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Autore: fede_rica19    04/11/2015    2 recensioni
FanFiction sulla nuova generazione! Un TEEN DRAMA! Amori,tradimenti,amicizie e feste da sogno...ma soprattutto il ritorno del TORNEO TRE MAGHI AD HOGWARTS!
Dal primo capitolo:James Sirius Potter, alto e muscoloso, occhi nocciola e con capelli lunghi e corvini che ricadevano morbidi e scomposti sul collo, quasi fino alle spalle. Sorriso malandrino ed un caratterino troppo strafottente per essere davvero il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Oppure forse la celebrità e la ricchezza nelle quali sin da piccolo era stato avvolto, lo rendevano così sprezzante, menefreghista ed arrogante. Sapeva di essere una celebrità appena ebbe messo piede sull’Espresso di Hogwarts, sei anni fa ormai.
Una ff sulla new generation con personaggi di mia fantasia e reali! Dimenticate la Hogwarts diligente e seriosa... fate spazio ad incontri lussuriosi, feste clandestine, a sentimenti non espressi, ed ad amicizie vere!
Vi va di seguirmi in questa avventura? Spero di vincere questa sfida con me stessa e scrivere una bella storia sulla nuova generazione!
Coppie: James Sirius/nuovo personaggio; Rose/Scorpius e tante altre...
Nuovi personaggi: Bart Mclaggen, Octo Thomas, Florinda Jordan e Calliope Rosier (cognomi importanti)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Orgoglio&Pregiudizio'
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Capitolo 27
“Ma io sto soffrendo adesso che tu sei qui…perché mi hai ricordato cosa c’era fra noi due…”
SLAP!

Le cinque dita di Rose si erano appena stampate sulla guancia di Scorpius. La guardò interdetto per un attimo e allora lei partì in quarta.
-MA SI PUÒ SAPERE CHE MISERIACCIA TI È SALTATO IN MENTE?!- gli urlò in faccia con tono minaccioso mentre sul viso era divenuta paonazza dall’imbarazzo e dalla rabbia. Lui balbettò un attimo preso alla sprovvista. Forse, pensò Rose, non era mai successo che qualcuna si arrabbiasse per essere stata baciata da Scorpius Malfoy, anzi… ma a parte che lei non era una delle pretendenti dagli ormoni in subbuglio del bel biondino, in più non trovava una ragione a quello che era appena accaduto. Lei non gli aveva inviato alcun segnale che facesse pensare a qualcosa di più. –TI HANNO MANGIATO LA LINGUA?!- allora continuò furiosa pensando a quelle cose, ma anche a qualcos’altro...
-Io…io…AHIA!!- sbottò ad un tratto massaggiandosi la guancia colpita dallo schiaffo della ragazza, ancora ansante per la rabbia. –Ma che ti salta in mente a te?! Come spiego questo alla mia famiglia e ai miei amici?!- le domandò indicandosi il livido a forma di mano sulla sua faccia. Rose scoppiò a ridacchiare ma tentò di mantenere uno sguardo arrabbiato.
-Pronto? C’è nessuno? Mi hai appena baciato dal nulla, senza un motivo, te ne rendi conto? Come pensi che possa reagire una ragazza?-
-Oh beh in tutt’altri modi…- rispose con sarcasmo -e comunque io…io l’ho fatto per gioco! Ho bevuto un pò, sono un pò brillo Rose- fece una pausa, -pensavo che ti andasse…- rispose il biondo sfuggendo al suo sguardo.
-Per gioco? - ripeté lei sbigottita. –Scorpius avrai bevuto a malapena una burrobirra e prima mi stavi accusando di qualcosa, cioè prima che ti venisse in mente di baciarmi! -
-Oh dai potevamo divertirci!- mentre Scorpius le dava queste risposte sembrava come a disagio, la voce era quasi tentennante e giocherellava con le dita delle mani, e in più non la guardava mai negli occhi. Poteva anche sbagliarsi ma Scorpius era imbarazzato e non le stava dicendo la verità.
-Forse sei abituato così, magari ad ogni festa hai una ragazza da sbaciucchiare per passatempo ma io non sono come quelle!- disse tagliente lei. Scorpius inarcò un sopracciglio colpito.
-Beh che tu ci creda o meno volevo solo farti uno scherzo e magari se ci stavi ci divertivamo un pò insieme…tutto qui!- ribadì il biondo con nonchalance, riacquistando un pò della sua sicurezza.
-Se così fosse mi spiace per il due di picche, ritenta sarai più fortunato con una gallinella qui in mezzo!- rispose Rose indicando con il pollice la stradina di fianco a loro dalla quale si intravedevano alcune bancarelle e giostre. Fece per oltrepassarlo e tornare in spiaggia da Romeo. Aveva un profondo ed urgente bisogno di raccontargli tutto. Poi sarebbe toccato a Florinda.
-Eddai ora dove vai?!- la fermò però Scorpius sfiorandole un braccio per invitarla ad arrestare la camminata. E lei fu oltrepassata da un brivido. –Non ti sarai mica offesa? Mi dispiace…- si scusò lui sorridendole. Rose si voltò a guardarlo e poi arrossì con tanto di pelle d’oca per il tocco di prima.
-Non c’è niente da offendersi!- mormorò a bassa voce. Lui allora le si avvicinò confuso.
-Allora perché sembri così infastidita…era solo un bacio innocente!-
-Ecco se vuoi saperla tutta: io non avevo mai dato un bacio prima d’ ora!- sbottò lei paonazza.
-Quindi sono il tuo primo bacio!- terminò a bassa voce lui per lei. Ma con stupore di Rose non aveva usato un tono gongolante bensì le era sembrato turbato. –Io…io non ne avevo idea…non volevo che fosse così…cioè il tuo primo bacio, mi dispiace, davvero!- si scusò lui e guardandolo dritto negli occhi a Rose sembrò sinceramente dispiaciuto. Si sentiva comunque imbarazzata. Aveva confidato a Scorpius Malfoy ciò che più la imbarazzava e la faceva sentire ancora una ragazzina senza esperienza e non una diciottenne come le altre. Si vergognava di quel segreto che aveva custodito e condiviso solo con Florinda e Romeo. Sentiva le orecchie bollenti, di sicuro era ancora tutta paonazza dalla vergogna, proprio come diventava suo padre Ronald in una situazione scomoda.
-Ehm, tranquillo… come potevi saperlo?! Io, beh ecco mi è dispiaciuto che il mio primo bacio sia stato per…divertimento, per scherzo…credo che sia per questo che io mi sia arrabbiata così tanto!- confessò la ragazza riuscendo a trovare nuovamente il coraggio di guardarlo negli occhi. Quegli occhi così azzurri, così di ghiaccio, quasi color argento.
-Potresti vederla come una prova…- la buttò lì il ragazzo, -cioè in attesa del ragazzo che ti piacerà, hai baciato un…amico per fare esperienza!- Rose si corrucciò –ok se anche quest’idea ti fa schifo ti do il permesso di schiaffeggiarmi l’altra guancia, se sono stato di nuovo inappropriato!- si affrettò a dirle. Allora le venne da ridacchiare. Le faceva tenerezza che si preoccupava per lei. –Che c’è?- sbottò confuso lui.
-Nulla, alla fine non è malaccio come modo di vedere la cosa!- argomentò Rose divertita. –Possiamo tornare ora al falò, ci siamo già persi i fuochi!- mormorò perché ancora quell’atmosfera tra loro due la metteva a disagio. Un disagio che però non riusciva  a spiegarsi. Si domandava ancora come mai quella pelle d’oca quando l’aveva sfiorata e perché le dava un pò fastidio che avesse minimizzato l’importanza del bacio. L’unica cosa di cui era certa era che non voleva più parlarne.
-Certo…- mormorò lui con una strana espressione che la ragazza non riuscì a decifrare. –Rose?- si rivolse a lei mentre si erano incamminati verso la spiaggia.
-Si?- chiese lei intimorita.
-Ti ricordi che…che mi hai detto che mi vuoi bene?- le domandò con voce rauca.
-Si, certo- cinguettò lei in risposta, sincera.
-Anch’io…- sussurrò il ragazzo sorridendole.
 
L’alba illuminò timidamente i granelli di sabbia della spiaggia di Tinworth dove giovani maghi e streghe si erano accampati per la notte con tende e teli mare. Dopo i fuochi infatti era esplosa in ogni lido musica e i ragazzi avevano fatto festa tutta la notte, ballato e bevuto ogni sorta di cocktail babbano e non. Anche Scorpius, con la sua comitiva, aveva deciso di pernottare e lui si era addormentato nella tenda con Anita Bones. A quella festa erano arrivati insieme ma in realtà non è che l’avesse calcolata poi più di tanto, almeno fino a che non era successo quell’ “incidente” con Rose. Sapeva bene perché l’aveva baciata. Aveva sentito per lei, sin dal giorno in cui gli era stato assegnato di creare quella pozione polisucco insieme, una forte attrazione, ma per la prima volta non fisica, almeno non solo, bensì un’attrazione mentale. All’inizio lo aveva spaventato questo fatto ma poi si era sempre più incuriosito fino a non poterne fare più a meno, di lei e delle giornate insieme. Lo aveva attratto mentalmente e non gli era mai successo con nessun’altra ragazza. Era piacevole parlare con una ragazza senza che la cosa sfociasse nel “fisico”, e lui aveva rovinato tutto. Quell’attrazione lo aveva spaventato e come al solito aveva fatto una cazzata. Lui con le femmine ci sapeva fare, si continuava a ripetere, ma con Rose era diverso. Con lei l’obbiettivo non era farle togliere le mutandine entro un’ora, quello che era stato per le altre. Bensì tentare di piacerle per ciò che diceva, per gli argomenti trattati, per gli interessi in comune. I pomeriggi con lei in biblioteca e nei giardini di Hogwarts erano volati e passati troppo in fretta ed ora l’estate gliel’avrebbe portata via? La sua cazzata l’avrebbe fatta scappare a gambe levate? Aveva capito appena entrato in tenda e trovato Anita in lingerie ad aspettarlo, che lui probabilmente non era abbastanza per Rose Weasley. Aveva passato anni a disprezzarla senza un reale motivo, solo perché i suoi amici lo facevano a loro volta spinti dai pregiudizi dei genitori ancora troppo razzisti. Ed ora si sentiva lui non abbastanza per lei. Lei meritava un ragazzo brillante, intelligente e con la testa sulle spalle. Lui non era mai stato un principe azzurro. Era sempre e solo stato l’erede dei Malfoy, bello si ma solo da poter sfoggiare come il belloccio ricco di turno. Non era mai stato il fidanzato modello, nessuna lo aveva mai cercato per quello. Né lui aveva mai pensato al matrimonio, nemmeno ora che aveva diciotto anni. Rose invece era l’emblema della fidanzata perfetta. Era gentile, bella, intelligente e matura e di sicuro si sarebbe diplomata il prossimo anno con il massimo ai M.A.G.O. e si sarebbe sposata con un avvocato o un medico di fama, visto le conoscenze dei coniugi Weasley rispettivamente avvocato la madre e vicecapo Auror il padre. Lui cosa poteva offrirle oltre che il lusso? Perché solo per quello le ragazze lo bramavano. Unico erede della casata Malfoy e con la fama di essere uno sciupafemmine, come minimo poteva aspirare alla nomina di scapolo d’oro anno dopo anno fino a diventar decrepito e inutile anche per quello. Anita nel sonno si voltò dall’altro lato e lui ne approfittò, liberato dalla presa della ragazza, per uscire dalla tenda e sperare che un pò d’aria fresca gli avrebbe giovato e sciolto quel groviglio di pensieri deprimenti. Inspirò la quiete e la brezza marina, mentre più in là un altro gruppo di giovani maghi si stava risvegliando e cominciando a smontare le tende. Si grattò il capo confuso. Non ricordava nemmeno come ci fosse finito sano e salvo nella sua tenda visto che dopo “il bacio” si era ubriacato come una spugna e aveva probabilmente dato spettacolo ballando come un troll impazzito. Chiuse gli occhi invaso da una sensazione di profondo imbarazzo.

-Buongiorno!- e poi la voce di Rose lo fece sobbalzare letteralmente ed il cuore gli saltò in gola. Lei ridacchiò divertita portandosi genuinamente un mano davanti alla bocca. Ogni gesto della ragazza lo inteneriva.
-Buondì…mi hai quasi fatto venire un infarto ma spero sarà davvero un buongiorno…questo!- rispose lui offeso toccandosi il petto all’altezza del cuore. Poi si lasciò scappare una risata. –come mai sveglia già di prima mattina?-
-Beh la mia famiglia mi aspetta da zio Bill a Villa Conchiglia per il pranzo di benvenuto a mia cugina Victorie che torna dal suo stage a Parigi…te ne avevo parlato!- rispose la ragazza scrollandosi un pò di sabbia dalle cosce scoperte, visto che indossava una maglietta maschile, probabilmente di suo fratello Hugo, dato che raffigurava una band babbana rock, di cui Hugo Weasley era un fan sfegatato, più un pantaloncino di jeans quasi inguinale. E la cosa che più lo turbava era che si ricordava quelle cose di cui Rose gli aveva parlato.
-Ah già, lo stage di magigiornalismo internazionale!- difatti rispose pensieroso. –Potremmo rivederci stasera allora per prendere qualcosa da bere…- la buttò lì per tentare di capire se lei ce l’avesse ancora con lui.
-Ehm si, perché no, magari potremmo darci appuntam…- alle sue spalle però, prima che Rose potesse finire la frase, sentì il fruscio della tenda aprirsi. Chiuse gli occhi pronto all’ennesima figuraccia.
-‘Giorno Scorpy!!- cinguettò Anita mettendosi in punta di piedi e dandogli un bacio sulla guancia. –Vado a darmi una sciacquata al bar qui vicino e torno subito…- aggiunse la ragazza, ancora in lingerie, prima di lasciarlo impalato e teso davanti ad una Rose corrucciata e visibilmente senza parole.
-Rose guarda che…-
-Ehi! Non devi mica giustificarti…- mormorò subito lei prima che lui potesse dire qualunque cosa. –Solo che non me lo aspettavo che ieri sera alla fine ti fossi appartato con un…un’altra, tutto qui!- aggiunse mentre la sua voce si alzava di un tono, sull’isterico. Poi scrollò il capo e posò gli occhi su uno scoglio lì vicino. Guardarlo a quanto pare le dava fastidio. Non nascose a sé stesso però che forse quella reazione non gli stava dispiacendo affatto. L’apparizione di Anita a quanto pare l’aveva ingelosita. Così ghignò divertito ed orgoglioso.
-Ecco io avevo pensato che…cioè dato che tu non avevi avuto voglia di divertirti con me, forse qualcun’altra sarebbe stata d’accordo…- prima però che lei si voltasse per replicare aggiunse –ma effettivamente sono stato uno sciocco a pensare che tu fossi come Anita! Quelle come lei sono da portare a letto in una squallida tenda in spiaggia, mentre tu…beh tu meriti di meglio, meriti una favola!- e non si riconobbe in quelle parole così romantiche ma si sentì lo stesso felice di fare quei passi avanti. Difatti la lasciò senza parole. Ancora. Gelosa ed incuriosita, un mix che forse stava tirando acqua al suo mulino. Magari poteva essere il fidanzato modello che ragazze come Rose Weasley potevano apprezzare.
-Io…io credo di si…- biascicò lei confusa su cosa rispondere. Così Scorpius decise di non forzare troppo le cose.
-Rose magari mi mandi un gufo per sapere se e quando potremo vederci, anch’io fra poco tornerò a casa mia!- si chinò su di lei e le baciò dolcemente e lentamente la guancia nivea. Inspirò l’odore di pesca della pelle della ragazza e il sapore di salsedine.
-Si…- la sentì sussurrare e poi con la coda dell’occhio la vide smaterializzarsi lasciando dietro di sé una nuvoletta di sabbia e tanta malinconia nel cuore di Scorpius.
 
*

Era ormai quasi ora di pranzo mentre la sua elfa le stava porgendo la borsetta.
-La padroncina non deve dimenticare la sua borsa…e Annie ricorda alla sua padroncina Calliope che Mrs. Pierre Nott è giù ad aspettarla da venti minuti ormai!- le disse la piccola domestica mentre lei si stava specchiando per l’ultima volta controllando che fosse impeccabile e in ordine. Scese i gradini a tre a tre e al diavolo le buone maniere purosangue e con il fiatone raggiunse il salotto dove Pierre stava sorseggiando succo di zucca con i suoi genitori.
-Oh Calliope cara finalmente sei qui! È vero che una donna deve farsi attendere ma non così tanto!- la rimbrottò sua madre. Callie roteò gli occhi al cielo beccandosi un’altra occhiataccia da sua madre e oltrepassò quest’ultima quasi sbuffando.
-Scusami Pierre! Possiamo andare…- lo salutò baciandolo poi a fior di labbra. Suo padre si alzò dalla poltrona e li venne a salutare prima che la passaporta, un pettine tempestato di rubini, li agganciasse e trasportasse nella magione estiva dei Nott. Così pranzarono, lei e i genitori del ragazzo, nel terrazzo della magione che affacciava sul mare. Dopo lei e Pierre decisero di accomodarsi sulle sdraio, da soli. Era la sua occasione per parlargli del viaggio a Mykonos.
-Pierre?- attirò l’attenzione del ragazzo.
-Si tesoro, dimmi!- rispose lui mentre cominciava a spalmarsi minuziosamente la crema solare.
-Volevo farti una sorpresa e magari farteli trovare da qualche parte, ma non sono brava in queste cose perciò… eccoli qui! E li uscì dalla borsetta con un sorriso tirato. Pierre abbassò dal naso gli occhiali da sole firmati ed osservò i due biglietti aerei per l’isola greca. Poi le sorrise.
-Sono quello che penso?-
-Si! Due biglietti per un vacanza romantica solo io e te!- rispose Callie sventolandoglieli sotto il naso. Il ragazzo li afferrò e li esaminò.
-Partiamo fra tre giorni quindi?- poi le domandò eccitato.
-Esatto! Ti bastano per fare le valigie?!- scherzò su lei mentre Pierre la avvolgeva in un abbraccio.
-Questa si che è una bella notizia!- e Callie sapeva, specialmente dopo la festa per la vittoria della coppa del quidditch e dopo quello che Pierre da ubriaco le aveva confessato, di averlo fatto felice organizzando quel viaggio.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=mxx2DLEDMHA

*Sei stata nei miei pensieri…Mi sono affezionato ogni giorno di più, mi sono perso nel tempo,
solamente pensando al tuo viso. Dio solo sa perché mi ci è voluto così tanto per dissipare i miei dubbi…
Tu sei l'unica e la sola che voglio*


-Ma qui est que biondino lì fuori?- trillò Victorie indicando con il dito verso la finestra che dava sul portico dove Scorpius Malfoy faceva avanti e indietro borbottando qualcosa a testa bassa.
-Ma quello è Scorpius!- abbaiò Albus confuso.
-Avevi un appuntamento romantico con lui fratellino? Ironizzò Lily che si beccò una gomitata dal diretto interessato.
-Ehm credo sia qui per me!- balbettò imbarazzata Rose che si alzò di scatto rovesciando per sbaglio la tazza di thé su sua cugina Lucy e sgattaiolò fuori di casa prima che iniziassero tutti con le domande scomode. Lo raggiunse confusa. Che ci faceva lì? Perché non aveva bussato ed era entrato? E soprattutto perché non aveva aspettato che gli inviasse un gufo? e perché il cuore le martellava nel petto?
-Ehi!- si annunciò raggiungendolo. Quello sobbalzò per la seconda volta quel giorno e la guardò terrorizzato.
-So che dovevi inviarmi un gufo e che non avevo il diritto di presentarmi qui e farti fare una figuraccia con i tuoi parenti ma…ma mi stavo tormentando dentro e dovevo sapere…- le disse istericamente.
-Sapere cosa?- gli chiese ora a metà tra il curioso e lo spaventato visto che il ragazzo sembrava fuori di sé. Lui le si avvicinò e le prese le mani. E ancora quel brivido caldo le fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo fino a farle rizzare i capelli della nuca.
*Non so perché sono spaventato, ci sono già passato, ogni sentimento, ogni parola…Ho immaginato tutto. Non lo saprai mai, se non provi a dimenticare il tuo passato e a provare semplicemente ad essere mia.*
-Ho una possiblità?- le chiese a bruciapelo.
-Cosa?-
Allora lui ripeté –ho una possibilità?-
-Cioè?- si sentiva davvero tonta ma proprio non capiva cosa diavolo stesse succedendo ed il cuore continuava a battere all’impazzata.
-Io non sono bravo in queste cose…di solito sono le ragazze ad implorare per ottenere cinque minuti con il sottoscritto…sono nuovo in questo campo! Come si fa ad avere un’occasione con una ragazza come te?- Rose sorrise mentre cominciava a capire cosa stesse accadendo. E conscia che tutti i suoi stramaledetti cugini e zii si trovavano a spiarla dalla finestra, si sentì ancora più imbarazzata.
-Si direi che non sei bravo con queste cose!- ironizzò lei divertita e cercando di spiegargli con gli occhi cosa stesse avvenendo alle sue spalle.
-Oh…- fu la reazione del ragazzo appena capì e vide la sua settima generazione a spiarli. –ehm scendiamo in spiaggia?- propose lui e Rose annuì grata.

*Ti sfido a lasciarmi essere l'unico e il solo per te.
Ti prometto che merito di essere stretto tra le tue braccia…*


-Allora…quel bacio non era proprio uno scherzo!- ruppe lei il silenzio imbarazzante creatosi nel tragitto per raggiungere il bagno asciuga. Non risparmiandosi di usare un tono adatto a punzecchiarlo e per prendersi gioco di lui che avvampò.
-No non lo era…sono una frana quando si tratta di sentimenti e davvero non sapevo come comportarmi… volevo baciarti ma allo stesso tempo pensavo che tu non lo volessi e allora ti ho presa alla sprovvista! Ma non avevo torto…- mormorò con tono mesto.
-Su cosa?- gli chiese confusa e inclinando il capo di lato.
-Sul fatto che tu non volessi! Mi hai dato uno schiaffo Rose, non un bacio…- precisò lui sarcasticamente.
Rose sbuffò divertita –è vero, io non volevo un bacio…in quel modo! Il mio primo bacio l’ho sempre immaginato timido e lento, pieno di elettricità ed imbarazzo. Non lo avevo immaginato in un vicolo sudicio e rubato…-
-Da uno come me…- concluse tristemente lui per lei.
-No… stavo per dire rubato e poi minimizzato!- e vide Scorpius se era possibile incupirsi ancora di più. Lo aveva mortificato ma almeno era stata sincera. Lo raggiunse e gli sollevò il mento con due dita. –Eccola qua la tua possibilità…vuoi sprecarla a piangerti addosso?- il ragazzo le sorrise, colto alla sprovvista. Le posò delicatamente le mani sulle guance, prendendole il viso tra di esse e l’avvicinò a sé guardandola negli occhi.
*So che non è facile cedere al tuo cuore… Nessuno è perfetto.*
-Dimentichiamo ieri sera… puoi immaginare che sia questo il nostro primo bacio?- le domandò dolcemente.
-Questo quale?- scherzò lei divertita. E così Scorpius la tirò a sé baciandola dolcemente sulle labbra morbide che sapevano di thé alla pesca. Lasciò le sue labbra lentamente e aprirono gli occhi entrambi allo stesso momento.
-Ti prometto che mi meriterò una ragazza come te!-
-Perché dici così?- gli domandò intenerita.
-Perché io non ho mai avuto una fidanzata e non so come ci si comporta…ma non voglio che con te sia una storiella, io…io ti voglio con tutto me stesso perché sei diversa dalle altre, sei intelligente oltre che divertente e bellissima!- le spiegò lui dandole poi un altro bacio sulle labbra umide.
-Beh…se è per questo nemmeno io ho mai avuto un fidanzato, ed ecco… beh possiamo dire che è la prima volta per entrambi allora!- lo rassicurò lei anche se le costò un pò e divenne paonazza. Lui sorrise però a trentadue denti perché sapere che lui era non solo il suo primo bacio ma anche il suo primo ragazzo (e lui sperava anche l’unico e solo), lo inorgoglì ed eccitò contemporaneamente. E la baciò ancora perché di lei non sarebbe stato mai sazio.

*Perciò avanti, dammi la possibilità di dimostrare che sono l'unico che può percorrere questa lunga strada,
prima che inizi la fine. (One and Only – Adele/Austin Adams cover)*
*

Quello che stava facendo era un vera e propria follia ma i suoi geni scavezzacollo Potter avevano deciso di prendere il sopravvento ed ora si trovava a volare su una scopa verso Villa Rosier. Non sapeva nemmeno lui cosa lo stava spingendo a tanto ma quella mattina si era alzato e dopo aver trangugiato le uova strapazzate e bacon di sua zia Fleur, era uscito a fare due passi. La notte precedente non aveva chiuso occhio pensando alle parole di Calliope…
 
“e tu sai che io avrei voluto essere quella ragazza…”
 
Perché? Perché doveva essere tutto così complicato? E si chiedeva se lui voleva essere quel tipo di ragazzo che si arrendeva davanti alle avversità. Octo non si era arreso neppure quando Florinda si era fidanzata con lui. Non ci si arrende quando qualcosa o qualcuno che ti fa star bene ti viene portato via. Ed era ora che il timore e la paura facessero spazio all’intraprendenza. Come sempre Flo aveva detto il giusto: solo per paura di restare solo a guardare Calliope felice con un altro aveva cercato nella sua amica una compagna. Ma adesso che tutto gli era chiaro non voleva farsi condizionare più dalla paura. Dalla spiaggia era corso al ripostiglio dove suo cugino Hugo teneva i suoi manici di scopa vecchi, sui quali avevano giocato per un’infanzia e che ora erano impolverati e dimenticati dal tempo. Arrivato lì non avrebbe fatto una scenata né una serenata d’amore ma doveva pur far qualcosa prima che lei partisse… doveva assicurarsi di non aver rimpianti. Atterrò qualche metro prima del grande e imponente cancello in robusto ferro nero sormontato da due pilastri in cemento sul cui apice lo fissavano due gargoyle spaventosi. Fece una smorfia di ribrezzo mentre un brivido gelato gli attraversava la schiena. Suonò al campanello e dopo qualche attimo un elfo vecchio ma vestito elegantemente, come un piccolo maggiordomo, fu al cancello materializzandosi dal nulla.

-Buongiorno visitatore! Cosa posso riferire ai miei padroni?- lo salutò arcigno.
-Salve…vorrei incontrare Calliope, sono James Sirius Potter, un suo compagno di scuola!- rispose lui guardingo. L’elfo lo scrutò con i suoi grandi occhioni neri e acquosi e dopo annuì.
–Attenda!- abbaiò la piccola creatura domestica e con un altro schioppo svanì nello stesso punto in cui era comparso. Passò un attimo e dopo le inferriate del cancello si aprirono lentamente per lascialo passare. A grandi falcate e con il cuore che batteva nel petto come se fosse un ungaro spinato impazzito, raggiunse il portone dove stavolta non c’era affatto un elfo bensì una donna, una bellissima donna dagli occhi blu, il viso niveo e segnato da qualche ruga, vestita con un abito quasi ottocentesco estivo e di un verde bottiglia elegantissimo.
-Che piacere signor Potter averla qui nella nostra casa!- lo accolse austera nel volto ma gioviale nel tono di voce. Gli strinse la mano e lui, ricordandosi di come Victorie sin da ragazzina gli avesse detto come ci si comportava con i purosangue mentre giocavano “a mamma e figlio”, gli fece un baciamano contornato di inchino. Si sentì fiero di se stesso.
-Il piacere è tutto mio Miss Rosier!- rispose cordiale. La donna si aprì in un sorriso tirato e gli fece cenno di accomodarsi. –A cosa dobbiamo questa visita gradita ma del tutto inaspettata, mia figlia Calliope non aveva accennato che saresti venuto oggi…- gli disse mentre si sedeva nella poltrona color blu notte del salottino austero. Ogni mobile sembrava essere stato scolpito nel marmo bianco, persino il pavimento doveva essere in marmo, e quella stanza, nonostante fosse estate, era fredda come il ghiaccio.
-No difatti le sto facendo una sorpresa, spero gradita!- rispose con un sorriso a trentadue denti. Ma ottenne dalla madre di Calliope solo un sopracciglio inarcato ed un’espressione indecifrabile. Sirius era indeciso tra il disgustato e l’infastidito.
-Il mio elfo sta avvisando mia figlia della tua presenza! Come stanno i tuoi genitori James?- gli faceva sempre uno strano effetto che qualcuno lo chiamasse così, ma era nello stile degli adulti chiamarlo con il suo primo nome, persino sua sorella Lily e sua madre non potevano far e a meno di chiamarlo Jamie. Ma lui si era sempre sentito più Sirius che James.
-Finalmente papà è in vacanza, il lavoro lo prende non poco…ora che è a capo del reparto dirige tutte le squadre, ma almeno raramente scende sul campo perciò mamma sta più tranquilla e lavora più serenamente al suo settimanale!- adorava parlare della sua famiglia, ne era sempre orgoglioso e gli si scaldava il cuore. Ovviamente dall’espressione di Miss Rosier a lei non era potuto importare di meno di quello che aveva appena detto lui eppure decise di ignorare l’ennesima occhiata indecifrabile della donna.
-Ottimo! Mio marito è in buoni rapporti con tuo padre, sai?! Spesso hanno collaborato in qualche caso di giustizia!- Sirius sapeva che il padre di Calliope, Mrs. Augustus Rosier, era uno stimato magiavvocato penalista come sua zia Hermione.
-Buono a sapersi!- cinguettò lui beccandosi un altro sopracciglio inarcato dalla donna di fronte a lui. Si appellò a tutto il suo autocontrollo per non risponderle con una frecciatina o peggio un gestaccio e finalmente comparse dalle scale Calliope. Splendida in un prendisole in leggero pizzo bianco, i capelli neri sciolti in morbide onde che ricadevano sul seno formoso. E ne fu certo: non poteva rinunciare a quella visione. Non poteva rinunciare a lei che appena lo vide sorrise imbarazzata. Le si imporporano le gote e si portò qualche ciocca nero corvino dietro un orecchio.
-Ciao…- soffiò lui emozionato balzando in piedi e sorridendo come un beota.
-Che ci fai qui Sirius?- si corrucciò lei rimanendo sugli ultimi gradini, poggiata al corrimano. Nel frattempo la madre di Calliope li scrutava rimbalzando con gli occhi blu da l’uno all’altra.
-Sono venuto a trovarti prima che… prima del viaggio…- rispose lui facendo qualche passo verso di lei e percepì la figura austera della donna irrigidirsi.
-Ah…stavo appunto preparando le ultime cose per domani, ho la stanza in disordine, possiamo fare una passeggiata in giardino se ti va…- gli venne incontro Callie. Sirius annuì e dopo aver fatto un inchino verso Miss Rosier per congedarsi raggiunse Callie e le porse il braccio. Callie sorrise divertita da quel Sirius così galante e “nobile”, viste le circostanze, e gli si mise a braccetto. Forse avevano appena lasciato così perplessa la madre della ragazza che non replicò nulla a quella scenetta. Così uscirono fuori e percorsero i primi passi in silenzio verso un piccolo gazebo in legno, sul retro della magione, dove un roseto di rose bianche faceva da sfondo. Una fontanella ed il suo fruscio d’acqua limpido facevano da sottofondo a quel già magico scenario. Quel giardino, pensò Sirius, non aveva nulla a che fare con l’austerità e la freddezza dell’interno di villa Rosier.
-È bellissimo qui Callie!- ruppe il ghiaccio lui sedendosi su una panchina in legno di castagno scuro, ed ammirando tutto intorno a lui.
-Grazie, sono stata io, insieme alla mia elfa, a piantare queste rose qui intorno un paio d’anni fa! Questo gazebo è il mio posto preferito dove vengo a leggere nei pomeriggi!- rispose sorridente ed orgogliosa.
-Difatti sa di te! Non come quella casa lì…stavo per congelare!- ironizzò lui convinto che lei capisse cosa stesse intendendo.
-Beh l’arredamento è un pò ottocentesco e poi mia madre ha i gusti della regina dei ghiacci… non è stata un’impressione è proprio una rompipalle lei!- stette allo scherzo la ragazza sedendosi di fianco a lui.

-> https://www.youtube.com/watch?v=DRa2K1mn2M4

*Sai che è difficile essere tuo amico …odio deluderti di nuovo,
non sappiamo come finirà perché adesso tu conosci il segreto a cui non potrò mai porre rimedio.*


-Allora…-
-Allora…- ripeté lei imbarazzata ma guardandolo negli occhi color nocciola.
-So che non vorresti che io fossi qui…- cominciò sporgendosi verso di lei che arrossì. Si ricordò di quando erano ragazzini e lei veniva a sfidarlo, a fargli una linguaccia o a minacciarlo che lo avrebbe affatturato se non avesse smesso di fare lo sbruffone con una sua compagna di casa. -…Ma non posso permetterti di partire senza almeno provarci…-
-Provare a far cosa?- chiese lei in un sussurro pendendo dalle sue labbra. Forse Sirius poteva essere un pò imbranato con le donne quando si trattava di sentimenti sinceri e profondi e non di storielle leggere, solo per divertimento, ma non era cieco. Vedeva benissimo come Calliope lo guardava, come tratteneva il respiro quando lui toccava certi tasti, come i suoi occhi blu diventavano un oceano in tempesta appena iniziava a preoccuparsi. Non era di certo una ragazza che sembrava voler rinunciare a lui. E la baciò. Un bacio d’impeto, con il viso di lei fra le sue mani, avvolgendolo delicatamente. La vide chiudere gli occhi e ricambiare. Affondò le mani nelle ciocche corvine e morbide della ragazza, stringendo appena. Quello poteva essere il loro ultimo bacio e la paura che gli stava attanagliando le viscere non presagiva nulla di buono. Fu lei a staccarsi e a poggiare le sue mani nivee e morbide su quelle grandi e calde di Sirius. La sentì sospirare ancora ad occhi chiusi.

*E questo potrebbe svanire quando ci sveglieremo domani. i cuori non cambieranno il tempo che rimane,
è stato preso in prestito e non sopporto più il modo in cui mi guardi.
C'è un qualunque posto in cui io e te potremmo essere? E potremmo andarcene, e tutto svanirebbe.*


-Perché Sirius?- fece una pausa e riaprì gli occhi –perché sei voluto venire qui? Non capisci che renderai tutto più difficile per tutti e due?- piagnucolò ancora stretta tra le sue mani per assaporarne ancora il tocco. Lui allora l’abbracciò.
-Non voglio complicare le cose…voglio che tu resti qui con me, voglio solo che tu sia mia!- le sussurrò nell’orecchio dolcemente, stringendola sempre di più mentre la sentiva singhiozzare sulla sua spalla. Si staccò da lei, sciogliendola dall’abbraccio e le asciugò con i pollici le lacrime. Si ricordò quanto odiava vederla piangere. Lei cercò di ricomporsi asciugandosi frettolosamente le lacrime e ravvivandosi i capelli. Ora non lo guardava più, forse troppo imbarazzata, bensì preferiva tormentarsi il labbro inferiore mordicchiandolo. Poi si voltò verso di lui, e sembrò che avesse fatto uno sforzo disumano.
-Mi sono fatta una promessa- gli disse e dentro di sé il ragazzo sentì un altro brivido gelido percorrergli la schiena, -quella di dover recuperare la mia storia con Pierre! Hai avuto sempre ragione tu: non sono abbastanza forte per contrastare il volere dei miei, sono una codarda e non dovevo giocare con i tuoi sentimenti ne ferire Pierre…-
-Ma non devi neanche soffrire tu…- protestò Sirius
-Ma io sto soffrendo adesso che tu sei qui…perché mi hai ricordato cosa c’era fra noi due, come sei stato capace di accendermi, di cambiarmi, di farmi sentire viva!- gli rispose tirando alla fine su con il naso per ricacciare indietro nuove lacrime. Sirius fece per protestare ancora ma lei lo bloccò sollevando una mano all’altezza del viso del ragazzo.

*Questo silenzio è assordante, questo oceano non ha fine e non c'è niente che io conosca…
quello che so è che siamo fatti per stare insieme, quindi ascoltami, mi stai ascoltando?*


-So perché sei qui…e ti ammiro perché ci hai provato, perché tu non hai paura delle conseguenze, dei giudizi e te ne freghi e fai di tutto per provare ad essere felice…ma io non sono così e non sono pronta a deluderli…- fece una pausa e prese un profondo respiro. –Domani comincerà una nuova vita per me Sirius ed io voglio che funzioni!- e quella per il ragazzo suonò proprio come una sentenza, definitiva ed irremovibile. Chinò il capo, sconfitto. E continuare a dire a sé stesso che almeno ci aveva provato e non avrebbe avuto rimpianti non lo aiutava per nulla a star meglio. Sentiva come se stesse sanguinando. Così sospirò sconfitto e si alzò mestamente. Calliope lo seguì a ruota e le vide le mani tremanti. Gliele prese dolcemente anche se lei lo stava facendo soffrire maledettamente. Si leccò le labbra stranamente secche, e tentò di trovare le parole giuste. Sapeva che sarebbe stato un addio ma dire qualcosa ad alta voce sarebbe stato come renderlo reale, e se era possibile ancora più penoso.
-Dovrei dire qualcosa…ma ormai hai deciso per entrambi e non mi resta che cercare di dimenticare quest’anno di merda! Mi farà bene partire con mia zio Charlie per la Romania…- lasciò la presa delle sue mani e a capo chino si voltò in silenzio raggiungendo il cancello ed una volta che gli si richiuse alle spalle seppe di averla persa sempre. Ma sapeva che quel giorno gli sarebbe servito a recuperare almeno qualcosa. Riprese la sua scopa e volò ancora per qualche miglio, raggiungendo la Tana. Sapeva che al momento i nonni erano fuori casa visto che zio Bill aveva invitato tutta la famiglia e aveva le stanze degli ospiti al completo. Puntò la bacchetta sulla serratura menzionando l’incantesimo per sbloccare la serratura ed entrò. Si diresse spedito verso il caminetto e gettando un pò di polvere volante ai suoi piedi disse a chiare lettere –Casa Thomas!-. Apparve nel salottino della famiglia Thomas che era stata come una seconda famiglia per lui. Lì aveva passato la sua adolescenza, ogni estate, qualche vacanza di Natale e avevano fatto molte feste con i compagni di casa durante quelle. Come aveva potuto dimenticare quelle cose? Come aveva potuto litigare con Octo? Come aveva potuto picchiarlo e dirgli quelle cattiverie? Come se pensando a lui lo avesse chiamato telepaticamente Octo entrò nella stanza e restò a bocca aperta trovandolo lì impalato.
-Co…cosa ci fai qui?-
-Sono venuto a chiederti scusa e prima che tu possa controbattere qualsiasi cosa, voglio dirti che anche se non avessi capito che quello che mi lega a Florinda è solo una profonda amicizia sarei comunque qui a chiederti scusa!- rispose tutto d’un fiato sperando che il suo amico capisse quanto sincero fosse stato e che avesse messo di lato l’orgoglio.
-Lo so! Anche per me è lo stesso! Anche se lei avesse capito che eri tu quello che amava sarei venuto a scusarmi per come mi sono comportato! Anch’io ho sbagliato a non aprirmi con te, sarei dovuto essere sincero! Non si nascondono segreti tra migliori amici, nemmeno i più imbarazzanti…- gli disse il Octo abbozzando poi un sorriso impacciato.
-Già…beh abbiamo sbagliato entrambi, avremmo dovuto affrontare questa cosa insieme da uomini maturi, parlarne e venirci incontro! Siamo stati due babbuini invece…proprio come ci dice sempre la McGranitt!- ci scherzò su Sirius, sorridendo a trentadue denti. Octo gli fu addosso e lo abbracciò. Un abbraccio da veri maschi, con tanto di pacche rumorose sulla schiena, ma fu speciale, come speciale era sempre stato il loro rapporto. 

CIAO A TUTTI!!!
Vi ringrazio per le recensioni, corro a rispondervi e VI ANNUNCIO CHE IL PROSSIMO SARA' L'ULTIMO CAPITOLO! ^.^
Vi lascio anche con una foto di Rose e Scorpius e come sempre ringrazio chi segue, preferisce e ricorda la mia storia! Vi adoro!
Se volete lasciamri una recensione, un parere o una critica io son qui! :D A presto, rory!


                                                                   


 
 
  
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