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Autore: Amantea    03/11/2015    15 recensioni
Dall'episodio 37, fino al noto epilogo, a partire dalla scena del quadro, con un missing moment che mi sarebbe piaciuto vedere nell'anime, una notte delle lucciole un po' particolare, il tutto narrato dalla voce di Oscar.
(Cap. 1): "[…] Questa volta non opporrò resistenza.
Questa volta te lo dirò, che ti amo, che ti amo con tutta me stessa André. […] "
Doveva essere solo una OS... poi Oscar ha continuato a narrarsi...
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-4- Il mio André






-4-
IL MIO ANDRE'



Brividi di freddo mi strappano al sonno.
Sembra ancora buio.
Abbiamo ceduto, infine, stanchi di una stanchezza grata e tremante, allacciati.
Mi rannicchio come posso contro il tuo torace, alla ricerca di un po' di calore. Tu dormi ancora.
Un brontolìo mi ricorda che ho uno stomaco, e che non mangio da non so quante ore.
Non ho appetito, ultimamente. Ma ora... credo quasi che potrei guarire, pur di trascorrere quanta più vita possibile assieme a te.

D'un tratto sento le tue braccia cingermi con forza.
Respiri contro il mio collo, ciao, mormori, la voce graffiata dal sonno.
Rispondo sorridendo, mentre mi chiedi come sto, e la tua mano sosta sul mio ventre.
So cosa vuoi sapere, ma sto bene, davvero.
Piuttosto, hai una fame da lupo. Non cambierai mai.

Ti rivesti in fretta, e mi chiedi di aspettarti.
Dove vuoi che vada? Tu invece al buio come farai a...
Ma non faccio in tempo a trattenerti che già sei stato inghiottito dall'ombra, e allora so, ora più che mai, che tu nell'oscurità ci vivi e ti muovi da tempo, tanto da non averne più timore alcuno.

Mi rivesto anche io, almeno con la camicia, che mi copre un po' le gambe, e ti aspetto, osservando il cielo che si è fatto di uno scuro intenso.
Quando ritorni, hai in mano così tante cose che mi chiedo come hai fatto a non perderle per strada.
Un lume, una brocca che immagino piena d'acqua, e un involto che scopro presto ripieno di pane dolce e biscotti.
Inutile chiederti come diavolo hai fatto, perché mi hai sigillato le labbra in un bacio schioccante e rapido, e già mi offri un po' di cibo.
Non ho più freddo, adesso che sei tornato da me.

Ti osservo in silenzio mentre gusti questa piccola colazione, e mi dò della sciocca, perché già mi manchi.

Tra poco sarà l'alba, annunci.
E io spingo con timore lo sguardo oltre il balcone.
E' vero, il nero si è stinto di blu.
Ti chiamo, piano, e mi accogli tra le tue braccia, in ginocchio l'uno davanti l'altra.
Mi sollevi il viso, e leggo nei tuoi occhi lo stesso sconfinato desiderio che credo tu legga nei miei.
Che ci è successo André?
"Non mi guardare così", mi implori.
Così come? Vorrei che avessimo ancora un po' di tempo... ancora un po' di tempo per noi.
Lo dici con la bocca che venera il mio seno, le mani che stringono la stoffa, e con la stoffa anche me.




Mi accingo a raggiungerti nelle scuderie, dove mi hai preceduto per preparare i cavalli.
E' giunta l'ora di partire.
Scorgo la figura di mio padre, con te, e mi fermo.
Ho lasciato un biglietto per lui, e non ho intenzione di incontrarlo.
Mi faccio da parte, non vista, in attesa.
Vedo il tuo occhio illuminarsi e quasi commuoversi, mentre mio padre ti parla, le sue mani sulle tue spalle...
Sembra quasi che ti stia dando la sua benedizione, anche se ha lo stesso sapore di un addio....
Oh, ma tu la meriti tutta, la sua stima, André!
E so che questo ti rende felice. Ti fa sentire finalmente uomo, anche ai suoi occhi. 
Che strano gioco del destino... avere d'improvviso tutto ciò che si è sempre desiderato... quando tutto sembra stia per precipitare.


Un'angoscia sottile nel petto, e non è il tormento che mi dà la malattia. Potrebbe succedere di tutto, a Parigi.
Ti raggiungo, mi sorridi.
Liscio con i palmi l'uniforme sul tuo petto, e le parole mi muoiono nella gola.
E' una vita che riempiamo d'intimità gli interstizi silenziosi delle nostre anime.
So che la cosa più giusta da fare è tornare in caserma.
Non abbandonare i miei uomini, non abbandonare il sogno di libertà che li anima, che tu mi hai fatto conoscere e amare.
Perché solo così anche noi saremo liberi.
Però...
Cedo ancora un poco al mio cuore di donna, prima di indossare la corazza da guerriera.
Quando sarà tutto finito, potremo vivere finalmente la vita che vogliamo, André.
E' un proposito che mi dà forza, mentre salgo a cavallo.

Partiamo al galoppo, senza voltarmi indietro. Perché tutto ciò che più conta nella mia vita, adesso, è accanto a me, e finalmente lo so.



I ragazzi ci accolgono nelle baracche.
Li rassicuro, non dovranno più prendere ordini da me.
Lascio il mio grado, e quello che rappresenta, e mi affido alle tue decisioni, come una donna farebbe con il suo uomo.
Alain sorride di un sorriso malizioso, e tende la sua mano verso me.
Prima del nostro arrivo avevano già concordato di unirsi al popolo e disertare, tanto vale dunque che resti il loro comandante.
Crediamo in voi.
Annuisci. E così sia.


Crediamo in voi.
Queste le parole che mi risuonano nella testa mentre conduco i miei soldati alla battaglia per la libertà.


Abbiamo fronteggiato la cavalleria alle Tuileries, conquistando la fiducia del popolo.
Ho esortato Bernard a costruire delle barricate, ma so bene quanto quella povera gente sia disarmata e disorganizzata rispetto alle truppe schierate in città.
E ora ogni reggimento ci dà la caccia. 
Ci hanno accerchiato e sparato addosso, eppure, non so come, siamo riusciti a scappare.
Sotto al fuoco dei fucili, l'odore della polvere da sparo, l'afrore del sangue, le grida, i cavalli impazziti, Alain non ti ha mai perso di vista.
Ti è stato addosso come un'ombra, mentre io in testa sfondavo le linee nemiche e impartivo ordini, la spada alzata.
Crediamo in voi.
Me lo ripeto ancora, ora che siamo in trappola come topi in un cunicolo che lambisce la Senna.
Sono ore che aspettiamo qui, in silenzio, in attesa di capire cosa fare, il terrore di venire stanati e trucidati.
Metà dei miei ragazzi sono morti.
Morti. Ha un suono stridulo questa parola. Mi attraversa veloce la mente, come un volo d'uccello, e quasi non lascia traccia, perché accettarla sarebbe troppo... troppo devastante. E io non posso permettermi di cedere, nemmeno al pianto. Non ora.
Devo restare lucida, e salda, io, per voi.

Ho l'uniforme lacera e insanguinata di un sangue che non è il mio.
Ho ucciso. Con una furia che non conoscevo, ho calato la spada sugli avversari che cercavano di frenare la mia corsa. Ho sparato anche, quando ho potuto.
Ho visto volti trasfigurati in smorfie raccapriccianti, sfogare urla disumane, mentre cadevano da cavallo in pose scomposte.
E' questa dunque la via della libertà? Non so se siamo stati più folli, o ingenui, André...

Non ho ancora avuto il tempo di parlarti.
La notte trascorsa insieme sembra una pagina della memoria scritta da qualcun altro, in un altro tempo.
Ma sei ancora così vivo sulla mia pelle, che mi basta per sapere che non è stato tutto un sogno.
Alain ti è prossimo, seduto contro il muro, pochi passi dietro me. Hai lo sguardo perso nelle acque che scorrono limacciose sotto di noi.
Non ti allontani mai da me, vero André?
"Dobbiamo tornare da Bernard, e unirci al suo gruppo". E' l'unica speranza che abbiamo.
Significa ripercorrere le strade che abbiamo già fatto, con quelli che ci stanno alle calcagna.
Ma moriremmo comunque, se restiamo qui. Tanto vale provarci.
Io devo portarti fuori da questo inferno. Devo salvare la pelle agli uomini rimasti.
Cenni di assenso, mugolii ... E' deciso allora. E anche tu sei pronto ad obbedirmi, come hai sempre fatto nella tua vita.


Non mi accorgo di una sentinella che si è appostata sulla strada, sopra le nostre teste.
Questione di riflessi, li ho sempre avuti rapidissimi, ed estraggo la pistola.
Un colpo parte dal suo fucile, mentre crolla a terra agonizzante.
Ma non faccio in tempo ad esultare perché quando mi volto ti vedo in piedi, che barcolli, verso di me... una mano tesa davanti a te, una premuta sul petto.
Non capisco subito... E' un'immagine che non esiste quella che sto guardando... una cosa che non ha senso, e che non sta succedendo veramente.
"Oscar..."
La tua voce è vera però, è un ferro rovente che mi lacera la carne.
Perché è paura... sgomento... incredulità... 
Perché d'un tratto cadi in avanti con un rantolo.
E solo allora grido il tuo nome. Perché solo allora capisco che ti hanno fatto.
Tu, il mio André, il volto contro questa lurida terra, e il sangue, che si spande, veloce, troppo veloce, sotto di te.





















   
 
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