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Autore: Lucyspice     04/11/2015    1 recensioni
Cosa succede se un incontro inaspettato cambia la vostra vita?
Questa è la storia di Isabella. E’ la storia di uno scontro inaspettato, uno sguardo fugace, una risata non programmata, una frase veloce, una parola non detta, una visita inattesa.
Ed è la storia di tutte noi, noi che sogniamo, noi che vogliamo qualche avventura e, perché no?!, un po’ di dolcezza nella nostra vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Rivangare i ricordi.


Capitolo Due


- Scusi signorina? Mi potrebbe portare una tazza di caffè? - Mi girai e ...

Vidi un ragazzo moro guardarmi dolcemente come era solito fare.

- Jacob la smetti di venire qui? - Scocciata mi rigirai e tentai di andarmene ma non ci riuscii.

- Isa ti prego, non scappare di nuovo, dobbiamo parlare, chiarire..-

Solo lui mi chiamava in quel modo. Inutile dire che inizialmente odiavo quel diminutivo ma con il tempo imparai ad amarlo. Ma questa volta era diverso e mi irritai notevolmente sentendolo pronunciare quel nomignolo e, soprattutto, quelle parole.

- Ma chiarire cosa?? Non puoi pretendere che io ti perdoni di nuovo! Ho anche io un orgoglio cosa credi? Probabilmente il mio concetto di fiducia è diverso dal tuo! Io mi fidavo di te! IO mi sono sempre fidata di te! Ma non ne posso più delle tue scenate di gelosia! Passiamo più tempo a litigare che a stare insieme come una coppia normale! Ma tanto ormai non importa più. –

- Ormai non importa più, noi non stiamo più insieme e che a te piaccia o no è finita. E adesso ti prego di andartene. - Aggiunsi, con un sorriso amaro.

Vidi il suo sguardo ferito, vidi i clienti guardarmi inorriditi dallo spettacolo che avevo appena dato. Probabilmente avevo urlato per tutto il tempo, ma non riuscivo a pensare a niente. Non ne potevo veramente più! Erano due anni che continuava questa storia.

Lui non mi faceva vivere con la sua gelosia, ma pretendeva di essere una coppia aperta, almeno lui si divertiva, e in ogni caso vedere qualcun altro era una sua sola prerogativa visto che ogni volta che io conoscevo altre persone lui diventava insostenibilmente geloso. Allora io decidevo di lasciarlo, capendo di non voler essere una tra le sue tante, ma lui tutte le volte tornava chiedendomi di perdonarlo e giurandomi che per lui esistevo solo io e io, credendogli, lo perdonavo e ricominciavamo la nostra storia, che, a parte la prima settimana, si rivelava identica a come era prima del litigio. E ora basta.

Se era vero che mi voleva doveva decidersi. O solo me oppure tutte le altre. Quando gli feci questa domanda stavamo litigando. La risposta che ricevetti non era quella che mi aspettavo, ma me la feci andar bene comunque.

Da tre mesi ci eravamo definitivamente lasciati e da un mese lui continuava a tornare. Ogni pomeriggio entrava nel bar e con il suo sguardo da cucciolo bastonato mi chiedeva di perdonarlo. Un perdono che non volevo dargli, non più.

- Non è mai stato amore quello che c’era.. – Sottolineai a bassa voce, probabilmente più per ripeterlo a me stessa che per continuare quel discorso con lui.

Mi sentii abbracciare da qualcuno e alzando lo sguardo vidi Alice che, forse richiamata dalle mie urla, era uscita dalla cucina e mi guardava con uno sguardo preoccupato. Non so che aspetto avessi, era una cosa che non avevo mai fatto.

Di solito lo liquidavo con un “Jacob, non ora, devo lavorare” oppure ci pensava Jasper a mandarlo via, capendo che con lui non volevo avere più niente a che fare, e ogni volta che lo vedeva entrare gli richiudeva malamente la porta in faccia. Ovviamente, anche lui era stato motivo di un nostro litigio perché, secondo il mio ex, Jasper provava più di una semplice amicizia.

Venni trasportata nell’unico posto in cui sarei potuta stare tranquilla, di fuori, nel retro, e solo in quel momento mi accorsi del mio stato. Dai miei occhi uscivano calde lacrime che non riuscivo a fermare. Mi sentivo uno schifo per la sceneggiata davanti ai clienti, per Jacob e per come mi ero ridotta.

Nel frattempo, Alice mi appoggiò un giubbotto alle spalle, cercando di consolarmi.

- Dai ti prego Bella, non fare così, quello è un cretino, non puoi stare male per uno così. Non puoi piangere per uno così, non ne vale la pena! –

- L-Lo so Ali-ice, infa-atti a-desso mi pa-assa. - Dissi, sicura che avrei smesso appena le immagini di quello che avevo passato e della mia sfuriata se ne fossero andate.

Alice continuava a guardarmi preoccupata quando, da dentro, arrivò un rumore sordo, come di pentole buttate a terra, e Jasper che imprecava.

- Ali-i vai a vedere cos-sa ha combinato Ja-asper - vedevo Alice indecisa tra il rimanere con me e l’andare a vedere cosa fosse accaduto ma poi, alzandosi, mi fece un lieve sorriso e si avvicinò guardandomi.

- Ok. Vedo che cosa è successo a quel combina guai. Però torno subito e ti porterò anche una bella cioccolata calda - e, sorridendomi più felice, sapendo che una dose di cioccolata non mi avrebbe fatto altro che bene, rientrò.

Rimasi sola. Qualcosa di freddo toccò la mia guancia, alzai lo sguardo e vidi minuscoli batuffoli di neve scendere candidi tutt’intorno. Iniziai a sentirmi meglio con me stessa, forse adesso avrebbe smesso di cercarmi.

Altre calde lacrime continuarono a scendere imperterrite. Anche se mi imponevo di odiarlo sapevo perfettamente che non ero ancora riuscita a dimenticarlo, perché anche se mi aveva fatto passare dei momenti bruttissimi, quei pochi istanti in cui eravamo solo Isa e Jacob erano stati attimi pieni di felicità e, per lo meno da parte mia, di amore.

Continuai a piangere imperterrita per un tempo indeterminato. Alice ancora non era ritornata, chissà cosa stavano combinando quei due.

Girai lo sguardo alla mia destra, dove si affacciava la strada, ed iniziai a guardare la gente che passava cercando di rilassarmi e di fermare le lacrime che ancora scendevano, anche se più lentamente, dai miei occhi.

Dalla strada nessuno poteva vedermi dato che il posto era parecchio isolato, così iniziai a scrutare i passanti: c’erano dei bambini che camminavano sul marciapiede giocando con la poca neve che aveva attecchito al suolo e, più indietro, i loro genitori che chiacchieravano animatamente; dall’altra parte, due anziani signori, che sembravano due innamorati alle prime armi, mano nella mano, passeggiavano avvicinandosi sempre di più al locale; ad un tratto passò correndo un signore con un giornale in testa probabilmente dirigendosi verso la propria casa cercando di evitare la neve.

Non capii da dove fosse arrivata, dato che dal mio punto di osservazione, in cui potevo notare chiunque si avvicinasse, non riuscii a vedere come, una figura oscura, si inoltrò nel vicolo.

Ebbi paura, ero rimasta sola e quella persona non accennava a cambiare direzione, anzi, continuava con passo lento e calcolato ad avvicinarsi e, dentro di me, sperai ardentemente che Alice tornasse al più presto. Se fosse stato un malintenzionato, magari lo avrebbe fatto scappare, l’intervento improvviso di un’altra persona. Non so perché, ma in quel momento non pensai minimamente di essere io a poter rientrare nel locale.

Il ragazzo passò in un piccolo tratto di luce flebile e quello bastò a rivelarmi la sua identità.

Probabilmente, il retro non era il posto riservato che pensavo visto che vidi la figura fermarsi a qualche passo da me e guardarmi intensamente con i suoi occhi verdi. D’un tratto, i miei pensieri se ne andarono per lasciar posto al nulla. Sembrava scrutarmi attentamente cercando di capire ogni cosa di me. Si avvicinò di un passo continuando a fissarmi. Ad un tratto sgranò leggermente gli occhi - lo notai molto bene perché non avevo mai smesso di fissarli– e si girò andandosene nuovamente senza dire una parola lasciandomi nella confusione più totale.


 
* Angolino Autore 

Tenterò di aggiornare ogni 5 giorni, scrittura e revisione dei capitoli permettendo! Spero che questo capitolo e che questa storia vi piaccia come sta piacendo a me! 
  
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