Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: Lithius    05/11/2015    1 recensioni
"Quale motivo tu è ancorra qui?"
"Ti sto studiando."
La risposta del ragazzo lascia interdetto per un attimo il più grande, che dopo poco però gli rivolge un sorriso luminoso e annuisce, chiedendogli di aspettarlo; così, un'ora dopo, sono seduti su una panchina poco lontana dal Berlin a scambiarsi i primi pensieri, le prime impressioni.
[MikaXFedez]
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

13. Un sorriso

- Mikaa sono Emiliano, hai per caso sentito Fede? So che lo hai sentito, digli che stasera c’è una battle!- 16:57
- Michael Joseph eccetera, hai detto a Fede della battle?- 16:58
- Miika, rispondi, diamine, tu e il tuo ragazzo siete insopportabilmente irreperibili!- 16:58
- Davvero dai, è importante!- 16:58
- Devo fargli il culo stasera!- 16:59
- E’ la mia rivincita, Michael!!!!- 16:59
- Insopportabili frocetti. – 16:59
Emis sospira, mentre ripone il cellulare in tasca e si stinge subito dopo nelle spalle, comunicando con quel gesto anche agli altri componenti del gruppo che persino Michael li ignora. D’altronde nessuno lì poteva sapere cosa stava accadendo in quel momento ai loro amici.
Il cellulare di Michael è accanto a quello di Federico, abbandonati entrambi sul pavimento chiaro del salotto del maggiore, in cui dei ragazzi non c’è traccia.
Le scarpe sportive e colorate di Federico sono sopra quelle classiche e sobrie di Michael, nel disordine della camera del diciottenne, tra la marmaglia di vestiti sparsi ovunque che aveva fatto formare una smorfia sul volto del maggiore non appena questi ha varcato la soglia, come sia svanita quella smorfia è facilmente intuibile dal fatto che ora, a meno di dieci minuti dal loro ingresso, i due si trovano avvinghiati sul letto ad una piazza impregnato dell’odore di Federico.
Federico, sta volta senza aiuti di nessun genere, tiene le ginocchia affondate nel materasso, ai lati del bacino del libanese verso cui è sporto, entrambi impegnati in effusioni non esattamente caste; sembrerebbe tutto troppo confuso, le lingue che si rincorrono frenetiche, i denti che affondano di tanto in tanto, gli schiocchi che regnano sovrani, i movimenti veloci, eppure c’è della magia, c’è della luce in quegli scambi frenetici, c’è l’equilibrio giusto tra l’irruenza di Federico e la calma di Michael, in modo che irruenza non diventi sinonimo di foga curiosa ed effimera e calma non venga sostituita con l’inerzia di movimenti meccanici.
Le mani di Michael non sono meccaniche quando si spingono oltre l’orlo della maglia di Federico per accarezzargli la schiena, spostandosi con qualche difficoltà a sfiorare l’addome appena scolpito del ragazzo, non sono meccaniche quando sfilano via quel pezzo di stoffa lasciando che raggiunga i suoi simili sul pavimento della camera; sono mani esperte, eppure alle prime armi mentre accarezzano il petto del diciottenne, sono mani dolci ma fameliche nel fermarsi a stringere i capezzoli del milanese fino a sentirlo gemere. Ed anche le labbra del più grande si schiudono, di poco, così come i suoi occhi, puntati in quelli di Federico, persi in un mondo lontano anni luce da quello in cui si trovano i loro corpi.
I loro corpi, che arrivano a toccarsi di più un po’ per volta ma non troppo lentamente; Federico è impaziente, e sfila in tutta fretta la camicia del suo ragazzo, utilizzando la medesima fretta nel far scivolare la mano destra lungo l’addome niveo del ventiseienne per raggiungere i pantaloni che indossa. Bisogna sorvolare circa i minuti e le imprecazioni che passano affinché anche i pantaloni di Michael vengano sfilati via e sugli altrettanti minuti che impiega Michael a sbottonare gli skinny jeans di Federico – “crede che tu fa bene ad odiare quelli jeans..”.
L’imbarazzo a questo punto stempera l’irruenza di Federico che spegne la luce con un gesto quasi involontario, facendo sorridere Michael che fino a quel momento era rimasto sotto il corpo del minore, lasciando che fosse lui a giostrare le cose. Ora inverte le posizioni.
La stanza è buia, e Federico non sa più dire se sia stata una buona idea, non sa molto al momento, sa solo che le labbra di Michael sono umide e si posano un po’ ovunque, seguendo rotte imprevedibili – ginocchio destro, clavicola destra, capezzolo sinistro, un morso poco sopra l’ombelico, un altro bacio umido sul collo, un succhiotto sul fianco sinistro, un altro gemello su quello destro – al contrario delle rotte che prendono invece le mani affusolate del riccio – dalle caviglie dritte fino ai fianchi, poi gli indici si piegano verso l’interno, infilandosi sotto l’elastico dei boxer e scivolano nuovamente giù per le gambe – niente più boxer, sospira.
Michael sente fremere il minore, ed allo stesso tempo avverte la sua paura, è come se sentisse i suoi pensieri, alcuni fin troppo cupi anche in quel momento così bello. Prende le mani di Federico nelle sue, con dolcezza, le bacia una per volta poi se le porta ai fianchi e le accompagna mentre tirano giù la stoffa, calma.
Il ritmo torna ad essere incalzante quando Federico sente il respiro di Michael infrangersi contro il suo sesso eretto, e crede di non poter davvero arrivare fino in fondo per il modo in cui il suo di respiro si mozza e Michael ancora non lo ha toccato; quando lo fa, quando schiude le labbra morbide e fini sul suo glande, sente il milanese trattenere alla meno peggio un gemito, il primo di una lunga lista, interrotto solo da qualche osceno schiocco. Le labbra di Michael, la lingua di Michael, la bocca di Michael sembra non voler dar tregua a Federico; i movimenti del maggiore sono secchi e decisi, ma non mancano certo di passione, ed anche nella penombra, anche in quella posizione non esattamente comoda ma sicuramente piacevole per entrambi, i loro occhi si cercano in una maniera frenetica fino ad incatenarsi gli uni agli altri.
Il libanese si ferma non appena sente Federico essere vicino al culmine – le mani del più piccolo gli tirano i ricci e si oppongono assieme a piccoli mugolii quando si scosta – e si avvicina per posargli un bacio sulle labbra schiuse.
-“Mik…”
-“Sh.. piano mh? Può acendere luce?”
-“Puoi fare tutto quello che vuoi al momento..”
-“Tu ssei completamente andato..!” Federico sorride ed allunga una mano fino al fianco del ragazzo, facendo poi scivolare bruscamente le dita sulla pelle appena accapponata del maggiore fino ad afferrare l’erezione di quest’ultimo con una decisone che sorprende Michael oltre al farlo gemere. Allo stesso tempo, la mano libera di Federico va a cercare l’interruttore in modo da illuminare, seppur in maniera tenue, la camera e dunque i loro corpi.
Michael tentenna, diviso tra il desiderio di avere totalmente il suo Federico e circa mille tipi diversi di paure ed ansie che il diciottenne non tarda a percepire e a dissipare quando, con gli occhi ben fissi in quelli verdognoli del libanese, circonda il suo polso con le dita, dolcemente, fino a portarsi la mano affusolata del barista ad un passo dalle labbra – sta ancora stringendo il suo sesso, eppure non crede di essersi mai sentito così a proprio agio in tutti quegli anni – e riesce a fare tutto con dolcezza, bisogna immaginarsi la dolcezza delle labbra di Federico attorno a due dita di Michael, dolci anche se stanno facendo un qualcosa di ‘sporco’, un qualcosa che porta il più grande a perdere quel briciolo di controllo e ad infilare appena più verso la gola le dita, senza esagerare, sa quando fermarsi e lo fa, si ferma, osserva ancora quel volto che potrebbe sembrare anche angelico e sfila le dita umide dalla bocca del milanese per sfiorare il petto di quest’ultimo con i polpastrelli fino a farli arrivare al suo inguine dove istintivamente si ferma per sporgersi a baciarlo, come se fosse un gesto di primaria importanza e lo è, lo è abbastanza da far dimenticare completamente a Federico dell’intrusione anomala che Michael stava preparando tastando col polpastrello umido la carne attorno al suo orifizio. Il loro idillio si spezza o inizia, a seconda dei punti di vista, quando le labbra di Michael si trovano a soffocare un urlo di Federico dovuto al dolore lancinante che colpisce inizialmente il ragazzo, solo inizialmente perché poi Michael è lì a ripetergli di rilassarsi, a riempirlo di baci, a dirgli che lo ama, ed anche il dolore passa in secondo piano almeno finché non viene surclassato dalla voglia di avere di più.
-“Mine, secondo cassetto, in fondo ci sono i preservativi.”
-“Non sei perr nula romantic!”
-“Oh sbrigati idiota, ti amo.”
-“Come detto?”
-“Idiota..”
-“Doppo..”
-“Ti amo.” E gli passa un preservativo, accompagnato da un bacio e dal sorriso raggiante di Michael.
Hanno entrambi le guance arrossate, un po’ per l’imbarazzo, un po’ per le dichiarazioni che si stanno scambiando, un po’ di più per il sesso di Michael che si insinua con lentezza nel corpo di Federico facendolo sentire spaccato in due e completo allo stesso tempo, facendo formare delle piccole lacrime agli angoli degli occhi e dei gran sorrisi agli angoli delle labbra, schiude in gemiti ed incitazioni mirate a sciogliere anche l’ansia del maggiore che, strano a dirsi, è quello più teso in quel momento.
Le loro fronti sono l’una contro l’altra mentre Michael si spinge nel corpo del ragazzo che dal canto suo non resta fermo un attimo e, assecondando i movimenti del maggiore, muove il bacino e fa vagare le mani a graffiare la schiena del ventiseienne mentre i loro sospiri, i loro gemiti si mescolano nuovamente a schiocchi di baci che li accompagnano fino al simultaneo amplesso.
Restano così, incastrati tra loro anche fisicamente a scambiarsi nuovamente e con maggior vigore promesse e baci fino a quando qualcuno non li interrompe.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: Lithius