Capitolo
10
Belle
e Brutte Sorprese
Il
cervello di Marie era decisamente sopraffatto dall’enorme quantità di
informazioni che aveva appreso in meno di dieci minuti.
Suo
padre stava dando di matto perché sua madre era scomparsa, lei si stava
agitando a sua volta perché ora che la sua famiglia sembrava star raggiungendo
la serenità dopo tanto un enorme nuvolone di pioggia rischiava di far crollare
tutto e così era andata in bagno per celare il suo stato di panico imminente.
Lì
aveva pianto per il nervosismo e dopo aver usato della carta igienica e averla
gettata nel cestino aveva notato un oggetto inusuale, che non aveva mai visto
dal vivo.
Una
striscia di plastica bianca, con un display digitale e la scritta “Incinta di
cinque settimane”.
Per
la prima volta in vita sua vedeva un test di gravidanza e il suo cervello aveva
fatto ciò che le riusciva meglio quando era in uno stato di shock: elaborare,
fare calcoli, provare a rispondere a delle domande.
L’unica
donna che aveva messo piede in quella casa oltre lei dall’ultima volta che
aveva cambiato l’immondizia nel cestino era sua madre, la donna che in effetti
cinque settimane prima, durante la festa per i suoi diciannove anni, era andata
a letto con suo padre.
Era
incinta.
Sua
madre era incinta, aveva fatto il test con uno di quei bastoncini super
tecnologici, quindi probabilmente era un’informazione sicura e lei aveva
reagito scappando!
Forse
non era scappata, forse voleva sicuramente del tempo per pensare...
L’idea
le fece girare la testa, eppure non riuscì a resistere e le inviò un messaggio,
a cui ebbe stranamente una risposta rapida:
Non voglio creare
casini di nuovo ora che siamo vicine. Se ti va vieni a River’s Beach ma non
dirlo a tuo padre, qualsiasi cosa tu abbia capito. Per favore, ho bisogno di un
po’ di tempo.
Cosa
fare?
Apprezzava
la fiducia di sua madre nel dirle dove si trovava, significava molto per lei
visti i loro trascorsi burrascosi, solo che voleva anche rassicurare suo padre.
Analizzando
rapidamente il tutto, le sembrava di capire che forse sua madre voleva semplicemente
un po’ di tempo per riflettere e non sfuggire dalle sue responsabilità.
Non
riuscendo ad esitare ulteriormente, così, si sciacquò il viso e tornò in
soggiorno, dove vide suo padre seduto sul suo amato posto che teneva in mano...
Un anello.
Un
anello d’oro, sottile, che aveva visto per anni ed anni sull’anulare sinistro
di sua madre.
Sheldon
avvertì i suoi passi e alzò lo sguardo, con una strana aria, tra il misterioso
e il preoccupato.
“Avevo
intenzione di ridarlo a tua madre, stasera. Me lo restituì tre anni fa e volevo
chiederle di... Marie, onestamente, ho sbagliato qualcosa? Credevo fossimo
felici, avessimo appianato le nostre divergenze, per questo avevo pensato di
chiederle di rinnovare i nostri voti prima del tuo ritorno al college!” disse
rapidamente il fisico.
In
quell’istante Marie comprese di dover agire in fretta e furia per non rovinare
tutto.
Possibile
che il destino fosse così assurdo e bastardo?
Suo
padre aveva sposato sua madre in seguito alla gravidanza improvvisa oltre che
per amore e ora che lei scopriva di essere incinta di nuovo lui, senza saperlo,
voleva ridarle quell’anello.
Doveva
sbrigarsi, agire, trovare una via d’azione che non danneggiasse nessuno.
Se
fosse stata nei panni di sua madre cosa avrebbe voluto, oltre starsene in pace
per un po’?
Di
certo non dire all’uomo che si ama di essere incinta e ritrovarsi un anello
come conseguenza per la seconda volta!
Quindi
le bastò guardare la faccenda al contrario, prendere un bel respiro e dire: “So
dove è mamma, stai tranquillo, non voleva assolutamente lasciarci altrimenti
non mi avrebbe risposto, no? Ora la raggiungiamo, ma devi promettermi di
chiederle di rinnovare i voti subito”.
Sheldon
esitò, da una parte felice, dall’altra confuso.
“Perché
tu sai dov’è ed io no? E perché devo...”.
“Papà,
capirai tutto, ok?! Per favore” lo supplicò Marie, avvicinandosi ed
abbracciandolo di slancio, sperando che andasse tutto bene per una volta.
Leonard
prese il bicchiere di vino bianco che Penny gli aveva appena porto e le sorrise
apertamente, visto che adorava la prospettiva di passare qualche ora in sua
compagnia.
Ormai
si vedevano tutti i giorni, condividevano pensieri, racconti quotidiani e del
passato, come fanno di solito gli amici.
“Sai,
forse la Caltech non mi assumerà per l’inizio delle lezioni, a settembre”
rivelò preoccupata Penny, accomodandosi al suo fianco sul divano.
“E
perché?”.
“E’
il venti agosto e non mi hanno detto
nulla, ho le ultime quattro lezioni e il corso sarà terminato. Forse non ne
hanno parlato bene” mormorò, dispiaciuta. “Forse il mio umore negativo mi ha
reso una pessima insegnante”.
“Ma
no! Marie ne parla benissimo, potrei chiederle di...”.
“Leonard,
Marie è dolcissima ma ho chiuso con i Cooper, davvero” lo bloccò subito la
chimica, ponendo le mani avanti. “Ogni cosa andrà come deve andare, lascerò che
il mio lavoro parli per me e se non andrà bene, ho un piano di riserva in
Florida”.
Leonard
quasi fece cadere il bicchiere per terra quando udì ciò, così la guardò,
preoccupato.
“Florida?”.
“Sì,
c’è uno studio di ricerca che vorrebbe assumermi e devo confermare entro il
trentuno” rivelò Penny. “Comunque... Basta parlare di cose noiose, Bernadette
mi ha invitato da lei stasera, vuoi venire? C’è anche Howard” disse, con un
tono casuale, come se ciò non fosse stato meditato.
Tuttavia,
per Leonard ciò subito aprì una porticina con la speranza come destinazione,
così si illuminò.
“A
cena con una coppia...?”.
“Beh,
sì, sono nostri amici, non ti va?”.
“Sì,
certo! Per-perfetto, davvero. A che ora?”.
“Tra
un’oretta, più o meno”.
Leonard
annuì, un po’ più animato ma allo stesso tempo agitato davanti alla prospettiva
di andare da un suo amico e sua moglie con la ragazza che gli piaceva.
Joseph
si affrettò a raggiungere casa Cooper e non ebbe nemmeno il tempo di parcheggiare
perché vide Marie e Sheldon che andavano incontro la sua macchina, con una
strana aria frettolosa ma comunque preoccupata.
Lui
e Marie avrebbero dovuto andare a cena fuori – dopo un mese di uscite e qualche
bacio pensava di chiederle di essere la sua ragazza – ma tutto era saltato
quando lei gli aveva parlato di un’urgentissima emergenza familiare.
Pensò
a quanto fosse strana la vita: un giorno stai studiando le teorie di Sheldon
Lee Cooper per l’esame di fisica teorica e quello dopo lo conosci, esci con sua
figlia e scopri che lui è un casino vivente con le donne.
“Dove
dobbiamo andare?” chiese quindi, deciso a sapere qualcosa in più.
“River’s
Beach” rispose subito Marie, allacciando la cintura.
“Cosa?
In spiaggia? Ti ho detto che molto probabilmente sono allergico al sole, alla
tintarella e...”.
“Joseph
McKalligan, è un’emergenza, fidati che non andiamo lì a fare il bagno. Ed è il
tramonto, ormai, cavoli!” sbottò Marie. “Sei peggio di mio padre”.
“Se
è vera la statistica che conferma che le donne tendono a sposare una sorta di
copia del padre, posso già darti il benvenuto in famiglia” disse Sheldon, più
che altro per non pensare ai suoi problemi e a come affrontarli.
Al
momento pensare a un ragazzo che riesce ad accaparrarsi sua figlia era un
pensiero più gradevole rispetto alla fuga di Amy.
Perché
Marie gli aveva detto di dirle subito dell’anello e del rinnovo dei voti?
Perché
Amy aveva parlato con Marie e non con lui?
Gli
ultimi due mesi erano stati così caotici, pieni di novità e cambiamenti che gli
sembrava alquanto assurdo pensare alla domenica in cui Penny si era trasferita
di fronte a lui e Amy gli aveva chiesto il divorzio.
L’unica
cosa di cui era certo era che voleva tornare alla sua vita, quella che non aveva ancora vissuto, in cui lui e
sua moglie si svegliavano la mattina, facevano colazione insieme, andavano a
lavoro, tornavano a casa e chiamavano la loro bambina ormai al college tramite
Skype.
Il
solo pensiero lo riempiva di gioia, sapere che il prossimo autunno sarebbe
stato gioioso e non colmo di solitudine e nostalgia come il precedente era un
vero e proprio toccasana.
Non
vedeva l’ora di porre definitivamente fine ai suoi giorni da marito
abbandonato, voleva vivere con Amy, fianco a fianco, progettare con lei ogni
cosa da vivere insieme e far stare tranquilla sua figlia, farla partire senza
pensieri e felice per la piega positiva che le cose stavano prendendo.
Quando
arrivarono a River’s Beach bastarono pochi minuti per trovare Amy, la quale se
ne stava seduta poco prima della riva, con un lungo prendisole bianco e un
foulard azzurro cielo per ripararsi dal lieve venticello che le scompigliava i
capelli.
Se
ne stava immobile, fin troppo assorta nei suoi pensieri, come se nulla potesse
turbarla.
Nel
vederla così, Sheldon notò il cuore accelerare e poi decelerare, per poi
voltarsi verso sua figlia, quasi con aria incerta e preoccupata.
Sentiva
di star vivendo un momento importante della sua vita, cruciale, che non avrebbe
dimenticato mai, nonostante non sapesse cosa gli sarebbe capitato di lì a
breve.
“Vai,
dalle l’anello, poi di sicuro saprai tutto” lo incoraggiò la figlia,
accarezzandogli il braccio. “Noi siamo qui”.
L’uomo
annuì e poi, prima lentamente, poi a passo svelto, andò in direzione di quella
che sempre era stata e continuava a ritenere la sua donna.
Amy
era lì, così assorta e pensierosa che non lo sentì nemmeno arrivare.
“Amy”
la chiamò quando si trovò alla sua destra. “Amy!” la richiamò, per poi decidere
di combattere il suo odio per tutto ciò che riguardava la sabbia e sedersi al
suo fianco.
Le
prese la mano e la vide sobbalzare nel momento in cui lo notò.
“Sheldon!
Che ci fai...?”.
“Dovrei
essere io quello che fa domande, qui! Marie mi ha detto dov’eri ma non il
perché! Possibile, Amy, che con la tua fuga tu abbia rovinato il mio perfetto
piano per stasera?” esclamò, stringendo la sua mano con più forza.
Amy
si voltò totalmente verso di lui, lo sguardo colpevole.
“Marie
non ti ha detto nulla?” insistè.
“No,
cosa avrebbe dovuto dirmi? Amy, ero pronto per stasera, io...”.
Sheldon
iniziò a frugare in tasca e ne estrasse una scatolina blu che lei aveva già
visto anni fa.
“Io
volevo ridarti l’anello e chiederti di rinnovare i voti prima del ritorno di
Marie ad Harvard! E’ più di un mese che ci siamo riavvicinati e...”.
“Aspetta,
aspetta” lo fermò Amy, portandosi una mano alla bocca. “Tu...”. Prese la
scatolina, la aprì e rivide l’anello di fidanzamento che lui le aveva dato
diciassette anni prima e che non vedeva da ormai tre anni. “Tu non sai nulla e volevi chiedermi di rinnovare i
voti, stasera?” domandò, incredula come non mai, il volto quasi trasfigurato
dall’emozione.
“Cosa
dovrei sapere? Insomma, non capisco...” sbottò Sheldon, chiedendosi sul serio
cosa fosse successo di così rilevante.
Amy
prese l’anello, lo rigirò tra le dita e sorrise.
Finalmente
le cose, stranamente, andavano per il verso giusto!
Si
erano rivisti nelle ultime settimane, avevano appianato le loro divergenze e
lui le stava porgendo un anello senza sapere della gravidanza.
“Sì,
voglio rinnovare i voti e tornare ad essere normalmente tua moglie, Sheldon Lee
Cooper. Ti amo, tanto, e non vedo l’ora di recuperare il tempo perso” rivelò,
con le lacrime agli occhi per l’emozione.
Incredulo
ma decisamente felice, Sheldon prese l’anello e lo infilò all’anulare della
donna, rivivendo un’emozione provata per l’ultima volta anni ed anni prima.
Dopotutto,
forse la vita è sul serio fatta di batute d’arresto e riprese, è un percorso
dove tutto sembra orribile e poi, un po’ per caso e un po’ per fortuna, tutto torna
al posto giusto e a splendere, forse ancora più di prima.
“Anche
io. Ti amo, Amy” rivelò lui, baciandola.
Lei
ricambiò il bacio, poi lo guardò, un po’ colpevole.
“La
mia non era una fuga, sarei tornata a casa domani” disse, guardando l’anello e
poi il marito.
“Ma
perché sei scomparsa? Perché hai risposto a Marie e non a me?” insistè lui. “Ti
ho messo un anello al dito per la seconda, anzi, terza volta in vita mia eppure
continui a sfuggirmi!”.
Amy
si lasciò scappare una risata nervosa prima di annuire.
“Perché
Marie probabilmente ha capito tutto e negarle queste informazioni sarebbe stato
un grande passo indietro nel nostro rapporto”.
“Ma
cosa ha capito Marie che a me è sfuggito?”.
Amy
accarezzò il braccio del marito, il viso, i capelli, prese un bel respiro,
fissò i suoi occhi e sorrise seppur terrorizzata nel suo intimo per ciò che
sarebbe successo da lì a qualche secondo.
“Ricordi
cosa abbiamo fatto alla festa di Marie, sul divano del soggiorno?” chiese.
“Mi
prendi in giro? Ovvio che...”.
“Ecco”
lo interruppe. “Per varie cure non prendo la pillola da due anni e tu, se non
ricordo bene, non hai usato nessuna precauzione”.
Sheldon
esitò, ricordando gli avvenimenti di quella sera.
No,
non aveva usato nulla, troppo preso da ciò che stava accadendo. Aveva
dimenticato di star tradendo una donna, figuriamoci di correre in camera a
prendere delle precauzioni...
Annuì
infine. “Amy...” disse poi, deglutendo.
Era
la seconda volta che lei faceva un discorso simile, era molto nel suo stile
fare un discorso logico, spiegando le cause per farlo giungere agli effetti.
Anche
quasi venti anni prima aveva fatto così, e anche se non portava più
l’apparecchio ed era adulta, sembrava quasi la stessa.
Così,
Amy annuì a sua volta, consapevole.
“Sì,
Sheldon, abbiamo trentacinque anni suonati eppure cinque settimane fa non siamo
stati responsabili, avrei dovuto dirti che non prendevo più la pillola ma ero
così presa e felice che non ci ho pensato e... Sono incinta, Sheldon. Di cinque
settimane, c’è scritto anche sul test. Me lo hanno confermato in clinica. Io so
che potresti avere dei dubbi sulla paternità ma l’ultimo ragazzo con cui sono
stato prima di te era a inizio giugno e...”.
“Amy,
scherzi? Non oserei mettere in dubbio una cosa simile! E... Tu aspetti un
bambino! Abbiamo una figlia al college e ne abbiamo fatto un altro la notte del
suo compleanno!”.
Sheldon
fissava Amy, mentre elaborava il tutto.
Spostò
lo sguardo sul mare, poi verso Marie e Joseph, a una ventina di metri di
distanza, poi verso il cielo, verso le sue scarpe...
“Ero
scappata per metabolizzare la cosa prima di dirtelo. Non mi avevi chiesto
ancora di tornare insieme ufficialmente e temevo che ciò significasse costringerti
di nuovo a stare con me...”.
Sheldon
si voltò di scatto verso Amy e d’istinto le poggiò una mano sul viso,
accarezzandola.
“Costringermi?
Amy, dopo anni stiamo ancora a questo? Certo, la nostra tempistica fa schifo
ma... Ecco perché Marie mi ha consigliato di darti subito l’anello, così non
avresti pensato che l’ho fatto per la gravidanza! Quella furbastra! Marie!”
urlò poi, voltandosi verso la ragazza. “Vieni!”.
Marie,
che aveva appena immortalato il romantico momento dell’anello grazie al cellulare
di ultima generazione ricevuto dai genitori per il compleanno, prese un bel
respiro e si scusò con Joseph, andando rapidamente in direzione della coppia.
“Avevo
capito bene...?” domandò, esitante. “Sei incinta?”.
La
madre la guardò, le accarezzò i capelli e sorrise, annuendo. “Se va tutto bene,
per Pasqua non sarai più figlia unica. Hai capito tutto e hai fatto agire papà
subito in modo che non pensassi che... Non ho parole, tesoro, io... Vieni
qui...”.
Amy
aveva le lacrime agli occhi e strinse la sua bambina, così Sheldon fece lo
stesso e si aggiunse all’abbraccio, stringendo forte le sue donne che
finalmente erano in sintonia come non mai.
Il
pensiero di dover salutare Marie a breve lo rendeva triste come non mai perché
non avrebbe visto il pancione crescere e vissuto tutto il processo precedente
alla nascita del bambino, così le strinse ancora più forte, sperando di
conservare questo ricordo per i momenti di nostalgia.
“Ciao,
Bernie!”.
“Ciao!
Oh, hai portato Leonard”.
Bernadette
guardò l’amico con un’espressione strana, come se fosse una sorta di macchia su
una camicia super bianca.
“Sì,
tutto ok?” domandò il fisico sperimentale, senza capire.
“Ciao,
Pe... Oh, Leonard, ci sei anche tu” disse Howard, entrando nell’ingresso e
notando a sua volta l’amico con un certo sgomento.
Confuso,
Leonard guardò la coppia. “Penny mi ha invitato, non capisco la vostra
sorpresa” si giustificò.
“Infatti,
ragazzi, cosa...?”.
“Ragazzi,
tutto bene?”.
Un
ragazzo indiano entrò a sua volta nella stanza e guardò prima i padroni di
casa, poi Penny, e sorrise improvvisamente a trentadue denti.
“Ciao,
io sono Raj, Bernadette ha detto che mi avrebbe presentato una bella bionda e
devo dire che è stata di parola” si presentò, alquanto entusiasta, porgendole
la mano.
Penny
sgranò gli occhi e guardò l’amica, alquanto senza parole.
“Tu...
Mi hai organizzato una sorta di appuntamento?” domandò, le mani sui fianchi,
indispettita.
Bernadette
sorrise, imbarazzata, ed annuì.
“Ho
conosciuto Raj in palestra, è un istruttore, è simpatico, tu sei simpatica,
siete entrambi affascinanti, single e...”.
“E
quindi io non c’entro nulla, qui, stasera. Ciao ragazzi, buona serata” sbottò
Leonard, alquanto ferito.
Si
era confidato con Howard, oltre che con Sheldon, quindi lui sapeva della sua
cotta per la chimica e non riusciva a credere che avesse deciso di presentarle
uno con cui lui non aveva alcuna chance di vincere.
Raj
era perfetto, bello, palestrato, esotico, con un accento affascinante, mentre
lui a confronto era uno di quei minuscoli soldatini con cui i bambini giocano per
un po’ prima di passare ai giochi più divertenti.
Infatti
Howard lo guardò e mimò un imbarazzato “Mi dispiace!” mentre Penny continuava a
guardare torva Bernadette.
“Un
mese fa sono stata tradita ed umiliata, non ho bisogno di un’amica che prova a
sistemarmi con uno sconosciuto!” esclamò.
“Ma
Penny, era solo per farti passare una serata diversa...”.
La
chimica la guardò con aria di sfida, incrociò le braccia e infine annuì, per
poi afferrare Leonard con un braccio.
“Ok
ma il mio amico cena qui con noi” esclamò.
“Penny,
ti ringrazio ma non ho bisogno della tue pietà, divertiti” esclamò Leonard,
alquanto arrabbiato.
“Se
te ne vai, me ne vado anche io!”.
“Su”
s’intromise Bernadette, guardandoli. “Venite, il pollo è pronto!”.
Marie
entrò nel soggiorno di casa sua, dove trovò Joseph seduto sul divano, in
attesa.
La
guardò, sorridente, perché indossava un abito rosso lungo fino al ginocchio e
le solite converse, solo che questa volta erano quelle nuove che Amy aveva
insistito nel comprare a sua figlia perché si ostinava a indossare quelle
vecchie e logorate di sempre.
“Sei
bellissima” esclamò, mentre la vedeva sedersi al suo fianco.
Lei
sorrise, pensando quanto fosse strano sentirsi dire una cosa simile da un
ragazzo e non da uno dei suoi parenti.
“Avrei
voluto indossarne uno arancio, sai, questa era la settimana in cui ogni giorno
mi vestivo come uno dei colori dell’arcobaleno per festeggiare le unioni
omosessuali accettate in tutti gli Stati Uniti, ma mamma ha insistito, ha detto
che questa era un’occasione speciale. Quindi per rispettare la tabella di
marcia, stanotte indosserò un pigiama arancio, anche se significherà indossare
il pigiama del lunedì e non del venerdì e...”.
“Marie,
tu sei pazza...”.
“Eh...?”.
“Sto
dicendo che sei pazza eppure... Te l’ho detto tante volte” insistè Joseph,
prendendo la mano della ragazza tra le sue, “Mi piaci da morire e... Vuoi
essere la mia ragazza?” chiese, ad occhi chiusi per la paura del responso.
Senza
fiato, Marie lo guardò, senza riuscire ad articolare nessun suono.
Lui
era lì di fronte a lei, impacciato, imbranato, con gli occhiali che quasi
scivolavano dal suo naso per l’eccessivo sudore causato dall’imbarazzo e la
vergogna, eppure pensò che la sua vita era più colorata da quando quello strano
ma gentile, affettuoso, romantico fisico teorico era entrato nella sua vita.
“Apri
gli occhi” disse, seppur sussurrando.
Lui,
timoroso, obbedì lentamente, giusto in tempo per vederla annuire.
“Sì?”
chiese, incredulo, sorridendo.
“Forse
da dove vieni annuire ha un significato diverso? Sì, scemo!” esclamò lei,
rossissima in volto, sentendosi strana nel dire quella semplice parolina che
però, forse, avrebbe cambiato tutto.
“Sì!
Ho... Ho una ragazza, allora, sono il ragazzo del Dottor Sheldon Lee Cooper, è
fantastica ed è la mia ragazza!” disse Joseph, incredulo.
Guardò
Marie prima di accostare il viso a suo e baciarla con dolcezza, appoggiando le
mani sul suo volto, come per non farla scappare.
Marie
ricambiò il bacio, felice, pensando che solo poco tempo prima tutto ciò era
impensabile.
Forse
quel sito d’incontri ci aveva visto giusto, perché nessuno le aveva fatto
battere il cuore in quel modo, nemmeno la lettera di ammissione ad Harvard, se
possibile.
“CHE-COSA-STATE-FACENDO?”.
La
neo coppia sobbalzò con uno scatto di paura e notò che Sheldon li stava
fissando, lo sguardo scioccato e incredulo.
“Che
succede?” esclamò Amy alle sue spalle, preoccupata.
“Lui...
Lui baciava la nostra bambina! Come osi, eh? Io...”.
“Papà,
lui è il mio fidanzato da circa due minuti quindi smettila. Ti ricordo che
torneremo ad Harvard insieme, sai?” lo sfidò Marie, alzandosi e prendendo la
mano destra del ragazzo.
Paonazzo,
Sheldon si portò una mano alla bocca.
“Sono
fidanzati da due minuti e già si baciano, figurati cosa faranno in una
settimana e al college, da soli... Amy, perchè non ci trasferiam...”.
“Tesoro,
calma, c’è un nuovo bambino in arrivo e ti consentirò di gettare tutta la tua
ansia su di lui, ok?” gli consentì Amy, parlando lentamente.
Sheldon
chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
“E
se è femmina un giorno arriverà un Joseph che me la porterà via...”.
“Ok,
direi tutti a cena, ok? Si festeggia!” lo interruppe Amy, dandogli un bacio
sulla guancia con un grande schiocco, per poi voltarsi e fare l’occhiolino e un
segno di approvazione verso i ragazzi.
Leonard
non aveva più fame e si scusò con Bernadette per aver lasciato alcune parti di
pollo e delle patate.
Nonostante
il primo impatto non fosse stato positivo, Penny si stava divertendo ascoltando
i racconti di Raj.
Lui
sembrava sicuro di sè, divertente, con mille storie diverse, tutto ciò che una
come lei avrebbe apprezzato.
Ci hai provato,
Leonard, ma lei ti vedrà sempre come un amico, si disse, in
preda allo sconforto.
Così,
bevve un ultimo sorso d’acqua, guardò il cellulare e disse: “Ragazzi, scusate
ma è tardi, ho delle cose da fare prima di domani”, alzandosi con uno scatto.
Penny
si voltò e lo guardò. “Cosa? Ma sono solo le dieci!”.
“Devo
rispondere ad alcune email per delle questioni di lavoro. Tanto ti lascio in
buona compagnia, no? Era tutto ottimo, .Bernadette, buon proseguimento,
ragazzi”.
Strinse
la mano di Howard ed uscì con Bernadette che lo seguì, dispiaciuta.
“Leonard,
io...”.
“Sei
solo una buona amica, grazie ancora per la cena” la liquidò, aprendo da solo la
porta ed uscendo rapidamente.
Un
po’ in colpa, Bernadette iniziò a pensare che forse aveva commesso un errore
nel reclutare Raj per quella sorta di doppio appuntamento.
Leonard
sembrava davvero pazzo di Penny, la rispettava, la sosteneva...
Pensando
a un modo di farsi perdonare, decise di tornare in cucina per servire il dolce,
ma appena mise piede nella stanza notò qualcosa di diverso.
Howard
fissava il cellulare, impietrito, e Penny e Raj sembravano aver notato quella
strana espressione.
“Amore,
cosa è successo?” domandò quindi, preoccupata.
Howard
alzò lo sguardo, scrollò le spalle e fece uno strano sorriso contorto.
“Niente,
niente, continuate pure, io... Mi assento un secondo, vado in bagno...”.
“Cosa?
Howard, mi nascondi qualcosa?” esclamò la donna. “Hai controllato il saldo della
carta di credito e...”.
“No,
no, tesoro, no, davvero...”.
Non
credendolo, Bernadette utilizzò la sua agilità per prendere il telefono,
sbloccò lo schermo e guardò ciò che stava scioccando il marito, salvo poi
rimanere scioccata a sua volta.
Era
un messaggio di Marie con una foto che ritraeva Sheldon ed Amy abbracciati, con
lei che metteva in mostra un anello.
“Zio
Howard, è con grande gioia che annunciamo a te e Bernadette che papà e mamma
hanno deciso di riconfermare i voti questa domenica. In più, preparati,
diventerai di nuovo zio... Mamma è incinta!”
Non
riuscendo a contenere lo stupore, Bernadette spalancò la bocca e poi guardò
meccanicamente in direzione di Penny.
“Perchè
guardi me? Oh, no! C’entra Sheldon, vero?” sbottò la bionda, facendo due più
due.
Senza
pensarci, prese il telefono dalle mani dell’amica con aria furiosa e fissò il
display, incredula, con Raj al suo fianco.
“E’
incinta?” esclamò in un sussurro, incredula.
Raj,
dal canto suo, urlò improvvisamente, spiazzando tutti.
“Ehi,
amico, che ti urli?” sbottò Howard senza capire, temendo una reazione furiosa
di Penny, non una sua quasi atterrita.
Raj
si alzò, si portò le mani alla testa e la scosse rapidamente, come chi sta
vivendo un incubo.
“Quella
è Amy! Ho avuto una storia con lei fino a due mesi fa! E adesso è incinta!”.
A
quella notizia, la cucina sarebbe piombata nel silenzio più totale se non fosse
stato per le urla dell’indiano.
*°*°*°*
Taaaaadaaaan.
Che
dire, scrivere questo capitolo mi ha emozionato non poco e allo stesso tempo mi
sono divertita. Siamo alle battute finali e il prossimo capitolo (che devo
ancora scrivere, sigh) sarà l’ultimo.
Vi
è piaciuto il modo in cui ho inserito Raj di
nuovo? Bernadette va in palestra e, non sapendo nulla della questione
Raj/Amy, lo invita a cena per fargli conscere Penny.
I
Josmarie sono ormai una coppia e a Sheldon ciò non va giù, da gran gelosone
qual è. E Amy è incinta, sì! Ho lasciato indizi ovvi nello scorso capitolo
quindi credo abbiate indovinato tutti.
Che
dire, niente spoiler perchè il capitolo è da scrivere, ma spero che questo vi
sia piaciuto :D
A
presto (spero!),
milly.