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Autore: Lake Of Fire    03/11/2015    6 recensioni
Prendiamo un soggetto A, casualmente femmina, diciottenne, dall'ironia pungente, un po' fuori di testa e con una petulante Vocetta nella testa che commenta ogni momento della sua vita.
Prendiamo un soggetto B, casualmente maschio, diciottenne, grande disegnatore, dalla famiglia invadente e il sarcasmo insostituibile.
Sullo sfondo di una cittadina del Canada dal nome particolare, i due soggetti in questione potrebbero creare scintille e combinare parecchi guai. Oppure innamorarsi.
"...da quanto disegni, piccolo Van Gogh?"
"Che gran battuta di spirito" borbottò Shane "Comunque da sempre" tagliò corto lui.
"Mh,forte. Quindi mi farai vedere i tuoi capolavori?"
Shane non potè far niente contro le sue orecchie che presero fuoco e distolse lo sguardo dal viso divertito di Iris.
"Scordatelo" disse secco.
"Sapevo che l'avresti detto"
"E allora perchè l'hai chiesto"
"Perchè mi diverto a vederti in difficoltà"
"Tu sei malata"
"Che fai ricominci?"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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    Graffiti: come tutto ebbe inizio 
16. Quando Shane si incazza
Uscire dalla scuola senza essere visti era stato più facile del previsto, se non si contava il fatto che Cam, nella fretta di scappare verso la libertà, avesse fatto rumorosamente cadere a terra un motorino parcheggiato nel cortile esterno, o che Shane, mentre tentavano di attraversare i corridoi vuoti stando attenti a non essere visti dai professori, fosse scivolato come un idiota sul pavimento bagnato che il bidello sciancato stava allegramente pulendo. 
Nonostante ciò, erano comunque riusciti a farcela. 
"Certo che non potevi scegliere giorno migliore per un' evasione da scuola eh..." borbottò contrariato Cam, abbassandosi sulla testa il cappello di lana per proteggersi dal freddo. 
Shane fece una piccola smorfia; in effetti, la neve che era caduta quella notte superava un tantino il livello accettabile, cosa che rendeva difficile ai due ragazzi anche solo camminare. 
"Non è colpa mia se viviamo in una città che sembra essere posizionata sotto una macchina per la neve difettosa" ribattè, scrollando le spalle. 
Le strade, sebbene fossero le undici di mattina, erano semi vuote, e il clima non esattamente caldo contribuiva a rendere la loro passeggiata ancora più deprimente di quanto già non fosse. 
"L'unica nota positiva in tutto questo, è che mi hai risparmiato una dolorosa interrogazione di letteratura; quindi grazie, o sommo scivolatore!" ridacchiò Cam, ricevendo una gomitata nelle costole che per poco non lo fece crollare con la faccia nel nevischio. 
"Porta rispetto per chi ti ha salvato da un tre assicurato" 
"E dall'ira di mio padre.."
"Quale dei due?"
Cam sembrò pensarci su un attimo, poi scrollò le spalle. 
"Entrambi" 
Shane sbuffò una risata, imboccando la via in cui viveva Iris. 
Per un attimo esitò. E se avesse peggiorato soltanto le cose? 
"Si può sapere che diavolo ci facciamo a casa di Iris?" la domanda, piuttosto legittima, di Cam, lo riscosse dai suoi pensieri e, cercando di essere il più riassuntivo possibile, gli raccontò in breve quello che era successo nelle precedenti nove ore. 
Il ricordo delle lacrime di Iris, del sorriso triste che aveva quella mattina, sembrò ridargli la carica giusta per affrontare la signora Brennan. 
"Wow" commentò Cam, quando ormai erano sul vialetto di casa Brennan "Ci tieni davvero tanto a lei, per arrivare addirittura a fare questo
Shane si voltò di scatto verso l'amico, pronto a ribattere e a dirgli che no, non ci teneva poi così tanto ad Iris, lo faceva soltanto perchè...già, perchè lo stava facendo esattamente? Perchè ne sentiva quasi il bisogno? Perchè, anche solo la prospettiva di non sentire più la voce entusiasta di Iris che lo salutava di prima mattina, gli faceva gelare il sangue nelle vene?
Cam aspettò paziente che i neuroni dell'amico lavorassero faticosamente, con un sorrisetto accennato che gli illuminava il viso. 
"Io..." cominciò Shane, la gola improvvisamente secca e gli occhi azzurri che vagavano inquieti "...be'.."
"Sì?"
Shane, che sembrava aver trattenuto il fiato fino a quel momento, sospirò, sgonfiandosi come un palloncino. 
"Be', se, ipoteticamente, tenessi a lei più...più di quanto dò a vedere, ci sarebbe qualche problema?!" domandò allora, sulla difensiva. 
Cameron scosse la testa, ridendo. 
"Ah, fidati, per me si risolverebbero tanti problemi...ed anche per Iris, suppongo" 
"Che?"
"Lascia perdere, dovresti raggiungere un livello di intelligenza troppo elevato per capirmi" 
"Ah sì, immagino" 
"Era sarcasmo questo?" 
"Mh, cosa te lo fa pensare?" 

                                              *  *  * 

Quando il campanello suonò -anche un po' insistentemente- Alicia, che stava togliendo i vestiti dall'armadio per riporli ordinatamente nella valigia, si precipitò ad aprire, con il cuore in gola, sperando di veder comparire Iris dietro alla porta.
Tuttavia, quando si ritrovò davanti Shane ed un altro ragazzo, non riuscì a nascondere la delusione e lo stupore. 
"Shane...cosa...che ci fai qui?" 
"Salve anche lei, signora Brennan" 
C'era qualcosa, nel tono del ragazzo, notò Alicia, una sorta di rimprovero silenzioso che la fece indispettire. 
"Non per essere scortese, caro Shane, ma in questo momento sono piuttosto indaffarata, potresti.."
"No, mi dispiace, ma non posso. Non posso proprio" rispose secco Shane, sorprendendosi per la durezza del suo tono. Eppure, pensare che la signora Brennan, la madre di Iris, fosse la causa di tutto...be', lo mandava un po' fuori di testa. 
Cam, lanciando un'occhiata vagamente preoccupata verso l'amico, decise di raffreddare un po' gli animi. 
"Mi chiamo Cameron, comunque. Ringrazio entrambi per avermi fatto sentire così accolto, davvero" si presentò, con un mezzo sorriso. 
Tuttavia, il suo fantastico sarcasmo non venne colto, e la madre di Iris lo degnò soltanto di uno sguardo superficiale, invitando poi entrambi ad entrare in casa. 
Cam notò la rigidità delle spalle di Shane e si chiese se dipendesse soltanto dal nervosismo o forse anche da quello che si erano detti prima. 
Sperò nella seconda ipotesi. 
"Ragazzi, vi ho già detto che sono.."
"Sì, e l'abbiamo capito, signora Brennan, ma siamo venuti per una questione un po' più importante" la interruppe subito Shane. 
"Oh" sussurrò Alicia, sbiancando "è successo qualcosa ad Iris? La mia bambina..tutto bene?" chiese precipitosamente, preoccupata. 
Shane si morse un labbro, trattenendosi dal dirle che, se teneva così tanto alla sua bambina, sarebbe anche potuta uscire dalla sua maledetta casetta e andare a cercarla, visto che non era tornata per la notte. 
"Sì" disse invece "Iris sta bene. Ha dormito da me stanotte" 
Cam tossicchiò, del tutto all'oscuro di questo insignificante dettaglio. Si appuntò nella mente di chiedere a Shane cosa fosse esattamente successo. Confidò in qualcosa di sconcio. 
"Oh grazie al cielo, grazie al cielo!" esclamò la signora Brennan, portandosi una mano sul cuore e crollando a sedere sul divano. "L'ho chiamata così tante volte, ma non mi ha mai risposto...ero così in pensiero!"
"Mi ha raccontato cos'è successo ieri sera" proseguì Shane, implacabile "E mi ha anche raccontato di tutti i traslochi, di tutte le relazioni.." 
Alicia sobbalzò, Cam si fece più attento. 
"Uhm...ecco, io..non ti devo nessuna spiegazione, caro Shane" balbettò Alicia, notando una certa determinazione negli occhi azzurri e luminosi del ragazzo. 
"No, certo, a me non deve niente, figuriamoci. Ma a sua figlia, ad Iris, forse a lei deve un po' più di rispetto" sputò fuori Shane, con il tono più velenoso che riuscì a trovare. Si sentì sorridere, quando vide gli occhi verdi di Alicia spalancarsi "Si rende conto di quanto questa situazione faccia soffrire Iris?" 
"Io...capisco che per lei non sia stato e non sia facile, ma.."
"Ma cosa?! Se lei fosse una madre degna di questo nome ci penserebbe due volte prima di aprire bocca, fidanzarsi con due uomini alla volta e rovinare la vita di sua figlia!" 
Calò un silenzio talmente peso, sul salotto di casa Brennan, che Cam si sentì soffocare. 
Osservò, da spettatore più o meno esterno quale era, i volti delle due persone insieme a lui. 
La signora Brennan, bianca come un cencio, gli occhi luccicanti e la bocca spalancata, sembrava sia sul punto di mettersi a piangere da un momento all'altro, sia di schiaffeggiare Shane. 
Lui, invece, se ne stava seduto composto, la schiena dolorosamente dritta, lo sguardo sicuro e i pugni talmente stretti da far sbiancare le nocche. 
In quel momento, si sentì fiero del proprio migliore amico. 
"Tu.." provò a dire Alicia "..tu non sai niente, nè di me, nè di mia figlia..."
"Scommetto che, per quanto riguarda Iris, so molto più di quanto crede di saperne lei."
"E c'è da dire che la conosce da meno di quattro mesi.." gli diede inconsapevolemente man forte Cam, scambiandosi un'occhiata con Shane. 
Alicia soffocò un suono stridulo, a metà tra un singhiozzo e un urletto. 
Non sapeva perchè ma, quelle parole, "una madre degna di questo nome", continuavano a vorticarle nella testa, insieme alla voce di Iris, la sera prima, che le urlava "I tuoi problemi non si risolvono sparendo, i problemi non si risolvono da soli e basta!" 
Com'era possibile che due ragazzini, due adolescenti che, in teoria, dovevano essere ancora inesperti alla vita, sembravano saperne molto più di lei? Com'era possibile che lei, l'adulta, sbagliasse in continuazione?
Si accorse di star piangendo dall'espressione un po' sconvolta di Cameron che ora, molto più sulle spine, aveva paura che la madre di Iris chiamasse la polizia e li denunciasse per molestie. 
"Ehm, signora Brennan..." tentò in ragazzo, con un tono di voce molto più dolce di quello di Shane. 
Quest'ultimo la fissava con una freddezza quasi dolorosa, accentuata dal colore ghiacciato delle sue iridi che cercavano di comunicarle quanto disprezzo provasse per lei. 
Quando Shane sentì Cam cercare in qualche modo di accertarsi che la madre di Iris non affogasse nelle sue stesse lacrime, non potè biasimarlo più di tanto, ma non biasimò neanche se stesso che, invece, rimase fermo al suo posto, impassibile e silenzioso. 
Secondo lui, quelle che Iris aveva versato la sera prima erano lacrime sincere, lacrime che andavano raccolte, lacrime di vera tristezza. 
Per quanto ne sapeva, Alicia Brennan era una bravissima attrice egoista con i condotti lacrimari pronti ad aprirsi per ogni evenienza.
Purtroppo per lei, con lui quella tattica non attaccava. 
Si alzò di scatto dal divano, raccogliendo lo zaino da terra. 
"Se deciderà di andarsene davvero, si ricordi soltanto una cosa: Iris è troppo buona per farlo, ma se potesse, la odierebbe" mormorò con tono tagliente "Io, al posto di sua figlia, avrei già cominciato da molto tempo" 

                                           *  *  * 

Louise sorrise a Shane nel modo più accattivante che riuscì a trovare, si spostò una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio, si morse un labbro, inarcò la schiena per mettere in evidenza il suo non scarso davanzale; tuttavia niente, niente di tutto questo sembrò funzionare. 
Shane rimaneva zitto, gli occhi azzurri persi in un punto indefinito, la schiena appoggiata agli armadietti del corridoio e la mente evidentemente altrove. 
Louise trattenne uno sbuffo spazientito, avvicinandosi di un altro passo e ritrovandosi così vicina al viso del ragazzo da respirare la sua stessa aria. 
"Shane?" mormorò con un tono di voce basso e sensuale. 
Shane sobbalzò, ritornando improvvisamente alla realtà. 
"Oh..scusa, io...ero distratto" disse, scuotendo la testa. Sentì Louise ridacchiare appena e poi, senza che lui se ne rendesse preventivamente conto, lei appoggiò tutto il corpo contro quello il suo, spostandogli delle ciocche bionde che gli erano finite davanti agli occhi. 
Shane quasi trattenne il fiato, non sapendo, letteralmente, dove mettere le mani e sentendo gli ormoni ribollire quando i loro corpi entrarono in contatto. 
"L'avevo notato e, se ci tieni a saperlo, sei scusato. Per stavolta" disse Louise, ad un soffio dal suo viso. 
Shane abbassò gli occhi su di lei, osservandola attraverso le ciglia chiare: era senza dubbio bellissima, con quelle piccole e delicate lentiggini sul naso e sulle guance, gli accattivanti occhi verdi e le labbra rosate, piegate in un sorriso malizioso. 
Tuttavia, in quel momento, gli sembrò anche troppo...troppo
Troppo perfetta, troppo calcolata, poco naturale
Totalmente diversa da Iris.
Subito dopo si diede dell'idiota; insomma, la ragazza che gli piaceva da una vita adesso era lì, tra le sue braccia, completamente disponibile. 
Idiota. 
"La ringrazio di avermi perdonato così velocemente, signorina, ha un animo così benevolo!" le disse abbozzando un sorrisetto divertito, e poggiandole delicatamente le mani sui fianchi. 
Erano morbidi e stretti come se li era immaginati. 
Anche i fianchi di Iris erano morbidi, anche i suoi capelli profumavano di fresco; tuttavia aveva provato molto di più quando l'aveva stretta fra le braccia. 
Scosse di nuovo la testa. 
Probabilmente, a quell'ora, Iris era già in viaggio per una destinazione ignota. 
Non aveva avuto il coraggio di chiamarla, il giorno prima; non aveva avuto il coraggio di sentirsi dire che aveva combianto un casino facendo quella sparata alla signora Brennan.
"...a farci un giro?" si rese conto che Louise aveva parlato di nuovo e lui, come prima, non l'aveva ascoltata minimamente. 
Che gli stava succedendo? Di solito pendeva sempre dalle sue labbra...
"Come?" le chiese, adottando una delle sue più innocenti espressioni e fingendo di non notare il lampo spazientito che passò nello sguardo di Louise. 
"Ho detto" ripetè lei, non riuscendo a nascondere una nota infastidita nella voce "che potremmo andare a farci un giro questo pomeriggio, soltanto io e te" 
Da una parte, Shane moriva dalla voglia di fare una giro da soli, dall'altra però...dall'altra continuava ad ispezionare, quasi morbosamente, il corridoio pieno di studenti, alla ricerca di una cascata di capelli scuri, un sorriso luminoso e una risata contagiosa.
"Shane!" esclamò Louise, spazientita, staccandosi da lui. 
"Scusa" disse precipitosamente Shane, un tantino sorpreso dal tono isterico della ragazza "Mi dispiace, non...non è giornata" 
Louise sbuffò inviperita, trattenendosi dal prenderlo a schiaffi. 
Aveva sentito dire dell'imminente partenza di Iris ed era piuttosto certa che la distrazione perenne di Shane, fosse dovuta a quello. 
Supida Iris Brennan, come si permetteva di intralciarle i piani così spudoratamente? 
Quando fece per aprire bocca e magari rimproverare Shane, una voce conosciuta sovrastò la sua. 
"Buongiorno!" esclamò Iris, comparendo alle loro spalle talmente silenziosamente da sorprendersi da sola. 
"Anni e anni di addestramento per diventare dei ninja provetti si stanno rivelando utili..."
Shane si voltò così di scatto da farsi male al collo e, quando si ritrovò Iris davantì, spalancò gli occhi, osservandola come se non fosse davvero lei. 
"Iris?" 
Eppure non gli sembrava ci fosse qualcosa di diverso: pantaloni scuri, anfibi, camicia a quadri rossi e neri, capelli raccolti in una lunga treccia, sorriso ampissimo e occhi splendidamente allegri. 
"Vedo che quando ti applichi, signor Weston, i risultati non sono poi così scarsi" gli disse divertita, inclinando un po' la testa di lato. 
Shane sorrise, in modo tanto splendente da abbagliarla completamente. 
"Prossimo modello della Mentadent..."
Iris lo fissò dritto negli occhi per qualche secondo, ringraziandolo con unico, semplice sguardo per tutto, poi, non riuscendo più a trattenersi e ignorando bellamente la presenza di Louise, lo abbracciò forte.
"Tutto questo romanticismo potrebbe essere nocivo, tenere lontano dalla portata dei bambini"


Angolo del disagio:
Momento di riflessione estrema: ma quanto è cazzuto Shane in questo capitolo?! Quantoo?! *-*
A parte questo, eccomi di nuovo qui a tormentarvi, dopo un'assenza lunghissima (una settimanae e un giorno!), in cui sono stata letteralmente sopraffatta da scuola e Lucca Comix (esperienza magnifica *-*). 
Comunque, non so voi, ma dopo aver scritto così tanto dalla prospettiva di Shane (che amo all'infinito), mi mancavano Iris e Vocetta...che, signore e signore, rimangono a Ranuncolandiaa! Alèèè! (prevedibile come il fatto che pioverà ogni volta che io devo uscire). 
La parte in cui Shane fa il cazziatone ad Alicia l'ho semplicemente adorata (anche se ho paura che sia risultata un po' troppo pesante..) e poi, il mio pargolo che prende la situation in mano e spacca il culo a tutti? Eh? Che meraviglia *-* Devo dire che avere i Nirvana in sottofondo hanno aiutato molto ahahaah. 
Vabè, non ho nient'altro da dire se non grazie a tutte quante, a chi legge e a chi recensisce. 
Sappiate che Graffiti sta andando avanti anche per merito vostro <3
Alla prossima, 
Lake Of Fire.
  
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