo questionario, la mia storia (questa storia) è anche e soprattutto vostra (:
Allora aspetto recensioni eeee... alla prossima!
Un beso, adios
_R.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Amazing Spider-Man / Vai alla pagina dell'autore: RYear