Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: CocoroChan    04/11/2015    0 recensioni
"Ed ella si liberò da quelle catene di prigionia che l'avevano trattenuta da tempo immemore ed uscì da quella gabbia,librandosi in cielo,con le ali della libertà.
Affiancata da quel comandante tanto freddo e calcolatore,ritenuto disumano da molti ma perfetto da lei.
E nessuno a parte me,rammentò la storia di quell'angelo che pulì l'umanità da quelle ingiurie e da tutto quel sangue.
E nessuno a parte me,conobbe il preludio di quella tragica storia.
Perché io sono sempre stato al suo fianco,nel bene e nel male,senza la paura di essere ucciso dalla sua stessa follia".
jean kirschtein
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo:

“Preludio."

"Nonostante siano trascorsi così tanti anni come potrei dimenticarla?Rammento tutto di lei:ogni piccolo dettaglio,ogni suo minuzioso e perfetto particolare.Lei era...Ah,odio queste sdolcinatezze e odio me stesso per stare solo vagamente a pensare a queste smancerie,ma in fin dei conti,per quanto io possa fingere che non m'importi nulla,per quanto possa recitare di essere forte resterò sempre un debole dal cuore tenero,come mi ripeteva sempre insieme a Marco.
Lei era il mio mondo.Quello vero e non quell'inferno del passato.Come potrei perdere il ricordo di quella luce che l'avvolgeva,quella luce speciale e che riusciva sempre a catturarmi,come se fosse disumana,come se fosse un angelo;
Lo era dopotutto;E che mi faceva dimenticare tutte le ansie,le preoccupazioni che avvolgevano quel soldato piagnucolone e sprovveduto che ero.
Nessun'altro mondo,né prima,né dopo di lei,è stato in grado di farmi sentire in questo modo ed ormai che non c'è più,sono rimasto da solo,con due lame fra le mani ed un anello incredibilmente pesante nelle tasche della mia uniforme.Lo porto sempre con me.Sempre.
Insieme a lei è svanita una parte di me."
 
-"Caposquadra Kirschtein,attendiamo ordini."-   
 
Scuoto la testa e finalmente torno in me:Quel calmo ed adagiato caposquadra,privo di grinta ed orgoglio.Se mi avesse visto in questo stato,mi avrebbe già scaraventato per terra.Quella sbruffona.
 
-"Fate ciò che preferite...Vi lascio liberi."-  dopo qualche secondo,scorgo subito in lontananza un cavallo che si dirige nella mia direzione.
 
-“Jean?Che stai facendo?"- mi domanda Eren,con quel suo solito muso patetico.
 
-“Hey!Dico a te,muso da cavallo!Riprenditi,stiamo cercando di allenarci qui!Se volevi fare il nullafacente e depresso stavi a casa!"- mi sgrida.
Quanto ha ragione il piccoletto.

La mia testa non fa che pulsare,il mio corpo non fa che tremare,non sono certamente in grado di sostenere una missione né ora,né finché quest'incessabile dolore proseguirà e purtroppo non esiste una cura.Armin è di fianco ad Eren e guardandolo fisso negl'occhi scuote il capo.Ha già capito tutto e con un sorriso debole lo ringranzio.

Come se non bastasse,entrambi interrompono la missione,venendomi subito incontro,con mille domande.
 
-“Jean?Come va?"- mi domanda Armin,con tono dolce e preoccupato.
 
-“Sù,sbrigati a riprenderti."- mi esorta invece Eren.
Mentre Mikasa e Levi mi osseravano da lontano con uno sguardo glaciale.

-“Perdonatemi,ma oggi è l'anniversario della sua scomparsa...E non credo di poer regger-"non riesco nemmeno a terminare la frase,che mi ritrovo il viso di Eren incredibilmente vicino,mentre mi solleva con violenza da terra,tenendomi dalla mia uniforme.

-“Tu non sei quel Jean che ho conosciuto in addestramento!Tu non sei quel Jean con cui ho combattutto!Tu sei solo un ammasso di muscoli malandati!Sei diventato senza spina dorsale solamente per quella!!!Proprio ora che il mondo sta migliorando,tu ti abbatti così??!Per una dannata che è fuggita per paura e che sicuramente è già crepata là fuori?!"-

Le sue urla sono così dolorose da udire mentre si propagano così velocemente intorno a me,ma quanta verità che c'è in esse.Tutto ciò che posso fare è fuggire da questa realtà e rifugiarmi nei ricordi.Tutti i presenti mi guardano con disappunto,li ho delusi.Ho deluso me stesso ed i miei compagni,abbatendomi ulteriormente.Lei non ha portato via solo una parte di me.Perché di me non ci è rimasto più nulla,se non l'aspetto.
Tutto si è fatto più buio ed oscuro dalla sua scomparsa,perfino quel cielo azzurro e pacifico che tanto agognavo appare grigio e scialbo.
Non mi resta che stare qui,seduto miseramente a perdermi nei ricordi.
 
 
La mia rovina cominciò quel giorno tanto lontano,al quartier generale del corpo di ricerca.Era trascorso poco tempo dalla battaglia fra Eren ed Annie nel Wall Sina ed il nostro corpo teneva in custodia Annie o ciò che rimaneva di lei.
Stavo portando dei documenti al comandate Erwin,quando improvvisamente si sentii un sospiro di sopresa provenire da tutti i presenti vicino l'entrata.
Stavano tutti ammassati in una folla ed io non potei trannermi dall'andare a vedere cosa stesse accadendo.
In mezzo a tutti quei soldati esultanti,c'era lei.

Era di certo la soldatessa più bella che avessi mai visto,dal corpo sinuoso e formoso,rispetto a quello rigido e senza forme delle altre;Nonostante ciò sembrava così in forma,come una di quelle nobildonne dipinte nei ritratti più belli dei palazzi reali del Wall Sina.
Indossava una vecchia uniforme del corpo di ricerca,fatta quasi a brandelli e mal ridotta.Il che era fantastico,per quel moccioso solitario che ero.Le sue grazie erano messe ancora più in risalto dall'uniforme a pezzi e sono sicuro di aver arrossito al primo impatto con quella soave visione.

Il suo volto dall'incarnato perfetto era ornato da una splendida e lunghissima chioma cremisi che giungeva perfino oltre la schiena della ragazza.
Nel bel mezzo di quel viso angelico spiccavano con prepotenza due occhi color ametista,luccicanti come le poche stelle che riuscivo ad ammirare durante le notti insonni al quartier generale.
Completamente incanto dalla schiacciante bellezza della giovane,ignorai la presenza del comandante,che stava ripetendo ulteriormente di allontanarsi,per poter vedere anch'egli la ragione di tanto baccano.
Proprio in quell'istante,le labbra di rose della ragazza,interruppero il brusio in sottofondo,dando vita ad un'imbarazzante silenzio :-"Erwin,quanto tempo."-  disse semplicemente,provocando un'espressione mai vista sul volto di pietra del comandante di ghiaccio.

Sembrava così sorpreso,amareggiato,ferito,alla vista di tanta bellezza.
Perfino lui,uno tra gli uomini più valorosi ed intelligenti del mondo allora conosciuto,balbettava dinnanzi a lei.

-“A-a-ange.."- ci volle qualche minuto,prima che potesse effetivamente prendere coscienza di ciò che stava avvenendo.

-“Sono viva,Erwin.Nonostante possa sembrare strano che una debole fanciulla qual'ero,sia potuta sopravvivere al di fuori delle mura per un anno intero."-ridacchiò,come solo un folle avrebbe potuto fare,pronunciando parole tanto difficili per quei tempi in cui le mura era ancor più importanti dell'aria per gli umani.

Prese un respiro profondo e poi proseguì:-"Sai,Erwin,sono diventata molto forte,più di te,più di quanto tu mi abbia insegnato in precedenza.
Sarei perfino in grado di ucciderti a mani nude.Sono entrata a conoscenza d'informazioni di grande rilevanza sui giganti,stando perennemente in contatto con loro e tutto ciò lo devo unicamente a te.Grazie."- esclamò a gran voce,mentre un'espressione di dolore si dipingeva sul suo volto.

Lo stesso stava accadendo al comandante,che ad ogni parola della ragazza sembrava soffrire una tremenda agonia.
Fra loro c'era qualcosa di forte,non c'erano dubbi ed il ragazzo ingenuo che ero,restò lì,immobile a gurdare ed ascoltare.
I discorsi della giovane sembravano falsi,eppure era così seria.
Non riuscì a credere da subito a tutto ciò a cui stavo assistendo,ma ad ogni smorfia del comandante,iniziai a convincermi che forse la ragazza aveva veramente vissuto tutto ciò.

-“Angèlique De la croix,bentornata nel Corpo di Ricerca."- si limitò a dire in modo distaccato il comandante,cercando di nascondere il suo reale stato d'animo.

-“Ma come?Erwin non abbracci nemmeno la donna che amavi?"-sghignazzò di gusto,ma sapevo,che quelle parole celavano un rancore ed una tristezza tali che avrebbero distrutto il comandante.

-“A quanto pare quest'anno di solitudine ha fatto scendere di molto la tua sanità mentale,Ange,oltre ad averti totalmente cambiata."-sbuffò Levi,appena uscito da un edificio vicino.

-“Levi!Ed io che pensavo che tu fossi atrocemente morto o peggio,sposato...Dov'è Petra?"- domandò,guardandosi intorno Angèlique.

Nessuno risposte e di conseguenza ella non proferì parola.

Sembrava inumana,nonostante non avesse visto da più di un anno i suoi compagni,li salutava come se nulla fosse ed al "suono" del silenzio,che le fece intuire la morte di una compagna non si degnò nemmeno di chiedere spiegazioni.

Riflettevo spesso a quei tempi su come Levi ed Erwin fossero riusciti a mettere totalmente da parte la propria umanità per guidarci al meglio,ma quando vidi Ange,capì che era il tempo,il dolore e la solitudine a rendere così gli uomini,soprattutto in un momento tanto disastroso come quello che stavamo vivendo tutti.
Se lo sguardo di Mikasa ed Annie mi era sembrato tanto addolorato o insensibile,quello di Angélique sembrava quasi quello di un cadavere,nonostante il suo vigore e suo essere tanto focosa,così come la sua splendida chioma.(Coco:Inizio a pensare che Jean sia un feticista dei capelli...).

Levi,Ange e Erwin camminarono insieme ed io li seguì come un cagnolino,cercando di sembrare indifferente,nonostante non riuscissi a smettere di guardarla.

-“E' tutto così cambiato dalla mia fuga..Sento come se avessi dormito ininterrotamente e che l'avventura fuori dalle mura fosse stata solo una temporanea illusione.La prova più dura d'affrontare è stata la solitudine,dopo tutto,i giganti non sono molto loquaci."- 

Né Erwin,né Levi risposero,si scambiarono solo uno sguardo.
Perfino loro erano sorpresi da quelle parole,che suonavano quasi come uno schiaffo a tutta la gente morta in battaglia.

-“Sarai Co-Comandante e non farti strane idee.Non sei più la stessa dal tuo ritorno,cerca di recuperare un pò di forza mentale e fermezza.
Nonché ordine e disciplina."-ordinò senza batter ciglio Erwin,continuando a camminare al fianco di Levi,lasciando indietro la ragazza,che cadde al suolo dopo qualche minuto,urlando e scaraventando pugni contro il pavimento,riuscendo anche a scalfirlo.
Non potei fare a meno che andare a fermarla:-“Cosa stai facendo?"-le chiesi.
-“Voglio solo andare via.Questo non è il mondo in cui sono nata,soldato."-

-“Posso aiutarti?"-

-“Uccidimi."- mi ordinò,ma sembrava più una supplica.In quell'occasione potei guardarla negl'occhi.
Così belli quanto malinconici.

Erano gli occhi di chi aveva vissuto sulla propria pelle un dolore straziante,che andava ben oltre quello fisico o il semplice dolore morale.
Sembrava aver provato veramente la solitudine.Dopo un anno completamente sola,avvolta dalla malinconia e dall'ansia di morire,al suo ritorno non ricevette nemmeno un abbraccio.
Né un sorriso o un semplice:"Grazie di essere tornata.Grazie di essere sopravvissuta e di averci donato una piccola speranza."
Appariva così forte ed eccentrica a prima vista,ma lasciava intuire che la sua debolezza e fragilità andasse ben oltre i limiti.
Compresi tutto in quell'istante,quel frangente in cui potei ammirarla da vicino.
Il momento in cui compresi che era tutto ciò che potessi desiderare e tutto ciò che non avrei mai potuto avere.

-“Non potrei mai farlo.Sei sopravvissuta ai giganti per un anno intero,come potrebbe ucciderti una semplice recluta?"-le sorrisi,porgendole la mano.

Non l'afferrò.Si alzò con le sue sole forze,mantenendo sempre fisso il contatto visivo,come se mi stesse studiando,ad ogni mio moviento.

-“Sembri così sincero.Cosa nascondi?"-ad ogni parola si avvicinò sempre di più,poggiando addirittura la sua fronte sulla mia,per guardarmi ancora più da vicino.

-“Non nascondo nulla,signora?"-risposi,ancora incerto su come dovessi chiamarla,dopotutto non avevo mai avuto un comandante donna.

-“Chiamami Ange."- rispose la sua voce,mentre la sua proprietaria e già svanita dietro una nuvola di gas.
  
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