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Autore: B_Regal    05/11/2015    3 recensioni
[Raccolta di One Shot indipendenti]
Dall'ultimo capitolo:
Ormai è quasi certa che sia un effetto di quel posto, non poter essere sereni.
Non che la sensazione le sia nuova, ma gli eventi di quella giornata sono stati duri persino per una come lei e ora ne sente il peso tutto insieme, come un grosso macigno sul petto che le mozza il respiro.
E’ lì fuori già da un po’ quando avverte una presenza dietro di lei e per un momento si irrigidisce, ma poi una mano calda le sfiora la guancia e quel tocco lo riconoscerebbe ovunque.
E non sa bene come succede, ma un istante dopo sta singhiozzando contro il suo petto.

SPOILER 5x12!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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E' semplicemente come ho immaginato le cose dopo l'episodio 'Dreamcatcher', quando Regina ha quella discussione con Emma sull'uscio di casa che si conclude con una porta sbattuta in faccia.
Insomma, in casa c'erano Robin ed Henry e probabilmente anche Roland.. che gli costava farceli vedere tutti almeno due secondi? 
Ma visto che siamo il fandom maiunagioia ci dobbiamo arrangiare da soli..
buona lettura! <3 




Chiude la porta con un movimento secco, lasciando fuori Emma e tutta la discussione che hanno appena avuto.
Le dita delle mani le formicolano per la rabbia, sente la magia agitarsi dentro di lei, la stessa magia che per tanto tempo è stata alimentata proprio dalla rabbia ma che adesso non può aiutarla, perché neanche fare un cuore a pezzi servirebbe a rimediare a quello che è accaduto. Encora una volta, c’è la spaventosa consapevolezza che quella situazione le sta sempre più sfuggendo di mano.
Si era immaginata tante cose, da quando si erano ritrovati a Storybrooke senza alcun ricordo di cosa fosse successo a Camelot, aveva pensato a tantissimi motivi che potessero aver portato Emma a cedere all’oscurità e si era giurata che avrebbe tollerato tutto.
Del resto aveva messo in conto che la figlia di Biancaneve - la madre biologica di Henry – avrebbe potuto trovare mille modi per ferirla, e si era ripromessa che non si sarebbe arresa, che avrebbe dimostrato di poter ripagare il gesto che quella donna aveva compiuto.
Ma ferire Henry, spezzare il cuore di loro figlio, è qualcosa che supera ogni aspettativa.
E nonostante voglia disperatamente giustificarla, questa volta non ci riesce, perché lei sa bene come ci si sente ad essere traditi in quel modo dalla propria madre e non può nemmeno lontanamente accettare che Henry viva lo stesso dolore che ha vissuto lei.
Non riesce a sopportarlo, e detesta non avere gli altri ricordi.
Vuole sapere se poi quella ragazzina ha davvero spezzato il cuore ad Henry, se è stata in grado di lenire il dolore di suo figlio.
Ma non lo sa, e non si può trovare soluzione a un problema che non si conosce.
 
Torna nel salone e trova Robin sul divano, lo sguardo distrattamente rivolto a Roland, che gioca sul tappeto con dei vecchi lego di Henry, concentrato e ignaro di tutto quello che sta accadendo accanto a lui.
E’ un immagine così calda e familiare che le basterebbe per dimenticare ogni preoccupazione, se solo non fosse per l’assenza di una persona indispensabile a completare quel quadro.
Henry si è chiuso in camera dopo aver assistito a quella scena nell’acchiappasogni, è non si è fatto né vedere né sentire per un’ora buona, e Regina ha preferito lasciargli il tempo di metabolizzare, lottando contro l’impulso di correre a confortarlo. Ha provato a distrarsi Roland, giocando con lui fino a quando Robin non è apparso dalla cucina portando su un vassoio due tazze di cioccolata calda, con l’intenzione di portarne una ad Henry. Era ancora in attesa del suo ritorno quando Emma aveva bussato alla sua porta.
I loro occhi si incontrano e Regina ha un solo pensiero “Sei riuscito a parlargli?”
Robin scuote la testa, dispiaciuto “No, mi ha chiesto di lasciare la tazza sulla scrivania e ho preferito non forzarlo. Credo che abbia bisogno di te, adesso.”
Lei annuisce, non c’è nulla di più che voglia in questo momento che assicurarsi che suo figlio stia bene “Vado subito!”
Si è già voltata per raggiungere le scale quando Robin parla di nuovo “Ma non adesso, non puoi essergli d’aiuto se prima non ti calmi tu..”
Regina si gira verso di lui, alza le spalle ma il suo corpo è rigido “Sono calma!”
Lo sguardo scettico di Robin non ha bisogno di chiarimenti, non la contraddice ma sa che non è vero “Era Emma alla porta, vero?”
Allora Regina si arrende, fa una smorfia e sospira, andandosi a sedere sul bracciolo del divano “Voleva pure vederlo, che faccia tosta! Dopo quello che ha fatto..”
“Ne avete parlato?” Chiede lui. Vuole capire, prima di esprimere la sua opinione.
La donna non perde tempo nemmeno ad annuire, arriva dritta al punto, a quello che l’ha colpita più di tutte le cose che si sono dette, perché le ha sentite fin troppe volte quelle parole “Lo sai cosa mi ha detto? Che l’ha fatto per il suo bene..” Si lascia andare a una risata nervosa “E’ la stessa giustificazione che mi diede mia madre quando ha ucciso Daniel!”
Robin rimane un attimo in silenzio prima di rispondere, come a voler trovare le parole. Sa che questo è un tasto delicato per Regina, e non vuole ferirla o innervosirla, ma non condivide a pieno quelle parole e non può fare a meno di farglielo notare “Regina, so che sei arrabbiata, e hai ragione” Inizia, lentamente, come a voler sondare il terreno “Ma Emma non è Cora, lo sai no?”
Come previsto, lei scatta subito sulla difensiva “Che vorresti dire? Che mi sto facendo condizionare?”
Se lo aspettava, lui. Ma non rimpiange di essere stato sincero, è convinto di esprimerle più rispetto così che non assecondandola come se fosse una bambina piccola o una pazza. Regina ha tutto il diritto di non essere totalmente lucida sull’argomento, ma ha anche il diritto che qualcuno l’aiuti a ragionare, e spetta a lui questo compito “No, solo che hai i tuoi motivi per essere particolarmente toccata da quello che è successo ma non dovresti paragonare il gesto di Emma a..allo schifo che ti ha fatto tua madre. Lei non ha ucciso quella ragazza..”
Nemmeno a lui è piaciuto ciò che ha visto, ma Cora – conosce la storia di Regina e quanto spregevole e crudele sia stata sua madre – ed è convinto che nessun’altro possa arrivare a tanto, a distruggere volontariamente la vita del proprio figlio come ha fatto quella donna, tantomeno Emma Swan.
Regina non risponde subito, sa che lui ha ragione, Emma non ha distrutto il cuore della ragazza e non sembrava averne l’intenzione, da quello che l’acchiappasogni ha mostrato. Ma questo non riesce a rendere la cosa più digeribile “Questo no, ma ha comunque lasciato che facesse soffrire Henry. Anzi, gliel’ha ordinato lei!”
“Non sappiamo come siano andate le cose, forse davvero non aveva altra scelta!”
Lei annuisce, ma sembra rassegnata, e il disappunto è evidente sul suo viso “La stai difendendo, Robin. Da che parte stai?”
Robin scuote la testa, sospirando, quando si accorge che la discussione sta prendendo proprio la piega che lui non voleva prendesse “Regina, ti prego, non iniziamo con questa cosa delle parti. Sai che sono con te, sono sempre con te, ma qui non si tratta di prendere una posizione, non c’è qualcuno che deve vincere e qualcuno che deve perdere, il punto è salvare Emma, è su questo che dobbiamo rimanere concentrati!”
“E’ quello che sto cercando di fare, Robin!” Sbotta lei, incrociando le braccia. Getta un occhiata veloce a Roland per assicurarsi che non li stia ascoltando, non vuole turbare  anche lui “Ma è difficile, e lei non ci aiuta!”
“Lo so, è per questo che non dobbiamo mollare..” Robin allunga un braccio verso di lei, che quindi si sposta dal bracciolo al cuscino del divano. Lui le prende entrambi le mani e le accarezza teneramente i polsi “Durante l’anno dimenticato, te lo ricordi quante volte mi hai risposto male, quante volte sei stata brusca con me, quante volte hai cercato di allontanarmi e di respingermi?”
Nonostante lo stato d’animo, Regina non può fare a meno di sorridere al ricordo di quei mesi, all’epoca il dolore per la mancanza di Henry le dilaniava l’animo ma ora che ha ritrovato suo figlio non le sembrano più così terribili e ripensa con piacere ai suoi primi momenti con Robin e con Roland “Sono stata insopportabile, lo so!”
Sorride anche lui, per lo stesso motivo “Si, lo sei stata. Ma in qualche modo sapevo che non era tutto, avevo visto la vera te quando avevi salvato Roland ed era quella la donna che volevo, e l’ho cercata sotto quel mantello di freddezza e cinismo e alla fine l’ho trovata. Se mi fossi arreso, se mi fossi limitato a vederti come.. come la Regina Cattiva, come facevano gli altri.. non avrei mai avuto il privilegio di conoscere la donna meravigliosa che sei.”  
Il sorriso della donna diventa più ampio, più luminoso, mentre allunga una mano per accarezzargli il viso coperto da un sottile strato di barba. Quelle parole le riscaldano l’animo, potrà sentirglielo dire ancora un milione di volte ma non si abituerà mai a quel senso di felicità dato dalla consapevolezza di come lui la vede. Avvicina la testa a quella di lui e fa sfiorare le loro fronti, lo bacia e lui risponde a quel contatto, poi le sorride e gli prende il viso tra le mani per posarle un altro bacio sulle labbra.
 “La vera Emma non è questa, la vera Emma è la donna che ti ha liberata da quel vortice e che mi ha permesso di non perderti un'altra volta” Le dice, continuando a tenerle il viso e a guardarla negli occhi “Salvando te ha salvato anche me e io le sono in debito per questo, e me lo ripeto ogni volta che penso a lei come il Signore Oscuro. Non potrò mai ringraziarla abbastanza per averci concesso di restare insieme.”
Regina gli avvolge le braccia attorno al collo e poggia il mento sulla sua spalla, stringendolo e lasciandosi stringere. Invidia questo aspetto del carattere di Robin, la sua capacità di trovare sempre il lato positivo di ogni situazione, il suo essere sempre fiducioso e ottimista. E’ praticamente l’opposto di lei, in questo. “Non sono tutti bravi come te a vedere il buono nelle persone, lo sai?”Gli sussurra, in un orecchio.
“Ma tu lo vedi in Emma” Replica lui con sicurezza, iniziando ad accarezzarle i capelli sciolti “Puoi ingannare tutti gli altri con il tuo atteggiamento da donna di ghiaccio, ma non me. So perfettamente che ci tieni a lei e so che questa situazione ti fa soffrire più di quanto vuoi mostrare..”
Lei sospira, non è sorpresa da quelle parole, è consapevole di essere piuttosto trasparente per Robin.
E l’idea, che un tempo l’avrebbe spaventata, adesso la conforta.
Si stacca da quell’abbraccio ma solo per appoggiare la testa sul suo petto, mentre con il resto del corpo si stende sul divano e piega le gambe in posizione fetale. Ora che Robin ha fatto scemare la rabbia inizia a sopraggiungere l’impotenza, quella situazione pesa su di lei come un macigno sulla schiena e la fa sentire così stanca.
“La verità è che è tutta colpa mia.” Sussurra, chiudendo gli occhi.
“Abbiamo affrontato questo discorso già un milione di volte..” Risponde pazientemente Robin, circondandole il corpo con il braccio fino a far incontrare di nuovo le loro mani “Non è colpa tua!”
“L’hai detto anche tu, che sei in debito con lei. Parliamoci chiaro, Emma è in questa situazione perché l’ha evitata a me, solo per questo.”
“Questo ci fa essere in debito con lei, ma non ti rende colpevole, e comunque le cose non sarebbero andate meglio se fossi stata tu il Signore Oscuro, avremmo comunque dovuto fare quello che stiamo facendo adesso per liberarti. Te l’ho detto, stiamo combattendo tutti la stessa battaglia.”
Lei non risponde. Un paio di volte se lo è domandata come sarebbe stato se l’oscurità avesse preso lei.
Gli altri avrebbero fatto quello che stavano facendo adesso per Emma? Robin ed Henry probabilmente, forse Emma, ma David e Snow? Belle? Il pirata? I nani?
Una piccola parte di lei non riesce a non pensare che forse non ne sarebbe valsa la pena.
Non per l’ex Regina Cattiva.
“R’gina?” Una vocina la distrae dai suoi pensieri e alza gli occhi, incrociando lo sguardo di Roland. E’ la personificazione della tenerezza con i capelli scompigliati e il suo pigiama con i dinosauri e non può fare a meno di sorridergli.
“Che c’è, tesoro?” Gli domanda, mentre si rilassa alla sensazione delle dita di Robin tra i suoi capelli.
“Sei triste?”
Roland è un bambino molto più attento e perspicace degli altri della sua età e l’ha dimostrato in diverse occasioni, e Regina non si stupisce più di come riesca a cogliere i suoi stati d’animo. Era una cosa che faceva sempre anche nella foresta incantata, all’inizio mentiva ma poi aveva capito che parlargli sinceramente era più facile che ingannarlo. “Solo un pò, ma sai una cosa? Scommetto che se mi dai un bacino mi passa!”
Roland sorride, entusiasta di poter essere d’aiuto e si china su di lei per schioccarle un bacio sulla guancia “E’ passato?” Domanda, e aspetta con ansia la risposta.
“Va molto meglio adesso, grazie!” Regina gli prende una manina e gliela bacia, mentre si solleva un po’ – senza staccarsi però dal calore dell’abbraccio di Robin “E tu, hai sonno?”
Il bambino annuisce, stropicciandosi gli occhi con i pugni “Mi porti da Henry?”
Regina esita un attimo ed è Robin a rispondere “Stasera è un po’ diverso, Regina ha bisogno di parlare un po’ da sola con Henry, quindi che ne pensi  se io e te ci avviamo in camera da letto e l’aspettiamo?”
“Nel letto grande?” Domanda Roland con entusiasmo.
“Nel letto grande!” Gli conferma Regina, alzandosi a malincuore dal divano assieme a Robin, che prende in braccio il figlio e si avvia verso le scale.
Regina spegne le luci con un movimento della mano – solitamente non usa la magia a casa, ma ora questioni più urgenti richiedono la sua attenzione – e segue Robin al piano di sopra.
 
Roland inizia a saltare sul materasso non appena ci si ritrova sopra, e smette solo quando Regina ha già tirato via le coperte e il padre lo invita a infilarcisi sotto.
“Papà, stai vicino a me?”
“Arrivo subito scimmietta!” Lo rassicura il padre, prima di raggiungere Regina che è già quasi fuori la porta  “Ehi, amore!” Le afferra un braccio e si mette davanti a lei, accarezzandole il viso “Sono certo che qualsiasi cosa abbia fatto quella ragazzina per spezzargli il cuore, tu avrai sicuramente trovato il modo di rimettere a posto i pezzi.”
“Lo spero, il solo pensiero che lui soffra..”
Robin non le lascia finire la frase “Lo so, ma non devi preoccuparti troppo per lui. Anche questa storia di Emma, è stata un brutto colpo  ma ha la sua famiglia accanto, questo lo aiuterà!”
Lei lo guarda negli occhi, ha bisogno di una risposta sincera alla domanda che sta per porgli “Basterà?”
“Sei sua madre, certo che basterà. Finchè ha te niente lo può spezzare!” Le bacia la fronte e la abbraccia un ultima volta, prima di lasciarla andare.
Era quello che voleva sentire, ed è più tranquilla mentre percorre il corridoio che conduce alla cameretta di Henry.
Forse è così, forse deve solo fargli sapere che è lì, che tutti loro sono lì.
Del resto anche a lei – da quando sa di avere Robin e i ragazzi accanto – gli ostacoli sembrano essere diventati un po’ più semplici da affrontare, ed Henry si è appoggiato tanto ad Emma e ai Charming, in passato quando erano iniziati i problemi nel loro rapporto.
Adesso può essere il contrario, può essere lei il conforto di Henry, assieme a Robin e a Roland possono fare quello che fa una famiglia normale.
E lei deve solo fare la madre.
 
La sveglia sul comodino riporta le 2.37 quando Robin apre gli occhi. E’ ancora vestito, Roland dorme rannicchiato accanto a lui e il posto di Regina è ancora vuoto.
Si alza facendo attenzione a non svegliare il bambino, cammina fino alla stanza di Robin da cui proviene ancora una luce soffusa, e quando apre la porta un sorriso gli sorge spontaneo sul viso. Madre e figlio sono entrambi addormentati, accoccolati l’uno contro l’altro, anche loro con gli abiti del giorno prima ma entrambi a piedi scalzi. Sembrano sereni, non c’è traccia di preoccupazione sui loro visi e a lui non va di disturbarli. Afferra una coperta dalla sedia dietro la scrivania e la stende sui loro corpi, spegne la luce e torna in camera da letto, da Roland. Per stanotte farà a meno del corpo di Regina addormentato contro il suo, per stanotte c’è qualcuno che ne ha più bisogno di lui. Tanto hanno tutta la vita per dormire insieme.
 
 
 
  
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