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Autore: Jess2792    04/11/2015    1 recensioni
I sentimenti umani non cambiano, ne che tu sia un piccolo uomo, ne che tu sia un grande uomo. Amare è complicato e talvolta doloroso e il "famigerato" Soldato d'Inverno lo sta provando sulla sua pelle.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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“CAPTAIN AMERICA E’ MORTO” recitava un giornale molto noto. Io non uscì nemmeno di casa di Steve pur di non sentire e non vedere niente e nessuno. Non aprii nemmeno la porta quando Sam venne a bussare per controllare che stessi bene, per quanto bene potessi stare. Mi chiese solo di dare segno che ero vivo. Come contraddirlo, durante la notte non pensai ad altro: uccidermi o no? La pistola l’avevo tra le mani, mi sarei potuto benissimo sparare in bocca; avrei potuto tagliarmi le vene con i coltelli della cucina o con le forbici sulla scrivania. Risposi semplicemente dando un paio di colpi alla porta, giusto per fargli capire che ero in piedi. Sam se ne andò con tono triste, dicendomi che quando avrei voluto, quando avrei avuto bisogno, lui ci sarebbe stato.
Avevo tagliato i collegamenti con lo SHIELD, con Hill, con Natalia, con Carter, con il mondo intero. Volevo stare solo. Volevo piangere senza che qualcuno mi guardasse, mi abbracciasse o mi compatisse. In poche ore avevo provato un cumulo di emozioni che non sono semplici per niente da spiegare. Mi avevano tolto un amico, un fratello, un amore. Il mio amore! Steven era molto più di tutto questo. Avrei preferito che morisse di vecchiaia, al mio fianco, invece me l’hanno strappato via con la forza, dopo che lui mi aveva aspettato per settantacinque anni. Ci eravamo appena ritrovati. Il profumo della sua pelle era ancora impregnato sulle lenzuola e i suoi vestiti, messi ben in ordine come sua madre gli aveva insegnato, erano nell’armadio. Sul computer che Fury e Coulson gli avevano fornito c’era tutta la musica che ascoltava da quando era stato scongelato. Da quando quel cretino aveva iniziato ad ascoltare il pop e il rap? Non avrei mai immaginato Steven in una specie di versione grossa di Eminem. Le foto scattate in giro per il mondo col cellulare. Budapest, Roma, Tokyo. Aveva visitato così tanti posti. L’unica foto con se stesso come soggetto principale credo gliel’avesse scattata Natalia, erano a New York. La faccia di Steven raccontava un momento leggero e divertente, probabilmente Nat gli aveva rubato il telefono dalla tasca per fargli una foto e lui ha tentato di evitarlo. Nel 1945 le fotocamere erano un lusso, Steve ed io non potevamo permettercela, perciò lui decise di imparare a disegnare. Negli anni realizzò svariati miei ritratti, un sacco di piccoli schizzi d’arte. Non sono imparò in fretta, era pure bravo. Mi chiedo se non fosse quella la sua vera vocazione.
Mi trovavo lì, seduto a terra, con una cinquantina di bottiglie di birra tutte campeggiate attorno a me. L’effetto dell’alcol lo sentivo, ma speravo che mi aiutasse a non soffrire. Forse Banner aveva ragione: posso ubriacarmi ma non facilmente. Quel bastardo di Steve invece avrebbe potuto nuotare in un mare di vodka e non gli avrebbe fatto alcun effetto. Se fossi morto io, al suo posto, non so come avrebbe fatto. Conoscendolo credo che avrebbe avuto più coraggio di me per spararsi quel colpo in bocca.
Se penso che quel figlio di puttana di Stark mi abbia anche offerto una sorta di “pace”… dopo che Steve è finito sul lettino dell’obitorio. Suo padre si starà rivoltando nella tomba dallo schifo. Mi disse pure che lui non ne aveva colpa. Non ci vidi più. Dalla rabbia gli mollai un pugno in pieno volto. Credevo che gli agenti dello SHIELD mi avrebbero arrestato, invece persino Fury li fece stare al loro posto. Sapeva quanto Steve fosse importante per me, mi spiace che Tony non l’abbia capito.
Negli anni sono sopravvissuto agli esperimenti di Zola, ho ucciso senza nemmeno saperlo, sono sopravvissuto all’Unione Sovietica e all’HYDRA che volevano la mia testa, ho visto morire un sacco di amici. Mi sono sempre rialzato. Come mi rialzerò adesso che Steve non c’è più? Come potrò riaprire gli occhi domani mattina senza sentire che lui è lì al mio fianco, senza più poterlo tenere stretto sotto le lenzuola?
Mi serve un’altra birra.
Sono appena passate ventiquattro ore. A quest’ora sentimmo i primi colpi, quelli che lo colpirono al petto.
Adesso è partito il secondo dalfucile di Rumlow, dritto al collo.
Non è riuscito a parlare. Io gli stavo praticamente addosso e lo intimavo di non addormentarsi. È morto tra le mie braccia, con lo sguardo fisso su di me. L’ho visto lasciare il corpo attraverso i suoi occhi. In poco tempo è diventato freddo e io non riuscì a far’altro che tentare di svegliarlo, lo chiamavo, lo strattonavo. Dovettero portarmi via di forza Sam, Fury e Clint. Quel vigliacco di Stark stette in disparte, facendo finta che gli importasse qualcosa. Per colpa del sistema e della sua testardaggine ho perso il mio migliore amico, mio fratello. Ho perso l’uomo che amavo e che ancora amo.
Gridai. Gridai molto forte.
Ora mi trovo ancora qui, in un appartamento vuoto, senza nemmeno più un briciolo di felicità, se non un disegno di Steve raffigurante una stella sfumata di bianco e rosso. Sulle pareti sono ben visibili i segni della mia rabbia, della mia frustrazione e della mia paura divenuta realtà in un’istante.
È ufficiale: Captain America è morto. Il mio Steve è morto.
Gli promisi che sarei stato con lui fino alla fine della linea. Non sono riuscito a mantenere la promessa.
Mi spiace Steve.
   
 
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